Gemma al P. Germano 95

lettera 93

A P. Germano, L 105: 11 dicembre 1901

96
11 dicembre 1901
Mio buon babbo,

Povero il babbo mio! Come è sossopra! O perché non sta un po' quieto? Gli prendono anche a Lei le smanie. come prendono a me di quando in quando? A Gesù ci penserò io, non dubiti, e Lei pensi... m'intende? O se potessi un po' essergli vicina, quante cose vorrei dirgli, che mi soffocano!... Non mi rimane che Gesù, babbo mio, Gesù solo! O quanto è buono! l'amor suo misterioso mai si stanca! ed in me non trova che miseria, debolezza, peccato; nondimeno mi ama, mi ama tanto... Non cessa mai di farmi sentire al cuore la sua voce, di farmi vivere alla sua cara presenza; anzi è tanto grande la felicità, l'allegrezza che provo, che più volte al giorno mi sento abbandonare a me stessa, e mi sento partire da questo mondo; e sempre più sì, m'invoglio del Cielo, e di abbandonare la terra. O Paradiso, Paradiso, babbo mio! dove non si farà che una sola cosa: Amare. Stia contento, babbo mio, e stia attento piuttosto a Gesù, ovvero al suo buon Angelo. O che gli dice? Non lo vede più, ovvero non lo sta a sentire? Non sente Gesù ciò che vuole? Eppure... Via, babbo mio, mi contenti e contenti Gesù.
O che bei momenti felici mi fa passare il buon Gesù! Potere un po' essere insieme Lei e io, e, babbo mio, gustare Gesù. essere con Lei: o non avrei certo più altro a desiderare. Addio, buon babbo. Ieri mandai il mio Angelo; venne? Gli disse tutto? O se l'Angelo gli parlò, che tarda, babbo cattivo, a...
Mi benedica; la povera

Gemma.







lettera 94

A P. Germano, L 106: metà dicembre 1901

97
Circa la metà di dicembre 1901
Babbino mio,

Viva Gesù, che benché sia stanco di me, non mi nega mai il suo amore! Mi raccomando, babbo mio; se per caso venisse da Roma la triste notizia... che farebbe di me? Non mi lasci sola, perché Gesù non vuole, sembra che non voglia.
Lei trema, babbo mio, ed io tremo per Lei; temo di due cose: una mi affligge forte... l'altra mi consola. Gesù gliele farà capire. Badi, babbo mio: è l'ora, sembra... Contenti Gesù: mi tolga dal mondo. Quante cose vorrei dirgli!... Ora sarebbe il momento. Scriva, scriva: mi consoli, mi dica che mi leva di qui. Sarei contenta. Più quiu, babbo mio! O mi levi o Gesù mi ci toglierà.
Io dinanzi a Gesù penserò a Lei, e Lei pensi a farmi contenta. Si quieti per le cose sue: vedrà, non sarà nulla; pensi ad altro piuttosto.
Addio, babbo mio; mi contenti, mi contenti: sarò buona, farò di tutto per rendere contento Gesù e Lei. Mi scriva, scriva a me, a me due righe; mi dica... lo sa che voglio.
Babbo mio, ho tante cose da dirgli! O che bei momenti! ma come fare? Addio, babbo mio.


Confessione, e non accenni la lettera.
La povera Gemma.

L'Angelo mio, quasi fedele interprete dei voleri di Gesù, gli dirà tutto consegnandole la lettera.
Domenica faccia che si abbia una sua lettera, mi faccia contenta.







lettera 95

A P. Germano, L 108: 24 dicembre 1901

98
[Al mio buon babbo, Consultore delle Ss. Indulgenze e Reliquie]

24 Dicembre 1901

Al mio buon babbo, Consultore delle SS. Indulgenze e Reliquie, ma è stato poco, io mi aspettavo di più. Per es. Cardinale; ma quest'altra volta, è vero? No no, babbo mio; stia contento, a Gesù glielo dirò io... ora basta; perché povero babbo mio impaurirlo così? E ora come lo devo chiamare? Sempre babbo, oppure Monsignore, Eccellenza, ecc.? Io dirò sempre babbo, è vero?
Va a stare a Roma o rimane a Corneto? E la povera Gemma?
Babbo babbo, e oggi? O oggi non le ha detto nulla Gesù? Eppure!
Ma, babbo benedetto, non ne prenda più degli appunti: è troppo impiccio. Tutte le cose precise le saprà dall'Angelo presto. Addio, babbo mio; contenti Gesù.
La povera

Gemma.

E l'ho da farli sapere una cosa, babbo mio, che Lei vedrà dove arriva fino il volere di Dio, e ciò che Dio permette. Ma vedrà che Lei rimane, perché non se l'aspetta.
La povera

Gemma.

