GPII Discorsi 2000 363

363 Questo incontro riveste uno speciale significato, perché avviene nel contesto dell'Anno Santo Duemila e testimonia la profonda comunione che unisce i membri del vostro Ordine al Successore di Pietro. In questa circostanza, mi è gradito esprimere al Governo dell'Ordine, come pure a quanti generosamente si prodigano nei servizi di pronto soccorso nelle Basiliche romane e nelle altre iniziative giubilari, il mio vivo apprezzamento e la mia riconoscenza per il prezioso e costante contributo che essi stanno offrendo alla buona riuscita dell'evento giubilare.

2. Il Grande Giubileo, con il quale la Chiesa ricorda il secondo millenario dell'incarnazione del Verbo, è un "anno di grazia": anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, anno della riconciliazione tra i contendenti, anno di molteplici conversioni e di penitenza sacramentale ed extra sacramentale. In particolare si tratta di un anno legato "alla concessione di indulgenze in modo più largo che in altri periodi" (Tertio millennio adveniente
TMA 14) ed al ristabilimento della giustizia di Dio, espressione concreta del comandamento dell'amore.

Scrivevo nella Bolla d'indizione del Giubileo: "Un segno della misericordia di Dio, oggi particolarmente necessario, è quello della carità, che apre i nostri occhi ai bisogni di quanti vivono nella povertà e nell'emarginazione. Sono queste situazioni che si estendono oggi su vaste aree sociali e coprono con la loro ombra di morte interi popoli" (Incarnationis mysterium, 2).

Al riguardo, vorrei qui far riferimento alle benemerite iniziative che il vostro Ordine porta avanti in diversi contesti di indigenza morale e spirituale. Esse sono animate da una grande disponibilità verso i bisognosi, rendendo loro visibile e concreto l'amore del Signore e della Chiesa. Sono iniziative che talora costituiscono un valido incoraggiamento e quasi un modello per quanti desiderano contribuire con i loro sforzi a realizzare un mondo nuovo, capace di restituire dignità e donare speranza a chi vive oppresso da moderne forme di schiavitù ed è ferito nel corpo e nello spirito.

3. Mi riferisco in modo speciale al profetico servizio a favore di emarginati ed esclusi, che voi adempite con l'ardore di un'autentica battaglia per la promozione integrale dell'essere umano. Grazie a tale nobile battaglia per la difesa e la valorizzazione dell'uomo, missione cui da diversi secoli si dedica il vostro Ordine, avete potuto innalzare il vessillo dell'amore in molte parti dei cinque continenti, dove malattia e povertà umiliano la persona e ne insidiano, purtroppo, il futuro.

E' una vera strategia dell'amore, che vi vede impegnati negli ospedali, nei lebbrosari, nei gruppi di soccorso, asili per bambini e case di riposo per anziani. Dappertutto vi preoccupate di portare avanti le primarie finalità del vostro secolare Ordine: la 'tuitio fidei' e l''obsequium pauperum', memori sempre di quanto affermava il Fondatore, il Beato Gerardo: "La nostra Istituzione durerà finché a Dio piacerà far nascere uomini desiderosi di rendere la sofferenza più leggera e la miseria più sopportabile".

3. Fratelli e Sorelle carissimi, in tale positivo contesto, la speciale effusione di grazia dell'Anno giubilare costituisce per ciascuno di voi e per l'intera vostra Famiglia spirituale una rinnovata occasione di fedeltà a Cristo ed ai fratelli.

Il Giubileo vi esorta a fissare lo sguardo su Cristo, Redentore dell'uomo, e ad accoglierlo con amore e consapevolezza sempre più intensi. Durante questo vostro pellegrinaggio giubilare, in maniera tutta speciale, avete avuto modo di dedicarvi all'ascolto del Vangelo e alla preghiera e, accostandovi ai Sacramenti, avete voluto rinnovare la vostra fedeltà a Cristo. E' solo da Lui, sorgente di vita immortale, che potete attingere nuova forza e nuove energie per andare incontro con lo spirito del buon Samaritano verso le necessità dei poveri, sempre più evidenti e tragiche nel mondo attuale. E' soltanto con il suo aiuto che potrete offrire in ogni circostanza alle attese dei poveri risposte non soltanto competenti, ma profondamente ispirate dall'amore evangelico.

