Fulgenzio Pastorelli 54

54

P. Fulgenzio Pastorelli, 54 :

Ritiro Presentazione, 23 05 1749 (era in L II, 190)

(117)


I. C. P.

Car.mo P. Rettore amatissimo,
Sento dalla sua carissima dei 14 corrente essere venuto il signor Porrini senza il vestiario per la disgrazia successagli ; questo li farà venire, ma il signor Del Bono credevo certo l'avesse portato, che così mi fu detto in Roma ; ma se non l'ha, li faccia venire, aliter ecc. Lei sa come restammo : tocca a lei, io le ho data ogni facoltà ecc.
Che costì si spendano dei gran zecchini, come V. R. m'accenna, lo credo, ma V. R. sa che eravamo restati di far poco e lincenziare Mastr'Angelo : poi lei mi scrisse che il signore Viti faceva venir denaro per detta fabbrica ed io le risposi che facessero fare, se si poteva, i luoghi, supposta tal provvidenza, ma se non v'è, non bisogna tentare Dio e conviene far tralasciare ogni cosa : convenendo pensare al governo della casa ecc. Adunque io non ne posso nulla ; non sono costì, tocca a lei a prendere le sue misure ; onde faccia desistere, se le forze mancano, e dica al signor Del Buono la necessità e le grandi spese, e che tutti due facciano venire i loro vestiari, aliter ecc., se si fosse in forze, se gli darebbe per carità, ma loro vedono benissimo che non si puole e si compra il panno a caro prezzo ecc.
Del vestiario dei Novizi Piemontesi, io non mi son prevalso neppure d'un denaro minutissimo : ho preso 10 canne di panno, che sono 20 scudi e mezzo, e i Crocefissi, corone ecc., e quel poco avanzo è restato in mano al signor Fresia, come dal medesimo potrà sapere ecc.
Sento che la famiglia è di 25, ma vi sarà compreso il buon Terziario che è di spesa ed è inutile. Qui non v'ho che fare ; io faccio aggiustare pagliacci e coperte per cinque di più, ed è grande sforzo, perché i Laici staranno poco bene, onde per questo Ritiro do l'obbedienza per cinque, e sono i ConFr.li Carlo, Giuseppe di Ronciglione, Tommaso, Giuseppe Vigna ed un altro Professo, qual suppongo sarà di Ceccano, ma se vi fosse altro Professo, Chierico della prossima professione, mandi quello e lasci in Professorio il Chierico di Ceccano aliter pazienza. Qui vi sarà famiglia di più di 20, e costì appena saranno 21 o 22, perché a mia notizia non viene altri che quel di Piombino, e forse non verrà : quel di Rio l'ho lasciato al di lei arbitrio, come ogni altro ecc..
Quel che mi dispiace si è che si siano ingolfati in spesa di fabbrica senza biscotto ; io mi contentai dopo che V. R. mi scrisse che il signor Viti faceva la spesa, ma quando ha veduto il contrario, dovea far desistere ; lo puole fare adesso, e per i luoghi comuni rimediare, come si può con far aggiustare alquanto i vecchi, come restammo, e so che io v'andiedi sul luogo e si stabilì di far vuotare in tempi freschi la chiavica ecc. ; credevo che per mezzo dei signori Sances e Petri si dovesse solamente far venir l'acqua, ma non disperdere tanti zecchini, come V. R. m'accenna, e per i panni come si fa ? Debiti non conviene farne, ma V. R. avrà fatto con lume di Dio e con alta fiducia ecc., cosa che non ho io, onde non posso disapprovare il di lei operare.
Qui pure si deve fabbricare un poco, e se al principio di giugno non sono venuti i muratori, manderò Cesare con i somari, ma se vi saranno, non si possono mandare, e converrà accomodarsi alla meglio.
Adunque se non vi saranno i muratori, V. R. vedrà Cesare costì con i somari la Domenica della Santissima Trinità alla sera, e il martedì ben per tempo potranno partire. In questo punto è venuto da me il P. Rettore, dopo scritto il paragrafo suddetto, e mi dice che infallantamente i muratori saranno qui mercoledì dopo le feste, onde Cesare non puol venire, perché bisogna che porti calce, acqua ecc. Sicché faccia alla meglio, e se vuole aspettare a condurli seco, faccia lei, aliter procuri che siano condotti sin al Chiarone con due calessi, e mandi Fr. Francesco a dormire a Baccano con i somari, con i loro abiti e provvisioni da bocca ecc.

