GPII 1979 Insegnamenti - All'Organizzazione degli Stati Americani - Washington (USA)





Ad un gruppo di presenti - Washington (USA)

Titolo: Ogni persona va amata e rispettata nella sua dignità

Testo: Cari amici.

Grazie per essere venuti a salutarmi. A tutti voi pace e gioia! Ogni volta che ho l'opportunità di incontrare un gruppo di gente provo una grande gioia, perché vedo in voi i miei fratelli e le mie sorelle, figli dello stesso Dio che è nostro Padre e che ci ha creati con bellezza e generosità uniche: la grande bellezza di essere uomini liberi, in grado di conoscere la verità, di offrirci scambievolmente amore e comprensione e di unire i nostri sforzi per fare del mondo un posto migliore da vivere.

Negli ultimi giorni ho incontrato molte persone diverse: in Irlanda, alle Nazioni Unite, nelle città e nelle campagne d'America, in questa grande Organizzazione degli Stati Americani. Sono stato felice di essere in mezzo a loro, ma soprattutto ho gioito nel vedere quanto profonda sia la loro convinzione nella possibilità di portare pace e benessere a tutti gli uomini, le donne e i bambini del mondo. così vorrei confermare anche voi nella devozione alla verità e alla giustizia, senza cui nessuna vera pace potrà mai esistere.

Una delle tentazioni del mondo moderno è un materialismo crescente nell'ottica della gente e della stessa società. Molti sono ingannati da questo; sono portati a pensare che danaro, piacere, comodità e auto-indulgenza possano sostituire i valori spirituali.

Così invito tutti voi a non perdere di vista le cose che hanno realmente valore, le cose dello spirito; e ricordiamo soprattutto che è Dio che dà significato alla nostra vita.

A tutti voi, giovani e vecchi, dico: non permettete che le cose materiali della vita vi allontanino da quelle che contano veramente: l'amore di Dio per voi e il vostro amore reciproco.

Dio vi benedica! Cari amici di lingua spagnola, ho appena finito di visitare la sede dell'Organizzazione degli Stati Americani, ove ho incontrato i Rappresentanti di quest'area geografica, ai quali ho portato un messaggio di pace, di amicizia, di incoraggiamento, di collaborazione da parte della Chiesa.

Il saluto che ho indirizzato ai Rappresentanti degli Stati Americani lo rivolgo ora a voi con tutta la mia cordialità. Chiedo anche a Dio che possiate sempre guardare a questo Organismo con occhi di speranza e come a un luogo ove trovano eco le vostre legittime aspirazioni orientate verso traguardi di una maggiore dignità umana e cristiana.

So molto bene che, in questo mio viaggio per gli Stati Uniti vado anche incontrando, dispersi tra le grandi moltitudini e città, numerosi gruppi della comunita ispanica. Nessuno si senta dimenticato dal Papa, bensì rispettato e amato, oltre che come cristiano e figlio di Dio, nella sua dignità di uomo, con i suoi peculiari valori culturali e personali.

Esorto voi, i vostri amici e tutti gli ispano-americani a nutrire sentimenti di solidarietà e a conservare i vostri valori umani e cristiani con vigore e costanza.

Ricevete tutti, infine, il mio saluto di amico e la mia affettuosa benedizione.

Data: 1979-10-06

Data estesa: Sabato 6 Ottobre 1979.

Ai Membri del Corpo Diplomatico - Washington (USA)

Titolo: La diplomazia è l'arte di fare la pace

Testo: Nel corso di questa visita così gradita e così impegnativa a un tempo, sono particolarmente felice dell'occasione che mi è stata data stasera di incontrare i membri del Corpo Diplomatico in missione a Washington.

La vostra presenza qui mi onora. E' un onore reso non solo alla mia persona, ma al Capo della Chiesa Cattolica, e vi ringrazio molto cordialmente.

Vedo anche in questo gesto di cortesia un incoraggiamento per l'attività della Chiesa Cattolica e della Santa Sede al servizio dell'umanità. Questa sollecitudine al servizio dell'umanità è comune al Corpo Diplomatico e alla Santa Sede. Ognuno agisce nel proprio ambito perseguendo con perseveranza il suo compito, ma sono ambedue uniti per la grande causa della comprensione e della solidarietà fra i popoli e le Nazioni.

Voi avete un nobile incarico. Malgrado le difficoltà, i contrattempi, le sconfitte inevitabili, la diplomazia trae la sua importanza dal fatto che è uno dei cammini da percorrere quando si cerca la pace e il progresso di tutta l'umanità. "La diplomazia - diceva il mio predecessore Paolo VI - è l'arte di fare la pace" (Paolo VI, "Discorso ai Diplomatici presso la Santa Sede", 12 gennaio 1974). Gli sforzi dei diplomatici per stabilire la pace o per mantenerla, sia a un livello bilaterale che multilaterale, non sono sempre coronati da successo.

Bisogna comunque incoraggiarli, oggi come ieri, così da suscitare nuove iniziative e tracciare nuovi sentieri, con quella pazienza e quella tenacia che sono le qualità preminenti dei diplomatici.

E poiché io parlo in nome di Cristo che si è proclamato lui stesso "la via, la verità, la vita" (Jn 14,6), vorrei anche attirare l'attenzione su altre qualità che mi sembrano indispensabili se si vuole che la diplomazia, al momento attuale, risponda alle speranze che vengono riposte in essa. Bisogna in effetti che i valori supremi, tanto morali che spirituali, siano sempre più profondamente integrati negli obiettivi perseguiti per i popoli e nei mezzi che si hanno per attuarli.

