Fulgenzio Pastorelli 35

35

P. Fulgenzio Pastorelli, 35 :

Ritiro Presentazione, 31 07 1748 (era in L II, 149)

(98)


I.C.P.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Sempre più care mi sono le lettere di V.R. Godo dell'umile condiscendenza del P. Vice Rettore, e questa lo dispone sempre più ad essere vero servo di Dio ed operaio nella vigna di Cristo. Avrà ricevuta la mia ed in essa complicata la lettera di D. Pasquale Sances.
Io non credo tutto, ma qualche cosa c'è ; ed ho viva fiducia in Dio che, mediante la carità e prudenza di V. R., si rimedierà a tutto con pace ecc. Ma, Padre mio amatissimo, in codesto benedetto paese bisogna andare con più circospezione degli altri luoghi. V. R. sa che con tutte le cautele, pure ho passato non pochi travagli, massime in codesta fondazione ecc. Utinam che Dio ci provvedesse un soggetto per Vice Rettore di codesto sacro Ritiro, ché volentieri farei venire in queste parti il P. Lucantonio con farlo superiore di altro Ritiro, e porlo nelle missioni, pure lo spero.
Sentirei al vivo che si dovesse licenziare il novizio romano per più buoni fini ; speriamo bene : pure se sarà espediente bisognerà farlo ed avervi pazienza.
Intorno al predicare de' novizi in tempo de' passeggi o altro, io lo gradisco ; e V. R. sa che ha piena facoltà in omnibus ; ma vorrei che il detto predicare fosse con voce mediocre e dolce, che così si prende abito negli affetti ; e sarebbe ottimo che si avvezzassero a catechismi ancora.
Qui alle feste si fa la dottrina dal P. Maestro a tutti i chierici e laici, e qualche volta la fa un chierico. Credo che costì saltem per i laici non si tralasci, che è di Regola ; ma se vedesse con che garbo si fa qui la dottrina, che istruisce, solleva, e qualche volta ci ridono ancora e s'innamorano di tal santo esercizio. Chi vuole essere buon missionario, bisogna prima essere buon catechista : onde se fanno qualche discorso, lo facciano con voce mediocre assai, senza far prova d'aver voce gagliarda, poiché basta che si esercitino quod modum ; la voce poi col crescere degli anni viene più di quel che si crede e cogli sforzi si guasta la voce, massime nei giovani che prendono ed acquistano uno spirito acerbo, feroce, secco e senz'affetti ; onde facciano a voce dolce ecc. Ho bisogno della copia del Breve Apostolico della Missione : me la mandi per carità alla prima posta, acciò possa fare la patente ai missionari che devono uscire a settembre, e la mandi con la data ben chiara, ecc.
In quanto all'austerità per i novizi, V.R. si porta veramente secondo lo spirito di Gesù Cristo. Creda, Padre mio amatissimo, che la nostra vità è penitente ; e ebbene molto discreta, basta però ciò che prescrivono le sante Regole. Procuriamo che acquistino una soda virtù interiore, un gran fondo d'umiltà, di semplicità, di purità d'intenzione, di chiarezza di coscienza con un interno ben composto e con fondo vero di raccoglimento, che se poi qualcuno avesse spirito di più penitenza, dopo il dovuto esame e prova, se gli potrà concedere. Oh, quanto bramo che i nostri s'avvezzino uomini interni, che sappiano essere costanti in patire le pressure, prove e travagli interiori, tanto necessari per purificare lo spirito, acciò ogni momento si rinnovi quel divino rinascimento in Cristo Gesù in purissima fede e santo amore ! Ma il punto sta in saper soffrire tali pressure in silenzio et spe ecc.
V. R. è il più fortunato uomo del mondo per più capi ecc. Mi professo molto obligato a Dio in omnibus, ma in specie per la misericordia che Dio ci fa di dare a V.R. tanta forza per potere aiutare ecc. La malattia dello stomaco se non svanirà, almeno spero che avrà tanta forza da poter allevare una grande squadra di figli della Croce del Salvatore. Ora basta ; godo assai del bene di V.R., che se ne sta nella sua dolce solitudine interiore, e nel più intimo fondo dello spirito si stringe sempre più col Sommo Bene ; io poverello sto in uno stato sempre più orribile e spaventoso, e temo e tremo. Dio per sua misericordia mi salvi questa povera anima.

Il confr. Tommaso ha fatto una morte da santo e credo se ne sia volato addirittura in paradiso ; ci è chi non può pregare per lui per tale certezza che ne ha ; ma bisogna si raccomandi alle orazioni del medesimo defunto : oh fortunatissimo lui !
Accludo una lettera venuta a confr. Vincenzo.
Le nostre cose vanno al solito : le tempeste non sono sedate, ma avremo vittoria in Cristo, dopo però aver patito grandi disagi ed aver veduto le cose ai nostri occhi quasi per terra. Seguitiamo a pregare ecc. La prego de' miei più cordiali saluti a tutti i professi e novizi, che sempre rimiro in Cristo Gesù, e sa Dio quanto li amo : mi raccomandino assai a Dio che i bisogni miei sono estremi : l'abbraccio in Gesù Cristo e sono di cuore, con salutarlo per parte di tutti ecc.
D.V.R.
Ritiro di S. Angelo ai 31 luglio 1748.

