D.FABBRI PROCESSO A GESU'
(1Co 11,23) (1Co 15,1-34)
«Io, Paolo di Tarso, testimonio in primo luogo quello che anch’io ho imparato con certezza:
che Cristo mori per i nostri peccati, e che fu sepolto, e che risuscitò.
(Breve pausa).
Sì, risuscitò. E fu visto da Pietro e poi dagli undici, e poi da oltre cinquecento fratelli in una volta, dei quali il maggior numero sono ancora vivi, e solamente alcuni sono morti. E poi fu veduto da Giacomo, e poi ancora da tutti gli apostoli.
(Altra pausa)
E ultimo è stato visto anche da me che sono come un verme, un miserabile aborto. Sì, è proprio così, perché se non lo sapete io non sarei affatto degno di essere chiamato apostolo, no, no, perché ho perseguitato a Chiesa per molto tempo con grande accanimento. Io, nato fariseo, figlio di farisei, ero un nemico convinto e attivo dei cristiani. Quando Dio mi scoprì io ero incamminato a perseguitarli. Ma Egli mi vide e mi scelse ugualmente – e per la sua Grazie oggi, sono quello che sono -.
E da quel giorno, credetemi, noi andiamo avanti per forza di fede, e non di visioni! Fede motivata, concreta, basata soltanto su fatti reali, indiscutibili; ripeto, non visioni ma certezze. Certezza anzitutto nella resurrezione. Io continuo a dire, da un capo all’altro della terra, dovunque mi trovi, anche qui; dunque, continuo a dire: “Se Gesù Cristo non fosse risorto la nostra fede sarebbe vana!”. E avreste ragione di non credere. Ma Cristo è risorto. Poiché non si soffre, fratelli miei, come abbiamo sofferto noi, non si è imprigionati e flagellati come e accaduto a noi, non si versa il proprio sangue, non si offre la vita per delle visioni: noi abbiamo avuto e abbiamo la certezza della resurrezione, la nostra è una moltitudine pacifica ma travolgente che ha per condottiero un Risorto.
(Avanza un passo, poi sottovoce)
Da allora, da quando credetti, parlai. E continuo a parlare. Tutti quelli che credono e sperano, debbono parlare.
(Una breve pausa)
Fratelli, vi ho visitato con molte speranze, e con ancor maggiori speranze vi lascio per riprendere il viaggio — e vi saluto!
(Leva il braccio, non benedicente, ma per saluto, ed esce lentamente)».
D.FABBRI PROCESSO A GESU'