L'evento giubilare vi stimola,inoltre, ad essere nei contesti nei quali operate testimoni incessanti di autentica comunione fraterna. Vi chiama proclamare con le parole; e la vita la verità di Cristo, perché la vostra presenza costituisca, per quanti incontrate, un modello di nuova convivenza umana e civile. Possano le vostre attività costituire occasioni privilegiate di evangelizzazione e rappresentare un punto di riferimento sicuro per tutti coloro che con cuore sincero cercano il Regno di Dio e la sua giustizia.

Da questa celebrazione giubilare scaturisca,infine, per ciascuno di voi un più intenso entusiasmo per testimoniare il vangelo della carità in un mondo dominato dall'egoismo e dal peccato. Le vostre strutture costituiscano dei luminosi avamposti della civiltà dell'amore e realizzazioni efficaci della dottrina sociale della Chiesa.

Con questi sentimenti, mentre affido ciascuno di voi, pellegrini del Sovrano Ordine Militare di Malta, alla celeste protezione della Vergine "Consolatrice degli afflitti" e di San Giovanni Battista, di cuore vi imparto una speciale Benedizione Apostolica, in pegno di copiosi doni e grazie giubilari.

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


AL CARDINALE ANGELO SODANO


PER L'INAUGURAZIONE DEL CENTRO INTERNAZIONALE


DEL MOVIMENTO COMUNIONE E LIBERAZIONE




364 Al Venerato Fratello

ANGELO CARDINALE SODANO

Segretario di Stato

Fin dall'inizio del mio pontificato ho rivolto una speciale attenzione alle nuove aggregazioni laicali, in particolare ai movimenti, perché, sotto la guida illuminata e prudente dei Pastori, costituiscano una risorsa provvidenziale di energia missionaria nella Chiesa e nelle diverse situazioni culturali, sociali e ambientali in cui l'uomo oggi vive e si esprime. Tra queste nuove aggregazioni, il Signore ha suscitato Comunione e Liberazione, che, compiendo un desiderio a lungo coltivato da Mons. Luigi Giussani, oggi inaugura in Roma un proprio Centro Internazionale affidato alla responsabile conduzione del Prof. Jesus Carrascosa e della sua consorte, Sig.ra Juana Echarri.

In tal modo, il Movimento di Comunione e Liberazione, nato a Milano, sviluppatosi dapprima in Lombardia, diffusosi poi in tutta Italia ed ormai presente in ogni continente, può ora imprimere una forma stabile alla propria missione ecclesiale. La Città eterna, dove è la Sede di Pietro, riveste in effetti un significato speciale per ogni comunità e movimento: a Roma si trovano le Case generalizie di molti Istituti religiosi, le Sedi di un numero rilevante di Istituzioni culturali, ecclesiastiche e civili, i Centri direzionali di altre comunità ed aggregazioni laicali internazionali. Grazie all'inaugurazione di questo Centro, anche il Movimento di Comunione e Liberazione viene così a trovarsi nel cuore pulsante della cristianità, per offrire con rinnovato impegno il suo servizio alla Sede di Pietro ed alla Chiesa intera.

Affido alla materna protezione di Maria, Madre della Chiesa, l'opera che oggi si inaugura, ed invio di cuore a Lei, venerato Fratello che presiederà la solenne cerimonia inaugurale, ai responsabili del Movimento Comunione e Liberazione ed a tutti i presenti una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 17 Ottobre 2000


RIVOLTO AI PARTECIPANTI


AL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE


DELLA "COMUNITÀ INCONTRO"


Venerdì 20 Ottobre 2000




Cari Amici della "Comunità Incontro"!

