TOMMASO FOSSI 87

87
I. C. P.

Car.mo Signor Tommaso e figlio in Cristo amatissimo, (1)
Giunsi ier sera a questo Ritiro bene inzuppato d'acqua. Questa mattina ho lette le sue due lettere, una dei 6 ottobre, l'altra del 1 settembre; e siccome per cagione della pioggia le lettere di questo ordinario sono giunte qui questa mattina, ed ho molto da fare, così risponderò in succinto a tutte due. Lei ha chiarissimi segni d'essere un predestinato per il Paradiso; e siccome l'anima sua è molto cara a Dio, così S. D. M. la prova (come ha fatto con i suoi veri servi), con travagli di più sorta, intus et foris, come lei m'accenna nella sua carissima. Oh che segni preziosi sono questi! Ma conviene umiliarsi sempre più a Dio, adorando in tali eventi la Santissima Sua Volontà. L'amor di Dio è forte come la morte. L'anima amante tiene il cuore rivolto verso il Cielo, mira con occhio di fede i travagli, non come venuti dalle creature, ma dalla mano amorosa del Signore, e li lascia sparire nell'immenso mare della divina carità, che addolcisce ogni amarezza. Ita Pater, quoniam sic placitum fuit ante te! Così diceva il dolce Gesù. Veniamo adesso all'altra lettera. In ordine agli accennati matrimoni io non devo entrarvi, che è proibito dalle Regole. Lei si consigli con persone savie, pie e prudenti, e ben informate dei soggetti che chiedono le di lei figlie, e risolva nel Signore il meglio ecc., nè dubiti punto che Dio non le debba dar lume bastante. Veniamo all'altro punto, concernente al mandar il figlio a Roccasecca, e farlo accompagnare dal P. Tommaso. Lei senta con attenzione le ragioni giuste e prudenti, che in mia coscienza le adduco.
Alla presenza di Dio le dico che non conviene mandar codesto suo figlio a Roccasecca, che dal Ritiro della Presentazione è lontana più di 200 miglia, con strade orribili, nè quel Seminario fiorisce tanto che codesto figliuolo possa far molti progressi nello studio, essendo Seminario d'una piccola Diocesi, ed il P. Tommaso ha fatti i suoi studi essenziali in Congregazione e non là.
Nè io in coscienza senza violare le Sante Regole, posso permettere una tal gita al P. Tommaso, per i santi fini che per brevità tralascio: il dispendio sarebbe maggiore che non sarebbe il porlo in Seminario di qualche città più vicina: oltre di che, a mio credere, l'aria di Roccasecca per essere molto sottile, ed anche umida per i molti fiumi vicini, sarebbe a mio parere insalubre: sicchè parmi che tal risoluzione non stia a martello, anzi la credo una tentazione. Procuri dunque di render persuaso il signor suo zio e che rivolga il pensiero ad altro seminario o collegio, ove possa essere ben custodito e per la pietà e per gli studi. Non so quando potrò essere alla Presentazione, stante i tempi piovosi, e se potrò andarvi, mi fermerò pochissimi giorni, stante le gravissime ed importantissime mie occupazioni ed incombenze, che appena mi dan campo di poter respirare. Oltre la vicinanza del Capitolo Generale. Onde io lo prego a non porsi in un viaggio pericoloso di mare in questi tempi. Fatto poi il Capitolo, spero che avrò un po' di respiro, perchè fuor di carica, ed allora potremo intendercela. I benefici poi e carità grandi, che continua alla nostra povera Congregazione, ascendono avanti a Dio come prezioso incenso e spero che il tempo le farà toccar con mano le copiose benedizioni che pioveranno sopra la sua Casa ecc. Mi saluti nel Signore il di lei signor zio, la signora Vittoria e figli e figlie, quali tutti racchiudo con lei nel Costato SS.mo di Gesù, in cui mi riprotesto di vero cuore in fretta

Vetralla, Ritiro di S. Angelo li 8 novembre 1757 di partenza presto per affare di servizio di Dio.

