TOMMASO FOSSI 9

Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (010)

Ritiro della SS.ma Presentazione, Monte Argentario, 5 settembre

1743.

£[era nel Vol. I, al n. 317, a pag. 552]

10
I. M. I.

Passio D. N. I. C. sit semper in cordibus nostris.

Car.mo in Gesù Cristo,

Quanto mi sia stata cara la sua lettera non so esprimerlo; pongo bensì nel Costato SS.mo di Gesù la carità che mi continua, con aver memoria di me poverello ed inutile suo servo. Sebbene non ho mai dubitato che il fondo del suo spirito, cioè il fondamento della sua condotta, sia secondo Dio, abbenchè non abbia mancato il comune nemico di frammischiarvisi con i suoi inganni, ma senza profitto, ora però mi assicuro vieppiù, che il nostro buon Dio l'abbia posto nel numero de' suoi cari servi, come spero, perchè le permette disprezzi, travagli, abbandono delle creature ed altre tempeste, segni tutti preziosissimi; e se V. S. sarà fedele in perseverare nei ss. esercizi intrapresi, secondo il suo stato, ho fondamento di credere, che S. D. M lo farà giungere alla santa perfezione e l'arricchirà della pienezza delle sue grazie e benedizioni. Animo dunque, o carissimo; ringrazi il Sommo Bene, che le dia così belle occasioni di servirlo, con l'esercizio delle sante virtù. Procuri di mostrarsi cordiale e mansueto con quelli che lo disprezzano, senza dare il minimo segno di dispiacere, anzi mostri gradimento d'essere aborrito ed abbandonato da tutti, e procuri di beneficarli, saltem col pregar per loro.
Soprattutto stia sopra di sè con quelli di casa, perchè vi è pericolo, più che in altri, di far qualche scappata, col risentirsi. Mi creda di certo, che mai è andata tanto bene come adesso: Nunc incipis esse Discipulus Christi !
Mantenga la santa solitudine interna, con trattenersi a solo a solo col Sommo Bene nella Cella del suo cuore. Conservi il suo interno quieto, sereno, pacifico e raccolto, e scacci le turbazioni, scrupoli, inquietudini come la peste.
Io non dubito punto che lei non lascierà mai nè l'orazione, nè la frequenza dei SS. Sacramenti, secondo il suo stato, e che non mancherà di assistere ai suoi affari, così volendo il peso che tiene come padre di famiglia, procurando di conservar ogni pace con chi Dio le ha data per compagna, e con essere esatto nell'educare i figli nel santo timore di Dio. Di questo non ne dubito, perché é il principale suo obbligo. Ma se lei vuole, la sua orazione sarà continua, perché standosene nella cella del suo interno solitario con Dio, avrà campo di ardere di s. Amore, anche in mezzo alle sue occupazioni domestiche ecc. Io la ringrazio in Gesù Cristo della carità delle Botaneghe (?), e pongo il tutto con le infinite obbligazioni che le professo.
In quanto alla santa missione, confesso il vero, che niente affatto mi sento ispirato di venir all'Isola, pure se sarò disimpegnato a primavera, il che non credo, non recuso laborem.
In quanto al Ritiro, ho riposto l'evento nel Divin Beneplacito. Ora si tratta la fondazione di due Ritiri, uno in Toscanella, cioé in un Santuario in solitudine, l'altro in Vetralla nel Monte Fogliano, ambi già ceduti da quelle Comunità; e solamente si aspetta l'assenso dalla Sacra Congregazione del buon Governo, non potendo le Comunità ceder cosa veruna senza tale assenso ecc.
Il Ritiro è pieno di ferventi servi del Signore, e vanno a gara a chi puol far più. Misericordias Domini in aeternum cantabo. Adesso siamo 14, e se ne aspettano 4 altri: Dio sia benedetto! oltre gli altri che chiedono d'essere ammessi.
Mi prendo l'ardire di supplicarla a comprare per questo Ritiro nella prossima vendemmia una botte di vino buono, e ben maturo, e lo tenga in sua cantina o nella cantina di quello da cui lo comprerà, che poi al mese di luglio o al principio di agosto dell'anno venturo me lo manderà, in occasione che verranno le altre barche a portar vino, e se le pagherà il nolo. Ma V. S. mi avvisi della spesa fatta per tal botte di vino, che subito finora le farò rimborsare il denaro. L'ho pregato a comprar tal vino sino dalla vendemmia, perchè si avrà di miglior qualità e più a buon mercato, e ciò per la povertà del Ritiro; e quando fosse una botte grande, che tenesse 15 o 16 barili, l'avrei più caro, che giusto basterebbe sino a novembre. Per ora siamo mediocremente provvisti e ne manca pochissimo, cioè due o tre barili che l'ho già commesso ai Marcianesi.
Perdoni l'ardire: mi raccomandi a Dio, stia contento, mentre io abbracciandola nel Costato SS.mo di Gesù, di vero cuore mi dico
Di V. S. M.to Illustre.

