GPII Discorsi 2000 419

GIUBILEO DELLA COMUNITĄ CON I DISABILI



419
Domenica, 3 Dicembre 2000

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Sta per concludersi questa giornata giubilare della "Comunitą con le persone disabili", che ha avuto il suo culmine stamane nella Basilica di San Paolo fuori le mura, con la celebrazione dell'Eucaristia.

Saluto tutti voi, qui presenti, come pure quanti sono a noi uniti attraverso la radio e la televisione.

Questo pomeriggio di festa dimostra che l'integrazione delle persone disabili ha fatto progressi, anche se tanta strada resta ancora da percorrere; ci sono, in effetti, alcune importanti urgenze sulle quali č bene fermarsi a riflettere.

Anzitutto, il diritto che ha ogni uomo e ogni donna disabile, in qualunque Paese del mondo, ad una vita dignitosa. Non si tratta solo di soddisfare determinati bisogni, ma pił ancora di vedere riconosciuto il proprio desiderio di accoglienza e i autonomia. E' necessario che l'integrazione diventi mentalitą e cultura, e al tempo stesso che i legislatori e i governanti non facciano mancare a questa causa il loro coerente sostegno.

2. La ricerca scientifica, per parte sua, č chiamata a garantire ogni possibile forma di prevenzione, tutelando la vita e la salute. Quando la disabilitą non č eliminabile, č possibile sempre liberare le potenzialitą che la disabilitą non cancella. Sono potenzialitą che vanno sostenute e incrementate: la riabilitazione, infatti, oltre che restituire funzioni compromesse, ne attiva altre e pone un argine al decadimento.

Tra i diritti da garantire non vanno poi dimenticati quelli allo studio, al lavoro, alla casa, all'abbattimento delle barriere, e non soltanto quelle architettoniche! Per i genitori, inoltre, č importante sapere che la societą si fa carico del cosiddetto "dopo di noi", consentendo loro di vedere i propri figli o figlie disabili affidati all'attenzione sollecita di una comunitą pronta a prendersene cura con rispetto ed amore.

3. La Chiesa, amava dire il mio venerato predecessore Paolo VI, č "un amore che cerca". Come vorrei che vi sentiste tutti accolti e stretti da questo suo amore! Anzitutto voi, care famiglie: quelle che hanno figli portatori di disabilitą e quelle che ne condividono l'esperienza. A voi ripeto quest'oggi che vi sono vicino. Grazie per la testimonianza che rendete con la fedeltą, la fortezza e la pazienza del vostro amore.

Oltre alle famiglie in senso proprio, vorrei ricordare quelle comunitą e associazioni in cui le persone segnate dalle pił diverse difficoltą trovano un ambiente adatto per sviluppare le proprie potenzialitą. Che dono prezioso della Provvidenza sono, ad esempio, le "case-famiglia", dove trovano calda e generosa accoglienza persone un tempo abbandonate a se stesse! Quanto mai benemerite sono poi le varie realtą associative in cui, in spirito di generosa condivisione, i limiti non sono ostacolo, ma incentivo a crescere insieme. E che dire dei volontari che affiancano fratelli e sorelle bisognosi? Voi, carissimi, siete un popolo di testimoni della speranza, che silenziosamente, ma efficacemente, contribuite a costruire un mondo pił libero e fraterno.

4. La parola del Signore illumina questo cammino di solidarietą. Poco fa č risuonato in questa Sala il Vangelo delle Beatitudini e su questo maxischermo č stato possibile ammirare il volto di Gesł misericordioso. Nel Regno di Dio - ci ricorda Cristo - si vive una felicitą "controcorrente", non basata sul successo e sul benessere, ma che trova la sua ragione profonda nel mistero della Croce. Dio si č fatto uomo per amore; ha voluto condividere fino in fondo la nostra condizione, scegliendo di essere, in un certo senso, "disabile" per arricchirci con questa sua povertą (cfr
Ph 2,6-8 2Co 8,9).

420 "Beati i poveri, gli afflitti, i perseguitati a causa della giustizia", perché grande č la loro ricompensa nei Cieli! Sta qui il paradosso della speranza cristiana: quel che sembra umanamente una rovina, nel piano divino č sempre un progetto di salvezza. Ripartiamo incoraggiati da questa giornata giubilare, tutta segnata dalle Beatitudini evangeliche. Cristo, nostro compagno di viaggio, č la nostra gioia. Tra pochi giorni lo contempleremo nel mistero del suo Natale: da Betlemme, dove ha scelto di farsi uno di noi, rinnoverą il suo annuncio di felicitą. A noi il compito di farlo giungere dappertutto, perché sia per ciascuno sorgente di serenitą e di pace. Per questo prego, mentre di cuore tutti vi benedico.



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


AL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO


DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE


IN OCCASIONE DEL SEMINARIO:


"DALLA RIDUZIONE DEL DEBITO


ALLA RIDUZIONE DELLA POVERTĄ"


Al mio Venerato Fratello

Arcivescovo Franēois Xavier Nguyźn Van Thuān,
Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

Sono particolarmente lieto di rivolgere questo messaggio a voi e ai partecipanti al seminario dal tema "Dalla riduzione del debito alla riduzione della povertą", che il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ospita attualmente in collaborazione con altre organizzazioni cattoliche.

Ormai da molti anni il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace č in prima linea nell'affrontare la questione degli effetti che il pesante fardello del debito estero ha sulla vita degli abitanti dei Paesi pił poveri. Seguendo l'appello che ho lanciato nella mia Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente, la preparazione e la celebrazione del grande Giubileo dell'Anno 2000 sono state per molte persone, sia cristiane sia appartenenti ad altre tradizioni religiose, occasioni per rinnovare i loro sforzi volti a trovare una soluzione definitiva a questo problema (cfr n. 5).

Con gratitudine verso quanti sono stati sensibili ai miei appelli, desidero incoraggiarli a garantire che gli sforzi e la buona volontą dimostrata in questo anno giubilare continuino a recare frutti in futuro. Non possiamo permettere che la fatica o l'inerzia indeboliscano il nostro impegno quando č a repentaglio la vita dei pił poveri.