Per i bagni potrebbe servirle di compagnia Confr. Bonaventura che per i grandi acidi forse gli gioverebbe il passare l'acqua ed una missione di sangue, e si troverebbe in Viterbo al di lei arrivo, giacché noi di qui lo manderemo a cavallo con Cesare, dico V. R. mi rimetto a lei ; credo che quest'anno il bagno tarderà per l'aria frigida ed umida.
Ancora non si puole spuntare l'ordinazione, ma sempre spero ; io tengo ancora otto titoli ; e siccome da Lucca non è facile aver le dimissorie, così penso d'incamminare all'ordinazione i sottoscritti, giacché con facilità avrò le dimissorie, e per provvedere ai Ritiri, saltem nel maggior bisogno ecc.
Conf. Silvestro, Diocesi Asti ; Confr. Costanzo Acqui, Confr. Ignazio, Sora ; Confr. Giuseppe, Sutri ; Confr. Vigna, Asti ; Confr. Gio. Pietro, che non so il nome avrà, è Diocesi Asti ed io lo chiamo l'Apostolo ; glielo dico acciò mi mandi le notizie, come dirò.
Confr. Giovanni che è costì, ha le dimissorie, e se facesse riuscita lo farei ordinare, aliter, ma questo mi dà del timore ; né lo vogio fare ordinare, se V. R. non mi dà una morale certezza della di lui stabilità, osservanza e pietà. Adunque mi mandi alla prima posta i nomi, cognomi del secolo, paese, diocesi dei soggetti suddetti col nome della Congregazione, età ecc., e mi dica se tutti hanno i loro attestati ecc., in integrum ecc., e soprattutto mi dica ben distinta l'età di ciascuno dei suddetti. Intanto farò ordinare questi, che credo siano in età, poco più o meno, poi Dio provvederà per gli altri.
Credo che a quest'ora il P. Antonio avrà cominciata la Missione ecc., e sempre più lo raccomando alla di lei carità, acciò cammini fortiter et suaviter ecc.
Presentemente non è tempo di trattare per l'Isola Bisentina, che ancora v'è il fuoco acceso ecc., spero che la rinfrescata si tratterà, ed ho fiducia che Dio ce lo darà di certo.
Non mi ricordo d'altro. Qui il tutto sarà in ordine per i cinque Professi Chierici, e li mandi quando vuole : passino per Corneto, vadano in casa del signor Domenico Costantini e li accompagni con un biglietto ecc., che è strada più comoda e più corta, e li farà accompagnare qui con bestie, guida ecc., e i somari di costì potranno tornare indietro con Fr. Francesco ; gli ricordi che gli faccia portare per strada da Corneto il rinfresco di pane, vino ecc. Preghino molto per me che il bisogno è moltissimo, e Gesù li benedica tutti e si facciano santi : Amen.
V. R. s'abbia cura ecc. L'abbraccio in Domino e sono.
Faccia pregare per il P. Maestro, che è più d'un mese che non fa scuola, per una piccola indisposizione di cui sta bene, ma egli l'ha appresa per cosa grave, ha poco coraggio, ma è vero Servo di Dio : bisogna pregare ! Adesso sta bene e farà scuola ecc.
D. V. R.

S. Angelo li 23 maggio 1749.
(Paolo della Croce)
Qui i Chierici staranno raccolti tutti nel nuovo dormitorio, che giusto basta, e si lascia libera una stanza per V. R., nel di lei passaggio ; i Laici li fo accomodare mediocremente, ed in dormitorio 12 Chierici e 2 Sacerdoti.
Mi mandi in nota a parte i nomi, cognomi, anche di Congregazione, patria, diocesi, età ecc. dei soggetti suddetti : io e il P. Rettore stiamo nelle nostre povere prigioni ecc.