Circa al quesito del sant'Uffizio, non ho avuto tempo di vedere gli autori ; V.R. lo faccia vedere nel P. Potestà che credo ne tratti chiaramente ecc.
Si sono fatte fare due cappelline nella chiesa, che non v'era che un altare. Se il P. Clemente ci facesse due palliotti di tela grossa ordinaria assai con il fondo bianco fatto di gesso, e qualche fiorame di più colori, sarebbe una fina carità ; e basterebbe fossero fatti a mezzo settembre, giacché per le grandi spese non si puole provvedere palliotti buoni.
Detti palliotti devono essere lunghi nove palmi e alti quattro.

Indegmo Servo Affmo.
PAOLO DELLA CROCE

Costì vi sono a mio credere due reliquie della Madonna Santissima, una portata dal P. Tommaso, che ne portò due, avendone una presso di sè ; l'altra è costì ; e questa si puol mandare al P. Antonio per la missione, tenendo costì quella che vi portai io, dove pure v'è la reliquia dei SS. Pietro e Paolo ecc.
Tale reliquia si puole mandare in una scatoletta ben sigillata con cera di Spagna al signor Conte Brusciotti col soprascritto al P. Antonio, che gliela manderà a Soriano.

(Copia AGCP).




36

P. Fulgenzio Pastorelli, 36 :

Ritiro Presentazione, 7 08 1748 (era in L II, 152)

(99)


I.C.P.

Carmo. P. Rettore amatissimo,
Con mia consolazione ed edificazione sento l'operato dalla di lei carità nell'affare di don Pasquale e la vera condiscendenza ed obbedienza del P. Lucantonio, quale mi fa sempre più credere che la Divina Bontà l'abbia eletto per fervido operaio della sua vigna, mentre gli permette non poca pazienza, affine resti erudito : Beatus vir quem tu erudieris, Domine (Sal 93, 12) ecc. Or basta ; serva quest'evento di regola per le altre occorrenze, massime per monache e bizzoche moderne, ché le vere anime devote, quali sono rarissime per nostra disgrazia, non proibirei mai ad uno dei nostri operai esperto di dare loro assistenza, di raro però.

Or dunque serva di regola di mai mai più sentire quella Livornese, in cui con mio dolore si scuopre un vero inganno ; onde si guardi, replico, per qualunque preghiera di mai mai più sentirla, né parlarle, anche acciò entri in sè e si liberi dai lacci ecc. ; come pure di proseguire di non accostarsi alle monache usque ad tempus, che sarà sin che vi stia il noto soggetto, il quale non mi ha scritto, ma se scrive, sentirà qualche antifona forte e soave, accompagnata da qualche pillola dorata, che sarà sua gran fortuna spirituale e temporale se l'inghiottirà volentieri. Ma se egli non scrive più, neppur io parlerò con la penna ; ed il non dar esercizi come prudentemente dice V. R. ; sin che vi sta il noto soggetto, è ottimo compenso, ed io sarò più inflessibile di V. R. e del P. Lucantonio.
Io rimango sempre più soddisfatto dell'operare del detto P. Lucantonio, e quando se gli appresenteranno occasioni di dare esercizi a monache o altre opere per i prossimi, mai glielo impedirò et utinam avessimo un soggetto per Vice Rettore, per porre esso in vinea Domini nelle missioni : lo spero.
Intorno al novizio romano, sebbene è somma carità l'averlo fatto curare in Portercole, però lo starvi tanto tempo non so se convenga. Piuttosto parmi potrebbe prendere ciò gli ha ordinato il medico svizzero in Ritiro ; e se V.R. vede che non possa durarla, come credo, faccia la carità di scrivere lei come Maestro de' novizi al P. Durante a S. Andrea della Valle e gli dia contezza della sua indisposizione e che quasi mai è stato bene, con rogna, et reliqua, acciò resti esso prevenuto e prevenga i suoi parenti, e poi alla rinfrescata farlo imbarcare per Civitavecchia, e se ne vada a Roma. Se poi viene assicurato dal medico della di lui guarigione, lo ponga sotto l'esatta osservanza con la di lei solita discrezione e carità e gli faccia prolungare il noviziato, senza contare i mesi del suo male, ma li sconti esso in noviziato ecc.
Godo al sommo de' nostri buoni novizi e mi sa mill'anni di rivederli. Me li saluti tanto e che si affrettino nella santissima carità e dolcezza del Padre Celeste per farsi santi, e preghino per me per gli urgentissimi bisogni, che sentirà qui a basso.
Don Filippo Falandi di Cellere ha perseverato sempre nella vocazione di venire nella nostra Congregazione, già mi ha scritto due volte. Io mi sento d'accettarlo, e me ne prega la gran serva di Dio Lucia di Piansano ben cognita, ma occulta agli occhi degli uomini, perché tiene il tesoro nascosto. Oh, che grand'anima !
Or bene spero che V.R. non ricuserà detto D. Filippo a cui scriverò che venga a mezzo novembre ; è sano e robusto e di anni 43 in 44.
Or veniamo a noi. O il nostro grand'Iddio non vuole nella sua Chiesa la nostra Congregazione, il che non mi puole cadere in mente, saltem nel fondo interiore ; o Sua Divina Maestà vuole far gran cose ed innalzarla e dilatarla a mari usque ad mare ; perché a mio credere non so se si possano sentire nelle storie delle altre fondazioni simili persecuzioni e travagli, cagionati dal più nobile drappello della greggia di Cristo.
Sappia, Padre amatissimo, che di già sono stati presentati i monitori a noi, alla comunità di Ceccano, ed un altro affisso che è come un lenzuolo ad valvas ecclesiae, per parte delle religioni, cioè di tutti i conventi, aggiuntivi ora quelli di Sermoneta e di due altri luoghi, con ordine di buttare a terra le fabbriche del Ritiro di Ceccano e la totale inibizione degli altri Ritiri di quelle parti ; e tutto ciò l'hanno ottenuto dalla Sacra Congregazione.
Ora in Roma si opera e dal Procuratore si risponde, ed è una lite acerrima, ma come vincerla ? Come combattere contro religioni sì potenti e vaste ? Ma V.R. che dice ? Tu sei matto : quis ut Deus ? E dice da par suo. Prima d'aver tal notizia, che appunto l'ebbi ieri, due poste fa avevo scritto che si procurasse una casa in una terra d'aria buona per alloggio dei religiosi sin che si possa farli tornare in qua alla rinfrescata, perché aspettano tal fatto. Ora aspetto il decreto di dover affatto lasciare quel Ritiro, ma creda V.R. che avremo vittoria ; ma prima soffriremo gran travagli. Io sto in mare fra grandi tempeste (lo dico in segreto al suo cuore) desolato intus et foris, calpestato dai diavoli in modo orrendo, che pare non abbia più né fede, né speranza, né carità. Oh, come sto io ! Ma niuno lo sa, né se n'accorge, aliter si spaventerebbero. Oh, che sarà di me ? Che sarà di me poverello ?

