GPII Discorsi 2000 218

IOANNES PAULUS II


CELEBRAZIONE MARIANA PER LA CONCLUSIONE


DEL MESE DI MAGGIO IN VATICANO


PAROLE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II




Mercoledì, 31 maggio 2000

Visitazione di Maria a Santa Elisabetta


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. E' sempre suggestivo questo momento di fede e di devoto omaggio a Maria, che conclude il mese di maggio, mese mariano. Avete recitato il Santo Rosario camminando verso questa Grotta di Lourdes, che si trova al centro dei Giardini Vaticani. Qui, davanti all'immagine della Vergine Immacolata, avete deposto nelle sue mani le vostre intenzioni di preghiera, meditando sul mistero che oggi si celebra: la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta.

In questo avvenimento, narrato dall'evangelista Luca, traspare una più profonda "visitazione": quella di Dio al suo popolo, salutata dall'esultanza del piccolo Giovanni - il più grande tra i nati di donna (cfr Mt 11,11) - fin dal grembo della madre. Il mese mariano si conclude così nel segno del gaudio - secondo mistero "gaudioso" - nel segno cioè della gioia, del giubilo.

"Magnificat anima mea Dominum / et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo" (Lc 1,46-47). Così canta la Vergine di Nazaret, che contempla il trionfo della divina misericordia. In Lei prorompe l'intima esultanza per i disegni di Dio, il Quale predilige gli umili e i piccoli e li colma dei suoi beni. E' questo il giubilo nello Spirito Santo, che farà esultare il cuore stesso del Redentore, commosso perché al Padre piace rivelare ai piccoli i misteri del Regno dei cieli.

2. "Magnificat anima mea Dominum"! Così cantiamo anche noi questa sera, con l'animo colmo di riconoscenza verso Dio. Lo ringraziamo perché in questo mese di maggio del Grande Giubileo, ci ha dato modo di sperimentare con speciale intensità la presenza della Madre del Redentore, presenza assidua e orante, come nella prima Comunità di Gerusalemme. Possa il suo cantico di lode diventare quello di ogni anima cristiana per il grande mistero dell'amore di Dio, che, in Cristo, "ha visitato e redento il suo popolo" (Lc 1,68)!

219 E' questo il mio augurio, al termine del mese mariano ed in questa vigilia dell'Ascensione di Gesù, che ci invita a volgere lo sguardo verso il Cielo, dove Egli ci attende, assiso alla destra del Padre.

Ritornando nelle vostre case, portate la gioia di quest'incontro e mantenete fisso lo sguardo dell'animo su Gesù, nella speranza di poter essere un giorno con Lui, uniti nella stessa gloria. Vi accompagni Maria con materna sollecitudine nel vostro cammino!

Con questi sentimenti, imparto di cuore la Benedizione Apostolica a voi tutti qui presenti ed ai vostri cari.



Giugno


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


ALL’ARCIVESCOVO DI HAMBURG,


S.E. MONS. LUDWIG AVERKAMP




Arcivescovo di Amburgo
Caro confratello!
Care sorelle e cari fratelli!

1. «Suo è il tempo». Con questo motto siete giunti al 94° Deutschen Katholikentag ad Amburgo. Da Roma saluto tutti coloro che sono riuniti in occasione della celebrazione eucaristica presso il «Fischmarkt» nell'antica città anseatica e coloro che partecipano a questa celebrazione eucaristica ascoltando la radio o guardando la televisione. La pace del Risorto sia con voi!

Rivolgo un saluto particolare a Lei, caro Arcivescovo Averkamp. Lei si è dichiarato pronto a ospitare in questo anno il Katholikentag e a partecipare personalmente alla sua organizzazione.

Oltre a Lei saluto tutti i Vescovi della Germania e di tanti Paesi della terra, in particolare i Cardinali presenti e il Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca Karl Lehmann.

2. «Suo è il tempo». Sono lieto del fatto che intendiate affrontare questa occasione con il motto che io ho indicato per l'anno giubilare: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre» (He 13,8). Anche il logo che avete scelto è molto adatto: avete scelto il simbolo della clessidra per conferire al tema del Katholikentag un'impronta ben precisa.

