GPII Discorsi 2000 603

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Carissimi Fratelli e Sorelle

1. Con gioia vi accolgo questa mattina, all'indomani della solenne Beatificazione di un folto gruppo di testimoni della fede. Voi provenite da diversi Paesi, specialmente dal Brasile, dalla Bielorussia, dalle Filippine, dalla Tailandia, dal Vietnam. A tutti il mio più cordiale saluto.

I nuovi Beati - sacerdoti, suore, laici e laiche - sono tutti martiri. Mi è caro sottolineare la particolare eloquenza di questo fatto: la prima beatificazione dell'Anno Santo 2000 è posta sotto il segno del martirio, cioè del dono totale di sé per Cristo e per il Vangelo. Questi martiri hanno fatto della loro vita una risposta generosa al dono di Dio, e sono per tutti noi eloquenti modelli di testimonianza cristiana.

2. Je salue très cordialement Monsieur le Cardinal Paul Joseph Pham Ðinh Tung, Archevêque de Hà Nôi, les Évêques et les pèlerins vietnamiens ainsi que leurs amis, venus pour la béatification d'André de Phu Yên. Dans ce jeune garçon, le père Alexandre de Rhodes avait discerné une grande intelligence et une intense vie spirituelle. Pour aider les prêtres à annoncer l'Évangile, il l'accueillit parmi ses plus proches collaborateurs, puis dans l'association des catéchistes Maison Dieu. Dès lors, saisi par le Christ, André s'engagea publiquement à consacrer sa vie au service de l'Église, acceptant généreusement de partager jusqu'au bout le sacrifice du Seigneur crucifié, assuré de le suivre dans sa résurrection.

Depuis plus de trois cent cinquante ans, les catholiques du Viêt-Nam n'ont jamais oublié ce témoin de l'Évangile, proto-martyr de leur pays. Ils ont trouvé en lui un modèle de foi sereine et d'amour généreux pour le Christ et pour son Église. Qu'ils découvrent encore aujourd'hui dans son exemple la force de demeurer fidèles à leur vocation chrétienne, dans la loyauté à l'égard de l'Église et de leur pays ! Bienheureux André, dont le zèle ardent a permis à l'Évangile d'être proclamé, de s'enraciner et de se développer, donne à tous les catéchistes l'audace d'être de véritables témoins de la foi, par une vie toute donnée au Christ et à leurs frères!

3. I extend warm greetings to Cardinal Michael Michai Kitbunchu and the Bishops from Thailand, as well as to the priests, religious and faithful who have come to Rome for the Beatification of Father Nicolas Bunkerd Kitbamrung. The Church in Thailand rejoices that one of its sons has been raised to the altars. Blessed Nicolas was completely dedicated to his priestly ministry, which he showed in his love of others, his commitment to teaching the faith, and his courageous witness in time of trial. I pray that through the intercession of Father Nicolas the Catholic community in your country will always be blessed with priests imbued with that same spirit.

I cordially welcome Cardinal Ricardo Vidal and the Bishops from the Philippines, as well as the many pilgrims who are accompanying you. For a long time the people of the Philippines, especially those of his native Visayas region, have been looking forward to the Beatification of Pedro Calungsod. At a young age, Blessed Pedro heard the call of Christ and never wavered in his desire to do God's will, even at the cost of his life. Let us pray that many young people will follow Blessed Pedro's example, and give themselves to the Lord in the many forms of lay apostolate or in the priesthood and religious life.

Upon you and your families, I invoke the joy and peace of the Risen Saviour!

4. É com viva satisfação que saúdo agora o Senhor Cardeal Eugênio de Araújo Sales e os numerosos Bispos presentes com os peregrinos brasileiros que vieram a Roma para participar da solene beatificação dos mártires de Natal: o jesuíta André de Soveral, o padre diocesano Ambrósio Francisco Ferro e suas comunidades de 28 leigos que, nos primórdios da história do Brasil, deram a própria vida por se manterem fiéis à própria fé.

Esses mártires que ontem foram beatificados saíram das Comunidade de Cunhaú e Uruaçu no Rio Grande do Norte. Foi lá que germinou a semente do martírio para se transformar na grande collheita de frutos sazonados pela diuturna ação evangelizadora e santificadora da Igreja no Brasil ao longo destes cinco séculos de história. Seu sangue regou o solo pátrio, tornando-o fértil para a geração de novos cristãos. Eles são as primícias do trabalho missionário, e foram chamados Protomártires do Brasil do Evangelho naquelas paragens, que receberam o nome de Terra da Santa Cruz.