(Originale AGCP)



55

P. Fulgenzio Pastorelli, 55 :

Casa Brusciotti, Viterbo, 17 06 1749 (era in L II, 194)

(118)


I. C. P.

Carissimo P. Rettore amatissimo,
Godo sentire che V. R. prenda i suoi bagni ed utinam riescano salubri al solito, come spero. Voglio sperare che il P. Clemente licenzierà il noto soggetto, aliter lo farà V. R. se lo giudicherà espediente, come credo, giacché sino alla Maddalena, mi dice il P. Marco Aurelio, si puole andare a Roma. Io dubito, e dubito fortemente di tal soggetto, vedo che vi sono dei grandi imbrogli sott'acqua. Dio ce la mandi buona. Questi non fanno per noi.
Ieri fui a Ronciglione, e i panni saranno migliori, allo stesso prezzo, dureranno più, più ben tinti, e per i mantelli sarà alto 7 palmi, ma lo fanno con egreferenza senza guadagno ecc. ; onde mi dica quanto ve n'è bisogno per gli abiti e mantelli ecc. ; per darne in tempo la commissione.
Le dimissorie l'avrò, e le manderò come mando a prendere Confr. Tommaso.
Ho bisogno di quella mostra che è in Sacrestia, che mi fu data più di 20 anni sono dal Cavalier Specchio, per porla nello studio, che non sanno come fare e regolarsi, ché si guastano subito i polverini, scrivo al Monte che la portino a Montalto. S'è mutato pensiero del P. Carlo che resta là, e per fini santi si è risoluto di tirare avanti così al Cerro, usque ad tempus, con dare per gli ordini opportuni. Il P. Antonio viene in qua così consigliato dal medico, e gli scriverò che si trovi a Montalto il sabato 28 corrente, acciò V. R. possa andare ad Orbetello in calesse ecc. Sicché qui saremo 22 di famiglia : Dio ci aiuterà ; godo della venuta del soggetto di Piombino : oh, se potesse venire a S. Eutizio il Fr. di Fr. Paolo. Oh, che gran carità, che quel povero Ritiro non ha veruno, e i Laici non possono arrivare, ed ogni poco mi fanno istanze ! Veda un poco come si puol fare, aliter pazienza, che si provvederà di qualche altro detto Ritiro e si rimanderebbe al Monte. Torno a dire che assolutamente il Del Bono bisogna mandarlo via, ma con modi caritativi, acciò ecc.
Le cose in Roma erano molto imbrogliate, ma ora prendono buona piega, e presto i tre Ritiri saranno stabiliti. Tutto il mondo ci è contro, scrive il P. Tommaso ; ed egli opera da vero figlio della Congregazione : io ne godo che così avremo più favorevole Dio. Mi avvisi quando devo mandare a prendere Confr. Tommaso ecc.
Tutti lo salutano in Domino, ed io che ho non poco da fare l'abbraccio in Cristo e seguito al mio benedetto tavolino, che ieri sera ho avuto un grosso fascio di lettere. Mi saluti il nostro signor C. Pietro e tutta la casa, e il P. Compagnino e sono di vero cuore in fretta.
Di V. R.

S. Angelo li 17 giugno 1749.

Scriva al P. Clemente che non consegni al soggetto quelle lettere, né altre che vengono, ma le conservi sotto chiave.

Umo Servo
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP)




56

P. Fulgenzio Pastorelli, 56 :

Ritiro Presentazione, 4 07 1749 (era in L II, 196)

(119)


