Fulgenzio Pastorelli




Lettere di S. Paolo

a P. Fulgenzio Pastorelli di Gesù





1

P. Fulgenzio Pastorelli di Gesù 1 :

Ritiro Presentazione, 19 11 1740 (era in L II, 68)

(64)


I. M. I.

Carmo P. Fulgenzio,
Gesù sia sempre nei nostri cuori. Domenica arrivassimo in Roma sani e salvi e senz'acqua, che non fu poca grazia di Dio. Le cose s'incamminano bene, ma v'ndrà del tempo a sbrigarle ; non s'è però ancora parlato a Nostro Signore perché preceder devono le informazioni ecc.
Seguitino a pregare S. D. M. che ci faccia fare la sua SS. Volontà e superare tutte le gravi difficoltà, come si spera, confidando nella Bontà infinita che il tutto riuscirà di maggior gloria di S. D. M. ecc.
Le Messe del signor Tommaso non si celebrano perché l'Emo Protettore, in casa di cui siamo alloggiati con rara carità, vuole che si celebri per lui ecc. e però le celebrino loro. Se le cose andranno bene, come spero, può essere che non veniamo soli : fiat voluntas Dei.
Porti la Croce con la solita sua pazienza e carità, e faccia cuore a tutti a servir Dio, e massime al Chierico, acciò non s'ingolfi più nel mare del mondo ecc.
Salutiamo in Gesù con tutto l'affetto i nostri amatissimi Fr.li vicinati il P. Carlo, Antonio, il Chierico e Fr. Pietro e tutti li abbraccio nel Costato di Gesù insieme V. R desiderando che tutti siano santi.
Mi scordavo. S'è comprato per fare sette abiti, di panno mediocremente buono e spero per Natale sarà costì, perché prima si fa tingere, e se non è venuto quel del Casentino non lo faccia più venire, ché si rimedierà in altro modo. Faccia venire il grano di Magliano, come dissi, ed avvisi a Pereta che il panno non venga più, giacché non è venuto sin'ora che siamo provveduti in altro modo ecc. Resto con abbracciarla in Domino. Gesù li benedica tutti.
Di V.R.
Roma ai 19 novembre 1740

Umo Servo Indegmo
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP)





2

P. Fulgenzio Pastorelli, 2 :

Ritiro Presentazione, 31 03 1746 (era in L II, 70)

(65)

Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Carmo ed amatmo P. Fulgenzio,
In questa posta sono privo delle sue carissime lettere, cosa che mi ha fatto dubitare di sua salute, tanto più che sapevo essere V.R. ritornato in Orbetello per confessare le monache, e con le sue continue preziose indisposizioni. Io feci un dolce lamento con V.R. per il fine suddetto delle Monache, perché mi preme la sua presenza in Ritiro. So che la sua gran carità e dolcezza avrà saputo compatire la mancanza, mentre ben sa quanto sono imperfetto, e la santa carità le farà aver compassione di un'anima così povera e tanto imperfetta come la mia : intanto con tutto il cuore gliene domando perdono.
Grazie a Dio, lunedì di Passione, giorno 28 spirante, in cui l'Evangelo SSmo diceva : Si quis sitit veniat ad me et bibat, ecc.(Gv 7,37), il Vicario di Gesù Cristo fece il rescritto di proprio pugno alla minuta del Breve, per la conferma delle nostre sante Regole, col Placet Prospero, che è il nome di battesimo di Nostro Signore. Ora si distende il breve, che per essere assai lungo porta una spesa di circa 140 scudi. Ieri di nuovo fui ai piedi di Nostro Signore a ringraziarlo, e lo pregai di qualche carità ; mi disse che avrebbe parlato al Cardinale Passionei Segretario dei Brevi.
Non dico niente de' piccoli travagli, contrasti, contraddizioni ecc. ; non dico niente dell'Altissima Provvidenza di Dio, che, con tutte le diligenze usate non ha voluto, che prima dei giorni di Passione uscisse la grazia, e con tanti misteri. Si ricorderà V. R. che con tutte le diligenze usate, non si potè entrare solennemente in codesto Ritiro, né celebrarvi il Divin Sacrificio, che il giorno dell'Esaltazione della S. Croce. Nos autem (si cantò la prima volta in nostra Chiesa) gloriari oportet in Cruce Domini Nostri Iesu Christi (Gal 6,14).
Queste sono cose mirabili che insieme alle altre conviene tenerne memoria. A voce, quando Dio vorrà, sentirà ecc.
Il Breve non potrà essere spedito che dopo la domenica in Albis, e me lo manderà S. E. Per l'ordinazione tutto anderà bene con l'indulgenze ecc.
Io sto grazie a Dio negoziando tutto per bene della Congregazione, mentre sempre più m'assicuro dell'opera di Dio e così la sente (dirò così) tutta Roma, e Religiosi e Prelati, ecc. Le Costituzioni sono in buon ordine, e nulla s'è toccato dell'essenziale ; e Dio sa come l'ho passata io ! E la Congregazione è stata mossa da Dio di mandarmi qui, aliter chi sa che, non dico per mesi, ma forse per anni, non si sbrigava e forse passava in un lungo silenzio.
Sono stato non poco al tavolino, a fare le notazioni e visitare gli scritti, e tutto è passato per mano mia, avendo poi veduto tutto i Cardinali. Troppo lungo sarei se volessi dare una succinta regolata relazione. Dio mi ha aiutato, ed è, posso dire, un miracolo della misericordia di Dio, che siasi sbrigato in tal forma quest'affare, e così presto. Avviserò quando se ne dovranno fare i solenni ringraziamenti a Dio ecc. ; intanto non tralascino tutti di lodare e ringraziare l'Altissimo, ecc.
Qui ho commesso altre 18 canne di panno ottimo, per fare 12 abiti, e 12 canne ne ho già prese io, come avvisai. Gli abiti dureranno almeno 5 anni in bontà. Vi vogliono zecchini 18, e bisognerà mandarli a Viterbo che avviserò a suo tempo.
Io credevo partire domani, ma non posso, spero senz'altro di partire sabato ; onde V.R. non scriva più a Roma, ma al Ritiro di S. Angelo in Vetralla, dove mi tratterò sino dopo Pasqua ; poi anderò a Soriano per la fabbrica e ritornerò poi a S. Angelo. Se fosse tempo buono potrebbe mandare i Religiosi la 2ª festa di Pasqua col garzone, ma vado pensando che forse sarà meglio, che prima vada io a S. Angelo per vedere che comodo c'è.
Almeno bisogna mandarne 6 o 7 : Confr. Rosato M., Confr. Giuseppe, e quattro altri che stimerà bene V.R., e se quel Lucchese che ha 22 anni, conosce abbia fatto buona riuscita, lo mandi, per essere più prossimo all'ordinazione ; lascio di tutto la cura e la libertà a V.R. Conviene mandargli insieme gli abiti per l'estate, almeno per chi l'ha ; pensi a tutto V.R., acciò riesca bene. Mi mandi per carità in tale occasione 4 camicie per i bagni, due lenzuoli, sudari, due salviette, sciugamano, 6 libbre di andacini ( ?) e 4 di riso, perché al bagno non vi sono tali cose ecc.
Se vuole risolvere far partire i Religiosi le feste di Pasqua, lo faccia e se stima meglio 8 giorni dopo, faccia lei, e mandi i somari più forti. Io ho la testa non poco piena di pensieri ed occupazioni : penserà al di più V.R.
Della Bolla mi sono scordato, e compatiranno ; è la Bolla dell'usura ma cosa non molto rimarchevole ; m'informerò meglio, lo dica al P. Tommaso. Dal Ritiro di S. Angelo scriverò anche a lui. Resto in fretta, e l'abbraccio nel Cuore dolcissimo di Gesù con tutti i Religiosi. Facciano buona Settimana Santa e buona Pasqua. Addio e preghino per me.
Mi saluti i signori Grazi, Caseglias et omnes ecc.
In fretta
Di V. R.
Roma ai 31 marzo 1746 di partenza sabato.

