Gemma al P. Germano 68

lettera 66

A P. Germano, L 78: 20 giugno 1901

69 20 giugno 1901

Babbo mio,

Se io fossi più buona, e non facessi tanto ripetere le cose all'Angelo Custode, le lettere gliele avrebbe consegnate più presto; ma siccome sono disobbediente anche a Lui, allora Esso per castigo fino che non ho obbedito perfettamente non consegna a Lei le lettere. Non è forse vero, tanto quella spedita il 12, che parlava della Volontà di Dio, quanto quella consegnata a Monsignore, che parlava del Cuor di Gesù, le ha ricevute assai tardi?
Ma ora son certa che le avrà tutte e due nelle sue mani, ed io così imparerò ad obbedire. Viva Gesù!
Sono due giorni, babbo mio, che Gesù dopo la Comunione mi ripete: «Figlia, il demonio ti sta preparando una grande guerra»; e queste parole me le fa sentire ripetutamente al cuore ad ogni momento. Preghi, babbo mio; chi rimarrà vincitore, il diavolo o l'anima mia? O quanto mi affligge questo pensiero! Da che parte mai verrà questa guerra? Vado sempre investigando di che genere sarà, invece di pregare Gesù a darmi forza e aiuto.
Ho voluto avvisarlo per tempo; ci pensi Lei, mi aiuti.
La povera

Gemma.

Appena ha nelle sue mani le lettere dell'Angelo, scriva subito subito






lettera 67

A P. Germano, L 79: 25 giugno 1901

70 25 giugno 1901
Babbo mio, babbo mio,
Con fessione
Mille volte sia fatta la volontà del mio Gesù. Babbo mio, o dunque fino ad ora non mi aveva conosciuto? Non vede che da tutte le parti sono ingannata da demoni? Povero il mio Gesù, con chi mai lo confrontiamo! O babbo, babbo mio, oggi alle 5 mi sono stata a confessare, e Monsignore ha detto di levarmi Gesù. O babbo mio, la penna non mi vuole più scrivere, la mano mi trema, mi trema forte, io piango. Sia ringraziato Gesù, che alla fine ho trovato chi mi conosce e mi aiuterà ad andare in Paradiso! No, babbo mio, non ne sono proprio degna di ricevere Gesù. In questo brutto cuore, peggiore di un letamaio, quante mai volte Gesù è voluto venire! In questo momento riconosco si forte la mia miseria, che vorrei vorrei... o babbo, babbo mio.
Non. tema, babbo mio: la vera lettera è quella che sta nelle sue mani, non la consegni a nessuno; quella è quella che brama Gesù. Ma che è mai accaduto dopo quella lettera scritta? Tutti dopo questa cosa mi hanno conosciuta, e ora sono proprio trattata come merito. Avanti credevano che qualche cosa di buono fosse in me ed avevano molti riguardi; ora invece mi hanno conosciuta, e per me non ci è che Gesù, e Gesù solo: Monsignore è sì fortemente inquietato con me per i miei peccati, che appena mi confessa, e mi caccia, chiamandomi bugiarda, come bugiardo è il diavolo (questa parola la disse, quando l'avvisai che il diavolo stava per muovermi una guerra accanita); tenta di levarmi la Comunione, e se continuo nel peccato, mi proibisce di scrivere a Lei. Mi astengo più che posso dal parlare di Lei in confessione, perché Monsignore (che ha ben conosciuto ogni cosa) mi dice che si meraviglia perché un Sacerdote come Lei abbia sì facilmente creduto e ceduto al demonio. Ringraziamo insieme Gesù, babbo mio, perché per mezzo di Monsignore ci levi tutti e due dalle mani del diavolo.
Stamani dopo la Comunione chiedevo a Gesù che mi spiegasse un po' questo mistero; e Gesù: «O Figlia, non è più tempo di portarti da bambina; ora è giunto invece il tempo che crudelmente sarai provata per la virtù, ed io ti darò tutte le cose necessarie. Sii quieta, ché io sarò sempre nel tuo cuore». Viva Gesù! Quanto sarei quieta e contenta se non si rivoltasse un po' la mia carne, ma ci penserò io a farla stare soggetta allo spirito. Ieri, quando Monsignore seppe che è il demonio che lavora in me, mi proibì di pensare a Gesù, e che fatta la Comunione sia come gli altri, senza dare tanta noia alla Sig.ra Cecilia; ed ora quella povera zia si è messa tanta mai paura [che] sia il diavolo, che la notte non mi viene più a vedere; il giorno, cioè la mattina, mi lascia sola e non si cura più nulla di me, dicendomi ad ogni parola che dico: «Io non vo' essere ingannata». O babbo mio, anche questa cosa già la prevedevo; come farò io? Se non fosse stata Mea, stamani sarei stata sempre sola. Ma dunque, babbo, ho proprio ingannato tutti? Che avverrà dell'anima mia? Penso all'anima, alla Comunione, che mi ha detto Monsignore l'ho fatta sempre in peccato; muoio di dolore, di dolore per il gran male che ho fatto a Gesù. Non mi vuole più bene nessuno in questa casa: tutti seri, nessuno mi rivolge più una parola; ma Gesù, sì Gesù è tutto con me, nel mio cuore; con Gesù non temo.
Vorrei dirgli, babbo mio, vorrei dirgli, ma no, ho paura... Non vo' più ingannare nessuno. Mi perdoni, babbo mio; io non credevo di ingannarlo, come pure la mamma mia, e Monsignore e tutti gli altri. Mi aiuti, babbo mio, vo' essere buona, vo' obbedire. Non mi ci tenga più qua, mi metta in qualche posto a Roma, vicino a Lei; muoio di dolore, non vo' più fare peccati; ho in pericolo l'anima e in pericolo il corpo, sono nell'inferno... Gesù mio, misericordia, babbo mio! Ma se la mamma mia ha paura del diavolo, come farò io, sola sola? Anche ora mi sento struggere, finire. Gesù, Gesù!... Sono sola nello studio del Sig. Lorenzo. O babbo mio... Gesù, Gesù, fammi prender parte a tutti i tuoi dolori, soffrire amando, soffrire per Gesù che si ama, e morire soffrendo per Gesù. E dovrò, babbo mio, rimanere priva di Gesù, che da poi che l'ho gustato son divenuta quasi affamata? O Gesù, avrò perduto la vostra grazia? ma anche in mezzo a tanta indegnità vi amo, vi amo appassionatamente. Morrò, Gesù, sì morrò, morrò, ma di amore e dolore [per] te! Babbo mio, riprendo coraggio; quanto più mi sento piccina, più mi sento di voler bene a Gesù; il suo amore mi inebria, sempre più mi finisce... Ma la mamma mia non mi vuol più bene, gli altri neppure: rimarrò sola; babbo mio, babbo mio, babbo, non mi lasci qua sola.
Nessuno sa che ho scritto questa lettera






