Lettere a Mons Gattinara





LETTERE DI S. PAOLO DELLA CROCE

A MONS. GATTINARA




A Mons. Francesco M. Arborio di Gattinara

Vescovo di Alessandria (2a). (L. I, 18)

Castellazzo 1721 ai 27 gennaio

1 (Gli domanda la compagnia del giovane Paolo Sardi, Io ringrazia del Romitorio di S. Stefano accordatogli e gli dà conto della sua orazione e del suo digiunio. Suo zelo per l'insegnamento della Dottrina Cristiana).

Viva Gesù.
Illmo Reverendissmo
Sig. Sig. e Padrone mio Collmo Padre Carmo in Gesù.

Portandosi il divoto Servo di Dio Paolo Sardo ai piedi di V. S. Illma e Revdma per spiegarle le s. ispirazioni che riceve di continuo dall'infinita Pietà del Sommo Bene: non ho voluto mancare, come è mio dovere, notificare a V. S. Illma quelle che da Dio ho ricevuto e frequente ricevo, circa alla vocazione di questo suo Servo. Sappia, Monsignore, che io ne ho tale ispirazione, che stia in mia compagnia con questa S. Tonica; che non passo a meno che con cuore dilatato, prostrato ai piedi dell'Altissimo, non Io suplichi, che me Io conceda per compagno, e alle volte, vedendo la sua perseveranza in orazione con il suo divoto raccoglimento, non posso stare, che non sgridi in spirito, con soavità: "Ah, Anima Santa! » e mi pare che Io debba vedere santo e che debba fare gran profitto nelle anime. Ciò anche deriva da felici principi, che il nostro dolcissimo Bene gli dà, perché si vede questo figliuolo con gran coraggio gettarsi i rispetti umani sotto i piedi, che per essere principiante, ne resto stupito; digiuna con perseveranza, longamine nella S. Orazione, che di mia veduta l'ho già osservato stare tutta la mattina impiegato con Dio in ss. esercizi d'orazione. Ho spiegato questo a V. S. Illma per dirle quello mi pare di questo divoto giovine, e prostrato ai suoi S. Piedi, supplicarla a consolarlo, di darmelo per compagno, che a me pare che debba io prenderne grand'esempio dalla sua vita. Resta pero indifferente, tanto averlo, come non averlo, e nel cuore mi sento l'istessa pace, tanto l'una cosa, come essere l'altra. Pertanto mi rimetto tutto nelle mani ss. di V. S. Illtna. Sabato dopo pranzo mi portai, per misericordia del nostro caro Iddio a S. Stefano: e non posso dir altro a V. S. Illma se non che la sua carità m'ha provveduto un paradiso di s. solitudine, e son sicuro che (abbenché V. S. Illma non sia interessata in cercar meriti) tuttavia l'infinita liberalità del nostro Soavissimo Sposo, gliene concederà in abbondanza, per tanta carità usata e che di continuo usa verso questo abisso d'iniquità. Un luogo più proprio, più divoto, più ritirato dai fracassi del secolo, non saprei dove trovarlo, fuori che non vada in un deserto. Spero che se coopererò alle s. ispirazioni del nostro caro Iddio, sia giusto quella solitudine dove Dio m'abbia condotto per parlarmi al cuore.
Domenica, cioè ieri, principiai andare attorno con la croce ed il campanello ad invitare le creature a lodar Dio alla Dottrina Cristiana, e per misericordia del Sommo Bene, tutto riesce con buon ordine, e per la prima volta, ci è venuto numero particolare di popolo, ed io ancora gran fervore nel dirgli la s. parola di Dio. Quando andavo per le strade, che voltandomi indietro mi vedevo squadra di figlioli appresso, mi giubilava tanto il cuore, che trattenevo con forza le lagrime. Non voglio tralasciare di dirle che il demonio ha usato tutte le sue infami astuzie (che qui non scrivo per non slongarmi tanto) per disturbare quest'opera di Dio. Basta non posso dir altro se non che: Omnia possum in eo qui me confortat; adesso vedo chiaramente, che è volontà ss. di Dio che eserciti ciò.
Circa poi la S. Orazione e la Ss. Comunione me la sono passata in questi passati giorni in quasi continua e posso dire quasi del tutto aridità, desolazione; e anche delle solite malinconie, sturbamenti di distrazioni solite, ed anche tentazioni, e mi sono venute delle bruttissime immaginative, anche in orazione, ma non ne faccio caso. So bene che il nostro caro Gesù, mi fa conoscere sempre più la mia viltà e bruttezza. Né più né meno giusto come al solito stavo nella s. orazione: non partendosi mai la solita pace. Una mattina ero in qualche particolar patimento, più del solito, corporale, ed ero arido ed afflitto, e mi sentii dire: V'è del tempo tutta l'eternità da godere: e me ne stetti cosi in pace con Dio, desiderando sempre più patire.
Il digiuno cammina al solito modo che in questi giorni scorsi, non ho mangiato che una volta il giorno, e mi sento star meglio. M'è passato in mente di non mangiare che, una volta ogni due giorni, ma per adesso aspetterò maggior impulso, e poi Io riferirò a V. S. Illma, prendendone la sua s. obbedienza e benedizione.
Resto con lasciarlo nel Cuore Ssmo di Gesù e di Maria Ss. desiderandolo tutto fiamme di S. Amore e mi raccomando alle sue S. Orazioni, accio che m'emendi una volta da tante mie pessime imperfezioni e ingratitudini. Prostrato ai suoi S. Piedi le chiedo per carità la Ss. Benedizione e le bacio la fimbria della Ss. Veste.
Deo gratias.