Ho detto tutto in succinto : bisogna instare con orazioni al solito ecc. Il P.Tommaso è una colonna, e patisce ed opera alla grande, pronto a dar la vita per la Congregazione. Là vi sono infermi che sono stati finora all'umido. Si è ammalato il P. Bernardino, Fr. Paolo, Fr. Federico e il P. Tommaso ancora ; ma ora stanno alquanto meglio, ma poco. Vede come si sta ?
V.R. ha tutta la facoltà, ed utinam avesse fatto fare la comunione ogni giorno : spero l'avrà fatto. Se non persiste per ora il Ritiro di Ceccano, non si puol vestire, per un pezzo soggetti ; ma creda V. R. che Dio provvederà. Che ne dice V. R. ? Mi dica qualche cosa. Oh ! che il diavolo non vorrebbe gli scappassero le anime dalle mani, mentre codesti novizi fanno del gran bene ecc. e godo della buona riuscita (di che non dubitavo) del novizio mandato di qui, confr. Giuseppe me lo saluti in Domino con gli altri e nostri professi tutti.
Aspetto la copia del Breve delle missioni, come scrissi la posta scorsa.
Godo al sommo che V.R. stia in mediocre salute e ne ringrazio S.D.M. : si abbia cura assai per portare il peso per gloria di Dio, massime in queste emergenze. L'abbraccio in Gesù Cristo con tutta codesta sua piissima comunità, e prego S.D.M. che li ricolmi d'ogni più copiosa benedizione, e nel Costato SSmo di Gesù mi dico

Di V.R.

Ritiro di S.Angelo ai 7 agosto 1748.

Circa il terziario piemontese, se non vengono le cose autentiche, lo licenzi, come prudentemente V. R. m'accenna ; come pure è stato ottimo compenso il non accettare il chierico di Sarzana sin che non ha i requisiti ecc., mentre non si può iuxta regulas ; quando avrà i requisiti, allora si potrà ricevere, se vi sarà luogo, e si possa sgravare il Ritiro come credevo di fare a novembre.

Indegmo Servo Affmo
PAOLO DELLA CROCE

Ma V.R. sente in quali emergenze siamo : preghiamo assai, acciò possiamo accettare altri buoni figliuoli per farsi santi.

(Originale AGCP)




37

P. Fulgenzio Pastorelli, 37 :

Ritiro Presentazione, 22 08 1748 (era in L II, 156)

(100)