I fondamenti della tradizione giubilare erano essenzialmente di carattere religioso. Il Giubileo era un'occasione per ricordare a tutti nella comunitą che "solo a Dio, come Creatore" spettava "il "dominium altum", cioč la signoria su tutto il creato e in particolare sulla terra" (Tertio Millennio adveniente TMA 13). Oggi questa tradizione richiama la nostra attenzione sul fatto che siamo solo gli amministratori delle ricchezze del creato, che nel Disegno di Dio sono un bene comune che tutti devono condividere. Quanti vivono nel nostro mondo interdipendente possono comprendere e apprezzare questa visione.

Il nostro mondo sempre pił globalizzato esige una maggiore solidarietą. La riduzione del debito fa parte di uno sforzo pił ampio per modificare i rapporti fra i popoli e per stabilire un senso autentico di solidarietą e di condivisione fra tutti i Figli di Dio, fra le persone. Nonostante il grande progresso scientifico, lo scandalo della povertą resta estremamente diffuso nel mondo. La consapevolezza delle possibilitą che il moderno progresso scientifico puņ offrire rende la persistenza di una povertą tanto diffusa ancor pił scandalosa, in particolare quando č accompagnata, e succede spesso, da consumismo sfrenato e ostentato benessere.

Spero che il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace intensificherą i suoi sforzi per rendersi udibile nei dibattiti sui modi per garantire che la riduzione del debito divenga uno strumento efficace nella lotta contro la povertą nel mondo di oggi. Chiedo al Pontificio Consiglio di continuare a operare a stretto contatto con quanti nell'ambito delle Organizzazioni Internazionali lottano per garantire che lo spirito di cooperazione scaturito dall'esperienza giubilare continui a svilupparsi in futuro. Č importante, quindi, che le iniziative volte alla riduzione del debito lanciate dalle nazioni pił ricche e dalle istituzioni internazionali rechino presto frutti al fine di permettere ai Paesi pił poveri di divenire essi stessi la forza propulsiva di sforzi volti a combattere la povertą e a portare i benefici del progresso economico e sociale ai loro abitanti.

Il vostro Seminario č anche un riconoscimento del fatto che i progressi nella lotta contro la povertą nei Paesi in via di sviluppo richiedano gli sforzi congiunti di tutti i settori della societą. Nella mia Lettera Enciclica Centesimus annus ho parlato della necessitą di promuovere la "soggettivitą della societą" (cfr n. 46), ossia una societą che permetta a tutte le persone di essere soggetti attivi, che pongono le proprie capacitą, donate loro da Dio, al servizio della comunitą.

421 Le istituzioni della Chiesa cattolica, come dimostra la vasta partecipazione al vostro Seminario, mettono volentieri al servizio della lotta contro la povertą la propria esperienza di aiuto ai pił poveri. Lo fanno nel pieno rispetto delle tradizioni, dei valori e delle culture positivi del popolo che servono.

Gesł Cristo č giunto per predicare "la Buona Novella ai poveri" (cfr
Mt 4,18). Che Egli sia il vostro sostegno e la vostra ispirazione durante questi giorni di rinnovamento, alla luce del Grande Giubileo, del vostro impegno verso quanti sono poveri ed emarginati. Affidandoci all'intercessione di Maria, Mater pauperorum, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 3 dicembre 2000

GIOVANNI PAOLO II



AL FORUM INTERNAZIONALE DELL’AZIONE CATTOLICA,


AL PONTIFICIO COLLEGIO SCOZZESE,


AL SEMINARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO


DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE,


ALLE SUORE ANCELLE DELL’INCARNAZIONE


Lunedģ, 4 Dicembre 2000

Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di rivolgervi un cordiale benvenuto a questa speciale Udienza, che si svolge nel contesto dell'Avvento appena iniziato. Nel salutarvi tutti con grande affetto, auspico che la visita alle Tombe degli Apostoli e gli incontri di questi giorni approfondiscano in ciascuno di voi l'impegno di adesione a Cristo, il senso della comunione con la Chiesa universale e lo slancio nel testimoniare il Vangelo.

2. Saluto innanzitutto voi, carissimi Fratelli e Sorelle del Forum Internazionale di Azione Cattolica, riuniti in questi giorni in assemblea qui a Roma. Saluto i Vescovi presenti ed i Presidenti nazionali convenuti per l'Assemblea. Uno speciale pensiero va a Monsignor Agostino Superbo, che ringrazio per le cortesi parole che ha voluto poc'anzi rivolgermi, facendosi interprete dei sentimenti degli altri partecipanti.

La vostra odierna presenza vuole essere segno di rinnovata fedeltą alla Chiesa e un impegno a riprendere con sempre maggior entusiasmo il cammino della nuova evangelizzazione. L'Azione Cattolica, come ogni altro Gruppo, Associazione e Movimento ecclesiale, č chiamata ad essere autentica scuola di perfezione cristiana. E' chiamata cioč ad essere quel "laboratorio della fede" che, come dicevo ai giovani partecipanti all'indimenticabile Veglia di preghiera di Tor Vergata, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventł, contribuisce a formare veri discepoli ed apostoli del Signore. Continuate, carissimi, ad approfondire la vostra ricerca di Dio. Abbiate sempre l'animo aperto alle grandi attese e sfide apostoliche del nostro tempo. Crescete in un autentico spirito ecclesiale, alimentato dallo studio dei Documenti conciliari, il cui insegnamento permane sempre molto attuale. Siate fedeli alle linee operative che ho avuto modo di tracciare nell'Esortazione apostolica postsinodale Christifideles laici. Sarete cosģ sempre di pił una ricchezza per tutta la Chiesa in cammino verso il terzo millennio cristiano.

3. Ritornando alle fonti del Concilio Ecumenico Vaticano II, riuscirete a cogliere con maggiore chiarezza le note caratteristiche della vostra Associazione, in particolare l'ecclesialitą, la secolaritą, l'organicitą, nella costante collaborazione con i rispettivi Pastori. Sono questi i tratti essenziali che definiscono il volto dell'Azione Cattolica, pur con sigle e denominazioni diverse, in tante parti del mondo.