Castellazzo 1721 ai 27 gennaio.


D. V. S. Illma e Reverendma
Indegnissimo Servo e Figlio
PAOLO FRANCESCO (nota 1 ) Minimo Servo dei Poveri di Gesù

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Generale dalla Congregazione).






A Mons. Francesco M. Arborio di Gattinara

Vescovo di Alessandria (3a). (L. I, 21)

Castellazzo 1721 agli 11 marzo.

2 (Gli chiede licenza di predicare alla Monache del Castellazzo, di fare un pellegrinaggio al S. Monte di Varallo e di recarsi in Roma ai piedi del Sommo Pontefice).

Viva Gesù.
Illmo e Reverendmo
Sig. Sig. Prone mio Collmo, Padre Carmo in Gesù.

Desiderando le RR. Monache di questo luogo sentire la divina parola pronunciata dalla bocca di questo gran peccatore, e per ciò me l'ha fatto intendere la R. Madre per mezzo del suo agente, onde io desiderando di servire queste divote Religiose, con incoraggiarle sempre più alla perfezione, non ho voluto mancare (come è mio dovere) di richiederne licenza a V. S. Illma a ciò possa con maggior libertà intuonare la perfezione religiosa a queste sue divote anime. Pertanto la supplico della s. licenza e SS. Benedizione e il discorso sarà (pero con sua permissione) lunedi, giovedi e sabato accompagnato sempre da una divota meditazione. Staro intanto attendendo per carità la S. Benedizione di V. S. Illma o in scritto, o in voce, venendo ai Piedi di V. S. Illma Paolo Sardo.
Ho da motivare a V. S. Illma sentirmi sempre più ispirato di partire per Roma. Vero è che innanzi desidererei andare per mia divozione sino al sacro Monte di Varallo (nota 2 ), già che non posso andarmene in Gerosolima dove il mio caro Gesù tanto per me pati. Questo d'andare a Varallo l'avevo sino quando ero secolare, ed adesso mi viene sempre più. Per ciò desidererei (se cosi piacesse a V. S. IIlma) di far partenza per detto Sacro Monte, finiti 3 venerdi di marzo; e poi giunto dal Sacro Monte far Dottrina Generale al popolo, invitandolo sempre più alla perseveranza, quando no, intimargli una atrocissima peste, perché cosi mi sento ispirato, e poi con la S. Benedizione sua, partire per andarmene ai Piedi di sua Santità che tanto desidero. Carissimo e Reverendissimo mio Pastore, la prego per amore di Gesù Cristo a consolarmi con darmi licenza, a ciò possa seguire le ss. ispirazioni del mio caro Sposo Gesù. Circa poi i compagni io non ne parlo, sapendo per certo, che quando sarò ai piedi di sua Santità, Dio farà vedere a tutto il mondo le sue misericordie. Tanto mi confido nel mio Crocefisso Signore, che sono più che certo, che tutto riescirà. Dio mi ha dato l'ispirazione e segno certissimo che Dio vuole. Di che devo temere? Mi parerebbe peccare d'infedeltà se di ciò dubitassi. In tanto per non più stancarlo di leggere, resto con lasciarlo in Gesù, dandole nuova crescere sempre più il fervore nel suo popolo che Dio Io prosperi. Prostrato ai suoi SS. Piedi le bacio la fimbria della sacra veste Pastorale, le chieggo la sua SS. Benedizione. Deo Gratias.
Mi raccomando alla sua S. Carità nei suoi SS. Sacrificii.

