GPII Discorsi 2000 256

256 2. Di fronte a questa situazione, che sfida i credenti a "rifare il tessuto cristiano della società umana" (ibid.), il metodo del Cursillo si prefigge di contribuire a cambiare in senso cristiano gli ambienti dove le persone vivono ed operano, attraverso l'inserimento di "uomini nuovi", resi tali dall'incontro con Cristo. A questo obiettivo tendono i tre giorni del "piccolo corso" di cristianità, durante i quali un'équipe di sacerdoti e di laici, sostenuti dalla preghiera e dall'offerta di sacrifici degli altri appartenenti al Movimento, comunica le verità fondamentali della fede cristiana, specialmente in maniera "vivenziale". L'annuncio di Cristo, così proposto, quasi sempre apre i partecipanti al cursillo al dono della conversione e ad una più viva coscienza del Battesimo ricevuto e della propria missione nella Chiesa. Essi si sentono chiamati ad essere "lievito" profetico, che si impasta con la farina perché tutta si fermenti (cfr Mt 13,33), "sale della terra" e "luce del mondo" (Mt 5,13-14) per annunciare a quanti incontrano che solo in Gesù Cristo c'è salvezza (Ac 4,12) e "solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo" (Gaudium et spes GS 22).

3. Carissimi Fratelli e Sorelle, siate testimoni coraggiosi della "diakonia della Verità" ed operate instancabilmente con la "forza della comunione". Facendo tesoro della ricchezza delle vostre esperienze spirituali, accogliete e rispondete senza paura alle "sfide" che il nostro tempo pone alla nuova evangelizzazione.

Di fronte ad una cultura, che non di rado nega persino l'esistenza di una Verità oggettiva di valore universale e spesso si arena nelle "sabbie mobili" del nichilismo (cfr Fides et ratio), i credenti debbono saper indicare con chiarezza che Cristo è la Via, la Verità e la Vita (cfr Jn 14,6).

A voi, che generosamente gli avete spalancato il cuore, è Cristo stesso a chiedervi di annunciarlo instancabilmente a chi ancora non lo ha accolto. Vi chiede di essere al suo servizio, al servizio della sua Verità che rende liberi.

Tale "diakonia della Verità" sarà tanto più convincente, quanto più emergerà nella vostra esistenza d'ogni giorno. Come ricorda una preghiera molto usata nel Cursillo, "Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per cambiare il mondo d'oggi. Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi per guidarlo fino a Lui. Cristo non ha labbra, ha soltanto le nostre labbra per parlare agli uomini".

4. Ecco il vostro apostolato: svolgetelo in costante sintonia ecclesiale, perché esso renda manifesta la "forza della comunione", che costituisce lo stile e il contenuto stesso della missione del Popolo di Dio. Di fronte a forme di individualismo, che frantumano e disperdono le risorse dell'umanità, congiungete i vostri sforzi missionari a quelli molteplici aggregazioni ecclesiali suscitate dallo Spirito nella Chiesa del nostro tempo. Sforzatevi insieme di riproporre la bellezza delle prime comunità cristiane, che facevano esclamare con stupore ai pagani: "Guardate come si amano!". E siate sempre docili alle indicazioni del Magistero. Nessun carisma, infatti, dispensa dal riferimento e dalla sottomissione ai Pastori della Chiesa, il cui discernimento è garanzia di fedeltà al carisma stesso. Possa anche l'odierna celebrazione giubilare suscitare in ciascuno di voi rinnovata fedeltà al vostro carisma e più salda comunione ecclesiale.

5. "De colores, de colores se visten los campos en la primavera.

De colores, de colores son los pajaritos que vienen de fuera.

De colores, de colores es el arco iris que vemos lucir.

Durante le giornate del cursillo, le parole di questo canto popolare spagnolo aiutano i partecipanti a riflettere sulla bellezza multiforme del creato. Incontrando Cristo, voi avete imparato a guardare con occhi nuovi le persone e la natura, gli eventi quotidiani e la vita nel suo insieme. Avete sperimentato che dà vera felicità seguire il Signore. Questa esperienza personale e comunitaria va ora comunicata agli altri. Molti uomini e donne del nostro tempo, che purtroppo si allontanano da Dio, attendono da voi la luce della fede, che faccia anche a loro riscoprire i colori dell'esistenza e la gioia di sentirsi amati da Dio.

"Coraggio! Ultreya! Avanti! ", vi ripete quest'oggi il Successore di Pietro. Guardate a Maria, esempio di indefettibile fedeltà a Dio, e, come Lei, ponete in ogni circostanza la vostra fiducia in Dio, Padre di misericordia, che custodisce i vostri passi sulla via della verità e dell'amore.