I nostri antenati misuravano il tempo con la clessidra. Oggi si usano orologi digitali e al quarzo. Il vostro vantaggio consiste nel fatto che potete misurare il tempo con estrema precisione. Tuttavia gli orologi moderni non riescono a trasmettere un messaggio che invece la clessidra riusciva a comunicare in maniera molto pertinente: la sabbia passa dall'ampolla superiore a quella inferiore. Lo scorrere della sabbia è equiparabile al destino del tempo. Il tempo passa, ha una fine. Trascorre e termina. È come una scorta limitata di anni, che ci viene donata.

220 3. Alcune settimane fa ho potuto festeggiare il mio 80° genetliaco. Desidero cogliere l'occasione per ringraziare per le buone parole, i gesti di incoraggiamento e i segni di stima che i cattolici, i cristiani e gli uomini di buona volontà mi hanno fatto pervenire dalla Germania. I giorni di festa che sono stati organizzati per me sono stati soprattutto un'occasione per rendere grazie a Dio, il Creatore, perché mi ha donato la vita. Al contempo, mi avete di nuovo rafforzato nella convinzione che Dio è un datore d'eccezione: donando la vita, dona anche il tempo. Il tempo che è a nostra disposizione è un dono che Dio ci offre.

Dipende da noi che cosa faremo di questo dono. L'uomo può sprecare il tempo o perderlo. Può sciuparlo o ammazzarlo. Tuttavia esistono anche altre possibilità. Il tempo ci è donato cosicché possiamo utilizzarlo e colmarlo. Il tempo ben utilizzato è talmente prezioso che lo possiamo ulteriormente donare facendo un grande regalo. Se il detto recita: «il tempo è denaro», allora Cristo risponde: «Il tempo non si può comprare con il denaro. Il tempo vale più dell'oro».

Vi esorto, care sorelle e cari fratelli: siate abili nel donare il tempo! Donatevi reciprocamente tempo: i Pastori alle loro parrocchie e le parrocchie ai loro Pastori, i mariti alle loro mogli e viceversa, i bambini ai genitori, i giovani agli anziani, i sani ai malati, gli uni agli altri. Chi dona all'altro il proprio tempo, gli dona la vita.

4. Il passare del tempo ha molto a che fare con la fede. Dio ha tempo. Si è riservato del tempo per noi uomini. Entrando nel tempo attraverso l'incarnazione di Suo Figlio, è diventato un nostro contemporaneo. In Gesù Cristo il tempo si è compiuto. Ha trovato un suo centro. Nel corso del «Cronos»scocca l'ora del grande «Kairós»: «Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (
Ga 4,4). Duemila anni dopo questo evento abbiamo motivo per giubilare. In quest'anno santo si impone la convinzione che: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre» (He 13,8). «La Chiesa infatti rispetta le misure del tempo: ore, giorni, anni, secoli». Rende «consapevole ciascuno di come ognuna di queste misure sia intrisa della presenza di Dio e della sua azione salvifica» (Tertio Millennio adveniente TMA 16). Suo è anche tutto il tempo che Gli permettiamo di riempire.

Proprio per questo alla Chiesa spetta un servizio che la renda rappresentativa degli uomini dei nostri giorni. La Chiesa ha il compito di custode. È incaricata di ricordare instancabilmente l'avvento del Signore e di risvegliare i contemporanei dal sonno indotto dalla sicurezza e dalla comodità. Sono certo che i cattolici in Germania resteranno fedeli a questo servizio di vigilanza. La loro opinione viene richiesta su diversi temi: la tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento fino alla morte naturale, la difesa dei valori inalienabili del matrimonio e della famiglia in quanto corrispondenti all'ordine della creazione, la garanzia della cultura della domenica in una società determinata da interessi economici, la disponibilità verso gli stranieri presenti nel vostro Paese, l'impegno per l'immagine cristiana dell'uomo nella vostra patria riunificata. Queste sono solo alcune delle numerose istanze sulla cui realizzazione dobbiamo vegliare.

A questo proposito vi rivolgo una richiesta particolare: l'unità sia per voi un sommo bene! Nelle vostre iniziative non fatevi dividere da alcun potere terreno! Se la Chiesa è il popolo pellegrino di Dio, allora per tutti coloro che appartengono a questo popolo esiste soltanto una via attraverso il tempo, la via della reciprocità. Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, siamo tutti Chiesa. Solo insieme siamo forti. Gesù Cristo ha istituito un'unica Chiesa, edificata sul fondamento degli Apostoli e riunita intorno a Pietro, la pietra (cfr Mt 16,18). Prego affinché possiate portare a compimento ciò che san Paolo ha scritto ai Romani: «E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo» (Rm 15,5).