Indegmo Servo affmo.
PAOLO D.+

Questo è il sigillo della Congregazione con la palma e l'olivo.

(Originale AGCP)




3

P. Fulgenzio Pastorelli, 3 :

Ritiro Presentazione, 14 04 1746 (era in L II, 73)

(66)


Carmo P. Fulgenzio,
V.R. sa quanto l'amo in Dio, e sempre più vedo verificato che lei è quello che è socius peregrinationis meae (cf. 2 Cor 8,19) ; perché più di me porta il peso, ed io le sono di non poca croce ; ma se non avessi V.R. come farei ? Dio sa tutto. Sento che V.R. sta poco bene e già lo so ; per amore di Dio si riguardi e non risparmii spesa veruna per curarsi un poco nel mese di maggio.
Scrivo in fretta due versi al P. Francesco Antonio. Non saprei come risolvere : la sua gita all'Isola è necessaria, il differirla al mio ritorno è tropo avanzata la stagione ; il miglior compenso si è di mandarlo adesso col compagno e potrebbe consegnarsegli Confr. Francesco o Fr. Giacomo. Ma chi sa che non convenga mandar qui Fr. Giacomo ? Basta faccia lei, mi spiace che il coro rimanga sprovvisto ; se poi si puole star sicuri dell'aria e dell'altre cose che m'accenna il detto P. Francesco Antonio si potrebbe differire. Esamini tutto.
Né qui né a S. Eutizio vi è più luogo da stare, se non si pongono come le alici, senza osservanza ; onde i missionari finita la compagna bisogna ritornino costì ; glielo dica, ché mi sono scordato ; fra poco spero che vi sarà luogo. In caso debba partire le mando la carta col sigillo, acciò gli faccia la licenza. Non so che dire di più, mi pare di aver molto e non so. Lascio a V. R.ma pienissima libertà e facoltà di tutto come foss'io.
L'abbraccio in Domino con salutare tutti i Religiosi, e sono con tutto il cuore.
Di V.R.
Ritiro di S. Angelo ai 14 aprile 1746.
I Religiosi sono abbattuti massime ConFr. Giuseppe.

Indegmo Servo affmo.
PAOLO DELLA CROCE
(Originale AGCP)




4

P. Fulgenzio Pastorelli, 4 :

Ritiro Presentazione, 23 04 1746 (era in L II, 74)

(67)


I.M.I.