L'Angelo da Lei verrà... quando lo mando - ma presto o babbo è Gesù? Lo contenti quella zia che gli dissi per mezzo dell'Angelo, sta male male, presto va in Paradiso. Ho avuto io l'incarico di salutarlo a nome di Beppina, della Sig. Sofia, Enrico e suo padre.







lettera 96

A P. Germano, L 109: primi gennaio 1902

99
Primi di gennaio 1902
Mio buon babbo,

Stia a sentire. Stamani circa le 11 al Sig. Lorenzo gli è preso una specie di travaglio e diceva di perdere una mano. Chiamato in fretta il medico, l'ha dichiarata paralisi progressiva.
È stato un colpo un po' forte, per tutta la famiglia; io stessa ne sono rimasta... Ora è a letto, spero bene.
Addio, babbo mio. Ho scritto io, perché gli altri non ne avevano voglia, e premeva a tutti di farlo sapere a Lei...
Ci benedica tutti. La povera

Gemma.






Nota

A P. Germano, L 110: 3 gennaio 1902

100 3 gennaio 1902

[...] non posso dire più neppure: «vado a casa con Giulia», perché in famiglia piovono disgrazie a furia. Quella zia a quest'ora... ieri a mezzogiorno seppi che era in agonia... Viva Gesù. O natura, natura, quante ne vorresti fare!
Ma vede, babbo mio, dopo quelle parole dette da Annetta, la zia crede a tutto e in tutto la contenta: gli ha promesso di condurcela a Corneto. Ora che è poco, al solito siamo entrate nei soliti discorsi a farmi sempre più affliggere, e io quasi inquietata ho risposto: «Se non ci fosse dopo Gesù il mio babbo, me ne fareste tante, ma con lui non temo nulla». O babbo babbo... Già sanno che io dal mio buon Angelo gli ho mandato a dire tutto: risponda, senza però dire che ha ricevuto lettere, perché guai a me: mi caccerebbe di casa. E tutto in confessione. Solo accenni il tutto come cosa sua.
Babbo mio, il giorno di Befana, lunedì, mi vuole contentare? Scriva e mi dica... mi dica ciò che mi ci vuole per essere felice. Quelle parole quando le sentirò: in convento? Metta in quiete tutti, perché io non so come andare avanti, non posso più vivere. Babbo, mi contenti, lesto! Mi contenti prima che davvero la Zia vada a Corneto e io dove rimarrei? Se sapesse...
Addio, babbo mio; il giorno di Befana prometto una lettera alla mamma mia tanto seria: consoli tutti. E poi, o quante altre vorrei... ma non creda che sia sossopra: io sono calma, nulla mi fa perdere la pace, solo l'offesa di Dio.
Babbo mio, addio a lunedì.
L'ho messo troppo in furia per scrivere il giorno di Befana, è vero, babbo? Allora preghi e poi scriva che noi possiamo riceverla martedì mattina.






lettera 97

A P. Germano, L 111: 15 gennaio 1902

101 (15 gennaio 1902).

Mio buon babbo,

Sono più giorni, babbo mio, che mi pare vederlo inquietato.
Io gli dimando perdono in ginocchio. Me ne sono avvista, sa, e più volte pentita di tutte quelle cose che oramai sono dette: non lo farò più, non le dirò più: sarò buona. Allora perché non manda la lettera? o se l'ha mandata, ci ha forse le corna il nemico? È inquietato ancora, mio buon babbo? Sia buono, gli prometto di non farlo più più.
Addio, babbo mio; mi dica che è sempre buono con me. La povera

Gemma.

Babbino mio, sarò buona, e se crede che sia l'ora... Babbo babbo, sempre il mio buon babbo. Mi perdoni ancora, se dissi di non chiamarlo più babbo... O troppo contenta sono se potessi essere veramente figlia sua.









lettera 98

A P. Germano, L 113: 23 gennaio 1902

102
23 gennaio 1902
Babbo mio,

Sa tutto, e allora perché mi fa stare così in pena?... Si quieti, babbo mio; mi pare che Gesù mi assicuri che quando Lei (dico Lei, perché Monsignore vuol fare tutto ciò che vuole Lei) mi ha messa in convento, sotto una forte obbedienza, e con un pronto comando, quei soliti svenimenti mi passeranno, fino a tanto che non sono sicura, vale a dire dopo la professione.
Addio, babbo mio; non vuole più contentarmi. Il mio buon Angelo che fa? Ha pur ragione di umiliarmi!
Addio, babbo mio; e da M. G. [= Madre Giuseppa] ci è stato? E Gesù gli ha detto tutto? Ma lo stia a sentire. Gesù non inganna mai.
La povera

Gemma.