5. Il programma del Katholikentag è lo specchio della molteplicità e della vitalità della Chiesa nel vostro Paese. Con gratitudine e stima osservo l'immagine variopinta che questo specchio rimanda.

Accanto alle numerose celebrazioni eucaristiche e alle manifestazioni di carattere spirituale vi sono anche incontri e tavole rotonde che dimostrano che la Chiesa in Germania è pronta a cogliere i segni dei tempi e a interpretarli alla luce di Dio. Il Katholikentag intende essere una sorta di areopago per l'analisi e lo scambio, per il dialogo e l'azione congiunta. Per questa impresa spirituale, alla quale intendete conferire una particolare impronta ecumenica, invoco per voi lo Spirito Santo che è anche lo spirito della molteplicità.

6. Care sorelle e cari fratelli!

Ancora una volta torno volentieri a parlare della clessidra, che nasconde un ulteriore messaggio prezioso. La sabbia, che passa dall'ampolla superiore a quella inferiore, non indica soltanto il passare del tempo. La sabbia è anche messaggero della speranza cristiana. Essa infatti non cade nel vuoto. Si raccoglie nell'ampolla inferiore. Le ampolle della clessidra mi ricordano le mani che Dio ci tende. Possiamo abbandonarci nelle sue mani. Esse raccolgono il nostro tempo. Il tempo riposa nelle mani di Dio. Ogni sera preghiamo nella compieta: «Signore, mi affido a te, pongo la mia vita nelle tue mani». Questa preghiera non riguarda solo alcune persone. È una preghiera della sera che può riunire tutti coloro che alla fine rimettono i frutti delle loro attività e dei loro sforzi quotidiani a Dio, il Signore del Tempo.

«Signore, mi affido a te, pongo la mia vita nelle tue mani».

221 Dio benedice il tempo di chi prega in questo modo. Invoco come guida Maria, che come nessun altro ha posto la propria vita nelle mani di Dio. Protegga e guidi la Chiesa in Germania lungo il suo cammino attraverso il tempo. A voi tutti, che siete riuniti ad Amburgo, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 23 maggio 2000

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI A VARI PELLEGRINAGGI GIUBILARI


Sabato, 3 giugno 2000

Carissimi Fratelli e Sorelle,


1. Con grande gioia vi accolgo e vi ringrazio per la vostra gradita visita. Voi venite da diverse località e vi unisce il comune intento di celebrare il vostro Giubileo qui a Roma, città santificata dalla testimonianza eroica degli Apostoli Pietro e Paolo e di tanti altri santi e martiri. Nel vostro programma giubilare avete voluto inserire anche questa visita al Successore di Pietro per riaffermare i vostri propositi di fedeltà a Cristo ed alla sua Chiesa. Siate i benvenuti!

2. Saluto in primo luogo i partecipanti alla dodicesima edizione del Raid ciclistico "in tandem" organizzato dall'Unione Italiana Ciechi. La vostra associazione, carissimi, ricorda quest'anno il suo ottantesimo anniversario ed ha voluto sottolineare la significativa ricorrenza con questa impegnativa manifestazione socio-sportiva ispirata ai grandi valori giubilari della fraternità, della solidarietà e della promozione umana. Voi avete voluto soprattutto vivere insieme una profonda esperienza spirituale e celebrare così il vostro Giubileo. Apprezzo molto il vostro lavoro generoso nella società, teso a porre in rilievo il coraggio e le grandi doti spirituali nonché la forza di volontà che i ciechi, grazie alla solidarietà dei vedenti, possono esprimere non solo nel campo sportivo, ma in tanti altri settori della vita quotidiana. Il Signore renda efficaci i vostri lodevoli intenti e benedica ogni vostro proposito di bene e di aiuto al prossimo bisognoso. Continuate su questo cammino "in tandem" appunto e in stretta comunione con Gesù, nostro quotidiano compagno di viaggio nella vita.

Saluto poi i fedeli della parrocchia Santa Maria della Speranza in Cesena e della parrocchia Santa Maria Addolorata alle Croci, in Andria. Grazie per la vostra visita che vuole portarmi l'affettuosa vicinanza spirituale di tutti i vostri fratelli e sorelle di fede. Dopo questo pellegrinaggio giubilare, tornate a casa ancor più decisi a seguire Cristo nostro Signore e ad annunciare e testimoniare il suo Vangelo con generoso slancio missionario.