Carmo ed amatissimo P. Fulgenzio,
Scrivo al P. Tommaso in risposta della sua, e procuro consolarlo e dirgli il fine per cui scrissi, ecc. Se l'accetterà non so, lo spero. Godo in Dio dei chiodi che mi tengono in croce, sebben piccoli, perché sono non solo piccolo, ma putridissimo animalaccio dei più schifosi ecc.
Godo sentire i soggetti che V.R. mi accenna. La lettera del signor canonico Randone non l'ho veduta : credo avrà risposto V.R., sebbene anch'io ho scritto al signor conte Garagni per atto di gratitudine, ecc. Scriverò ai soggetti di Orvieto in questa posta. Si puole ricevere non solamente questi, ma quel di Lucca, di Piemonte, se vengono, e tutti quelli che sono chiamati da Dio ; essendo segno ben chiaro della divina chiamata lo scrivere con tanta istanza e di lontano. Procuri V.R. che abbiano i dovuti requisiti e lo studio necessario, ecc. come credo abbiano i detti postulanti, rimettendomi pure all'altra mia, mandata da Bartolomeo ecc.
Scrivo anche un biglietto al P. Antonio. Adoro la Volontà di Dio, che mi tiene così. Adunque, carissimo P. Fulgenzio, riceva pure i postulanti con le solite cautele e requisiti ; e si armi sempre più di confidenza in Dio, che vedrà gran cose, gran cose ; non dico altro. Dei Ritiri se ne fonderanno ; vedrà. Li riceva adunque in nome di Dio. Oh, che gran missione il buon Dio fa fare a V.R. ! Oh, quanto vorrei dirle ! In Paradiso vedremo tutto in Dio. Ho molto da fare e non le dico altro ; procuri nelle conferenze di tenere prevenuti gli ottimi nostri Religiosi, affine soffrano e compatiscano l'infermità del soggetto : già m'intende : e Dio sa la mia pena, ma in pace est amaritudo mea amarissima (Is 38,17) : gli dica che lo guardino con occhio semplice, caritativo, ecc. per mantener la vera pace ; mi sono scordato di dire al P. Tommaso, che il P. Marcaurelio non potrà venire in Vetralla, che vi è da fare qui per fabbrica ecc.
Si farà alla meglio, ed anderà tutto bene. Raccomando tutto alla carità di V.R. Stia certissimo che Dio guida e maneggia il suo cuore, non dubiti di niente, apparecchi grandi Servi di Dio per la vigna di Gesù. Oh, che gran missione ! Addio, l'abbraccio in Domino con tutto il cuore. I miei più cari saluti a tutti, a tutti, che con tutto l'affetto li abbraccio nel Cuore dolcissimo di Gesù, e sono sempre.
Di V.R.

Il signor Cardinale s'aspetta a momenti, ed io spero porterà il Breve ecc. la spesa non è poca. Lo saluto per parte di tutti di qui.

Soriano, Ritiro di S. Eutizio ai 23 aprile 1746.

Indegno Servo affmo
P. D. +

(Originale in AGCP).




5

P. Fulgenzio Pastorelli, 5 :

Ritiro Presentazione, 7 05 1746 (era in L II, 76)

(68)

Nos autem gloriari oportet in Cruce D. N. Iesu Christi (Gal 6,14)

Carmo ed amatissimo P. Fulgenzio,
In questa posta sono rimasto privo di sue carissime ; oggi poi fuor di posta ordinaria ne ricevo una in data de' 22 ( ?) aprile. Sento i travagli di costì, vedo il diavolo scatenato, ma il buon Dio caverà bene da tutto, ne resti certo. Il laico Antonio è ottimo compenso imbarcarlo sicuro perché il disturbo non sarà poco ; sarebbe stato bene accompagnarlo con Confr. Gio. Battista, poiché non puole durarla, che i medici dicono che la indisposizione sua de' calcoli è incompatibile con la nostra vita. Dio darà lume a V.R. di tutto. Intorno ai Missionari spero parlarle a voce. Queste macchine, non sono secondo lo spirito di questa Congregazione.
Io sto in angustie intus et foris ; e la purga la fo, ma se farà profitto non lo so, spero e confido, giacché ora pare passi più il siero, e migliori ancora dell'indisposizione solita, che col beneficio del bagno, v'è probabilità possa svanire ecc.
Adoro i divini giudizi che ancora non dispone la Maestà Divina che abbia il Breve, né il signor Cardinale nelle sue lettere me ne parla, sebbene mi disse nella mia partenza di portarmelo qui ; ma siccome la spesa è grande, non so come la maneggerà, ed anche questo ed altre cose mi aiutano a stare più crocefisso. La venuta del medesimo non so quando sarà, perché è alquanto indisposto, ed io sto aspettando su la santa croce.
Io non ho ancora accettato l'ufficio di Preposito, sebbene sono fatti tutti i Capitoli i quali sono d'accettarlo nella pubblicazione del Breve : onde non mi riguardino ancora in tal carica, mentre subito ricevuto il breve V.R. sarà avvisato di tutto, e mi tratti per amore di Dio, al solito, senza il minimo titolo ecc.
Credo che saranno giunti i Religiosi, che avvisai nell'altra mia : in tutto bisogna abbassare il capo al divin beneplacito. Mi dicono che ConFr. Rosato Maria si scuopre asmatico, ed anch'esso fra poco ritornerà a Viterbo, e credo che V.R. gli avrà mandato i suoi vestiti ecc. Sebbene tali eventi sembrano un poco amari, sono però proficui, poiché tenendo gente inferma, sarebbe un gettare a terra la disciplina regolare. Godo che V. R. abbia risposto al signor conte Garagni, come pure dei soggetti ecc.
Sto come Dio vuole, e non so più che mi dire, se non raccomandarmi assai alle sue sante orarioni e di tutti gli amatissimi Religiosi. Come dissi, quando sarà pubblicato il Breve, accetterò di servirli sino al nuovo Capitolo, ed avviserò ; ma ora non mi guardino per tale ecc.
Il P. Rettore e il P. Gio. Battista vanno a Civitavecchia, e partono domenica al giorno. Il P. Rettore partì ieri per S.Angelo ; credo che la Missione sia già in Vetralla, ma ancora non ho rincontro. Io partirei di qui per andarli a trovare, ma mi conviene aspettare S. E. e piaccia a Dio, che non abbia da combattere per il Breve, per ritrovare il modo di prenderlo ecc. fiat voluntas Dei. L'abbraccio in Domino, e la prego per amore di Gesù ad aversi riguardo, per portare la santa croce. Io sono di vero cuore.
Di V.R.
Soriano, Ritiro di S. Eutizio ai 7 maggio 1746.