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Oss.mo il Sig. Tomaso Fossi - raccomandata all' Ill.mo Sig.re Consultore Apolonio Paolini Siena Piombino x Rio x Pogio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 388, a pag. 686


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (087)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 1 marzo 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 389, a pag. 688]

88
I. C. P.

Signor Tommaso amat.mo e figlio in Gesù Cristo dilett.mo, (1)
Ricevo la sua car.ma in data dei 7 dello spirato. Veramente vedo che la di lei mente è alquanto confusa e si spiega senz'ordine; ad ogni modo, in mezzo alle mie non poche occupazioni, dirò ciò che sarà più espediente e più proficuo per il suo spirito; sebbene sarà in sostanza una replica di quello da me tante volte dettole ecc.: stia attento.
Lei vorrebbe fare una vita da monaco solitario, e Dio benedetto vuole che lei faccia vita da buon secolare accasato. Nella Casa di mio Padre, dice il dolce Gesù, vi sono molte mansioni. Adunque carissimo signor Tommaso ponga il cuore in pace, non lasci turbar la sua mente con tante inutili riflessioni. Le virtù deve esercitarle pacificamente secondo lo stato in cui è, nè le mancheranno continue occasioni; le più importanti per lei sono l'umiltà di cuore, la pazienza e mansuetudine, e la carità verso tutti, mirando il suo prossimo immagine di Dio, ed amandolo in Dio e per Iddio. Non bisogna aver sollecitudine del futuro, ma con pace e serenità di mente esercitar la virtù secondo le occasioni, tenendo il cuore preparato sempre, con alta confidenza in Dio e diffidenza di se stesso. L'andar vestito, sempre però umilmente e modestamente secondo il suo stato, come pure il fare le visite o necessarie o convenienti, tanto a parenti che ad altri, non è opposto alla virtù che deve professare nello stato in cui ella è, purchè tutto si faccia con purità d'intenzione, con cuore raccolto e per puro amor di Dio. Mai si può commettere peccato quando la volontà non lo vuole, nè vi consente. E siccome lei va filosofando or sopra una cosa or sopra l'altra, or sopra un desiderio or sopra un esercizio ecc., perchè non si slancia tutto in Dio, protestandosi che tutto vuol fare per suo amore?
Per esempio: lei va ai suoi affari o di campagna o di altri negozi, perchè senza far tante riflessioni o di desideri o di altre virtù, non si abbraccia alla regina di tutte le virtù, che è la SS.ma Carità, e con un sacro affetto interiore, pacifico, senza sforzo, nè di petto nè di testa, non dice così? Ah, mio Dio! Mio buon Dio! Voi siete tutto carità, tutt'Amore, ed io fo tutto per carità, tutto per amore! E di poi di tanto in tanto replicarlo. Ah, mio Dio per vostr'amore! ecc. Ed in tal forma far cessare tanti inutili desideri, riflessi ecc. che le rompono la testa.
I desideri di perfezione sono ottimi, ma bisogna star in guardia, che se turbano, non vengono da buona radice. Lei deve desiderare e pregare di essere un santo secolare, ma non deve desiderare di essere un santo solitario, perchè questo è inutile. Adunque lei non s'inquieti, tiri avanti la buona via in cui Dio l'ha posto, stia rassegnato nelle sue desolazioni e spogliamenti, procuri che le servano d'esercizio di pazienza, d'umiltà e di rassegnazione alla volontà di Dio, senza mai lasciare i soliti esercizi di pietà, secondo lo stato suo, ed attenda a ben compire in tutto gli obblighi della sua professione, specialmente colla santa educazione dei figli, e conservandosi in vera pace e concordia colla buona sua Consorte e con tutta la Casa: eccole la perfezione che Dio richiede da lei, con tutto il resto che le ho detto in altre lettere ed in questa.
In ordine poi alle altre cose che mi dice dei suoi interessi di bastimenti, tonnina ecc., io non so che dirle, perchè tali cose non sono da dirigersi da me. Si raccomandi a Dio, e si consigli con uomini periti, pii e prudenti.
Le Messe 30 sono state celebrate, e le 21 secondo l'intenzione della signora sua Consorte presto si celebreranno; ed il P. Rettore, che ora è il P. Marcelliano eletto nel Capitolo Generale, le dirà a tempo debito cosa deve fare.
Io sono rimasto quasi solo. Con Indulto Apostolico mi hanno di nuovo eletto in Preposito: il P. Marco Aurelio è Provinciale nei Ritiri di Campagna e Marittima; non nomino gli altri per non allungarmi.
Io ho lasciato affatto le Missioni, che non posso più ed appena potrò reggere alla carica, stante le mie quasi continue indisposizioni: preghi molto per me, che i bisogni sono estremi; e racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù con tutta la sua Casa, mi riprotesto sempre più