Ritiro della Presentazione li 5 settembre 1743.

Se posso servirla mi comandi con libertà, e mi scriva quando vuole, ma assicuri le lettere; e quando mi scrive, mi dica come vanno le cose spirituali ecc.

Indeg.mo Servo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Regolare Scalzo.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 317, a pag. 552


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (011)

Ritiro della Presentazione - Monte Argentario, 22 novembre 1743.

£[era nel Vol. V, al n. 17, a pag. 46]

11
I. M. I.

Amatissimo Sig. Tommaso,

Pongo sempre più nelle Piaghe ss.me di Gesù la carità che continua a questo povero Ritiro, e prego questo Amor Crocifisso a ricolmarla d'ogni benedizione, anche per il marinato mandatomi per il noto Padre.
In quanto a ciò mi dice della continua... (2) , non è tempo di risolvere cosa veruna, né vi sono segni che Dio lo voglia per ora. Seguiti nello stato ecc. Se Dio lo vorrà, si vedranno mutazioni straordinarie in ambedue, e S. D. M. si farà intendere. Per ora tiri avanti così.
Non si prenda pena alcuna che io non abbia credito presso codesti Ministri, perché io non solamente non ne sento pena, ma me ne rallegro. La mia coscienza non mi riprendre di aver loro dato motivo veruno di aver sinistro concetto di me; ma può essere che Dio li abbia illuminati, e loro abbia fatto conoscere quanto sono cattivo, onde avranno campo d'impiegare la loro carità in pregare per me.
L'abbandono, che V. S. prova in ogni evento nella Divina Volontà, è segno ottimo, ed è la via corta per ottenere grazie grandi. Seguiti ad umiliarsi a Dio, e ad esercitare le virtù confacenti al suo stato, e non tema di nulla.
In Ritiro siamo in numero di 17, cioé 13 di coro, e 4 laici; e s'aspettano altri. Dio sia benedetto.
Credo che avrà provveduto il vino che le scrissi, di buona qualità, per mandarmelo l'estate ventura. Sto attendendo di sapere il prezzo, per farle rimborsare il denaro.
Se ella andrà a Roma, lo Spirito Santo le insegnerà ciò che deve dire e fare presso il Principe di codesto Stato.
Circa il venire qui da me lo gradirei molto, ma non conviene in verun modo, per non dare da dire in Casa. Se S. D. M. le apre la via quando andrà a Roma, godrò di abbracciarla qui nel suo passaggio. Scrivo in fretta. Seguiti la sua orazione, tenga l'interno raccolto. Non scrupoleggi intorno al cibarsi, perché lo stato suo, le occupazioni ecc., vogliono che lei si mantenga in forze.
Gesù lo ricolmi di grazie e benedizioni, mentre io nel Cuore SS. di Gesù l'abbraccio e le desidero ogni vero bene. E sono di cuore
Di V.S.

Ritiro della Presentazione, li 22 novembre 1743

Indegnissimo Servo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Reg. Scalzo

(Copia conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. Pass.).


1. Nato a Poggio d'Elba nel 1711, incontrò il santo a 24 anni benestante, ammogliato con parecchi figli, era indiscreto nel suo fervore, perciò ebbe bisogno continuo della direzione saggia e forte di Paolo per tenersi nel giusto mezzo. Mortagli la consorte entrò nei Passionisti; venne ordinato sacerdote a 58 anni; morì santamente nel 1785. (Per la sua scheda biografica completa e lettere a lui indirizzate dal santo, vedi vol. I, pp. 533-820).
2. La parola mancante forse è continenza, chiodo fisso del sig. Tommaso; il santo gli risponderà sempre: Non è tempo di risolvere...
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. V, al n. 17, a pag. 46


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (012)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 11 agosto 1744.

