Gemma al P. Germano 113

lettera 110

A P. Germano, L 126: 21 maggio 1902

114
21 maggio 1902
Mio buon babbo,

Se non scrivo, non tema di nulla; faccio perché alle volte con le parole (specialmente con le mie) si può essere d'inciampo al volere di Dio. Così Gesù mi ha promesso di manifestare a Lei la Sua Volontà a mio riguardo, purché io stessa gliela chieda con umiltà, ecc. Mi pare di averglielo scritto.
In questo modo io me ne sto in pace, aspettando che la Volontà di Dio si eseguisca su di me.
Quello però che dico, ho bisogno di vedere Lei per bisogno e sicurezza dell'anima mia. Se ha qualche avviso corra subito; già non lo so ciò che Dio sta preparando.
La Sig.ra Giuseppina ancora non si vede; non è mica poco che si aspetta. Se non viene prima, Mercoldì, la vigilia del Corpus Domini, l'aspetto.
Mi benedica, babbo mio, forte forte. La povera Gemma








Nota

giugno 1902

115 testo non disponibile





lettera 111

A P. Germano, L 127: 22 giugno 1902

116
Lucca, 22 Giugno.
22 giugno 1902

Mio buon babbo,

Dopo che Lei fu partito, non mi è stato più possibile confessarmi da Monsignore; stamani poi sentivo di non potere fare la Comunione, e allora mi sono confessata dal P. Vallini.
Babbo mio, sono pochi giorni che è andato via, e di nuovo sentirei il bisogno di riparlargli. Viva Gesù!

Mi trovo continuamente nella solita dolcezza di spirito, che ben posso dire mi fa dimenticare se ancora mi trovi sulla terra; anzi stamattina, siamo andate alla Messa, abbiamo fatto la SS. Comunione e dopo, dopo non lo so... mi sono trovata a casa, e mi ci è voluta tutta a raccapezzarmi in qual modo ci fossi venuta. Non mi manca però il nemico ad affacciarsi di quando in quando; di nuovo vorrebbe venire a turbare la pace che Lei mi ha data, ma Gesù mi aiuta e non ha potuto far nulla. Basta, babbo mio, che faccia un atto, una preghiera, che concepisca un pensiero con Lei insieme a Gesù, che subito quel cosaccio mi fa balenare alla mente...: «Ma che ti curi di Lui!... è un trascurato, è un chiacchierone... ecc. ecc. ecc.». Ma non tema, babbo mio: Gesù è molto forte, e col suo aiuto propongo di non prestarci più neppure la più piccola ombra di fede.
Continui a stare così unito a me, ché me ne ritrovo molto bene; le preghiere che fa per me, le accresca, ché ogni giorno accresce il bisogno. Mi è rimasto un unico desiderio, babbo mio, di arrivare a salvare quest'anima, e per arrivarci son pronta a tutto; e se la morte dovesse porre un termine a tante infedeltà, a tanti pericoli, babbo mio, mi lasci morire, ché lo desidero per unirmi al mio Dio, che con tanta forza di amore mi tiene unita qui in terra.
Stia contento, babbo mio: non gli darò più nessun dispiacere, gli sarò sempre obbediente, sempre docile. Lei stia attento a Gesù, e Gesù mi ha promesso non tarderà a manifestarsi. Appena fu partito Lei, Gesù m'ispirò di fare alcuni propositi; io spero, babbo mio, di adempierli, se Lei mi aiuta forte con la preghiera.
Quel piccolo librettino di Meditazioni che mi rimase, per ora lo tengo io, è contento? Mi giova anche a me.
Babbo mio, e Gesù? Dovunque vada, mai mi lascia, mai si scosta da me, perché certo ho conosciuto che senza di Lui non posso vivere; e alle volte penso e dico: «Ma come, mio Dio, hai dimenticate tutte le altre cose? non hai da guardare che me?». E subito una luce mi si fa nella mente: che Gesù, nella luce immutabile della Sua divina visione, non cresce nel guardare solamente a una, a me sola, e neppure si diminuisce nel guardare a molte creature.
Il mio cuore sta sempre unito a Gesù, e Gesù continua a consumarmi. Caro mio Dio, vorrei in mezzo alle vostre fiamme struggere tutta. Ieri mattina, babbo mio, proprio credevo che il cuore mi volesse sloggiare dal petto. Babbo mio, ma che crede che proprio non lo senta il dovere della gratitudine verso Gesù? O che crede forse che non volessi anche io corrispondere a un Dio... a un Dio che mi ha tanto beneficata? Mi aiuti Lei a farlo, col non offenderlo più più, mai mai.
Come sarebbe contento Gesù, se nel mio cuore ci trovasse corrispondenza di schietto amore! Ma come fare ciò che non so fare? Se amo un po' Gesù, non lo devo né a me stessa né alle mie forze, ma in tutto alla Sua Misericordia. Ora smetto, babbo mio; scriva presto, mi dica molte cose, preghi assai per me. Io per Lei lo faccio continuamente, ha capito? continuamente. Ascolti Gesù, babbo mio. Viva la Volontà di Gesù!
Mi benedica forte forte. La povera

Gemma.