La verità è la prima esigenza morale che deve prevalere nelle relazioni fra le Nazioni e i popoli. Per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio 1980 ho scelto come tema: "La verità forza della pace". E sono persuaso che i Governi e le Nazioni che voi rappresentate si assoceranno, questa volta ancora, come già hanno fatto in maniera così mirabile per il passato, in questa grande impresa.

Impregnare di verità tutti i rapporti, politici o economici, bilaterali o multilaterali.

Ora, troppo spesso la menzogna si trova sulla nostra strada, sia a livello personale che collettivo, facendo sorgere sospetti là dove la verità è indispensabile. Il dialogo diventa allora difficile, e ciò rende quasi impossibile tutta la collaborazione o l'accordo. Stabilire la verità in tutte le nostre relazioni vuol dire lavorare per la pace, che permette di trovare ai problemi mondiali delle soluzioni conformi alla ragione e alla giustizia, conformi, in una parola, alla verità dell'uomo.

E qui mi allaccio al secondo punto che vorrei ricordarvi. Perché la pace sia reale e duratura, dovrà essere umana. Il desiderio di pace è universale. Si cela nel cuore di tutti gli esseri umani e non può essere raggiunta che alla condizione di porre la persona umana al centro di tutti gli sforzi per raggiungere l'unità e la fraternità fra le Nazioni.

La missione di voi diplomatici è fondata sul mandato che avete ricevuto da quelli che hanno la responsabilità del benessere della vostra Nazione. così non si può separare questo potere, del quale fate parte, dalle esigenze oggettive dell'ordine morale e del destino di tutti gli esseri umani. Mi permetto di citare qui ancora una volta ciò che ho dichiarato nella mia prima enciclica: "Il dovere fondamentale del potere è la sollecitudine per il bene comune della società: da qui derivano i suoi fondamentali diritti. Proprio nel nome di queste premesse attinenti all'ordine etico oggettivo, i diritti del potere non possono essere intesi in altro modo che in base al rispetto dei diritti oggettivi e inviolabili dell'uomo. Quel bene comune, che l'autorità serve nello Stato, è pienamente realizzato solo quando tutti i cittadini sono sicuri dei loro diritti. Senza questo si arriva allo sfacelo della società, all'opposizione dei cittadini all'autorità, oppure ad una situazione di oppressione, di intimidazione, di violenza, di terrorismo, di cui ci hanno fornito numerosi esempi i totalitarismi del nostro secolo. E' così che il principio dei diritti dell'uomo tocca profondamente il settore della giustizia sociale e diventa metro per la sua fondamentale verifica nella vita degli Organismi politici" (Giovanni Paolo II, RH 17).

Queste riflessioni sono estremamente importanti per il domani che vi preoccupa direttamente: la ricerca della pace internazionale, della giustizia fra le nazioni e la cooperazione di tutti i popoli nella solidarietà.

In ultima analisi, il successo del diplomatico oggi sarà la vittoria della verità sull'uomo.

Io invoco la benedizione di Dio onnipotente sulla vostra missione, che comporta la doppia esigenza di difendere il vostro Paese e contemporaneamente di mantenere la pace universale. Su di voi, che siete gli artefici della pace, sui vostri congiunti e le vostre famiglie che vi sostengono e vi incoraggiano, e infine su tutti quelli che fanno affidamento sul vostro servizio, impegnato affinché la propria dignità di persona umana sia riconosciuta e rispettata. Che la pace di Dio regni sempre nei vostri cuori! Data: 1979-10-06

Data estesa: Sabato 6 Ottobre 1979.

Agli studenti dell'Università Cattolica - Washington (USA)

Titolo: Dio vi svelerà la vostra vera grandezza

Testo: Cari Studenti dell'Università Cattolica, Il mio primo saluto al mio arrivo in questo "campus" è per voi. A tutti voi offro la pace e la gioia del Signore Gesù Cristo.

Mi è stato detto che avete trascorso tutta la notte della vigilia in preghiera chiedendo la benedizione di Dio sulla mia visita. Vi ringrazio di tutto cuore per una così meravigliosa espressione di comunione con me e per un regalo tanto bello.

Sarebbe mio desiderio potervi parlare a lungo, vorrei ascoltarvi e conoscere cosa pensate di voi stessi e del mondo. Ma il tempo che mi è stato concesso è breve.

Una cosa mi avete già detto: scegliendo di darmi il benvenuto offrendo le vostre preghiere, avete dimostrato che voi sapete ciò che è più importante nella vostra vita: il vostro contatto con Dio, la vostra ricerca del significato della vita, ascoltando Cristo che vi parla attraverso le Scritture.

Sono lieto di sapere che la riflessione sui valori spirituali e religiosi fa parte del desiderio che avete di vivere pienamente questo periodo della vostra vita. Le considerazioni materialistiche e le valutazioni unilaterali non sono mai sufficienti a riempire il cuore e la mente della persona umana.