Ritiro di S. Angelo 1 marzo 1758.

Indeg.mo Servo Ob.g.mo (2)

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Oss.mo il Sig. Tomaso Fossi - raccomandata all' Ill.mo Sig.re Consultore Apolonio Paolini Siena Piombino x Rio x Pogio.
2. La firma del Santo manca a causa di una lacerazione della carta.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 389, a pag. 688


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (088)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 6 aprile 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 390, a pag. 691]

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Amatissimo signor Tommaso e figlio in Cristo carissimo, (1)
Ricevo una sua lettera, segnata li 21 dello scaduto marzo, e rimango sorpreso in sentire che lei non abbia ricevute le mie lettere, quando sempre io ho risposto; e non è molto che scrissi un'altra responsiva. Veramente lei dice bene che da tempo in qua le sue lettere non hanno l'ordine di prima, ma sono piene di cose senza sostanza, non concludenti, e piene di dubbi ecc.; talmente che non si sa come adeguatamente rispondere. Tuttavia dirò alla meglio che posso. Carissimo signor Tommaso conviene che lei s'assodi, e non pretenda di volare senz'ali. Mi spiego: bisogna procurare la nostra perfezione non a modo nostro, ma come piace al Signore: il religioso da religioso, il secolare da secolare.
Lei si prefigga il suo ordine discreto e prudente; la mattina, per esempio, la prima cosa farsi la sua orazione e meditazione per mezz'ora circa o poco più, e questa prima d'uscir di camera; dare una breve occhiata alle opere da farsi secondo la sua professione e prefiggersi di farle bene, con pura intenzione, col cuore raccolto ecc. Se si puole, sentir Messa ogni giorno, attendere con spirito pacifico a' suoi interessi, essere cauto nel trattare e nel parlare, attendere alla virtù, all'umiltà di cuore, alla pazienza e mansuetudine, con vera rassegnazione alla divina volontà. Frequentare i SS.mi Sacramenti al solito, secondo le permette lo stato suo, tenere il cuore risvegliato all'amor di Dio con frequenti giaculatorie, la sera fare o in chiesa o in casa un'altra mezz'ora d'orazione. Vestire molto modestamente secondo lo stato suo, ma evitar la boria, la vanità e non imitar la corrente del misero mondo.
Parmi, a quel che sento, che in codest'Isola si siano molto inalzati, e non vadano più colla semplicità di prima; ma chi si inalza sarà umiliato; così parla il SS.mo Evangelio.
Circa le figlie, lei è obbligato a dargli quello stato a cui Dio le chiama, e non a modo suo; procuri di continuargli una santa educazione, ma le tenga sollevate, non però colle conversazioni pestifere del corrente secolo, ma con quel sollievo onesto, santo, decente ecc. A ciò deve pensare anche la madre, con cui devono andar a divertirsi, ed il meglio è la campagna, come cosa più sicura, semplice e più proficua anche alla sanità. Ho fretta, già delle Messe gliene scrissi, che credo siano celebrate tutte, ma lei se la intenderà col P. Rettore; e qui racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù, pregandolo a sollevarsi, fuggire le fissazioni, le inutili riflessioni, ma vivere abbandonato nella divina volontà, e star in pace: preghi per me, che sono sempre più

S. Angelo li 6 aprile 1758.

Suo Aff.mo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio x Poggio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 390, a pag. 691


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (089)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 3 giugno 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 391, a pag. 692]