257 6. Il mio saluto si estende, con la stessa cordialità, a tutti gli altri pellegrini qui convenuti. In particolare, a quelli della diocesi di Leiria-Fatima, guidati dal Vescovo, il caro Monsignor Serafim:

Cari Fratelli e Sorelle! Sono passati due mesi da quei giorni in cui ho avuto la gioia di trovarmi in mezzo a voi, godendo della vostra calorosa ospitalità e testimoniando la vostra gioia raggiante nel vedere confermata la santità nella persona di due compaesani: i beati Francesco e Giacinta Marto. Oggi, nel vedervi qui - quale scelta rappresentanza della suddetta Chiesa locale -, sento ricambiata la mia visita: voi siete venuti presso la tomba del Principe degli Apostoli, in spirito di preghiera e penitenza per implorare perdono e indulgenza e rinnovare il vostro impegno di dedizione a quell'opera di divinizzazione dell'umanità che ha avuto inizio due mille anni fa con la nascita di Dio fatto uomo.

Di cuore saluto voi e l'intera diocesi di Leiria-Fatima, augurando che questo grande Giubileo dell'Incarnazione si riveli per tutti quanti quell'«anno di grazia del Signore» che diventò realtà con Gesù e in Gesù (cfr
Lc 4,19-21), affinché possiate sperare fiduciosamente nella potenza del suo messaggio e opera di salvezza, amare tutti con il suo amore di donazione e anche di riparazione a Dio per le ingratitudini di tante persone, e testimoniare la fede con coraggio e coerenza nell'odierna società.

La Vergine Santissima, misticamente presente nei vostri santuari mariani spiccando fra tutti, per scelta della Madonna, quello di Fatima, vi accompagni maternamente lungo questo vostro cammino di penitenza e conversione, e vi sostenga nell'adempimento dei vostri propositi a bene della vostra diocesi e per la salvezza del mondo.

Saluto cordialmente voi, pellegrini della Polonia, che siete venuti a quest'incontro. Ringrazio per il vostro impegno alla nuova evangelizzazione e alla costruzione della civiltà dell'amore e della solidarietà nel mondo. La Chiesa ha bisogno di voi! Ha bisogno del vostro atteggiamento cristiano e della vostra santità, affinché si possa realizzare nel mondo la grande opera della salvezza.

Con affetto, vi assicuro un costante ricordo nella preghiera ed a tutti imparto la Benedizione Apostolica, propiziatrice di abbondanti grazie divine.



Agosto


UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


A VARI GRUPPI DI PELLEGRINI GIUBILARI


Sabato 5 agosto 2000




Carissimi Fratelli e Sorelle!

A tutti voi, qui presenti, rivolgo un cordiale saluto e sono lieto di accogliervi, quest'oggi, primo sabato del mese di agosto. La liturgia romana celebra la Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, primo tempio dell'Occidente cristiano intitolato alla Madre di Dio. Il pensiero va a Maria, Salvezza del popolo romano, ed a Lei affido ogni vostra intenzione. A Lei vorrei, inoltre, affidare in modo speciale la solenne Veglia di preghiera, che questa sera si svolgerà nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Si tratta di un importante incontro di preghiera, che ha luogo su proposta ed in comunione col Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e la Chiesa Ortodossa, alla vigilia della Festa della Trasfigurazione del Signore. Possa questa provvidenziale iniziativa favorire il dialogo ecumenico e far avanzare il comune cammino verso la piena unità di tutti i cristiani.

I greet especially the sick people from Malta, together with their helpers and companions, as they return from a pilgrimage to Lourdes. Dear friends, the spiritual message echoing from the grotto of Massabielle will certainly help you to benefit more richly from the Jubilee Year, which is a privileged time of penance and "healing" for men and women in every dimension of their lives. I hope most sincerely that difficulties and trials will not weaken your Christian witness, but help instead to make it more powerful. May the Lord sustain your dear ones, and the doctors, nurses and volunteers who are near to you.

Bovendien begroet ik de jongeren van de parochie "Sint Antonius van Padua" uit Blerick in het Nederlandse bisdom Roermond. Beste jongeren, ik spoor u aan om dagelijks het Evangelie te lezen en te overdenken, opdat u naar het voorbeeld van de heilige Antonius van Padua steeds meer getuigen mogen worden van zijn liefde.

258 Traduzione italiana:

Saluto, inoltre, i giovani della parrocchia Sant'Antonio di Padova, in Blerick, nella diocesi olandese di Roermond e vi auguro, cari giovani, di leggere e meditare quotidianamente il Vangelo, sul modello di Sant'Antonio di Padova, perché diventiate sempre più messaggeri del suo amore.

Saluto poi la Congregazione delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, qui convenute, ed anche le altre persone e famiglie presenti. Maria Santissima ottenga a ciascuno pace e serenità, mentre volentieri imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica.