Il mio pensiero va adesso a voi, cari ex-allievi salesiani di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, che siete venuti a rinnovare la vostra professione di fede presso le tombe degli Apostoli.

3. Fratelli e Sorelle carissimi! Siamo nel clima dell'Ascensione ed il nostro pensiero si volge a Cristo che, terminata la sua missione pubblica, ritorna presso il Padre celeste. La liturgia ci ricorda in questi giorni che quello stesso Gesù con il quale gli Apostoli avevano vissuto, avevano mangiato e condiviso la fatica d'ogni giorno, ora prosegue ad essere presente in modo invisibile nella sua Chiesa. E' la Chiesa che deve prolungare l'opera del Signore risorto, diffondendo in ogni angolo il suo Vangelo sino al suo ritorno glorioso. Ecco perché nel racconto dell'Ascensione, dopo che il Signore scomparve dalla vista dei presenti, gli angeli invitarono i discepoli a non soffermarsi a guardare verso il cielo. "Uomini di Galilea, - dissero - perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo" (Ac 1,11).

Da allora è iniziato il tempo della testimonianza di tutti noi credenti, animati dalla forza dello Spirito Santo. Ed è verso lo Spirito divino che la Chiesa si volge in preghiera in questa settimana, attendendo la festa della Pentecoste. Per la forza di questo Santo Spirito, il Cristo glorificato, costituito Signore universale e capo della Chiesa, attira a sé ogni uomo e ogni donna. Di Cristo anche noi, cristiani del terzo millennio, dobbiamo essere testimoni e messaggeri, chiamati ad un generoso slancio missionario e a costruire una nuova umanità, vivificata dalla legge dell'Amore.

4. Gli Atti degli Apostoli ci raccontano che nei giorni precedenti la Pentecoste Maria, la Madre di Gesù, restò con gli Apostoli in trepidante attesa ed in perseverante preghiera. La Vergine accompagna anche noi, specialmente in quest'Anno giubilare, a vegliare e pregare nell'attesa di una nuova Pentecoste. Quest'oggi, primo sabato del mese di giugno, affidiamo a Lei i nostri propositi di impegno evangelico; da Lei invochiamo l'aiuto necessario per condurre a buon fine la missione che a ciascuno è stata affidata.

222 Sia Lei a proteggere le vostre famiglie e le attività delle vostre parrocchie ed associazioni. Ben volentieri vi assicuro un ricordo nella preghiera, mentre di cuore imparto a ciascuno di voi una speciale Benedizione Apostolica, estensibile a tutte le persone a voi care.

GIUBILEO DEI GIORNALISTI



AL GIUBILEO DEI GIORNALISTI


Domenica, 4 Giugno 2000


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. In quest’anno del Grande Giubileo, la Chiesa celebra l’evento dell’Incarnazione, annunciato dall’evangelista Giovanni con queste parole: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Jn 1,14). Mistero davvero grande, mistero di salvezza, che ha il suo vertice nella morte e risurrezione di Cristo.

In questo evento è racchiuso il destino del mondo. Da esso, nel dono e nella forza dello Spirito Santo, scaturisce la Redenzione per gli uomini di ogni luogo e di ogni tempo. Nella luce di questo mistero, saluto con affetto tutti voi che siete qui convenuti per celebrare il Giubileo dei Giornalisti.

Saluto in particolare Mons. John P. Foley, Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, e la Signora Theresa Ee-Chooi, Presidente dell’UCIP e li ringrazio per le gentili parole con cui hanno voluto interpretare i sentimenti di tutti i presenti.

Ho desiderato vivamente questo incontro con voi, cari giornalisti, non solo per la gioia di accompagnarmi al vostro cammino giubilare, come sto facendo con tanti altri gruppi, ma anche per il desiderio di assolvere ad un personale debito di gratitudine verso gli innumerevoli professionisti che, lungo gli anni del mio Pontificato, si sono adoperati per far conoscere parole e fatti del mio ministero. Per tutto questo impegno, per l’oggettività e la cortesia che hanno caratterizzato gran parte di questo servizio, sono profondamente grato e chiedo al Signore di darne a ciascuno adeguata ricompensa.

