GPII Discorsi 2000 434


AI MEMBRI DELLA FÉDÉRATION INTERNATIONALE


DE FOOTBALL ASSOCIATION (FIFA)


Lunedì, 11 Dicembre 2000

Signor Presidente,

Signore e Signori,

Con grande piacere vi dò il benvenuto questa mattina in occasione della Riunione del Comitato esecutivo della FIFA. Saluto il Presidente, signor Joseph Sepp Blatter e i suoi vice-presidenti, il Segretario Generale Michel Zen-Ruffinen, i Presidenti delle Confederazioni Internazionali e tutti voi che siete responsabili della supervisione del mondo del calcio, un compito veramente universale.
435 Il calcio è di fatto uno sport mondiale e ora ciò è più evidente che mai dato il grande interesse popolare e giornalistico che lo sport suscita.

La vostra è dunque una responsabilità mondiale con più di duecento Paesi e centoventi milioni di giocatori riuniti nella vostra associazione. Il potere enorme che detenete deve essere utilizzato per il bene della famiglia umana.

Siete sì amministratori, ma anche educatori, poiché lo sport può effettivamente inculcare molti valori elevati quali la lealtà, l'amicizia e lo spirito di squadra. È particolarmente importante ricordarlo in un momento in cui il calcio è diventato un'industria mondiale. È vero che il successo finanziario del calcio può contribuire lodevolmente a sostenere nuove iniziative quali il "Charity project" (progetto caritativo) della FIFA, ma può anche contribuire a diffondere una cultura basata sull'egoismo e sull'avidità. Per questo motivo bisogna sottolineare i valori più nobili dello sport e trasmetterli attraverso gli organismi rappresentati dalla vostra Federazione.

In quanto sport condiviso da persone di diversa estrazione etnica, razziale, economica e sociale, il calcio è uno strumento eccellente per promuovere quella solidarietà tanto necessaria in un mondo profondamente colpito da tensioni etniche e razziali. La "Fair Play Campaign" (Campagna per il gioco corretto) della FIFA è il segno positivo del desiderio di fare la vostra parte nell'utilizzare lo sport per creare un clima di rispetto e comprensione fra le persone.

Lo sport è educativo perché trasforma gli impulsi umani, anche quelli potenzialmente negativi, in buoni propositi. I giovani imparano a competere in maniera sana senza conflitto. Imparano ad entrare in un'arena nella quale il loro antagonista non è il loro nemico. Per questo motivo, esprimo la più sincera speranza che la FIFA continui a tutti i livelli ad affrontare il problema della violenza che danneggia così tanto il gioco.

Infatti il calcio, tanto importante nell'insegnare ad affrontare le grandi sfide della vita, resta un gioco. È una forma di gioco semplice e al contempo complessa, nella quale le persone gioiscono delle meravigliose possibilità della vita umana, fisiche, sociali e spirituali. Sarebbe triste se lo spirito di gioco e la sensazione di gioia presenti in una competizione corretta andassero perduti. Siete i guardiani dello spirito autentico del gioco. Avete scelto come vostro motto: "Per il bene del gioco". Senza dubbio il bene del gioco può essere anche una parte importante del bene del mondo!

Come pegno della presenza dell'Onnipotente accanto a voi in questo compito, invoco su di voi e su chi rappresentate i doni divini di pace e di gioia. Dio vi benedica tutti!

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


IN OCCASIONE DEL 75° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE


DEL PONTIFICIO ISTITUTO DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA




Al Venerato Fratello

ZENON GROCHOLEWSKI

Gran Cancelliere del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana

1. La fausta ricorrenza del 75° anniversario di fondazione del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana mi offre la gradita opportunità di far giungere un saluto cordiale a Lei, al Corpo Docente, ai Collaboratori ed agli Studenti. Desidero altresì manifestare vivo apprezzamento per la preziosa attività culturale svolta dall'Istituto nei trascorsi decenni e tuttora feconda di studi, di incontri, di discussioni e di pubblicazioni.

Voi oggi commemorate con solennità il Motu proprio "I primitivi cemeteri", con il quale il Papa Pio XI, di venerata memoria, istituiva codesto Centro di ricerca e di formazione. Desidero far giungere a tutti voi l'assicurazione della mia spirituale vicinanza e del più caldo incoraggiamento a proseguire nel servizio che svolgete a favore di quanti hanno a cuore la conoscenza e lo studio delle ricche memorie storiche della comunità cristiana.

436 La premurosa sollecitudine, con la quale il mio venerato predecessore, Pio XI, volle, sulla scia di tanti altri Papi, promuovere la custodia e l'approfondimento della vastissima eredità archeologica della Chiesa di Roma, ben si inserisce nel compito dei sacri Pastori di raccogliere con la massima cura le testimonianze di fede e le ricchezze di arte, di liturgia, di teologia, che scaturiscono dal grande fiume della Rivelazione come innumerevoli ruscelli lungo la storia del Cristianesimo. Tale compito assume una particolare valenza in questo inizio di nuovo millennio. La celebrazione del Grande Giubileo dell'incarnazione del Figlio di Dio ha impresso rinnovato vigore alla comunità dei credenti, decisa a proseguire con rinnovata fiducia la sua opera di evangelizzazione a favore dell'intera umanità.