PAROLE DI INTRODUZIONE DEL SANTO PADRE


GIOVANNI PAOLO II


ALLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA NELLA FESTA


DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE


Domenica, 6 agosto 2000

Ci apprestiamo a celebrare la Santa Messa nella solennità della Trasfigurazione del Signore, portando nel cuore il ricordo sempre vivo del Servo di Dio Paolo VI, a ventidue anni dal suo "esodo" verso l'eternità.


L'odierna liturgia ci invita a volgere lo sguardo verso il volto del Figlio di Dio che sul monte, come concordemente attestano i Sinottici, si trasfigura davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni, mentre dalla nube la voce del Padre proclama: "Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo" (Mc 9,7). San Pietro, ricordando con emozione l'evento, affermerà: "Siamo stati testimoni oculari della sua grandezza" (2P 1,16).

Nell'epoca attuale, pervasa dalla cosiddetta "civiltà dell'immagine", si fa più acuto il desiderio di poter riempire i propri occhi della figura del divin Maestro, ma è opportuno ricordare le sue parole: "Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!" (Jn 20,29). Fu proprio guardando con gli occhi della fede il volto adorabile di Cristo, vero uomo e vero Dio, che visse il venerato e indimenticabile Paolo VI. Contemplandolo con amore ardente e appassionato, egli ebbe a dire: "Cristo è bellezza: bellezza umana e divina, bellezza della realtà, della verità, della vita" (Udienza Generale, 13 gennaio 1971). Ed aggiungeva: "La figura di Cristo presenta, senza alterare l'incanto della sua misericordiosa dolcezza, anche un aspetto grave e forte, formidabile, se volete, contro la viltà, le ipocrisie, le ingiustizie, le crudeltà, ma non mai disgiunto da una sovrana irradiazione di amore" (Udienza Generale, 27 gennaio 1971).

Mentre, con animo grato, ci accostiamo all'altare pregando per l'anima benedetta di questo grande Pontefice, desideriamo, come lui e come i discepoli, volgere anche noi lo sguardo verso il volto radioso del Figlio di Dio per esserne illuminati.

Chiediamo a Dio, per intercessione di Maria, Maestra di fede e di contemplazione, di poter accogliere in noi la luce che rifulge sul volto di Cristo, così da riverberarne l'immagine su quanti ci avvicinano.

Con questi sentimenti iniziamo la Santa Messa, invocando anzitutto la misericordia del Signore.



UDIENZA DEL SANTO PADRE


GIOVANNI PAOLO II


AI VARI GRUPPI DI PELLEGRINI GIUBILARI


Castel Gandolfo, sabato 12 agosto 2000



259 Carissimi ragazzi, carissimi giovani!

1. Nell'itinerario giubilare che vi ha condotti a Roma, alle Basiliche ed ai luoghi sacri per le memorie degli Apostoli, avete voluto includere la visita al Successore di Pietro e siete venuti a trovarmi qui, a Castel Gandolfo.

Grazie per la vostra presenza e benvenuti! Grazie per il vostro attestato di affetto. Auspico di cuore che questo pellegrinaggio vi sia occasione propizia per rinnovare una forte e convinta adesione al Signore. Cristo ha bisogno di anime che sappiano testimoniare al mondo la radicale novità del suo Vangelo. Ed io vi invito ad aprire a Lui con generoso slancio il vostro cuore perché, dopo questo soggiorno romano, possiate tornare alle vostre case ripieni ancor più di spirito apostolico, per essere coraggiosi missionari della nuova evangelizzazione. Guardando alla vostra esistenza, protesa verso il traguardo della santità, possano le persone che incontrerete sperimentare la gioia di essere discepoli di Cristo.

In questi giorni, la Liturgia ci presenta significative figure di Santi, che sono per noi di stimolo a seguire il Signore con totale fedeltà. Penso a Santa Teresa Benedetta della Croce, compatrona d'Europa, monaca e martire del secolo scorso; penso a San Massimiliano Kolbe, la cui festa celebreremo lunedì prossimo; penso a San Lorenzo, che ha fatto della diaconia il senso della sua esistenza ed a Santa Chiara d'Assisi, che visse del mistero eucaristico. La loro intercessione, unita a quella dei santi Pietro e Paolo, vi sostenga e vi aiuti a camminare nella fede e nella carità, operando per il Regno di Dio là dove la Provvidenza vi ha posti.

2. Vorrei, salutare con particolare cordialità i "Volontari del Giubileo", già all'opera da qualche giorno per preparare l'ordinato svolgimento della Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta di un evento tanto atteso e su cui sono puntati gli occhi di tutti i credenti, perché è alle giovani generazioni che spetta raccogliere la fiaccola della fede e portarla ai loro coetanei e all'umanità del terzo millennio.

Una loro rappresentanza è qui, mentre gli altri sono in Piazza San Pietro, ma ci ascoltano perché collegati con noi via etere. Essi hanno preso parte alla Santa Messa presieduta dal Cardinale Vicario, e concluderanno la celebrazione del loro Giubileo passando per la Porta Santa. Unisco nel ricordo gli operatori del Centro del Volontariato del Giubileo, che coordina i vari gruppi di volontari messisi a disposizione dei pellegrini dell'Anno Santo.