Vamos pedir a Deus que o exemplo de fidelidade destes primeiros cristãos, especialmente daquelas famílias de mártires - muitas delas com crianças de tenra idade -, e da grande massa de anônimos não identificados, possa levar-nos a renovar nosso compromisso de uma evangelização fecunda e audaz em todos os níveis da sociedade. E que Nossa Senhora Aparecida, Mãe de Deus e Mãe nossa, caminhe ao nosso lado por todas as estradas da vida.

5. Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów z Polski i z Bialorusi.

Szczególne pozdrowienie kieruje do sióstr ze Zgromadzenia Najswietszej Rodziny z Nazaretu, które przybyly tu, aby dziekowac Bogu za dar beatyfi­kacji jedenastu wspólsióstr - meczenniczek z Nowogródka.

Kiedy wspominamy te bohaterskie Nazaretanki, przy­chodza na mysl slowa Pana Jezusa: "Nikt nie ma wiekszej milosci od tej, gdy ktos zycie swoje oddaje za przyjaciól swoich" (J 15, 13). Prawde tych slów doskonale potwierdzily pelnym oddania zyciem i meczenska smiercia. Przed wybuchem wojny i w czasie okupacji gorliwie sluzyly mieszkancom Nowogródka, czynnie wlaczajac sie w duszpasterstwo, szkolnictwo i pelniac róznorakie dziela milosierdzia. Ich milosc do tych, wsród których pelnily swoja misje, nabrala szczególnego wyrazu w obliczu okrucienstwa hitlerowskiego najezdzcy. Zgodnie i jednomyslnie ofiarowaly Bogu swoje zycie, proszac, aby w zamian zostalo zachowane zycie ojców i matek rodzin oraz kaplana - miejscowego duszpasterza. Pan wejrzal laskawie na ich ofiare i, jak wierzymy, obficie wynagrodzil ja w swojej chwale.

Dzis, wspólnie z calym Zgromadzeniem Nazaretanek wielbimy Boga za te laske, dzieki której dobra gleba zakonnego charyzmatu i ludzkiej gorliwosci mogla wydac tak wspaniale owoce meczenstwa. Niech krew tych blogoslawionych Sióstr stanie sie posiewem nowych powolan zakonnych i umocnieniem na drogach swietosci.

Wszystkim pielgrzymom tu obecnym z serca blogoslawie. Niech bedzie pochwalony Jezus Chrystus!

6. Carissimi Fratelli e Sorelle, rendiamo grazie a Dio per il dono di questi luminosi testimoni del Vangelo! Lodiamolo con la vita, e cerchiamo di imitare, con la sua grazia, gli esempi di questi martiri.

Ci assista la Vergine Maria, Regina dei Santi e Aiuto dei cristiani. Tornando nei vostri Paesi e nelle vostre case, portate con voi il ricordo di queste solenni celebrazioni, che vi hanno fatto­ sentire la gioia di appartenere alla Chiesa una e santa, e portate anche ai vostri cari la benedizione che il Papa con affetto vi imparte.


INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DELLA DIOCESI DI ROMA

Giovedì, 9 Marzo 2000

0903

"Convertiti e credi al Vangelo".

1.L'invito del Signore, che è risuonato ieri durante il rito dell'imposizione delle Ceneri, ha dato inizio al tempo quaresimale e scandisce il cammino del popolo di Dio verso la Pasqua.

La conversione e la fede in Cristo unico Salvatore stanno al centro del pellegrinaggio giubilare che oggi, carissimi sacerdoti del presbiterio di Roma, avete compiuto nella Basilica di San Pietro.

Saluto con affetto il Cardinale Vicario, Mons. Vicegerente, i Vescovi Ausiliari e ciascuno di voi. Sono lieto di incontrarvi come ogni anno all'inizio della Quaresima, per un momento di profonda comunione del Vescovo di Roma con il suo presbiterio.

Il Giubileo caratterizza quest'anno il nostro incontro e lo rende ancora più ricco di motivazioni spirituali ed ecclesiali. Il passaggio della Porta Santa, la professione di fede e soprattutto il Sacramento della riconciliazione che avete celebrato testimoniano a tutti che il presbitero, ministro del perdono di Dio, ha bisogno di ricevere lui stesso questo perdono e in spirito di fede, di umiltà e di profonda fiducia. Dispensatore dei divini misteri, egli per primo deve apparire, davanti ai suoi fedeli, come un "salvato" che riceve continuamente da Dio e dalla Chiesa la grazia di vivere unito a Cristo, fonte di efficacia per il suo ministero.

Nel sacramento della Penitenza si rinnova quella "vita nello Spirito" e quel radicalismo evangelico che devono contrassegnare la vita e il ministero del sacerdote. Esso è anche di grande aiuto per superare l'accondiscendenza a quelle forme di auto-giustificazione, proprie della mentalità e della cultura del nostro tempo, che fanno perdere il senso del peccato e impediscono di sperimentare la gioia consolante del perdono di Dio.