I. C. P.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,
Ho letto con somma mia edificazione le misericordie che il nostro buon Dio comparte ai nostri novizi, e godo in particolare dell'ottima riuscita del sacerdote Guastallese. Benedictus Deus ; sa egli i nostri estremi bisogni. Del novizio romano già ne scrissi nell'ultima mia. Questi naturali rovinano le comunità e l'osservanza, e senza miracolo di Dio non guariscono, né lo mutano mai : onde il mio voto (se non si vede tal miracolosa mutazione, e noti la parolina miracolosa ), si è di licenziarlo subito che è rinfrescato : ed intanto V. R. aggiunga alle sante sue occupazioni quest'ulteriore incomodo, con dare una relazione al P. Durante, come ha dato a me, ed anche più diffusa, e gli dica che prevenga i suoi parenti, con notificargli le sue indisposizioni e la gran cura fatta, e spesa ecc. : e poi mandarlo in pace per la via di Civitavecchia, che sarà meglio, acciò essendo tanto stordito non faccia tanto viaggio per terra, o come stimano meglio.
Creda che per la paura d'essere mandato, mostrerà di fare, di dire, ma fatta professione saranno i guai : me ne dispiace, che è un buon figliuolo, ma s'ha a riguardare ed anteporre alla particolare l'utilità della Congregazione ecc. I segni sono che mai guarirà della sua ipocondria, ed io non lo voleva accettare, come egli stesso puole testificare, e gli annunciai la sua ipocondria ; ma poi li preghi e ripreghi del P. Durante e degli altri mi piegarono, per le buone informazioni ecc.
Lascio però a V. R. la cura dell'osservare e risolvere il meglio e mi rimetterò alle di lei piissime e prudenti risoluzioni, come quello che essendo in luogo con la carica impostale da Dio, conoscerà meglio di me ecc. Certo che se facesse una vera mutazione perseverante, e di cui prudentemente ci potessimo fidare, avrei caro che restasse, anche per altri santi fini ; ma se fa la minima scappata e non s'acquieti con esatta obbedienza, osservanza e mutazione anche esterna di tale ipocondria, senza darne segno veruno intus et foris, che sarebbe indizio che combatte ed ha vittoria, bisogna al più presto licenziarlo, senza badare ad altro ; eppure mentre scrivo, non ho libertà di dire che si tenga in Congregazione, ma il mio spirito tende a licenziarlo ; ma non voglio fidarmi di me, che non sono in loco, e però V. R. fac quae sunt in corde tuo, Dominus enim tecum est (2Sam 7, 3).
Ringrazio vivamente in Cristo V. R. della carità della devotissima e bellissima carta della Passione, e ne ringrazi per me in Cristo il nostro P. Clemente ; la conservo per farne un dono a Monsignore di Terracina ; puol esser così, almeno ora penso di farlo.
Le nostre cose sono sempre in tempeste di acerrima lite ; i citati siamo stati noi, ma noi non avremmo litigato, perché i poverelli non litigano. Sono le Comunità che fanno faccia ai frati, ed hanno inibito di fabbricare sub pona excommunicationis, anche al Vescovo di Terracina, ma egli se ne ride e presto vincerà ecc. ; così spero del resto, ma non lo so.
Il P. Antonio sento che governa bene, e chi aveva scritto contro per esser pusillo, s'è ritrattato. Ho bisogno di gran pazienza e di levarmi presto di qui, per non far danno ecc.
Le bottarghe si sono ricevute, et Dominus retribuat.
Di Mastr'Angelo non so che dire, perché il Ritiro di Toscanella chi sa se si fabbricherà quest'inverno, mentre non trovano a vendere il censo della Madonna di 600 scudi, che vi è il beneplacito apostolico ; onde qui non si puol assicurare di farlo lavorare.
Credo che a quest'ora sarà morto Monsignore di Civita Castellana che di già sino dai 10 o 12 corrente aveva ricevuto l'Olio Santo.
A settembre verranno le canne 27 panno per gli abiti. Scriverò a D. Filippo che al principio di novembre sia costì. Il P. Tommaso Maria, che s'era ammalato gravemente, grazie a Dio sta meglio e la fa da verus Israelita, e darebbe più vite per la Congregazione. Deo gratias. Iddio lo prova bene con battaglie intus et foris a dextris et a sinistris. Bisogna pregare assai ecc.
Nell'ultima mia avrà sentito ciò le scrive per parte del signor Tenente Del Re, di Portercole, cioè per quella direzione per le due accennate signore da darsi dal P. Lucantonio, e le raccomando sempre più che sia di raro, breve e con gran cautela. Il diavolo sta sempre all'erta per trovare qualche buco da rovinare l'opera ecc.

Mi raccomandino assai a Dio e tutta la Congregazione, che i bisogni sono estremissimi, per me massime ; e sono in questa sicurezza, che allora la Congregazione anderà avanti a vele gonfie, quando io sarò sotto terra. La prego ad aversi gran riguardo per gloria di Dio e bene della povera Congregazione.
Non si rompa per carità il capo con quel Romano se fa, buon per lui. Le cose le sa ; l'esempio di perfezione l'ha, onde con brevità gli dica le cose, e poi non si prenda briga d'altro, che costui bisogna lasciarlo andare. Il terziario è ottimo che sia partito ecc.


L'abbraccio in Gesù Cristo con tutta la sua piissima Comunità, e Gesù li benedica tutti. Amen.
Li saluti per parte di tutti ecc.

S. Angelo ai 22 agosto 1748.

Suo Indegmo Servo
PAOLO DELLA CROCE

Gli altari sono : uno di Maria Ssma, l'altro di S. Michele Arcangelo.
Il P. Eutizio vuole far del gran bene ed è in un incamminamento grande : mi ha dato qualche poco da temere, ma conosco che v'è uno stratagemma del diavolo per affliggere me e provar lui. Ora tutto va bene, grazie a Dio, a meraviglia.
Le nostre cose sono sempre in turbini ecc.
Tutte le Comunità si sono riunite per litigare con i Frati. Oh, quanto mi dispiace ! ho scritto e riscritto per impedir tal lite : Servum Domini non oportet litigare (2Tim 2, 24 ). Parmi che il diavolo voglia fare gran guadagno per questo mezzo con nostro danno. Mi sono protestato che non voglio Ritiri con liti, ma in pace ecc. ; bisogna proseguire le orazioni assai ecc.