Carissimi, vi saluto con affetto e vi sono riconoscente per la generosità con cui avete assicurato il vostro impegno. Dio vi ricompensi per la premura e la disponibilità che dimostrate nel servizio che siete chiamati ad espletare. A voi è chiesto di aiutare i vostri coetanei ed i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo a partecipare in modo ordinato e proficuo ai vari momenti della Giornata Mondiale della Gioventù. Aiutateli, grazie anche ad una efficiente organizzazione, ad incontrare Cristo ed a fare di quest'incontro internazionale un'indimenticabile esperienza dei giovani, della giovane Chiesa. Aiutateli, inoltre, a sperimentare la bellezza di ritrovarsi insieme animati da sentimenti positivi per porre le basi di una nuova umanità, ispirata ai valori della fraternità e della pace. Questa esperienza si esprime anche attraverso la varietà dei colori. Attraverso i colori e attraverso anche le iscrizioni che portate. Ciascuno possiede una carta d’identità.

3. Il mio vivo apprezzamento si estende ai dirigenti e ai collaboratori dell'Azienda Sodexho. È un’istituzione importante perchè cura la distribuzione di pasti nelle mense approntate per la Giornata Mondiale della Gioventù. La loro opera è resa ancor più meritoria dal gesto di rinunciare a qualche giorno di vacanza per restare a disposizione dei partecipanti a questa straordinaria manifestazione giubilare e dal dono del corrispettivo di un'ora del loro lavoro da destinare alla carità del Papa. Così il Papa ha guadagnato! Allora dico un grazie molto cordiale per la vostra sollecitudine e per la vostra generosità. Iddio ve ne renda merito!

4. Care sorelle della Schönstatt-Frauenbund (Unione delle Donne di Schönstatt)! A metà dell'anno santo, in occasione del cinquantenario della vostra fondazione, siete venute a Roma per trarre forza per la vostra missione dalle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Vi saluto di cuore a Castel Gandolfo e a ciò unisco il desiderio che possiate rafforzare il pellegrinaggio in fede, speranza e carità.

Durante questo incontro mi vengono in mente la testimonianza e le azioni delle donne cristiane che hanno plasmato la vita della Chiesa e della società. La forza spirituale della donna consiste nel fatto che Dio le ha affidato in particolare la vita. Questa consapevolezza della vostra vocazione possa ricordarvi la dignità che avete ricevuto da Dio in quanto donne. Il servizio alla vita vi rende donne forti e brave (cfr Prv
Pr 31,10), solido sostegno per quanti vi sono vicini. Ringraziamo Dio per l'esistenza di così tante donne brave! Per intercessione della Vergine Maria, che ha potuto servire la vita divina, vi auguro un fecondo soggiorno nella città eterna. Volentieri imparto a voi e a tutti i membri della "Schönstatt-Frauenbund" la mia Benedizione Apostolica.

5. Vorrei, infine, salutare gli altri pellegrini, gruppi o singole persone che sono venuti a farmi visita. A tutti voi assicuro un ricordo nella preghiera e, mentre invoco su ciascuno la dolce protezione di Maria, Assunta al cielo, alla vigilia ormai della sua festa, di gran cuore vi benedico.

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2000


DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


DURANTE LA CERIMONIA DI ACCOGLIENZA


260
San Giovanni in Laterano, 15 agosto 2000



1. "O Roma felix!" - "O Roma felice!".

Con questa esclamazione, lungo i secoli, schiere innumerevoli di pellegrini, prima di voi, carissimi giovani e ragazze convenuti per la quindicesima Giornata Mondiale della Gioventù, si sono mosse verso la città di Roma per inginocchiarsi sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo.

"O Roma felice!". Felice perché consacrata dalla testimonianza e dal sangue degli Apostoli Pietro e Paolo che ancora oggi, come due "ulivi verdeggianti" e due "lampade accese", ci indicano, insieme a tutti gli altri Santi e Martiri, Colui che siamo qui per celebrare: il Verbo che "si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (
Jn 1,14), Gesù Cristo, il Figlio di Dio, attestazione viva dell'amore eterno del Padre per noi.

"O Roma felice!". Felice perché anche oggi questa testimonianza, che tu conservi, è viva ed è offerta al mondo, in particolare è offerta al mondo delle giovani generazioni!

2. Vi saluto tutti con affetto, giovani e ragazze, appartenenti alla Diocesi di Roma e alle Chiese che sono in Italia. Saluto il Cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma e Presidente della Conferenza dei Vescovi italiani, e gli sono grato per le parole che mi ha rivolto. Ringrazio pure i due giovani romani che - a nome di voi tutti - mi hanno salutato.