1. Benvenuti! Vi accolgo volentieri in questa speciale Udienza e vi saluto tutti con affetto.

Il mio pensiero si rivolge anzitutto al fondatore della Comunità, il caro Don Pierino Gelmini, al quale porgo un augurio cordiale per i suoi cinquant'anni di sacerdozio da poco celebrati, ringraziandolo per le gentili parole che a nome vostro mi ha appena rivolto. Insieme con lui saluto i Vescovi presenti, i sacerdoti, i collaboratori e i volontari che prestano la loro generosa opera nella Comunità. Saluto, altresì, le numerose Autorità di diversi Paesi, di ogni ordine e grado, che hanno voluto onorarci quest'oggi con la loro gradita presenza. A ciascuno va il mio deferente pensiero. Con gli stessi sentimenti mi rivolgo ai genitori, agli amici, ai parenti, ai gruppi di appoggio e di sostegno che non hanno voluto mancare a questo significativo appuntamento giubilare.

Ma è con affetto tutto speciale che abbraccio voi, cari ragazzi e ragazze, residenti nei centri della "Comunità Incontro", incamminati sul sentiero della rinascita spirituale e fisica dopo la triste esperienza della droga.

365 2. Siete venuti in pellegrinaggio da molte città e nazioni per varcare la Porta Santa; siete venuti per incontrare Cristo e riaffermare con decisione la vostra volontà di camminare insieme con Lui verso un futuro più sereno e responsabile. Molti di voi hanno portato con sé il bastone intagliato durante il periodo penitenziale della Quaresima. Esso è un segno che evoca un sostegno spirituale per alleviare la fatica del cammino. E' per voi un simbolo del pellegrinaggio interiore intrapreso, che deve condurvi ad un'esistenza sempre più piena di fede, di speranza e di amore.

Il Papa vi vuole bene e vi accompagna con la sua preghiera ed un costante ricordo. Profitto volentieri di questa circostanza per ripetere a voi qui presenti, ed a tutti coloro che in ogni parte del mondo sono impegnati nella lotta contro la droga e per la vita: la Chiesa è con voi, cammina al vostro fianco!

3. Cari ragazzi e ragazze, la vostra famiglia spirituale si chiama "Comunità Incontro" perché è nata da un significativo incontro a Piazza Navona 37 anni fa. Essa vuole offrire a chi è finito nel vicolo cieco della droga la possibilità di ritrovare il sentiero della speranza. I centri nei quali siete accolti contribuiscono non poco ad aiutarvi in questo impegno di recupero personale. Sono luoghi di fraternità, dove ad ognuno viene offerta una ulteriore possibilità per non sciupare il bene prezioso della vita.

Chi di voi è passato attraverso la triste esperienza della droga sa bene quanto essa generi solitudine, abbandono e talora profonda disperazione. Di fronte ad un simile dramma, che investe la persona umana e la sua stessa esistenza fisica, e che costituisce un fenomeno preoccupante nella società contemporanea, la Chiesa ha ripetutamente affermato che drogarsi non è mai una soluzione. Essa intende ribadire con forza tale convinzione di fronte ad opinioni che vorrebbero la liberalizzazione delle sostanze stupefacenti o, almeno, una loro parziale liceità, ritenendo che il libero accesso a tali sostanze contribuisce a limitare o ridurre i danni alle persone e alla società.

3. La droga non si combatte con la droga. Chi, purtroppo, si è trovato avviluppato dai tentacoli delle sostanze stupefacenti testimonia che quella esperienza è una fuga da se stessi e dalla realtà. La droga è spesso la conseguenza del vuoto interiore: è rifiuto, rinuncia e perdita di orientamento che spesso conduce alla disperazione. Ecco perché la droga non si vince con la droga, ma occorre una vasta azione di prevenzione,che alla cultura della morte sostituisca la cultura della vita. E' necessario offrire ai giovani ed alle famiglie concrete ragioni di impegno e sostenerli efficacemente nelle loro difficoltà d'ogni giorno.

Cari amici, la vera alternativa alle tante sostanze che stordiscono la persona umana voi l'avete ritrovata all'interno di comunità che, più che proporre soluzioni tecniche,offre un itinerario di rinascita umana e spirituale. Come la vostra, esistono fortunatamente nel mondo tante altre strutture, dove non pochi vostri amici hanno la fortuna di risalire dall'abisso della droga. A tutti coloro che operano in questo settore vorrei far pervenire il mio incoraggiamento ed il mio cordiale pensiero.