90
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso, (1)
Sono ritornato pochi giorni fa dalle Sante Missioni e mi ritrovo attualmente non poco incomodato da diversi travagli. Rispondo intanto a V. S., significandole avere ricevute le sue due a me gratissime lettere e rendendole mille grazie della carità del tonno, che mi divisa nelle medesime, per questo Ritiro. Circa l'aver lei, come asserisce, introdotto borie e vanità di vestire entro il paese, si tolga pur dalla mente codesto pensiero suo malinconico, mentre ciò non è vero, nè io mi sono giammai sognato d'avere a lei e per lei detto questo nell'altra mia avanzatale.
In ordine alle Messe e loro elemosine, se la potrà V. S. intendere con questo P. Rettore, il di cui nome è Padre Marcelliano di S. Lorenzo. In tutto poi il resto direi che stesse a quanto le verrà suggerito di mano in mano dal confessore suo ordinario, sicurissimo di così indovinarla col mezzo della santa obbedienza. Viva finalmente tutto assorbito in Dio, procuri rendere ogni giorno più adorno il gran talamo del suo cuore coll'esercizio delle vere virtù, e del balsamo soavissimo della Passione di Cristo, a questo Sposo Divino; mi saluti in Domino la piissima Casa, quale con V. S. racchiudendo nelle Piaghe Sacratissime di Gesù Crocefisso, sono colla solita veracità di stima ed affetto
Di V. S.

S. Angelo li 3 giugno 1758.

Non scrivo da me, che sto in cura (2)

Aff.mo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originaie [a. m.] conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi Poggio - raccomandata per sicuro recapito all' Ill.mo Sig. Apolonio Paolini Consultore gn.le dell'Isola dell'Elba Siena Piombino per marciana Poggio.
2. Tutte le lettere finora riportate, in fondo alle quali abbiamo notato conforme all' originale sono intieramente scritte di mano di S. Paolo. La presente è scritta da altra mano, e di proprio pugno del Santo non vi e che la firma e il poscritto. Segneremo le seguenti che si trovano nello stesso caso, colla parentesi [a. m.] situata dopo le parole conforme all'originale per distinguerle dalle altre.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 391, a pag. 692


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (090)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 15 luglio 1758.

£[era nel0 Vol. I, al n. 392, a pag. 694]

91
I. C. P.

Carissmo signor Tommaso e figlio in Cristo dilettissimo, (1)

Ricevo a posta corrente la sua car.ma segnata il primo del corrente, in cui vedo che lei mai si stanca di usar carità a noi poverelli, et merces tua magna nimis. Se la Divina Provvidenza ci farà giungere il sott'olio che V. S. accenna, verrà giusto in tempo opportuno, e sarà a noi poveri vecchi di molto ristoro, mentre ci asterremo dal cibarci di baccalà e tonnina non poco nociva.
Non mancherò di rendere inteso il P. Rettore di quanto lei accenna delle Messe ecc.
In ordine alla Missione di Marciana e del resto dell'Isola, è moralmente impossibile che io possa venirvi, trovandomi ora nei più gravi affari della Congregazione, stante l'elezione del nuovo Sommo Pontefice (2), che spero ci debba essere propizio per stabilire funditus questa S. Opera; ed a tal effetto sarò costretto differire la Missione di Corneto, e di tutto il resto della Diocesi di Montefiascone, per cui ho di già accettato l'impegno, affine di poter fare ciò che è più necessario in Roma; sicchè possono tralasciar di chieder le licenze o facoltà.
Il signor Generale d'Orbetello chiede premurosamente la Missione per Longone; vedrò un po' chi potrò mandare, ma credo che i soggetti che manderò non potranno far altro.
Intorno ai consigli che dice circa i negozi e matrimoni, come vuole che io mi intrometta in tali cose, mentre, oltre la proibizione delle regole, io non me ne intendo niente affatto? Lei deve consigliarsi per i negozi col suo signor zio e con altri periti, e poi risolvere quel che stima vantaggioso per la sua Casa: e se la Tonnara può essere a lei utile, perchè non vi entra?
Circa i matrimoni delle figlie lei deve informarsi bene dei buoni costumi dei soggetti che le chiedono, ma informarsi assai bene da persone piissime e prudenti, come pure se possedono a sufficienza per mantenerle nel loro stato, e poi risolvere nel Signore ecc.
La sua condotta presente è migliore che la passata, poichè prima abbondava di dolce, ora è tutta amara, e però più conforme alla Vita SS.ma di Gesù Cristo. Lei sia fedele a Dio, non lasci i soliti suoi esercizi; e nei patimenti interni ed esterni stia rassegnato, tacito, e prendendo tutto da Dio e baciando la mano amorosa del gran Padre, che lo percuote con sferza ricca d'amore, lo ferisce per sanarlo, e lo fa condurre una vita moriente acciò giunga a quella morte mistica, che è ricca di ogni bene, perchè porta seco alto staccamento da ogni cosa creata, per giungere all'unione perfetta col Sommo Bene.
Non si lasci sorprendere dai timori e dalle angustie, acciò non turbino la pace del cuore. Chi sta nel seno del Sommo Bene di nulla deve temere, se non del peccato, e questo (grazie a Dio) sta sempre lontano da lei. Dunque: Modicae fidei quare dubitas? Quid times? Esclami al Signore come S. Pietro nella tempesta, che Gesù le porgerà subito la mano ecc. Ho fretta e lo racchiudo nel Costato SS.mo di Gesù con tutta la divota sua Casa, in cui le prego copiose benedizioni in spiritualibus et temporalibus, e sono di cuore con tutto l'ossequio