2. Per la vita spirituale e l’azione apostolica del sacerdote è molto importante anche il rapporto di comunione e di fraternità con il Vescovo e con gli altri presbiteri. Per la crescita di tale rapporto è necessario che ciascuno di voi si impegni generosamente; occorre che l’incalzare dell’attività pastorale non vi impedisca di coltivare quella profonda unità con i vostri confratelli che si nutre della preghiera comune, dell'incontro e del dialogo, della ricerca di una sincera amicizia.

La partecipazione alle iniziative della formazione permanente l'aiuto spirituale e pastorale a confratelli che si trovano in particolari necessità, l'assistenza ai presbiteri malati o anziani, la disponibilità al dialogo e all'incontro anche con coloro che hanno lasciato il sacerdozio, manifestano la volontà di percorrere con frutto e impegno le vie della comunione e della riconciliazione. Un presbiterio unito e concorde, capace di lavorare insieme, è una forte testimonianza per i fedeli e moltiplica l'efficacia del ministero.

3.La riconciliazione con il Signore e la comunione reciproca aprono nuove possibilità di incontri con coloro che attendono da noi, pastori della Chiesa, segni di attenzione e di particolare cura pastorale.

Soggetto primario della vostra sollecitudine non possono non essere le famiglie, alle quali durante la missione cittadina è giunto l'annuncio di Cristo unico Salvatore e che anche quest'anno si aspettano un'ulteriore visita per continuare questa esperienza così positiva e feconda.

Ogni parrocchia, pertanto, è chiamata a rinnovare con grande impegno, attraverso l'opera preziosa dei missionari, l'incontro quaresimale con tutte le famiglie, per far risuonare nel cuore della gente l'annuncio forte del Giubileo: 'Dio ti ama e ha mandato Gesù Cristo suo Figlio per salvarti".

La visita rafforza il senso di appartenenza alla comunità di tante persone che spesso vivono ai suoi margini, ma che non rifiutano, anzi attendono occasioni e segni concreti di ascolto e di dialogo che li aiutino a superare la solitudine e l'anonimato e a ricostruire un tessuto di rapporti umani e spirituali, sulla base di una fede mai del tutto rifiutata o dimenticata.

Noi sacerdoti, quali primi missionari del Vangelo e sull'esempio di Gesù buon Pastore che va alla ricerca della pecora perduta, dobbiamo dedicarci con speciale carità pastorale alle famiglie in difficoltà, a quelle che vivono lontane dalla Chiesa e hanno gravi problemi di fede o di morale, a quelle in cui si trovano malati e anziani sofferenti, a quelle che sperimentano drammi particolarmente dolorosi per situazioni di divisione tra coniugi o con i figli. L'Anno Santo, anno del grande perdono e della misericordia di Dio, offra a tutti la possibilità di essere ascoltati, accolti e incoraggiati a ritrovare vie di riconciliazione con il Signore e con i fratelli, anche là dove tutto sembra perduto o irreversibile. Ciò che appare impossibile all'uomo non è impossibile a Dio, quando ci si apre con umiltà e disponibilità alla grazia del suo perdono.

4. Sarà poi vostra cura far sì che l'annuncio della misericordia di Dio e la viva esperienza del suo perdono raggiungano, attraverso il fattivo impegno dei cristiani laici, ogni ambiente di vita e di lavoro per riaffermare la forza dell'amore di Cristo che fa vincere le divisioni e le incomprensioni e ricrea rapporti più fraterni e solidali. Nessun ambiente o situazione di vita è estraneo al Vangelo e all'impegno di un’attiva presenza evangelizzante del sacerdote e di ogni battezzato.

Un altro soggetto di speciale attenzione pastorale sono i giovani, sui quali si posa amorevole lo sguardo di Cristo, anche quando si allontanano dalla comunità cristiana che li ha educati alla fede e ai sacramenti. Quanti adolescenti e giovani della nostra città non sanno di essere amati e cercati dal Signore, perché nessuno glielo annuncia e nessuno li incontra con sincera amicizia e fraternità, là dove si trovano: negli ambienti di studio o di lavoro, di sport e tempo libero, sulle strade del quartiere!

E' un compito questo che riguarda in primo luogo i giovani credenti, chiamati ad essere missionari presso i loro coetanei ed a riscoprire, nelle comunità e nei gruppi, che la gioia della fede in Cristo va comunicata e offerta a tutti senza timore e con coraggio apostolico.