Si trattaì di preziose presenze che affiancano le famiglie provate da difficili situazioni di disagio. La Chiesa è grata a quanti prestano un simile disinteressato e competente servizio alla vita e alla dignità dell'uomo.

4. Carissimi, vi ringrazio per i due doni che don Pierino a vostro nome ha voluto presentarmi: l'apertura dei nuovi centri a New York ed in Kazakhstan, e questa bella statua di Cristo risorto. Gesù risuscitato indica a voi tutti che in Lui è possibile guardare all'avvenire con rinnovata fiducia. Egli vi conduce all'amorevole abbraccio del Padre celeste. La sua misericordia vi sprona a proseguire nella strada che avete intrapreso, perché, rinati alla vita, possiate offrire da protagonisti il vostro contributo all'edificazione di una società libera da ogni tipo di droghe. Portate nelle vostre comunità la serenità che oggi vedo sui vostri volti. Sappiate testimoniare sempre il coraggio di rialzarsi, quando si cade, e di riprendere con prontezza il cammino, anche quando questo domanda sacrificio e rinunce. Cristo, medico delle anime, vi è amico. Egli è l'unico Redentore.

Maria, che voi onorate con il significativo titolo di "Madonna del Sorriso", vi sorregga con la sua materna intercessione. Accolga quanti in questi anni sono morti, vittime della droga e delle sue conseguenze, e sia accanto alle famiglie segnate da questo dramma. Tutti accompagni con la sua potente protezione.

Con tali sentimenti, vi assicuro la mia preghiera ed imparto volentieri a ciascuno di voi ed alle persone a voi care una speciale Benedizione.

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


AL CARDINALE VLK


IN OCCASIONE DELL'ASSEMBLEA PLENARIA


DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE


Al Signor Cardinale Miloslav VLK
366 Arcivescovo di Praga
Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa

1. L'assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, che si tiene a Bruxelles dal 19 al 23 ottobre 2000, riveste un'importanza particolare in questo anno del grande Giubileo in cui la Chiesa intera festeggia il bimillenario della nascita del Salvatore. Tale incontro è una rinnovata manifestazione dei vincoli di comunione che vi uniscono al Successore di Pietro e un'espressione particolarmente significativa della collegialità fra i Vescovi del continente, per annunciare insieme, con audacia e fedeltà, il nome di Gesù Cristo.

Nel corso della sua storia l'Europa ha ricevuto il tesoro della fede cristiana, fondando la sua vita sociale sui principi tratti dal Vangelo. Il cristianesimo si scopre così in modo permanente nelle arti, nella letteratura, nel pensiero e nella cultura delle nazioni europee. Questa eredità non appartiene solo al passato ed è importante trasmetterla alle generazioni future, poiché è la matrice della vita delle persone e dei popoli che hanno forgiato insieme il continente europeo.

2. Il vostro incontro è un'occasione per accrescere lo scambio dei doni fra le Chiese locali, per mettere in comune le esperienze pastorali dell'Ovest e dell'Est dell'Europa, del Nord e del Sud, al fine di arricchirvi e di illuminarvi reciprocamente e di rafforzare le diverse comunità locali. Esso vi permette così di fare l'esperienza della comunione ecclesiale, che è sempre un dono di Dio ma anche un compito da realizzare. Affinché le Chiese cattoliche in Europa assumano la loro missione, che è sempre la stessa e sempre nuova poiché la Chiesa "esiste per evangelizzare" (Paolo VI, Evangelii nuntiandi EN 14), è importante che tutti i loro membri siano disponibili agli appelli dello Spirito, per operare intensamente a favore della nuova evangelizzazione.