Giovedì, mattina, babbo mio, dal mio letto bevvi con Lei il calice di Gesù, che fui costretta a dire: «Come mai, Gesù, al babbo mio, che è buono, date a bere un calice di amarezze, di pene, di croci e a me, che vi ho tanto offeso, date a bere un calice di sollievo e di conforto?».







lettera 112

A P. Germano, L 128: circa 26 giugno 1902

117
Circa il 26 giugno 1902

Mio buon babbo,

Come sono contenta, ora che si è posto a scrivermi di nuovo proprio a me!
Se prego per Lei, se son buona, e se l'obbedirò e gli sarò sempre docile, scriverà sempre a me direttamente, è vero? E poi capisco meglio. Non smetterò più di pregare per Lei, se Gesù mi aiuta; mi è troppo necessario il suo aiuto. Guai all'anima mia, se non fosse venuto in mio soccorso! (già m'intende) sarei piombata nell'inferno non una volta, ma chi sa mai quante! E badi perché il diavolo ancora non ha smesso; continua quando per una cosa, quando per l'altra, a farmi venire dei dubbi (verso di Lei). Ma Gesù mi fa essere forte, e posso accertargli che non ci ho più acconsentito.
Gesù, babbo mio, ancora continua con la solita sua dolcezza. Io vivo sulla terra, ma su questa terra mi pare di esserci come un'anima spersa; perché mai mai il pensiero mi scappa dal mio Gesù. Vi sarà ancora tempo a quello che mi dice Lei, cioè che queste consolazioni si cangeranno in pene, afflizioni, aridità, ecc? Sia fatta la volontà di Dio! Ma ho paura, babbo mio, ho paura dell'anima mia. Mi assista e se vede che l'anima mia pericola, non abbia rispetto umano, faccia ora tutto quello che Gesù vuole.
Non gli tacerò nulla nulla, più più.
Va al solito come quando c'era Lei; va bene in quel modo? O babbo, ci preghi; andrà bene, ci è nulla che ci abbia parte quel brutto cosaccio? Io sono pronta a tutto.
Riguardo alla Sua Obbedienza di stare bene, ho da dirgli una cosa. Gesù, io spero, mi farà fare l'obbedienza; anzi ne sono certa che, terminato il mese, non rigetterò più nessun cibo. E ora, babbo mio, è tanto tempo che mi pare che Gesù m'inspiri di dimandarle una grazia. Non s'arrabbi, babbo mio; farò come Lei mi dice, ma vedrà: non ci sarà nulla di male a concedermela. Certo Lei avrà molte scuse da addurre: che sono dimagrita, che non è necessaria; ma non valgono proprio nulla. Senta: è contento che dimandi a Gesù la grazia di non farmi sentire più fino che vivo nessun gusto in nessun cibo? Babbo mio, è necessaria per me questa grazia. Gesù spero gli dirà di concedermela; ad ogni modo... sono contenta. Ci pensi.
Se la mia buona mamma è contenta de' miei portamenti, non lo so, ma ciò non può essere. Farò di tutto per contentarla, babbo mio; ciò che sa Lei, sa tutto lei pure; cercherò di obbedirla, non tacerò più nulla.
Di tutti gli appunti che buttai via, non mi ricordo più nulla, ma la maggior parte si trattava di discorsi con Gesù, altri di tentazioni, ecc. (tutte a suo riguardo). Viva Gesù, babbo mio! Ecco una cosa che Lei giudicherà. Stamattina per tempo, prima delle due, mi sono destata; tutto ad un tratto una moltitudine di pensieri sopra l'anima mia, mi sono venuti a turbare. Pensieri di questa sorte: «E se io fossi ingannata? E se tutte queste cose che mi accadono, dovessero condurmi alla mia rovina? E se P. G. [= Germano] fosse ingannato?». In questo combattimento ho durato fino... Sa a che ora, babbo mio? Fino alle 5. Gesù non so dove se ne fosse andato; non mi rivolgeva neppure una mezza parola. Alla fine si è mosso un po' a compassione, e alienandomi un po' dai sensi mi ha fatto udire (mi è parso) queste parole: «Figlia, non temere. Che opero in te sono io. Mai ti lascerò, vivi contenta». Babbo, si faccia dire da Gesù se fu Lui, o chi? che disse queste parole. Infinita però è la contentezza che ne ho provata da queste parole, e mi pare su quelle di fidarmi. Babbo, qui mi ci dica tante cose; ma non scriva, se non è certo.
Come è grande, babbo mio, la moltitudine della dolcezza di Gesù!
Ho da dimandargli vari permessi, babbo mio. Babbo mio, non s'inquieti, ma vorrei da Lei un altro permesso. È sì buono il mio babbo, che se Gesù lo ispira un pochino, me la concede subito. Vorrei fare una promessa a Gesù, cioè di non cercare più più sollievo in cosa alcuna. E non dubiti, babbo mio: saprò regolarmi, sa; non creda che cada in eccessi. Ma m'intenda bene: più sollievo in nessuna cosa, nessuna (intendo di comprendere tutto).
Alla fine poi sono due piccole cose quelle che gli chiedo, e non ci è male di nulla a concedermele. In ogni modo sono contenta. Preghi per me tanto, ché ho paura di non essere fedele a Gesù; faccia preghiere speciali per questo, babbo mio, e poi io sempre penserò all'anima Sua.
Non so se abbia risposto a tutti i punti, e se l'abbia contentato, ma se non avessi fatto a modo suo, quando scrive, scriva coi numeri, che forse ci riuscirò meglio.
Quella solita svogliatezza delle preghiere vocali, mi dura ancora; che sarà, babbo mio?
Gesù mi ha promesso di farmi sostenere un po' di cibo, babbo mio, dunque anche se il corpo continua a consumarsi (come lo sento), sostenendo il cibo, andrà più adagio.
Erano tanti giorni che non avevo più sentito il dolore de' peccati, ma Gesù ieri sera volle farmi di nuovo quella grazia; se Lei non mi aiuta, babbo, vedrà presto ridurmi in cenere, ma cenere di peccato.
Ora termino, babbo mio. Presto andrà a Roma, vedrà al certo Serafina, la faccia pregare tanto per me, le palesi pure tutti i miei peccati: sono contenta; li dica pure a tutti: voglio essere tenuta per quella che sono.
Mi benedica con forza, babbo mio, preghi per me. Sono la povera