Non possiamo dimenticare però che il sacerdote è per vocazione evangelizzatore e padre spirituale dei giovani che il Signore gli affida. Essi hanno bisogno di trovare nel sacerdote un amico disponibile e sincero, ma anche un testimone che vive con gioia e coerenza spirituale e morale la propria chiamata. Allora saranno aiutati a scoprire e ad accogliere a loro volta la vocazione che dà significato e valore a tutta la loro vita.

La preparazione e la celebrazione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù è una occasione davvero provvidenziale per rinnovare la pastorale giovanile e imprimere nelle parrocchie, nei movimenti e gruppi un rinnovato impulso vocazionale e missionario.

5. Celebrare il Giubileo significa aprire il cuore ai fratelli e sorelle più poveri, riconoscendo in loro la presenza di Cristo sofferente che chiede di essere accolto con amore operoso.

Nella lettera che ho inviato a tutta la comunità diocesana e cittadina, ho sottolineato come la Chiesa di Roma "ha scritto lungo i secoli pagine luminose di accoglienza specialmente in occasione dei Giubilei, con segni concreti e permanenti di amore per il prossimo".

La "carità romana", che si è concretizzata nell'ospitare i pellegrini poveri e bisognosi, stimola anche oggi la comunità diocesana, le famiglie e ogni realtà ecclesiale a rendersi disponibili per l'accoglienza soprattutto durante i grandi eventi, come sono il Giubileo dei giovani e delle famiglie, che vedranno una numerosa partecipazione di pellegrini da tutto il mondo.

Non potrà mancare inoltre la sollecitudine di tutta la comunità diocesana verso i poveri che abitano numerosi nella nostra città. La sensibilità e l’attenzione per i fratelli più bisognosi si faranno certamente operose se le comunità cristiane sapranno accogliere dall’Eucaristia, pane di vita nuova per il mondo, quella particolare forza di amore che è capace di cambiare anche la Società, rendendola più giusta, pacifica e solidale.

Il segno della carità che sarà inaugurato nel corso del Congresso Eucaristico Internazionale, rappresenta l'impegno della comunità diocesana di testimoniare nel servizio concreto dei poveri l'incontro con il Signore, nel sacramento del suo corpo donato e del suo sangue versato.

6."Convertiti e credi al Vangelo"

L'invito della Liturgia delle Ceneri sorregga e accompagni il nostro cammino quaresimale alla sequela di Cristo, Porta della salvezza e nostra Pace, per rendere fecondo di grazia il ministero della riconciliazione che in questo tempo favorevole e durante tutto l'Anno Santo siamo chiamati ad esercitare con speciale dedizione.

Maria Santissima, Madre di misericordia, che ci precede sulla via della fede e della carità, guidi il pellegrinaggio giubilare della Chiesa di Roma, dei suoi sacerdoti e fedeli, affinché il dono della riconciliazione del Signore sia accolto con cuore umile, fiducioso e sincero.

Con questo auspicio imparto a tutti con affetto la mia Benedizione.


IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE GIUBILARE DEL ROTARY INTERNATIONAL,

DELLA DIOCESI DI PITIGLIANO-SOVANA-ORBETELLO, DEL COLLEGIO ARCIVESCOVILE PIO XI,

DI VARIE PARROCCHIE DI RIETI, BOLOGNA E URBANIA

Sabato, 11 marzo 2000

1103
Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Sono lieto di ricevere tutti voi, venuti per compiere il vostro Giubileo all'inizio di questo tempo quaresimale. Rivolgo anzitutto un cordiale saluto a voi, che fate parte del Rotary International. Avete varcato la Porta Santa della Basilica Vaticana ed avete partecipato all'Eucaristia giubilare presieduta dal Signor Cardinale Paul Poupard, che è qui con noi e che saluto con affetto. Benvenuti, carissimi Fratelli e Sorelle! A ciascuno di voi il mio abbraccio di pace.

La celebrazione del Giubileo costituisce per voi una circostanza propizia per meditare sull'importanza e sul valore di essere cristiani all'alba del terzo millennio. Sarebbe certamente interessante domandarsi che cosa Paul Percy Harris, il vostro fondatore, farebbe oggi e come imposterebbe l'Associazione da lui avviata quasi cento anni or sono. Agli albori del novecento, egli si rese conto della solitudine che provava l'uomo nelle grandi città e cercò di rimediarvi sviluppando mediante il Rotary una rete sempre più ampia di relazioni amichevoli fra le persone sulla base della comprensione, dell'intesa e della pace fra i popoli.

Questo servizio voi, cari Rotariani, avete cercato di rendere in modo sempre più sollecito e attento in questi quasi cento anni di esistenza. Il momento che stiamo ora vivendo è carico di potenzialità e di sfide. Mentre varchiamo la soglia del terzo millennio dell'era cristiana, la Chiesa ripropone a tutti il messaggio antico e sempre nuovo del Vangelo. Anche voi, Rotariani che volete essere di Cristo generosi araldi e intrepidi testimoni, impegnatevi a dare speranza all'uomo di oggi, a sconfiggere la solitudine, l'indifferenza, l'egoismo ed il male.

