TOMMASO FOSSI 110

Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (110)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 8 maggio 1761.

£[era nel Vol. I, al n. 412, a pag. 722]

111
I. C. P.

M.o Ill.e Sig.e P.rone Col.mo, (1)

E' già qualche tempo che mi conviene guardare il letto per le mie solite flussioni, e però ho tardato a rispondere alla sua carissima. Le dico adunque in risposta che in quanto a me mi sono posto nelle amorosissime braccia del Signore, acciò disponga di me secondo il suo divin beneplacito; così ancora desidero che faccia lei. Lasciamoci governare dal Signore e camminiamo per la strada che a lui piace per spinosa che sia; giacchè per simili strade prima di noi vi è camminato egli. Preghi il Signore per me, mentre con lasciarla nel Sacro Cuore di Gesù resto in fretta
Di V. S. Molto Ill.e

S. Angelo li 8 maggio 1761

Aff.mo Servo vero PAOLO D. +.

Sopra il figlio non vo' darle consiglio. Si consigli costì. (2)

(Conforme all'originale [a. m.] conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig. Sig. P.rone Col.mo il Sig. Tomaso Fossi Siena Piombino per Rio per Poggio Isola dell' Elba.
2. Sia la firma che il post - scriptum sono di mano del santo.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 412, a pag. 722


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (111)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 20 giugno 1761.

£[era nel Vol. I, al n. 413, a pag. 723]

112
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso amatissimo, (1)
Ricevo per la via di Civitavecchia la sua carissima, col barilotto di sott'olio, quale è giunto a Vetralla, e sarà qui oggi, et Dominus retribuat tibi de omnibus, con sempre più copiose benedizioni spirituali e temporali, come spero e ne prego il Signore. Io contrapeserò il sott'olio con la celebrazione solita delle due Messe a S. Anna per lei e per la signora ecc., sebbene non me lo dice, ma la gratitudine lo porta e l'elemosina fatta frutterà molto per questo ecc.
Lei non ha bisogno dei miei consigli, ad ogni modo io sono sempre pronto a servirla nelle occorrenze, e V. S. sta sempre, come è sempre stato, nella sua santa libertà di consigliarsi da chi stima meglio; procuri però che chi lo deve consigliare sia uomo santo, dotto e prudente, e di molta esperienza, che potrà consigliarlo secondo Dio, et utinam che lei lo avesse vicino, che le sarebbe di gran vantaggio! In reliquis poi, tutto sta bene; imploro la carità di sue orazioni ne' miei sempre più grandi bisogni, e salutando nel Signore la di lei signora Consorte e figli, che racchiudo unitamente con lei nelle Piaghe SS.me di Gesù, passo a riprotestarmi di vero cuore, e con tutto l'ossequio
Di V. S.

Ritiro di S. Angelo li 20 giugno 1761.

Il Raiso Schiaffini mi scrive un biglietto, concernente al sott'olio, io non intendo la data del biglietto, e perciò non gli rispondo: faccia lei la carità di dirgli che si è ricevuto, e me lo saluti in Domino.

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi Siena Piombino per Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 413, a pag. 723



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (112)

Ritiro di Angelo, Vetralla, 24 ottobre 1761.

£[era nel Vol. I, al n. 414, a pag. 724]