lettera 68

A P. Germano, L 80: 29 giugno 1901

71
29 giugno 1901
Babbo mio,

Se io avessi bene riflettuto che le umiliazioni sono state per Gesù il cammino necessario per la gloria, certo non mi sarei messa tanto sossopra per questa cosa accaduta. Ma chi mi darà a me la S. Umiltà? E pensare che ogni giorno faccio la S. Comunione e mi unisco a Gesù, fonte di umiltà, io che sono ripiena di tutte le brutture della superbia. Gesù, Gesù me la darà, e insieme mi darà tutto ciò che mi abbisogna per raggiungere, insieme a questa, tutte le altre virtù. Viva Gesù!
Monsignore non c'è, oppure c'è... e mi confesso dal P. Vallini; la Comunione la devo fare oggi 29 e dimani 30 e poi... Avanti!... Se non fossi certa da Gesù che a Corneto ci sta il vero babbo mio, che si è presa cura dell'anima mia,
io mi sgomenterei. Viva! Mi benedica: la povera Gemma.

Mandi spesso l'Angelo: ci ho tante cose... Ma poi risponda o un sì o un no riguardo a ciò che gli mandai a dire di...

«Babbo mio Preghi Gesù per me. Per quiete di mia coscienza e per bisogno dell'anima mia, bisogna che lo veda. Ho da parlargli. Gesù faccia. Senta Gesù. Babbo cattivo... Gemma »







lettera 69

A P. Germano, L 81: 4 luglio 1901

72
4 luglio 1901
Babbo mio,



Signore, abbiate pietà del mio cuore agghiacciato, la cui noncuranza un gran numero di volte al giorno vi offende! O babbo mio! Molte preghiere richiede l'anima mia ora in questi tempi! O babbo mio, il demonio si è attaccato alla superbia. Anima mia, vado ogni momento ripetendo a me stessa, anima orgogliosa, non hai tu ancora disgustato assai il Cuor del tuo Gesù? Umiliati dinanzi a Lui, e soffri la tua vergogna...
O babbo mio, riflettiamo insieme, Lei già mi conosce: possiedo io forse i meriti per andare ogni giorno a ricevere Gesù? No, no: ho disconosciuto mille volte Gesù, mi sono rivoltata quando Lui mi chiamava. Misericordia dunque non per gli altri, ma per me stessa. Babbo mio, chieda, chieda ripetutamente a Gesù misericordia per l'anima mia; implori da Gesù il perdono per i miei peccati; gli dica che per riparare le mie colpe non mi parranno tanti mille dolori nel corpo e nell'anima.
O mio Dio, il castigo non sarà mai terribile, quanto lo merito! Castigatemi pure, ma toglietemi il peso dei miei tanti peccati, perché questo peso mi opprime e mi schiaccia.
Quei peccati commessi, o Gesù, li detesto; liberatemene per sempre. Ascoltatemi, o Gesù, ché ad ogni momento vi chiedo perdono, accogliete il mio sincero pentimento. E pensare, babbo mio, che tante volte ho avuto la temerità di dire le colpe degli altri dinanzi a Voi! Guai a me, se un minuto solo perdessi di vista le colpe mie, le iniquità mie proprie!... O babbo mio! Gesù, umiliate il mio orgoglio. O babbo mio, ma quanto è sublime l'amore nel perdono, non è vero?
In questo punto appena mi so spiegare, ma mi capirà, ne sono certa. Gesù, babbo mio, è un amante irresistibile e diletto! La misericordia di Gesù in questo momento, babbo mio, tutta mi rapisce! Come fare a non amare Gesù con tutta l'anima, con tutto il cuore? Come non desiderare di essere tutta assorta in Lui. e consumata nelle fiamme del suo Amore Santo?
O babbo mio, quei piccoli svenimenti che mi succedevano dopo la Comunione e quando mi trovo alla presenza. di Gesù, si fanno, mi pare, sempre più frequenti. O babbo, ma se Gesù fa così, se ne rimarrà presto solo.
Giorni sono mi lamentai con Gesù e gli dissi: «Mio Dio, ma. se a tutti fate così di sentirsi bruciare e finire dinanzi a Voi, le persone non ci potranno resistere, e Voi rimarrete solo». (In quel momento mi sentivo bruciare e morire davanti a Gesù; ero in chiesa, ove era esposto il Sacramento). E Gesù amorosamente rispose: «Ma tutti non amo mica quanto te».
O babbo mio, sì, Gesù mi ama; ama un povero letamaio e non si vergogna ogni giorno di andarcisi a sporcare le mani. Sia sempre benedetto!
Babbo mio, attento: il demonio ci si è messo per le furie, tante altre cose sta preparando. E io? forza, mio Dio! Quanto disgusto, babbo mio, provo di me stessa!
Ah! se per l'addietro avessi condotta una vita veramente pura, se fossi stata modesta, se avessi scacciati i cattivi pensieri, se avessi vigilato a preservarmi dal male, ora, babbo mio, il brutto diavolo non mi muoverebbe tanta guerra, non è vero? Ma se avessi almeno un pentimento, che bastasse alle mie colpe! O mio Dio, datemela Voi una vera contrizione, trafiggete il mio cuore con tanto dolore. Prendete la mia vita, ma purificate l'anima mia. Viva Gesù, babbo mio! Prima di rispondere a queste due lettere che troverà insieme, o mandi l'Angelo in persona, oppure lo mandi a prendere una lettera. Mi benedica:

Gemma.

Avrà ricevuto un bel cuore: è il segno della grazia ottenuta; quella benedetta mamma ancora non vuol capire di essere guarita, è la solita del giorno bene e male.
Capirà che il libro della Confessione generale è sparito; come sia andata glielo dico un'altra volta; mi sento assai stanca e non posso continuare a scrivere, solo dico che il diavolo ci si è messo per rovinarmi.
Il diavolo è scatenato, babbo mio, ci si è messo con tutta la forza.






lettera 70

A P. Germano, L 82: 8 luglio 1901

73
8 luglio 1901
Babbo, babbo mio,

Che ci è mai per il mondo? Non sono i Sig.i Giannini che mi cacciano di casa, ma da un'altra parte viene la cosa. Non mi parrebbe vero, babbo mio, anche se mi cacciassero di casa, rimanermene alla porta di casa, e sapere che la mamma mia è in casa, vicina a me! non sarebbe anche troppo per me? La cosa viene da Giulia e dagli altri di casa. Giulia urla, piange; è istigata dal diavolo, non vuole più che stia in questa casa, e se gli si domanda perché... risponde: «Perché ci sono i Passionisti...». E pensare, babbo mio, che essa sa gran parte delle cose. Ieri pianse tutto il giorno, voleva che andassi a casa a dormire; la Sig.ra Cecilia la seppe tanto prendere, che riuscì a farla venire anche lei a dormire qui. Ma d'ora in poi come farò? Il diavolo l'ha presa per la parte della superbia e dell'amor proprio. Che mi succederà mai, babbo mio? Dovrò andare a casa? Al primo cenno che faccio di sentirmi... correrebbero subito per il medico, o babbo, babbo mio! La Sig.ra Cecilia mi accondiscende quasi a mandarmi a casa; aspetta (ha detto) Monsignore, per sapere che deve fare, e poi mi porta a casa. O babbo mio, se non corre Lei con un rimedio pronto, come finirò, io? Povero Gesù!
Gli svenimenti dopo la Comunione e quando sono con Gesù, si fanno sempre più frequenti. Babbo mio, che mai avverrà di me? Faccia presto, risponda, prima che torni Monsignore Venerdì; perché Esso mi dà subito per obbedienza di andare a casa e contentare Giulia. Come farò io mai, babbo mio? Il diavolo vuole vincerci. Stamani ho sentito che ha fatto una bella risata, ed ho sentito sì bene, che l'ho tuttora negli orecchi. Quando sarò a casa, babbo mio, col medico, con una sorella, che ha già detto tante mie cose alle persone accanto, come farò?
Mi mandi a prendere, babbo mio, qua ora; poi non è più tempo. Se non fosse per le cose di Gesù, avrei fatto il sacrifizio di lasciare la mamma a occhi chiusi.
Risponda subito subito, babbo mio; come farò io mai, che la notte e il giorno il cuore non mi sta fermo un minuto? Gesù me lo veglia di continuo. Babbo mio, mi raccomando a Lei forte forte; mi mandi a prendere, scriva presto. Persuadere Giulia è impossibile. Come farò io mai? Non pensare più a Gesù è impossibile, è proprio impossibile, babbo mio. Gesù mi perseguita amorosamente da sé. Sia benedetto! Mi benedica:

Gemma.

Mi raccomando, babbo mio.
Si è attaccato a questo il diavolo, o babbo mio; mi aiuti lesto lesto, mi mandi a prendere, scriva subito. Scriva subito, mi aiuti. Come farò io mai? Vado con la zia a Camaiore, babbo mio, se non mi manda a prendere Lei.