£[era nel Vol. V, al n. 18, a pag. 48]

12
La Passione SS. di Gesù sia sempre nei nostri cuori. Amen.

Carissimo Sig. Tommaso amatissimo in Gesù Cristo,

Non si meravigli di non aver veduto sin ora mie lettere, perché ben saprà che da maggio in qua sono stato infermo e convalescente; ed ora sono inchiodato con dolori, dicono, di sciatica; il che non credo. Sono come quelli che ebbi a Longone.
Adunque in primo luogo le rendo vivissime grazie in Gesù Cristo della carità che continua a me ed a tutta la nostra minima Congregazione; ed ho viva fede in Dio che ne sarà abbondantemente rimunerato dall'infinito, sommo Datore di ogni bene, come se ne pregherà da tutti.
Godo poi sentire le misericordie che Dio le comparte con preziosi travagli, con abbandonamento da tutti, e con la spogliazione di ogni contento. O carissimo, o carissimo ! Oh, quanto va bene adesso ! Mi creda che le apparecchia per questo mezzo un mare di tesori di grazie in omnibus. Animo grande ! Un po' d'orazione non bisogna lasciarla mai, e tenere il cuore raccolto sempre, standosene in un dolce riposo nelle braccia dell'infinito Bene, collo stare alla sua divina presenza, senza però lasciare mai la sollecita e diligente cura della sua famiglia e dei suoi interessi, ché così porta il suo stato, e così vuole Dio. E fatta la sua prudente diligenza, non si pigli fastidio di niente, che poi S. D. M. le farà toccare con mano le sue misericordie, anche nel temporale. Lo stato in cui si trova di travagli è prezioso, e Dio pretende di fondarla bene nella vera umiltà di cuore, da cui proviene ogni bene.
(1) Spero che Dio mi manderà all'Isola, ma non so quando; voglio sperare fra qualche mese, ed allora parleremo. Scrivo con fatica, e per non far piego, scrivo così semplice. L'abbraccio in Gesù, e sono di vero cuore. Gesù la benedica. Amen.

Nel Ritiro di S. Angelo di Vetralla, li 11 agosto 1744

Suo vero servo aff.mo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chierico Reg.re Scalzo

(Copia conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. Pass.).


1. A questo punto nell'originale vi sono due righe con molti puntini per cui il pensiero risulta poco comprensibile; suonano cosi: « Circa alla....non è tempo di risolvere, nè io posso darle consiglio, perché non so....»
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. V, al n. 18, a pag. 48


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (013)

Ritiro di S. Eutizio - Soriano , 23 ottobre 1744.

£[era nel Vol. V, al n. 19, a pag. 49]

13
I. M. I.

Carissimo Sig. Tommaso,

A caso ho ritrovata la sua lettera, a cui non risposi, perché la posi in un libro con animo di rispondere, e poi mi scordai, ché non mi venne più sotto gli occhi.
I lumi che V. S. dice, di essere santo, di fondar Religioni (1) , e che nell'Isola non vi siano che tre o quattro anime in grazia, le dico francamente e certamente che non sono lumi di Dio, ma illusioni del diavolo, inganni scoperti, che bisogna scacciarli come la peste, fuggirli a tutto potere, umiliandosi assai e seguendo i suoi esercizi secondo il suo stato di secolare, come sempre le ho detto. Ed in quanto... or continui a star in pace... ché questa è la volontà di Dio, non essendovi bisogno di ulteriori lumi per questo.
Scrivo in fretta, ché sono assai occupato e sono di partenza per un affare di grande gloria di Dio (2) . Porti Gesù Cristo sempre con lei in tutte le sue operazioni. Imiti la sua santissima vita nascosta; si specchi nella sua Passione, che imparerà le sante virtù ed il vero annichilamento. Gesù la benedica. Amen. Sono di cuore

D. V. S.

Soriano, nel Ritiro di S. Eutizio, li 23 ottobre 1744, di partenza

Ind.mo Servo Obbl.mo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chier. Reg. Scalzo

(Copia conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. Pass.).