GEMMA.

Se Serafina dice di venire a Lucca, non glielo proibisca, perché non gli sembra che Gesù lo voglia?









lettera 113

A P. Germano, L 130: 9 luglio 1902

118
9 luglio 1902
Mio buon babbo,

Viva Gesù! Non tema: se Gesù mi aiuta, non vo' più tacergli cosa alcuna, comunque sia. Continua il brutto demonio a tormentarmi, ora in tentazioni sporche che Gesù permette che sieno come lampi: appena presentate, che subito scappano; altre volte con qualche brutto sogno, ecc. ecc..
Sa in che modo dimandai a Lei il tempo che vi sarà alle pene, che Gesù sta preparandomi? Perché lo dimandai a Gesù una mattina dopo la Comunione, ed Esso mi rispose: «Subito che porrai piede in Monastero». Per questo volevo sapere, babbo mio, se Lei mi dava la stessa risposta. Può darsi che venga da Gesù ciò che mi è sembrato?
Stamani con Gesù abbiamo fatto il patto del cibo. Sta tutto bene, babbo mio: il gusto non lo sentirò più, ma il cibo Gesù me lo fa ritenere, ma pochissimo, mi avvedo; perché se mangio assai, lo rigetto; se mangio poco, no. Stamani dopo questo con Gesù abbiamo parlato della mia salute, e a nome Suo, babbo mio, gli ho chiesto che mi faccia star bene e tornare un po' in carne. Senta risposta: «Di' al tuo babbo che per questa volta sola lo farò, e per brevissimo tempo». Non ci capisco nulla. Mi dica qualche cosa. Babbo mio, dalle parole di Gesù in poi come mi sento calma! mi sento così piena di confidenza in Lei, che in questo modo mai mai, neppure nei primi tempi ho provato.
Dell'altro permesso... Viva Gesù! O come aspettavo la sua lettera per incominciare! ma... Non farò nulla, stia certo. Anzi, tempo indietro avevo chiesto questo permesso a Monsignore; Esso pure me lo aveva negato; Venerdì da se stesso mi dette la licenza di farlo per un mese. dicendomi che avrebbe in questo tempo giudicato se avessi potuto continuare. Uscii di confessionario, corsi da Gesù e lo pregai a darmi un po' di lume, e a chi dovevo ubbidire dei due miei Direttori. (La sua lettera non era venuta; in me sentivo un forte desiderio di aver questo permesso). E Gesù, il mio buon Gesù, mi fece chiaramente conoscere di non far nulla, e che il permesso ha da venire da Lei. In questo ho lottato assai, sa, babbo mio. Sentire il desiderio... Monsignore darmi il permesso... Ma Gesù com'è lesto!... Son calma, aspetto ciò che farà Lei. Andrei a rotta di collo, babbo mio, se nella sua lontananza non ci avessi Gesù.
Preghiere vocali non se ne parla; le esclamazioni, i pensieri a Gesù son continui, sa, babbo mio. Nei giorni passati commisi una grossa mancanza, che fu assai che Dio non mi fulminasse. Gesù misericordioso! Il Sig. Lorenzo mi comandò di fare un conto, io ci misi forse un po' troppa attenzione e uscii dalla presenza di Dio; ma fu appena un minuto, ché subito tornai in me stessa, ne chiesi perdono a Dio, ed Esso mi perdonò subito.