Babbo mio,

Se gli venisse un ordine dal Provinciale di partire per Lucca, non faccia storie: parta subito, senza pensare a ciò che ci avrà da fare. Obbedisca; o se, per esempio, dovesse fare una cosa contraria a Lei, e se Gesù lo volesse, la farebbe, è vero? senza tanto inquietarsi.
La benedizione a Suor Maria e a tutte le Suorine e a me.







lettera 71

A P. Germano, L 83: 8-9 luglio 1901

74
8-9 luglio 1901
Luglio 8.

Babbo mio,

La sua lettera ricevuta circa un'ora fa; quante cose ci combinano con la giornata di Domenica! O babbo mio! Ho capito che Domenica circa il 1½ [= tocco e mezzo] fece venire per mezzo dell'Angelo la brutta bestia a sé, e fu appunto circa quell'ora che Giulia cominciò a piangere, volendo a tutti i costi che io andassi a casa. Continuò così fino alla sera, che si accomodò a venire Lei pure a dormire qui. Se s'interrogava in che maniera ?" voleva che andassi via, rispondeva: che i Passionisti mi avevano fatto venire certi segni. e ridotta così a questo punto. Altre volte rispondeva certe parole, che erano dettate dal diavolo, ed erano parole di superbia. Io infine per intimorirla, presi la penna per dirigermi a Lei e narrargli la cosa, ed Essa mi prese la penna e non me la volle più restituire; e se io gli ripetevo che in tutti i modi volevo scrivergli, essa urlava e sembrava fuor di testa. (Babbo mio, non era mica Giulia che parlava; non ne pensi neppure male: è buona, e questa cosa certo non veniva dalla sua volontà. E noti bene: fu calma e contenta fino all'ora appunto, che Lei ci ha dato avviso sulla lettera di stamani). Fu una giornata curiosa bene. Ed ora ben mi rinvengo in che modo quel brutto demonio fece quella bella risata in Chiesa. Credeva di averla vinta di Giulia... Ma Gesù! Quante volte, babbo mio, sento ripetermi all'orecchio queste parole: «Guerra, guerra al babbo tuo, e alle vostre anime!». È questo un grido che più volte nei giorni passati l'udii, più volte. O babbo, babbo mio!
Ma al contrario sento ripetermi da Gesù: «Figlia, ti ho dato una guida sicura, uno dei miei sacerdoti per consigliere e per direttore. È per le mani di questa guida illuminata che giungerai fino a me». Mio Dio, vi ringrazio! Mio Dio, vi amo! Illusi quei cuori che amano altri invece di Gesù, è vero, babbo mio? Ma nel mio cuore che ci sarà? Gesù o il peccato? Ho fatto tanti peccati, babbo mio; sì, umilmente lo confesso, spero che Gesù me li abbia perdonati. Nel vostro perdono, o Gesù, vi benedirò sempre. Perdonatemi, o Gesù, tutte le mie colpe. Mio Gesù, trattatemi pure con severità, ché ben lo merito. Che io soffra, o Gesù. che soffra sempre; e questo soffrire mi valga d'espiazione.
Non dubiti, babbo mio: io non scrivo mai lettere, senza che le legga la mamma mia da cima a fondo; quelle che lei non ha lette, se mai sono quelle scritte con la croce, e intorno alla croce ci è scritto: segreto di confessione. Però attenda: la croce io sono solita metterla quasi su tutte le lettere, ma quelle dove non sono scritte le dette parole, è segno che le ha tutte lette. Ciò che mi accade, sa tutto.
La tentazione dello scritto rubato andò così. Una notte, non mi ricordo bene che notte fosse, dormivo tranquillamente, e verme il demonio con una tentazione un po' sudicia sopra di altri. Lottai per più di un'ora circa, pregavo, segni di croce, ecc. ecc.; con una invocazione sola all'Immacolata Concezione rimasi libera, ed esso arrabbiato voleva vendicarsi. Avrebbe voluto darmi un addosso, ma siccome gli fu proibito dal P. Provinciale, quella volta che me lo cacciò d'intorno, non poté farlo. Che gli rimaneva da fare? Un dispetto voleva farlo. Gridò: «Guerra, guerra al babbo tuo! Il tuo scritto è nelle mie mani», e se ne andò. E pure sembra che l'abbia quasi più con Lei che con me.
Scriva presto, babbo mio. Riguardo a Giulia come faremo? le cose sembrano andare a traverso. Come farò mai? Dovrò ricadere nelle mani del medico? Dove andrò a finire? Il diavolo ci si è messo, e c'è con le mani, con la coda, con tutti. E sta macchinandone delle altre. Se le aspetti.
Tante altre cose stanno per accadere; dunque se Lei vedesse che avessi in pericolo l'anima, non tema di nulla; mi aiuti, perché Gesù lo vuole. Scriva subito alla lettera di ieri e di oggi; non gli paia fatica a scrivere, ché Gesù è contento. Lo sa meglio di me ciò che vuole Gesù.
Scriva prima di Venerdì, perché Venerdì torna Monsignore, e il diavolo ha molto da fare.
Mi benedica forte forte e sempre: la povera Gemma.






lettera 72

A P. Germano, L 84: 18 luglio 1901

75 18 luglio 1901

Babbo, babbo mio,
Luglio 18, Giovedì.