1. Religioni, nel senso di istituti, congregazioni, conventi.
2. L'affare di gran gloria di Dio che gli sta tanto a cuore è l'approvazione delle Regole, che gli costerà tanti sacrifici, preoccupazioni e viaggi a Roma, e si concluderà felicemente nell'aprile del 1746 col Breve di Benedetto XIV.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. V, al n. 19, a pag. 49




Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (014)

Ritiro della Presentazione, Monte Argentario, 15 settembre 1745.

£[era nel Vol. V, al n. 20, a pag. 50]

14
Passio D. N. Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Mio figliuolo in Xsto Gesù dilettissimo,

Carissimo Sig. Tommaso, lei sa quanto sono difficile a dare il titolo di figliuolo, ripugnando sino a darlo ai nostri Religiosi, ai quali a veruno in scritto lo dò, essendo io umilissimo servo di tutti e non Padre. Ma giacché V. S. lo desidera, volentieri lo fo, ma non vorrei si assomigliasse all'indegno che glie lo dà; ma seguisse alla grande ad esercitare le belle virtù di Gesù Cristo, secondo lo stato in cui si trova, mentre so che, grazie a Dio, ne ha delle belle occasioni. Io non le ho più scritto, perché V. S. sa la lunga infermità che ho patito, e di cui ancora in parte sono aggravato. Non ho mancato però di farle parte delle povere mie orazioni in attestato almeno della gratitudine che io, e tutta la nostra Congregazione, le professiamo per la gran carità che la sua pietà continua a questi poverelli, servi dell'Altissimo; sperando nella infinita sua divina misericordia che glie ne darà sovrabbondante retribuzione nel tempo e nell'eternità. Io la prego a mantenersi fedele a quel buon Dio che le ha contribuite tante grazie, esercitandosi nelle sante virtù secondo il suo stato, senza lasciare la santa orazione, che è il prezioso balsamo che profuma tutte le nostre opere, acciò siano grate al Sommo Bene. Abbiamo il tesoro dentro di noi. Teniamone conto, procurando che il fuoco del santo amore stia sempre acceso sull'altare del nostro cuore.
Bisogna fare le opere esteriori secondo porta il nostro stato, ma conviene visitare spesso il nostro interno, anche in mezzo alle occupazioni, per vedere con occhio puro e semplice di S. Fede se il nostro cuore si esercita in amare quel Sommo Bene per cui è creato; ed in caso si vedesse alquanto raffreddato nella pratica del santo amore, risvegliarlo subito e procurare si riaccenda di queste dolci fiamme col ravvivare dolcemente la fede e il santo amore con dolci e soavi orazioni giaculatorie e slanci amorosi. Quanto mi piace quella dolce parola: Padre! Oh, gran Padre! ecc. Oh, quanto risveglia l'amore e la confidenza! Di tutto ciò già ne è V. S. istrutto. Se Dio vorrà, spero un giorno ci parleremo. Attenda agli obblighi del suo stato, all'educazione di sua famiglia, e a tenere tutta la casa in una imperturbabile pace. Questa è la grande opera che il buon Dio vuole ora da lei, ecc.
La prego, nella raccolta, a farci comprare dieci some di vino, o dodici, e farle conservare in due vasi, ché a maggio venturo, a Dio piacendo, si trasmetterà qui. Ciò dico, perché alla tina sarà più a buon mercato. Avvisi subito la spesa, che prontamente si manderà il denaro a Longone al Sig. Ribera, o a chi ordinerà. Faccia dunque questa carità, perché qui vi è poco vino per la vendemmia scarsa, e poi per noi è più salubre quello di costì.
Per ora siamo quindici Religiosi in questo Ritiro, ma credo che verso la fine di novembre prossimo saremo più di 20 e 25, onde vi è bisogno di provvigione, ed a tal effetto la prego della grazia suddetta. Termino coll'abbracciarla nel Costato SS. di Gesù, pregandola ad avere memoria di me nella sue orazioni, essendo i miei bisogni spirituali estremi. Resto, pregandole dal Signore ogni pienezza di celesti benedizioni, e sono di vero cuore
D. V. S.

Ritiro della Presentazione, li 15 settembre 1745

Ind.mo Servo Obbl.mo PAOLO DELLA CROCE Minimo Chier. Reg. Scalzo

(Copia conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. Pass.).


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. V, al n. 20, a pag. 50




Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (016)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla , 3 dicembre 1746.