La vita, ridotta alla sola dimensione di possesso, di consumismo, di valori temporali, non consentirà mai di scoprire e di gioire pienamente della ricchezza della vostra umanità. E' solo in Dio - in Gesù, Dio fatto Uomo - che voi potrete comprendere in pieno ciò che siete. Egli vi svelerà la vera grandezza di voi stessi: cioè che siete stati redenti da lui e nobilitati dal suo amore, che siete diventati veramente liberi in lui che disse: "Se dunque il figlio vi fa liberi, sarete liberi davvero" (Jn 8,36).

So che voi, come gli studenti di tutto il mondo, siete angustiati dai problemi che pesano sulla società che circonda voi e il mondo. Affrontate questi problemi, esplorateli, studiateli e accettateli come una sfida. Ma fate tutto questo nella luce di Cristo. Egli è "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6). Egli pone la vita umana nella giusta dimensione della verità e dell'autentico amore. La vera conoscenza e la vera libertà sono in Gesù. Fate partecipe Gesù della vostra fame di verità e di giustizia, fatelo partecipe del vostro impegno per il benessere della vostra giovane generazione.

Godete dei privilegi della vostra giovinezza: il diritto di essere dinamici, creativi e spontanei; il diritto di essere pieni di speranza e di gioia; la possibilità di esplorare il mondo meraviglioso della scienza e del sapere, e soprattutto la possibilità di donare voi stessi agli altri in un servizio generoso e pieno di gioia.

Io vi lascio con questa preghiera: il Signore Gesù riveli se stesso a ciascuno di voi, vi dia la forza di continuare a professare che siete cristiani, vi faccia vedere che lui solo può riempire i vostri cuori.

Accettate la sua libertà, accogliete la sua verità e siate messaggeri della certezza che voi siete stati pienamente liberati mediante la morte e la risurrezione del Signore Gesù. Questa sarà la nuova esperienza, la potente esperienza che farà nascere, mediante voi, una società più giusta, un mondo migliore.

Dio vi benedica e la gioia di Gesù sia sempre con voi.

Data: 1979-10-07

Data estesa: Domenica 7 Ottobre 1979.

Al Santuario dell'Immacolata Concezione - Washington (USA)

Titolo: Maria, segno di speranza per tutte le generazioni

Testo: Il mio primo desiderio, in questo Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione, è di elevare il mio pensiero e di volgere il mio cuore alla donna della storia della salvezza. Nel disegno eterno di Dio questa donna, Maria, fu scelta per essere immessa nel piano dell'Incarnazione e della Redenzione. Questo disegno di Dio si poté attuare attraverso la sua libera decisione presa in obbedienza alla volontà divina. Attraverso il suo "si", un "si" che si effonde e si riflette in tutta la storia, ella consenti ad essere Vergine Madre del nostro Dio Salvatore, Ancella del Signore e nello stesso tempo Madre di tutti i fedeli che per secoli e secoli sono diventati fratelli e sorelle del suo Figlio. Grazie a lei, il Sole della giustizia ha potuto risplendere nel mondo. Grazie a lei, il grande Salvatore dell'umanità, il riconciliatore dei cuori e delle coscienze, suo figlio, il Dio-Uomo, Gesù Cristo, è venuto a trasformare la condizione umana e, attraverso la sua morte e risurrezione, a sollevare l'intera famiglia umana. Come un grande segno apparso nei cieli al compimento dei tempi, la donna domina tutta la storia come Vergine Madre del Figlio e come Sposa dello Spirito Santo, al servizio del genere umano. E la donna diventa anche, associata con il suo Figlio, segno di contraddizione per il mondo, e nello stesso tempo segno di speranza che tutte le generazioni chiameranno Beata. La donna che concepi spiritualmente prima di concepire fisicamente, la donna che accetto la Parola di Dio, la donna che fu inserita intimamente e irrevocabilmente nel mistero della Chiesa, esercitando una maternità spirituale nei riguardi di tutte le genti. La donna che è onorata come Regina degli Apostoli, pur senza essere inserita nella costituzione gerarchica della Chiesa, e proprio questa donna ha reso possibile tutta la gerarchia, mettendo al mondo il Pastore e il Vescovo delle nostre anime. Questa donna, questa Maria del Vangelo che non è menzionata presente all'ultima cena, ritorna ancora ai piedi della Croce per portare a compimento il suo contributo alla storia della salvezza. Con il suo atto coraggioso, ella prefigura e anticipa il coraggio di ogni donna attraverso i tempi che contribuisce a portare Cristo a ogni generazione.

Durante la Pentecoste, la Vergine Madre ancora una volta ci si presenta ad esercitare il suo ruolo in unione con gli apostoli, con e dentro la Chiesa. E ancora una volta ella poté per opera dello Spirito Santo portare ancora Gesù nella pienezza del suo Corpo, la Chiesa, senza mai lasciarlo, senza mai abbandonarlo, ma continuando ad amarlo e a nutrirlo attraverso i secoli.

Questa è la donna della storia e del destino che ci ispira oggi, la donna che ci parla di femminilità, di dignità umana e ci commuove, e che è la massima espressione di totale consacrazione a Gesù Cristo, nel cui nome oggi siamo riuniti.

Data: 1979-10-07

Data estesa: Domenica 7 Ottobre 1979.

Alle religiose - Washington (USA)

Titolo: Senza amore rimaniamo incomprensibili a noi stessi

Testo: Care Sorelle, La grazia, l'amore e la pace di Dio nostro Padre e di nostro Signore Gesù Cristo siano con voi.