113
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso amatissimo, (1)
Ricevei nella posta di ier sera la sua carissima trasmessami dal P. Rettore della Presentazione, e si sono pure ricevuti i salumi, cioè le alici e tonno salato, con le botarghe: e per non far altre cerimonie di secolo, dirò solamente: Dominus retribuat tibi de omnibus in tempore et in aeternitate: Amen.
Veniamo ora ai punti essenziali della sua lettera. In quanto al mandare il figlio a studiare a Roma, non replico perchè le scrissi i miei sentimenti in altra mia; ma giacchè sento la risoluzione di mandarlo, io devo assicurarlo che io non posso, ne potrò mai darle la minima assistenza; primo: perchè io non ho più occasioni di andar a Roma, saltem per lunghissimo tempo; secondo, neppur posso scrivere, perchè non ho più sanità, ed appena posso accudire alle cose più necessarie della Congregazione. Sicchè sopra di me non vi è da appoggiarsi niente affatto, onde convien porlo sotto la custodia di qualche vero Servo di Dio ben conosciuto ed esperimentato, giacchè ora siamo in tempi che non si sa di chi potersi fidare, e sono quei tempi predetti da S. Paolo: Instabunt tempora periculosa; ed in Roma i pericoli sono sopragrandi ecc.
Di suo figlio non ha da render conto a Dio suo cognato, ma lei stesso, e però pensi bene a ciò che fa ecc.
Le sue croci se le fabbrica da se stesso, perché pone i suoi pensieri e desideri fuor del suo centro.
La volontà di Dio è che lei pratichi le virtù secondo lo stato che ha preso, né deve pensare di mutarlo con separarsi, ed andare in Religione per tirarvi poi la moglie e figlia; questi sono spropositi e tentazioni. Il Monastero di Corneto non é per sua signora Consorte nè per sua figlia; so cosa io dico, le prime pietre già sono destinate, e chi ha da entrar là, deve essere d'anima ben preparata e santa, aliter nihil; e poi, chi sa quando sarà finito? io forse non sarò più vivo; ed è la più sicura chè sto col piede nella fossa.
Sicchè pensi a farsi santo da buon secolare, accudisca fedelmente alla sua Casa. Se non puole far tanta orazione, faccia come puole.
Una buona mezz'ora la mattina, l'altra la sera, e la s. Messa ogni giorno, può bastare al suo stato, procurando di tenersi raccolto intus, ed aspirar spesso a Dio, senza fissazioni e sforzi: facendo così e lasciando sparire gli altri pensieri, lei avrà pace ecc.
Se passerà di qui il Signor Paolini col suo figlio, procureremo di usargli tutte quelle convenienze secondo le forze della povertà che professiamo; e qui racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù con tutta la piissima sua Casa, passo a raffermarmi di vero cuore
Di V. S.

Posso accertarlo che io ho persa quasi affatto la salute, e sono tornato dalle Missioni malconcio; ora però ho stabilmente risoluto di non uscir più in Missione ecc., e stento anche a scrivere ecc.

S. Angelo li 24 ottobre 1761.

Indeg.mo Servitore Ob.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino per Rio Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 414, a pag. 724


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (113)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 8 dicembre 1761.

£[era nel Vol. I, al n. 415, a pag. 726]

114
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso amat.mo; con tal titolo scrivo ai nostri, nè lei si lamenti. (1)
Ricevei nella posta di ier sera la sua carissima segnata al 18 dello scorso novembre e rispondo in succinto che ho da far altre cose.
Primo: dico che in ordine a suo figlio non so più che dire, nè devo replicar altro, poichè parmi essermi ben spiegato nell'altra mia. Ma V. S. aderisce al suo cognato, ed io che ho da dire? Vedremo chi l'avrà indovinata meglio.
2 Circa poi al passar di qui, mi dispiace che staranno male, ma se vorranno riposarsi per poi proseguire il loro viaggio per Roma, saranno padroni.
3 In quanto poi all'intromettermi io in far ricevere detto suo figlio da nostri Benefattori, ciò non posso nè devo farlo in veruna maniera, per quei giusti e prudenti fini a me noti, e poi neppure lo accetterebbero mai. Lei deve sapere che io vado con una soggezione infinita in casa di Benefattori, e mi fermo meno che posso, nè mi lascio vincere dalle preghiere, e così fo per tutto, e so che si prendono soggezione grande quando qualche nostro Benefattore secolare va a trovarli, il che succede rarissimo, e so che piuttosto vanno all'osteria, e fanno bene, poichè non conviene aggravare i Benefattori più di quello che abbisogna ai nostri Religiosi, il che da noi si pratica con grande riguardo, massime in Roma, dove stanno con maggior soggezione ecc.
Da tutto ciò lei può rilevare che io mai devo intromettermi ed impegnarmi in simili cose, nè in altro spettante a cosa temporale. Sicchè V. S. mi dispensi da tali impegni.
Lei non doveva incomodarsi col mandare al Monte Argentaro il rapè col rosolio, perchè tanto non lo avrò; omnia sunt communia, e neppure mi mandarono l'altro tabacco che tempo fa lei mandò; ne hanno bisogno loro, ed io, silenzio, e godo se ne servano nei loro bisogni. La ringrazio però in Gesù Cristo, et Dominus retribuat tibi di tanta carità che mi continua, come sempre ne pregherò il Signore. Io non lo potrò servire con le bizzocche che accenna, nè in Vetralla nè altrove, perchè non vi tratto, nè voglio trattarvi se non quando sono in Confessionario, poichè allora non posso cacciare nè rifiutar veruno; ho più paura ora da vecchio che da giovane; Martiniane fuge.
Non abbiano speranza di vedermi più all'Isola; sto con i piedi nella fossa e vuole che venga all'Isola? absit.
La prego dei miei saluti in Domino alla sua signora pia Consorte e figli; e racchiudendoli nel Costato SS.mo di Gesù, sono con tutto l'ossequio e stima
Di V. S.