£[era nel Vol. V, al n. 21, a pag. 52]

15
Iesus.

Amatissimo Sig. Tommaso,
La mia lunga e pericolosa malattia mi ha impedito lo scriverle, come bramavo. Spero che lei continuerà a far del bene secondo il suo stato, mantenendo il suo cuore rivolto verso il cielo, e sopra tutto con soddisfare agli obblighi di persona accasata, con starsene ben attento alla cura della sua famiglia, in pace con la sorella (1) , scacciando via le tentazioni in contrario, che sotto pretesto di perfezione, le pone in capo il diavolo. Lei m'intende, e sia avvertito su di ciò.
Sento con mio sommo rammarico che V. S. attende a dirigere donne nello spirito. Oh, caro Sig. Tommaso ! si può dare tentazione più diabolica per lei di questa? La direzione, che è tanto difficile agli uomini più santi e sacerdoti di Dio, parrà tanto facile ad un secolare, come lei? Avverta, avverta, che darà del capo negli scogli. Non s'ingerisca in queste cose per amore di Dio. Lei sa che gliel'ho detto altre volte, ma senza frutto. Ora, per amor di Dio, lasci tali cose. Attenda a sé, dia buon esempio, e ne lasci la cura a Dio, ed a chi è obbligato per il suo ministero.
Scrivo in fretta, ché posso poco applicare. L'abbraccio in Gesù Cristo, e l'accerto che le professo molte obbligazioni, e le fo parte delle mie orazioni. Gesù la benedica. Amen.

Ritiro di S. Angelo, li 3 dicembre 1746

Suo vero Servo PAOLO DELLA CROCE

Carissimo Sig. Tommaso, prenda in buona parte ciò che le dico. Io ho avuto tale notizia mesi sono. Non lo voglio credere, ma per l'amore che le porto in Dio le ho dati tali avvisi. Caro Sig. Tommaso e mio figliuolo in Gesù Cristo, attenda a farsi santo secondo il suo stato. S'abbracci alla Croce di Gesù, soffra volentieri i travagli, ecc. Spero che a suo tempo ci vedremo. Addio.

(Copia conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. Pass.).


1. La parola « sorella » è cancellata nel testo originale, per motivi prudenziali. Per « sorella » qui s'intende la moglie di Tommaso, sig.ra Vittoria.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. V, al n. 21, a pag. 52



LETTRE 16 (INÉDITE N. 6)

16



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (015)

Ritiro di S. Eutizio, Soriano, 11 agosto 1746.

£[era nel Vol. I, al n. 318, a pag. 554]

17
Iesus.

Amatissimo signor Tommaso(1) e mio figliuolo in Gesù Crocefisso,

Lei sa che intorno alla continenza coniugale io sono sempre stato forte, massime per le prove da lei riferitemi in iscritto e in voce, che l'uno e l'altro devono stare in una santa libertà coniugale, cioè di sempre essere in libertà tam petendi, quam reddendi (1). Così si conserva più la santa carità e si chiude la via al diavolo per molte tentazioni, massime per la gelosia che V. S. m'accenna. Vede dunque e tocca con mano, che è errore il fare tali risoluzioni? che forse ex parte uxoris, nascono più da modestia che da risoluzione di volontà? questo punto glielo raccomando tanto e poi tanto. So che le dissi che di comune consenso possono fare tale risoluzione in qualche tempo di grandi solennità ad tempus, per vacare (2) all'orazione; anche San Paolo lo consiglia ecc. I travagli poi che patisce, li accarezzi, se ne tenga indegno e gusti di fare la divina volontà in tali travagli ecc. La croce è sempre buona, anzi santa e santissima, e chi sapesse il gran tesoro che è nel patire, non desidererebbe altro che pene.
Le vivo sempre più grato della carità mi continua, e prego Gesù a rendergliene eterna retribuzione. Scrivo poco, che sto prendendo l'acqua di Nocera, e non bisogna applicare che è nocivo. Stia forte e costante, fedele a Dio, umile e semplice come un bambino, ma prudente ed attento anche alle cose domestiche, secondo il suo stato. Stia solitario nella cella del suo interno, si riposi in Dio, amandolo sempre alla grande, e portando impressa nel seno dell'anima sua la Passione SS.ma di Gesù, da cui le prego ogni più copiosa benedizione. Preghi per me assai: l'abbraccio in Gesù Cristo, e sono sempre

Ritiro di S. Eutizio di Soriano li 11 agosto 1746.