(Originale AGCP)




38

P. Fulgenzio Pastorelli, 38 :

Ritiro Presentazione, 30 08 1748 (era in L II, 159)

(101)


I. C. P.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Benedictus Deus, che le insegna e le ispira sì belle pratiche di pietà, massime la funzione della vigilia dell'Assunta ; cosa molto divota ed a proposito. Il soggetto N. penserei in occasione che si farà la Missione a Toscanella verso Natale, se S. E. non si muta, come spero, penserei, dissi, farlo venire col motivo di detta Missione per aiutare ecc. e per Superiore del Ritiro del Cerro, dove avrebbe da operare, senza perdere il raccoglimento, e tutta l'estate la passerebbe qui, dove starebbe molto raccolto con suo profitto.
Il P. Domenico, per sentimento del P. Marco Aurelio sarebbe al caso per costì in agibilibus, che è atto e sa fare da provveditore, che in questa parte non gli manca modo ; e con un poco di regolamento, accompagnato dagli ordini di V. R., di mano in mano si rimedierebbe ecc. In quanto poi agli Esercizi per le monache e per i secolari ; se aspettano a febbraio, spero, che potrò supplire anch'io alla necessità, oppure, se li vogliono prima, potrà servire il suddetto Padre ; negli anni venturi poi, Dio provvederà, e se non vi sarà costì chi supplisca, se gli manderà qualche soggetto da altro Ritiro, e se i Fr.li della Compagnia del Santissimo (Sacramento) volessero qualche discorso, come pure al popolo qualche istruzione di tanto in tanto, crederei potesse supplire il P. Francesco, che così s'avvezzerebbe a poco a poco ecc.
Il P. Antonio Mirando riuscirà ; e vorrei potesse restare in codesto Ritiro, per aver più campo di apparecchiarsi ; ma se le cose di Ceccano riescono con vittoria, ho necessità di condurre a quel Ritiro un altro Sacerdote con un Chierico, acciò resti provvisto il Coro e possano continuarsi le sante Missioni in quelle parti, portando così la necessità ecc. ; onde converrebbe far venire il P. Antonio suddetto a S. Eutizio, acciò confessasse e fosse maestro dei Chierici che vi si porranno cioè i più avanzati di età per lo studio della morale e per prepararli alla santa ordinazione.
Prego V. R. a dirmi con la solita sua sincerità e carità il di lei sentimento.
Se là in quelle parti le cose mutano, come spero, a mezz'ottobre bisogna mi ponga in via per quella volta ecc.
Di Messe qui ne siamo senza : Dio provvederà. A Viterbo non abbiamo occasione di mandare Fr. Gio. Battista, ma se sapessi a chi V. R. ha commessa la terra gialla o scura, gli scriverei io di qui, e la manderei, cioè la farei mandare dal postiglione ; m'avvisi chi ha tale incombenza ecc.
Scrivo la qui complicata lettera al Novizio Romano, responsiva alla sua, in cui V. R. potrà rilevare i miei sentimenti e regolarsi ; mi dispiacerebbe doverlo licenziare, ma se non puole fare la vita comune perfetta, in coscienza non si puole tenere ; e questo starà sempre infermo, perché l'ipocondria fa parere d'aver più male di quello v'è in verità, e fatta professione saranno i guai. Onde bisogna risolvere alla rinfrescata, posto che non succeda una perfetta guarigione e gran vittoria dell'ipocondria stabilmente.
Il P. Antonio e il P. Francesco Antonio oggi sono in viaggio per la santa Missione : li raccomandino a Dio, che spero faranno del bene. Venuto il panno l'avviserò ecc.
Il Sacerdote di Sambucettola cioè quel Curato che lei sa, ha scritto ed è sempre stabile nella vocazione, e vorrebbe venire presto con un buon laico in compagnia ; gli rispondo ciò che deve fare, o per dire meglio, glielo replico ; e del risultato ne avviserò V. R. Scrissi tempo fa a D. Filippo che se l'intendesse di mano in mano con V. R. : non so se l'abbia fatto.
I guai per i Ritiri di là continuano, né so che esito avranno : tutti gli altri credono ottener vittoria e sono stato anch'io in tale credenza : ma i temporali o, per dire meglio, l'orrendo inverno di continui tempi tempestosi non mi lascia vedere né sole, neppure un pezzo di ciel sereno : Deo gratias.
Al Signor Degola gli scriverò al più presto, e spero la posta ventura. Non mi ricordo d'altro. I miei saluti a tutti ed imploro il suffragio delle loro orazioni, ed abbracciandola nel costato Santissimo di Gesù con tutta la di lei piissima Comunità, a cui prego dal Signore copiose benedizioni, con sincero affetto mi riprotesto, che sono ben di cuore
Di V. R.

S. Angelo ai 30 agosto 1748

Indegmo Servo affmo.
PAOLO DELLA CROCE

Le nostre cose prendono sempre più fuoco, per le lettere venute ieri, e la lite di tutte le Comunità contro i Frati accesa ecc. Oh Dio ! Che sarà ? Orazione, orazione.