Sì, sì, so fare assai a tradurre S. Agostino. Senta: Cap. 1, Pag. 5: «Gesù mio, fa che il mio cuore ti desideri, desiderandoti ti cerchi, cercandoti ti trovi, trovandoti ti ami, amandoti tu gli dia il perdono dei peccati, e ottenuto non gli abbia a commettere più». O babbo mio, pochi momenti fa mi sono sentita tutta compresa da un dolore forte de' peccati miei, che credevo di morire. Mio Dio! prima guarda il Figlio tuo da te generato, poi da' uno sguardo a questa creatura che tu hai redento! Dopo, rimanendo un po' così... non so come dire... mi perdevo e consideravo l'anima mia una gran montagna, e Gesù appoggiato ad essa per non farla cadere. sì, è proprio così, babbo mio: se Gesù non la sorreggesse, cadrebbe... O mio Dio, poiché questa vita l'hai tolta al peccato, suo distruttore, prendila per te suo conservatore!
E non sente, babbo mio, che ogni momento prego per Lei? Anzi spesso dico: «Mio Gesù»! e poi soggiungo:
«Babbo mio, dove sei? Dove mi lasci? Perché non fai presto, ché muoio e muoio di amore per Gesù? Non vedi che il mio cuore e il mio corpo ancora, struggono, e diverrò incenerita? Non vedi che sono vittima di amore, e presto di amore morirò? Non vedi che tutto nel mondo mi annoia, nessuna cosa bramo, solo amore, amore, amore?». Tutto questo, caro babbo, non mi fa sorgere nel cuore il lamento, ma la rassegnazione.
Con nessuno parlo di Lei. Venerdì Monsignore mi domandò: «P. G. [= Germano] ti dette nessun permesso di penitenze esteriori?». «No», risposi. «E tu sei contenta?». «Sì, è lo stesso». «Ma se tu vuoi farne qualcuna, fa pure, ché io ti do la licenza, piccole però...», e me ne accennò qualcune... ma non ho fatto nulla nulla: Gesù sento che non vuole. Poi mi fece qualche interrogazione sopra il mistero della S. Trinità; mi trovai molto confusa, babbo mio, perché Monsignore usa altri modi de' suoi; ma Gesù o come seppe bene suonarmi la trombetta negli orecchi! Rimanemmo poi col confonderci e umiliarci dinanzi alla Maestà di Dio!
Non abbia paura dell'anima sua, babbo mio: non sente che con Gesù ne tratto come se fosse mia propria? Lei faccia come faccio io. Non gli sembra, babbo mio, che sia quasi una fortuna che io sia nata peccatrice? Perché le vene di Gesù, piene di Sangue Sacramentato, stanno sempre aperte per i peccatori. Viva Gesù!
Presto gli scriverò, poiché ho da dirgli tante altre cose, e stamani non posso continuare, perché non mi sento bene. Mi benedica forte forte. Sono la povera

Gemma.

Il latino lo spiego così alla meglio; se lo vuole più esteso, lo farò; alla lettera non so fare, ma ogni pensiero, ogni parola mi verrebbe tanto da dire. Lo prenderà com'è, è vero, babbo mio? Anzi se crede che sia: necessario, lo farò; se no, lasci correre, non lo faccio volentieri.
(Grazie tante del permesso concessomi. Gesù vedrà ciò che gli darà).