Suo Servo aff.mo PAOLO D. S. +.

(Conforme all'originale esistente nell Arch. Gen dei Passionisti).


1. L'intestazione della lettera risulta essere: Al M.to Ill.mo Sig. Sig. P.rone Col.mo il Sig.... Nell'originale il nome Tommaso sia in questa che in quasi tutte le altre lettere, risulta cassato con un rigo di penna. Così risulta parimenti cassato il nome della consorte del Fossi ogni qual volta ricorra. Non sappiamo di chi sia la cancellatura. Forse trattandosi di materie delicate, chi le ebbe dopo il Fossi il quale, come si disse, fu poi religioso, per norma di buona prudenza le cancellò.
1. Sovente il fervore, forse un po' impetuoso, del Fossi ritornerà su quest'argomento e importunerà nelle lettere seguenti il suo S. Direttore a permettergli di fare il voto sulla materia di cui è qui parola; ma la prudenza del Santo, forte della dottrina dell'apostolo s. Paolo, riporterà sempre, benchè in altre forme, le ragioni qui addotte.
2. Vacare; latinismo Leggi: Attendere
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 318, a pag. 554



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (017)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 12 luglio 1747.

£[era nel Vol. I, al n. 319, a pag. 556]

18
Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris: Amen.

Car.mo ed amatissimo Sig. Tommaso e mio figliuolo in Gesù Crocefisso,

Ricevo una sua carissima in data dei 10 giugno prossimo scorso. Godo dei buoni sentimenti che le dà il nostro buon Dio: ha fatto assai bene a non intromettersi in direzione di anime; avverta, continui, che non è per lei, aiuti le anime col buon esempio, orazioni, ed i traviati li aiuti con santi consigli e sante correzioni, quando però conosce il bisogno, e che vede palpabilmente il male. Soprattutto dia un santo latte di educazione alle sue buone figlie; in quest'età non si puole ottenere molto, massime intorno alla santa orazione.
Non dubiti però che il santo seme dell'educazione, della divina parola farà gran frutto, mentre S. D. M. ha data gran virtù ed efficacia alle sante parole che dicono i genitori ai loro figliuoli. Sicchè seguiti, le prenda con le buone, gli parli della Passione di Gesù Cristo, dei dolori di Maria SS.ma, delle vite de' Santi, della morte, dell'inferno, della bruttezza del peccato; ma ciò si deve fare con parole semplici, puerili, dirò così, e con brevità: gl'insegni a fare atti d'amor di Dio, gli faccia baciare spesso il SS.mo Crocefisso gl'insinui gran divozione a Maria SS.ma, all'Angelo Custode ecc.
Gl'insegni il modo di stare a letto, cioè con le braccia in croce sul petto; gli provveda un Crocefisso, acciò lo tengano di notte e di giorno, non le lasci trattare con altri ragazzi e ragazze vicini ecc. perchè il mondo è troppo inoltrato nel male, nella malizia, abbia gran gelosia di ciò, e lo raccomandi alla signora di lei consorte; a cui deve far coraggio, animarla a servir Dio e portare la sua croce ecc., mentre lei sa per esperienza che è una buonissima figliuola timorata di Dio ecc. Carissimo signor Tommaso, mi creda che Dio l'ama assai; sia fedele a questo buon Dio, viva abbandonato come un bambino nelle sue braccia amorose; se ne stia solitario nell'interno del suo spirito. Si ricordi spesso che l'anima nostra è il tempio di Dio vivo, tenga questo nobile tempio ben ornato di virtù, che l'occasione l'ha continua, tenga accese in questo gran tempio le lampade della fede, speranza e carità, porti sul cuore un mazzetto delle pene di Gesù, ami questo gran Dio alla grande in vera umiltà di cuore. Qui coepit opus, ipse perficiet. Non pensi al futuro, attenda agli obblighi del suo stato ecc. Le cose della Congregazione vanno bene, ma il diavolo non dorme. Si devono fondare due altri Ritiri, ma l'inimico fa delle sue. Le raccomandi a Dio. Io non lo consiglio a far il viaggio che mi dice, che non è per lei, per i fini che per brevità tralascio. La ringrazio della carità che mi continua: Dio gliela rimuneri. L'abbraccio in Gesù, e sono di vero cuore

Vetralla, nel Sacro Ritiro di S. Angelo li 12 luglio 1747.