Indegmo Servo affmo.
PAOLO D. +

Aggiungo che suppongo che a quest'ora saranno venuti i due Religiosi e ConFr. Giuseppe. Si vede che non potrà durarla, onde consulti con l'altro del Ritiro, e poi in occasione si mandi il laico Antonio mandare anche lui. Di ConFr. Gio. Battista non so che dire : esamini come sta, se si sia in caso di durarla e se convenga provare qualche poco più ecc. io non sono in loco, V.R. ha tutta la facoltà ; faccia V.R. e s'accerti che le sue risoluzioni saranno benedette da Dio.

(Originale AGCP)




6

P.Fulgenzio Pastorelli, 6 :

Ritiro Presentazione, 13 05 1746 (era in L II, 78)

(69)


I. M. I.

Carissimo P. Fulgenzio,
Le accludo il biglietto mandatomi del Regolamento intorno ai Novizi che si licenziano o partono da sè. Domenica mattina, 15 corrente, parto per Vetralla per abboccarmi con Monsignore ; giacché S. Ema per le sue indisposizioni tarda a venire ; vero è che converrà ritornare qui, come è giunto il detto Eminentissimo. Godo sentire l'arrivo dei tre buoni giovani, quali mi saluterà in Gesù Cristo godendo molto e molto della loro sorte, perché chiamati dal grande Iddio a farsi santi ecc.
Io non essendo costì non posso giudicare sopra la partenza dei due Novizi, Conf. Giovanni Battista e Conf. Giuseppe. V.R. ha tutta la piena facoltà, risolva col suo Capitolo ciò che è più espediente nel Nome di Dio.
I breviari li farò venire, almeno farò il possibile. Del laico Antonio non dico altro ; adoro le divine disposizioni, ma sento al vivo gl'incomodi di V.R.
Il P. Lucantonio desidero che operi con discrezione e soavità in omnibus et per omnia, per conservarsi per cose maggiori ; non prenda gran sole e s'abbia riguardo, sforzandosi di prendere il necessario cibo e riposo, richiedendolo le fatiche.
Alla venuta di S.E. spero senz'altro avere il Breve, che già è fatto sino dal lunedì in Albis, ed ho rincontro che costa 300 scudi e due paoli. S. E. non mi parla di prenderlo, ma ho scritto una buona lettera, acciò lo prenda e diffalchi il denaro da questa fabbrica, che si continua con ottimo ordine.
M'è ritornata la mia flussione, ho applicato questa mattina panni caldi, staremo a vedere dove finirà : Dio sia benedetto. I segni sono che Dio vuole fare opera grande. La nota Serva di Dio sempre più fa conoscere essere guidata con modo alto e sicuro. Sono gran cose : sono gran lumi ecc.
Sono oppresso, e non so cosa dire più. Chi sa di quante cose mi scordo. I miei saluti a tutti in Domino. Orazione, orazione. Carmo Padre, s'abbia cura e si accerti che Dio l'ama molto e lo farà santo. Addio.
I miei saluti ai giovani novizi.
Di V.R.
Ritiro di S. Eutizio di partenza domenica 15 maggio : oggi 13 detto, 1746.

Ho lettera di quest'ordinario del signor D. Giuseppe Antonio Fresia, che mi dice aver diretta una sua a codesto Ritiro, con l'acclusa del signor canonico Randoni. Mi dice ancora che detto signor canonico Randoni le deve mandare certa somma di denaro, da trasmettersi a me, e che l'avvisi dove deve farlo pagare. Credo che tal denaro possa esser per il vestiario de' soggetti del Piemonte. Io non ho rincontro. V.R. mi avviserà del contenuto ecc.

Indegmo Servo affmo.
P.D. +

(Originale AGCP)




7

P. Fulgenzio Pastorelli, 7 :

Ritiro Presentazione, 25 05 1746 (era in L II, 80)

(70)


Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris.