(Originale AGCP)




39

P. Fulgenzio Pastorelli, 39 :

Ritiro Presentazione, 10 09 1748 (era in L II, 161)

(102)


I. C. P.

Amatissimo P. carmo
Privo di sue lettere, solamente però in quest'ordinario, ché l'ho ricevute e rispondo sempre due volte la settimana. Ier sera ricevei lettera di Monsignore di Terracina, in cui mi dice aver mandata la minuta del memoriale ai signori Terracinesi unita a sua lettera, che conferma lo stesso memoriale, per ottenere la grazia da N. S., giacché solo 6 mesi dell'anno si puol fabbricare su quel Monte di S. Angelo, dove s'è fondato il Ritiro ; ed utinam (dice anch'esso Monsignore) s'ottenga la grazia, aliter a rivederci dicembre, giacché il Ponente è il signor Card. Lante ed è indisposto fuori di Roma.
Oremus ad Dominum ut adaperiat fontem aquae vivae, misericordiarum suarum. Da Roma ho nulla di nuovo di bene né di male : ciò sapevo l'ho scritto a V. R.
In reliquis bono animo esto : intra in cubiculum tuum spirituale, et ora die ac nocte, et bibe et devora et rumina et digere in igne charitatis Dei, in silentio, in fide, in fortitudine, in spe, in charitate, in virtute Dei : vade ad piscandum gemmas et margaritas virtutum omnium in altitudine maris Passionis Christi et dolorum intemeratae Virginis.
Oh, quanti spropositi avrò detto ! ché non so parlar latino, ma sono venuti alla penna ; ed appunto ora che vengo dal refettorio, che questa mattina ho scritto le altre lettere ecc. Addio.
L'abbraccio in Gesù, e tutti in Domino e sono sempre più
Di V. R.
S. Angelo li 10 settembre 1748.
Indegmo Servo affmo.
PAOLO D. +
(Originale AGCP)




40

P. Fulgenzio Pastorelli, 40 :

Ritiro Presentazione, 19 09 1748 (era in L II, 162)

(103)


I. C. P.

Carmo P. amatissimo
Primo le dico essere venuto il panno in canne 27 in una balla, ed è presso al signor Orioli in Viterbo, a cui scrivo che lo mandi alla prima congiuntura. Mi scrive il mercante che sarà di soddisfazione : vale scudi 55 e baiocchi 85 incluso il canavaccio per l'involto e il porto sino a Viterbo : sicché vi vogliono 27 zecchini e baiocchi 50, che a 20 paoli e mezzo l'uno, fanno la somma di detti scudi 55 e 85 baiocchi. Scrivo al signor Orioli che da codesto Ritiro se gli invieranno al più presto per il solito canale del signor Bartolini o come par meglio a V. R. , ma bisogna farlo con puntualità, ed io subito mando a pagare ventisei canne e mezzo di detto panno per questi due Ritiri. Il signor Orioli mi scrive, se possa far a proposito quel panno di cui mandò la mostra ; a me sembra un po' sottile, gli scriverò se puol esservi più grosso e che prezzo abbia, e ci regoleremo nel meglio.
Ricevo complicata nella sua carissima la lettera del P. Durante, con la nota dei soggetti, e di questi darò l'ultima risoluzione prima di ottobre, giacché verso la metà del detto partirò, a Dio piacendo. Convengo con V. R. circa l'espulsione del Romano perché incurabile ; avevo scritto a V. R. che gli prolungasse il noviziato, mosso dalla lettera del P. Durante ; ma ora che sento l'esito contrario, anzi il peggioramento, lo mandi pure ; tanto più che in altra mia ultima, lasciavo tutto a suo arbitrio, perché si farà la volontà di Dio, e per amore di Gesù non s'assassini con codest'umore ecc., ma lasci andare, ché s'è fatto troppo (dirò così).
Ha fatto bene a scrivere al P. Durante, a cui scriverò anch'io di nuovo questa posta e risponderò a Monsignore di Camerino. Spero che il nostro speziale guarirà presto : un'altra volta darò risoluzione de' Laici che con Confr. Vincenzo si devono mandare per i primi.
Se Dio vorrà che s'ottenga la vittoria, in cambio di tre Comunioni, ne faranno tredici per i privilegi di Maria Santissima col Te Deum laudamus, ma v'è tempo. Per la causa di Ceccano è Ponente il signor Cardinale Cavalchini che mi vuole bene, sebbene non gli ho parlato mai, ma è quasi paesano.
Ho somma premura d'avere una copia del Breve ad litteram, fatta da chi copiò il breve della Missione e con quel bel carattere che sia chiaro senza breviature, o se vi sono, siano molto intelligibili, giacché dovrò servirmene in Roma e forse dal Papa : credo l'abbia fatta il P. Antonio, onde per carità e per amor di Gesù, la faccia fare in buona carta, con foglio in quarto, e procuri mandarmela che l'abbia per li 6 ottobre, spedendola di costì ai 4 detto, che viene a tempo : faccia il piego del libretto come sta, senza piegarlo, ma lo lasci in quarto come è scritto, acciò non si guasti, e raccomandi il piego al signor Conte Brusciotti, e lo raccomandi bene sicuro : questo è negozio che mi preme assai, che n'ho gran bisogno, giacché la copia mia è mal scritta e scorretta e oscura, ed a Roma, sa come va.


Ricevuta dunque questa al più presto vi faccia metter mano, acciò la faccia a tempo, e lo esenti piuttosto da qualche altro esercizio, e gli raccomandi assai che vi ponga diligenza, acciò sia ben scritta, corretta e chiara e con un poco di margine.
Qui si sospira un tonno, come scrissi la posta scorsa aliter il giorno di San Michele Arcangelo non sappiamo come fare, o almeno altro pesce, se si può, e il sabato avanti si manderà a Viterbo per vedere se v'è, aliter pazienza, bisognerà stare con i denti secchi ; ciò dico per i benefattori che vengono.
V. R. lo tengo sempre con me, ma chi sa quanto danno le fo. Basta : in Cristo Gesù tutto va bene.
E' un pezzo che scrivo : l'abbraccio in Domino con tutta la piissima Comunità che saluto cordialmente nel Signore, da cui le prego copiose benedizioni. Al P. Vice Rettore e al P. Carlo et omnes i saluti ecc.
Se vuole qualche notizia del P. Antonio le accludo la qui annessa, est totus mutatus. Fui a S. Eutizio domenica prossima scorsa, trovai tutto bene, e informazioni ottime del buongoverno del detto Padre : Addio.
Di V. R.