Vetralla, nel Ritiro di S. Angelo li 15 luglio 1758.

Aff.mo Servo Obbl.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi - recapito all' Ill.mo Sig.re Apolonio Paolini Consultore dell' Isola Siena Piombino x Rio per Poggio.
2. Il Sommo Pontefice Clemente XIII (Rezzonico), che da Cardinale era stato amorevole benefattore di S. Paolo. Succedette il 6 luglio 1758 a Benedetto XIV che era morto il 3 maggio 1758.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 392, a pag. 694


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (091)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 29 luglio 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 393, a pag. 696]

92
I. C. P.

Carissimo signor Tommaso in Cristo amatissimo, (1)
Ho ricevuto l'ultima sua car.ma e le rendo mille grazie della compartitaci carità del sott'olio, che spedisco apposta a levare da Civitavecchia: Dominus retribuet pro me.
Del venire io all'Isola per le Missioni scorgo la cosa più che difficile, per non dire impossibile. Sono inoltrato negli anni, ho degl'incomodi, e soprattutto il peso della Congregazione alle spalle, che non mi permette, massime nelle circostanze presenti, dilungarmi da lei, sicchè tanto le basti. Celebrai nelle decorse feste di S. Giacomo e S. Anna le Messe, di cui V. S. mi avanzò la commissione. Suppongo avrà a quest'ora ricevuta altra mia, e però non istò adesso a dilungarmi di più. Si faccia santo e preghi per me; mentre racchiudendola colla piissima Casa nel Cuore Sacratissimo di Gesù Crocefisso, sono sempre
Di V. S.

S. Angelo li 29 luglio 1758.

(2) Sia benedetto il Signore che le ha restituita la salute, di cui godo in Domino. Lei lasci ogni pusillanimità ed abbia più filial fiducia in Dio, avendo avuti segni del suo santo amore verso di lei. Mi rimetto all'altra mia scritta poco fa per la posta.
Le Messe due le ho celebrate il giorno di S. Giacomo e S. Anna.

Aff.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale [a. m.] conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi Poggio - Raccomandata per sicuro recapito all' Ill.mo Sig. Apolonio Paolini Consultore Generale dell' Isola dell' Elba Siena Piombino x Rio Poggio.
2. Questo post scriptum è di mano del Santo.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 393, a pag. 696


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (092)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 9 settebre 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 394, a pag. 697]

93
I. C. P.

Carissimo signor Tommaso e figlio in Cristo dilettissimo, (1)