Sono lieto di avere l'occasione di parlare a voi, oggi. Sono felice di quest'opportunità, per la stima che nutro per la vita religiosa e per la gratitudine che sento nei confronti delle suore per il loro inestimabile contributo alla missione e alla vita autentica della Chiesa.

Sono soprattutto lieto che ci troviamo riuniti qui, nel Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione, poiché Maria Vergine è il modello della Chiesa, la Madre dei fedeli e il perfetto esempio di vita consacrata.

1. Nel giorno del Battesimo, abbiamo ricevuto il dono più grande che Dio possa concedere agli uomini e alle donne. Non esistono onori e riconoscimenti che ne possano eguagliare il valore. Perché siamo stati liberati dal peccato e uniti a Gesù Cristo e al suo corpo, la Chiesa. Quel giorno, e tutti i giorni che lo hanno seguito, siamo stati prescelti a "essere santi e "immacolati al suo cospetto nella carità" (Ep 1,4).

Negli anni che sono seguiti al nostro battesimo, è andata aumentando la nostra consapevolezza - perfino la nostra meraviglia - del mistero di Cristo.

Ascoltando le Beatitudini, meditando sulla Croce, conversando con Cristo nelle preghiera e ricevendolo nell'Eucaristia, ci siamo incamminati verso il giorno, quel particolare momento della nostra vita, in cui abbiamo solennemente ratificato in piena coscienza e libertà, la nostra consacrazione battesimale. Abbiamo affermato la nostra determinazione a vivere sempre in unione con Cristo, e ad essere, grazie ai doni datici dallo Spirito Santo, membri generosi e amorevoli del Popolo di Dio.


2. La vostra consacrazione religiosa si basa su questo fondamento comune del Corpo di Cristo che è condiviso da tutti i cristiani. Nel desiderio di perfezionare e intensificare ciò che Dio ha iniziato nelle nostre vite col battesimo, e comprendendo che Dio vi ha veramente offerto il dono dei consigli evangelici, avete cercato di seguire Cristo più da vicino, di adeguare le vostre vite con più aderenza a quella di Gesù Cristo, all'interno e attraverso una determinata comunità religiosa. E' questa l'essenza della consacrazione religiosa: professare, all'interno e per il bene della Chiesa, la povertà, la castità e l'obbedienza in risposta al particolare invito di Dio, per glorificare e servire Dio in una maggiore libertà di cuore (cfr. 1Co 7,34-35) e affinché le vostre vite si conformassero più intimamente a Cristo, avendo ad esempio la sua vita e quella della sua Madre benedetta (cfr. PC 1 LG 46).


3. La consacrazione religiosa non soltanto approfondisce la vostra personale adesione a Cristo, ma rafforza anche il vostro rapporto con la sua sposa, la Chiesa. La consacrazione religiosa è un modo peculiare di vivere nella Chiesa, una maniera particolare di aderire alla vita di fede e di servizio iniziata col Battesimo.

Da parte sua, la Chiesa vi aiuta a riconoscere la volontà di Dio. Avendo accettato e confermato i carismi dei diversi Istituti dai quali provenite, essa quindi unisce la vostra attività religiosa alla celebrazione del Mistero Pasquale di Cristo.

Siete chiamate da Gesù stesso a verificare e rendere manifesto nelle vostre vite e nelle vostre attività il vostro rapporto profondo con la sua Chiesa.

Questo legame di unione con la Chiesa deve manifestarsi anche nello spirito e nell'impegno apostolico di ogni Istituto Religioso, poiché la fedeltà a Cristo, soprattutto nella vita religiosa, non può essere mai separata dalla fedeltà alla Chiesa. Questo aspetto ecclesiale della vocazione della consacrazione religiosa ha molte importanti conseguenze sul piano pratico per gli Istituti stessi e per tutti gli individui che ne fanno parte. Esso implica, ad esempio, una maggiore testimonianza pubblica al Vangelo, poiché voi rappresentate, in modo speciale come religiose, il vincolo nuziale fra la Chiesa e Cristo. La dimensione ecclesiale richiede inoltre, da parte degli individui e di tutti gli Istituti, la fedeltà ai carismi che Dio ha dato in origine alla sua Chiesa, attraverso i vostri fondatori e le vostre fondatrici. Significa che gli Istituti sono chiamati a continuare a promuovere, con fedeltà dinamica, quegli impegni corporativi che fanno riferimento al carisma originario, che è stato autenticato dalla Chiesa, e che ancora soddisfa importanti necessità del popolo di Dio. Un buon esempio a questo proposito è il sistema scolastico cattolico, che è stato inestimabile per la Chiesa negli Stati Uniti, un mezzo eccellente non soltanto per trasmettere il Vangelo di Cristo agli studenti, ma anche per permeare l'intera comunità con la verità di Cristo e con il suo amore. Questo è uno degli apostolati ai quali le religiose hanno dato, e continuano a dare, un incomparabile contributo.


4. Care sorelle in Cristo: Gesù deve essere sempre il primo nelle vostre vite. La sua persona deve essere il centro della vostra attività, l'attività di ogni giorno. Nessun'altra persona e nessun'altra attività debbono avere il sopravvento su di lui, poiché tutta la vostra vita è stata consacrata a lui. Con san Paolo diciamo: "E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua Risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte" (Ph 3,10).

