E. EVTUSENKO SON MOLTI AD ODIARMI

E. EVTUSENKO

Son molti ad odiarmi




(Ps 38,20) (Ps 69,5) (Is 50,6-7) (Mt 26,67) (Mt 27,30) (Rm 8,31-33)



«Son molti a non amarmi,

mi danno molte colpe,

e mi scagliano addosso

fulmini, strali, tuoni.

In modo tetro e stridulo

ridono sul mio conto,

e i loro sguardi perfidi

io li sento sul dorso.

A me tutto ciò piace.

E sono fiero che essi

non riescano a domarmi,

ad ottenere nulla.

Con albagia sprezzante

guardo le loro zuffe,

con allegria di pietra

apposta io li stuzzico.

Ma, così noto a tutti,

mi muovo a volte a stento:

perplesso, travagliato,

sul punto di cadere.

Senza un sorriso falso

mi accorgo con angoscia

d’essere presuntuoso,

d’essere troppo scaltro.

Nell’intimo dell’animo

io so che sono un altro.

Ma perché poi mi invidino

non riuscirò a capire.

Cammino taciturno

nel vicolo nevoso

e ardentemente voglio

essere presuntuoso...».


E. EVTUSENKO

In stracarichi tranvai



(Jn 13,34) (1P 1,22) (Jn 14,6) (Lc 10,30-37) (Gn 4,9)



In stracarichi tranvai

accalcandoci insieme,

dimenandoci insieme,

insieme barcolliamo. Uguali ci rende

una uguale stanchezza.

Di quando in quando c’inghiotte

il metrò,

poi dalla bocca fumosa ci risputa

il metrò.

Per incerte strade, tra vortici bianchi

camminiamo, uomini accanto a uomini.

I nostri fiati si mescolano fra loro,

si scambiano e si confondono le orme.

Dalle tasche tiriamo fuori il tabacco,

mugoliamo qualche canzonetta di moda.

Urtandoci coi gomiti,

diciamo scusa — o non diciamo niente.

La neve sbatte contro le facce tranquille.

Avare, sorde parole ci scambiamo.

E proprio noi, tutti noi, ecco qui,

tutti insieme, siamo

quello che all’estero chiamano Mosca!

Noi che qui ce ne andiamo con le nostre borse

Sottobraccio, coi nostri pacchetti e fagottelli,

siamo coloro che nei cieli scagliano astronavi

e sbigottiscono i cuori ed i cervelli.

Ognuno per conto suo, attraverso

le nostre Sadowye, Lebjažie, Trubnye,

secondo un proprio itinerario

e senza conoscerci l’un l’altro

noi, sfiorandoci l’un l’altro,

andiamo…



E. EVTUSENKO SON MOLTI AD ODIARMI