2. Nel mondo del giornalismo questo è un tempo di profondi cambiamenti. La proliferazione di nuove tecnologie tocca ormai ogni ambito e coinvolge in misura più o meno grande ogni essere umano. La globalizzazione ha aumentato le capacità dei mezzi di comunicazione sociale, ma ha anche accresciuto la loro esposizione alle pressioni ideologiche e commerciali. Ciò deve indurre voi giornalisti a interrogarvi sul senso della vostra vocazione di cristiani impegnati nel mondo della comunicazione.

E’ questa la domanda decisiva, che deve caratterizzare la vostra celebrazione giubilare, in questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni. Il vostro attraversare da pellegrini la Porta Santa esprime una scelta di vita, dice che anche nella vostra professione desiderate "aprire le porte a Cristo". E’ Lui il "vangelo", la "buona notizia". E’ Lui il modello per quanti, come voi, si sforzano di far penetrare la luce della verità in tutti gli ambiti dell’esistenza umana.

3. A questo incontro con Cristo ha mirato il percorso da voi compiuto in questi giorni. Giovedì avete pregato nella Cappella Sistina, dove lo splendore dell’arte ha posto davanti ai vostri occhi il dramma della storia umana dalla Creazione al Giudizio finale. In questo grande viaggio dell’umanità emerge anche la verità della persona umana, creata ad immagine di Dio e destinata all’eterna comunione con lui; emerge la verità che è il fondamento di ogni etica e che voi siete chiamati ad osservare anche nella vostra professione.

Ieri siete stati presso la tomba di San Paolo e oggi siete venuti a pregare presso quella di San Pietro. Essi furono i grandi "comunicatori" della fede ai primordi del cristianesimo. La loro memoria vi ricorda la specifica vocazione che vi contraddistingue come seguaci di Cristo nel mondo delle comunicazioni sociali: voi siete chiamati ad impegnare la vostra professionalità al servizio del bene morale e spirituale degli individui e della comunità umana.

223 4. E’ qui il punto nodale della questione etica, che è inseparabile dal vostro lavoro. Con la sua vastissima e diretta influenza sulla pubblica opinione, il giornalismo non può essere guidato solo dalle forze economiche, dai profitti e dagli interessi di parte. Deve essere invece sentito come un compito in certo senso "sacro", svolto nella consapevolezza che i potenti mezzi di comunicazione vi vengono affidati per il bene di tutti, e in particolare per il bene delle fasce più deboli della società: dai bambini ai poveri, dai malati alle persone emarginate e discriminate.

Non si può scrivere o trasmettere solo in funzione del grado di ascolto, a discapito di servizi veramente formativi. Non si può nemmeno fare appello indiscriminato al diritto di informazione, senza tener conto di altri diritti della persona. Nessuna libertà, inclusa la libertà di espressione, è assoluta: essa trova infatti, il suo limite nel dovere di rispettare la dignità e la legittima libertà degli altri. Nessuna cosa, per quanto affascinante, può essere scritta, realizzata e trasmessa a danno della verità: penso qui non solo alla verità dei fatti che voi riportate, ma anche alla "verità dell’uomo", alla dignità della persona umana in tutte le sue dimensioni.

Quale segno del desiderio della Chiesa di esservi accanto nell’affrontare questa grande sfida, il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali ha pubblicato da pochi giorni il documento Etica nelle Comunicazioni Sociali. Esso è un caldo invito rivolto ai giornalisti perché si impegnino a servire la persona umana attraverso l’edificazione di una società fondata sulla solidarietà, la giustizia e l’amore, attraverso la comunicazione della verità sulla vita umana e il suo compimento finale in Dio (cfr n. 33). Ringrazio il Pontificio Consiglio per questo documento, che raccomando al vostro studio e alla vostra riflessione.

5. Carissimi Fratelli e Sorelle! La Chiesa e i "media" devono camminare insieme nel rendere il loro servizio alla famiglia umana. Chiedo dunque al Signore che vi sia concesso di riportare da questa celebrazione giubilare la convinzione che è possibile essere insieme autentici cristiani ed eccellenti giornalisti.

Il mondo dei "media" ha bisogno di uomini e donne che giorno per giorno si sforzino di vivere al meglio questa duplice dimensione. Ciò accadrà sempre di più, se saprete tenere lo sguardo fisso su Colui che è il centro di questo anno giubilare, Gesù Cristo, "il testimone fedele, Colui che è, che era e che viene" (
Ap 1,5 Ap 1,8).