I. C. P.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Spero che sia giunto a salvamento ; qui pure è giunto il P. Antonio col Laico et benedictus Deus.
V. R. s'abbia riguardo e non applichi, ed in occasione che si hanno a dare gl Esercizi ai vestiendi, glieli faccia dare dal P. Antonio del Calvario o da chi stimerà bene, mentre lei non è possibile che possa farlo senza rovinarsi, per essere fresco dei bagni.
Spero che tutti avranno i loro requisiti e vestiari : il giovane di Pereta, se non ha recapiti, non si puole vestire iuxta regulas, come gli altri ; ciò lo dico, perché quel signor Pievano sento che ripugnava ecc., e non vorrei, che come sarà vestito fossero ogni poco costì i parenti a sturbarlo e lo importunassero con lettere, quali devono proibirsegli in tempo di noviziato. V. R. avrà tutta la cura, non ne dubito.
Spero in Dio che la fabbrica fatta non impedirà il giusto e dovuto provvedimento ai Religiosi ; giacché le Regole dicono che se avanzano limosine dal dovuto provvedimento suddetti, s'impieghino o nei poveri o nella fabbrica se v'è di bisogno ; onde non conviene far debiti per fabbricare ecc. Anzi io non consentirò che si tiri avanti a terminare il capitolo se non vi sono limosine di sopravanzo, mentre prima la carità vuole si provvedano i Religiosi ; e per non scordarmi : sento che il capitolo resterà basso a segno che vi vogliono due scalini ; ciò non lo permetto e voglio che venga al piano del coro, aliter è disordine.
Mastr'Angelo è un buon uomo, ma non è capo mastro, e le di lui fabbriche costano molto per il gran tempo vi pone ; inoltre bisogna fare ogni volta i biglietti e non fidarsi del detto degli operai, avendo saputo dal signor Petri che pagò 40 giornate al detto del giornaliere, senza che se ne fosse segnata neppur una ; io mi rimetto e lascio a V. R. il riflettere se ciò vada bene. Io non dico che V. R. l'abbia da fare, ma dia l'ordine ad un laico, che le segni sopra la taglia, e non stare al detto degli operai ; poi si notano al libro ecc.
Per me ogni cosa va bene, né ciò lo dico per affligger V. R. ma per compire al mio obbligo ; onde torno a dire che non si facciano debiti per fabbricare.
Io so per esperienza la di lei carità e vigilanza per mantenere in fervore ed in salute i Religiosi ; e per cooperarvi un po' anch'io bramerei che qualche volta raccomandasse a Fr. Giuseppino l'attenzione e pulizia nel cucinare, assaggiando le cose, acciò vi sia il sale giusto ecc., e siano ben cotte, e non pretenda di voler fare tutto da sè.
Vorrei che quando vi sono l'erbe, vi si dassero la mattina, cioè al mercoledì e sabato, giacché gli altri giorni si dà il piattino caldo la sera.
Costì non vi sono frutti né piselli, onde bramerei che almeno tre volte la settimana si dasse alla mattina, oltre della pietanza, un poco d'insalata, di lattuga ; ma non già piatti pieni, ma discreti, come si fa qui, levando le foglie d'intorno per cuocere e la più bianca salvarla per darla in insalata cruda, conservandola al fresco, con grande attenzione nell'aceto, e mirarvi bene se vi sono vermi ecc.
Ma il mercoledì e sabato dare la mattina un piattino di buone erbe cotte, ben condite, quando però vi sono ecc.
Così i Religiosi si mantengono più sani, e bisogna farlo, con osservare se si dà la pietanza giusta, e il giovedì se si danno le due pietanze iuxta regulas : mentre qui, che siamo più scarsi di costì, si procura che mai manchino ; parmi che a questo sia obbligato chi presiede, d'invigilarvi saltem qualche volta.
Inoltre io non voglio, che i Novizi si bagnino i piedi nell'orto, quando vanno a far qualche cosa nell'orto nuovo, e che Confr. Raimondo non adoperi il piccone ; che sebbene è per poco, non essendo avvezzi, s'ammaleranno tutti, e lo vedranno.
Questo credo siasi fatto in assenza di V. R. ma ora non si farà più.
Fr. Giuseppino seguita a mangiare gli avanzi di tre o 4 giorni ; questo io non lo voglio in veruna maniera e so che gliel'ordinai, ma nihil, ed io nulla curo tal divozione di capo ; voglio che mangi la minestra e pietanza calda come gli altri "e si muti sudari ecc. come gli altri così voglio in Nomine Domini, aliter presto in sepoltura senza merito. Il P. Antonio mi dice che ha scrupolo d'avermi detto una bugia, credo intorno alla Missione ; che si spieghi con V. R. e me lo dica, e dica la verità ecc.
Le tempeste crescono e ieri mi fu spedito un mandato apposta da S. Eutizio per l'affare dei Frati. Oh, quanto fanno rumore ! Tutti ci sono contrari. Ora è tempo più che mai di difendersi con le armi dell'orazione, e spero bene. La faccia fare, carissimo P. Retore ! E' tutta la mattina che scrivo ed ho ancora da scrivere molto. Dio m'aiuti, perché il diavolo non dorme, ed oltre le fatiche, Deus scit.
Qui stanno tutti bene, fervidi, ed al sommo contenti, e si burlano divotamente di me perché non sanno i miei guai, e credono che mi siano di passatempo, dirò così.