Cristo rimane il primo nelle vostre vite, soltanto quando egli occupa il primo posto nelle vostre menti e nei vostri cuori. Perciò dovete continuamente unirvi a lui nella preghiera. Senza la preghiera, la vita religiosa non ha significato. Essa perde il contatto con la sua sorgente, si svuota nella sostanza, e non può più raggiungere il suo scopo. Senza la preghiera non vi può essere gioia, né speranza, né pace, poiché è la preghiera che vi mantiene in contatto con Cristo. Le parole incisive della "Evangelica Testificatio" sono per noi motivo di riflessione: "Non dimenticare la testimonianza della storia: la fedeltà alla preghiera o il suo abbandono sono la prova della vitalità o della decadenza della vita religiosa" (Paolo VI, "Evangelica Testificatio", 42).


5. Due forze dinamiche operano nella vita religiosa: il vostro amore per Gesù - e, in Gesù, per tutti quelli che appartengono a lui - e il suo amore per voi.

Noi non possiamo vivere senza amore. Se non incontriamo l'amore, se non lo sperimentiamo e non lo facciamo nostro, e se non partecipiamo intimamente all'amore, la nostra vita non ha significato. Senza amore rimaniamo incomprensibili a noi stessi (cfr. Giovanni Paolo II, RH 10).

Perciò ognuna di voi ha bisogno di vivere un rapporto vibrante di amore verso il Signore, una profonda unione d'amore con Cristo, vostro sposo, un amore come quello espresso nel salmo: "O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua. così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria" (Ps 63,1-2).

Eppure, molto più importante del vostro amore per Cristo è l'amore di Cristo per voi. Voi siete state chiamate da lui, siete state fatte membra del suo corpo, consacrate in una vita di consigli evangelici e destinate da lui a dividere la missione che Cristo ha affidato alla Chiesa: la sua stessa missione di salvezza. Per questa ragione, la vostra vita si accentra sull'Eucaristia.

Nell'Eucaristia voi celebrate la sua morte e la sua risurrezione e ricevete da lui il Pane della vita eterna. Ed è soprattutto nell'Eucaristia che voi siete unite a Colui che è l'oggetto di tutto il vostro amore. Qui, con lui, voi trovate motivi sempre più validi per amare e servire i suoi fratelli e le sue Sorelle. Qui con lui - con Cristo - voi trovate sempre di più comprensione e partecipazione alla vita del popolo di Dio. E qui trovate la forza di perseverare nel vostro impegno ad un servizio di abnegazione.


6. Il vostro servizio nella Chiesa è quindi un prolungamento di Cristo, colui al quale avete dedicato la vostra vita. Perché non siete voi che vi mettete in evidenza, ma Cristo Gesù nostro Dio. Come Giovanni Battista, voi sapete che, perché Cristo possa farsi avanti, voi dovete mettervi in disparte. E quindi la vostra vita deve essere caratterizzata da una completa disponibilità: una prontezza ad eseguire ciò che le necessità della Chiesa richiedono, una prontezza a dare pubblica testimonianza al Cristo che amate.

La necessità di questa pubblica testimonianza diventa un richiamo costante alla conversione intima, alla giustizia e alla santità della vita da parte di ogni religioso. Diventa anche un invito per ogni Istituto a riflettere sulla purezza della sua testimonianza ecclesiale comunitaria. Ed è per questo motivo che lo scorso mese di novembre, nel mio indirizzo all'Unione Internazionale dei Superiori Generali ho detto che non è da sottovalutare il fatto che la vostra consacrazione a Dio deve manifestarsi nel segno esteriore permanente di un semplice e idoneo abito religioso. Questa non è soltanto mia convinzione personale, ma è anche il desiderio della Chiesa, espresso sovente da un gran numero di fedeli.

Come figlie della Chiesa - un titolo amato da tanti vostri grandi santi - voi siete chiamate a una generosa e amorevole adesione al magistero autentico della Chiesa, che è solida garanzia della fecondità di tutto il vostro apostolato e condizione indispensabile per l'appropriata interpretazione dei "segni dei tempi".


7. La vita contemplativa occupa, oggi e sempre, un posto di grande rilievo nella Chiesa. La preghiera di contemplazione la troviamo nella vita di Gesù stesso, ed è stata parte della vita dei religiosi in ogni epoca. Perciò mi servo di quest'occasione - così come ho fatto a Roma, in Messico e in Polonia - per incoraggiare nuovamente tutti coloro che fanno parte di comunità contemplative.

Sappiate che occuperete sempre un posto importante nella Chiesa, nella sua missione di salvezza, nel suo servizio per l'intera comunità del popolo di Dio.

Continuate con fedeltà, con fiducia e con la preghiera nella ricca tradizione che vi è stata trasmessa.

Per concludere, vi ricordo, con sentimenti di ammirazione e di amore, che lo scopo della vita religiosa è quello di onorare e glorificare la Santissima Trinità e, attraverso la vostra consacrazione, di aiutare l'umanità il raggiungere la pienezza di vita nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. In tutti i vostri progetti e in tutte le vostre attività, cercate di avere sempre dinanzi a voi questo fine. Non potrete rendere servizio più grande; non potrete ricevere ricompensa più grande. Care sorelle, ora e sempre: sia gloria a Gesù Cristo! Data: 1979-10-07

Data estesa: Domenica 7 Ottobre 1979.