A quest'ora son certa che avrà già avuto di nuovo la fortuna di pregare ai piedi del Ven. Gabriele. Quanto lo invidio! Ho un mucchio di cose da dirgli, per riferire poi al detto Santo. La prima cosa... o babbo mio, ponga nelle Sue mani l'affare importante dell'anima mia; gli chieda se potrò sperare di salvarla; non permetta che mi debba ingannare, e non permetta ancora che si inganni il babbo mio nel guidarmi nel modo presente. Gli ripeta in ginocchio che ho tutta la buona volontà di salvarla quest'anima, a costo di qualunque pena, di qualunque sacrificio, di qualunque umiliazione; gli dica che se ho trascurato l'anima mia, mi perdoni presso Gesù: avrei ben dovuto operare diversamente, e avrei dovuto più curarmi di Gesù e della Mamma SS. L'ora del pentimento, babbo mio, si sarebbe assai anticipata per me, se non mi fossi ostinata nel peccato.
Gli dica con tutto il cuore che preghi Gesù a non risparmiarmi le sue prove: il patire mi rialzerà lo spirito, ed anziché avvilirmi, mi darà la forza necessaria per corrispondere alla grazia di Gesù. Gli dica che sono risoluta di riparare a tutti i peccati passati, di obbedire ai superiori... (babbo mio, in questo momento sento suggerirmi nel cuore da Gesù queste parole): «e una obbedienza e sommissione assoluta al babbo tuo». Viva Gesù!
Ed ora, babbo mio, mi perdoni se gli entro in una cosa passata e segreta. Ben mi ricordo che l'ultima volta, quando fu a Lucca, mi disse segretamente al cuore queste parole: «Conf. Gabriele mi parlò». O babbo babbo, io di qua lo pregherò che gli riparli di nuovo. O babbo, babbo, lo preghi, lo preghi così, gli chieda questa risposta: «O Gemma, che ne sarà mai di Gemma? Tutte quelle cose che gli pare di vedete e sentire, da che parte vengono?...». Babbo mio, qui termino, perché sa bene quel che aggiungere... Per carità, babbo mio, non importa che perda un po' di tempo, se ha altri affari. Stia di continuo con Conf. Gabriele, gli parli di me, delle cose mie tutte, gli dica che mandi Gesù da me di continuo, che mi muoio di trovarmi ai piedi di Gesù. Mi aiuti a far bene la preghiera: la preghiera mi fa dolce l'obbedire, mi dà un po' più di pazienza. Lo provai quei due giorni, babbo mio, che fui privata della Comunione...
Babbo mio, troverà una lettera senza senso, ma non importa: mi lasci parlare della Comunione, non ne posso più... Ci saranno, babbo mio, delle anime che non comprendono che sia l'Eucarestia? È proprio impossibile che vi siano delle anime insensibili alle strette divine, alla misteriosa effusione e ardente del Sacro Cuore del mio Gesù! Come, o Gesù, non consacrarvi tutti i. palpiti del cuore, tutto il sangue delle vene? Cuore di Gesù, Cuore di amore!... Qual colpa sarà mai la mia, nel comunicarmi così con tiepidezza! quale offesa si fa mai a Gesù! O babbo, tolga un po' di amore a Conf. Gabriele, e lo mandi a me. Ai suoi piedi gli faccia queste due domande: «Di Gemma che ne devo fare? Siete contento che la vostra cinta la tenga sempre Gemma?». Aggiunga: «Essa la salva da tante tentazioni, anzi la rende sicura. Sii buono, - gli dica - lasciagliela stare». E Lui risponderà di sì.
Dunque due cose gli raccomando tanto; prima l'anima, e poi tutte le cose che [sono] avvenute e che avvengono a me. Babbo mio, ci si raccomandi tanto, si faccia rispondere. Io lo prego che gli dia tanti lumi sopra di me; e poi, babbo mio, scriva presto presto. Mi benedica: la povera
Gemma di Gesù solo.

Ai piedi del Ven., babbo mio, saprà tante cose, avrà tanti lumi, e gli dica ancora: «Siete contento che Gemma la faccia venire qua vicina a me?». Se dicesse di sì! Viva Gesù! Ci avrei tante cose da dirgli, tante che bramerei di fargli sapere, quasi direi necessarie, ma... Babbo babbo... lo chiamo babbo con tutto il cuore; capirà ciò che intendo ai dire (se sapesse, babbo mio!). Scriva presto; quanto ce n'è bisogno.







lettera 73

A P. Germano, L 85: 27 luglio 1901

76
27 luglio 1901
Babbo mio,

Qua da noi da più giorni c'è il Provinciale, e oggi stesso da Lui comincio la Confessione generale del S. Giubileo. Quel famoso libro sta ora nelle sue mani, ma conciato per bene. Mi sembrava impossibile che il nemico non volesse vendicarsi! Ma, grazie a Dio, non è poi tanto rovinato da non intenderci, e non occorre che lo scriva di nuovo. Mi benedica forte forte e ogni momento. Quando è a Corneto, gli. scriverò tante cose. Intanto faccia ricerca della lettera del 14: sarebbe male se la leggessero gli altri. A Conf. Gabriele dica che si trattenga ancora dinanzi a Gesù, supplicandolo a farmi la grazia che tanto desidero riguardo all'anima. Pensi al diavolo, a tenermelo lontano. Mi benedica; sono la povera

Gemma.