Ritiro di S. Angelo 8 Dicembre 1761.

Ind.mo Servitore Obbl.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Oss.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino per Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 415, a pag. 726



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (114)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 5 gennaio 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 416, a pag. 727]

115

I. C. P.

Mio car.mo ed amatissimo Signor Tommaso, (1)
Ier sera ho ricevuto per la posta del Monte Argentaro una sua car.ma piena di divote esclamazioni; e siccome le mie lettere non son poche, così avrei gradito più che le avesse espresse in orazione all'Altissimo; ma ciò non importa, poichè sempre più scorgo la carità del suo buon cuore verso di me, et Dominus retribuat tibi de omnibus, anche del buon rapè e rosolio inviatomi e trasmessomi qui dal P. Rettore della Presentazione; e di tutto S. D. M. le rimuneri la carità ecc.
Del resto poi, che si ha da fare, vedendo tanti mali e guai? Meglio è esporli a Dio e pregarlo di soccorso, e poi proseguire a passarsela presso il Signore in silentio et spe, nè so cosa dir di più in risposta di detta sua car.ma, segnata li 2 dello scorso novembre e ricevuta ier sera.
Le buone feste e buon Capo d'Anno gliel' ho pregate dal Signore e nella novena e nella gran Solennità, e continuo dal Sacro Altare. Se Dio benedetto fa piovere sopra di lei e sua Casa le grazie e benedizioni che le ho pregate e prego, certo che saranno ricchissimi de rore Caeli, che è quello che più importa, et de pinguedine terrae ancora; ho fretta, e lo racchiudo con tutta la Casa nel Costato SS.mo di Gesù, e sono di cuore
Di V. S. Ill.ma

Ritiro di S. Angelo li 5 del 1762.

Io ho risposto sempre alle sue lettere per la posta di Siena, Piombino ecc. (1).

Aff.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale esistente nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino per Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 416, a pag. 727


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (115)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 9 gennaio 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 417, a pag. 729]

116
I. C. P.

Jesus.

Car.mo Signor Tommaso, (1)
Ho ricevuta ier sera la sua lettera dei 28 dello spirato dicembre.
Lei potrebbe in poche parole spiegarsi, e scrive facciate di cose superflue e senza sugo, e non sa che io non ho tempo da buttare.
Rispondo dunque ai punti essenziali di detta lettera, e dico che io non posso, non devo e non voglio intromettermi in cose temporali, che non me ne intendo, nè le mie occupazioni lo permettono.
2. Circa suo figlio, siccome io non posso in modo veruno accudirvi, così è superfluo che me ne parli più.
3. Circa gli esercizi fatti, lei si regoli in praticare quei proponimenti confacenti al suo stato coniugale, e specialmente a far gran conto di soddisfare agli obblighi del suo stato e famiglia, che è quanto devo in risposta; e qui racchiudendola nelle Piaghe SS.me di Gesù colla sua famiglia, passo a raffermarmi
Di V. S.