S. Angelo ai 19 settembre 1748.

La copia la faccia piegare in carta grossa, acciò non si guasti, e la raccomandi che la portino sicura da bagnarsi e guastarsi, che mi preme non poco : gli affari continui m'hanno fatto scordare di pregarlo di tal grazia prima : pazienza.
Nella ventura posta manderò l'avviso de modo tenendi per i soggetti da mandarsi e del tempo di mandarli.
Ho buone informazioni del sarto di Toscanella, onde se si vuole ricevere, spero farà riuscita.
Dei due laici di Ronciglione non ne ho saputo più altro, e credo o tarderanno o altro ecc.
In tal caso si potrebbe ricevere quel buon giovane che stava col Vicario di Viterbo ed ora in Roma : mi piace assai. Gli ho parlato più volte in Missione, e quanto si raccomanda ! è di buon aspetto, savio e atto a tutto ecc.
Ho scritto per il P. Clemente a Monsignore d'Orvieto glielo dica.

Indegmo Servo affmo.
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP)




41

P. Fulgenzio Pastorelli, 41 :

Ritiro Presentazione, 26 09 1748 (era in L II, 165)

(104)


I. C. P.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Ho ricevuta la carma di V. R. e quella del P. Antonio Clemente concernenti l'espulsione del giovane Romano, il quale sbarcato in Civitavecchia se ne venne martedì sera qui da me e mi pose il cuore in una tempesta d'affetti di gran compassione ; e se avessi guardato me stesso,certo che l'avrei trattenuto : nonostante volli esaminare intorno alla sua salute et reliqua, anche con questo P. Maestro e il P. Gio. Battista, ed è stato confermata la prudente ed espediente risoluzione di licenziarlo, perché ecc. Onde ier mattina lo incamminai a Ronciglione e Monterosi con mia lettera anche per il P. Durante, e spero che questa sera sarà in Roma, e mi creda che m'ha passato le viscere, ché ha buoni sentimenti ecc. Deo gratias.
Ormai sono nell'acqua sino alla gola : è stato presentato dal Procuratore di Ceccano un memoriale stampato, dotto ed efficace a tutti gli Eminentissimi Cardinali della Sacra Congregazione per ottenere la grazia di proseguire la fabbrica di quel Ritiro ; v'era un amplissimo attestato giurato di quelli ecclesiastici, medico e signori di Ceccano, in cui attestavano essersi ammalati i Religiosi tutti per i patimenti sofferti in quell'umido, il gran bene che fanno, ed il dispendio avrà la fabbrica di molte centinaia, se non si proseguire in questo tempo ecc. ; eppure i Frati hanno girato per tutti i Tribunali e dai Cardinali, ed hanno ottenuto per loro il rescritto favorevole, e che sia costante l'inibizione di detta fabbrica, ma che alla seconda Congregazione post aquas si proponga la causa super negotio principali ; e si farà questo al fine di novembre, assicurandola che senza una grazia miracolosa la causa è persa e bisognerà levare quel Ritiro, che se si leva, addio fondazioni.
Io sto sempre con una grande speranza nel fondo del cuore, ma dal tetto in giù va così, e bisogna premunirsi, massime col differire di ricevere soggetti sino finita la lite, perché se si leva quel Ritiro, appena vi sarà luogo da stare quei che siamo tra costì, e questo, e S.Eutizio, che al Cerro poco vi puol stare. D. Filippo si potrà ricevere, perché costì resteranno circa 16 o 17.
Il sarto di Toscanella e quel di Montieri, mi rimetto a V. R. fac quae sunt in corde tuo, Domine enim tecum est (2Sam 7, 3).
Da Lucca in questa posta scrivono a ConFr. Giuseppe di Maria Santissima Addolorata che un sacerdote ed un laico si raccomandano d'essere ricevuti. Se gli fa rispondere che dia notizia dell'età ed altri requisiti, che poi si risolverà. Se le pare bene scriva o faccia scrivere al Canonico Rondone che trattenga i due giovani sino a primavera, cioè dopo Pasqua, e gli dica l'emergenze presenti in succinto, e che a Pasqua saranno ricevuti, posto come si spera, che non si levi il Ritiro di Ceccano, e glielo dica da parte mia : ma anche in questo lascio V. R. in santa libertà, se Dio l'ispira a lasciar correre e se vengono a novembre di riceverli, faccia lei, che io sono contento. Sto tra l'incudine e il martello, carico di tutto ciò che sa Dio. Di costì si levano 9 Religiosi, e il licenziato 10, e restano 16. Veda lei ciò che Dio le ispira a fare, essendo in loco.
Anche il signor Cardinale Vescovo che mi fece dell'esibizioni, ecc. ora est mutatus. Si serve del P. Ruschi Gesita che è un buon operaio, e viene a Vetralla e per tutta la Diocesi ed anche a Toscanella. Godo che il buon Dio si serva di questi Nobili Istrumenti, e questo nulla mi parme, e gusto si faccia il bene da chi che sia ecc.
Parto di qui verso il 10 ottobre, vado a S. Eutizio, ed ai 15 parto per Ceccano e poi a Roma ecc., e di là scriverò di mano in mano.
Verso S. Martino mandi i due Laici Novizi con Confr. Vincenzo, e li faccia accompagnare dal Terziario :basta che siano qui verso San Martino o un giorno o due prima. Confr. Vincenzo con gli altri due anderanno a S. Eutizio, giacché per due altri anni non si puole ponere lo studio di filosofia ; ivi studieranno la morale e il Concilio con gli altri, ed intanto s'apparecchiano per l'ordinazione ecc.
Li mandi dunque a questo Ritiro : i Laici resteranno qui e il Confr. Vincenzo anderà con i compagni a S. Eutizio, giacché in quel Ritiro non vi restano Chierici, perché parte, cioè due con un Sacerdote, vengono meco a Ceccano, che ve n'è necessità, e gli altri al Cerro.
A S. Angelo manderà, come hanno professato, i Confr. Silvestro di S. M. Maddalena e Cosimo per studiare la Teologia, che comincerà al fine di gennaio, e se Confr. Ignazio avesse studiata bene la logica, potrebbe venire qui con gli altri due, aliter bisogna che vada S. Eutizio. Questi li manderà a dicembre, cioè ai principi o poco più verso la metà di dicembre.
Con i suddetti due che verranno di dicembre puol mandare Confr. Mariano di S. Lorenzo.