Suo Indeg.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


1. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 319, a pag. 556


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (018)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 23 settembre 1747.

£[era nel Vol. I, al n. 320, a pag. 557]

19
Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Car.mo ed amatissimo sig. Tommaso figliuolo in Cristo dilettissimo, (1)

Ho ricevuta una sua carissima. Godo dei buoni sentimenti che il buon Dio le comunica. Stia dentro di sè, nel regno interno del suo spirito, Regnum Dei intra vos est. Ivi adori Dio in spirito e verità; ma stia nel suo vero nulla, che così riceverà dal Signore ogni bene. Si separaveris pretiosum a vili, quasi os meum eris: (Ierem.). E vuol dire di separare quello che è di Dio, che è il prezioso, dal vile, che è il nostro. Qui consiste tutto; saper dare a Dio il suo e tenerci il nostro, che è il vero niente ecc. Qui s'impara la scienza dei Santi: nella Passione SS.ma di Gesù vi è tutto. Procuri starsene nascosto nelle Piaghe SS.me di Gesù, che sarà arricchito d'ogni bene e d'ogni vero lume, per volare alla perfezione secondo il suo stato. In quanto alla continenza le dico che si valga dell'avviso di S. Paolo, il quale consiglia ai coniugati la continenza ad tempus, per più vacare all'orazione ecc. onde questo è in loro libertà d'esercitarsi in tale santa virtù, purchè non se ne faccia voto veruno, ma stiano sempre nella loro libertà. Io non mi ricordo in verun conto, di ciò lei dice aver io detto in Longone ecc.; alle volte s'intende una cosa per l'altra, o chi la dice, non si spiega bene. Circa al Ritiro, per ora bisogna passarla in silenzio, così conviene. Il Principe alle persuasive delle Monache di Piombino, che gli hanno fatto presentare il memoriale, acciò desse il necessario consenso, ha risposto con un rescritto: Negative, nè si sa il perchè; onde ora ogni regola di prudenza vuole che si stia in silenzio. Se Dio lo vorrà, saprà come fare ecc. Godo dei buoni sentimenti della di lei signora consorte, come altresì della grazia del parto felice. Gesù li ricolmi sempre più d'ogni grazia e benedizione.
Io mi sottoscrivo a tutti come a lei, ed anche agli stessi nostri laici mi sottoscrivo come fo a lei, perchè dico la verità. Mi raccomandi a Dio, attenda agli obblighi del suo stato con puntualità, stia raccolto, aiuti il prossimo dove può e come può, ma con le regole di discrezione e prudenza ecc. S. D. M. le darà lume. Lo lascio nel Costato SS.mo di Gesù, in cui mi dico di vero cuore

Vetralla, nel sacro Ritiro di S. Angelo li 23 settembre 1747.

Suo Indeg.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera risulta intestata: Al M.to Ill.mo Sig.re Sig. P.rone Oss.mo il Sig. ......
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 320, a pag. 557


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (019)

Ritiro di S. Eutizio, Soriano, 25 novembre 1747.

£[era nel Vol. I, al n. 321, a pag. 559]

20
I. M. I.

Car.mo signor Tommaso amatissimo, (1)
Scrivo con gran fretta, che sono convalescente e carico di lettere ed affari.
Godo delle buone notizie che mi dà della signora di lei consorte, e prego il dolce Gesù a darle ad ambi perseveranza. Io non le ho data la licenza che mi accenna, legga meglio la mia lettera; ma le dissi, che San Paolo consiglia i coniugati, ad tempus ad esser continenti di comun consenso, per più vacare alla santa orazione; e dissi, che col detto consenso si potrebbe nel sacro avvento esercitare un tal atto di virtù, purchè non vi sia pericolo d'incontinenza; e ciò glielo dissi per unirmi ai suoi pii desideri; ma che io lo consigli a far risoluzioni di continenza perpetua, mai sarà vero. Dio mi guardi, perchè i pericoli sono grandi, e senza altissimo lume di Dio e grand'esperienza di virtù, non si deve fare; per qualche solennità, non dico, ma continua non glielo consiglierò mai. Vi è la gioventù, v'è l'esperienza ecc. Si regoli dunque con santa carità e discrezione e prudenza ecc.; continuino a fare del bene a gloria di Dio e preghino per me, e mi creda che rubo questo po' di tempo. Attendano alla virtù, all'orazione, alla carità verso il prossimo, a stare raccolti ecc., e vivano santamente, secondo il loro stato. Gesù li ricolmi d'ogni benedizione e le rimuneri la carità che continua alla nostra povera Congregazione. Lo lascio nel Costato SS.mo di Gesù, e sono D. V. S.