S. Angelo li 9 del 1762.

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo P. D. +.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi Siena Piombino per Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 417, a pag. 729



Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (116)

Ritiro di S. Giuseppe, Monte Argentario, 24 marzo 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 418, a pag. 730]

117
I. C. P.

Car.mo Signor Tommaso amatissimo, (1)
Ho ricevuta una sua car.ma in atto di Sacra Visita, già ormai terminata in questi due nostri Ritiri, dai quali sono di partenza presto. Iddio le permette le accennate tentazioni acciò si umilii sempre più e non si fidi di se stesso, fuggendo a tutto potere il tratto, massime di confidenza, col diverso sesso, a riserva della buona sua signora Consorte. Non si fidi adunque, perchè sono spesso caduti i cedri del Libano; abbenchè siano parenti, sorelle, serve ecc. bisogna temere e fuggire.
Adoro la Divina Volontà nella dimora del suo figlio nella Corte di codesto suo Principe, sebbene la Corte per lo più è molto pericolosa; io non manco, nè mancherò di raccomandarli a Dio nel tenue capitale di mie fredde orazioni, così faccia lei per me; e racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù, con tutta la sua pia famiglia, mi riprotesto di cuore in fretta
Di V. S.

Nel Sacro Ritiro di S. Giuseppe li 24 marzo 1762, di partenza.

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig. Sig. P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 418, a pag. 730


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (117)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 4 giugno 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 419, a pag. 731]

118
Carissimo sig. Tommaso amatissimo, con questo titolo scrivo a tutti i nostri di Congregazione (1)
Poco fa si è ricevuta la sua carità dei due tonni, inviati per mezzo del signor Palomba, e tutto questo Ritiro, con l'indegno che scrive, gliene sarà grato presso Dio nel tenue capitale delle nostre orazioni, come sempre si fa. Gesù dunque gliene conceda temporale ed eterna retribuzione. In ordine poi al figlio studente in Roma, io non ho lume veruno per dirle qual sia il miglior compenso. Lei bilanci ciò che le par più proficuo, se il collegio o la Corte, e poi lo risolva; secondo la ragione naturale, meglio è il collegio che la Corte, perchè avrà più direzione e più buoni esempi. Lei poi risolva ciò che Dio l'ispira. Giacchè vi è comodo di farlo studiare, purchè il giovane abbia talento e non sia inclinato alla libertà dei sensi ecc., è bene farlo studiare. Questo è quanto posso dire, secondo il mio cortissimo intendimento. Intanto lei prosiegua ad essere fedele a Dio, attendendo a quella perfezione che porta il suo stato di secolare ammogliato, ed accudisca con ogni accuratezza al buon governo di sua famiglia nello spirituale e temporale, senza stirature indiscrete, ma con carità, prudenza, vigilanza e mansuetudine, e somma pazienza ecc.; e qui racchiudendola in fretta nel Costato SS.mo di Gesù, con tutta la sua famiglia, mi riprotesto di cuore
Di V. S. Ill.ma

S. Angelo li 4 giugno 1762

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo Paolo Della Croce.

Lei non dice bene a chiamar codesto loro Principe Sovrano, perchè Sovrano è il Re, il loro Principe è feudatario e non più.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio x Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 419, a pag. 731


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (118)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 26 giugno 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 420, a pag. 732]