2. Saluto ora voi, cari fedeli partecipanti al pellegrinaggio della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, ed in modo speciale il vostro Pastore, Monsignor Mario Meini, che vi ha guidati in questo itinerario di fede. Attraverso di lui, intendo far giungere il mio incoraggiamento e la mia benedizione ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose ed ai fedeli della Diocesi.

Voi arrivate dalla terra che ha dato i natali al mio venerato predecessore, il Papa san Gregorio VII. Il suo esempio ed i suoi insegnamenti vi spronino ad amare con rinnovata intensità Cristo e la sua Chiesa. Egli visse in un periodo storico in cui il popolo cristiano era scosso da gravi difficoltà interne e da una perniciosa invadenza dello spirito del mondo. Di fronte alla mentalità del tempo, si adoperò sino all'ultimo, anche durante il triste esilio, affinché "la santa Chiesa, sposa di Dio, signora e madre nostra, tornasse ad essere, come per molti secoli fu, adorna del primitivo splendore, e sempre libera, casta e cattolica" (PL 148, 709). Predicò e testimoniò che la santità è vocazione di ogni membro della Comunità ecclesiale.

Indubbiamente i tempi sono cambiati. Rimane, però, sempre attuale l'invito per tutti i credenti a compiere di buon grado la volontà di Dio ed a rimanere saldi nella coerente testimonianza di fede. Questo è il messaggio che ci viene dall'Anno Giubilare e che sentiamo ancor più pressante nel varcare la Porta Santa che è Cristo.

Carissimi Fratelli e Sorelle, l'Anno Santo, oltre ad una grazia speciale, offre motivi forti per riconvertire la mentalità e la vita ad una più organica adesione a Cristo e ad un più intenso amore per la Chiesa. Tornando alle vostre case, proseguite nel vostro impegno di testimonianza cristiana. Sentitevi membra attive nell'edificazione della Comunità cristiana, "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (
1P 3,15). Abbiate sempre fiducia: Cristo ha vinto il mondo! (cfr Jn 16,33).

3. Rivolgo, poi, il mio pensiero cordiale ai responsabili e ai membri del Collegio Arcivescovile Pio XI, di Desio. Carissimi, avete desiderato compiere il vostro pellegrinaggio giubilare all'inizio del tempo forte della Quaresima, in cui la chiamata di Cristo alla conversione si fa più insistente.

Il pellegrinaggio giubilare sia per voi occasione propizia per vivere in profondità questo anno di grandi ricchezze spirituali. La Porta Santa, attraverso la quale siete passati, sta a significare l'inesausta benevolenza di Dio nei confronti di chi vuole convertirsi a Lui e percorrere la via della santità. Attraverso questa Porta, mediante il ministero della Chiesa, i credenti sono introdotti ad attingere più abbondantemente agli inesauribili tesori della grazia divina.

Ecco il dono e la consegna anche per voi: Cristo, Via, Verità e Vita, vi rinnova perché siate nel mondo suoi amici e suoi testimoni. Sappiate essere fedeli a lui, facendovi dispensatori di speranza, di gioia e di amore tra i vostri fratelli.

4. Questi stessi sentimenti siano anche nei vostri cuori, cari fedeli delle parrocchie di Rieti, di Bologna e di Urbania. Vi saluto tutti con affetto e, nel rivolgere a voi il mio pensiero, desidero che rechiate anche ai vostri familiari, amici e fratelli nella fede i sentimenti di benevolenza del Papa. Nel tornare alle vostre dimore, sappiate manifestare a quanti incontrerete l'entusiasmo di una fede rinnovata e l'impegno di una fattiva carità. Maria, Madre di Colui che ha dato inizio al tempo nuovo della salvezza e che invochiamo con fiducia, vi accompagni e vi conservi sempre sotto il manto della sua protezione.

Con tali sentimenti, vi imparto di cuore una speciale Benedizione, che volentieri estendo alle vostre famiglie ed alle vostre rispettive Comunità.


AI MEMBRI DELL'ARCIDIOCESI DI PHILADELPHIA

Sabato, 11 Marzo 2000



Caro Cardinale Bevilacqua,
Cari Fratelli e care Sorelle in Cristo,

sono lieto di darvi il benvenuto a Roma in occasione del Pellegrinaggio dell'Anno giubilare dell'Arcidiocesi di Philadelphia. La vostra visita nella Città Eterna, come tutti i pellegrinaggi, si svolge con spirito di preghiera e con l'anelito a un rinnovamento interiore. Qui, a Roma, venererete le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo e pregherete nelle catacombe e nei monumenti che i cristiani di ogni epoca hanno eretto a memoria dei martiri e dei santi. Prego affinché questo pellegrinaggio contribuisca a rafforzare la vostra fede nel Signore Gesù Cristo e accresca il vostro amore per il suo Corpo, la Chiesa.

