Fulgenzio Pastorelli 10

10

P. Fulgenzio Pastorelli, 10 :

Ritiro Presentazione, 26 06 1746 (era in L II, 91)

(73)


I. M. I.

Carmo ed amatmo P. Rettore,
Scrivo questo biglietto da Toscanella dove mi trovo col P. Giovanni Battista, per prendere il possesso della Madonna Santissima del Cerro, ed oggi a 20 ore si prenderà tal possesso. V. R. sa cosa le ho detto sempre ; gli stimoli del mio cuore, le orazioni fatte e fatte fare ; ed in un subito si è risoluto, ma non senza maturità, e Dio ne ha dati i suoi dolci impulsi ecc., e sono concorse cose tali che fanno credere esservi il Divin Beneplacito. Ieri celebrammo in tal Santuario, ed ho viva fede che Maria Santissima abbia già data la santa sua Benedizione, e i religiosi vi staranno bene, con gran profitto di questi poveri popoli abbandonati. Preghiamo assai ecc. Addio. L'abbraccio in Domino, e sono col P. Gio. Battista, che lo saluta et omnes, in fretta.
Toscanella li 26 giugno, festa dei SS. Giovanni e Paolo 1746. Domani parto per Vetralla.

I breviari che mando sono venuti da Roma zuppi d'acqua.
I religiosi però verranno a questo Ritiro verso dicembre o gennaio, e saranno 7 per questo e 5 per S. Eutizio ; ne leveremo 12 assieme.

Affmo Servo
P. D. +

(Originale AGCP)




11

P. Fulgenzio Pastorelli, 11 :

Ritiro Presentazione, 29 07 1746 (era in L II, 92)

(74)


I. M. I.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,
Già V. R. sa come mi chiamo, ed io so come è il suo nome ; ma il suo cognome è sopra modo dolcissimo, perché è di Gesù, ma io sono della Croce, in cui è stato confitto il dolce Gesù. Non è maraviglia dunque se io che porto tanto indegnamente e falsamente tal titolo, sia di croce a chi ha il cognome di quello la cui vita fu tutta croce. Confesso in verità che subito scritto conobbi l'errore, e che dovevo darle pena, ma mi sono fidato della sua virtù, e grazie a Dio non ho sbagliato.
Oh povera mia vita ! quis me liberabit de corpore mortis huius ? Vedo che da per tutto grondo marcia, mi raccomando e non guarisco mai ; dunque parmi ragionevole, se dico, quis me liberabit de corpore mortis huius. Godo del buon esisto delle cose in codesto sacro Ritiro, spero che il buon Dio lo prospererà sempre più. Non manco di pregare e fare pregare di continuo per i nostri poveri infermi, sperando nella potentissima protezione di Maria Santissima che guariranno e staranno sani. Conviene però s'abbiano riguardo, non dubitando punto della sua caritativa assistenza ecc.
Credo che i decotti le avranno giovato poco, onde conviene almeno regolarsi nel cibo, con prendere cibi nel brodo e mangiare carne, almeno per un pezzo, senza alzarsi la notte. Creda che darà molto gusto a Dio, consolerà ed edificherà i Religiosi, i quali hanno bisogno della sua assistenza in Dio ; faccia le cose più necessarie, e si faccia aiutare in tutto da chi le pare più atto : parmi buon compenso di rimandare al paese il Fr. Gio. Battista, giacché ora si sono fatte tutte le prove. Circa al quadro già sono impegnato ed è fatto l'abbozzo, e sarebbe terminato se avessi avuta la misura ; se l'avessi saputo prima mi sarebbe stato grato l'avesse fatto il signor Nasini, posso usare qualche diligenza per il disimpegno, ma è difficile : intanto a cautela mi scriva quanti palmi è alto il quadro di S. Michele