Nell’invocare il suo aiuto su ciascuno voi e sul vostro lavoro particolarmente esigente, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre famiglie.

Saluti

Je vous salue cordialement, vous les journalistes présents à ce jubilé. Puissiez-vous trouver dans votre pèlerinage la force pour remplir votre service d’information et de formation de nos contemporains, les aidant à ouvrir leur coeur aux dimensions du monde! Il vous appartient d’avoir le souci de vous faire les témoins de la vérité, pour que l’homme soit toujours respecté. L’Église compte sur vous pour que vous sachiez retransmettre au monde le message d’espérance qui vient du Christ. Avec la Bénédiction apostolique.

I warmly greet the English-speaking participants in the Jubilee of Journalists. May these days of pilgrimage be a time of intense personal renewal for each one of you, and an encouragement to you in your demanding profession. The great challenge facing you is to use your skills and your immense influence over public opinion in the faithful service of the truth about the human person. This means to defend life and build a human community ever more solidly based on solidarity, justice and love. May the joy and peace of Christ fill your hearts! May you and your families be blessed in every way!

Saludo a los profesionales de la comunicación de lengua española que participáis hoy en esta celebración jubilar. Os animo a continuar con vuestra tarea al servicio de la información, basada en la verdad y favoreciendo la solidaridad y el entendimiento entre todos.

Einen herzlichen Wilkommensgruß entbiete ich den Journalisten deutscher Sprache. Euer Beruf ist ein Dienst an der Wahrheit. Laßt euch bei eurem Reden und Schreiben von der Liebe leiten, gerade wenn die Wahrheit schwer zu ertragen ist. Dazu erbitte ich euch Gottes Heiligen Geist.

224 A minha saudação cordial aos jornalistas e demais operadores nos meios de comunicação social de língua portuguesa: Vós podeis e sabeis como fazer subir o termómetro da solidariedade no mundo; hoje, o Papa deseja renovar a todos a sua gratidão e estima pelas múltiplas iniciativas por vós apadrinhadas em favor das vítimas de tantos dramas humanos. Que Deus vos pague e abençoe!

Saluto in lingua polacca

Serdecznie pozdrawiam dziennikarzy jezyka polskiego. Zycze Wam, abyscie zachowali wolnosc myslenia i trzewy osad rzeczywistosci. Badcie wierni prawdzie! Niech blask prawdy przenika Wasza sluzbe czlowiekowi, Kosciolowi i swiatu! Z serca Wam blogoslawie.

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca

Saluto cordialmente i giornalisti di lingua polacca. Vi auguro che conserviate la libertà di pensare e il giudizio obiettivo sulla realtà. Siate fedeli alla verità! Lo splendore della verità permei il vostro servizio all’uomo, alla Chiesa e al mondo! Vi benedico di cuore.

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


AI MEMBRI DELLA PRESIDENZA E SOCI


DEL CIRCOLO SAN PIETRO


Lunedì, 5 giugno 2000

Carissimi Soci del Circolo San Pietro!


1. Sono lieto di accogliervi anche quest'anno e vi saluto con affetto. Rivolgo un grato pensiero all'Assistente spirituale, l'Arcivescovo Mons. Ettore Cunial, e al vostro Presidente, il Marchese Marcello Sacchetti, che ringrazio per le cortesi parole rivoltemi a vostro nome. L'odierno incontro costituisce, come sempre, un'occasione propizia per rinnovare il mio sincero apprezzamento per l'impegno che ciascuno di voi pone nel fedele servizio alla Chiesa e al Papa ed in concrete iniziative di carità verso il prossimo. Grazie per la vostra perdurante testimonianza di amore alla Sede Apostolica e di solidale attività caritativa nei confronti dei fratelli più bisognosi nella nostra Città.

2. In effetti, la vostra benemerita Associazione va sempre più penetrando nel cuore di Roma, mossa dal desiderio di rispondere alle urgenze dei più poveri e dei più dimenticati. Tra i vari interventi di solidarietà realizzati in favore di coloro che soffrono per la mancanza del necessario, riveste singolare significato la nuova iniziativa che, in occasione del Grande Giubileo, avete intrapreso, garantendo quotidianamente un'azione di volontariato nelle mense allestite presso le Basiliche Patriarcali. Esprimo ancora una volta a tutti voi il mio plauso per avere generosamente accolto l'invito a collaborare al progetto denominato "la carità del Papa per il Giubileo".