Parte importante della vostra visita giubilare sarà il varcare la Porta Santa, simboleggiando in tal modo la conversione che deve caratterizzare la vita di ogni cristiano. Che questo passaggio confermi il vostro impegno ad allontanarvi dal peccato e ad accettare il dono di una vita nuova che il Signore offre sempre attraverso il ministero della Chiesa. Questa è la meta dell'anno giubilare: accrescere nel cuore di tutti i battezzati "un autentico anelito alla santità, un profondo desiderio di conversione e di rinnovamento personale in un contesto di preghiera sempre più intensa e di solidarietà con il prossimo, in particolare con i più bisognosi" (cfr Tertio Millennio adveniente, n. 32).

Vi affido ai santi Pietro e Paolo, santi patroni dell'Arcidiocesi di Philadelphia, a san John Neumann e alla Beata Katharine Drexel, che avrò presto l'onore di canonizzare. Su di voi e sulle vostre famiglie invoco di cuore la grazia e la pace di nostro Signore Gesù Cristo.


AI CARDINALI, AGLI ARCIVESCOVI, AI VESCOVI E AI PRELATI CHE HANNO PARTECIPATO AGLI ESERCIZI SPIRITUALI

Sabato, 18 marzo 2000

1803

A conclusione degli Esercizi Spirituali, ringrazio il Signore che mi ha offerto la gioia di condividere con voi, cari e venerati fratelli della Curia Romana, questi giorni di grazia e di preghiera. Sono stati giorni di intenso e prolungato ascolto dello Spirito che ha parlato ai nostri cuori nel silenzio e nell'attenta meditazione della Parola di Dio. Sono stati giorni di forte esperienza comunitaria, che ci hanno dato modo di sentirci, come gli Apostoli nel cenacolo, "tutti assidui e concordi nella preghiera... insieme con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (
Ac 1,14).

Ringrazio anche a nome di ciascuno di voi il carissimo Mons. François Xavier Nguyên Van Thuân, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il quale, con semplicità ed ispirato afflato spirituale, ci ha guidati nell'approfondimento della nostra vocazione di testimoni della speranza evangelica all'inizio del terzo millennio. Testimone egli stesso della Croce nei lunghi anni di carcerazione in Viêt Nam, ci ha raccontato frequentemente fatti ed episodi della sua sofferta prigionia, rafforzandoci così nella consolante certezza che quando tutto crolla attorno a noi e forse anche dentro di noi, Cristo resta l'indefettibile nostro sostegno. Siamo grati all'Arcivescovo Van Thuân - in prigione era solamente il Signor Van Thuân - della sua testimonianza, che risulta quanto mai significativa in questo Anno Giubilare.

Cristo crocifisso e risorto è l'unica vera nostra speranza. Forti del suo aiuto, anche i suoi discepoli diventano uomini e donne di speranza. Non di speranze a breve termine e fugaci che lasciano poi stanco e deluso il cuore umano, ma della vera speranza, dono di Dio che, sostenuta dall'alto, tende a conseguire il sommo Bene ed è certa di raggiungerlo. Di questa speranza ha urgente necessità anche il mondo di oggi. Il Grande Giubileo, che stiamo celebrando, ci conduce passo dopo passo ad approfondire le ragioni di questa speranza cristiana, che domandano e favoriscono una crescente fiducia in Dio ed una sempre più generosa apertura ai fratelli.

Maria, Madre della speranza, che ieri sera il predicatore ci ha invitato a contemplare come modello della Chiesa, ci ottenga la gioia della speranza perché anche per noi nei momenti della prova, come avvenne per i viandanti di Emmaus, la presenza di Cristo cambi la nostra tristezza in gioia. "Tristitia vestra vertetur in gaudium".

Con tali sentimenti, vi benedico di cuore chiedendo a tutti voi di continuare ad accompagnarmi con la preghiera soprattutto nel pellegrinaggio in Terra Santa che, a Dio piacendo, avrò la gioia di compiere la prossima settimana.




A VARI PELLEGRINAGGI GIUBILARI CONVENUTI IN PIAZZA SAN PIETRO

Sabato, 18 Marzo 2000



Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Saluto cordialmente ciascuno di voi, venuti a Roma da varie parti d'Italia e del mondo per celebrare l'Anno Santo.