Babbo mio, non so, babbo mio, che coraggio io abbia di lamentarmi, mentre so che è ancora in maggiori angustie di me. Ma uniamoci insieme, e andiamo da Gesù nel Tabernacolo. Dinanzi a Lui mi sento come innalzare; sono con Gesù, sono dinanzi al mio amore. Si apre il Tabernacolo, i Serafini s'inchinano.
Babbo mio, se sapesse, babbo mio! vorrei dirgli tante cose, ma mi ha messa tanta paura, che non ho coraggio. Un mucchio di cose ci ho, ma Lei s'inquieta. Verrà, babbo mio, verrà? E quando? Presto.






lettera 74

A P. Germano, L 86: 3 agosto 1901

77
3 agosto 1901
Babbo, babbo mio,

Ieri partì il P. Provinciale, e che vuoto ha lasciato nel mio cuore! Proprio come quando andò via Lei stesso. Quanto bene mi ha fatto! quante belle cose che mi ha dette! quanta rassegnazione mi ha fatto avere di più! Ma era da meravigliarsi che il diavolo non ci volesse mettere la coda. In questi giorni, babbo mio, che c'era il P. Prov., Chiappino ne ha fatte di tutte le specie; e quante e più ne poteva fare, ne ha fatte. Già son certa che saprà l'accaduto della cartolina e ancora di tutto il resto... Sì, sì, il mostro raddoppierà i suoi sforzi per privarmi dell'aiuto del babbo mio e del P. Prov, perché vede che questo aiuto è per me un gran bene; ma se anche questo accadesse, Gesù tanto non verrà mai meno nel mio cuore. Di tutti posso dubitare, ma del mio Gesù no. Sì, babbo mio, la comprendo bene la rabbia del maledetto! Ma non ne ho più voglia di parlare di lui; è meglio che parli di Gesù.
Quale allegrezza si prova nell'abbandonarsi nelle braccia di Gesù! Si sta tanto bene, babbo mio, con Gesù solo! L'anima fedele diventa di Gesù figlia carissima; gli apre le braccia, se la stringe... O Gesù, ne ho tanto bisogno della vostra affezione! È vero, babbo mio, che non si può passare un istante senza sentirsi nella più grande felicità, davanti a Gesù nel Santuario del Tabernacolo. E se Gesù mi permette di penetrare nel S. Tabernacolo, dove è presente Corpo e Sangue, non sono io forse in Paradiso?
E Confratel Gabriele che gli ha detto? Mi vuole sempre bene? Se gli avesse fatto capire qualche cosa a mio riguardo, me lo dica, babbo mio, subito; io voglio essere di Gesù, voglio piacere a Lui solo.
Gesù piange, piange ancora, babbo mio! Potessi farlo stare zitto!... Potessi con le mie lacrime e col mio sangue tornare in grazia di Gesù!...
Ma Gesù è buono, accoglie sempre chiunque si penta. Ma l'ho io un pentimento che basti alle mie colpe?
Babbo mio, risponda dopo avere pregato Gesù; mi benedica continuamente. La povera

Gemma.








lettera 75

A P. Germano, L 87: 18 agosto 1901

78
18 agosto 1901

Rev.do Padre,
18 Agosto.

Grazie tante tante del Dente; ora sì che gli mando la Cintola, ma quanto mi dispiace dovermela levare di dosso! Stamani ho fatto la SS. Comunione! o Padre mio! ho pregato mentalmente, ho pianto in silenzio... Erano lagrime di riconoscenza e di felicità. Gesù, Gesù è sempre con me; ci è ancora. Ma possibile, Padre mio, che Gesù voglia me, me, la più indegna di tutte le creature?
E i Serafini che gli stanno d'attorno, non mi respingono con sdegno?... O Gesù, quanto sei buono! E Gesù amorosamente mi risponde: «Vieni vieni, creatura di fango, riconosci la tua bassezza... Vieni da me in questo modo: schiacciati sotto il peso della tua indegnità...». Padre, Padre, non posso più reggere... dopo la Comunione; no, non posso più reggere a pensare che Gesù si fa sentire all'ultima sua creatura, che gli si manifesta con tutti gli splendori del suo Cuore, nella prodigiosa espansione del suo amore paterno... O Padre, ci pensi Lei pure e non saprà reggere... E pensare: chi sono io? Mi riconosco proprio per un essere avvilito e un frutto del peccato; proprio come dice Monsignore.
E Gesù buono, troppo buono, vuole che vada con Lui e gli parli con tutta confidenza, e mi dice: «Figlia, tra me e te ci sarà tutto comune: non più né tu né io...». A queste parole, babbo mio, mi venne subito in mente Lei e dissi: «O Gesù, se io faccio come mi dite, il Padre mi grida forte, perché non vuole che vi dia tanta confidenza». E Gesù: «Digli, figlia, che la confidenza la creo da me in coloro che amo». Lei mi risponda su questo punto e farò come vuole.
E il diavolo, Padre mio? Come ho paura! Sono 15 giorni che non mi sono confessata. Monsignore è fuori, e torna il 9 di Settembre; ed io me ne sto qua alle tenebre. Viva Gesù! Continuamente peccati, e tanto Gesù non si stanca e ancor mi sopporta.
Grandi cose da Monsignore per l'accaduto di Suor N.; cose grosse, babbo mio: il diavolo si è scatenato. Guai a Lei e al Prov. con Monsignore; sarà vero?... Non s'inquieti per questo; se Gesù è contento, poco importa di M. [= Monsignore]. Esso è troppo buono per prenderla con loro due, e tutto quello che dice e fa, è tutto Chiappino. Non dubiti che M. presto si rimetterà da se stesso.
Saprà tutto dal P. Prov... ma il mondo è scatenato.
Sarebbe meglio, Padre mio, che mi mandasse a prendere e farmi venire da Lei vicina,- qua come andrò a finire? Il mondo e il diavolo è tutto contro di noi. Ma Gesù, Gesù è con noi.
Sa che comincio anche a del corpo, Padre mio? Un po' di tosse... in Paradiso, in Paradiso! O bene, in Paradiso!
Mi benedica ogni momento e forte forte. La povera