Quest'altra settimana scriverò con i più sommessi sentimenti al signor Vicario Generale, affine s'osservino le sante Regole ecc.
Del panno scrivo al mercante a Roma, come pure delle coperte : resta solo che V. R. m'avvisi quante canne dev'essere, e quante coperte devo prendere ; le coperte saranno buone,le prenderemo come queste di S. Eutizio, che valeranno circa 25 paoli l'una.
Il Ritiro di Toscanella è attraversato. Oggi però scrivo di nuovo, e fo impegnare Monsignore Lucatelli per avere il consenso de' frati : se si avrà, bene, aliter non voglio prendermene pena, Dio sa i nostri bisogni, e credo certo che provvederà case ecc.
Ho scritto al Principe di Piombino ed ho accluso il memoriale per il placet : ciò l'ho fatto su le certezze datemi dal P. Francesco Antonio, vedremo. Ho scritto due versi a Suor Cherubina e l'ho trattata da Abbadessa, e l'ho assicurata che tiene preciso bisogno d'essere diretta dal suo Vescovo, massime nello stato presente ecc.
V. R. è trattato alla grande, mentre è cibato alla reale con i cibi conditi e preparati dall'istesso Re. Sieda dunque con comodo a questa mensa reale, si cibi con buon appetito, il quale si genera dalla fede e dall'amore. Uno di questi giorni pensavo fra me, ai piedi però di Gesù Cristo, che i cibi che si prendono alla real mensa della Croce, sono duri alla digestione dello stomaco animalesco, onde conviene prender sonno, perché si digerisce più dormendo che camminando ; ma non basta un sonno semplice, vi è bisogno di gran calore per fare buona digestione, onde dormendo al fresco si corre pericolo di non digerir bene ; meglio è prender sonno sopra qualche forno, ed io non saprei miglior luogo che addormentarsi dopo essersi ben cibati di croci, sopra il Sacrato Petto del Salvatore, fornace di sant'amore : io però non lo fo, né lo so fare perché prendo il cibo senza appetito e con nausea, e però non prendo sonno, per avere lo stomaco molto infermo.
Le nostre cose dormono, tanto per l'ordinazione, che per la fabbrica : mi sono fatto imprestare 50 scudi e non so come restituirli : ho scritto e riscritto. Ora sto in silenzio ed aspetto ; preghi Gesù che mi dia fortezza e pazienza, giacché non so prender quel nobil cibo alla grande, come ho detto di sopra. Le cose mandate di costì si sono ricevute.
Resto in fretta, con salutare tutti, gli faccia gran cuore, che ora è tempo di mostrarsi fedeli a Dio, poiché quando l'albero avrà fatte profonde le radici a furia di piogge, nevi, venti ecc. dabit fructum in tempore suo(cf Mt 21, 41). Ed oh, che frutti dolci, maturi, conditi d'ogni benedizione anche per i prossimi !
La Congregazione della Passione di Gesù deve camminar così, ed i suoi figli devono essere uomini fortissimi, provati in variis tentationibus, intus et foris (1Pt 1, 6) per fare cose grandi, massime in questi tempi tanto pericolosi che hanno bisogno di gente, che siano armati di fede, ben esercitata nei patimenti grandi, la quale produce poi meravigliosi frutti d'eterna vita, e fa gustare di quel legno ss. quod est in Paradiso Dei mei (Ap 2, 7) ; ma se ne gusta anche qua giù in quelle più segrete orazioni e comunicazioni con Dio, dopo però ut supra.
Addio, carissimo P. Rettore, mi perdoni per amor di Dio, e resti nel Cuore dolcissimo di Gesù, in cui l'abbraccio con tutto il cuore e sono sempre
Di V. R.
Soriano ai 29 luglio 1746. Nel Ritiro di S. Eutizio.

Ho scritto al signor Petri in risposta ecc.

Indegmo Servo Affmo.
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP)




12

P. Fulgenzio Pastorelli, 12 :

Ritiro Presentazione, 25 08 1746 (era in L II, 95)

(75)