Se qualche volta il passo delle Comunitą in cui operate dovesse sembrarvi lento o faticoso, non scoraggiatevi, ma anzi raddoppiate il vostro amore ed il vostro sforzo per rendere con la vostra santitą di vita e col vostro slancio apostolico sempre pił splendida l'immagine della Chiesa.

422 In tale missione di umili servitori dell'unitą del popolo di Dio, ispiratevi costantemente agli esempi ed agli insegnamenti dei Santi e del Beati che si sono formati nell'ambito della vostra Associazione: penso in particolare ai santi martiri Messicani, ai beati Pier Giorgio Frassati, Gianna Beretta Molla, Pierina Morosini, Antonia Mesina e Suor Gabriella dell'unitą.

Vi accompagni e protegga Maria, la Vergine Immacolata, che a titolo speciale vi onorate di invocare come Madre e Regina dell'Azione Cattolica.

4. Č per me una grande gioia dare il benvenuto al Cardinale Thomas Winning e ai Vescovi, ai sacerdoti e ai seminaristi riuniti a Roma per le celebrazioni del IV centenario della Fondazione del Pontificio Collegio Scozzese. Grato a Sua Eminenza per le cordiali parole che mi ha rivolto, sono anche lieto di estendere un affettuoso saluto al Segretario di Stato per la Scozia e al Primo Ministro cosģ come ad altri illustri visitatori e benefattori che onorano questa occasione con la loro presenza.

Č stato esattamente quattrocento anni fa, durante l'anno giubilare 1600, che Papa Clemente VIII, con la Bolla In supremo militantis ecclesiae, creņ il Collegio in un periodo di sconvolgimenti politici e religiosi nel vostro Paese. In questo anniversario, mi unisco a voi nel rendere grazie per tutto ciņ che il Collegio ha rappresentato per la Chiesa in Scozia e in particolare per le numerose generazioni di sacerdoti formati nel Collegio che si sono dedicati generosamente al servizio di Dio e del suo popolo.

Il loro esempio dovrebbe essere fonte di ispirazione per voi, attuale generazione di studenti, mentre vi preparate a proclamare il Vangelo alle persone del nostro tempo. Lo fate, consapevoli delle sfide e delle difficoltą contemporanee, ma nella convinzione che Gesł Cristo, che č "lo stesso ieri, oggi e sempre" (
He 13,8), č l'unica risposta pienamente soddisfacente ai profondissimi desideri del cuore umano.

Durante gli anni che trascorrerete a Roma, in questa cittą resa santa dal sangue dei martiri e dalla vita di molti altri uomini e donne santi, vi incoraggio a seguire il loro esempio sviluppando una profonda intimitą con il Signore e divenendo uomini di intensa preghiera. Nei vostri studi, cercate sempre la veritą e la saggezza che vi permetterą di rispondere alle domande fondamentali che sorgono nella vita delle persone. Siate sempre infiammati dall'amore di Gesł Cristo cosicché il vostro esempio condurrą gli altri a Lui e al suo Regno.

Il compito del Pontificio Collegio Scozzese all'alba del nuovo millennio consiste nel procedere con fiducia, compiendo la missione di formare sacerdoti "secondo il cuore di Cristo", pieni di zelo per la diffusione del Vangelo. Il suo passato eccellente deve incoraggiarvi a assicurare un futuro ancor pił glorioso! Affido voi, le vostre famiglie e tutta la Chiesa in Scozia all'intercessione di sant'Andrea e di santa Margaret e alla protezione di Maria, Madre dei sacerdoti.

5. Ringraziando l'Arcivescovo Franēois Xavier Nguyźn van Thuān per le cordiali parole che mi ha rivolto questa mattina, accolgo con affetto lui e i partecipanti al seminario organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e da altre agenzie cattoliche sul tema Dalla riduzione del debito alla riduzione della povertą.

Nel messaggio che vi ho rivolto, ho sottolineato la necessitą di assicurare che gli sforzi compiuti in questo anno giubilare per trovare soluzioni al pesante fardello del debito estero dei Paesi pił poveri non cessino, ma continuino a recare frutti negli anni a venire. Non possiamo permettere che la fatica o l'inerzia indeboliscano il nostro impegno quando č a repentaglio la vita dei pił poveri nel mondo.

Il Giubileo si incentra sulla persona di Gesł Cristo. Che Egli possa giungere per predicare "ai poveri la buona novella" (Mt 11,5), assistervi nelle riflessioni e rafforzarvi nella speranza! Che Dio onnipotente benedica abbondantemente voi e le vostre famiglie.

Per ultima cosa, ma non meno importante, estendo un saluto speciale alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, presenti con un gruppo di malati e disabili di cui si prendono cura. Cari amici, che il Signore sia il vostro conforto, la vostra forza e la vostra gioia.

423 6. Il mio affettuoso pensiero si rivolge ora a voi, care Suore Ancelle dell'Incarnazione, che in questo Anno Santo ricordate con gioia il cinquantesimo anniversario di fondazione del vostro Istituto. Tale provvidenziale coincidenza non soltanto pone in luce il legame della vostra Famiglia religiosa con la celebrazione di questi due Giubilei, ma soprattutto ripropone la centralitą del Mistero dell'Incarnazione, al quale si ispira la vostra spiritualitą ed il vostro apostolato.

Seguendo gli esempi e gli insegnamenti del Camilliano Padre Primo Fiocchi e di Madre Annunziata Montereali, la vostra Congregazione si impegna infatti a vivere umilmente nella Chiesa e per la Chiesa, mostrando al mondo attuale l'immagine del Verbo Incarnato e scoprendo nel volto di ogni uomo il volto stesso di Cristo. L'efficacia della vostra azione aposolica scaturisce dalla contemplazione di Cristo, Verbo incarnato, che ha preso su di sé la condizione umana, umiliandosi fino alla Croce.