119
I. C. P.

Car.mo Signor Tommaso amatissimo, (1)
Ier sera questo P. Rettore mi consegnò una sua car.ma, mandatagli per la posta dal Signor Palomba di Civitavecchia, in cui avvisa tener presso di sè un cuniotto di sott'olio trasmesso dalla di lei instancabile carità. Io già risposi alla sua lettera, e le dicevo aver ricevuti i due tonni; e prego il Sommo Datore di ogni bene che la rimuneri di tutto, con copiose grazie e spirituali e temporali, come vivamente spero, e se ne continueranno le orazioni al Signore.
In quanto al venire e fare il viaggio alla Santa Casa, io le dirò il povero mio sentimento.
In queste parti i tempi sono molto strani ed incostanti, non si vede da molto tempo in qua una giornata perfettamente buona: pioggie quasi continue, grandini che hanno dissestato alcuni paesi qui intorno, non però in questo territorio; insomma si vede che Dio è sdegnato, e pare siano imminenti maggiori flagelli. Adunque miglior compenso sarà di starsene costì in sua casa, accudendo alla divota sua famiglia ed interessi domestici, attendendo al suo profitto spirituale ed interiore raccoglimento, che per lo più si perde nei lunghi viaggi. Oltre di che corre molto pericolo che possano porsi delle gravi malattie per i tempi incostanti di caldo e freddo che continuano. Questo è il mio debole consiglio.
Intanto sempre più le vivo grato e gratissimo della sua carità, e per le feste di S. Giacomo e S. Anna celebrerò le solite due Messe per lei e per la signora sua Consorte, che insieme di tutta la casa racchiudo nel Costato SS.mo di Gesù, e resto con tutto l'ossequio

S. Angelo li 26 giugno 1762.

Suo vero Servitore aff.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig. P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 420, a pag. 732


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (119)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 2 agosto 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 421, a pag. 733]

120
I. C. P.

Carissimo Signor Tommaso, (1)
Rispondo alla car.ma di V. S. in data delli 13 luglio, e non ho risposto sinora, per essere stato costretto per le mie solite indisposizioni a prendere il letto, e nè tampoco ho potuto celebrare le Messe per S. Anna per la carità del tonno caritativamente inviatomi, di cui gliene vivo sempre più obbiigato, ma le celebrerò quando potrò.
In quanto a ciò che mi dice dei venti e tempeste che soffiano, le rispondo che Iddio creando gli animali, a tutti fece la lingua fuori che ai pesci, perchè appunto star dovevano fra le tempeste, per insegnarci che chi sta fra le tempeste dei travagli, tentazioni ecc., non deve aver lingua per lamentarsi, ma starsene nel fondo del suo cuore aspettando in silentio et spe la tranquillità.
In ordine al di lei figlio, ben volentieri condiscenderei che venisse qui a mutar aria, se non fosse che ostassero i due seguenti motivi. Il primo e principale si è che minacciando il Ritiro rovina, ha bisognato accomodarlo, ed i Religiosi sono costretti a dormire due per stanza; secondo è contro il nostro Istituto il tenere in Ritiro giovinetti per giusti e santi fini, a riserva che per fare gli esercizi spirituali o per provare la vocazione.
Godo che il detto signor figlio si approffitti, e qui racchiudendola nel Sacro Cuor di Gesù, resto raccomandandomi alle sue sante orazioni
Di V. S. Ill.ma

Ritiro di S. Angelo li 2 agosto 1762.

U.mo D.mo Servo Ob.mo PAOLO DELLA CROCE. (2)

(Conforme all'originale [a. m.] conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone in Cristo Oss.mo il Sig. Tommaso Fossi. Sia l'indirizzo che la lettera è di mano altrui.
2. Il nome è di mano del santo.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 421, a pag. 733


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (120)

Ritiro di S. Angelo, Vetralla, 4 settembre 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 422, a pag. 734]