Ho ricevuto nel corrente ordinario una sua car.ma, segnata li 17 agosto. Mi piace molto l'accennato sentimento di procurare di pagare i suoi debiti; è questo un atto di giustizia, che devesi anteporre alle opere di misericordia, come sono le limosine, le quali si devono sminuire per poter pagare i debiti, anzi certe limosine più speciali e di considerazione non si possono fare, poichè si defrauda il suo ai creditori. Sicchè lei faccia pure e risparmi quanto puole, toltone però ciò che è necessario al vivere secondo il suo stato, togliendo però le spese superflue, e paghi i suoi debiti, che farà cosa grata a Dio, sgraverà la propria coscienza, ed in appresso vivrà più quieto ecc. Continui a tenersi raccolto in Dio, in tranquillità di spirito, senza mai lasciarsi turbare da cosa veruna, e procuri di mantenersi in forze e salute, prendendo il cibo giusto per conservarsi in sanità, per gloria di Dio e bene della sua famiglia. Se i nostri sono ancor costì, me li saluti, e specialmente saluti nel Signore la signora sua Consorte e tutta la piissima sua Casa, quale rimiro nelle Piaghe SS.me di Gesù, in cui mi riprotesto con tutto l'ossequio, pregandole dal Signore copiose benedizioni, e retribuzione temporale ed eterna per il gran bene che ha fatto e fa a noi poverelli.

S. Angelo li 9 settembre 1758.

Suo Aff.mo Servo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi - recapito all' Ill.mo Sig. Consultore Paolini Siena Piombino x Rio x Poggio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 394, a pag. 697


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (093)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 12 settembre 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 395, a pag. 698]

94
I. C. P.

Carissimo signor Tommaso amat.mo in Cristo, (1)

Rispondo in fretta alla sua carissima dei 2 agosto scorso che ricevei iersera, ed appunto la scorsa posta ne ho a lei incamminata un'altra responsiva, accusando la carità del tonno sott'olio già ricevuto ecc. ecc. De omnibus retribuat tibi Dominus omnipotens suavis et misericors, come vivamente spero. Ora non replico altro, se non per raccomandarle tener pacificato lo spirito, e con grande confidenza in Dio. Bramo che lei legga il combattimento spirituale del P. Scupoli, ed in detto libro vi è un'aggiunta intitolata: Sentiero di Paradiso. Oh, quanto desidero che lei legga questo trattatello! ed oh, quanto le gioverà!
In ordine all'affitto della Tonnara ecc. lasci la cura a Dio dell'evento seguito; tutto succede per nostro bene.
Il P. Raimondo le scrisse quell'addio nella valle di Giosafat, perchè indicava che non voleva saper più nulla di rettorato, ed è stato consolato, giacchè non è suo carattere di fare il Rettore.
Il P. Tommaso è Procuratore Generale, e si ritrova nei Ritiri di Campagna e Marittima; ora è convalescente per una grave infermità sofferta. In ordine al Sommo Pontefice, io non vi ho altro appoggio che quello che vi hanno tutti i figli della Chiesa, e credo che incontrerò delle grandi difficoltà nelle cose ecc. e del Ritiro in Roma non vi è la minima apertura.
Io non desidero altro se non che si faccia in tutto la SS. Volontà di Dio, in cui bramo di vivere abbandonato in vita ed in morte, nel tempo e nell'eternità; e qui racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù con tutta la piissima sua famiglia passo a riprotestarmi di cuore.
Aggiungo, che mi ero scordato; non v'è speranza ch'io possa venir costì per le Missioni: ho il peso della Congregazione, ho affari di gran premura che non permettono l'allontanarmi, ed ho pochissima salute e forze; le serva di regola.

Ai 12 settembre 1758 S. Angelo.

Aff.mo Servitore Obb.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi - raccomandata all' Ill.mo Sig. Consultore Paolini Siena Piombino x Rio Poggio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 395, a pag. 698


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (094)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 27 ottobre 1758.