L'abbraccio in Domino. Mi saluti tutti, tutti : Orate, fratres carissimi, orate !
Di V. R.

Ritiro di S.Angelo li 4 luglio 1749.

Indegmo Servo Affmo.
PAOLO DELLA CROCE.

Le accludo la ricetta per un prezioso aloisir (elisir), ottimo per accidenti, per l'aria cattiva, e per altro, sperimentato da noi ancora ; ne faccia fare dose doppia, che ora è il tempo che servirà per noi ancora, massime per me. Tale ricetta mi è stata data come un tesoro, con un patto di non darla a nessuno, onde non la diano ecc.
Dica al P. Clemente che io lo saluto tanto in Domino e che si è regolato benissimo col Del Bono licenziato, ed è gran misericordia di Dio ecc : non scrivo al medesimo, perché carico molto di lettere.

(Originale AGCP)




57

P. Fulgenzio Pastorelli, 57 :

Ritiro Presentazione, 17 07 1749 (era in L II, 199)

(120



I. C. P.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Lunedì prossimo scorso la sera, insieme di venti e più lettere venutemi per la posta, (che per lo più è così ogni settimana, anzi due volte la settimana) ho avuto la consolazione di ricevere la carma di V. R. che l'ho gradita per più capi. Io confesso che subito scritto, come avrà sentito nell'ultima mia (in cui era complicata la nota dimissoria) subito mi pentii, e conosco che sono sempre più cieco e non ho carattere da fare da superiore.
Io so chi governa costì, adunque perché voglio io entrare in dare ulteriori avvisi non necessari ? Questa è mia superbia finissima : Dio mi abbia misericordia.
Tutti desiderano stare nel cantone. Avvisai un superiore d'un altro Ritiro di certe cosette, che pareami necessarie ; mi risponde una lettera tutta umile, così la giudico, ma subito mi pone avanti che lo levi dall'ufficio, che non è buono, et reliqua. Oh, grand'Iddio ! eppure, quando scrivo, procuro di essere circospetto, e sempre dico in verità che ho tutto il concetto della prudenza, carità ecc., ma che gli do il tal avviso ecc. per mio dovere ecc., e mi mettono subito in faccia, con i loro umili modi, che li levi ecc. E che sarebbe mai se operassi con autorità ?
Dio li provvederà d'altro superiore a tempo suo, mentre finiti altri tre anni, se li finirò, del che dubito, mi farò trinciare a minutissimi pezzi piuttosto che mai più accettare carica veruna in Congregazione ; voglio star suddito, ché io non so governare, e i soggetti, grazie a Dio, vi sono ; ed allora i superiori dei Ritiri non avranno da combattere con me, dove non è che imprudenza e rozzezza.
Oh, quanto son contento quando mi dicono i Rettori, che non vogliono più tal ufficio, che li levi, che li ponga in altro Ritiro, ecc. Io mi consolo del loro spirito di perfezione ecc. e dico tra me : Dio non ha bisogno di noi altri ; ma Dio lo permette per buttare giù la mia gran superbia.
Del resto poi, carissimo P. Rettore amatissimo, io credo alle suole dei suoi sandali, e consideri al di più : Deus scit et non mentior (2Cor 11, 31). Onde non occorreva che V. R. mi desse tali soddisfazioni per sè e per gli altri, e con lettere e con biglietti. Una sola sillaba sua mi è più che un pubblico Istromento : Dico coram Deo, et non mentior (Gal 1,20).
Ammiro però sempre più la di lei carità, cordialità e pazienza in soffrire le mie mancanze ; tutto va benissimo, né mai disapprovo il di lei operare, e sempre più lo approvo ; faccia pur fare la calcina, muraglia ecc. e qualunque cosa, o concernente a fabbrica o a checchesia.