In questa prospettiva vi incoraggio a rivolgere un'attenzione sempre più grande all'educazione alla fede dei giovani e degli adulti. L'esperienza delle catechesi durante i due ultimi incontri della Giornata Mondiale della Gioventù, nel corso dei quali i giovani hanno manifestato un profondo desiderio di conoscere Cristo e di vivere della sua Parola, ci ricorda l'urgenza di offrire ai fedeli una solida formazione cristiana, morale, spirituale e umana. Come ha sottolineato il Concilio Ecumenico Vaticano II, questo è uno dei compiti fondamentali del Vescovo, che ha l'incarico di insegnare e di condurre il popolo cristiano alla perfezione (cfr Christus Dominus ). In tutte le vostre Chiese è aperto il vasto cantiere della formazione dottrinale, spirituale, pastorale, per aiutare i fedeli laici a svolgere la loro missione battesimale nella Chiesa, in comunione con i Pastori, e ad annunciare senza confusione la salvezza portata da Cristo. In un mondo caratterizzato dallo sviluppo della scienza e delle tecniche un'autentica comprensione della fede conferirà ai cristiani i mezzi per testimoniare la speranza che è in essi (cfr
1P 3,15), per proporre ai loro contemporanei il Vangelo come cammino di vita e come base dell'azione morale personale e collettiva.

Parimenti, tengo a sottolineare l'importanza decisiva della formazione dei sacerdoti e dei diaconi, chiamati a essere ministri di Gesù Cristo e vostri collaboratori. In tal modo formeranno una "preziosa corona spirituale" attorno a voi (Sant'Ignazio di Antiochia, Lettera a Magnesia, 1, 13) e saranno, con le loro parole e i loro atti, i testimoni del Signore, Sposo e Capo della Chiesa, che è il suo Corpo.

Come potrebbero manifestare questo dono di Cristo, che è si offerto per la Chiesa (cfr Ep 5,25) senza dedicarsi interamente alla loro missione e procedere lungo la vita della santità?

3. In tutto il continente si osservano disparità in ciò che concerne le vocazioni sacerdotali. Mentre alcuni Paesi sperimentano una preoccupante assenza di seminaristi e di giovani sacerdoti, altri, soprattutto nell'Est, vedono sempre più giovani impegnarsi nella via del sacerdozio o della vita consacrata. Dobbiamo pregare senza posa e chiedere al "padrone della messe che mandi operai nella sua messe" (Mt 9,37). Al contempo è opportuno sviluppare in ogni Diocesi e congiuntamente una pastorale delle vocazioni vigorosa, che proponga ai giovani un cammino di fede, una pratica spirituale, un'esperienza ecclesiale, come pure un insegnamento filosofico e teologico di qualità. So che alcuni Paesi e alcune regioni hanno organizzato una condivisione per una migliore ripartizione del clero. Vi invito di buon grado a proseguire la riflessione in tal senso.

4. L'Europa si sta costruendo come "unione". La Chiesa ha un contributo specifico da apportarvi; non solo i cristiani possono unirsi a tutti gli uomini di buona volontà per lavorare alla costruzione di questo grande progetto, ma sono anche invitati a esserne in qualche modo l'anima, mostrando il vero senso dell'organizzazione della città terrena. Non si deve dunque considerare l'Europa solo come un mercato di scambi economici o uno spazio di libera circolazione d'idee, ma anche e soprattutto come un'autentica comunità di nazioni che desiderano unire i loro destini, per vivere come fratelli, nel rispetto delle culture e delle pratiche spirituali, che non possono tuttavia situarsi al di fuori del progetto comune od opporsi ad esso. Allo stesso tempo, il rafforzamento dell'unione in seno al Continente ricorda alle Chiese e alle Comunità ecclesiali che devono fare un ulteriore passo sulla via dell'unità.