Castellazzo 1721 agli 11 marzo.

D. V. S. Illma e Reverendissima
Indegnissimo Figlio e Servo
PAOLO FRANCESCO Minimo Povero di Gesù.

NB: Circa a Paolo ed altro, io gli ho detto, che facciano quello Dio I'ispira: per me (Io dico con tutto cuore) mi sento indifferente, tanto a venire come no: anzi le so dire, che non me ne sono mai sentito cosi indifferente, credendo certo, che tutto sarà volontà di Dio. Ho detto a Paolo, quando m'ha detto, se voglio scrivere di lui che no: ma che si metta in mano di Dio, e non si dubiti. Deo gratias.

(Conforme a copia antica autenticata. L'originale trovasi a Castellazzo Bormida).





A Mons. Francesco M. Arborio di Gattinara

Vescovo di Alessandria (4a). (L. I, 23)

Castellazzo 1723 ai 26 novembre.

3 (Gli notifica di aver dovuto differire, causa la malattia del fratello, la partenza dal Castellazzo) (nota 3 ).

Viva Gesù.
Illmo Revmo Sig. Sig. Prone Collmo,

Non ho voluto traslasciare di dar nuova a V. S. Illma Revma: come per essere ricaduto di nuovo Il fratello nella terzana, siamo stati costretti a ritornarcene indietro e già eravamo in Genova che già avevamo cercato l'imbarco, e pero dovendoci fermare qui tutto questo inverno, staremo sempre pronti ad ogni comando di V. S. Illma. Il quale preghiamo umilmente delle sue s. orazioni nei S. Sacrifici e restando con il devoto bacio della Veste Pastorale, restiamo in Gesù: Deo Gratias et Mariae semper Virgini.

S. Stefano - Castellazzo 1723 ai 26 novembre.

D. V. S. Illma Revdma
Umillmo Indmo Servo e Figlio in Xto
PAOLO FRANCESCO Eremita Indmo

(Conforme all'originale conservato nell'Arch. Gen. dei Passionisti).




NOTE

nota 1

11 Nomi di battesimo di S. Paolo dalla Croce.

nota 2

12 Devoto e frequentatissimo santuario nel Piemonte (Provincia di Novara) dove sono rappresentati al vivo i misteri della Passione.

nota 3

13 S. Paolo con suo fratello P. Giovanni. Battista era partito definitivamente dal Castellazzo per il Monte Argentario in Toscana la primavera 1722. II 1723 ritornarono in patria per compiere un atto di carità spirituale verso un loro parente. Si allude qui alla partenza dopo questo ritorno.














































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