£[era nel Vol. I, al n. 396, a pag. 699]

95
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso e figlio in Cristo amatissimo, (1)
Nel mio ritorno di fuori dal dare gli esercizi ad un monastero, ho ricevuta una sua car.ma, trasmessami dalla Presentazione. Godo nel Signore che lei faccia la sua orazione in fede nel tabernacolo interiore, lasciando sparire i timori ed angustie nel fuoco del santo amore. Si porti però seco le Pene SS.me di Gesù Cristo, il che si fa in momenti. S. D. M. glielo insegnerà, se si conserverà ben umile di cuore, come spero ecc.
Io scrivo in fretta che ho molto da fare, e sono vicino alla partenza per un viaggio di molto servizio di Dio e della Congregazione: può darsi, che io stia fuori sin verso Natale; ciò glielo dico, acciò non faccia lo strapazzo e la spesa di far un sì lungo viaggio di circa 100 miglia e più da Siena a qui; sebbene, Dio sa quanto gradirei di vederlo ed abbracciarlo nel Signore. S. D. M. aprirà la via quando gli piacerà. Non so poi come esprimere la gratitudine che io e tutta la nostra Congregazione le professiamo in Gesù Cristo per la sì grande carità che ci continua; spero che S. D. M. supplirà con copiosa retribuzione sì spirituale che temporale, come lo preghiamo. Il P. Clemente mi scrive che manderà qui le limosine da lei inviate ecc.
La prego dei miei più riverenti saluti in Gesù Cristo alla signora sua Consorte e figli e figlie, che rimiro tutti con lei nelle Piaghe SS.me di Gesù Cristo, specialmente dal Sacro Altare ogni mattina. E qui riprotestandole la mia veracissima obbligazione e gratitudine, resto con tutto l'ossequio, suo vero

Indeg.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

S. Angelo li 27 ottobre 1758, di partenza presto.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi - raccomandata all' Ill.mo Sig.re Consultore Apolonio Paolini Siena Piombino x Rio x Poggio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 396, a pag. 699



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (079)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 2 novembre 1756.

£[era nel Vol. I, al n. 397, a pag. 700]

96
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso e figlio in Cristo carissimo, (1)
Ritornai la vigilia dei Santi a questo Ritiro, dopo 54 giorni di incessante fatica nelle Sacre Missioni della Sabina; e sabato prossimo 6 del corrente, riparto per altre Missioni, nè so quando ritornerò, ed ho bisogno di grande aiuto da Dio per le mie molte indisposizioni, croci ecc.; e siccome ho ritrovato qui fra moltissime lettere venutemi per la posta anche tre sue carissime, così rubo un po' di tempo per risponderle meglio che posso; tanto più che ho tanto da fare ed è imminente la mia partenza.
Io ravviso nelle sue lettere un buon fondo di timor di Dio, da cui ne nascono tanti santi desideri, i quali però si devono custodire con pacifico riposo in Dio, senza la minima ansietà di vederli eseguiti, se non quando piacerà al Signore; ed intanto lei deve ponere ogni studio di essere fedele nella vocazione in cui lo ha posto, procurando d'attendere con ogni diligenza al buon governo della sua famiglia, tanto nello spirituale che temporale, mantenendo una imperturbabile pace in Casa, usando ogni più caritativa attenzione per mantenere contenta in Dio la di lei signora Consorte ed i figli, procurando che tanto nel vestito che in ogni altra cosa vadano secondo il loro stato, poichè non omnibus datum est di attendere al total disprezzo di sè stessi, nè si può volare, sino che non ci sono date le ali; a tal effetto lei deve fare solamente quelle limosine che porta lo stato presente, acciò non si dia campo alla Casa di lamentarsi per quello che puol mancar ad essi. In tal forma, mantenendosi in pace saranno più disposti ad attendere alle cose spirituali, secondo lo stato in cui sono, mentre non tutti possono nè sono chiamati a vita straordinaria. Ho detto tutto ciò per incidenza, e come la sento in Domino sebbene non dubito che tutto ciò non le stia a cuore.
In ordine al metodo del suo vestire secondo m'accenna nelle sue lettere, io non posso disapprovarlo: ed in ordine a tanti santi desideri che la bontà di Dio risveglia nel suo cuore, io le dico che li ponga tutti nel fuoco del santo amore e ne incensi quel gran Signore che glieli dà; ma fugga l'ansietà di eseguirli, perchè quando Dio vorrà, glielo farà conoscere: ed intanto stia in pace, raccolto nel tempio interiore del suo spirito, senza il minimo sforzo di testa e di petto. Se Dio le comunica sentimenti di devozione, li riceva come un poverello, e li ritorni a chi glieli ha dati con sacrificio d'olocausto e di gratitudine; e quando si ritrova arido, freddo e secco, aspetti in silenzio e fiducia la pioggia del Cielo, senza far il minimo sforzo per cercar divozione, il che è errore ed attacco al proprio gusto spirituale: ami d'esser povero di spirito e stia nel suo niente, lasciando sparir il suo nichilo in Dio, che è il vero Tutto: si risvegli però spesso con dolci affetti, ma senza il minimo sforzo, come sopra.
Io poi le vivo gratissimo in Dio della sua gran carità compartita ai nostri Ritiri, e la prego far le mie parti ancora con la signora Vittoria per la carità fatta ecc.
Oh, quant'ho fretta! Gesù li faccia tutti santi e li benedica. Amen.