Vi ringrazio, altresì, per quanto operate nelle parrocchie, negli enti ospedalieri e nei Centri di accoglienza, non stancandovi mai di porvi al fianco di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, per recare loro la consolante certezza che Cristo è il Salvatore di tutti.

L'obolo di San Pietro che, come ogni anno, voi mi consegnate personalmente, costituisce un ulteriore segno della vostra silenziosa, ma concreta partecipazione alle sollecitudini della Sede Apostolica, chiamata ad intervenire in modo sempre più incisivo per rispondere ai crescenti appelli di popolazioni più indigenti in tante parti del mondo. La vostra encomiabile disponibilità nella raccolta di fondi per la carità del Papa rappresenta un segno assai apprezzato di comunione con il ministero universale del Successore di Pietro. Continuate su questa strada, consapevoli di rendere un utile servizio a Cristo ed alla sua Chiesa.

225 3. Carissimi Soci, siamo ormai vicini alla solennità della Pentecoste. Vi invito ad invocare da Dio il dono del suo Spirito, che è fuoco vivo di carità e sorgente di luce e di forza interiore. Lasciate che lo Spirito Santo guidi ogni vostra iniziativa ed animi ogni vostro sforzo. Nella preghiera assidua troverete l'energia indispensabile per rendere efficace il vostro apostolato, affinché gli uomini incontrandovi, incontrino un riflesso dell'amore di Dio e si aprano alla novità del Vangelo.

Non fermatevi di fronte alle difficoltà. Proseguite anzi senza sosta nell'andare incontro ai fratelli più bisognosi, rendendo loro visibile l'amore del Padre celeste. Ci ammonisce il divin Maestro: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (
Mt 25,40).

Maria, esemplare incomparabile e perfetto della vita e della missione della Chiesa, Madre che genera i cristiani e li conduce alla perfezione della carità (cfr Lumen gentium LG 63-65), vi protegga ed accompagni sempre.

Da parte mia, vi assicuro un ricordo nella preghiera, e di cuore imparto a voi ed alle vostre famiglie una speciale benedizione.




AL TERMINE DEL CONCERTO PER IL GIUBILEO


OFFERTO DALL’AUSTRIA


Giovedì, 8 giugno 2000


Illustri Signori e Gentili Signore!

1. Desidero esprimere cordiale gratitudine per questo speciale Concerto che la Repubblica Austriaca ha voluto offrimi, in occasione del Grande Giubileo. Esso costituisce un momento di forte significato spirituale, che si inserisce nel già ricco programma artistico dell'Anno Santo 2000.

Mit Anerkennung denke ich vor allem an den Innenminister der Republik Österreich, Herrn Strasser, dem ich für sein Kommen danke. Mit ihm grüße ich die Herren Kardinäle, die Brüder im Bischofsamt, die Vertreter des öffentlichen Lebens und der Institutionen sowie die Organisatoren, die durch ihre tatkräftige Mitarbeit diese Veranstaltung erst ermöglicht haben. Ein dankbares Wort der Wertschätzung geht an Maestro Riccardo Muti, der es mit außergewöhnlichem Feinsinn und Gespür verstanden hat, die Partitur der Messe in h-moll in ihrer Tiefe zu interpretieren. Dies gilt auch für die Solisten, die Professoren der "Wiener Philarmoniker" und die Mitglieder des "Arnold-Schönberg-Chores".

2. Attraverso la splendida esecuzione della "Grande Messa" di Johann Sebastian Bach, ci è stato dato di meditare con spirituale godimento i testi latini della liturgia eucaristica, riproposti attraverso il linguaggio arcano ed universale della musica. Ancora una volta abbiamo potuto sperimentare come la bellezza artistica sia scala privilegiata per accedere al Mistero e trovare appagamento all'interiore bisogno di luce e di pace.

Auspico che la rivisitazione del patrimonio trasmessoci dalle generazioni passate possa promuovere una nuova stagione di creazioni artistiche che, aprendo il cuore e la mente dell'uomo del nuovo millennio al "Bello" e al "Vero", lo aiutino a riscoprire la grandezza e la dignità della sua stessa vocazione di essere umano.