121
I. C. P.

Carissimo signor Tommaso e figlio in Cristo dilettissimo, (1)
Nella posta di ier sera ho ricevuta la sua car.ma, segnata li 20 dello scaduto agosto. Lei è padrone di far il viaggio della Santa Casa quando vuole; dico bensì, che qui multum peregrinantur, raro sanctificantur. Stimo che vi sia maggior servizio di Dio l'assistere alla sua famiglia ed interessi in casa.
Convien prendere gli eventi che sieguono dalle mani ss.me di Dio, tanto in ordine al servitore, che altri ecc.
Già ho risposto al signor Paolino ed alla signora Teresa ed ho accluse a lei le lettere.
Anche il signor Michele (2) mi ha scritto da Roma, e si scorge che è un ottimo figliuolo, pieno di ottimi sentimenti, e massime, come gli altri due suddetti, e lei ha motivo d'essere molto grato al Signore. Il detto signor Michele mi diceva che sperava di vedermi presto, e Dio sa quanto lo gradirei, ma due motivi me lo impediscono. Uno si è l'esser il Ritiro in fabbrica, che stanno due per cella i religiosi, l'altro che io parto fra pochi giorni per le Missioni, essendo ora alquanto migliorato dalle mie indisposizioni; perciò l'ho pregato di non venire a buttare il viaggio, avremo tempo a Dio piacendo. Il signor Paolino ha vocazione di essere dei nostri, io gli ho detto che quando avrà studiato la rettorica avrà almeno 15 anni di età, lo riceveremo assai volentieri, purchè sia ben sano e robusto ed abbia studiato ut supra, perchè qui non v'è altro studio che di filosofia e teologia; perciò è necessario aver studiata la rettorica.
Termino con racchiuderlo nel Costato SS.mo di Gesù, con la signora sua Consorte e figli, ed imploro le loro orazioni; e sono con tutto l'ossequio in fretta.
Di V. S.

S. Angelo li 4 settembre 1762.

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti)


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio x Pogio Isola dell' Elba.
2. Tutti e tre figli del Fossi.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 422, a pag. 734


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (121)

Ritiro di S. Maria del Cerro, 13 novembre 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 423, a pag. 735]

122
I. C. P.

Car.mo ed amatissimo signor Tommaso, (1)
Il nostro Divin Redentore c'insegnò col suo esempio la clemenza, e questa vorrei che praticasse lei presentemente col signor Michele di lei figlio, quale se ne sta in un mare d'afflizione e d'affanno per le sue troppo severe lettere.
Mi scrive con tutta schiettezza, e mi dice non sussistere ciò che ha scritto a V. S., anzi il medesimo seguita a studiare, e proseguisce i suoi spirituali esercizi come prima; sicchè lei veda di consolarlo, acciò prosiegua a studiare di cuore come prima. Gli scriva, e si sottoscriva padre, come prima, che basta la mortificazione che gli ha dato. Ogni cosa con misura, peso e numero. Di tanto dunque la prego colla presente, mentre con salutar caramente tutti di Casa, la lascio nel Sacro Cuore di Gesù.
Di V. S. Ill.ma

Toscanella dal Ritiro della Madonna del Cerro li 13 novembre 1762.

Aff.mo Servo Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE. (2)

Carissimo signor Tommaso: lei non sia così facile a credere ciò che le è stato scritto del suo figlio, il signor Michele; a me scrive il medesimo con una schiettezza e semplicità grande che fa conoscere essere vero ciò che dice: pare a lei che un figlio sì ben educato e sì tenero di età voglia essersi innamorato?
Carissimo signor Tommaso: lei gli vada con dolcezza da padre, lo istruisca ecc. Lei sa che io non lo consigliavo di mandarlo a Roma, città di gran pericolo; ma lei ha creduto a suo cognato ed io non so che dirmi. Ora che vi è, bisogna far di necessità virtù ecc.

(Conforme all'originale [a. m.] conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti) .


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Col.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino per Rio Pogio Isola dell' Elba.
2. Dopo la firma c'è scritto "Volti" e sul retro della lettera è aggiunto il post - scriptum.
3. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 423, a pag. 735


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (122)

Ritiro di S. Maria del Cerro, Toscanella, 28 dicembre 1762.

£[era nel Vol. I, al n. 424, a pag. 736]

123
I. C. P.

Carissimo signor Tommaso e figlio in Cristo amatissimo,(1)