lettera 114

A P. Germano, L 131: circa 20 di luglio 1902

119
Verso il 20 di luglio 1902
Mio buon babbo,

Eccomi a Lei. Quante mai cose sentirà! Preghi tanto, babbo mio, che Gesù lo illumini del vero lume. Non gli tacerò nessuna cosa, farò come Lei mi dice, sarò buona, sarò docile; mi aiuti, babbino mio, il bisogno del suo aiuto ogni giorno si fa più grande. Adesso che è a Roma, faccia pregare Serafina per me.
Babbo mio, e Gesù è contento dell'anima mia? Io me ne sto sempre a Lui unita. Caro Gesù! mio tutto in questo misero mondo! Ciò che mi dà un po' pensiero è che la Comunione continua, quell'Angelico Pane non ha comunicato nel mio interno tutti quei beni, che in tante anime ha conferito con abbondanza. E il male l'ho conosciuto: è perché le poche mie virtù son deboli, e mi accosto a Gesù con nessun merito. Aiuto, aiuto, babbo mio! potevo oggi essere arrivata a gradi avanzati di profitto, ed invece sono andata indietro, con detrimento della misera anima mia. Questa tiepidezza l'ho scoperta stamani; procurerò di ravvedermi.
Delle volte, lo crede, babbo mio, tremo e divento rossa rossa, se penso che così impura vado a ricevere Gesù, che è purità per essenza. È per questo certamente che accanto al fuoco di Gesù son sempre più fredda.
Ma Gesù, il caro Gesù, mi ama anche in questo modo, continuamente si fa sentire all'anima mia. Ho una cosa sola io di buono, caro babbo, ed è la buona volontà; quella mi pare di sentirla. E siccome mi dice Gesù che giova tanto a chi è debole e povera come sono io, così spero che sarà gradita a chi è forte e grande come Gesù.
Ora bisogna che cominci a raccontargli qualche cosetta. Senta, babbo mio, mi faccia intendere ciò che viene da Dio; faccia di tutto che il nemico non abbia nessuna parte in nulla. La mattina del 12, erano circa le 8..., sentii tutto a un tratto un interno raccoglimento, e mi parve di sentire che Essa, M. Giuseppa, chiamasse me. Qualche momento mi distrassi, ma quando mi accadono certe cose, bisogna che ceda. Mi trovai in pochi momenti dinanzi a Gesù, unita a M. G. [= Madre Giuseppa]. Nel trovarmi accanto a sì santa anima, fui tutta compresa della mia miseria e debolezza, conobbi il mio nulla presso Dio, e volgendomi a Lei, a M. G. [= Madre Giuseppa] la supplicai così: «O anima eletta, tu che godi col tuo Gesù, che essendo Sua sposa, te lo sei fatto il diletto del tuo cuore, ricorro alla tua pietà, perché tu mi aiuti presso Gesù. Fa per me a Lui qualche preghiera».
Quell'anima santa mi pareva, babbo mio, che mi chiedesse ciò che aveva da dire a Gesù. E io...: «Impiega, o Madre mia, un po' del tuo gran fervore per impetrare all'anima mia, all'anima più infelice e più bisognosa, il perdono delle colpe; quel perdono impetragli che non sa meritare; interponi quel tuo candido affetto, ché vedrai a te nulla nega; applica il valore della tua carità, ché con quella tutto ti riuscirà possibile ottenermi. Se non le vuoi fare per me tutte queste cose, falle in ossequio di quel Dio, l'onore del quale è il solo scopo di tutte le tue premure».
In silenzio passammo qualche minuto; sentii che M. G. [= Madre Giuseppa] davvero pregava per me. Dopo continuai: «Che dici, anima santa, pregherai per me, le farai per me tutte queste cose? Ma con qual vantaggio, se pongo ostacoli a questa grazia?...».
Quell'anima tutto mi promise. O se lo facesse davvero e mi ottenesse da Dio il perdono di tanti peccati! Peccati, peccati, fuggite da me! non avrete più luogo in un cuore, che avete profanato per tanto tempo con le vostre abominazioni! Caro Gesù, voglio emendarmi, ma tu abbi di me compassione, perdonameli.
Ho sofferto tanto in questi giorni, babbo mio: certi dolori da morire; ora mi sono calmati. Viva Gesù! Il demonio, quel cosaccio, si dà da fare, vorrebbe... ma Gesù con le sue parole mi mise tanta calma, che esso con tutti i suoi sforzi non ha potuto togliermi la confidenza in Dio, e la fiducia in Lei, neppure un momento. Di una cosa temo che sia lui, anzi è lui senza dubbio. Ogni notte, passata mezzanotte, mi sento un'agitazione di stomaco e un avvoltorio in corpo che bisogna che mi e vada al camerino. Là poi ho una di quelle scariche di corpo che m'indeboliscono in modo da non reggermi in piedi. Così agitata di stomaco, poi, che dagli sforzi mi sembra di morire. Ora in questo stato mi sgomento, perché non ne posso più, e tante volte sono stata lì lì per bere qualche cosa. Ma ho resistito. Una benedizione fortissima e il mio babbo mi libererà, è vero?