Consapevoli dell'attualitą del vostro carisma, voi avete portato il messaggio dell'Incarnazione oltre che in varie zone d'Italia, dove da tempo siete impegnate nella catechesi, nella formazione dei ragazzi e nell'assistenza a malati ed anziani, anche in altri Paesi, aprendovi ad un promettente orizzonte missionario. Il Signore renda fecondo questo impegno apostolico. Auspico di cuore che la celebrazione del cinquantesimo di fondazione, nel contesto dell'Anno giubilare, vi rafforzi specialmente nella contemplazione del Verbo incarnato e nel desiderio di servire il Figlio di Dio nei fratelli, in particolare quelli pił poveri e sofferenti.

7. Carissimi Fratelli e Sorelle! Nel rinnovare a tutti voi qui presenti il mio vivo ringraziamento per l'odierno incontro ed i miei pił cordiali auguri per le vostre attivitą apostoliche, formative e di solidarietą, faccio voti affinché la celebrazione del Grande Giubileo dell'Anno Duemila susciti in ciascuno un pił ardente zelo spirituale ed una coraggiosa testimonianza evangelica.

Con tali sentimenti, su tutti invoco la celeste protezione della Vergine Immacolata, Madre del Verbo Incarnato, e di cuore imparto a voi ed alle vostre Comunitą una speciale Benedizione Apostolica.




AI SOCI DEL "SERRA INTERNATIONAL"


Giovedģ, 7 Dicembre 2000

Cari soci del «Serra International»!


1. Sono lieto di vivere con voi questo intenso momento spirituale, in occasione del vostro pellegrinaggio giubilare alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo.

Saluto Monsignor Justin Francis Rigali, Arcivescovo di Saint Louis, e lo ringrazio per le cordiali parole che mi ha rivolto a vostro nome. Estendo il mio saluto a tutti voi, che siete qui convenuti da varie nazioni.

Voi portate in questa celebrazione il segno spirituale che vi contraddistingue: mi riferisco alla percezione particolarmente viva dell'esistenza cristiana come «vocazione». "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi..." (Jn 15,16): questa parola rivolta da Cristo agli Apostoli si estende ad ogni battezzato. Dobbiamo averne consapevolezza gioiosa e grata. Venendo ad implorare la grazia giubilare, voi siete venuti appunto ad aprirvi con nuova disponibilitą alla chiamata fondamentale ricevuta nel battesimo, rinnovando la scelta radicale di coerenza cristiana e di santitą.

2. Al tempo stesso, questa chiamata vi spinge verso gli altri; č una chiamata essenzialmente «missionaria», come voi avete appreso alla scuola del Beato Junģpero Serra, il grande e vangelizzatore della California. In particolare, ponendovi sulle sue orme, avete fatta vostra l'ansia del cuore di Cristo: "La messe č molta, ma gli operai sono pochi!" (Mt 9,37 Lc 10,2). Come non sentire tutta l'attualitą e l'urgenza di questa parola? L'orizzonte della «messe di Dio» č davvero sconfinato, soprattutto se guardiamo non solo alle esigenze pastorali interne alla Chiesa, ma anche all'immenso numero di persone ancora in attesa del primo annuncio del Vangelo. Nel complesso scenario del nostro tempo, all'inizio di un nuovo millennio, dobbiamo saper decifrare la richiesta di senso - reale anche se a volte «muta» - che serpeggia nella societą. C'č un bisogno inespresso di Cristo che sale dai giovani, dalla cultura, dalle stesse grandi «sfide» di ordine etico e sociale. Per venire incontro a questo bisogno, la Chiesa deve diventare tutta «ministeriale», una comunitą di annunciatori e testimoni, ricca di operai per la «messe di Dio».

424 3. In realtą gli «operai» se li sceglie Dio stesso, il «Padrone della messe», chiamando le persone con una decisione sempre gratuita e sorprendente. E tuttavia, nel mistero dell'alleanza che egli ha stabilito con noi, siamo invitati a «cooperare» con la sua provvidenza utilizzando la grande forza da lui posta nelle nostre mani: la preghiera! E' quello che Gesł ci ha chiesto: "Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe!".

Per questo, cari Serrani, impegnati in modo speciale sul terreno delle vocazioni, non dimenticate mai che il vostro dev'essere innanzitutto un impegno di preghiera, un impegno costante, insistente, fiducioso. La preghiera muove il cuore di Dio, e pertanto č la grande «leva» per risolvere il problema vocazionale. Al tempo stesso, la preghiera per le vocazioni č una grande scuola di vita, come ho avuto modo di sottolineare recentemente: "Pregando per le vocazioni si impara a guardare con sapienza evangelica al mondo ed ai bisogni di vita e di salvezza d'ogni essere umano; si vive inoltre la caritą e la compassione di Cristo verso l'umanitą ..." (Messaggio per la XXXVIII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 14 settembre 2000, n. 6).

4. Accanto alla preghiera, la pastorale per le vocazioni richiede un impegno costante di sensibilizzazione e testimonianza, perché la chiamata di Dio trovi nelle persone pronto ascolto e generosa corrispondenza. E' quanto voi cercate di fare dedicandovi alla diffusione di un'autentica cultura vocazionale.

E' urgente che la comunitą cristiana ne abbia sempre maggiore coscienza: il problema delle vocazioni rappresenta non solo una questione «organizzativa», ma un aspetto rilevante del «mistero» ecclesiale. Nelle vocazioni, infatti, č in gioco il senso della Chiesa come Corpo di Cristo, plasmato e animato dallo Spirito con la ricchezza dei suoi doni. Ce lo ha ricordato il Concilio Vaticano II: "Nell'edificazione del Corpo di Cristo vige una varietą di membra e di funzioni. Uno č lo Spirito, il quale distribuisce i suoi vari doni per l'utilitą della Chiesa, a misura della sua ricchezza e delle necessitą dei ministeri" (Lumen gentium
LG 7). In seno al Popolo di Dio ciascuno ha la sua «missione». Le esigenze della «messe di Dio» sono tante, e c'č pertanto bisogno che cresca il senso ministeriale di tutti i membri del popolo di Dio. Significativi sono i doni e i compiti che riguardano l'animazione cristiana dell'ordine temporale, di cui sono investiti soprattutto i laici. Ma una rilevanza tutta loro rivestono i ministeri orientati alla guida e allo sviluppo della comunitą ecclesiale, cioč quelli «ordinati».