lettera 99

A P. Germano, L 114: 28 gennaio 1902

103
28 gennaio 1902
Babbo mio,

La sua lettera mi ha fatto piangere, ma rassegnare. È tutto vero quello che mi dice indirettamente. Viva Gesù! Io manderò Gesù, mio buon babbo, ma Lei se ne stia attento. Dimani Mercoledì faremo la S. Comunione assieme, è vero? Vedrà cosa gli dirà Gesù! Certo a me il luogo dove dovrò essere, me lo ha sempre nascosto. O che sarebbe, babbo mio, parlasse con la Presidente? Se ha la testa dura, come sento dire da molti Padri, Gesù può... Lei non si attenta, è vero? Ne parli a Gesù. O che crede? quasi quasi a me sembrerebbe... So al certo che né Lei, né il P. Prov. non gli hanno mai parlato di me. Mi è sembrato che Gesù (parlando con Gesù di quest'affare) mi abbia detto che non gli avete mai parlato di me. Certo, l'intimità che ha P. Gaetano con la Presidente, può essere male...
O babbo, ci provi, ci provi in segreto; qua nessuno sa nulla, Lei lo stesso non dica nulla a nessuno. Si resta pari. Ne parli a M. Giuseppa: potrebbe, babbo mio, riuscir bene. Gesù Può tutto, lo vedo in tutto onnipotente e infinito. A M. Giuseppa chieda un consiglio, poi parli direttamente alla Presidente. Gesù ha piacere (mi pare) che vada in convento. Diamine, che poi faccia succedere cose!.... Ci provi, babbo mio; prego giorno e notte. È un tentativo. Deve riuscire. Gli dispiace? Via se mi vuol bene davvero, lo faccia. Preghi e... lo faccia.
Un'altra cosa, babbo mio: o di quella lettera che parlava di Corneto... degli esercizi di Annetta... ecc. non mi dice nulla? Mi dica qualche cosa alla lontana... capisco io, sa... nessuno sa nulla: la zia vive quieta, sempre col pensiero di lasciarmi col Sig. Lorenzo e condurcela lei stessa... Così incerta passo giorno e notte, e il mio babbo non ne parla... Ancora un'altra: dalla mamma mia avrà ricevuta una lettera un po' misteriosa; io gli spiego subito il tutto. Giorni sono, scrissi a Lei una lettera, e poi la nascosi tra la musica del Sig. Lorenzo (come sono solita) (quella lettera era piena di parole offensive), e guai a me se il mio babbo l'avesse letta! E vi aggiungevo ancora che il Martedì prossimo aspettavo una sua lettera. Viene il desiderato Martedì, ma la lettera non venne... Senza pensare a nulla, pensavo solo che Lei fosse con me arrabbiato, in fine mi venne in mente di guardare al posto solito; lo feci, e ci trovai sempre la lettera. Viva Gesù! L'ho ringraziato pure tanto Gesù, che non gliela abbia fatta avere.
Il Sig. Lorenzo oggi ha detto Messa; sta, direi, quasi meglio di prima! Scriva presto, babbo! quando? Domenica, è vero? Il giorno 2 Febbraio ci aggiunga una riga, una riga sola a Suor Maria: così mi porta i mentini. Non s'inquieti babbo mio! Domenica mandi la lettera, mi dica qualcosa. Mi faccia venire insieme con la zia a fare gli Esercizi, e poi prego Gesù che non mi mandino più via. Addio, babbo mio, a domenica. O babbo babbo! dica alla zia che mi lasci meno che può; la povera

Gemma.

Nessuno sa che ho scritto questa lettera (in confessione). Stasera vanno al Teatrino! Addio a Domenica; una riga a Suor Maria.
Faccia tutto quello che può e presto, perché Gesù va ogni giorno avanti.
Babbo mio, mi faccia venire a fare gli Esercizi, e io prego Gesù che non mi mandino più via... Addio a Domenica.