Sa anche dove si è appreso il diavolo? Su quel permesso che gli chiesi, e che Lei me lo negò. Mi suggerisce così: «Come piaceresti a Gesù, se tu non avessi più soddisfazione in nessuna cosa! Ti pare camminare così? La tua vita è troppo comoda. Se non fai penitenza per scontare i peccati, avrai voglia di stare in purgatorio, se ti andrà bene! L'inferno sta sempre aperto per i pigri ecc. ecc.». O babbo, nonostante tutte queste chiacchiere son calma, quieta, mi fido di Lei, e andrei anche subito all'inferno prima di disobbedire. Mi risponda chiaro. E Serafina l'ha veduta?... Che dice Gesù?... Fiat voluntas tua per sempre, caro Gesù! O babbo mio, pensi all'anima mia; io penserò alla sua.
Già lo saprà, è vero, che per due giorni in filo, il 14 e il 15, ebbi una visitina del mio caro Angelo. O babbo babbo, o chi ce l'avrebbe fatto? Mi sopraggiunse inaspettato; mi riposavo insieme a Gesù. Nel vederlo mi turbò un po', fui presa da un po' di timore. Gli dissi: «Se sei mandato da Dio, vieni che ti accetto; se sei un mandato dal diavolo, ti sputo in faccia». Esso allora sorridendo adorò la Maestà di Dio, poi fece un saluto alla SS. Trinità. Caro babbo, ma come si rimane quando vengono siffatte visite! Si rimane... non si sa che dire. Alla sua presenza mi vergognai di avere avuto verso di Lui nessuna riverenza, nessuna devozione; mi feci coraggio e gli chiesi perdono dicendogli che mi perdonasse, perché alla Sua presenza avevo peccato, perché al suo tenero amore avevo preferito l'amor proprio. Quante volte Esso mi aveva suggerito di mutar vita, e io senza mai dargli ascolto! quante volte mi aveva suggerito di non offendere quell'Infinita Bontà, che voleva comunicarsi alla anima mia, e io invece continuavo! O Dio! Alla presenza del mio buon Angelo feci quasi tutta (dirò così) la confessione. Quanto bene mi dimostrò di volermi! Mi guardava sì affettuosamente!... E quando fu per partire (ché mi accorsi, perché mi si avvicinò e mi baciò in fronte), lo pregai a non lasciarmi ancora, ed Esso: «Bisogna che vada». «Va pure, - gli dissi - saluta Gesù». Mi dette un ultimo sguardo dicendomi: «Non voglio più che tu intraprenda discorsi con le creature: quando vuoi parlare, parla con Gesù e con l'Angelo tuo».
Il giorno dopo, alla medesima ora, neppure ci pensavo, eccolo di nuovo. Mio Dio! Da' lume al mio babbo, e io crederò a Lui solo. Mi si avvicinò, mi accarezzò, e mi venne fatto di dirgli con tutto l'affetto: «Angelo mio, quanto bene ti voglio!». «E perché mi vuoi bene?» mi chiese. «Ti amo, perché m'insegni l'umiltà, e perché mantieni la pace interna del mio cuore. Se qualche volta sono cattiva, caro Angelo, non ti adirare; voglio esserti grata, sai, prima a Gesù, poi a te». «Sì... - soggiunse - io sarò tua guida sicura; sarò il tuo compagno indissolubile. Non sai - mi chiese - chi mi ha dato te in custodia?». «Sì, - risposi - il mio pietoso Gesù». E qui tutti i due restammo con Gesù. O se ci fosse stato, babbo mio! Babbo babbo, preghi per me. Lo chiami il mio Angelo, babbo mio, e vedrà ciò che gli dirà.
Ora crede che abbia finito, adagio... mi ci vorrebbe un piccolo permessino questa volta. E vedrà, Gesù dirà subito di sì, quando glielo chiederà. È necessario. Lei preghi, ci rifletta e scriva.
Vede, babbo mio, Lei crederà che io sia di quelle che parlano poco, è vero? Tutt'altro. Sento fare un discorso, io ci dico la mia; sento dir male di una persona, bisogna che ci dica la mia, e cento altre cose; il peggio poi è quando invento (no, inventare no), quando trovo discorsi da cominciare. Quanti peccati, quante maldicenze, e chi sa quante calunnie! Vuole che l'eviti, babbo mio? Faccia farmi la promessa a Gesù di tenere un silenzio rigorosissimo, e di non parlare solo che quando vengo interrogata e per pura necessità. O il diavolo mi farà guerra, ma Gesù mi aiuterà.
Ora dirà Lei tra sé: «Ma guardate quanto è sciocca quella Gemma! o che ci si sarà messa in testa? certe cose non sono per lei, serviranno a farle fare maggiori peccati; perché io che conosco la sua fragilità, so bene non può osservarli». O babbo, ha ragione, ma spero in Gesù. Esso mi aiuterà, perché questa cosa per me è necessaria. Non gli chiedo mica a caso certi permessi, sa? Non sa che prima di chiederli ne faccio la prova? Cado, cado e ricado, ma Gesù è con me.
Mi benedica forte forte, babbo mio, ad ogni istante. Mi scriva, ho bisogno di tanti consigli, della via da tenere.
L'ha veduta Serafina? La faccia pregare per me. Mi tenga strinta. Padre mio, se sente che scappo, mi regga. Il corpo continua a consumarmi, ma siccome un po' mangio, mi va più adagio.
Addio, babbo mio; benedica la povera