Iesus

Carmo ed amatissimo P. Rettore,
Siccome sento con mia consolazione ed edificazione il fervore e perfezione con cui vivono codesti buoni Religiosi, così altrettanto mi punge il cuore in vedere il P. Giuseppe così svogliato e rilassato e troppo poco osservante.
Ho letta la lettera del medesimo e dalla risposta qui acclusa V. R. sentirà ed intenderà i sentimenti che il medesimo mi ha avanzati. Io vorrei potere guadagnarlo e stabilirlo, acciò si salvasse ma fatto e rifatto tutto il possibile bisognerà poi risolvere. Per ora, da quello che gli dico, potrà V. R. rilevare il compenso caritativo che si prende, ma conviene avervi l'occhio addosso ; ed in caso non mettesse in pratica gli avvisi salutari, verremo a taglio, ed io già ho pensato come.
Siccome sento che anche il P. Direttore de' Novizi fa un giusto lamento del detto P. Giuseppe che parla ai Novizi negl'incontri ecc., cosa che mi tocca sul vivo (mentre V.R. sa che scrissi si proibisse ai Professi il trattare coi Novizi ed ai Novizi coi Professi), così in quest'acclusa comando al P. Giuseppe che avverta a non parlare in qualunque occorrenza con Novizi, senza espressa licenza di V. R. e del P. Direttore, la quale se la chiede, non se gli deve in verun modo concedere, se non vi si conosce precisa necessità o spirituale, che mai vi sarà riguardo alla persona sua, o corporale, cosa che neppure moralmente può succedere. A tal effetto V. R. puole rinnovare l'ordine in capitolo, che i Professi osservino l'ordine ut supra, ed il P. Direttore l'ordini ai Novizi ecc.
Le canne venti di panno già sono ordinate dal mercante ai telari, ma non importa, che costì ve ne sarà bisogno, e Dio provvederà. In Roma vi sono scudi 63 e baiocchi, credo avanzeranno 23 scudi, e desidero che m'avvisi delle coperte, se se ne deve prendere qualcheduna e quante, saltem per soddisfare al più necessario ecc., le botarghe e sott'olio s'è ricevuto, come pure l'involtino della disciplina ecc., e di tutto gliene vivo grato per le tante carità ecc.
La purga che V. R. m'accenna del latte, vipere ecc. la stimo molto necessaria, e vorrei si facesse più presto, intanto s'abbia gran riguardo, che quando si dovrà fare si procurerà di farla passare saltem una primavera in altro Ritiro per fare la cura meglio ; ma se bisognasse farla all'autunno si darà l'incombenza di Vice Rettore al P. Lucantonio, acciò V. R. non faccia altro che curarsi ecc.
Desidererei sapere se il Novizio accennatomi dal P. Direttore a cui scende l'umore in secretezza, sia il ConFr. Luigi o il compagno ; gli faccia cuore e gli dica che si tocchi la parte inferma con la dovuta modestia ecc. facendovi il segno di croce coll'acclusa bambagia intinta nella manna del miracoloso S. Eutizio e coll'olio del SSmo Sacramento.
Per adesso non dico altro, solamente prego V. R. a pescare alla grande nel mare immenso della Divina Carità, che è anche il mare della Santissima Passione di Gesù Cristo, ove si pescano margarite d'inestimabile prezzo, ed inviti i Fr.li Religiosi a pescare seco.
Creda, caro Padre, che Dio l'ama molto e lo vuole fare un gran santo ; seguiti la sua solitudine nel Cuore Divino di Gesù, ed ivi stia come un bambino lattante ecc.
Di Roma non so cosa dicono : mi apparecchio a ricevere qualunque cosa, e sarò contento sperando di benedire la Divina Volontà ed amarla in silenzio e con gusto ; tanto più che so certo che il buon Dio vuole benedire l'opera alla grande, e io non vorrei essere con la mia mala vita d'impedimento a tanto bene : implori il divino soccorso per me bisognoso ecc.
La sorella è stata per Divina Provvidenza ad alcune più frequenti conferenze con me, e sempre per questo mezzo Dio mi fa grandi misericordie. Sente alta unione di spirito anche con V.R. Questa è un'anima assai grande e non conosciuta, è tanto inferma d'Amore, che ne' suoi trasporti, nelle stesse conferenze, è una compassione amorosa il sentire i suoi infuocati lamenti, per il serafico desiderio che ha d'abbracciare lo Sposo. Dio ancora le fa intendere gran cose e gran doni che vuol fare alla Congregazione della Santissima Passione : tutto ciò lo dico in segreto al suo cuore, ché io non ne parlo, né posso parlare con veruno.
L'abbraccio in Gesù Cristo con salutare tutti i nostri carissimi Fr.li, e sono con tutto il cuore.
D. V. R.
Il signor Vicario Generale mi ha scritto una lettera molto cordiale, in cui mi dice che gli preme molto il bene che si fa in Orbetello, e procurerà si faccia prima del Vespero, e ne parlerà a V. R.

Soriano nel Ritiro di S.Eutizio ai 25 agosto 1746.

Ho letto anche in questo momento la lettera di P. Giuseppe in cui s'umilia molto, e creda che mi mette compassione, e se dice davvero, mostra volersi emendare. Ah, il Divin Pastore cerca e ricerca la povera pecorella ! cerchiamo consolarla con medicarla, affine guarisca e non si separi dal suo ovile in questa Congregazione ; se poi non si potrà fare altrimenti, pazienza, sibi imputet.

Indegmo Servo vero affmo
P. D. +

(Originale AGCP)





13

P. Fulgenzio Pastorelli, 13 :

Ritiro Presentazione, 3 09 1746 (era in L II, 98)

(76)