Alla Diocesi di Vicenza

Sono presenti nella Piazza numerosi pellegrini della Diocesi di Vicenza, qui guidati dal Vescovo, il caro Monsignor Pietro Nonis. A voi rivolgo il mio affettuoso saluto, che estendo a tutti i fedeli della Chiesa vicentina, tanto viva ed operosa, come attestano i suoi numerosi Santi. Proprio nei Santi ci è proposto un modello straordinariamente eloquente di quella fedeltà al Vangelo nel quotidiano che costituisce l'obiettivo primario del Grande Giubileo. Sentitevi spronati ad emulare gli esempi di questi testimoni della fede, di cui la vostra Chiesa va giustamente fiera.

Conosco i problemi con cui vi dovete misurare: la sensibile diminuzione di vocazioni sacerdotali e religiose; la crescente fragilità di molti legami matrimoniali; la secolarizzazione che insidia la dimensione religiosa dell'esistenza; la diminuita frequenza alla Messa domenicale, in cui le famiglie e le comunità si stringono intorno all'Eucaristia. Si tratta di sfide che la vostra Comunità ha accolto e che intende affrontare contando sull'aiuto divino e sulla collaborazione di tutti i suoi membri. Vi incoraggio, carissimi, in questo impegno e vi assicuro il costante sostegno della mia preghiera. Siate saldi e fedeli a Cristo e al suo Vangelo; siate generosi ed aperti verso i fratelli.

Alla Diocesi di Sorrento Castellammare di Stabia

2. Un cordiale benvenuto porgo, poi, al caro Mons. Felice Cece ed ai pellegrini della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia che, nel contesto della celebrazione giubilare, hanno desiderato di incontrare il Successore di Pietro. Carissimi, il provvidenziale periodo dell'Anno Santo ed il tempo quaresimale che stiamo vivendo invitano ciascuno a rendersi strumento docile della grazia del Signore. Egli solo reca salvezza e pieno rinnovamento agli umili di spirito ed a quanti sono aperti alla verità. Dio compie il primo passo nei confronti dell'uomo; a questi, però, è richiesto di accoglierlo mediante un perseverante impegno di conversione.

Sappiate, carissimi, essere docili agli inviti del Signore. Rinnovate la vostra adesione a Cristo, Via, Verità e Vita. Durante questo pellegrinaggio giubilare avete avuto modo di incontrarlo più in profondità. Lasciate che la sua parola vi illumini, il suo amore vi trasformi ed a quanti incontrerete al vostro ritorno recate la sua gioia e la sua pace.

Al Centro Italiano Femminile

3. Rivolgo ora la mia parola a voi, carissime aderenti al Centro Italiano Femminile! La tappa odierna che vi ha qui condotto è uno dei momenti centrali del Giubileo nazionale che la vostra associazione sta celebrando in questi giorni. Benvenute!

Il tema che avete scelto per il vostro incontro - "Ripartire dal Giubileo del Duemila. Donne alla riscoperta della fede" - ben si inserisce negli obiettivi dell'Anno Santo. Infatti, il vostro impegno sociale e politico attinge le sue motivazioni dall'interiore cammino di fede, che vi mette in grado di guardare alla realtà con gli occhi penetranti della sapienza evangelica. Sappiate vivere la vostra vocazione con coraggio simile a quello di Maria di Nazareth, Donna nuova e testimone feconda della bontà di Dio.

Vi conforti l'esempio e l'intercessione di tante donne sante, che hanno contribuito in maniera determinante alla vita della Chiesa e all'edificazione della civiltà dell'amore lungo la storia umana.

Al Forum delle organizzazioni cristiane per l'animazione pastorale dei circensi e dei lunaparkisti

4. Desidero, poi, manifestare sentimenti di benevolenza e di affetto ai partecipanti al Forum delle organizzazioni cristiane per l'animazione pastorale dei circensi e dei lunaparkisti. A voi auguro, carissimi, di testimoniare ovunque le virtù che caratterizzano il vostro stile di vita: la pazienza, il coraggio, il rischio calcolato, la stretta collaborazione e il rispetto reciproci.

Ai fedeli della Chiesa Siro-Malabarese

5. È una grande gioia salutare voi Pastori e i fedeli della Chiesa Siro-Malabarese, provenienti dall'India e da altre parti del mondo e giunti a Roma in occasione della celebrazione giubilare.
Siete gli eredi spirituali dell'Apostolo Tommaso e l'Anno Santo vi offre un'opportunità unica di rafforzare e rinnovare la testimonianza apostolica sulla quale si basa la vostra fede.

Attraverso la preghiera e il pentimento, la devozione e la conversione, che le molteplici grazie che Dio riversa sulla sua Chiesa durante "quest'anno di grazia" (cfr Lc 4,19) rechino frutti sempre più abbondanti di santità nella vostra vita!