Ritiro di S. Eutizio li 25 novembre 1747.

Indeg.mo Servo Ob.mo PAOLO DELLA CROCE

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera risulta intestata: Al M.to Ill.mo Sig.re Sig. P.rone Oss.mo il Sig. Tomaso Fossi Poggio all'isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 321, a pag. 559


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (020)

Ritiro della Madonna del Cerro, Toscanella, 2 febbraio 1748.

£[era nel Vol. I, al n. 322, a pag. 560]

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I. C. P.

Car.mo sig. Tommaso sig. amatissimo in Cristo, (1)
Ricevo la sua lettera trasmessami dal Monte Argentaro. Godo nel Signore che si mantenga con tutta la sua famiglia nel buon incamminamento spirituale, che lei m'accenna.
In ordine a venir io all'Isola, lei s'inganna, perchè non posso in coscienza allontanarmi dalla Congregazione, e vi andrebbe un miracolo, dirò così, a farmi venir costì. Sta in sua libertà, se vuol far scrivere i suoi figli nelle Compagnie o Congregazioni che m'accenna, e così di lei, è in libertà di farlo o non farlo, se conosce possa essere di maggior profitto spirituale e raccoglimento. In quanto al resto, mi riporto a ciò che ho scritto altre volte. In ordine all'orazione mentale per i suoi figli e figlie, fa bene d'andar con discrezione, acciò non s'attediino: mezz'ora per le figlie basta, e per i maschi un quarto basta. Sono piccioli. Se s'infervoreranno più, l'allungheranno da sè.
Lei non mi dice nulla di quel suo ragazzo, che porta tanto mal volentieri l'Abito della Congregazione, lo porta con strapazzo e lo fa per timor di lei. Già sa che le scrissi, che lo facesse vestir da Chierico, come esso brama ecc. Lei continui a mantenersi raccolto, abbandonato al divin beneplacito in ogni evento, non perda di vista gli affari di sua casa e di sua famiglia. Sia discreto, dolce, nè pretenda troppo rigore dai figli, ma dia luogo alla grazia ecc. già sa che gliene diedi dei buoni avvisi in altra mia, affine di mantener pace, serenità, unione fra domestici ecc. Ho fretta; preghino assai per me, che io lo fo per loro; e racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù con tutta la sua Casa, mi riprotesto di cuore

Toscanella, Ritiro del Cerro li 2 febbraio 1748 di partenza presto.

Servo Ob.g.mo.

Ricevo in quest'ordinario altra sua lettera; e siccome non ho poco da fare, ed ho cominciato a scrivere dopo Matutino, cioè dopo mezzanotte, così in succinto le dico che a me non par bene, che quel ragazzo suo dorma colla zia, sebbene zitella di 40 anni. La santa modestia vuole così, e si deve fuggir l'ombra del pericolo. Se è pauroso, puol dormire in un letticciuolo nella stessa camera, poichè la zia avrà gran cautela nello vestirsi e per spogliarsi ecc. In ordine agli scrupoli della vita passata si devono fuggire, e scacciare costantemente; in quanto poi ai dubbi e scrupoli nei correnti affari, deve consultare con un dotto confessore costì, per non operare con formidine di coscienza, e ciò mi dice della barca io non sono pratico degli statuti del paese; consulti chi ne è pratico: così vivrà in pace. Ho fretta, e Dio sa come sto. In ordine al far lei la scuola al suo figlio, sta in suo arbitrio.
Presto sarò di partenza ed in esercizio per monache; poi vengono le Missioni, ed a rivederci al Ritiro in luglio.
Preghi per me, che sono sempre più.

Suo Servo P. D.+.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tomaso Fossi, Raccomandata all'Ill. Sig. Consul.re Siena Piombino Poggio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 322, a pag. 560



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