I. M. I.

Carmo ed Amatissimo P. Rettore,
Le circostanze degli affari presenti, miste e piene di buone croci non mi dànno campo di allungarmi in scrivere. Le cose di Roma non solamente dormono e per la fabbrica e per l'altre cose essenziali della Congregazione, ma per qualche poco di lume che Dio mi dà, il Cardinale che prima ha operato, sebbene con molti stenti e guai, ora credo sia stufo e svogliato di tutto, e non so ciò che farmi ; non si estingue però mai la viva fede e speranza che Dio perfezionerà con modo grande l'opera sua.
In quanto al P. Giuseppe ed ogni altra cosa spettante al buon reggimento di codesto Ritiro, io le comunico tutta l'amplissima facoltà d'operare come fossi io stesso ; tanto più che so che V. R. opererà il tutto con maturità, carità e prudenza secondo Dio : spererei che il detto P. Giuseppe dovesse rimettersi, ma se non lo facesse, già avrà letto il biglietto scrittogli ecc.
Il Ritiro di Toscanella è svanito affatto, perché non è riuscito con molti impegni ottenere il consenso de' Frati, e converrebbe litigare in Sacra Congregazione ; i Trinitari Scalzi che dovevano fondare il medesimo Convento hanno litigato con Frati e l'hanno persa, ed io ho letto ieri il Decreto come segue :
In causa fundationis Conventus pro Patribus Trinitariis excalceatis in Tuscanella : Nihil de fundatione Conventus, et amplius. Quell'amplius vuole dire che non se ne parli più ecc. Questa è un'alta Provvidenza, perché io ero il primo a lasciarvi la pelle : Deo gratias.
Nella Diocesi d'Anagni e Ferentino vi è la richiesta di fondare due Ritiri. In questa posta si scrive al Vescovo ecc. Si procurerà a novembre sminuire la famiglia di costì ; se Dio vorrà che si terminino qui otto celle per ora.
Vedo sempre più la grande e segreta Provvidenza di Dio in farmi stare in queste parti, anche per bene del Ritiro della Presentazione, poiché credo che le presenti contingenze mi daranno occasione di cooperare molto ecc. ne in ullo offendatur ecc. capisca la cifra, ma non la spieghi. Ho da fare assai, che non ho ancora quasi scritto niente per la posta, e siamo in fine. Stiano contenti e preghino assai, che Dio ci farà vedere le sue altissime misericordie. Seguiti ad aversi cura ; mi saluti tutti, il P. Direttore e la casa del signor Grazi, Caseglias, ecc. ; L'abbraccio in Domino, e sono con tutto il cuore in fretta.
Di V. R.
Ritiro di S. Eustizio ai 3 settembre 1746.

Indegmo Servo Aff.mo
P. D. +

(Originale AGCP).




14

P. Fulgenzio Pastorelli, 14 :

Ritiro Presentazione, 10 09 1746 (era in L II, 100)

(77)