Domani, secondo il vostro calendario liturgico, è la Terza Domenica del Grande Digiuno. La disciplina del digiuno è per voi un esercizio familiare e una pratica molto apprezzata dalle popolazioni e dalle religioni dell'India. Prego affinché i benefici spirituali di questo periodo di digiuno e di questa stagione speciale di preparazione alla celebrazione della Risurrezione del Signore, arricchiscano la vostra Chiesa e vi rafforzino nel ruolo che la comunità siro-malabarese è chiamata a svolgere nella nuova evangelizzazione.

Affidando Vostra Grazia, l'Arcivescovo Maggiore Varkey Vithayathil, e tutti voi alla protezione amorevole della Beata Vergine Maria e alla potente intercessione dei vostri patroni, l'Apostolo Tommaso e i santi della vostra Chiesa, invoco su di voi e sulle vostre comunità la grazia e la pace di nostro Signore Gesù Cristo.

Ai fedeli della Chiesa Caldea

6. È una grande gioia per me accogliere lei, Beatitudine Patriarca, e voi fedeli della Chiesa Cattolica Caldea che siete venuti a Roma da varie parti del mondo, in particolare dall'Iraq, per celebrare il Grande Giubileo dell'Anno 2000.

La ricchezza della vostra tradizione spirituale, che risale alla predicazione degli Apostoli Tommaso e Taddeo, ha rafforzato molti uomini e molte donne santi che hanno versato il proprio sangue per Cristo. Alla fedeltà a quest'eredità è improntato oggi il vostro atteggiamento ecumenico verso i fratelli della Chiesa Assira d'Oriente.

I figli e le figlie della Chiesa in Iraq e tutto il popolo iracheno, duramente provati dal costante embargo internazionale, sono sempre presenti nei miei pensieri. Assicuro quanti soffrono, in particolare le donne, i bambini e gli anziani, del mio sostegno orante. Che Gesù, vero amico dei poveri e degli afflitti, li accompagni sempre con amore nelle difficoltà e li sostenga!

Affidando Sua Beatitudine il Patriarca Raphael I Bidawid e tutti i fedeli della Chiesa cattolica caldea all'intercessione della Beata Vergine Maria, invoco cordialmente su di voi la grazia e la benedizione di nostro Signore Gesù Cristo.

Agli studenti del Collegio Borromeo di Münster

7. Rivolgo un saluto di benvenuto agli studenti di Teologia del Collegio Borromeo di Münster, accompagnati dal Vescovo Reinhard Lettmann. In questo anno santo compite un pellegrinaggio nella Città Eterna. Da giovane teologo anche io ho studiato a Roma. Durante quel soggiorno a formarmi non furono solo i frutti degli studi, ma anche i luoghi santi di questa città: le tombe dei Principi degli Apostoli, la terra impregnata del sangue dei martiri, le sette Basiliche, nelle quali la fede si è fatta pietra e soprattutto la Sede del Successore di Pietro. In questi giorni vi prego di studiare Roma. Imparate in questa città che cos'è la Chiesa universale! Portate questa conoscenza nel vostro Paese! Che il passaggio attraverso la Porta Santa rafforzi la vostra determinazione a dedicare la giovinezza a Cristo che è la porta della vita! Vi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

A pellegrini polacchi

8. Saluto cordialmente i pellegrini presenti a quest'udienza, giunti dalla Polonia: i Monsignori Ryszard Karpinski e Henryk Tomasik di Siedlce, i gruppi parrocchiali, le scolaresche ed il coro di Bielsko-Biala. In modo particolare saluto gli artigiani provenienti da tutta la Polonia nonché i rappresentanti del Sindacato "Solidarnosc" di varie regioni.

Siete venuti a Roma nel giorno di San Giuseppe per celebrare la vostra festa nella cornice del Grande Giubileo della Redenzione.

Seguendo l'esempio di San Giuseppe cercate di fare in modo che il posto in cui ogni giorno svolgete il vostro lavoro diventi anche un luogo d'incontro con Cristo. Che il Carpentiere di Nazareth vi accompagni e vi protegga nel vostro lavoro affinché possiate godere insieme alle vostre famiglie dei suoi frutti abbondanti.

Dio vi benedica!

9. Benedico di cuore tutti i presenti, avendo particolare riguardo per i malati, i portatori di handicap, le persone in difficoltà, gli anziani. A tutti assicuro la mia preghiera.



PELLEGRINAGGIO GIUBILARE IN TERRA SANTA (20-26 MARZO 2000)


ALL'ARRIVO ALL'AEROPORTO "QUEEN ALIA" DI AMMAN IN GIORDANIA

Lunedì, 20 Marzo 2000

2003
GPII Discorsi 2000 603