Preghiera all'Immacolata - Washington (USA)

Titolo: Ti preghiamo, Madre, per la tua presenza in questo paese

Testo: Questo Santuario parla a noi con la voce di tutta l'America, con la voce di tutti i figli e le figlie d'America, che sono venuti qui da molti Paesi del Vecchio Mondo. Quando giunsero in questo Paese portarono con sé, nel proprio cuore, lo stesso amore per la Madre di Dio che avevano nutrito nei propri luoghi natali e che avevano ricevuto dai loro antenati. Queste persone, diverse per la lingua e per le tradizioni storiche dei propri Paesi, si sono riunite intorno al cuore di una Madre, che era comune a tutti loro. Mentre la loro fede in Cristo li rendeva consapevoli di essere popolo di Dio, questa consapevolezza divenne più profonda grazie alla presenza della Madre nell'opera di Cristo e della Chiesa.

Oggi, mentre ringrazio te, Madre, per la tua presenza in mezzo agli uomini e alle donne di questo Paese, una presenza che si è prolungata per duecento anni, che ha dato una nuova dimensione alla loro vita sociale e civile negli Stati Uniti, affido tutti loro al tuo Cuore Immacolato.

E' con gratitudine e gioia che ricordo che sei stata eletta Patrona degli Stati Uniti, con il titolo di Immacolata Concezione, dal giorno del Sesto Sinodo di Baltimora nel 1846.

Io ti raccomando, Madre di Cristo, e ti affido la Chiesa Cattolica: i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i singoli religiosi e gli istituti religiosi, i seminaristi, le vocazioni e l'apostolato laico in tutti i suoi aspetti.

In special modo, ti affido il benessere delle famiglie di questo Paese l'innocenza dei bimbi, il futuro dei giovani la vocazione dei singoli uomini e donne. Ti chiedo di trasmettere a tutte le donne degli Stati Uniti la profonda partecipazione alla gioia che hai provato nel contatto con Gesù Cristo, tuo Figlio. Ti chiedo di conservarle nella libertà dal peccato e dal male, quella libertà che hai sperimentato in modo unico dal momento della liberazione suprema della tua Immacolata Concezione.

Ti affido il grande lavoro dell'ecumenismo qui, in questo Paese, in cui coloro che professano Cristo appartengono a Chiese e comunità diverse. Lo faccio affinché si adempiano le parole della preghiera di Cristo: "Che essi siano uno solo". Ti affido le coscienze degli uomini e delle donne e la voce della pubblica opinione, così che non si oppongano mai alla legge di Dio, ma la seguano come fonte verità e di bene.

E aggiungo a tutto questo, Madre, la grande causa della giustizia e della pace nel mondo di oggi, affinché la forza e l'energia dell'amore possano prevalere sull'odio e sulla distruzione, affinché i figli della luce non perdano mai il loro interessamento al benessere di tutta la famiglia umana.

Madre, ti raccomando e ti affido tutto ciò che serve a costruire il progresso sulla terra, e ti chiedo che questo progresso non sia unilaterale, ma che possa creare le condizioni per il pieno avanzamento spirituale degli individui, delle famiglie, delle comunità e delle nazioni. Ti affido i poveri, i sofferenti, i malati e gli handicappati, le persone anziane e i moribondi. Ti chiedo di riconciliare coloro che sono nel peccato, di guarire coloro che soffrono, e di risollevare coloro che hanno perso la speranza e la gioia. Mostra a quelli che combattono nel dubbio la luce di Cristo tuo Figlio.

I Vescovi della Chiesa degli Stati Uniti hanno scelto nel mistero della tua Immacolata Concezione il patronato sul popolo di Dio in questo Paese. Possa la speranza racchiusa in questo mistero prevalere sul peccato, e possa essere condivisa da tutti i figli e le figlie d'America, e anche da tutta la famiglia umana. In un periodo in cui la lotta tra il bene e il male, tra il principe delle tenebre e il padre della luce e dell'amore evangelico diventa sempre più esasperata, possa la luce della tua Immacolata Concezione mostrare a tutti la via della grazia e della salvezza. Amen.

Data: 1979-10-07

Data estesa: Domenica 7 Ottobre 1979.





All'Università Cattolica - Washington (USA)

Titolo: Il legame con la verità spiega il rapporto Chiesa-Università

Testo: Cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. Il nostro raduno di oggi mi procura grande gioia, e vi ringrazio sinceramente per la vostra cordiale accoglienza. La mia esperienza con il mondo universitario, e più in particolare con la Pontificia facoltà teologica di Cracovia, rende più piacevole per me il nostro incontro. Non posso non sentirmi a mio agio con voi. Le espressioni sincere con cui il Cancelliere e il Presidente dell'Università Cattolica d'America mi hanno accolto, nel nome di tutti voi, confermano che sono apprezzati la fedele adesione a Cristo e il generoso impegno al servizio della verità e della carità delle vostre Associazioni e Istituzioni cattoliche di studi superiori.

Novantuno anni fa, il Cardinale Gibbons e i vescovi americani chiesero di fondare l'Università Cattolica d'America, come un'Università "destinata a preparare nella Chiesa degni ministri per la salvezza delle anime e per la diffusione della religione e per dare alla Repubblica cittadini ben validi e formati".