I. M. I.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Ho letta con mia edificazione e consolazione la sua carma, godendo molto e molto delle misericordie che il buon Dio continua all'anima sua. V. R. stia e faccia stare qualche Religioso attento agli andamenti del P. Giuseppe per poter provvedere. E' vero che questi fa grandi sforzi per fare il bene, stante le usanze radicate del secolo ; e questo è un motivo che deve muovere a compatirlo più, con procurare la sua eterna salvezza e contentarsi che osservi le Sante Regole saltem nell'essenziale ; e quando si vede difettare, mirarlo con compassione e correggerlo con soprafina carità, con dargli anche gli opportuni medicamenti, tanto in capitolo nelle colpe, come altrove ecc. Se riesce di cooperare di condurlo al Cielo, che gran guadagno ! che gran gloria a Dio !
Confr. Bonaventura, è ottimo compenso farlo stare separato, ordinare che non adoperi niente di quello usano gli altri, anche nell'asciugarsi le mani, tener da parte salvietta e posata, tazzetta ecc., e sopra tutto, abito, sudari e mutande, e farlo stare anche a tavola vicino a qualcuno avanzato d'età, anche in coro lontano dai giovani, per il fiato nocivo ; insomma bisogna usare tutte le diligenze e poi lasciarne la cura a Dio, e V. R. non scrupoleggi su di ciò, che ormai s'è fatto abbastanza, ed al più a primavera se sarà vivo, se gli darà il latte. Intanto vi vuole cautela, per non rovinare la gioventù ed ordinare che stia più separato che puole negli atti comuni.
Gli faccia dare anche a lui la farina di San Luigi o l'acqua benedetta con le reliquie della S. Croce e di Maria Santissima, benedetta col solito rito e faranno bene a prenderla anche gli altri ecc., cioè gli infermi o chi vuole per sua divozione.
Intorno al punto della rivista generale dal tempo che V. R. era chierico, sebbene tale rivista non è in veruna maniera necessaria, pure è molto lodevole e di grande profitto, per le sante virtù che in essa si esercitano. V. R. dunque la puol fare con la benedizione di Dio, purché non si scrupoleggi niente affatto, né intorno alla povertà che dice per gl'impieghi esercitati, né in verun'altra maniera, perché io so che il tutto è stato fatto con esattezza per la grazia che le ha fatto S. D. M., onde non abbia scrupolo, né delle pietre avanzate, né di altra cosa, e stia quieto su la mia coscienza. Intorno ai maneggi spirituali tutto il bene è di Dio, e però gli esempi non sono stati cattivi, ma molto buoni ; perché sono usciti dalle buone opere che in Cristo Gesù e non in altra maniera V. R. ha praticate. Io farò le parti ecc. ma sarà per vantaggio suo e degli altri, né V. R. deve scrivere come dice ecc.
Del tonno non ne so niente, puol essere sia giunto in Viterbo passato, o l'abbiano mandato a S. Angelo, ciò che non so, V. R. non se ne prenda pena ; ed intanto la ringrazio della carità.
La Sorella seguita a far carezze allo Sposo e lo Sposo le fa a lei con modo inesplicabile e le dà sì gran certezza dell'esito felicissimo di questa santa opera anche in mezzo alle più grandi tempeste e contradizioni che possa avere, come l'avrà, che mi assicura che piuttosto crederebbe, per modo di dire, che mancasse il cielo e la terra, che lo stabilimento grande di quest'opera ; e spesso anzi non se le puol partire dalla mente.
Il monte altissimo che circa, pare a me, due anni fa Dio le fece vedere, dove in cima era una grandissima fornace con fuoco tanto grande che illuminava e riscaldava tutto il mondo, ed intendeva che era la Congregazione della sua Passione ecc., e prima che mi conoscesse, anzi anni avanti già aveva de' lumi, quali credo profetici, perché li tocco io con le mani verificati in parte, e il resto si verificherà perché Verbum Dei permanet in aeternum (Is 40, 8).
Circa l'andare in Orbetello, se si potrà fare con comodo bene, aliter si va qualche festa ecc. adducendo l'incomodo grande de' tempi cattivi, dello stagno ecc. Scriverà questa posta al signor Affittuario di Montalto : bisogna usare gran diligenza, senza sollecitudine, di fare un poco di raccolta di vino. Si serva del P. Lucantonio, acciò parli ai signori ecc., e del signor Caseglias o altri ecc., e mandare alle Torri ecc. ; le coperte le procurerò insieme del panno. D. Benincasa è fuori di Roma, né so dove sia, perché non m'ha risposto alle lettere e tiene il denaro in mano ; si puole però star sicuri. Qui per ora abbiamo chiusa la via per le Missioni di Civita e Orte, perché il Vescovo con buona intenzione non c'è favorevole, sebbene non lo mostri ; ma non concede le Missioni che gli chiedono i paesi : fiat voluntas Dei.
Ieri s'aspettava il signor Cardinale, ed io m'aspetto una buona croce in molte cose : Dio sia benedetto. Sono in molti combattimenti, ma Dio non li fa conoscere all'esterno. Spesso sin nel dormire (lo dico in segreto al suo cuore) sin nel dormire peno e tremo tutto quando mi sveglio, e ciò però sono degli anni che spesso sono in questo misero stato : e pure questo mi par nulla in confronto d'una gran croce che da tanti anni provo senza conforto ; anzi mi pare una grandine che vendemmia ogni cosa ; e resto come uno per lo più che sta nel profondo del mare in fiera tempesta, senza avere chi mi porga una tavola per fuggire il naufragio, né dall'alto, né dalla terra. Che ne pare a V. R. di questo misero peccatore in tale tremendissimo abbandono ? Pure vi è un lumino di fede e di speranza, ma così piccolo, che appena me ne accorgo. Oh Dio ! Oh Dio ! che sarà di me ?
Non so come fare a far fare le copie delle Regole, per non esservi persone di buon carattere ed intelligenza ; a tempo suo si faranno stampare. Intanto potrebbe il P. Direttore de' Novizi dettarle per lezione ai medesimi quando fa la solita spiegazione, che sarebbe proficua, e potrebbe prima dettare in latino e poi in volgare : meglio di lui non v'è.
In qualche congiuntura la prego mandare i miei più cordiali saluti al sig. Tenente del Re, di Portercole, con fare le mie parti ecc., e non mancherò nelle orazioni ecc., come pure come posso, manderò la lettera pel signor Comandante di Trapani ecc. ; termino la lettera scritta a pezzi.
Ieri fui da S. E. che è venuta da Roma ; e sebbene ancora non s'è effettuato niente, pure il tutto è in buon ordine. I riti della vestizione e professione saranno
Già m'immagino, anzi so, che le difficoltà l'hanno poste loro e non il Papa : Deo gratias.
Ho sempre più fiducia che Dio farà gran cose : le contradizioni non sono poche e i diavoli non stanno a spasso. D. Benincasa m'ha portati gli scudi 63 e baiocchi, verrà il panno in canne 20, e si prenderanno 8 coperte circa, e credo che poco v'avanzerà. Goletti aspetta il suo denaro, procurerò darglielo io di ciò avanzerà, che credo non basterà, perché il panno porta 20 zecchini oltre il porto, e sono circa 42 scudi, e le coperte non so ciò importeranno.
Non mi ricordo quanto il suddetto abbia portato, me lo replichi. Credevo domenica prossima partire per S. Angelo, ma non posso, che abbiamo dei malati di terzana due laici, i quali sono ora senza febbre e ieri venne la febbre al P. Domenico. Mi saluti tutti et gloriemur in Cruce Domini Nostri Iesu Christi (Gal 6, 14) con un dolce Alleluia. Un Paraninfo celeste diede un avviso mentre una persona parlava de Regno Dei, e del Cantico degli Angeli Sanctus, e disse il Celeste Spirito : Cantate il sacro trisagio Sanctus, quando avete croci ecc.
Le cose di questo Ritiro anch'esse anderanno bene e per fabbrica e tutto, quando però io in sacro silenzio d'amore mi glorierò nella Croce ed avrò digerito dei buoni bocconi al caldo della divina fornace. Ho da fare assai. Addio : i miei saluti al P. Direttore, a tutti. Preghino assai assai, che Dio vuol essere pregato assai con fede, con gran confidenza ecc., resto e sono
Ritiro di S. Eutizio ai 10 settembre 1746.