5. In questo quadro ecclesiale si colloca, cari Serrani, il vostro impegno per la pastorale vocazionale. Dedicandovi ad essa, voi fate in modo che il problema delle vocazioni non rimanga un assillo dei soli Pastori, ma trovi riscontro nella sensibilitą di tutti, coinvolgendo in particolare le famiglie e gli educatori. E questo č di vitale importanza.

Continuate a dare a tal fine il vostro contributo, in piena sintonia con i vostri Vescovi. Siate persone di comunione, ponendovi con affetto operoso accanto ai sacerdoti. Venite incontro, con la caritą che vi distingue, alle esigenze delle vocazioni povere. Il bene che da questo rifluisce sulla Chiesa sarą pegno di abbondanti doni celesti, che volentieri invoco su ciascuno di voi e sul vostro movimento per la materna intercessione di Maria, Vergine Immacolata.

Con tali sentimenti, tutti di gran cuore vi benedico.



PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


PER LA SOLENNITĄ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE


DELLA B.V. MARIA


Piazza di Spagna, 8 dicembre 2000




1. Si rinnova oggi, otto dicembre,
il devoto pellegrinaggio dei romani,
in questa storica Piazza di Spagna,
425 nella quale il beato Pio IX volle innalzare nel 1856
questo monumento mariano a ricordo
della promulgazione del dogma dell'Immacolata Concezione.

Rendiamo omaggio a Maria Santissima
preservata fin dal primo istante
dal contagio della colpa originale
e da ogni altra ombra di peccato,
in virtł dei meriti del Figlio suo Gesł Cristo,
unico nostro Redentore.

Come ogni anno, mi unisco volentieri
a questo tradizionale omaggio floreale,
426 simbolo eloquente di un corale affidamento
al Cuore Immacolato della Madre del Signore.

2. Nel contesto del Grande Giubileo,
risuona con singolare risalto la veritą di fede
che la Chiesa oggi professa e proclama:
"Io porrņ inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerą la testa " (
Gn 3,15).

Profetiche parole di speranza,
risuonate agli albori della storia!
Esse annunciano la vittoria che Gesł, "nato da donna" (Ga 4,4),
427 avrebbe riportato su satana, principe di questo mondo.
"Ti schiaccerą la testa": la vittoria del Figlio
č vittoria della Madre, l'Immacolata Serva del Signore,
che per noi intercede quale avvocata di misericordia.
Questo č il mistero che oggi celebriamo;
questo l'annuncio che con fede rinnoviamo
ai piedi di questa colonna mariana.

Roma, culla di storia e di civiltą,
scelta da Dio quale sede di Pietro e dei suoi successori,
terra santificata da numerosi martiri e testimoni della fede,
allarga quest'oggi le sue braccia al mondo intero.

428 Roma, centro della fede cattolica, si fa voce
del popolo cristiano sparso per i cinque continenti
e proclama con fede gioiosa:
in Te, Maria, ha vinto l'Amore.

3. "Io porrņ inimicizia tra te e la donna ...".
In queste misteriose parole del Libro della Genesi
non č forse condensata la veritą drammatica
di tutta la storia dell'uomo?
Trentacinque anni fa, al termine dei suoi lavori,
il Concilio Ecumenico Vaticano II ricordava
che la storia č, nella sua realtą profonda, teatro
429 di "una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre;
lotta cominciata fin dall'origine del mondo,
che durerą come dice il Signore,
fino all'ultimo giorno" (Gaudium et spes
GS 37).

In questo scontro senza tregua
si trova inserito l'uomo, ogni uomo,
che "deve combattere senza soste
per poter restare unito al bene,
né puņ conseguire la sua interiore unitą
se non a prezzo di grandi fatiche,
con l'aiuto della grazia di Dio" (ivi).

430 4. Vergine Immacolata, Madre del Salvatore,
i secoli parlano della tua materna presenza
a sostegno del popolo pellegrinante sui sentieri della storia.
Verso di Te alziamo i nostri occhi
e Ti chiediamo di sorreggerci
nella lotta contro il male e nell'impegno per il bene.
Conservaci sotto la tua materna tutela,
Vergine tutta bella e tutta santa!
Aiutaci ad avanzare nel nuovo millennio
rivestiti di quella umiltą che ha reso Te
prediletta agli occhi dell'Altissimo.
431 Non vadano dispersi i frutti di quest'Anno giubilare!

Nelle tue mani poniamo il futuro che ci attende,
invocando sul mondo intero la tua costante protezione.
Per questo, come l'apostolo Giovanni,
vogliamo prenderti nella nostra casa (cfr
Jn 19,27).

Resta con noi, Maria,
resta con noi in ogni tempo!
Ora pro nobis, intercede pro nobis,
ad Dominum Iesum Christum!

Amen.

UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II


AI PARTECIPANTI A DIVERSI PELLEGRINAGGI GIUBILARI


Sabato, 9 dicembre 2000




432 Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con grande gioia vi accolgo quest'oggi, all'indomani della solennitą dell'Immacolata Concezione di Maria, e vi ringrazio della vostra gentile visita. Voi siete venuti per varcare la Porta Santa e celebrare il vostro Giubileo. Porgo a ciascuno il mio cordiale saluto, lieto di condividere con voi la gioia dell'incontro con il Signore.

Il mio pensiero va innanzitutto ai numerosi pellegrini provenienti da varie parrocchie d'Italia. In particolare, saluto i fedeli di Grumo Nevano.Carissimi, nell'odierna societą, segnata da rapidi e profondi mutamenti sociali e culturali, sia vostra cura aggiornare costantemente la vostra formazione religiosa, approfondendo i contenuti della fede. Crescete inoltre nella conoscenza e nella comunione con il Signore, intrattenendo con Lui un intenso rapporto personale, fatto di ascolto della sua parola e di autentica preghiera. Potrete cosģ essere pronti a rispondere senza esitazioni a chi vi domanda ragione della vostra adesione a Cristo, Redentore di ogni uomo e di tutto l'uomo.