Sono lieto di vedervi così numerosi e mi congratulo con quanti tra voi hanno collaborato per far sì che ragazzi e ragazze anche di altri Paesi potessero partecipare a questo eccezionale incontro. So quanto vi siete dati da fare per preparare questo momento di "scambio di felicità". In questa Città, che custodisce le tombe e le memorie di coloro che hanno testimoniato il Salvatore del mondo, possa, in questi giorni, ogni giovane incontrare Gesù, Colui che conosce il segreto della vera felicità, e l'ha promessa ai suoi amici con queste parole: "Questo vi ho detto, perché la mia gioia sia con voi e la vostra gioia sia piena" (Jn 15,11).

Carissimi, in questo momento così atteso e significativo mi viene spontaneo tornare con la memoria al primo incontro mondiale della gioventù, che ebbe luogo proprio qui, davanti alla Cattedrale di Roma. Da qui partiamo anche oggi per vivere una nuova esperienza a livello mondiale: è l'incontro di inizio di un nuovo secolo e di un nuovo millennio. L'augurio è che esso consenta al cuore di voi tutti di incontrare Cristo vivente in eterno.

3. Giovani e ragazze romani, figli della Chiesa che ha per Vescovo il Successore di Pietro e che, come scrisse sant'Ignazio di Antiochia, è chiamata a "presiedere nella carità" (Ad Romanos, Introd.), sentitevi impegnati anche in questi giorni ad accogliere gli altri giovani convenuti qui da tutte le regioni del mondo. Stringete con loro una cordiale amicizia. Rendete gioiosa la loro permanenza a Roma, facendo a gara nello spirito di servizio, nell'accoglienza amichevole, secondo lo stile degli amici di Gesù - Lazzaro, Marta e Maria - che spesso lo ospitavano nella loro casa. Insieme con i giovani delle dodici Diocesi confinanti con Roma, aprite le porte delle vostre case ai pellegrini di questa Giornata Mondiale della Gioventù, diventando città ospitale, casa amica, perché anche qui, oggi, si realizzi un incontro tra amici: tra noi tutti ed il grande Amico, Gesù!

4. Vivete intensamente, cari giovani pellegrini del terzo millennio, questa Giornata Mondiale. Attraverso il contatto con tanti coetanei che come voi vogliono seguire Cristo, fate tesoro delle parole che vi verranno rivolte dai Vescovi, accogliendo la voce del Signore per rinvigorire la vostra fede e testimoniarla senza paura, sapendo di essere eredi di un grande passato.

Nell'aprire il vostro Giubileo, carissimi giovani e ragazze, desidero ripetere le parole con le quali ho iniziato il mio ministero di Vescovo di Roma e di Pastore della Chiesa universale; vorrei che esse guidassero i vostri giorni romani: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!". Aprite i vostri cuori, le vostre vite, i vostri dubbi, le vostre difficoltà, le vostre gioie e i vostri affetti alla sua forza salvifica e lasciate che Egli entri nei vostri cuori. "Non abbiate paura! Cristo sa cosa c'è dentro l'uomo. Solo Lui lo sa!". Lo dicevo il 22 ottobre 1978. Lo ripeto con la stessa forza oggi, vedendo risplendere nei vostri occhi la speranza della Chiesa e del mondo. Sì, lasciate che Cristo regni sulle vostre giovani esistenze, servitelo con amore. Servire Cristo è libertà!

261 5. Apriamo queste giornate sotto lo sguardo di Maria Santissima, che oggi contempliamo Assunta in Cielo: l'esempio della giovane Vergine di Nazareth vi aiuti a dire "sì" al Signore che bussa alla vostra porta e desidera entrare e prendere dimora in voi. Mentre in questi giorni vi offrite vicendevolmente accoglienza, sentite la sua materna vicinanza, lasciatevi disporre da Lei ad accogliere Cristo, Colui che già l'Antico Testamento presenta come "Padre per sempre, Principe della pace" (Is 9,5)!

Ed ora, carissimi giovani romani ed italiani, vi chiedo di trasferirvi idealmente con me alla Tomba dell'Apostolo Pietro, dove vado a dare il benvenuto, anche a nome vostro, a quanti sono arrivati a Roma da ogni parte del mondo per celebrare e vivere il Giubileo dei giovani.

Su di voi e su tutti invoco la benedizione del Signore!



GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2000


DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


DURANTE LA CERIMONIA DI ACCOGLIENZA


Piazza San Pietro, 15 agosto 2000



Carissimi giovani e ragazze della quindicesima Giornata Mondiale della Gioventù, carissimi Confratelli nel sacerdozio, religiose, religiosi ed educatori che li accompagnate, benvenuti a Roma! Ringrazio il Cardinale James Francis Stafford per le calorose parole che mi ha rivolto. Con lui saluto il Cardinale Camillo Ruini, gli altri Cardinali, gli Arcivescovi e Vescovi presenti. Ringrazio pure i due giovani che hanno interpretato efficacemente i sentimenti di tutti voi, cari amici qui convenuti da tante parti del mondo.