Io le do tutta la mia facoltà senza che mai me ne abbia da chiedere altra : la confermo senza rivocarla mai ; mentre l'esperienza mi fa stare sicurissimo ecc.
Godo che tutti siano fervorosi e contenti, e se qualche volta si ricorderanno di far memoria di me presso Dio nelle loro sante orazioni, ritrovandomi in sommi ed estremi bisogni, le sarò grato della carità vivo e morto, se mi salverò.
V. R. si degni non darmi altra risposta su di questa lettera, perché lo scrivere così a lungo la rovina ; godo più che lei stia ad interiora deserti (Es 3, 1) anche in mezzo alle sue tante occupazioni, le quali non impediscono tal sacra solitudine, anzi l'aiutano.
Basterà che faccia la carità avvisarmi se ha ricevuta la dimissoria ; ed in ordine al governo del Ritiro lei mi farebbe dispiacere se me ne desse conto.
Circa alla Toscana, so anch'io ecc., né consentirò che vengano i nostri ecc., se Dio non dà ecc., mentre sa Dio che sto quietissimo e basterà il tempo della visita per obbedire alle Regole. E' sufficiente che V. R. mi dia qualche volta avviso della salute e dell'osservanza della di lei piissima Comunità, non per altro che per aver più motivo di ringraziare Iddio ed umiliare la mia testa superba, e principalmente godrò sentire come stia la sua salute che molto mi preme.
Il signor priore Bausani mi ha dato commissione di 300 messe ; e perché gli ho scritto che io non voglio il pregiudizio di codesto sacro Ritiro, mi dice che costì non hanno bisogno per ora, così il signor sindaco al medesimo. Ogni settimana ordinariamente sono 20, 24 ed anche 30 lettere che ricevo, e rispondo a tutte da me. Sicché il signor Traversi compatirà, se non rispondo, mentre parmi bastante, che io preghi V. R. a dirgli come siegue e così non moltiplico piego.
Abbia dunque la bontà di dire al detto signor Giuseppe che, la di lui lettera m'è stata grata, e che godo sia in codesto sacro Ritiro : che non si rivolti più indietro, che si scordi de domo patris sui et de cognatione sua (Gen 12, 1 ), e stia in codesta terra santa di vera promissione, in cui l'ha condotto la misericordia di Dio, e perseveri con fedeltà, aliter : Vae !
Inoltre non v'è bisogno, e sarebbe temerità il cercarlo, che io gli riveli lo stato di sua coscienza ; mentre io non ho tali lumi, e somma superbia sarebbe il ricercarli ; meglio è, e deve farlo, che riveli lui con ogni sincerità, fedeltà, chiarezza, umiltà e semplicità fanciullesca il di lui spirito al suo padre Maestro, che tiene il luogo di Cristo ed a cui la Bontà di Dio l'ha confidato, acciò lo guidi per la via della santità ; che se l'obbedirà si farà santo.
I documenti poi che brama da me sono le sante Regole, queste siano il suo specchio ecc. : miri la virtù di codesti servi di Novizi suoi colleghi, e si umilii, si tenga come un corvo fra tanti angeli in carne, ma con spirito pacifico, e soprattutto gli raccomando la chiarezza nel conferire tutto, aliter non la durerà. Lo abbraccio in Cristo, e sempre pregherò ecc. Gli legga tutto questo paragrafo.
Dica al P. Antonio che gli sono gratissimo della carità e me ne prevalerò a gloria di Dio con profitto, come spero, del noto soggetto ; e me lo saluti tanto, che io lo desidero un santo come spero : e questo serva per le risposte, giacché ho tante lettere e compatiscano, non attribuendo a mancanza, ma agli affari.