2. Penso ora con affetto a voi, cari Membri della Cooperativa Radio Taxi Trentacinque-Settanta di Roma ed a coloro che a voi si sono uniti da varie Nazioni d'Europa per celebrare uno speciale Giubileo dei taxisti e degli auto-trasportatori. Siete venuti insieme alle vostre famiglie. Grazie per la vostra presenza, grazie per i significativi doni che recate. Voi svolgete un importante servizio alla collettivitą e trascorrete non poche ore della vostra giornata sui mezzi che conducete. La vostra attivitą lavorativa vi pone a contatto costante con la gente; potete cosģ conoscere i vari volti della societą, raccogliendo non di rado le confidenze dei passeggeri. Siate sempre pronti ad ascoltare con cortesia e pazienza, sforzandovi di trasmettere serenitą a quanti incontrate. Voi potete svolgere un prezioso servizio di evangelizzazione, se saprete comunicare ai vostri interlocutori la gioia della vostra fede e del vostro impegno cristiano. Perché ciņ avvenga, non tralasciate di crescere voi stessi nella conoscenza di Cristo e del suo Vangelo. In ogni persona che accostate cercate di riconoscere un fratello da amare e da servire.

3. Rivolgo ora la mia parola alla Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontariato. Carissimi, al termine dell'annuale Assemblea generale, avete voluto recarmi il vostro deferente saluto. Vi ringrazio per la vostra presenza e per il vostro cordiale gesto.

La vostra benemerita attivitą a favore dei Paesi in via di sviluppo scaturisce da un profondo desiderio di mettere in pratica il Vangelo della caritą. In tale contesto, la vostra opera si qualifica come una peculiare vocazione laicale a servizio non solo dell'annuncio cristiano, ma anche della dignitą di ogni persona e dello sviluppo dei popoli del mondo. Mentre mi rendo interprete della gratitudine ecclesiale per la vostra generosa disponibilitą, incoraggio i soci dei 52 organismi che compongono la vostra Federazione a proseguire con entusiasmo le iniziative di sensibilizzazione per gli obiettivi che vi siete prefissati ed a perseverare con spirito evangelico nella vostra attivitą a favore di tanti fratelli e sorelle bisognosi. Accompagno il mio augurio con l'assicurazione di un particolare ricordo nella preghiera.

4. Saluto poi i Membri dell'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, convenuti a Roma per la celebrazione del loro Giubileo. Carissimi, la vostra benemerita associazione si propone la conoscenza, l'attuazione e la diffusione della dottrina sociale della Chiesa, contribuendo alla costruzione di una societą pił giusta e fraterna attraverso la formazione cristiana e professionale dei Soci e la collaborazione tra i soggetti dell’impresa. Accogliendo l'appello giubilare alla conversione, alla giustizia ed alla caritą, avete voluto offrire alla Diocesi di Roma il nuovo complesso parrocchiale di Santa Maria della Presentazione nel quartiere romano di Boccea. Grazie per questo nobile gesto di fattiva collaborazione alla missione evangelizzatrice del Vescovo di Roma, che suggella il lungo e benemerito impegno del vostro Sodalizio nel mondo imprenditoriale e nella societą italiana.

L'evento giubilare costituisca una rinnovata esperienza di fede e di grazia ed offra a ciascuno dei Soci della vostra Unione rinnovate motivazioni per rendere le imprese comunitą sempre pił capaci di promuovere un benessere giusto, frutto della congiunta ricerca di obiettivi economici, di valori morali e di solidale attenzione alle esigenze dei giovani e dei poveri.

5. Einen herzlichen Gruß entbiete ich den Notaren, die aus siebzehn verschiedenen Ländern Europas in die Ewige Stadt gepilgert sind. Ich freue mich, daß ihr im Rahmen eurer Wallfahrt auch dem Nachfolger Petri begegnen wollt, und danke dem Präsidenten der Österreichischen Notariatskammer für die geistliche Initiative im Heiligen Jahr.

Eure Arbeit steht im Dienst der Staatsbürger, um ihr Verhältnis untereinander ins rechte Gleichgewicht zu bringen. Möge diese Wallfahrt dazu dienen, diese hohe Aufgabe zum Wohle der Menschen zu erfüllen.

Dazu erteile ich euch gern den Apostolischen Segen.

433 Ą vous tous, Notaires de différents pays européens en pčlerinage dans la Ville éternelle, j’adresse mes salutations cordiales. Je vous salue également, pčlerins de la Région apostolique Provence-Méditerranée, venus de France accomplir une démarche jubilaire. Puisse le temps de l’Avent źtre pour vous et pour tous les disciples du Christ une occasion de vivre plus intensément la célébration de l’Incarnation du Seigneur, en gardant les yeux fixés sur le mystčre du salut ! Ą tous, j’accorde de grand coeur la Bénédiction apostolique !

6. Z radoscia witam Wspólnote Wyzszego Seminarium Duchownego z Tarnowa - wychowawców, profesorów, studentów. Przybyliscie do Wiecznego Miasta wraz z waszym Pasterzem ksiedzem biskupem Wiktorem Skworcem, jako pielgrzymi Roku Jubileuszowego, aby odnowic sie duchowo i zyskac laski zwiazane z tym Jubileuszem.

Rzym jest w szczególny sposób naznaczony obecnoscia swietego Piotra. Tu jest Piotr! Te slowa wypowiada sie w tym Miescie od dnia meczenskiej smierci Tego, który z woli Jezusa Chrystusa stal sie skala. W poblizu Cezarei Filipowej Szymon, syn Jony, którego Pan nazwal Piotrem, zlozyl owo wyznanie wiary, na którym jak na opoce, buduje sie Kosciól - «Ty jestes Mesjasz, Syn Boga zywego» (
Mt 16,16). Na tej wierze Piotra, mocnej jak skala, opiera sie wiara Kosciola, a zatem i nasza wiara. On pierwszy razem ze swym bratem Andrzejem zostal powolany do poslugi rybaka ludzi (por. Mk 1, 16-18). To on, w sposób tak bardzo prosty, a zarazem wzruszajacy trzykrotnie wyznal milosc wobec zmartwychwstalego Jezusa, zanim zostala mu powierzona wladza nad calym Kosciolem: «Pas owce moje!» (por. J 21, 15-19).