Mi sembra opportuno, in questa occasione, rivolgermi non soltanto a questa grande istituzione, così strettamente legata ai Vescovi degli Stati Uniti, che l'hanno fondata e che generosamente la sostengono, ma anche a tutte le università, collegi, accademie di insegnamento superiore cattolici nel vostro Paese, sia quelli che hanno con la Santa Sede legami formali e qualche volta giuridici, sia a quelli che sono semplicemente "cattolici".


2. Prima di far questo, tuttavia, permettetemi di menzionare le facoltà ecclesiastiche, tre delle quali sono istituite qui presso l'Università Cattolica d'America. Mi complimento con queste Facoltà e con tutti quelli che vi dedicano i loro migliori talenti. Offro le mie preghiere per un loro rigoglioso sviluppo, per una costante fedeltà; e per il successo di queste Facoltà. Nella costituzione apostolica "Sapientia Christiana" ho trattato direttamente di queste istituzioni per dar loro direttive e per assicurare che esse svolgano il loro compito nei confronti della comunità cristiana nelle condizioni così mutevoli del mondo d'oggi.

Desidero pure rivolgere una parola di ringraziamento e di ammirazione per quegli uomini e quelle donne, specialmente sacerdoti e religiosi, che si dedicano a tutte le forme del ministero universitario. I loro sacrifici e i loro sforzi per portare il vero messaggio di Cristo nel mondo universitario, secolare o cattolico, non possono passare inosservati.

La Chiesa ha inoltre una grande stima per il lavoro e la testimonianza dei suoi figli e figlie la cui vocazione li porta nelle università non cattoliche del vostro Paese. Sono sicuro che la loro speranza cristiana e il loro patrimonio cattolico portano una dimensione ricca e insostituibile nel mondo degli studi superiori.

Un segno speciale di gratitudine e di apprezzamento va pure ai genitori e agli studenti che, a volte a prezzo di grandi sacrifici personali e finanziari, frequentano Università e collegi cattolici per una formazione che unisce scienza e fede, valori culturali ed evangelici.

A tutti coloro che sono impegnati nell'amministrazione, nell'insegnamento o nello studio in collegi e università cattolici voglio rivolgere le parole di Daniele: "I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre" (Da 12,3). Sacrificio e generosità hanno ottenuto risultati eroici nella fondazione e nello sviluppo di queste istituzioni. Nonostante le enormi difficoltà finanziarie, i problemi costituiti dalle ammissioni e altri ostacoli, la divina Provvidenza e l'impegno di tutto il popolo di Dio ci hanno permesso di vedere queste istituzioni cattoliche fiorire e svilupparsi.


3. Vorrei ripetervi oggi quanto dissi ai professori e agli studenti in Messico, dove indicai tre scopi da perseguire. Una università o un collegio cattolici sono chiamati a dare un contributo specifico alla Chiesa e alla società con l'alta qualità scientifica della loro ricerca, con un approfondito studio dei problemi e con un adeguato senso della storia, uniti alla preoccupazione di dimostrare il significato completo della persona umana rigenerata in Cristo, favorendo così l'intero sviluppo della persona. Di più, un'università o un collegio cattolico devono fornire di notevoli conoscenze giovani uomini e donne, i quali, dopo aver operato una sintesi personale tra fede e cultura, saranno capaci e desiderosi di assumersi compiti importanti a servizio della comunità e della società in generale, e di portare testimonianza della loro fede davanti al mondo. E finalmente, per essere ciò che debbono essere, un'università o un collegio cattolici dovrebbero creare, nella facoltà e fra gli studenti, una vera comunità che dia testimonianza di un cristianesimo vivo e operante, una comunità dove un sincero fervore per la ricerca scientifica e per lo studio si unisca a uno stesso profondo fervore per un'autentica vita cristiana.

Questa è la vostra identità. Questa è la vostra vocazione. Ogni università o collegio si qualifica per un particolare modo di essere. Voi vi qualificate per il vostro essere cattolici, per la vostra affermazione di Dio, della sua rivelazione e della Chiesa cattolica come custode e interprete di questa rivelazione. L'aggettivo "cattolico" non sarà mai una semplice etichetta, sia che venga aggiunta o cancellata secondo le circostanze di fattori variabili.


4. Come uno che è stato per lunghi anni professore universitario, non mi stanchero mai di insistere sul ruolo eminente dell'università, che è quello di istruire ma anche di attendere alla ricerca scientifica. In tutti e due questi campi, la sua attività è strettamente legata alla più profonda e nobile aspirazione della persona umana: il desiderio di conoscere la verità. Nessuna università può meritare la giusta stima del mondo della cultura se essa non applica i più alti modelli della ricerca scientifica, adattando continuamente i suoi metodi e i suoi strumenti di lavoro, e se essa non eccelle in serietà e quindi in libertà d'investigazione.

Verità e scienza non sono conquiste gratuite, ma il risultato di una resa all'oggettività e di una esplorazione di tutti gli aspetti della natura e dell'uomo. Ogni volta che l'uomo stesso diventa oggetto di investigazione, nessun singolo metodo, o combinazione di metodi, può trascurare di prendere in esame la natura completa dell'uomo, al di là di qualsiasi suo aspetto puramente naturale.

Avendo davanti agli occhi la totale verità sull'uomo, il cristiano, nella sua ricerca e nel suo insegnamento, rifiuterà qualsiasi visione parziale della realtà umana e si lascerà illuminare dalla sua fede nella creazione dell'uomo da parte di Dio e nella redenzione operata da Cristo.