lettera 100

A P. Germano, L 115: 24 febbraio 1902

104
24 febbraio 1902
Mio buon babbo,

La sua lettera di stamani non mi ha messa in confusione, come delle volte mi accade, ma mi ha fatta rimanere quieta e rassegnata. Viva Gesù! Ho pregato fino ad oggi che Gesù faccia tutto ciò che a Lui piace, e ciò che può essere bene all'anima mia; oggi invece raddoppierò le preghiere e... sia di me quel che vuole Dio. Non gli farei un torto a Gesù, babbo mio, se mi abbattessi? Mi mostra così potente la sua protezione!
Babbo mio, ora in ginocchio a chiedergli perdono di tutto; no, no, no, non mi proverò più a fare ciò che ho fatto, e a dire ciò che ho detto. E, ma non dubiti che ieri, Domenica, sentii tutto il giorno il rimprovero suo... Badi veh! che la Sig.ra. Cecilia ieri gli spedì una lettera, ove gli diceva di una lettera che doveva venire ieri... Ma ora ciò che ho fatto e detto, me ne pento sempre, e non lo farò più più più. Scriva pare quando vuole, che io non dirò più nulla; anzi sarà meglio che io non lo sappia più. Vorrei provare a scusarmi, babbo mio, ma no, vo' stare zitta...
Viva Gesù! babbo mio. Vorrei dirgli tanto, ma da dove cominciare? Sa tutto, io spero. Addio, babbo mio, mi benedica forte forte e sempre.
Monsignore lo trovo buono buono con me; mi ripete sempre tutte le volte che scriva a Lei. E se io alle volte gli strappo quasi per forza un permesso o l'altro, Esso mi dice: «Ma che faremo? P. G. [= Germano] vorrà? ecc. ecc.». Ora vorrei sapere una cosa, babbo mio. Sa pure, che spesso mi accade, anzi ogni giorno, che la testa se ne vola via; ebbene, vedesse, babbo mio, quanto soffro! E sa perché? Non lo so, non mi saprei spiegare, ma quasi ho vergogna... Lascio che spieghi Gesù tutto il resto; da me non saprei fare.
O babbo mio, preghi tanto tanto per me: non ne posso più.
Mi permette, babbo mio, che quando ho da dirgli qualche cosa, mi serva dell'Angelo mio?
Ora pure ho da dirgli tante cosette, anzi cose grosse, ma se Lei non vuole per l'Angelo, io non gliele dico, perché...
Mi benedica, babbo mio; la povera

Gemma.

Ho scritto questa lettera, perché avevo paura che quando ieri Lunedì Lei ricevé la lettera della Sig.ra Cecilia, si sia inquietato con me, sapendo che io di nuovo avevo (come ha detto Lei) fatto la profezia della lettera; non lo farò più, babbo mio, più più.







lettera 101

A P. Germano, L 116: 8 febbraio 1902

105
8 febbraio 1902
Mio buon babbo,

Ho vinto. Stamani per tempo avanti la SS. Comunione ho un'ispirazione e ho saputo che stamani doveva venire una sua lettera. Ho sofferto un po' dalla gran smania che avevo di dirlo, ma l'ho soffocata e sono stata zitta. Così va bene, è vero, babbo mio? Stamani sono un po' più contenta io pure della sua lettera. Ne erano venute due di seguito, che mi facevano piangere; stamani non ho pianto no, ho riso, perché ho provato un po' di sollievo. Babbo mio, coraggio e avanti! Non dico a Lei, dico a me stessa. sì, ma se Gesù non mi aiuta, io mi abbatto; mi aiuti Lei col pregare; o che gran bisogno che ne ho!
Quante cose avrei da dirgli, babbo mio, ma dirò come dice Lei: non si può metterlo in carta. Ma quando ci troveremo insieme... Di tutti avrei da dire, babbo mio; che forse Gesù permetta che io veda, per darmi un po' di occasione di patire, ma io invece' sto seria... piango, ecc. ecc. E perché, babbo mio, alle anime veramente innamorate ogni cosa è facile, e a me un piccolo sacrifizio, l'ombra del patire mi riesce tanto penosa? Segno chiaro di non amar Gesù: non è vero?
Glielo dico a Gesù che io non posso, come i Santi, chiedere patire e patire. Il patire, babbo mio, mi sbalordisce. O babbo mio, è purtroppo vero ciò che mi dice Monsignore, che dopo di avere avute tante grazie da Gesù, dovrei essere avanti, e invece peccati, peccati sempre nuovi. Quelli passati mi pare di averli pianti, ma ciò che è peggio, quelli nuovi non sono seguiti da sincera emendazione.
Dove mai giungerò? Caro Gesù, vieni vieni, non ti faccia ribrezzo la mia miseria; poiché quanto essa è grande, tanto più sarà grande la tua misericordia. Vieni: con la tua verginità purifica il mio cuore; con la vostra mansuetudine abbattete la mia audacia; visita stamani la mia coscienza, o Gesù, e se ci è roba da disgustarti, abbattila, distruggila, annientala. Fino che nel mio cuore non ci saranno vere e sode virtù, non ci venire, o Gesù; non mettere così a cimento l'onore della tua gloria, la maestà della tua grandezza. E che ho detto, babbo mio? Mio Dio, se il tuo genio si abbassa alla più vile di tutte le creature, quale mi riconosco essere io, deh! esaltala Gesù con riparare i danni prodotti dalle sue colpe. Ma del resto vieni sempre, Gesù; se in addietro ti ho provocato a sdegno con la mia ingratitudine, in avvenire ti sarò più grata. E poi sai? Se non mi vuoi ingrata, come è di dovere, non mi tardare il tuo aiuto. O Gesù, e se tu mi chiedessi amore corrispondente al tuo, che dovrei fare?... Ti dico che sono una creatura vile della terra, e non puoi aspettarti nulla. Sono i peccati... O Dio! mi dimenticavo che scrivevo al mio babbo! e continuavo con Gesù... Sì sì, sono i peccati che mi hanno privato di tutto.
E che avrò detto?... Non leggo ciò che ho scritto, perché mi vergogno... Il mio babbo è così indulgente, mi chiede lettere, prenderà ciò che viene. È vero? Ora non dico altro; e, babbo mio, è, già assai lunga una lettera. Mi benedica forte forte. Stia attento a Gesù... Nulla di ciò che non vuole Gesù...
Mi benedica: sono la povera