5. Spetta alle autorità civili vegliare affinché le strutture e le istituzioni europee siano sempre al servizio dell'uomo, che non può mai essere considerato un oggetto che si può acquistare o vendere, sfruttare o manipolare. È una persona, creata a immagine di Dio, nella quale si riflette l'amore benevolo del Creatore e Padre di tutti. Ogni uomo, chiunque esso sia, qualunque sia la sua origine o condizione di vita, merita un rispetto assoluto. La Chiesa non cessa di ricordare questi principi di base della vita sociale. Oggi, di fronte ai cantieri aperti della scienza, soprattutto della genetica e della biologia, di fronte all'evoluzione prodigiosa dei mezzi di comunicazione e di scambi a livello planetario, l'Europa può e deve adoperarsi per difendere ovunque la dignità dell'uomo, fin dal suo concepimento, per migliorare ancora di più le sue condizioni di vita operando a favore di una giusta condivisione delle ricchezze, offrendo a tutti gli uomini un'istruzione, che li aiuterà a divenire artefici della vita sociale, e un lavoro, che permetterà loro di vivere e di provvedere ai bisogni dei loro congiunti. A tale proposito, è anche importante ricordare in ogni occasione opportuna e non opportuna il posto e il valore inestimabile del vincolo coniugale e della famiglia, che non possono essere messe sullo stesso piano di altri tipi di rapporti, con il rischio di lacerare fortemente il tessuto sociale e di rendere sempre più fragili i bambini e i giovani.

367 6. Lungo questo cammino del servizio all'uomo, tutti gli Europei devono impegnarsi instancabilmente per la causa della pace. Nel secolo che sta terminando il vecchio continente ha condotto per due volte tutto il mondo nella tragedia e nella desolazione della guerra. Esso inizia oggi ad apprendere le esigenze della riconciliazione e dell'intesa fra i popoli. I ponti nuovi, gettati fra le nazioni europee, sono ancora instabili e poco sicuri. Il conflitto dei Balcani ha ricordato a tutti i Paesi d'Europa la fragilità della pace e la necessità di adoperarsi per consolidarla ogni giorno. Ha rivelato il pericolo dei nazionalismi esacerbati e il bisogno di schiudere nuove prospettive di accoglienza e di scambi, ma anche di riconciliazione, fra le persone, i popoli e le nazioni europee.

7. La storia del continente europeo si confonde, da secoli, con la storia dell'evangelizzazione.

L'Europa non è in realtà un territorio chiuso o isolato; si è costruita andando incontro, al di là dei mari, ad altri popoli, ad altre culture, ad altre civiltà. Questa storia rivela un'esigenza: l'Europa non può ripiegarsi su se stessa. Essa non può né deve disinteressarsi del resto del mondo, al contrario deve avere piena coscienza del fatto che altri Paesi, altri continenti, si aspettano da essa iniziative audaci, per offrire ai popoli più poveri i mezzi per il loro sviluppo e la loro organizzazione sociale, e per edificare un mondo più giusto e più fraterno.

8. All'inizio del mio Pontificato ho scritto che l'uomo è "la via della Chiesa, via della quotidiana sua vita ed esperienza, della sua missione e fatica" (Redemptor hominis
RH 14). Che le vostre riflessioni e i lavori della vostra assemblea contribuiscano a modellare l'uomo europeo! Chiedendo alla Beata Vergine Maria di accompagnarvi con la sua materna protezione, vi imparto di tutto cuore la Benedizione Apostolica, che estendo a tutti i membri del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa e ai loro collaboratori.

Dal Vaticano, 16 ottobre 2000

GIOVANNI PAOLO PP. II



AI PARTECIPANTI


AI VARI PELLEGRINAGGI GIUBILARI


Sabato 21 Ottobre 2000

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Sono lieto di porgervi il mio cordiale benvenuto a questa Udienza giubilare, alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale. Viene riproposto alla nostra riflessione, anche in questa circostanza, il grande mistero dell'incarnazione del Verbo divino, avvenuta duemila anni fa nel grembo di Maria. L'odierno appuntamento costituisce, pertanto, un'occasione quanto mai favorevole per prendere maggiore consapevolezza dell'urgenza di recare nel terzo millennio il grande annuncio della salvezza, offerta da Dio all'umanità.