Carmo ed amatissimo P. Rettore,
Con mia consolazione sento da V.R. la vestizione dei novizi da farsi la vigilia della Santissima Pentecoste : Deo gratias. Credo che V.R. avrà ricevuto l'avviso datole della ricevuta del Breve, e lo stesso giorno il nostro buon Dio mi regalò d'una buona croce.
Di tal Breve ne farò fare copia e la porterà seco il P. Marcaurelio, che partirà insieme col P. Giuseppe il lunedì dopo la domenica della Santissima Trinità ed ivi eserciterà la carica di direttore de' novizi e sotto direttore faccia conf. Francesco ma non farà altro che istruire i novizi negli esercizi delle S. Regole : modestia d'occhi ed in ogni buon portamento esteriore, ed ancora istruendoli nell'ufficio divino ecc. ; il governo interiore, ecc. sarà tutto del P. Marcaurelio. Non parleranno mai con novizi i professi a riserva di V.R. come superiore e il P. Direttore e Sotto-Direttore. Con i novizi non vi sia altro di comune che il coro e refettorio ; tutto il resto lo facciano col suo direttore.
Dia al P. Marcaurelio la migliore stanza del noviziato : e parmi sia quella più prossima al finestrone, abbiano una stanza a pare per la ricreazione e per le conferenze e solito studio ecc. Gli raccomandi la chiarezza anche nelle cose più minute. Il detto Padre sarà costì, a Dio piacendo, la vigilia del Corpus Domini alla sera. Desidererei che il signor Don Atanasio lo mandasse a prendere a Montalto il martedì 7 giugno, o almeno al Chiarone il mercoledì per tempo : ma se mandasse a Montalto, più grande sarebbe la carità, perché porta seco alcuni libri, ed in tal forma si manderebbe indietro il garzone di questo Ritiro di S. Angelo. Scriverò anch'io al signor D. Atanasio. Ho inviata la lettera del buon sacerdote genovese e l'ho raccomandata bene.
I 5 breviari sono provvisti, ma non sono venuti ; scrivo in questa posta che li mandino a Soriano, acciò li porti il P. Rettore di S. Eutizio. Credo avrà ricevute le canne 16, 2 di panno Subiaco per far gli abiti ai novizi, per essere troppo grosso quel che c'è, come V.R. mi accennò. Vale 14 paoli la canna ; come riceverò il denaro di Roma lo farò pagare, il resto lo trasmetterò costì. Già ho scritto al Canonico Rondone, affine lo faccia pagare.
Oggi parto per Viterbo, e se trovo occasione, venerdì partirò per i bagni ; anticipo la partenza, per ritrovarmi in Soriano verso li 16 o 17 giugno per abboccarmi con Sua Eminenza prima che vada a Roma, e Dio sa quanto ho da combattere, e per l'ordinazione ecc., ho bisogno di grand'aiuto di Dio.
Il P. Tommaso e il P. Antonio restano nel Ritiro di S. Eutizio, saltem quest'estate, ed anch'io mi fermerò in detto Ritiro per molte cose necessarissime per la Congregazione ecc. Dio vuole così, pazienza ! procurerò però alla rinfrescata portarmi a codesto Ritiro. In Viterbo procurerò d'informarmi per le coperte. Subito giunte le canne 18 di panno di Roma, si trasmetterà a codesto Ritiro.
Di mano in mano ci andremo scrivendo ; e se potrò, lo farò anche dai bagni di dove scriverò al signor dottore Gherardini e godo siano aperte le missioni di Toscana. In mezzo a tanti guai Dio apre grandi strade ; ma di me non so che ne sarà.
Non ho un momento di riposo, parlo del riposo in Dio dei veri seguaci del Crocefisso.
Desidero che V.R. si abbia molto riguardo. Lei vede e tocca con mano le nostre necessità. Alla mattina prenda la cioccolata, lo faccia col merito della santa obbedienza e se la provveda, ché lei dà tanta poca spesa al ritiro, che niente più. Almeno conforterà lo stomaco in cambio del vino, sebbene qualche poco parmi necessario : si regoli secondo i suo i bisogni.
Passato San Pietro è necessario che il P. Lucantonio cessi dal suo esercizio, e per l'aria e per la sua indisposizione ; lo potrà accennare al popolo affine resti soddisfatto con dire che si ripiglierà alla rinfrescata. Scrivo in fretta, che fra poco parto.
Mi saluti tutti massime i soggetti venuti di fresco, tanto dal Piemonte, che dal Genovesato ed Orvieto ecc. Se potrò scriverò a tutti una lettera comune : loro dica che ringrazino Dio che li ha chiamati a farsi santi in questa Congregazione, e corrispondano ecc.
L'abbraccio nel Costato Santissimo di Gesù e sono con tutto il cuore. Non cessino di pregare per me e per la Congregazione, acciò Dio provveda ai bisogni e la difenda dai nemici dell'inferno, ecc. Io sono sempre
Di V. R.
S. Angelo ai 25 maggio 1746.

Andando in Orbetello i miei saluti ai benefattori, al sig. Vicario Generale, e si faccia dare la facoltà generale di confessare per il P. Marcaurelio che già confessava prima : tal facoltà se la faccia dare per confessar tutti, senza toccare il particolare dei nostri : il fine lo so io.

(Originale AGCP)
Indegmo Servo Affmo.
PAOLO DELLA CROCE




8

P. Fulgenzio Pastorelli, 8 :

Ritiro Presentazione, 18 06 1746 (era in L II, 83)

(71)


Passio Domini Nostri Iesu Christi sit semper in cordibus nostris : Amen.