Gemma.
E Serafina? Mi parli di Serafina, ne avrei piacere.





lettera 76

A P. Germano, L 88: 22 agosto 1901

79
22 agosto 1901
Rev.do Padre,

Povero babbo mio, come soffre! È vero? Ha paura di essere compromesso o Lei o il Prov. Ma non tema di nulla; o perché ha tanta paura, mentre che Gesù se ne sta quieto, e se gli parlo di queste cose, ride e ci scherza? A Gesù gli dispiacciono, sa, quei momenti rabbiosetti che gli prendono o di non volere scrivere, ovvero di non occuparsi più di nulla, ma sia buono; dei dispiaceri ne avrà ancora degli altri, ma avrà pazienza; quando poi saremo al termine di tutto, vedrà con che gioia ringrazierà Gesù. Mi raccomando, babbo benedetto, non la prenda con Mon.: esso è buono e fa tutto per mio maggior bene; fa di tutto per salvarmi l'anima. Me la voglio salvare a tutti i costi. Non sa forse che ora sembra che mi sia convertita? E quanto non devo meravigliarmi della infinita misericordia di Dio! Sì, sì, babbo mio, il mio Gesù è proprio il Gesù della bontà; esso di nuovo ha operato il miracolo della mia conversione. E per il lume che si è degnato di darmi, sono venuta ad acquistare la cognizione della mia bassezza; e piangendo sui tanti miei peccati, sento il mio dolore aumentarsi di più a considerare i tanti oltraggi e le tante ingratitudini, che le creature fanno ogni giorno a Gesù.
Gesù, babbo mio, non solo è disdegnato, ma è anche insultato. Quante creature (ed io per la prima) in un momento di rabbia ricusano di accettare quelle care prove che Gesù gli manda, e che gli varrebbero a metterle nel numero degli eletti! Quanti ancora sulla rabbia dicono che Gesù non si occupa di noi, che ci ha abbandonati, e che non è punto giusto! Babbo mio, Gesù che dimentica le creature? Gesù ingiusto?... quale grossa calunnia contro la Sua Paterna Provvidenza!... Eppure tutta la terra è ripiena di Gesù, delle opere sue continue... E che importa, babbo mio, se Gesù si avventa contro il nostro corpo? che importa se Gesù ci affligge? Ciò che dovremmo temere, e che io dovrei temere tanto, è l'assalto che fa il demonio per farci cadere in peccato. E a questo io nulla ci penso...
Preghi tanto per me, mi benedica spesso. Faccia qualche ricerca sopra quella lettera sperduta.
Scriva presto, a me più? Se vedesse, babbo benedetto, che fossi in pericolo per l'anima, ci pensi, mi aiuti.
Benedica forte forte la povera

Gemma.