In questo clima di festa e di impegno missionario, saluto tutti voi, convenuti a Roma in pellegrinaggio giubilare, incominciando col Gruppo di pellegrini del Vicariato diocesano di Bologna Nord, guidato dal Vescovo Ausiliare, Monsignor Ernesto Vecchi, che ringrazio per l'indirizzo rivoltomi a nome di tutti. Carissimi, ricordo sempre con piacere la Visita alla vostra Città tre anni fa, in occasione della solenne chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale. Venni proprio nel territorio del vostro Vicariato. Ricordo la grande Veglia di preghiera e la successiva solenne Celebrazione Eucaristica conclusiva. Conservate sempre viva nell'anima la memoria di quell'evento ecclesiale, che è stato un momento importante nel cammino di preparazione al Grande Giubileo. Nel «cuore» del Giubileo c'è, infatti, Gesù eucaristico, fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione. E' da Lui che potrete attingere costantemente energia e coraggio per la missione a cui Iddio vi chiama.

So che recentemente le reliquie del vostro Patrono, il santo Vescovo Petronio, sono state traslate nella Basilica a lui dedicata. Me ne compiaccio con voi ed auspico che anche tale significativa celebrazione vi aiuti a mantenere viva la consapevolezza della vostra identità «petroniana». La Madonna di San Luca, tanto cara ai bolognesi, e san Petronio, vostro speciale protettore, vi sostengano in questo vostro rinnovato cammino di vita e di testimonianza cristiana.

2. Il mio affettuoso pensiero va ora ai fedeli provenienti dalla Diocesi di Palestrina, presenti a quest'Udienza insieme col loro Pastore Monsignor Eduardo Davino, che ha interpretato con calore i comuni sentimenti. Carissimi, il pellegrinaggio alle Tombe degli Apostoli rappresenta un forte invito a fare esperienza del perdono, della riconciliazione e del rinnovamento di vita. E' un richiamo a ricominciare ogni giorno il cammino di fede e di partecipazione alla vita della comunità cristiana. Tale impegno a ricominciare va ovviamente inteso non in un ordine - per così dire - cronologico, ma piuttosto in senso spirituale. Vi incoraggio a perseverare.

368 Auspico che la celebrazione dell'Anno Santo e, in particolare, la visita alla Sede di Pietro ed il passaggio della Porta Santa, accrescano in tutti voi il desiderio di autentica conversione, per iniziare un più intenso e generoso cammino di apertura alla grazia divina e di testimonianza dei valori evangelici.

3. Mi rivolgo ora a voi, carissimi fedeli provenienti dalla Diocesi di Crema, insieme con il vostro Vescovo, Monsignor Angelo Paravisi, a cui va la mia riconoscenza per i sentimenti espressi a nome di tutti. Questo incontro mi richiama alla memoria la calorosa accoglienza che la vostra Comunità mi ha riservato in occasione della Visita pastorale, che ho potuto compiere a Crema nel giugno del 1992. So che vi siete preparati all'odierno incontro con il Sinodo diocesano e con le varie tappe che hanno progressivamente segnato il cammino pastorale della vostra Diocesi in questi ultimi anni.

Vi esorto a proseguire con rinnovato entusiasmo nel vostro sforzo di fedeltà al Vangelo. Traete luce e forza dal suggestivo episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, a cui si ispira il vostro itinerario pastorale. L'affascinante scoperta della presenza viva del Signore risorto attraverso l'ascolto della sua parola e la «frazione del Pane» vi spinga ad approfondire la comunione e la collaborazione pastorale all'interno delle vostre Comunità e rinnovi il vostro slancio nel farvi annunciatori della Vangelo della salvezza.

4. Un affettuoso saluto va poi al folto gruppo di pellegrini delle parrocchie di San Tammaro, San Vito, Santa Caterina, Madonna del Buon Consiglio in Grumo Nevano, della Diocesi di Aversa, da cui proviene il caro Monsignor Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno Duemila, che si è fatto opportunamente interprete dei sentimenti dei conterranei. Carissimi Fratelli e Sorelle, l'odierna celebrazione presso la Cattedra di Pietro vi rafforzi nel vostro cammino personale ed ecclesiale verso una fede sempre più salda e matura, che continui a tradursi in iniziative di carità a servizio dei fratelli.

Siate consapevoli del vostro ruolo all'interno di una Comunità cristiana che vive intensamente la propria ministerialità nei confronti del mondo, al quale sente il dovere di presentare in modo credibile il Vangelo.