Carmo ed amantissmo P. Rettore,
Da Viterbo nel mio arrivo dai bagni, scrissi due versi a V.R. ; ora che sono in questo Ritiro per pochi giorni (perché verso mercoledì 22 corrente mi porterò al Ritiro di S. Angelo) non manco di vivamente ringraziare V.R. della carità mi continua, come pure delle buone notizie m'avanza de' progressi di codesto sacro Ritiro ; ma V.R. mi fa una parte che non conviene ; poiché il domandarmi perdono del gran bene che il buon Dio fa per mezzo suo in codesto Ritiro è abbondar troppo ; ma ringrazio l'Altissimo dei lumi che dà ai servi suoi fedeli ; poiché la luce che riverbera nel loro spirito gli fa vedere di far male, saltem con imperfezione, quello che è fatto virtuosamente : Benedicite Sancti et humiles corde Domino (Dan 3, 87). Del resto poi l'accerto in Domino, che V.R. non m'ha dato il minimo motivo di trattenermi in questi Ritiri bensì le presenti contingenze per maggior stabilimento della Congregazione, altrimenti me ne sarei ritornato costì dove sto molto volentieri, come sa Dio.
Credo che a quest'ora V.R. avrà ricevute le canne 18 di panno venuto da Roma, avendone io lasciato l'incombenza di trasmetterlo da Viterbo. Sento da una lettera di V.R., in cui accusa la ricevuta dell'altro panno mandato, che avrebbe nell'altra posta mandato il denaro, ma no ne ho avuto rincontro. Credo però che non l'avrà trasmesso, mentre io le dicevo in una mia che l'avrei fatto pagare subito giuntimi i denari del vestiario dei piemontesi, dei quali non ne ho il minimo rincontro, né mi ricordo più del nome di quel buon sacerdote piemontese corrispondente del canonico Randone, che sta al Collegio Piceno in Roma. V. R. forse se ne ricorderà o lo sapranno i soggetti di costì, e perciò faccia la carità avvisarmene che gli scriverò, per sentire se l'abbia ricevuti da Torino.
Mi raccomando tanto alle sue devote orazioni, e di tutta codesta religiosa comunità, mentre i miei bisogni sono grandi. Io vado procurando la fondazione di qualche Ritiro, e spero che fra pochi mesi seguirà : potendo esser che succeda in Toscanella giacché i lumi pare incomincino a farsi veder da chi piace all'Altissimo. Pensavo di dar mano all'Isola Bizantina ma per ora Dio non vuole, e credo neppure per l'avvenire, se no erro, per più capi, e massime per l'aria ; ma di Toscanella credo che Maria Santissima voglia darle la santissima benedizione : non credo a me stesso, ma spero in Dio non sbagliarla.
So per esperienza quanto il nostro buon Dio abbia arricchito il suo spirito di zelo, di carità, vigilanza ecc., ma non posso tralasciare di raccomandarmi alla carità di V.R. e del P. Rettore di S. Eutizio, direttore dei novizi acciò usino tutta l'attenzione in mantenere i novizi in primis in fervore ecc. sollevati e di osservare se si cibano del necessario, come pure (e questo è un gran punto) se e siccome quest'estate al mio parere, pare che mostri di voler esser poco buono per i scirocchi che dominano, onde la supplico procurare che dopo il mattutino della notte abbiano le tre ore : un quarto più o meno non facit ad rem. Questo lo dico, acciò se gli mantenga la testa buona, e lo dicono le Regole.
Come pure ordini che custodiscano bene le celle dal sole, che mantengano la pulizia in atto, tanto nei sudari, abiti, calzonetti, ed a far scopare spesso a sua discrezione le celle e dormitori. Ho ricevuta una lettera da Maddalena e la compatisco, ma questo Conservatorio non è ancora stabile : mi dice che vuole andare in casa del signor Caseglias, che la riceveranno. Su di ciò e del resto prego V.R. consigliarla ; giacché io per esser lontano non posso esaminare le cose ; sicché le faccia lei tal carità : ma io la vorrei più staccata dal proprio comodo e dal contento ecc.
Scrisse Suor Maria Celeste che aveva bisogno di qualche direzione da V.R., ma che le avrebbe dato poco fastidio : io la lascio in libertà, ma se puole darle qualche aiuto spirituale farà gran carità e coopererà al suo profitto, acciò più ami Dio. Sono di sentimento che quest'estate convenga star più del solito in riguardo, quando si va per necessità in Orbetello, con pigliar poco sole ecc.Come pure che il P. Lucantonio potrebbe cessare le sue fatiche ai SS. Pietro e Paolo e ripigliarle alla rinfrescata.
Non so che dire di più : preghiamo molto Iddio che ci provveda di qualche Ritiro, ecc. e che possa sbrigare l'altre cose in Roma. Dio sa con che riguardo bisogna procedere col noto soggetto : Deo gratias.
La prego de' miei più cordiali saluti al P. Marcaurelio. Beato lui che se ne sta dormendo su la Croce con i suoi cari novizi ; e mentre fa questo sonno amoroso, senza che se n'accorga, Dio lo fa ricco. Ma adesso non fiotti più, sebbene i suoi fiotti nascano dal Santo Amore. Orbene si riposino tutti nel seno del nostro gran Padre e bevano al fonte dell'eterna vita, per acquistare forze grandi per fa gran cose per la gloria di Dio. Oh, quanto è grande la mia speranza ! ma per V.R. non lo so esprimere. So che Dio la guarda con occhio di speciale amore, so che anche la nostra sorella me ne dice gran cose. Oh, caro Padre ! le dico in segreto che ora sì che conosco questa grand'anima, sebbene non la posso conoscere quanto basta.
L'ottava del Corpus Domini feci la funzione in questa chiesa e portai in processione tutta la nostra povera Congregazione nel Cuore dolcissimo di Gesù Sacramentato ; v'era anche la nostra sorella. Le invio l'accluso biglietto, e faccia la carità mandarle se si puole le accennate cose, massime tabacco, e si raccomandi al postiglione che è Lepri ; spero lo farà volentieri. Lo lasci nella posta d'Orbetello in Viterbo, raccomandandolo per recapito al signor Breviotti, il tutto ben sigillato ecc.
L'abbraccio nel Costato Santissimo di Gesù, e sono di cuore
Di V. R.

Ritiro di S.Eutizio di partenza mercoledì 22 ai 18 giugno 1746.


Indegmo Servo Affmo
PAOLO DELLA +

I miei più cari saluti a tutti, ma massime ai novizi, ed in particolare al conFr. Luigi quale prego a farsi gran cuore, che se persevera con fedeltà, Dio lo vuole fare un gran santo ; come pure gli altri. Ho avuto lettere dalla signora sua madre, che è tutta di Dio, e ben volentieri lo sacrifica al Sommo Bene ; si facciano tutti santi, senza mirare in faccia ai travagli, alle ripugnanze, alle difficoltà, ché questi sono i mezzi per volare agli amplessi del dolcissimo Gesù.