Gemma.

L'Angelo dette a bevermi alcune gocce di un liquido bianco in un bicchierino dorato, dicendomi che era la medicina colla quale il medico del Paradiso guariva i suoi infermi.









lettera 115

A P. Germano, L 132: 27 luglio 1902

120
27 luglio 1902
Babbo mio,

Viva Gesù! Eccoci al solito. Ieri quando fui per uscir di confessionario, Monsignore mi dette una certa obbedienza... mi disse: «Quando vai a Lucca, subito che tu arrivi, di' alla Sig.ra Cecilia che chiami il medico della famiglia e ti faccia visitare, perché tu sei ammalata».
L'obbedienza l'ho fatta; ciò che Essa farà, mi ci sottometterò volentieri. Babbo, babbo mio... il mio tutto dopo Gesù. Il mio buon Angelo gli dirà il resto...
Tornammo ieri da Viareggio e trovammo la sua lettera. A me, delle mie cose, dei miei permessi non dice nulla... Se Gesù vuole, se Lei avrà tempo, aspetto; se no, è lo stesso.
Caro babbo, Gesù continua, anzi accresce le sue dolcezze verso questa vile creatura: ogni giorno, anzi che offrirmi un calice di pene, mi offre un calice di sollievo, di conforto, di gioia e di amore.
Sono stata due giorni un po' sossopra. Guardavo quelli di casa, per es. Annetta, Eufemia, e pensavo: come mi piacerebbe vivere come vivono loro senza nessune cose straordinarie e mille strane idee.
Gesù, proprio in tempo di cena, mi ridette la pace con queste parole: «Figlia, e non ti piace far la mia volontà?». Mi tornò la calma e non pensai a nulla più.
Di salute va... come vuole Gesù: il cibo lo ritengo per bene, mangio il mio necessario, ancora il corpo non si è ricostituito. Babbo, Monsignore nel vedermi tanto dimagrita cerca il medico; e questa volta è per le cattive... vuole che mi faccia visitare in tutti i modi; questi temono o che muoia, o altro...
E dire che per Gesù questo è il tempo che sto bene, e questo tempo ha detto sarà brevissimo. Che sarà, quando?... Lesto lesto, mio Dio! lesto, babbo mio?
Dimattina, dopo la Comunione, mi mandi a dire da Gesù se vuole Lei che gli mandi un bigliettino per il mio buon Angelo: ho una cosa da dirgli; se gliela dice Lui, allora non importa che scriva; se poi Lui non la dice, allora me lo faccia sapere, ché mando il mio Angelo con una lettera. Gesù me lo dirà.
Mi benedica forte forte. Sono la povera

Gemma.

Monsignore teme fino dell'Angelo suo; ma son vissuta ingannata, babbo mio, è vero: Gesù non lo avrebbe fatto conoscere a Monsignore. Mi aiuti, babbo mio. Babbo mio, dove manco, mi avvisi: voglio obbedire, babbo mio. Non vo' ingannare più nessuno, babbo babbo mio.

Gemma.

Babbo, se Monsignore dice così, è segno che ne ha avuto lume da Dio; a Lei mi raccomando: preghi, preghi tanto tanto tanto per me.

Gemma.

Babbo mio, venga presto. Non sa che Gesù lo vuole? Evviva! Babbo mio, non vorrei vivere ingannata, e di più ingannare gli altri, babbo babbo mio.