Gemma.








lettera 102

A P. Germano, L 117: 11 febbraio 1902

106

11 febbraio 1902
Confessione

Babbo mio,

Viva Gesù! La Sig.ra Cecilia si è ammalata, ma mi pare anche non tanto leggera.
Mio Dio, che sarà di me? Mi trovo sola... non ho potuto fare la SS. Comunione, perché dovevo andar sola... l'ho fatta spirituale, ora in questo momento. Apriti, o mio cuore!... Ecco, Signore, ti apro il mio petto; introduciti, o fuoco divino. Gesù, vieni, vorrei essere la sfera delle tue fiamme, o Gesù...
Non tardo più un solo momento, prendo sopra di me tutto ciò che ha di male la mia buona mamma. Ho pregato... Gesù, vorrai esaudirmi? Se è la tua volontà... Addio, babbo mio, mi benedica e faccia presto. E a Roma pensi e Gemma; faccia ciò che vuole Gesù, non mai ciò che crede sia mia fantasia o invenzione.
La povera

Gemma.

Se volesse scrivere, quando gli pare a Lei; ma presto, ché le sue lettere fanno tanto bene: io rinasco a vita.nuova.








lettera 103

A P. Germano, L 118: 14 febbraio 1902

107
14 febbraio 1902
Babbo mio,

Gesù sta ancora esposto sopra l'altare? Ci corra, gli domandi se può scrivermi subito, e se gli dà il permesso, lo faccia. Dimandi a Gesù: che cosa era quella notte che la Sig.ra Cecilia trovò sotto il letto di Gemma un bozzo di acqua? Gesù lo dirà. Essa credette che mi fossi bagnata le scarpe apposta... e poi... La sera di poi, dimandi a Gesù, chi fu che prese tutte le mie lettere (le sue) e le sparse tutte per la camera della Sig.ra Cecilia? Si sospetta di me; a me sembra di non essere stata. Tutti sono seri con me, nessuno si cura che ci sia; lo sanno tutti, perché credendo che ci fossero i ladri in casa, furono chiamati tutti. Mi ha inteso babbo mio? tutte le lettere sue furono trovate sparse in camera. Gesù gli spiegherà ogni cosa. Io sono contenta; non importa che nessuno mi curi: Gesù continua a volermi troppo bene... Manca una riga sua: subito, se Gesù lo vuole, per far contenti gli altri.
L'ho detto a Monsignore e mi ha detto che è il diavoletto.
È arrivata ora ora la lettera di Corneto della M. Presidente, e invita la Sig.ra Cecilia per gli esercizi... Annetta è sulle furie... la zia è per cedere e condurcela... Signore, io sono pronta al caro sacrificio: sia fatta la tua SS. Volontà. Tu sia benedetto.
Non tema, babbo mio: io non lo dirò più quando scrive o no... stia certo, se Gesù mi aiuta. Il diavolo... babbo mio, chi sa che farà ancora?... ma... se crede, gli avvisi [quei di casa].
Corra da Gesù, sta ancora esposto. Lo sento. Gli dica... che mi prenda nel suo Paradiso...
Se Gesù vuole, scriva subito. Mi benedica. Senta Gesù, che dice? Non dice: Togli Gemma di qua?... No... Se dice di no, ci sto volentieri! Addio, babbo mio; sono la povera

Gemma.

Il mio buon Angelo non so se gliela porterà. Babbo mio, quando la Sig.ra Cecilia gli scrive, attenda a P. G. O che forse è diventato cattivo di nuovo? Gesù è poco contento (mi pare).
Di quelle dell'Angelo non ne dubito.
Beppino è 10 giorni che è ammalato con febbri; il Dottore teme del tifo. Che a fare, babbo mio! Silenzio... Confessione, anche la lettera perché...
Se Gesù vuole, mi tolga di qui: dia a Gesù e a me libero sfogo.
Non tema, non accadrà nulla in me di straordinario, fino dopo la professione, nulla nulla: Gesù sembra che l'assicuri. Di me tema, ma di Gesù no. Glielo vuol dire che non mi lasci sola tanto?... No... non dica nulla: sono contenta così.