Vi accolgo con gioia, dopo aver sostato davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma, per salutare i giovani romani e italiani. Essi si uniscono a me nel darvi il benvenuto più fraterno e caloroso.

I vostri volti mi ricordano, e in qualche modo rendono presenti, le giovani generazioni che ho avuto la grazia di incontrare in questi anni di fine millennio nel corso dei miei viaggi apostolici attraverso il mondo. A ciascuno dico: la pace sia con te!

La pace sia con te, giovane che vieni dall'Africa:
d'Algérie,
de Angola,
du Bénin,
du Burkina Faso,
du Burundi,
du Cameroun,
de Cabo Verde,
du Tchad,
du Congo,
de Côte d'Ivoire,
d'Egypte,
from Eritrea,
du Gabon,
from Gambia,
from Ghana,
262 de la République de Guinée,
de Gibuti,
da Guiné Bissau,
from Kenya,
des Comores,
de l'Ile Maurice,
from Lesotho,
from Liberia,
de Libye,
de Madagascar,
from Malawi,
du Mali,
du Maroc,
de Moçambique,
from Namibia,
from Nigeria,
263 de la République Centreafricaine,
de la République Démocratique du Congo,
du Rwanda,
du Sénégal,
from the Seychelles,
from Sierra Leone,
from South Africa,
from Sudan,
from Swaziland,
from Tanzania,
du Togo,
from Uganda,
from Zambia,
from Zimbabwe.

264 La pace sia con te, giovane che vieni dall'America:
from the Antilles,
de Argentina,
from the Bahamas,
from Belize,
de Bolivia,
do Brasil,
from Canada,
de Chile,
de Colombia,
de Costa Rica,
de Cuba,
del Ecuador,
de El Salvador,
de Guatemala,
d'Haiti,
de Honduras,
de México,
de Nicaragua,
de Panama,
del Paraguay,
de Perú,
de Puerto Rico,
265 de la República Dominicana,
from Saint Lucia,
from Saint Vincent and the Grenadines,
from the United States of America,
from Suriname,
del Uruguay,
de Venezuela.

La pace sia con te, giovane che vieni dall'Asia:
from Saudi Arabia,
from Armenia,
from Bahrein,
from Bangladesh,
du Cambodge,
from South Korea,
266 from the United Arabs Emirates,
from the Philippines,
from Georgia,
from Japan,
from Jordan,
from Hong Kong,
from India,
from Indonesia,
de l'Iraq,
from Israel,
from Kazakhstan,
from Kyrgyzstan,
du Laos,
du Liban,
from Malaysia,
from Mongolia,
from Myanmar,
from Nepal,
from Oman,
from Pakistan,
from Qatar,
from Singapore,
de Syrie,
from Sri Lanka,
from Taiwan,
267 from the Palestinian Territories,
from Thailand,
de Macau,
de Timor Leste,
from Turkmenistan,
from Uzbekistan
et du Viet Nam.

La pace sia con te, giovane che vieni dall'Europa:
dall'Albania,
aus Österreich,
de Belgique,
de Biélorussie,
268 from Bosnia-Hercegovina,
from Bulgaria,
from Cyprus,
dalla Croazia,
from Denmark,
aus Deutschland,
from England,
de España,
from Estonia,
from Finland,
de France,
from Greece,
from Ireland,
dall'Italia,
from Latvia,
aus Lichtenstein,
from Lithuania,
du Luxembourg,
dalla Macedonia,
from Malta,
from Moldova,
269 from the Netherlands,
from Norway,
z Polski,
de Portugal,
de la Principauté de Monaco,
dalla Repubblica Ceca,
dalla Repubblica di San Marino,
dalla Romania,
dalla Russia,
from Scotland,
dalla Slovacchia,
dalla Slovenia,
de Suisse,
from Sweden,
from Turkey,
from Ukraine,
from Hungary,
from Yugoslavia.

270 La pace sia con te, giovane che vieni dall'Oceania:
from Australia,
from Guam,
from New Zealand,
from Papua New Guinea.

Saluto con particolare affetto il gruppo dei giovani provenienti dai Paesi nei quali l'odio, la violenza, la guerra segnano ancora di sofferenza la vita di intere popolazioni: grazie alla solidarietà di tutti voi, è stato possibile per loro essere qui questa sera. Ad essi dico, anche a nome vostro, la fraterna vicinanza della nostra assemblea; con voi, chiedo per loro e per la loro gente giorni di pace nella giustizia e nella libertà.