Affido questi miei voti alla paterna provvidenza di Dio, mentre con affetto imparto a tutti ed a ciascuno la mia Benedizione.



226 Traduzione italiana del discorso in tedesco:

Penso con riconoscenza soprattutto al Ministro degli Interni della Repubblica Austriaca, il signor Strasser, che ringrazio per essere venuto qui. Saluto anche i Cardinali, i Fratelli nell'Episcopato, i rappresentanti della vita pubblica e delle Istituzioni così come gli organizzatori, che grazie a una efficace collaborazione hanno reso possibile questa manifestazione.

Rivolgo un grato apprezzamento al Maestro Riccardo Muti, che con eleganza e sensibilità straordinarie ha inteso interpretare la partitura della Messe in h-moll in tutta la sua profondità. Ciò vale anche per i solisti, i professori della "Wiener Philharmoniker" e i membri dello "Arnold-Schönberg-Chor".


AI FRATELLI DELLE SCUOLE CRISTIANE


Venerdì, 9 Giugno 2000




Cari Fratelli,
Cari Amici,

1. Sono lieto di accogliervi mentre siete riuniti per il vostro quarantatreesimo Capitolo Generale e la vostra famiglia religiosa celebra il centenario della canonizzazione di san Giovanni Battista de la Salle, come pure il cinquantenario della sua proclamazione, da parte di Papa Pio XII, quale Patrono speciale di tutti gli educatori dell'infanzia e della gioventù.

Questi vari eventi sono per voi un'occasione particolarmente favorevole per conferire un rinnovato slancio alle vostre diverse missioni educative ed evangelizzatrici, secondo il carisma del vostro fondatore, nonostante la diminuzione dei vostri effettivi. Sono lieto, in particolare, della disponibilità del vostro Istituto a rispondere, in una stretta comunione con le Chiese locali, a nuovi appelli di bambini e di giovani, soprattutto dei più poveri che, in tutto il mondo, hanno bisogno di ricevere una formazione umana, morale, catechetica e scolastica, al fine di divenire uomini e donne che si assumono la loro parte di responsabilità nella comunità cristiana e nella società di domani. Una tale disponibilità è presente nel tema dei vostri lavori: Associati per il servizio educativo dei poveri come risposta lasalliana alle sfide del ventunesimo secolo. La Chiesa è invitata a offrire instancabilmente alla gioventù questo dono dell'educazione, che manifesta la sua attenzione per le realtà e le attese di popolazioni che hanno bisogno di sostegno nella loro promozione umana.

2. I vostri fratelli hanno un ruolo incomparabile. Attraverso la vita consacrata, sono agli occhi del mondo i testimoni dell'assoluto di Dio e della felicità che si prova nel servire il Signore servendo gli uomini, soprattutto i bambini, che sono i prediletti di Dio. Mediante la loro vita comunitaria, manifestano che Cristo costituisce un vincolo di fraternità molto forte fra le persone, che apre alla convivialità, alla collaborazione, alla pace e al perdono. Sono quindi vicini a tutti, nella solidarietà quotidiana dell'educatore che conduce pazientemente e delicatamente i giovani lungo la via della maturità e dell'autentica libertà.

3. I vostri recenti capitoli vi hanno permesso di riflettere sulla possibile partecipazione di altre Congregazioni religiose e di laici, che vorrebbero essere associati alle vostre missioni e vivere, alla loro maniera, il carisma lasalliano. Sono particolarmente sensibile a queste collaborazioni, che permettono di riunire forze per una più grande efficacia missionaria. La presenza di laici al vostro fianco è un segno apprezzabile del posto sempre più importante che sono chiamati a occupare nella vita della Chiesa, cosa che tengo vivamente a incoraggiare, come ho già fatto nell'Esortazione Apostolica post-sinodale Vita consecrata (cfr n. 56). Spetta a voi offrire ai laici, che desiderano essere membri associati, la formazione necessaria per la loro vita spirituale e per il loro servizio.

Allora, fondandosi sull'insegnamento e la spiritualità di san Giovanni Battista de La Salle, potranno trovare vie per sviluppare, secondo lo stato di vita che corrisponde loro, nel rispetto delle identità e delle particolarità della vita consacrata, il loro cammino spirituale, al fine di metterlo in pratica nel servizio educativo che sarà affidato loro, sforzandosi di divenire modelli d'insegnamento cristiano.


GPII Discorsi 2000 218