5. Il mio cordiale pensiero va inoltre ai numerosi aderenti alla Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue, accompagnati dal Vescovo Ausiliare di Roma Monsignor Armando Brambilla, che s'è fatto voce dei sentimenti di ciascuno. Carissimi, la donazione del sangue è un grande gesto di solidarietà, che arriva a coinvolgere gli aspetti più profondi della personalità umana, impegnandola a vivere la spiritualità del dono. Mentre esprimo vivo apprezzamento per la significativa testimonianza di sensibilità offerta dalle vostre benemerite associazioni, vi esorto ad arricchirne le varie attività sociali e sanitarie con una solida formazione spirituale, affinché siano sempre in grado di svolgere al meglio il servizio alla vita.

6. Isten hozott Benneteket, kedves magyar diákok, a pécsi cisztercita gimnáziumból. Ez a találkozó legyen Számotokra kegyelmek erôforrása.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Saluto cordialmente i giovani ungheresi, studenti del liceo dei Cisterciensi a Pécs. Questo incontro sia per voi fonte di grazia divina.

Sia lodato Gesù Cristo !

369 7. Rivolgo, infine, un affettuoso benvenuto agli altri Gruppi di pellegrini. In particolare, ai membri dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in congedo, dell'Associazione Campeggiatori Itineranti, dell'Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche, dei Lions Club di Caserta, ai partecipanti al Congresso promosso dall'Istituto della Carità ed ai Frati Cappuccini della Provincia religiosa dell'Umbria. A tutti giunga il mio affettuoso saluto, insieme con l'augurio di una intensa e fruttuosa celebrazione giubilare.

Invocando la materna protezione di Maria, Stella dell'Evangelizzazione e Regina delle Missioni, benedico di cuore ciascuno di voi, insieme con le vostre famiglie, le vostre comunità e le vostre associazioni.


AL TERMINE DEL CONCERTO


OFFERTO DALLA REPUBBLICA CECA


NELL'AULA PAOLO VI


Domenica 22 ottobre 2000

Illustri Signori!

Gentili Signore!

Desidero esprimere cordiale gratitudine per questo splendido Concerto, offertomi dalla Repubblica Ceca nel contesto del Grande Giubileo. Esso ci ha consentito di contemplare con l'aiuto dell'arte il mistero di Cristo, fondamento della nostra speranza.

Il mio deferente pensiero va innanzitutto al Signor Primo Ministro ed alle altre Autorità ceche, che con la loro partecipazione recano una significativa conferma della volontà di instaurare un clima di fattiva collaborazione tra Stato e Chiesa nel loro Paese.

Saluto poi con affetto i Signori Cardinali ed i Fratelli nell'Episcopato, che hanno voluto intervenire a questo evento artistico e culturale, accrescendone con la loro presenza la solennità. Il mio saluto si estende infine a tutti gli intervenuti che hanno condiviso la gioia della stupenda esecuzione. A nome di tutti rivolgo espressioni di grato apprezzamento al Maestro Aldo Ceccato, che con intenso e profondo sentire ha interpretato e proposto la grandiosa partitura dell'Oratorio Cristo, di Franz Liszt.

Tali sentimenti estendo, altresì, ai Solisti, ai Professori dell'Orchestra Filarmonica di Brno ed ai Membri del Coro Filarmonico Ceco di Brno.Desidero ringraziare, altresì, gli organizzatori, che con il loro generoso impegno hanno reso possibile la presente manifestazione.

La singolare esperienza spirituale vissuta stasera mi induce ad esprimere l'auspicio che la dignità dell'arte ed il patrimonio trasmessoci dalle generazioni passate possano introdurre l'uomo del nuovo millennio alla rinnovata contemplazione della Verità evangelia, unica garanzia per la costruzione di una nuova civiltà, pienamente fondata sul rispetto di ogni persona e di ogni cultura.

A Cristo Gesù ed alla Vergine Maria, Madre sua e Madre nostra, affido questi miei voti, invocando su tutti la benedizione celeste.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


AI GIOVANI DELLA SICILIA,


IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE


DEL GIUBILEO REGIONALE AL SANTUARIO


DELLA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA







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