Il legame con la verità spiega quindi il rapporto storico fra l'università e la Chiesa. Trovando la propria origine e sviluppo nelle parole di Cristo, che sono verità liberatrici (cfr. Jn 8,32), la Chiesa ha sempre cercato di appoggiare le istituzioni che sono al servizio, e non possono che esserlo, della conoscenza della verità. La Chiesa può a buon diritto vantarsi di essere in certo senso la madre delle università. I nomi di Bologna, Padova, Praga e Parigi risplendono fin dalla più antica storia degli sforzi intellettuali e del progresso umano. La continuità della tradizione storica in questo campo è arrivata fino a ai nostri giorni.


5. In una università cattolica, la costante dedizione all'onestà intellettuale e l'eccellenza accademica sono situate nella prospettiva della missione evangelizzatrice e di servizio propria della Chiesa. Per questo la Chiesa chiede a queste istituzioni, alle vostre istituzioni, di presentare senza equivoci la vostra natura cattolica. Questo è quanto ho voluto ribadire nella mia costituzione apostolica "Sapientia Christiana", dove ho scritto: "Difatti, la missione dell'evangelizzazione, che è propria della Chiesa, esige non soltanto che il Vangelo sia predicato in fasce geografiche sempre più vaste e a moltitudini umane sempre più grandi, ma che siano anche permeati della virtù dello stesso Vangelo i modi di pensare, i criteri di giudizio, le norme di azione; in una parola, è necessario che tutta la cultura dell'uomo sia penetrata dal Vangelo. L'ambiente culturale infatti, nel quale l'uomo vive, esercita un notevole influsso sul suo modo di pensare, e conseguentemente sul suo modo di agire; perciò il distacco tra fede e cultura costituisce un grave impedimento all'evangelizzazione, mentre al contrario la cultura informata da spirito cristiano è un valido strumento per la diffusione del Vangelo" (Giovanni Paolo II, "Sapientia Christiana", 1).

Gli scopi dell'istruzione superiore cattolica trascendono l'educazione destinata alla produzione, alla competenza professionale e alla competenza tecnologica e scientifica; essi riguardano il destino ultimo della persona umana, la piena giustizia e la santità che nasce dalla verità (cfr. Ep 4,24).


6. Se allora le vostre università e collegi sono istituzionalmente connessi con il messaggio cristiano, e se sono parte della comunità cattolica di evangelizzazione, ne segue che essi hanno un legame essenziale con la gerarchia della Chiesa. E qui vorrei esprimere un sentimento speciale di gratitudine, di incoraggiamento e di guida per i teologi. La Chiesa ha bisogno dei suoi teologi particolarmente in questo tempo e in questa epoca così profondamente segnati da cambiamenti radicali in tutte le sfere della vita e della società. I Vescovi della Chiesa, ai quali il Signore ha affidato il compito di conservare l'unità della fede e la predicazione del messaggio, i Vescovi individualmente per le loro diocesi e i Vescovi collegialmente con il successore di Pietro per la Chiesa universale, tutti abbiamo bisogno del vostro lavoro di teologi, della vostra dedizione e dei frutti delle vostre riflessioni. Noi desideriamo ascoltarvi e siamo pronti a ricevere la valida assistenza della vostra responsabile preparazione scientifica.

Ma questa autentica preparazione teologica, e per la stessa ragione, il vostro insegnamento teologico, non può essere reale e fruttuoso se non si guarda addentro nella sua ispirazione e nella sua sorgente, che sono la parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione della Chiesa, come è interpretata dal Magistero autentico lungo la storia (cfr. DV 10). La vera libertà accademica deve essere considerata nella sua relazione con lo scopo finale del lavoro accademico, che guarda alla verità totale della persona umana.

Il contributo del teologo arricchirà la Chiesa solo se prende in considerazione la funzione propria dei Vescovi e i diritti dei fedeli. Esso trasferisce sui Vescovi la salvaguardia dell'autenticità cristiana, dell'unità della fede e dell'insegnamento morale, secondo le esortazioni dell'apostolo Paolo: "Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna" (2Tm 4,2). Rifiuta il falso, correggi l'errore, richiama all'ubbidienza... E' diritto del fedele non essere turbato da teorie e ipotesi delle quali non sono capaci di giudicare o che possano essere facilmente semplificate o manipolate dalla pubblica opinione per scopi che sono lontani dalla verità. Nel giorno della sua morte, Giovanni Paolo I ha affermato: "fra i diritti del fedele, uno dei più grandi è quello di ricevere la parola di Dio in tutta la sua interezza e purezza... " (Giovanni Paolo I, Discorso del 28 settembre 1978). E' giusto che il teologo sia libero, ma di quella libertà che è apertura alla verità e alla luce che provengono dalla fede e dalla fedeltà alla Chiesa.

Concludendo, esprimo a voi ancora una volta la mia gioia di essere in mezzo a voi. Io resto molto vicino al vostro lavoro e alle vostre preoccupazioni.

Possa lo Spirito Santo guidarvi e possa l'intercessione di Maria, Sede della Sapienza, aiutarvi sempre nel vostro insostituibile servizio dell'umanità e della Chiesa. Dio vi benedica.

Data: 1979-10-07

Data estesa: Domenica 7 Ottobre 1979.



All'incontro ecumenico di preghiera - Washington (USA)


GPII 1979 Insegnamenti - All'Organizzazione degli Stati Americani - Washington (USA)