S. Angelo li 17 luglio 1749.

Perdoni se sono stato troppo prolisso, un'altra volta sarò più breve. A Fr. Giuseppino ciò che dissi è per bene suo, acciò si conservi in salute per bene ecc.
Del resto poi, faccia V. R. mentre lei sa la di lui condotta che non so io. Se Dio vorrà, lo sentirò come gli altri quando verrò costì. Preghino assai per i bisogni della povera anima mia e per la Congregazione, mentre i venti e turbini ancora non cessano et benedictus Deus.
Questi figliuoli bramano la ricetta per fare l'inchiostro.
Mi saluti tutti, tutti. Si facciano santi, che Dio lo vuole, e ne hanno tutta l'opportunità e la grazia del Sommo Bene:
due preti di Cellere dicono che non hanno trovato cavalli ecc., io neppure gli ho più risposto : faccia la sua vestizione. Mi saluti i novelli soldati di Cristo, massime il sacerdote di Piombino, il canonico Viti e Giannotti. Oh, quanto godo di tal santa risoluzione ! e al mio carissimo Raimondo, che stia di dentro come un bambinello nel Seno di Gesù e gli altri ancora : al P. Clemente i miei più cari saluti. V. R. si abbia cura per amore di Maria SSma.
L'abbraccio in Cristo sempre più, e sono

Suo vero Servo
PAOLO DELLA +

(Originale AGCP)




58

P. Fulgenzio Pastorelli,58 :

Ritiro Presentazione, 30 07 1749 (era in L II, 203)

(121))


I. C. P.

Carmo P. Rettore amatissimo,
Accuso la carissima di V. R. Sento i guai del Novizio ; su di ciò non dico altro, solo che se s'incomincia ad infettare, il Ritiro è andato, perché tutti resteranno avvelenati. Ogni diligenza è sempre poca (dirò così) per tali mali : bisogna sin da quest'estate, se si può, far scrostare la cella dove è stato, non bastando l'imbiancarla, ma scrostarla, intonacarla di nuovo, voltare il mattonato, cioè, ciò che è sotto porlo sopra, e morto che sarà, dare al fuoco ciò che per lui è servito di abito e letto.
Così la stanza ove ora sta : cautela grande a chi lo serve, non andarvi la mattina che con profumo di fuoco in un calderino in mano, aceto ecc., aprire porte e finestre ecc. ; il gran pericolo probabilissimo è in chi lo serve e visita se non saranno cauti in non prendere i fiati e l'esalazioni maligne e saline, cosa assai difficile, che esalano da tutti i pori del paziente ; ma quando s'è osservato stretto di petto, bisognava ecc., sebbene si vede che ha occultato.
La rogna indicava che non faceva per noi, e parmi lo dicessi, ma ora è fatto, et fiat Voluntas Dei.
Godo della vestizione dei soggetti, li saluti con gli altri in mio nome, e si facciano santi.
Il tonno non s'è visto, né si vedrà, perché il signor Petri ha travato occasione solamente di mandarlo a Soriano, e ne godo, mentre anche là sono circa 15. Qui non si sa quasi come far minestra, che tutto è secco ; ma Dio provvede ed aiuta. Scrivo al signor Petri che lo rimandi costì al Ritiro, acciò se lo goda codesta di lei religiosa Comunità, almeno non anderà a male, poiché il signor Petri, che ha trovato facilità per Soriano, vede ogni difficoltà di mandarlo qui : se lo mandano a tempo si sarebbe pagato il porto, ora non è più tempo, che sarà trapassato, e non lo mandi più, ed a mandarlo (si butta via il denaro del porto) prima che sia qui è riscaldato e fracido : adunque se lo godano loro.
Se vorrà far la carità di mandare a suo tempo la sovra, mossimani e bottarghe che m'ha fatto la limosina il signor Tommaso, per cui ho celebrato, gliene saremo grati, ma ora non è tempo, se avranno la bontà di tenerle in Ritiro, per rinfrescare la salimoia ecc.
Credo che fra poco si congregheranno i Cardinali per decretare sopra i tre noti Ritiri, e ieri scrissi a lungo anche per l'ordinazione ; bisogna pregare assai, massime Maria SSma, S. Michele Arcangelo ecc., che s'interpongano, perché
adversarii multi (1Cor 16, 9 ), aliter : guai ; et Deo gratias.
Godo che abbiano acqua ed erbaggi, et benedictus Deus. Mi saluti tutti i Professi e Novizi ; di qui lo salutano,e sono veri Servi di Dio ecc. S'abbia cura e si ristori. Godo di Confr. Pietro ecc. Non dubito che V. R. non abbia eseguito d'ordinare l'apparecchio per la prossima ordinazione ai due Chierici, onde ne replico l'avviso, e che Confr. Pietro o altro li assista per osservare la loro abilità ; di Confr. Giovanni spero bene, ma V. R. lo esamini ; io voglio sperare che farà del bene, ma lei che è in loco, meglio di me puol giudicare, rimettendomi a V. R. l'abbraccio nel Cuore purissimo di Gesù, e sono sempre più
Di V. R.