Gemma.

Babbo mio, ora poi si può dire che sono sempre sola: la mattina aspetta la Sig.ra Cecilia quasi con impazienza il momento che Gesù con la sua carità mi cerchi, e poi... va fuori, mi lascia che mi accorgo allora allora di essere in testa, e poi...Quando poi mi prende, mi trovo sola.
Nell'amore... godo... nel dolore, quando mi sembra che l'anima mi si divida dal corpo, che mi par di morire; allora poi piango. Viva Gesù!








lettera 104

A P. Germano, L 119: febbraio-marzo 1902

108
Febbraio-marzo 1902

Non tema, babbo mio; mi raccomandi a Gesù, io farò sempre l'ubbidienza; anzi in certe cose non sento più neanche il peso di quella. Farò tutto quello che mi viene comandato. Giorni sono, fu Gesù che mi concesse questa grazia; che non finirò mai di ringraziarlo. Mi ricordo che in quei momenti quasi spontaneamente mi vennero dette queste parole:
Al voler del grande Iddio,
è conforme ancora il mio;
è mia cura e mio pensiere
a Lui solo di piacere.

Viva Gesù! Mi vincerò in tutto, babbo mio; stia contento; non voglio più più disgustare Gesù, né far piangere il mio buon babbo. Mi benedica.
Per l'Angelo non mi sento di scrivere. Presto scriverò. Addio, babbo mio; mi raccomandi a Gesù tanto tanto; mi tenga per mano strinta, e io terrò Lei per l'abito.







lettera 105

A P. Germano, L 121: 8 marzo 1902

109
8 marzo 1902
Mio buon babbo,

Eccomi qua da più giorni con le povere Suorine. Monsignore non è mai venuto, mi confesso dal P. Martino; mi pare che Lei lo conosca. O babbo mio, quanto si sta bene nella casa di Gesù! Qui sto bene, perché ci è Gesù, e poi devo starci per obbedienza. Del resto ben mi avvedo, babbo mio, che mi pare che questo non sia il luogo, perché il mio cuore non è sazio; e poi mi pare che non sia il volere di Dio. Se poi Monsignore mi obbliga, ci pensi Lei, babbo mio: io ho promesso a Gesù di non dire nulla, e Gesù pare che di ciò sia rimasto contento, perché non mi rimproverò; ma però mi fece intendere di palesare a Lei ogni cosa.
Ci pensi, babbo mio; anche se il pensare a me gli costa fatica, lo faccia per Gesù: io sarò buona e pregherò per Lei. Non dubiti che non lo abbia a obbedire, e obbedire in qualunque luogo mi metta; obbedirò sempre, perché Gesù lo vuole. Qua ebbi l'obbedienza da Monsignore di non fare nessune cose straordinarie, e tutto va bene. Ma quanto mi tenta il mio Gesù!. A me però mi costa un po' di fatica. O caro Sacrifizio! O cara Obbedienza!
O babbo mio, mi faccia venire a Lei vicina; Gesù sarebbe contento: ho bisogno di Lei e dei suoi insegnamenti. Sono cattiva, sono carica di peccati; qua in convento ne ho trovati un mucchione. P. Martino mi assolve e addio; io sono disperata: ho bisogno di fare un po' di confessione generale, aspetto Lei; venga quando il Sig. Lorenzo lo manda a chiamare; corra, babbo: quante cose ho da dirgli, tante tante!
O se potessi un po' ora dirgli una cosa. Glielo accennerò in poco tempo; spiegazione gliela darà Gesù. Vi è qui una buona Religiosa, che di tratto in tratto mi rivolge qualche parola affettuosa; essa mi vuole tanto bene, ma dalle parole mi avvedo che Essa mi ha bene conosciuta. Si sì, babbo mio, mi ha conosciuta; Lei no, ha sbagliato di me e sopra di me, ha sbagliato: le mie cose non vengono da Dio, ma il tutto viene dal diavolo. Preghi Gesù: lume lume, babbo mio; è tutta falsa devozione, me ne avvedo troppo bene; è tutta ipocrisia. Dunque lo prego a non parlare più di me a nessuno, se non per dire realmente chi sono io, mi umilierò, mi pentirò, e Gesù mi perdonerà con la sua infinita misericordia. Mi tolga dal mondo e mi chiuda in buco strinto, da non vedere più nessuno; farò penitenza di tutti i miei peccati, e farà di tutto per salvarmi, così no, così va male. Dio mio perdoni! Preghi per la mia conversione.
Babbo, pensi a tutto Lei. La mia mamma torna Martedì mattina alle 8½: così mi hanno detto. Lei scriva subito subito; glielo dica chiaro chi sono, ché più [non] mi vergogno; vo' uscir da questa vitaccia e salvarmi.
Monsignore disse, se gli riusciva, di lasciarmi qua per sempre; io desidero far solo la volontà di Dio. Non dirò nulla, ci pensi a tutto Lei; io sono sua, così mi dice Gesù, e Lei deve obbedire a Gesù, è vero? Lo farà volentieri? Corra da Gesù. O mio Dio!
Scriva presto alla mia mamma e dica a Lei se devo restare o rimanere qua dentro. Preghi Gesù, faccia una risoluzione... Senta Gesù che dice... non dice che vada dal....?
Addio, babbo mio; una benedizione speciale ogni giorno Sono la povera

Gemma.