Il mio pensiero si rivolge, infine, ai giovani di altre Chiese e Comunità ecclesiali, che sono qui, questa sera, insieme ad alcuni dei loro Pastori: sia la Giornata Mondiale un'occasione ulteriore di reciproca conoscenza e di comune preghiera allo Spirito Santo per implorare il dono della piena unità di tutti i cristiani!

Cari amici dei cinque Continenti, sono lieto di iniziare solennemente con voi questa sera il Giubileo dei Giovani. Pellegrini sulle orme degli Apostoli, imitatene la fede.

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!
* * * * *


1. Cari amici, che avete percorso con ogni mezzo tanti e tanti chilometri per venire qui a Roma, sulle tombe degli Apostoli, lasciate che io cominci il mio incontro con voi ponendovi una domanda: che cosa siete venuti a cercare? Voi siete qui per celebrare il vostro Giubileo: il Giubileo della Chiesa giovane. Il vostro non è un viaggio qualsiasi: se vi siete messi in cammino, non è soltanto per ragioni di svago o di cultura. E allora lasciate che ripeta la domanda: che cosa siete venuti a cercare? O meglio, chi siete venuti a cercare?

271 La risposta non può essere che una sola: siete venuti a cercare Gesù Cristo! Gesù Cristo che però, per primo, viene a cercare voi. Celebrare il Giubileo, infatti, non ha altro significato che quello di celebrare ed incontrare Gesù Cristo, il Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Le parole del Prologo di San Giovanni, che sono state or ora proclamate, sono in certo senso il suo "biglietto di presentazione". Esse ci invitano a fissare lo sguardo sul suo mistero. Quelle parole sono un particolare messaggio rivolto a voi, carissimi giovani: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio" (
Jn 1,1-2).

Additandoci il Verbo consostanziale al Padre, il Verbo eterno generato come Dio da Dio e luce da luce, l'Evangelista ci porta nel cuore della vita divina, ma anche alla sorgente del mondo: questo Verbo sta, infatti, all'inizio di tutta la creazione: "Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste" (Jn 1,3). Tutto il mondo creato, prima di diventare realtà, fu pensato da Dio e da Lui voluto con un eterno disegno di amore. Se, dunque, osserviamo il mondo in profondità, lasciandoci stupire dalla sapienza e dalla bellezza che Dio vi ha profuso, possiamo già in esso cogliere un riflesso di quel Verbo che la rivelazione biblica ci svela in pienezza nel volto di Gesù di Nazareth. In certo modo, la creazione è una prima "rivelazione" di Lui.

2. L'annuncio del Prologo continua così: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta" (Jn 1,4-5). Per l'Evangelista la vita è la luce, e la morte - l'opposto della vita - costituisce le tenebre. Per mezzo del Verbo è sorta ogni vita sulla terra e nel Verbo essa trova il suo definitivo compimento.

Identificando la vita con la luce, Giovanni ha in mente anche quella particolare vita che non consiste semplicemente nelle funzioni biologiche dell'organismo umano, ma viene attinta dalla partecipazione alla vita stessa di Cristo. L'Evangelista dice: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Jn 1,9). Tale illuminazione fu concessa all'umanità nella notte di Betlemme, quando il Verbo eterno del Padre assunse un corpo da Maria Vergine, si fece Uomo e nacque in questo mondo. Da allora ogni uomo, che mediante la fede partecipa al mistero di quell'evento, sperimenta in qualche misura tale illuminazione.

Cristo stesso, presentandosi come luce del mondo, dirà un giorno: "Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce" (Jn 12,36). E' un'esortazione che i discepoli di Cristo si trasmettono di generazione in generazione, cercando di applicarla nella vita di ogni giorno. In riferimento a questa esortazione San Paolo scriverà: "Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità" (Ep 5,8-9).

3. Il cuore del Prologo di Giovanni è l'annuncio che "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (1, 14). Poco prima l'Evangelista aveva dichiarato: "Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio" (1, 10-12). Carissimi, siete voi tra quelli che hanno accolto Cristo? La vostra presenza qui è già una risposta. Siete venuti a Roma, in questo Giubileo dei duemila anni dalla nascita di Cristo, per accogliere dentro di voi la potenza di vita che è in Lui. Siete venuti per riscoprire la verità sulla creazione e per essere nuovamente stupiti della bellezza e della ricchezza del mondo creato. Siete venuti per rinnovare dentro di voi la consapevolezza della dignità dell'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio.

"E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità" (Jn 1,14). Un filosofo contemporaneo ha sottolineato la rilevanza della morte nella vita umana, fino a qualificare l'uomo come "un essere per la morte". Il Vangelo al contrario mette in evidenza che l'uomo è un essere per la vita. L'uomo è chiamato da Dio a partecipare alla vita divina. L'uomo è un essere chiamato alla gloria.