7. Drodzy Alumni, Chrystus obecny w Kosciele, jedyny Odkupiciel czlowieka, wzywa po dzien dzisiejszy, tak jak kiedys Piotra i pozostalych Apostolów do pójscia za Nim. Scena z powolaniem Andrzeja i jego brata Szymona Piotra w jakims sensie powtarza sie nieustannie w historii czlowieka. Chrystusowe slowa: «przyjd i chod za Mna» (por. Mt Mt 19,21), uslyszal równiez w glebi swej duszy kazdy z was i to wezwanie nosi w sercu, nim zyje i nim sie codziennie umacnia.

Kazde chrzescijanskie powolanie pochodzi od Boga, jest Bozym darem. Ale powolanie kaplanskie stanowi jakis szczególny dar laski, dar nieogarnionej Bozej milosci wzgledem czlowieka. Bardzo gleboko te praw-de wyrazil swiety Jan w slowach: «Nie wyscie Mnie wybrali, ale Ja was wybralem» (J 15, 16). W odpowiedzi na ten dar winnismy okazywac Bogu nieustanna wdziecznosc i gotowosc calkowitego oddania sie sprawie glosze-nia Ewangelii. Niech swiadomosc tego szczególnego wybrania mobilizuje was do troski o wlasne uswiecenie. Kaplanstwo, do którego sie przygotowujecie, winno byc dla was szczególna droga do swietosci, do zycia w wewnetrznej jednosci z Jezusem Chrystusem, bo tylko ten «kto trwa w Nim, przynosi owoc obfity» (por. J 15, 5). «Swietosc - jak napisalem w Adhortacji apos-tolskiej Pastores dabo vobis - jest zazyloscia z Bogiem, jest nasladowa-niem Chrystusa ubogiego, czystego i pokornego; jest bezgranicznym umilo-waniem ludzi i oddaniem sie ich prawdziwemu dobru; jest miloscia Kosciola, który jest swiety i pragnie, bysmy i my byli swieci, bo taka jest misja, jaka powierzyl mu Chrystus. Kazdy z was musi byc swiety, by pomagac takze braciom w realizowaniu ich powolania do swietosci» (n. 33).

8. Przybywacie w pielgrzymce do Wiecznego Miasta, aby u Grobu apostola Piotra zawierzyc Chrystusowi cala swoja przyszlosc i oprzec ja niejako na skale jego wiary i milosci. Umocnieni wewnetrznie i napelnie-ni laska, bedziecie mogli z jeszcze wieksza gorliwoscia i wspanialomysl-noscia odpowiedziec na dar powolania kaplanskiego. Na wasza posluge slowa i sakramentów, na wasze przewodnictwo na drodze do domu Ojca czekaja ludzie, zarówno w naszej Ojczynie jak i poza jej granicami. Diecezja Tarnowska cieszy sie wielka liczba kaplanów i powolan kaplanskich. Semi-narium Tarnowskie jest seminarium wyjatkowym pod wzgledem liczby kan-dydatów przygotowujacych sie w nim do kaplanstwa. Jest to wielka laska, za która winnismy goraco dziekowac Panu zniwa, ale jest to równiez i zobo-wiazanie dla waszej Diecezji, z którego wywiazuje sie bardzo dobrze. Od 25 lat kaplani Diecezji Tarnowskiej glosza Dobra Nowine na kontynencie afry-kanskim. Misyjny zapal zaprowadzil ich do krajów Ameryki Poludniowej, na Bialorus, Ukraine, az po Kazachstan. Niech ich przyklad bedzie dla was zacheta do podjecia tej wielkiej misji gloszenia Chrystusa wszystkim ludom.

9. Drodzy Alumni, zycze wam, abyscie byli wierni swemu powolaniu do konca zycia. Niech serca wasze wypelnia zawsze radosc i mlodzienczy entuzjazm. Wykorzystujcie dobrze czas, czyniac postepy wzorem Jezusa - «w madrosci i lasce u Boga i u ludzi» (por. Lk 2, 52). Budujcie wytrwale seminaryjna wspólnote na fundamencie braterstwa, modlitwy, rozwazania slowa Bozego i Eucharystii. Swiat was potrzebuje. Potrzebuje waszej swietosci i waszego autentycznego chrzescijanskiego swiadectwa. Niescie Ewangelie do ludzi naszych czasów, którzy chetniej sluchaja swiadków niz nauczycieli i sa bardziej wrazliwi na zywy przyklad niz na slowa. Polecam Bogu w modlitwie wszystkich tu obecnych i kazdego z osobna, a takze wa-szych rodziców, wychowawców i profesorów. Zawierzam was opiece Matki Najswietszej. Niech Ona towarzyszy wam na drodze przygotowania do ka-planstwa i wspomaga w realizacji kaplanskiego powolania.

Calej Wspólnocie Wyzszego Seminarium Duchownego w Tarnowie z serca blogoslawie.

Traduzione del saluto in lingua polacca:

Saluto con gioia la Comunitą del Seminario Maggiore di Tarnów: gli educatori, i professori, gli studenti. Siete giunti nella Cittą Eterna insieme al vostro Pastore Mons.Wiktor Skworc, come pellegrini dell’Anno Giubilare, per rinnovarvi spiritualmente e per ottenere le grazie unite a questo Giubileo.

Roma č segnata in modo particolare dalla presenza di San Pietro. Qui c’č Pietro! Tali parole vengono pronunciate in questa Cittą sin dal giorno della morte per martirio di colui che per volontą di Cristo č divenuto la pietra. Nei pressi di Cesarea di Filippo, Simone, figlio di Iona, dal Signore chiamato Pietro, fece quella professione di fede su cui, come su una pietra, viene edificata la Chiesa: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). E’ proprio su questa fede di Pietro, forte come una roccia, che si basa la fede della Chiesa, e dunque anche la nostra fede. Egli per primo, insieme al suo fratello Andrea era stato chiamato al servizio di pescatore di uomini (cfr Mc 1,16-18). Fu lui a confessare, in modo cosģ semplice ed insieme commovente, per tre volte l’amore verso Gesł risorto, prima che gli fosse affidato il potere su tutta la Chiesa: "Pasci le mie pecorelle" (cfr Jn 21,15-19).