A gennaio, cioè professato, potrà mandare a S. Eutizio il P. Pietro Suddiacono, Confr. Giovan Pietro e Confr. Ignazio posto che non sia atto per la Teologia, poiché ivi studieranno la Morale. Or come faranno a studiare ? Ieri in una conferenza col P. Maestro dicevamo che sarebbe al caso per insegnare il P. Lucantonio, onde converrà farlo venire a dicembre con gli altri accennati, e potrà avere il comodo dei somarelli del Ritiro ; ma passino di qui per la via di Toscanella, perché qui s'abboccherà col P. Maestro ecc., ed in S.Eutizio starà bene ed acquisterà più che se convertisse le Indie. Egli è giovane, e come ha assistito qualche anno a questi figliuoli, avrà campo di fare quanto bene vuole nei prossimi. Ora l'urgenza porta così bisogna servire Dio e la Congregazione, come vuole Dio.


Veda V. R. se così va bene e mi dica il suo sentimento, e se le par bene, cominci a farne parola al detto P. Lucantonio, che poi gli scriverò anch'io. Ma veda bene, come farà per un altro Vice Rettore, che vi vuole necessariamente, tanto più che il P. Domenico col P. Francesco Antonio li pongo al Cerro, e il P. Eutizio è ancora distante per l'età del sacerdozio.
Mi dice il P. Maestro, che fra due anni Confr. Giuseppe di S. Caterina sarà certamente buon lettore di filosofia, ed allora con i tre di Garessio ed altri giovani si porrà detto studio, e il Confr. Silvestro riuscirà buon lettore teologo, e si riformerà la lingua ecc. ; e perciò si pensa farlo studiare teologia.
Ho scritto a V. R. l'avviso del panno di 27 canne e il denaro da mandarsi in mano al signor Orioli, il quale di già avrà ricevuto il denaro per questi due Ritiri, e il panno suddetto è buono più dell'altre volte, se non erro.
Spero che a quest'ora avrà dato l'ordine che si paghi ecc.
Sento al vivo in Domino l'infermità del P. Antonio, speriamone bene ; ed attendo di sapere come sta.
Acciò non fatichi tanto, accludo la nota dei soggetti con ordine.
Negli atti delle prostrazioni ed altro che lodevolmente fanno i Novizi ed altri osservi un poco, perché qualcheduno ride o dà qualche piccol calcio ecc. ; non va bene, si perde e non si guadagna facendo così ; credo però che ciò sia non avvertitamente, ma per leggerezza ecc. ; ma bisogna avvertirvi.
Le ho detto più volte e lo ridico, che le sue parole fanno più, penetrano più dette senza tanta efficacia di petto, ma soavemente e senza sforzo ecc. Così facendo manterrà più le forze, et reliqua.
Il P. Bernardino è necessario a Ceccano per compagno delle Missioni, e riuscirà molto. V'è sempre più bisogno di esclamare a Dio, perché mi creda, che dal tetto in giù, dico a lei in segreto, si tira a buttare a terra l'opera non è solo mia riflessione : sed de hoc sto quieto : et fiat Voluntas Dei.
L'abbraccio in Gesù, e preghino assai per me, che mai sono stato tanto necessità. Mi saluti tutti, stiano contenti e si facciano santi, che n'hanno tanto comodo.

Di V. R.

S. Angelo ai 26 settembre 1748.

Affmo Servo
PAOLO D. +

Ho notizia che il P. Antonio fa gran cose in Missione a gloria di Dio e in pace.
Non scrivo al P. Clemente, ché ho da fare. Lo saluti, e come ho risposta da Orvieto, avviserò per il Canonicato.
Le accludo una responsiva per l'arciprete del Giglio, che potrà leggere e mandarla.

(Originale AGCP)





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