Questi giorni, che passerete insieme a Roma nell'ambito della Giornata Mondiale dei Giovani, dovranno aiutare ciascuno di voi a vedere più chiaramente la gloria che è propria del Figlio di Dio e alla quale siamo stati chiamati in Lui dal Padre. Per questo occorre che cresca e si consolidi la vostra fede in Cristo.

4. Questa fede io desidero testimoniare davanti a voi, giovani amici, sulla tomba dell'Apostolo Pietro, a cui il Signore ha voluto che succedessi come Vescovo di Roma. Oggi io, per primo, desidero dirvi che credo fermamente in Cristo Gesù nostro Signore. Sì, io credo, e faccio mie le parole dell'apostolo Paolo: "Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Ga 2,20).

Ricordo come fin da bambino, nella mia famiglia, imparai a pregare e a fidarmi di Dio. Ricordo l'ambiente della parrocchia a Wadowice e di quella di San Stanislao Kostka a Debniki in Cracovia, nelle quale ricevetti la formazione fondamentale alla vita cristiana. Non posso poi dimenticare l'esperienza della guerra e gli anni di lavoro in fabbrica. La definitiva maturazione della mia vocazione sacerdotale avvenne nel periodo della seconda guerra mondiale, durante l'occupazione della Polonia. La tragedia della guerra diede al processo di maturazione della mia scelta di vita una colorazione particolare. In quel contesto si manifestava in me sempre più chiara una luce: il Signore vuole che io diventi sacerdote! Ricordo con commozione quel momento della mia vita quando, nella mattina del primo novembre del 1946, ricevetti l'ordinazione sacerdotale.

272 Il mio Credo continua nel mio presente servizio alla Chiesa. Quando, il 16 ottobre del 1978, dopo l'elezione alla Sede di Pietro, mi fu rivolta la domanda: "Accetti?", risposi: "Obbedendo nella fede a Cristo, mio Signore, confidando nella Madre di Cristo e della Chiesa, nonostante le grandi difficoltà, io accetto" (Redemptor hominis RH 2). Da allora cerco di svolgere il mio compito attingendo ogni giorno luce e forza dalla fede che mi lega a Cristo.

Ma la mia fede, come quella di Pietro e come quella di ognuno di voi, non è soltanto opera mia, adesione mia alla verità di Cristo e della Chiesa. Essa è essenzialmente e anzitutto opera dello Spirito Santo, dono della sua grazia. Il Signore dona a me, come dona a voi, il suo Spirito per farci dire "Credo", servendosi poi di noi per testimoniarlo in ogni angolo della terra.

5. Carissimi amici, perché all'inizio del vostro Giubileo ho voluto offrirvi questa testimonianza personale? L'ho fatto per chiarire che il cammino della fede passa attraverso tutto ciò che viviamo. Dio opera nelle vicende concrete e personali di ciascuno di noi: attraverso di esse, talvolta in modi veramente misteriosi, si presenta a noi il Verbo "fatto carne", venuto ad abitare in mezzo a noi.

Cari giovani e ragazze, non permettete che il tempo che il Signore vi dona trascorra come se tutto fosse un caso. San Giovanni ci ha detto che ogni cosa è stata fatta in Cristo. Credete dunque fortemente in Lui. Egli conduce la storia dei singoli come quella dell'umanità. Certamente Cristo rispetta la nostra libertà, ma in tutte le vicende gioiose o amare della vita non cessa di chiederci di credere in Lui, nella sua Parola, nella realtà della Chiesa, nella vita eterna!

Non pensate mai, perciò, di essere ai suoi occhi degli sconosciuti, come numeri di una folla anonima. Ognuno di voi è prezioso per Cristo, è conosciuto personalmente, è amato teneramente, anche quando non se ne rende conto.

6. Cari amici, proiettati con tutto l'ardore della vostra giovinezza verso il terzo millennio, vivete intensamente l'opportunità che vi offre la Giornata Mondiale della Gioventù in questa Chiesa di Roma, che oggi più che mai è la vostra Chiesa. Lasciatevi plasmare dallo Spirito Santo. Fate esperienza di preghiera, lasciando che lo Spirito parli al vostro cuore. Pregare significa concedere un po' del proprio tempo a Cristo, affidarsi a Lui, rimanere in silenzioso ascolto della sua Parola, farla risuonare nel cuore.

In questi giorni, quasi fossero una grande settimana di esercizi spirituali, ritagliatevi momenti di silenzio, di preghiera, di raccoglimento. Chiedete allo Spirito Santo di illuminare le vostre menti, chiedetegli il dono di una fede viva, che dia per sempre un senso alla vostra vita, incardinandola in Gesù, il Verbo fatto carne.

Maria Santissima, che ha generato Cristo per opera dello Spirito Santo, Maria Salus Populi Romani e Madre di tutti i popoli, i Santi Pietro e Paolo e tutti gli altri Santi e Martiri di questa Chiesa e delle vostre Chiese, sostengano il vostro cammino.


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