(Originale AGCP).




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P. Fulgenzio Pastorelli, 9 :

Ritiro Presentazione, 23 06 1746 (era in L II, 86)

(72)


Passio D.N. Iesu Christi sit semper in cordibus nostris. Amen.

Carmo P. Rettore amatismo,
Ricevo con mia consolazione la sua carissima, godendo molto in Dio del bene che si continua in codesta amatissima Comunità. Mi dispiace però dell'indisposizione di V.R., parendomi necessario procurare di curarla alla meglio ; ed al tal effetto non si deve risparmiare qualunque spesa, la quale è tanto poca che non porta incomodo, e quando lo portasse si deve fare. Se il signor dottore Pippi, avendo ben esaminate le cose, giudica espediente che V.R. prenda il latte di somara, bisogna farlo ; ed in quanto al brodo, mandi apposta il garzone a provvedere, o in Pereta o altrove sette od otto galline e la carne, se viene sopra fresca, essendo ben conservata in cantina un giorno per l'altro, credo si conserverà, ma vi vuole brodo di gallina ancora. E la somara, faccia fare diligenza in S.Stefano e piuttosto per i giorni che prende latte, gli faccia dare un somaro del Ritiro in cambio, affinché chi la presta, possa fare i suoi affari. Consulti se sia bene prendere il detto latte schietto o con un poco di thè, come facevo io, e per riparare la nausea provveda un po' di acqua di fiori al monastero che con porne alcune gocce fa bene.

Sono restato, sentendo che V.R. ha fatto sborsare il denaro per il cattivo panno di Viterbo, da me non veduto, ma commesso. Parlai col signor Orioli, e mi disse non l'aveva ricevuto tal denaro, ma che era stato soddisfatto dal signor Fratiacci di Vetralla, a cui io avevo data la commissione, essendo io restato di concerto col detto mercante Fratiacci di farglielo pagare al mio ritorno dai bagni ; e so certo che lui l'ha pagato a Orioli : onde è necessario che V.R. mi dica in mano di chi ha fatto sborsare tal denaro, acciò non si perda e per mia regola.
Credo avrà ricevute le canne 18, panno di Roma. Farò le diligenze per i sudari. Cinque breviari sono presso di me, li farò portare a Viterbo, per mandarli : altri 4 ne ho commessi, ma in Roma non vi sono per ora, s'aspettano da Venezia presto.
Per conFr. Bonaventura non saprei come fare a mandarlo a mutare aria al paese. Stimerei bene di fargli dare una purghetta, col parere del medico e fargli fare una missione di sangue, come si fece l'altr'anno a Soriano e molto gli giovò, e se sarà con sollecitudine, sarà meglio, potendosi fare in Ritiro ; e di esentarlo da ogni applicazione, cioè dallo studio, lezioni ecc., ma solamente operi cose manuali per fuggire l'ozio ; appresso Dio provvederà e si procurerà farlo stare in aria più grossa, come forse più giovevole, ecc.
Mi scordai di dire a V. R. che godo dei sentimenti così buoni di quel buon novizio lucchese, a cui non scrivo, ché non ho da far poco : gli dica che seguiti il suo noviziato che ha incominciato, e poi si vedrà ciò che sarà di suo maggior profitto. Intanto seguiti a starsene abbandonato nelle mani amorose, anzi nel seno dolcissimo del nostro gran Padre, e non pensi all'avvenire, ma serva Dio alla grande.