S. Angelo li 30 luglio 1749

Indemo Servo Obgmo
PAOLO DELLA CROCE

Aggiungo che con le lettere di ier sera, che non sono poche, ho avuto rincontro che le persecuzioni piuttosto crescono: nche i Frati di Soriano hanno introdotto la lite in forma, per buttare a terra il Ritiro. Ho scritto al signor Cardinale con buon inchiostro, e che io l'ho accettato tal Ritiro per obbedirlo, et reliqua multa. Gli ho suggerito ciò che è necessario per lo stabilimento, ma dubito che non ne farà del niente. Io sto nelle mani (voglio sperare) della Divina Misericordia, ma molto flagellato dai ministri della sua giustizia e molto più dai miei peccati : ho speranza in Dio che presto sarà finita, e finirò di dar da patire a tutti.
N. B. facciano per carità orazione, e loro si godono in Domino i Ritiri fatti ecc. per le fatiche degli altri. Io ne ho gusto, ma non chiedo cosa per me. Chiedo orazione e suffragi per la povera anima mia e per la Congregazione.
Nelle lettere non mi faccia promii che no ho da scriver poco, né da leggere poco : sono poco meno di 30 lettere la settimana.
Del tonno non vi pensi né se ne prenda pena, che io ho caro vada così, né me lo mandi più che sarà fracido, ormai se lo godano lor altri pria che vada a male.
D. Filippo e compagno sono stabili : a novembre saranno costì.

(Originale AGCP).




59

P. Fulgenzio Pastorelli, 59 :

Presentazione, 26 00 1755 (era in L II, 205)

(122))

I. C. P.

Carmo P. Maestro amatissimo,
Ier sera ben a notte ricevei la carissima di V. R. e parimente ricevei due altre lettere, una della signora Maria Giovanna, l'altra del signor D. Vincenzo che scrivono con alta pietà ed efficacia, acciò no si muti ospizio, e la piissima signora dicche finché vive,vuole aver tal consolazione di servire alla Congregazione.
I termini sono così pii ed obbliganti, che non si può contraddire : onde V. R. le scriva un biglietto di ringraziamento in Domino ; ed io scriverò la posta ventura, giacché ora non v'è tempo, poiché la posta parte, e scrivo questa con gran fretta. Fr. Domenico portesso una scatola, in cui si crede vi sia dentro la forma o modello dell'Ecce Homo, poiché qui non si trova altro. In Siena non ho minima cognizione ; spero che V. R. s'aiuterà per altra via. Non ho tempo da dirle altro, se non che è grazia miracolosa che io sia giunta qui, e sa Dio come sto. Orate pro nobis ; e V. R. s'abbia gran riguardo in questi grandi freddi che passano i limiti : dica alla signora Maria Giovanna nel suo biglietto, che le scriverò quest'altra posta, non avendo ora tempo, perché parte : e di cuore mi dico
Di V. R.
Cerro li 26 del 1755

L'eloisir s'è ricevuto et Dominus retribuat.
La posta ventura le darò notizia ecc., laici ecc.
Le includo le lettere, ne tenga conto che io risponderò sabato : che mi ricorderò di tutto per far le mie parti.

Affmo. Servo
P. D. +

(Originale AGCP)

















Fulgenzio Pastorelli 54