Ho ricevuta ier sera la sua carissima, con l'acclusa del signor Paolino, e parimente in questa stessa posta ho ricevuto lettera del signor Michele; e sebbene sto poco in salute, rispondo a posta corrente al padre ed ai figli, che bramo tutti santi e lo spero.
Rispondo dunque ai punti principali di sua lettera. Dico che va assai bene il sentimento di attendere alla perfezione, secondo lo stato matrimoniale, e così le ho sempre detto e scritto, perchè così si fa sicuramente la volontà di Dio.
Circa la continenza, lei sa che sempre e sempre più costantemente le ho insinuato a starsene nella santa libertà che seco porta il matrimonio, tam in petendo, quam in reddendo, e questo è obbligo preciso di coscienza; sicchè si regoli così. La signora sua Consorte è piissima ed è una delle donne forti che dice Salomone, ma è sempre donna e ancora in età robusta, e lei non è ancor vecchio. Sicchè faccia lei la conseguenza, ne tentet vos Satanas.
Si guardi di non dar ombra di tentazione di gelosia alla buona Compagna, poichè anche le colombe, sebbene tanto innocenti e semplici, sono gelosissime del compagno, ed e contra, se potessi parlare alla buona signora Vittoria, in poche parole le leverei la tentazione pestifera di tal materia, nè la proverebbe più. Basta: lei non glie ne dia occasione; le mostri ogni affetto santo coniugale, la disinganni, verbo et opere; in tal forma conserverà perpetua pace e carità.
Non è poi vero niente affatto che Dio si sia ritirato da lei sin da 28 anni in qua. Oh, che sproposito! Non se lo lasci mai più fuggir di bocca nè dalla penna. Dio è sempre con lei, e lo assiste con grazia trionfatrice, e le continua grazie sempre maggiori. Gli sia grato, lo ami assai, non lasci mai la sua orazione e la solita frequenza dei SS.mi Sacramenti e il santo raccoglimento e solitudine interiore, senza però fissazione di capo, ma il tutto sia pacificamente ecc.
Non prenda la minima confidenza con donna veruna, abbenchè stretta parente.
Si faccia servire o da sua moglie o dalla sua figlia, tanto più che è una figlia che è tutta di Dio, con patto però che si faccia solamente servire dalla medesima in quelle cose di pura necessità, che non puol fare da se stesso. S. Carlo non incomodava neppure la sua servitù, se non per pura necessità, ed acciò dormissero quieti, si prese l'assunto d'andar esso a svegliarli al tempo di alzarsi. Anche con le figlie bisogna essere cautissimi, e lasciargli un eterno esempio in eredità di somma modestia.
Carissimo signor Tommaso, quia animam tua accepta est Deo, necesse est ut tentatio probet te; ma verrà il tempo di esultare in Dio nostro Salvatore; ed intanto esultiamo in fare la santissima sua volontà per ignem et aquam, per infamiam et bonam famam, et per multas tribulationes.
Io sto per lo più pieno d'incomodi ed acciacchi, ed appena mi posso strascinar per il Ritiro; ho lasciato Missioni, ed ogni altro esercizio per i Prossimi, perchè non posso più, che se potessi, anche adesso vorrei essere in campagna, che i bisogni del mondo sono troppi e grandi ecc.
Le compiego un biglietto per il signor Paolino, e scrivo ancora al signor Michele, ringraziando lei assai della carità usatami in effettuare le mie suppliche col consolare quel buon figliuolo, che amo molto in Gesù Cristo, e se il Ritiro non sarà troppo occupato, alle vacanze voglio che venga a villeggiare con me a S. Angelo, e vi stia sino all'apertura delle scuole ecc. Mi saluti in Gesù Cristo la signora Vittoria e le sue buone figlie, mentre racchiudendola nel Costato SS.mo di Gesù, con tutta la Casa, mi riprotesto di cuore

Toscanella, Ritiro di S. Maria del Cerro li 28 dicembre 1762.

Le buone feste glie l'ho date nella Novena e dal Sacro Altare; così farò del buon Capo d'Anno, ed in tal forma lascieremo i complimenti ai mondani.

Suo Indeg.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO DELLA CROCE.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig. P.rone Col.mo il Sig. Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio x Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 424, a pag. 736


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (123)

Ritiro di S. Maria del Cerro, Toscanella, 19 febbraio 1763.