lettera 116

A P. Germano, L 133: 29 agosto 1902

121
29 agosto 1902
Babbo mio,

Non sia inquieto con me; appena letta la sua lettera. e ho sentito che l'impotenza di scrivere veniva da Chiappino, mi sono alzata e ho preso subito la penna. Lo credo, babbo mio, che proprio derivi da lui; ma creda, e glielo dico proprio con Gesù nel cuore, che di quei pensieri a suo riguardo non ne ho più avuti; mi sento calma e quieta con tutta la fiducia in Lei: solo non scrivevo perché, caro babbo, sono così debole che, se sto a testa bassa, nel rialzarla mi sento venir meno la vita, ma mi sforzerò. O mio Dio!... O babbo mio!...
Fui a Controne, e lassù Gesù non mancò di farmi fare una visitina dal mio buon Angelo; tanto mi consolò. Dopo aver fatto tutte le mie proteste, mi misi a parlare con Lui, sull'ultimo voleva toccarmi, ma non volli. Babbo mio, Gesù nell'orazione continua a farmi gustare tanta dolcezza. Sì, babbo mio, se Gesù è dolcezza, tutta l'espande nel S. Sacramento.
Ma come può essere che una maestà si grande sopporti che gli stia davanti una creatura vilissima? Come va babbo mio? Forse non la vede l'ingratitudine dell'anima mia? non lo vede il mio cuore senza devozione? Eppure nondimeno Gesù mi sopporta, mi ama, e se Gesù mi ama, povera come sono, come non amerò io Lui, ricco, forte? Babbo mio, mi aiuti!...
Senta cosa curiosa, babbo mio... Monsignore mi aveva permesso di confessarmi da P. Paolo, il predicatore Apostolico; mi confessai per bene, e mi raccomandò tra le altre cose che pregassi per i peccatori; glielo promisi. Senza più pensare a nulla, un'ora o due circa dopo confessata, il diavolo (ché ben lo conobbi esser lui) mi disse: «Fino che tu fai per te, fa pure ciò che vuoi; ma bada bene di non far nulla per i peccatori, perché me la paghi cara». Babbo mio, mi dica qualche cosa. Babbo mio, mi aiuti, perché Dio solo sa il numero dei peccati che ho commessi e commetto; quanto la mia natura si risente a ogni parola! come sono imperfetta nel sopportare questo leggero maluccio che mi manda Dio! come tante volte dà occasione alle persone di mormorare di me. e come sono causa di tante inquietudini a questa famiglia! Eppure il misericordioso Gesù mi accarezza e mi vuol bene; o perché?
Sono oggi 13 giorni, babbo mio, che il mio stomaco sostiene solo poco brodo; avanti sosteneva anche qualche po' di latte, adesso non più.
Mi raccomando, babbo mio, in ginocchio, e crede di fare l'assoluto comando alla mia buona mamma di non forzarmi a mangiare. Senta: a Controne mi comandò di mangiare; mangia, dopo poi nel rigettarlo feci un po' di sangue a pezzi, e si vede mi sforzai un po' troppo: il sangue mi usciva fino dal naso.
Se crede di fargli questo comando una volta per sempre, pregandola a non mai dimenticarselo. Continuamente prego il buon Gesù a farmi star bene; babbo mio, ma come fare, se Gesù permette così? Speriamo bene.
Dica a M. G. [= Madre Giuseppa] che preghi per l'anima mia, e presto gli faccio avere una letterina per la prima festa della Madonna (8 Settembre). Giulia, babbo mio, è morta; preghi per lei tanto tanto. Gesù è forza, è coraggio, e non mancò di darmelo. Viva Gesù!
Mi benedica forte forte, babbo mio. Sarò buona, mi aiuti. La povera

Gemma.









lettera 117

A P. Germano, L 134: 31 agosto 1902

122
31 Agosto 1902.
Mio buon babbo,


Gesù ancora non gliela fa capire l'ingratitudine dell'anima mia? O babbo mio, mi aiuti, non mi lasci; sarò sincera, obbediente, e non gli tacerò nulla.
Sarei quieta assai, ma la Comunione mi mette un po' di paura; temo di farla male, di non prepararmi bene (benché impieghi spesso la più parte della notte); nel ringraziamento poi Gesù mi trae a sé; ecco che faccio le cose senza capo né coda, e Gesù non può essere contento, no; e dunque come fare? Aspetto da Lei, babbo mio, un aiuto, un consiglio. Il diavolo ci fa tanti sforzi per privarmi di questo bene; s'immagini, non passa notte che mi sogni o di bere o di mangiare, e la cosa mi sembrerebbe tanto vera, che se dopo non mi accertassi che ero a letto e non poteva accadere ciò che mi era sognata, andrei chi sa dove, invece di comunicarmi; nondimeno non mi agito. Monsignore mi assicura che nel sogno non si fa alcun peccato, e vado avanti come a Gesù piace, ma sto molto male per questo, creda, babbo mio.
Qui fino ad oggi 30 Agosto.
Oggi 3 Settembre riprendo la penna in mano; ho la febbre, babbo mio, è da ieri dopo desinare che l'ho. Viva Gesù!
Ho da comunicargli una cosa, babbo mio. Sono circa 8 giorni che dalla parte del cuore sento un fuoco misterioso, che non so capire. I primi giorni non ci facevo caso, perché poco o nulla mi dava noia, ma è oggi il terzo giorno che questo fuoco è cresciuto tanto tanto, quasi da non sopportarlo; avrei bisogno di diaccio per estinguerlo, mi dà molta noia, m'impedisce di dormire, di mangiare, ecc. ecc. È un fuoco, babbo mio, misterioso che si comunica al di fuori pure, e sulla pelle vi è un che di bruciato; è un fuoco, babbo mio, che non mi tormenta, sa, mi diletta, ma mi finisce, mi consuma. Gesù le farà capire tutto domattina, anzi tutto gli avrà già fatto intendere. Gran Dio, ti amo! ti vo' amar tanto!
Caro babbo, e ora in questo stato come la rimedio con Monsignore? Io sono prontissima a palesargli tutto, ad aver la visita del medico, a fare tutto quello che Esso vuole. Aspetto un cenno sul da farsi dal mio buon babbo.
Smetto, babbo mio, perché ho la febbre e non posso più. Gesù, il mio buon Angelo diranno tutto.
Mi benedica con forza e con cuore. Addio, babbo mio; la povera

Gemma.

Preghi per l'anima mia, in pericolo di perdersi. O Dio, son pronta a tutto, nol permettere.











Gemma al P. Germano 113