lettera 77

A P. Germano, L 89: 1 settembre 1901

80
1 settembre 1901
Babbo mio,

Sono pochi istanti che ho ricevuto Gesù! Che gran bella fortuna, babbo mio! Io che meriterei di vivere coi demoni, mi trovo invece circondata ogni mattina da Angeli e Santi, e unita continuamente e intimamente con Gesù! Quanto è mai buono Gesù con me, quanto è misericordioso! Ancora lo tengo dentro di me; io sono tutta in Lui, e Lui tutto in me. Ma la mia abitazione è troppo vile per averci Gesù!... Ma Gesù invece da Se stesso la rende nobile e grande. Povero Gesù! E che cosa amerò io mai su questa terra, ora che posseggo Gesù?... Mondo. creature, non vi posso proprio più amare... Ma, babbo mio, a che alto grado mi ha inalzata Gesù stamattina! Dopo la Comunione, ripensando alla grandezza che mi ha inalzata Gesù, mi confondevo e mi perdevo... Vede, babbo mio: la paura mia più grossa, sa quale è? Quella che facendo tanti peccati, arrivi poi a rimaner priva dell'amor di Gesù. A Lui mi raccomando, affinché mi faccia la grazia di non arrivare mai a meritare questo castigo.
Monsignore è tornato; ieri sera mi confessai, lo trovai così buono, che proprio non sapevo che pensare. Scusiamolo, povero Monsignore, quando alle volte sembra inquieto e noiato di me; non è colpa sua, è Gesù che così permette. Eh, babbo, babbo, si andrà forse anche peggio! Lasciando stare Monsignore, che da se stesso poi si riconoscerà... Ma ieri sera dimostrava perfino un gran desiderio di Lei; mi domandò se mi aveva scritto, risposi di no. E Lui: «E perché?». «Non lo so, - gli dissi - ma sono più di sei mesi che non ho saputo nulla». «Tu nondimeno continua a scrivergli», mi disse. E qui ci fermammo.
Continuando poi a confessarmi, dovetti accusarmi che spesso spesso, anche più volte al giorno, mi vengono dei pensieri contro la S. Purità. Che tormento, babbo mio! Gli chiesi allora se in quei terribili momenti, potevo tenere una piccola funicella alla vita, cosa che mi giovava tanto nei tempi passati! Ed esso mi rispose: «P. Germano non vuole... te lo proibì pure». Gli dissi allora che se era contento lui era contento pure Lei. Finì poi col permettermi in quei brutti momenti un po' di disciplina con la fune se avesse acconsentito anche Lei. Aggiungendo, però, mi disse di dirgli che la salute è in tocchi. Ma invece sto bene assai. Ora questa cosa gliel'ho detta in confessione e quando risponde non vorrei che parlasse tanto chiaro.
Gesù, babbo mio, continua ancora a farsi sentire parecchie volte al giorno: di sera e di mattina, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Sia sempre benedetto! E quanta forza, babbo mio, devo farmi a me stessa per nascondere agli altri, specialmente quando sono in Chiesa, fuori e qualche volta quando mi trovo sola. Faccio forza o no, babbo mio? Quando alle volte passo delle giornate intiere a soffocare questi desideri, perché non posso con libertà sfogarmi e buttarmi nel pelago dell'amore di Gesù (altro che pochi istanti dopo la Comunione, e questi pure con fretta, perché temo di...), alla sera mi stiocca un po' di febbre; e questa, babbo mio, viene dall'impeto che faccio per trattenermi. Ma avanti, Gesù si mostra contento di questo modo, anzi mi dice di gradirlo. Ma, babbo benedetto, mi riuscirà poi sempre così, frenarmi così? Temo di no, perché gl'impeti si fanno sempre più forti e frequenti, e temo tanto, non reggo più, babbo mio; quando non ne posso più e lascio andare.
O babbo mio, ancora dell'altro in mezzo al mondo? Ieri mattina, in una stretta amorosa che ebbi col mio Gesù, lo pregavo che mi liberasse dal corpo; vo' dire che mi sprigionasse, mi lasciasse libera per andarmene a Lui. E Gesù scherzando mi diceva: «E dove vorresti volare?». «A Voi!». E Gesù: «Lascia che io venga ancora un po' da te, e poi, quando io ti libererò, tu verrai da me».
Un'altra cosa curiosa vo' raccontargli. Senta: tutte le volte che aspetto qualche lettera sua, lo dimando a Gesù, ed Esso mi dice: «È vicina». Quest'ultima volta, no anzi, quella che parlava dell'affare di Serafina no, l'altra avanti, appena giunse la lettera, corsi a dirlo a Gesù. E Gesù (ma ridendo e scherzando) mi diceva: «Ma ha scritto proprio? non credo io che abbia scritto». Mi ci volle un po' di tempo per assicurarlo. «E a te dice nulla?» mi disse. «Si, - gli risposi - mi raccomanda sempre che sia umile, distaccata; ma poi, babbo benedetto, non me le spiega mai le parole che mi dice. Di essere umile me ne parla Monsignore, ma di essere distaccata capisco poco; perché non ho più nulla, non so da che devo distaccarmi. Ho tu solo, mio Gesù».
Ma Gesù, babbo mio, sa dove si fermò? A quel dente del Ven. Gabriele: «Di' figlia mia, non vi sei troppo attaccata?». Rimasi proprio... e feci per muovere un lamento...: «Ma, Gesù, è una reliquia preziosa!» e quasi piangevo. E Gesù un po' serio: «Figlia, te lo dice il tuo Gesù, e basta». È proprio vero ve', babbo mio: Gesù disse bene. Suor Maria me la chiese per farla vedere alle monache; e quando gliela ebbi data, piansi perché la vo' sempre presso di me. Ma Gesù. Gesù dove mai si appiglia... eh! babbo mio!
Quello che vede sottolineato, babbo mio, è segno che la zia non l'ha letto; non ci sarebbe stato nulla di male, ma mi sono vergognata, e per questo glielo ho proibito (mi sono vergognata, babbo mio: superba che sono!).
Ed ora, babbo mio, vengo da Lei per una cosa. Vuole essere Lei consolatore degli afflitti? Conosce bene la Sig.ra Carlotta; sa ancora che gli è morto il fratello, ma speriamo bene. Io credo che sia salvo. La povera signora è afflitta e spesso piange; aspetta una sua riga perché la consoli e l'assicuri della salvezza dell'anima del suo fratello. L'altra è Suor Maria; essa più volte al giorno viene a sapere se P. Germano ha scritto; o via, babbo benedetto, sia buono; ha tante occupazioni, lo so, ma prenda un'ora di tempo solo solo, scriva una riga alla Sig.ra Carlotta, un'altra riga a Suor Maria, e contenti tutti. Si ricordi bene che per il giorno 8 Settembre ho preparato tutte e due a una sua lettera; non mi faccia rimanere in vergogna, sia buono. Non ho più voglia di scrivere, babbo mio; scriva presto, mi benedica e preghi spesso per la povera
1 Settembre. Gemma.

Vorrei scrivere a M.M. Giuseppa tante cose, ma presto scriverò.









Gemma al P. Germano 68