434 7. Cari Alunni, Cristo presente nella Chiesa, unico Redentore dell’uomo, chiama fino ai nostri giorni a seguirlo, come una volta chiamņ Pietro e gli altri Apostoli. La scena della vocazione di Andrea e del suo fratello Simon Pietro in un certo senso si ripete incessantemente nella storia dell’uomo. Ognuno di voi ha udito anche nel profondo del suo animo le parole di Cristo: "Vieni e seguimi" (cfr Mt 19,21) e porta nel suo cuore tale chiamata, di essa vive e con essa si rafforza ogni giorno.

Ogni vocazione cristiana proviene da Dio, č dono di Dio. Ma la vocazione sacerdotale costituisce un particolare dono della grazia, il dono dell’ineffabile amore di Dio verso l’uomo. San Giovanni ha espresso molto profondamente questa veritą con le parole: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" (Jn 15,16). In risposta a un tale dono dovremmo dimostrare a Dio una costante gratitudine e la disponibilitą di donarci senza riserve alla causa dell’annunzio del Vangelo. Che la consapevolezza di questa speciale elezione vi mobiliti alla sollecitudine per la vostra santificazione. Il sacerdozio a cui vi state preparando dovrebbe essere per voi un particolare cammino verso la santitą, verso la vita di intima unione interiore con Gesł Cristo, poiché soltanto "chi rimane in Lui, fa molto frutto" (cfr Jn 15,5). Come ho scritto nell’esortazione apostolica Pastores dabo vobis: "La santitą č intimitą con Dio, č imitazione di Cristo, povero, casto e umile; č amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; č amore alla Chiesa che č santa e ci vuole santi, perché tale č la missione che Cristo le ha affidato. Ciascuno di voi deve essere santo anche per aiutare i fratelli a seguire la loro vocazione alla santitą" (n. 33).

8. Giungete in pellegrinaggio nella Cittą Eterna per affidarvi a Cristo, presso la tomba dell’apostolo Pietro; tutto il vostro futuro č in un certo senso fondato sulla roccia della sua fede e del suo amore. Rafforzati interiormente e colmati dalla grazia, potrete con ancor maggiore fervore e generositą rispondere al dono della vocazione sacerdotale. Gli uomini, sia nella nostra Patria che fuori dei suoi confini, attendono il vostro ministero della parola e dei sacramenti, attendono la vostra guida sul cammino verso la casa del Padre. La Diocesi di Tarnów gode di un gran numero dei presbiteri e di vocazioni sacerdotali. Il Seminario di Tarnów č un seminario eccezionale sotto l’aspetto del numero dei candidati che vi si preparano al sacerdozio. Questa č una grande grazia per la quale dovremmo ringraziare con ardore il Padrone della messe, ma ciņ č anche un compito per la vostra Diocesi, che essa adempie molto bene. Da venticinque anni i sacerdoti della Diocesi di Tarnów annunziano la Buona Novella nel continente africano. Lo zelo missionario li ha condotti ai paesi del Sud America, in Bielorussia, in Ucraina, fino al Kazakhistan. Il loro esempio sia per voi un incoraggiamento ad intraprendere questa grande missione di annunciare Cristo a tutti i popoli.

9. Cari Alunni, vi auguro di essere fedeli alla vostra vocazione fino al termine della vita. Siano i vostri cuori sempre colmi di gioia e di giovanile entusiasmo. Fate un buon uso del tempo, progredendo, sull’esempio di Cristo, "in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini" (cfr Lc 2,52). Costruite con perseveranza la comunitą del Seminario sul fondamento della fraternitą, della preghiera, della meditazione della parola di Dio e dell’Eucaristia. Il mondo ha bisogno di voi. Ha bisogno della vostra santitą e della vostra autentica testimonianza cristiana. Portate il Vangelo agli uomini dei nostri tempi, i quali pił volentieri danno ascolto ai testimoni che ai maestri e sono pił sensibili ad un esempio vivente che alle parole. Raccomando a Dio nella preghiera tutti e ciascuno di voi qui presenti, ed anche i vostri genitori, educatori e professori. Vi affido alla protezione della Madre Santissima. Vi accompagni Lei sul cammino della preparazione al sacerdozio e vi sostenga nella realizzazione della vocazione sacerdotale.

Benedico di cuore tutta la Comunitą del Seminario Maggiore di Tarnów.

10. Il mio cordiale benvenuto va, infine, ai numerosi gruppi di pellegrini che partecipano a questo nostro incontro. Penso specialmente all'Associazione delle Famiglie e dei portatori di spina bifida ed idrocefalo, ai Dirigenti ed ai Soci dell'Associazione Nazionale Agenti di Assicurazione, ai Membri dell'Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali, ai Tecnici e Giocatori della Societą Basket Roma, ai Rappresentanti dell'Associazione Conciatori, agli Alpini di Martinengo ed al Coro Alpini di Lauzacco, al Gruppo Operatori Emergenza Radio di Bari ed ai pellegrini del Centro Don Orione di Bergamo. Saluto poi i fedeli provenienti da Messina, Brindisi, Santa Teresa Riva e tutti gli altri gruppi qui presenti.

Carissimi Fratelli e Sorelle, rinnovandovi la mia viva gratitudine per la vostra visita, vi invito a volgere lo sguardo verso Maria, tanto presente in questo tempo di Avvento. La Vergine Immacolata, che con il suo "" all'Angelo Gabriele ha aderito totalmente alla volontą di Dio, vi sostenga nel proposito di rendere fruttuosa la grazia del Giubileo. Vi accompagni anche la mia Benedizione, che volentieri estendo alle vostre famiglie, alle vostre comunitą di provenienza ed a quanti vi sono cari.


GPII Discorsi 2000 419