S. Angelo li 2 novembre 1756 (2), di partenza sabato.

Indeg.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi - per recapito all' Ill.mo Sig.re Consultore Paolini Siena Piombino x Rio Poggio.
2. La data dell'originale non è chiara. Nella lettera scritta da P. Giovanni Battista al fratello Giuseppe Danei e riportata al n. 124 (Casetti, II, p. 554) si trova scritto: "...subito venuti dalle Missioni della Sabina al Ritiro di S. Angelo, che fu un giorno o due prima della festa di tutti i Santi, ci fu data la prima lettera ... ". La lettera è del 17 dicembre del 1756. In questa lettera si dice che Paolo è tornato il 1 novembre dalle missioni della Sabina. E' dunque da ritenere che la data più corretta sia 1756 e non 1758 come si leggeva nella precedente edizione. Di conseguenza anche la collocazione di questa lettera all'interno del gruppo di lettere indirizzate al Fossi è modificata.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 397, a pag. 700



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (095)

Ritiro di S. Maria del Cerro, Toscanella, 6 febbraio 1759.

£[era nel Vol. I, al n. 398, a pag. 702]

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I. C. P.

Car.mo signor Tommaso e figlio in Cristo amatissimo,(1)
Ricevo la sua carissima, segnata li 21 dello scaduto gennaio; ed in primo luogo le dico che io sempre ho risposto alle sue lettere. In ordine poi alle cinque Messe, che dice aver commesse, non mi ricordo bene di ciò, conviene ne scriva al P. Rettore per vedere se sono state celebrate, per non celebrarle due volte, e se non saranno state celebrate le celebrerò subito. Godo nel Signore di sentire l'accasamento delle sue due figlie; ne benedico Iddio, perchè parmi che sia stato una buona opera, e secondo il temporale e lo spirituale, sperando faranno buona condotta per la pia educazione avuta in casa. Scrivo col capo aggravato, che l'è ormai un mese che sono inchiodato colle mie flussioni articolari: benedictus Deus.
Le cose nostre vanno come dispone il Signore, foris pugnae, intus timores, nè mancano mai angustie non piccole; per altro spero che il tutto sia per incamminarsi e riuscir bene a gloria di Dio.
Circa le donne non ho che dirle: l'affare va segreto; credo però, che S. D. M. farà risplendere la gloria sua anche in questo. In reliquis, lei viva con gran coraggio, perchè è sotto la divina protezione, et nihil vobis nocebit. Continui con fedeltà la sua carriera more solito, e circa la confessione generale che mi accenna non lo consiglio a farla. Stia quieto e con gran fiducia nel Sangue SS.mo di Gesù Cristo che lo ha purificato.
Non ho altro tempo nè capo che mi regga, e lo racchiudo nel Costato SS.mo di Gesù con la piissima signora sua Consorte e benedetti figli, e mi riprotesto di vero cuore, orate pro nobis. Amen.

Toscanella nel Ritiro di S. Maria del Cerro, di passaggio, li 6 febbraio 1759.

Aff.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi raccomandata all' Ill.mo Sig. Apolito Paolini - Consultore, Siena Piombino x Rio per Pogio.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 398, a pag. 702



TOMMASO FOSSI 87