Per mantenere l'essenziale delle nostre sante Regole, fondate in oratione et ieiunio, abbiamo procurato, e non senza contraddizioni, unitamente al P. Rettore di S. Eutizio di aggiustare le cose nelle annotazioni dei Cardinali con procurare che si ponesse la feria 2, 3 e 5 quel piattino caldo, onde io ho procurato d'introdurlo in questi Ritiri nel miglior modo possibile : ed è di far dare alla sera di tali giorni feriali un poco di erba cotta stuffata, o fave o piselli, al tempo delle zucche far dare zucca stuffata, o al modo che si fa in Santo Eutizio, che lo sa il P. Rettore, da cui si puol informare, che è fatto nel tegame, o cipolle cotte o fagiuoli stuffati, e se costì vi è pesce piccolo, un poco di pesce piccolo nel tegame. Tutto ciò si fa dare non in un piatto cupo da minestra, ma in un piatto di quelli che s'usano per la pietanza, con che però sia un po' più abbondante che in tempo della rigorosa colazione, ed il pane se ne fa dare circa sei oncie in tali giorni, ma se ne dà un poco più ai laici che faticano ed alla tenera gioventù più bisognosa d'alimento. In questo deve risplendere la carità e discrezione di chi ha cura del refettorio, non essendo necessario sempre pesare, ma fatta l'esperienza una volta regolarsi con discrezione ad occhio.
Nella feria 4, 6 e sabato il digiuno dev'esser più esatto come alla quaresima, ma il pane alla gioventù sia circa sei oncie, così ai laici ; per ciò si dà per accompagnare il pane, non passerà due oncie, poiché, o le alici o altra cosella non passa d'ordinario tal peso. Così si mantiene l'osservanza e la discrezione, e V. R. inculchi con la solita sua dolcezza, con far conoscere che se buttiamo a terra la santa astinenza secondo le nostre sante Regole, ecco sparito tutto il fervore e lo spirito di orazione, e per terra affatto la Congregazione, che Dio ci guardi. Con questo si mantiene la povertà, il silenzio, il raccoglimento del cuore a quo omne bonum procedit, perché tale raccoglimento stringe l'anima con Dio, da cui viene ogni bene. Già si sa che secondo i Santi Padri una delle pietre fondamentali dell'edificio spirituale è la santa astinenza discreta. Ah ! che se saranno esatti, gusteranno un giorno quam suavis est Dominus.
Alla mattina vi vuole attenzione che specialmente vi sia una buona minestra ben fatta e pulita con la solita pietanza ; e se vi sono frutti, farne dare qualche poco, e basterà che l'astinenza dai frutti cominci il primo di agosto per chi la vuol fare, ma tutti lo faranno perché vogliono bene assai alla nostra dolcissima Signora e Madre Maria SSma.
Circa all'esame, le regole parlano chiaro, e i professi che non sono impiegati ad nutum Rectoris, devono andarvi ogni giorno. Gli dica in mio nome che chi puole vada all'esame con spirito semplice, umile e da bambino da latte, e li accerto in Domino che sempre troveranno gran bene in esso con loro maggior profitto ecc.
Circa al confessare del P. Marcaurelio ha fatto molto bene a fare come m'accenna, perché infatti è così, né io vi avevo fatto riflessione. Procurerò in questa posta fare il memoriale, anzi l'accludo in questa, saltem la minuta, e scrivo pure per detta posta a D. Pietro Carascon e gli dirò che V. R. gli manderà detto memoriale su di ciò. Mi pare necessario far fare la cerca del grano per le aie, oltre quello si provvede dai benefattori più comodi costì, e sarà bene scrivere ai luoghi circonvicini come pare a V.R., ma le lettere le faccia fare, e lei si sottoscriva e non applichi per amore di Dio. Si faccia aiutare. E bene che il conFr. Francesco assista al noviziato nelle cose che ordinerà V.R. e il P. Direttore de' novizi. Mi pare d'aver da dire molto e non mi ricordo ; parmi aver detto il più essenziale.
Il giorno della commemorazione di San Paolo, 30 corrente, potrà fare la carità cominciare il triduo solenne pro gratiarum actione con l'esposizione del Santissimo Sacramento, e terminarlo il giorno della Visitazione di Maria Santissima con comunione generale tutti i tre giorni pregando ecc. Si reciteranno cinque Pater e Ave alla Passione Santissima di Gesù, nostra vera Vita, Via e Verità(Gv 14, 6) ed ogni nostro vero Bene, con l'orazione : Deus qui pro Redemptione mundi nasci voluisti ecc. ; già s'intende che prima vi vuole il canto del Pange lingua nell'esporre il Santissimo Sacramento : e poi i cinque Pater ed Ave ut supra ; poi il solenne Te Deum laudamus, poi il Tantum ergo e la benedizione. Dopo l'orazione pro gratiarum actione, dicasi l'altra : Defende quaesumus Domine, per la Congregazione, e preghino tutti con gran caldezza e fervore per la dilatazione, spirito apostolico, spirito di gran santità ed in una parola, pregare Gesù che ci conceda a tutti il suo Santissimo Spirito : ho detto tutto in poco.
Ma per me poverello, che assassino quest'opera di Dio con la mia mala vita, che dirò. Prostrato ai piedi di tutti, dopo aver domandato perdono a tutti della mia cattiva vita, rilasciata, tiepida e scandalosa (perché non sono osservante, anzi molto inosservante) li prego a supplicare S. D. M. che mi perdoni tutti i miei peccati gravissimi e sopra gravissimi ; e se non ho da essere per mia colpa di buon esempio con grande santità di vita, preghino il nostro buon Dio che mi tolga dal mondo col concedermi una santa morte. Per amor di Dio non mi neghino tal carità.
Io li accerto che ho una vivissima fede che, se loro corriponderanno, Dio li vuole fare tutti santi : so cosa dico.
Carissimo Padre Rettore, uniamoci in ispirito sempre più : ma io l'assicuro che sempre sono con V. R., che la rimiro nel Cuore dolcissimo di Gesù. Non ho più tempo, ma non posso tralasciare di dirle che Dio l'ama tanto tanto e le vuole fare grazie grandi, sebbene di continuo gliene fa.
Saluto con tutto il cuore tutta la nostra amatissima Comunità, tanto dei professi, quanto de' novizi. Al P. Marcaurelio scrivo in questa posta, al P. Francesco Antonio non so se potrò, ché ho molto da scrivere, lo farò quest'altra volta.
Penso d'arrivare sino a Toscanella per il noto Ritiro, e mi pare che Dio mi impulsi, e mi dia gran fiducia, e se anderò sarà domani al giorno, e le scriverò due versi da Toscanella del risultato. Anche di questo bisogna pregarne. Resto in fretta e l'abbraccio nel Costato Santissimo di Gesù, in cui sono di vero cuore
Di V.ra Ren.za
Ritiro di S.Angelo, dove arrivai ier l'altro, ai 23 giugno 1746.

Mi sono scordato, che nel triduo solenne sarà ottimo applicare la santa messa il giorno della Visitazione, per il fine suddetto, così si farà negli altri Ritiri, e si canterà ; ma V.R. che sta poco bene, se non puole cantarla, la faccia cantare.
Scrivo in questa posta al signor D. Carascon e gli scrivo una buona lettera.
Scrivo pure al P. Marcaurelio ed al P. Francesco Antonio in risposta delle loro.

Indegmo Servo Affmo.
PAOLO DELLA CROCE

(Originale AGCP)





Fulgenzio Pastorelli