Confessione
Venga, ché bisogna in tutti i modi che lo veda. Io sono quieta e calma, solo vo' fare la volontà di Dio.
La M. Superiora delle Suorine mi prega di dirgli che gli faccia la carità di rispondere a una lettera speditagli giorni sono a Corneto; se non l'ha avuta, è sempre ferma costà.
Ci benedica tutte, insieme alla povera

Gemma.

Babbo, venga in aiuto della mia povera anima; ora poco fa sentivo trarmi a Gesù.
Non è accaduto mai nulla. S. Obbedienza!
Sono andata dalla M. Priora in cerca di aiuto, ed essa mi ha respinta dicendomi (non ho neanche capito): «Che ti confondi tanto! Sono tutte sul genere di quelle tentazioni del diavolo». Sul serio, babbo mio, pensi all'anima mia, ché la vedo in pericolo. Ho. ringraziato di cuore la Madre; l'altra Religiosa, che mi dà tanti savi insegnamenti, sento di volermi bene assai; desidererei di stare sempre con lei, e l'ho avvisata di dirmi tutto tutto, che vede in me. Sono quieta e sarò di più, se il mio babbo mi aiuta a salvarmi.









lettera 106

A P. Germano, L 122: 14 marzo 1902

110
14 marzo 1902
Babbo mio,

Come sono inebrianti le carezze di Gesù! è vero?... M'intende?... A Corneto ci troverà una lettera, e a Roma deve averne 3; una gliela avevo scritta dopo due giorni che ero in convento, l'altra parlava tutta di quella buona Religiosa, che sembrava di avermi conosciuta ecc. ecc.., l'ultima poi appena uscii di convento. Le ha avute tutte e 3 per la posta?... Me lo dica.
Abbia pazienza, babbo; non ho voglia di scrivere stamani, mi sento finire finire finire. Gesù sembra che voglia finirmi, ma invece non è vero, perché non smagro... Ha accennato ora nella lettera di Venerdì alle 2. È vero babbo mio, tutto ciò che dice. Mi avvedo che il Suo è il vero Gesù, ma il mio chi sa? E il demonio sapesse quante tentazioni mi dà sul conto Suo. Ora mi fa credere che Lei sia un matto, un indovino, ecc. ecc.; altre volte mi fa risuonare all'orecchie queste parole: «O sì, fidati di Lui, di quel pezzo di ciarlatano; o che ti ha fatto mai credere!...». Ora me lo presenta come finto, ecc. ecc. Queste cose mi sono venute giorni sono, è poco. Babbino mio, lo vede... mi raccomandi a Gesù: sarò buona, non m'importa di nulla, solo di mettere in salvo l'anima mia... Sa insomma ciò che dicevo Venerdì?... Certe parole che me l'ha insegnate il mio buon Angelo: Babbo mio, M. Giuseppa, Anime Sante, che pregate per me, affinché, benché sia confusa ed indegna, Gesù sia glorificato nella povera anima mia.
Mi benedica forte, babbo mio; non mi lasci sola, sono sua, si ricordi, e se vede che...
Sono la povera

Gemma.