Suo affmo Servo Indegmo
Paolo D. +

Aggiungo che se si stimasse bene far prendere l'aria marina al Confr. Bonaventura, lo lascio in sua libertà di farlo, ma chi sa, tanto più che non se gli puol dare il compagno.

(Originale AGCP)




15

P. Fulgenzio Pastorelli, 15 :

Ritiro Presentazione, 18 09 1746 (era in L II, 104)

(78)


I. M. I.

Carmo P. Rettore,
La posta passata non avrà avute mie lettere, perché certamente smarrite, avendo saputo che quello che le doveva portare a Soriano le pose alla posta di Bassanello : pazienza ! Ho avuta una buona visita con febbri gagliarde che davano vicino all'acuto. Sono due giorni intieri che sono libero ; le altre gran cose non le dico. Ho bisogno di grandi orazioni, le cose a Dio piacendo andranno bene, ma in mezzo a gran turbini e tempeste. Mi saluti tutti, stiano contenti, abbraccino la Croce dove solamente sono i veri tesori, sine qua nihil. Non posso più scrivere che sto debole assai. Deo gratias. Subito migliorato partirò per S. Angelo, ma questa posta scrivo qui. Addio.
Soriano ai 18 settembre 1746.

I miei saluti cordialissimi in Casa del signor Grazi.

Indegmo Servo
Paolo D. S. +

(Originale AGCP).




16

P. Fulgenzio Pastorelli, 16 :

Ritiro Presentazione, 18 11 1746 (era in L II, 105)

(79)


Nos autem gloriari oportet in Cruce Domini Nostri Iesu Christi. Amen.

Carmo ed amatmo P. Rettore,
Dopo tante apprensioni, timori, angustie ecc., ho ricevuto i carissimi suoi caratteri, e godo in Dio del suo miglioramento a maggior gloria dell'Altissimo. Conviene però conservarlo e lasciarsi assistere ; anche S. Geltrude, sua e mia santa Patrona, voleva esser santa, ma perché Dio la teneva in Croce con molte infermità, era costretta stare a letto quando le altre erano in coro la notte a lodar Dio, e vi stava serena come un mezzogiorno, senza lasciarsi preoccupare dall'ombra dell'afflizione, per non poter seguire la S. Comunità, godendo di fare in tal modo la dolcissima volontà dello Sposo Divino, et sic de caeteris, tanto nel vitto, che in altro. So che V. R. vuol bene a questa santa, l'imiti e stia zitto e quieto, e si lasci governare dal P. Direttore e dall'altro antico a cui era ed è data tal commissione, massime dal primo, come più anziano, prudente ed esperto.
A primavera Dio provvederà ; intanto stiamocene credendo e consumandoci vittime in olocausto ad onore e gloria del Sovrano Monarca.
Ho scritto due o tre volte costì per sapere se hanno ricevuto il panno raccomandato al signor D. Vincenzo Grazi che promise portarlo, e veruno me n'ha risposto parola ; ne sto attendendo l'avviso. Detto panno vale circa 45 scudi ; ho fatto dare sei scudi e paoli sei a Goletti ; il resto è presso di me. Desidero essere partecipe delle loro sante croci, ma mai mi è stata data notizia d'altro, salvo che della morte del sacerdote novizio. Sento che il noviziato è in osservanza per avere ricuperato sanità : Deo gratias.
Di Confr. Bonaventura è gran tempo che non ne ho notizia ; e siccome sento che V. R. pria della sua partenza da Pereta, oltre le notizie delle mie recidive, ebbe altre nuove funeste, così desidero per pura gloria di Dio e mio vantaggio esserne a parte, giacché ormai vi ho fatto il callo, facendomi più colpo l'apprensione che il travaglio stesso.
Vedo essere necessaria la mutazione del sindaco : ci si rifletterà un poco, ed in breve si risolverà. Sto in attenzione di sapere se sia giunto il canonico di Orvieto ; i nostri cominciarono martedì sera, 15 corrente, la missione in Orvieto ben ricevuti ecc. Deo gratias. Grazie a Dio penso poco o quasi niente ai bisogni della Congregazione, e parmi che farei torto a Dio se vi pensassi ecc. come posso scrivere a Suor Cherubina ecc.
Se Dio mi fa continuare a star bene come sto, sarò costretto fare un viaggio in Sabina per vedere un Ritiro ecc., essendovene necessità, e poi al più presto passerò a codesto Ritiro, cosa che credo non succederà sino alla fine di gennaio. Se la cioccolata conforta il suo stomaco, come credo, la prenda spesso ed avverta, non si risparmi, mentre V. R. non fa la sua, ma la volontà di Dio per mezzo dell'obbedienza.
Non so più che mi dire : mi raccomando alle sue devote orazioni e di tutti i nostri amantissimi Fr.li, professi e novizi, massime al caro Padre che li dirige. Non scrivo ad altri, che a V. R. per non applicare. L'abbraccio tutti in Domino : facciano gran coraggio, Dio ci aiuterà ; e sappiano che la Congregazione ha profonde radici in mezzo alle tempeste, turbini ecc.
Resto dandole un caro abbraccio nel Costato Santissimo di Gesù, e sono con tutto il cuore.
Di V. R.
Viterbo per Vetralla, Ritiro di S. Angelo ai 18 novembre 1746.