£[era nel Vol. I, al n. 425, a pag. 739]

124
I. C. P.

Car.mo signor Tommaso amatissimo,(1)
Ho ricevuta ier sera la sua carissima dei 30 gennaio, e spero avrà sempre ricevute le mie risposte. Su di ciò mi dice nella sua lettera, non so, nè posso in coscienza dirle altro, se non che bisogna troncare affatto il tratto con la persona N. accennata: io vedo che v'è dell'attacco nascosto, e che il falso zelo, o il diavolo sotto tal pretesto, le tende un gran laccio per farlo cadere in precipizio. Tali battaglie non si vincono che col fuggire, e chi si fida, non cadrà, ma già è caduto per la superbia ecc.
Io non dico che la mandi via, ma lei non vi tratti, non si faccia servir a solo. Lei ha la moglie, ha una figlia nubile, da esse si faccia servire, ma quella serva la Casa, e lei ne stia lontano, con gran custodia dei sentimenti massime degli occhi: ciò si deve praticare con ogni prudenza, per non dar qualche sospetto ecc.
Se Dio la provvedesse, sarebbe meglio lasciarla andare: ma in casa, mai bisogna tener servitù giovane, trattandosi di donne. Vi sono i figli grandicelli, ed io che ho fatto il Missionario, so i gran pericoli e precipizi per tal cagione. Circa le Missioni, già io non ne faccio più, che non posso più, e per l'età e per gl'incomodi di salute ecc., nè posso mandar veruno sinchè non sia fatto il Capitolo Generale; allora vi penserà chi sarà Superiore Maggiore; ed in fretta sono di cuore

Cerro li 19 febbraio l763.

Suo Aff.mo Servo Ob.g.mo PAOLO D. +.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Oss.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio x Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 425, a pag. 739


Sig. Tommaso Fossi. Poggio D'elba. (124)

Ritiro di S. Maria del Cerro, Toscanella, 5 aprile 1763.

£[era nel Vol. I, al n. 426, a pag. 740]

125
I. C. P.

Passio D. N. I. C. sit semper in cordibus nostris.

Car.mo Signor Tommaso, (1)
Rispondo in fretta, che son solo a scrivere, alla sua carissima, in data dei 14 dello spirato marzo, e le rendo grazie in Gesù Cristo dei buoni zerri salati, che ricevei giorni sono, ed i religiosi gli hanno fatto onore la Settimana Santa, et Dominus retribuat de omnibus. Ha fatto bene a licenziare la serva, e spero che Dio la provvederà; in queste cose bisogna esser cauto e minuto, perchè sono di sommo pericolo. Circa i suoi interessi, non è da me l'entrarci. Lei si consigli con pratici, prudenti e timorati.
Non risposi al suo figlio Paolino, perchè non vi era cosa particolare ed avevo da fare, come ho sempre, essendo occupato, senza il segretario che è fuori, e con pochissima salute. In ordine al venir alle vacanze il suo figlio al Ritiro di S. Angelo col prete che accenna, non posso per ora accettarlo, perchè in detto Ritiro vi si è aggiunto lo studio di teologia, consistente in otto soggetti. Quando vi sarò giunto io, vedrò come si puol fare, e lo renderò avvisato, giacchè vi abbiamo del tempo. Non mancherò, come non manco, di pregare il Signore, secondo la di lei intenzione e per la figlia in Marciana.
Non è bene guidarsi secondo lo spirito proprio, anzi è errore, e perciò lei si procuri un soggetto dotto e pio, e si consigli sempre.
Io sono troppo lontano e non ho lumi, nè altro ecc.
Parmi aver risposto ai punti di sua lettera, e risposi sempre a tutte le altre, ma è facile costì lo smarrimento.
Lo racchiudo nel Costato SS.mo di Gesù con la signora sua Consorte e famiglia; e sono di vero cuore sempre più
Di V. S.

Toscanella, Ritiro del Cerro li 5 aprile 1763.

Indeg.mo Servitore Ob.g.mo PAOLO D. +.

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).


1. La lettera è intestata: All' Ill.mo Sig.re Sig.re P.rone Oss.mo il Sig.re Tommaso Fossi Siena Piombino x Rio per Pogio Isola dell' Elba.
2. La lettera nell'edizione precedente, era nel Vol. I, al n. 426, a pag. 740



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