lettera 107

A P. Germano, L 123: 15 marzo 1902

111
15 marzo 1902
Mio buon babbo,

Ieri sera fui a confessarmi, avrei voluto dopo confessata scrivergli subito, ma l'abbattimento, in cui mi avevano fatto cadere le parole di Monsignore, non me lo permise; e poi prima di scrivere volevo fare la Comunione. O babbo babbo... se non corre in mio aiuto, guai a Lei! Ora forse non se ne avvedrà del male che fa, a lasciarmi... ma vedrà poi... Monsignore ha deciso così che, se mi prendono, di mettermi nelle Cappuccine, e di fare il Noviziato... e poi... Mio Dio!... O le tue parole?... Anzi pregò me di far sapere al Confessore delle Cappuccine che oggi si recasse da Lui per parlare di questo... Io non ho fatto nulla, e neppure lo faccio, se Lei non mi dice qualche cosa... Gesù!... o Gesù i... Guai a Lei, babbo mio, se Gesù gli facesse conoscere la Sua Volontà, e Lei non volesse... effettuarla! Non è più tempo, babbo mio, di avere delle difficoltà... Faccia quello che vuole Gesù, e vedrà poi... Io qua sono rassegnata... ma scoraggiata...
L'obbedienza fu in quei giorni puntualissima, la forza e violenza poi fu... grandissima. Viva Gesù! E ora, babbo mio, dubita ancora che debba fare delle scenate in convento? Prima che Monsignore faccia questo, Lei mi prenda vicina a Sé; come sarebbe contento Gesù! O babbo, ancor non intende?... Basta basta, non ci è più tempo da perdere. Mi scriva qualche cosa avanti Sabato. Mercoldì devo andarmi a confessare, ma non ci vado prima che Lei non mi abbia risposto.
Quando Monsignore mi disse queste parole, cioè capii la sua risoluzione, gli dimandai se dovevo far sapere a Lei qualche cosa, ed Esso rispose: « O figlia mia, se tu dai retta un altro po' a P. G. [= Germano], tu Religiosa non ti fai più».
Viva Gesù!

Gemma.








lettera 108

A P. Germano, L 124: 10 aprile 1902

112
10 aprile 1902
Mio buon babbo,

Dimani, prima d'imbarcarsi per Teramo, passi per Roma, e dica a Serafina che preghi tanto Gesù per me; e Lei faccia di tutto, babbo benedetto, per conoscere quale sia la vera volontà di Dio. Stia attento, babbino mio! A Confratel Gabriele deve farsi promettere tante cose, Lei faccia così: vada proprio sulla tomba, sul Corpo, e gli comandi per obbedienza: «Ditemi, di Gemma che ne ho a fare?». E poi quando torna, lo scriverà; è vero? Io pregherò come posso. Scriva presto, babbo mio. Ma quando scrive, preghi prima il nostro Gesù; non scriva a caso, come fa spesso (Mi perdoni quest'ultima parola, è tanto che gliela volevo dire).
Ho un mucchio di cose da dirgli. Se il mio buon Angelo volesse venire da Lei! Ci provo? Mi raccomando, babbo mio, di pregar tanto, perché Gesù gli dia lume sopra di me, non si debba ingannare, per carità... mio Dio!... babbo mio... Mi benedica forte forte.
Passi da Serafina. Addio, babbo mio. Sono la povera

Gemma.

Passi da Serafina e faccia di tutto perché il 3 Maggio venga... la faccia venire. Quali sieno le condizioni le sa, del viaggio ecc. Sarebbero tutti contenti, se venisse...
Quando va in qualche posto, le mie lettere se le porti dietro; non le lasci a Corneto, neppure se le avesse chiuse a chiave, o sicure; se le porti dietro, le bruci e se ne vada via libero.







lettera 109

A P. Germano, L 125: 19 aprile 1902

113
19 aprile 1902
Mio buon babbo,

La mandi Serafina; via, sia buono! Non metta più ostacoli; sapesse come essa viene volentieri! Me la manda, eh? si rimane così? O babbo mio, e quale sia la volontà di Dio sopra di me l'ha saputo? A Roma o a Lucca? Babbo mio, senta; il tutto in segreto di confessione. La Sig.ra Cecilia gli scrive che non vuol mandarmi, e allora perché non sta sempre con me, senza mai lasciarmi? Tante mattine, che proprio io non sono più nel mondo, eppure mi lascia. Ora vanno tutti in campagna, ed Essa se la sente di condurmi me sempre dietro? O babbo, la faccia smessa con tutti. Mi faccia venire a Roma, e mi metta in un convento, fino a che Dio vorrà; così nessuno sa di me più nulla; al contrario, stando qui, io temo. Le cose mie crescono. Faccia Lei, buon babbo. Ancora nulla di ciò che deve fare? Mi raccomandi a Gesù. Mandi Serafina. E di me faccia quello che è meglio per l'anima mia. Mi benedica forte forte. Sono la povera

Gemma.

Babbo mio, ho tanto bisogno di vederlo.
Mi prometta di non lasciarmi mai mai. Lo farà? Faccia in modo che lo possa vedere: Gesù lo vuole.
Dica alla mamma mia che non mi lasci mai mai mai. E tutto quello che fa, lo faccia per carità. Vede, babbo mio, io non lo so. Con me è sempre buona, quando poi va a confessarsi da Monsignore, quando esce è tutta turbata; non mi cura più, e sto per più giorni sola sola. Scrive una lettera Lei, ecco tutto cambiato: mi vuole un gran bene.
Così non lo deve fare; glielo faccia sapere in modo che capisca: Gesù vuole la carità, per le altre cose non vuole nulla.
Scriva qual è la volontà di Dio.








Gemma al P. Germano 95