Indegmo Servo Affmo
Paolo della Croce

(Originale AGCP).




17

P. Fulgenzio Pastorelli, 17 :

Ritiro Presentazione, 26 11 1746 (era in L II, 107)

(80)


Iesus

Carmo ed amatismo P. Rettore,
Spero che avrà ricevuta la mia responsiva alla sua carissima. Ora sto di nuovo convalescente in Vetralla, perché il giorno della Presentazione di Maria SS.ma, mentre stavo in refettorio, mi riprese un poco di febbre, tanto che non potei prendere che pochi cucchiai di minestra. Il martedì seguitai a star poco bene, ma non con febbre, il mercoledì poi fu fiera la tempesta ; perché fui di nuovo assalito da sintomi della malattia autunnale, cioè dal vomito, di quasi tutto il giorno, ed uscita, cosa pericolosissima, che spesso in poche ore fa andare in sepoltura. Venni in Vetralla, e preso un ottimo medicamento cessò tutto ed ora sto meglio ed oggi ho celebrato.
E' comune sentimento anche dell'ottimo medico di qui che l'aria mi è nociva, non ostante sia molto salubre agli altri, ma per i miei guai intus et foris, tutto mi è dannoso. Sicché questa settimana me ne vado a S. Eutizio che mi è più salubre, e poi piacendo a Dio verrò costì. Quest'altra posta mi scriva a Soriano S. Eutizio, perché io senz'altro, se il tempo è buono, sabato 3 dicembre sarò a S. Eutizio. O caro P. Fulgenzio, grandi sono le cose che provo io, etiamsi occiderit me, sperabo in eum (Gb 13, 15).

Sto aspettando la notizia se si è ricevuto il panno, ché questi estatici servi di Dio si scordano di darmene avviso. Voglio credere che V. R. continui nella sua mediocre salute, oppure, dirò meglio, aegrae valetudinis. Credo che a primavera cambieremo stanza se io sarò vivo, cioè V. R. a S. Eutizio ed io costì, tanto più che in quest'aria di S. Angelo, così perfetta, mi s'assottiglia il sangue, e mi genera orribili sintomi nel male e suscita i dolori, quali cessano quando ne sono fuori, segno evidente ecc.

La prego de' miei più cordiali saluti al P. Direttore, che lo ringrazio insieme di V. R. dei loro piissimi sentimenti ; ma, ma un povero naufragante, che sta in mezzo alle onde tempestose aspettando di bere a momenti la morte, senza vedere chi gli porge una funicella per tirarlo al lido, che ha da fare, che ha da dire ? Hoc autem solum habeo residui ut oculos meos dirigam ad Dominum (2Par 20, 12).
Mi saluti tutti tutti e gli dica che stiano forti, costanti, fedeli, ché il buon Dio li farà suoi santificati e forti, ut annuntient gloriam Domini ad gentes, quae non noverunt de Domino, fra i quali sono anche i cattivi cristiani, che non vogliono conoscere per loro colpa ; e tanto più ci ritroviamo in travagli, meglio è, perché si fanno più profonde radici. Che fa il nostro Rmo P. Teologo, laureato sotto i castagni ?. Me lo saluti tanto. In Orvieto si fa del gran bene, me lo scrive un degno personaggio per gran gloria di Dio.
Non bisogna per ora ricevere più laici, che bastano ; se Dio ci farà fondare presto, si farà ecc. Ciò dico per l'altro laico d'Orvieto che mi motivarono nell'ultima lettera.
I chierici buoni riceviamoli, aliter ecc. Resto in fretta, li abbraccio ben stretto nel Cuore Santissimo di Gesù, e le raccomando continuare la sua buona regola per la salute e per assistere al Ritiro ecc. Gesù ci benedica tutti. Io sono con tutto il cuore
Di V. R.
Vetralla 26 novembre 1746

Di partenza, a Dio piacendo, sabato 3 dicembre per Soriano S. Eutizio.

Indegnissimo Servo Aff.mo
Paolo D. +

(Originale AGCP).




18

P. Fulgenzio Pastorelli, 18 :

Ritiro Presentazione, 2 12 1746 (era in L II, 109)

(81)


Iesus.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,
Oggi sono di partenza per il Ritiro di S. Eutizio : questa sera dormirò a Sant'Angelo e domani per tempo mi porterò a Soriano e già le dissi l'altra posta che mi scrivesse per Soriano S. Eutizio dove sarò, a Dio piacendo, domani sera. Grazie a Dio sto molto migliorato, ma l'aria di Monte Fogliano, ottima per gli altri, a me è molto nociva, ecc.
Ha fatto molto bene a fare provvisione di farina ; io però non ho notizie ecc. Starò in attenzione e procurerò ecc. Spero in Dio che nella primavera V. R. migliorerà molto, ma intanto si abbia cura, e non potendo mangiare neppure pesce, credo senz'altro che non tralascerà d'alimentarsi con brodo di carne, cosa tanto necessaria.
Confr. Bonaventura è ottimo compenso mandarlo a Rio, ove spero riacquisterà salute ; ed in tal caso non sarà necessario mandarlo alla patria. Bisogna dargli il suo regolamento per l'interno, e che non vada mai per il paese solo, né fuori, ma accompagnato da uno de' più divoti ecclesiastici, e raccomandarlo a tal effetto a quel degnissimo signor pievano ; e sarà anche bene che abbia il regolamento di vivere dal medico che l'ha curato col consulto d'altri, se così si stima bene.
Laici per ora non ve n'è bisogno, che vi sono a sufficienza, tanto più che non possiamo prevalerci della fabbrica a S. Eutizio per essere troppo fresca, ed a S. Angelo per essere solamente coperta, sarà però terminata a maggio.
Non occorre che V. R. mi mandi il foglio che dice ; bisogna fare dolcemente quello si puole, e bisogna molto osservare il ricordo di S. Bernardo : Rector omnia videat, multa dissimulet, pauca castiget ; perché chi troppo tira, si strappa, tanto più che tutti hanno buona volontà : ma per vederli volare alla perfezio ne bisogna che Dio gli dia le ali (Santa Teresa in vita).
V. R. dipende dalla carità del P. Direttore e P. Lucantonio, o dall'uno o dall'altro, non per altro se non acciocché l'assistano per curarsi per le sue indisposizioni ; del resto poi V. R. in codesto Ritiro è superiore a tutti. Godo si sia ricevuto il panno ; da Montalto (di Castro) non so neppur io ciò siasi fatto, credo però poco ; V. R. ne puol far scrivere al signor Brancacci, acciò ammannisca quel poco con quello dell'affittuario.
La prego de' miei più cordiali saluti al nostro amatissimo P. Direttore, godendo al sommo del gran bene che Dio fa per mezzo suo. Mi saluti tutti in Domino. Orate pro nobis. L'abbraccio con tutta la sua piissima comunità nel Costato Santissimo di Gesù, e sono sempre
Di V. R.
Mi saluti la Casa dei signori Grazi et omnes in Domino.

Indegmo Servo Affmo
P.D.+

Circa la mutazione del sindaco, sarà bene incominciare a disporre le cose con la solita carità e prudenza, e sarebbe ottimo il signor Petri e poi il signor Sances, ma bisogna procurare di fare restare deputato anche il signor Caseglias ; faccia conferenza con i due accennati e disponga le cose e poi le stabilisca prima del mio ritorno ; tanto più che puol darsi il caso che io tardi a venire per qualche fondazione e forse per fare un viaggio a Roma per i fini che le dirò poi, e fin d'ora in segreto le dico, per trattare la fondazione d'un Ritiro in Roma, essendo molto necessario, ma s'opererà con alto segreto, e il luogo sarebbe la chiesa della Santa d'oggi ; luogo di vera solitudine e di buon'aria. A suo tempo vedremo la strada che Dio aprirà : lo puol comunicare al P. Direttore, ma non agli altri.
L'abbraccio in Domino.

Vetralla di partenza ai 2 dicembre 1746.

(Originale AGCP).





Fulgenzio Pastorelli 10