2. "Sanguis martyrum, semen christianorum" affermava Tertulliano (Apol. 50, 13), per indicare come la fecondità dell'adesione incondizionata a Cristo abbia contribuito alla costruzione del magnifico edificio vivente che è appunto la Chiesa. Tale testimonianza, espressasi anche attraverso la multiforme varietà di monumenti letterari, architettonici, pittorici, realizzati in tanti secoli, è eloquente vestigio di innumerevoli "militi ignoti" della grande causa di Dio. La comunità dei fedeli non può lasciare che questo ricco patrimonio spirituale vada perduto.

Mi piace ricordare, a questo proposito, quanto il mio Santo predecessore Damaso, la cui memoria liturgica ricorre oggi, raccomandava ai fedeli: egli li esortava a venerare i luoghi che custodivano le reliquie di coloro che "Christum per astra secuti... aetherios petiere sinus et regna piorum" (Carm.IX, PL 13, 382-383). Conoscere l'eredità delle generazioni cristiane passate permette alle generazioni successive di mantenersi fedeli al depositum ricevuto, così che in ogni tempo e in ogni luogo risuoni l'unico Vangelo che salva e dà vita.

La vasta attività letteraria, culturale ed accademica, come pure l'intensa opera di preservazione e di conoscenza dei monumenti della Roma cristiana, che il vostro benemerito Istituto svolge da ben 75 anni, hanno apportato preziosi contributi alla Chiesa sia in campo liturgico, patristico, agiografico, canonistico, teologico, sia nell'ambito dell'edilizia sacra.

3. Se scopo precipuo dell'Istituto di Archeologia Cristiana è lo studio delle vestigia della vita ecclesiale lungo i secoli, non si può però dimenticare il benefico influsso che esso ha esercitato nell'indagine delle tracce lasciate dalle altre culture antiche, che hanno contribuito alla nascita e al dispiegamento delle forme espressive del cristianesimo dei primordi. L'attività accademica di codesta istituzione è così entrata in un dialogo scientifico serrato con quanti studiano le civiltà del primo millennio cristiano, apportando ulteriori conoscenze e ricevendone preziosi insegnamenti, in un rapporto di osmosi cordiale e feconda. E' mio fervido auspicio che prosegua il clima di sereno confronto dei trascorsi decenni e che contribuisca a far crescere un atteggiamento di ricerca sincera della verità. E' in effetti possibile raggiungere preziosi traguardi scientifici e umani, superando atteggiamenti di superficiale approccio ad eventi e opere che non possono non recare nella loro intima struttura le tracce delle passioni, degli ideali, degli errori e delle concezioni proprie dei loro artefici. E grazie alla libertà, all'onestà, alla perseveranza e all'umiltà del ricercatore odierno si può porre in atto un'indagine capace di raggiungere conoscenze sempre più approfondite di quanto l'antichità ci ha lasciato.

4. Accanto ai risultati scientifici, pur importanti, il vostro Istituto può altresì offrire un proficuo contributo alla conoscenza e all'approfondimento della fede. Lo studio delle "vestigia del Popolo di Dio" facilita in effetti la riflessione sui contenuti della sua fede e sul vivace processo della loro inculturazione lungo l'arco di molti secoli. Da questo appare come la Chiesa sia davvero un segno levato tra le Nazioni, costituita da coloro "che il Signore ha benedetto" (
Is 61,9).

Formulo cordiali voti affinché l'opportuna celebrazione della ricorrenza anniversaria dell'Istituto di Archeologia Cristiana, valido strumento accademico che affianca l'opera della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, sia per le giovani generazioni motivo di rinnovato interesse per lo studio della nobile tradizione che tanti cristiani ci hanno lasciato come testamento della loro adesione a Cristo.

Mentre auguro ogni successo ai promotori, ai relatori ed ai partecipanti di tale significativo evento, affido ciascuno a Maria Madre della Chiesa e di cuore imparto a Lei, Venerato Fratello, ai Presuli, agli studiosi ed a quanti assisteranno alla manifestazione commemorativa una speciale Benedizione Apostolica, pegno della mia costante benevolenza.

Dal Vaticano, 11 dicembre 2000, memoria di S. Damaso Papa.




AI NUOVI AMBASCIATORI


ACCREDITATI PRESSO LA SANTA SEDE


IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE COLLETTIVA


DELLE LETTERE CREDENZIALI


Giovedì, 14 Dicembre 2000

Eccellenze,


437 1. È con piacere che vi do il benvenuto in Vaticano e ricevo le Lettere Credenziali che vi accreditano come Ambasciatori Straordinari e Plenipotenziari dei vostri rispettivi Paesi: Nigeria, Malawi, Kenya, Cipro, India, Eritrea e Ciad. Sono grato per i saluti che mi trasmettete da parte dei Capi di Stato e dei Governi dei vostri Paesi.

Vi chiedo di trasmettere i miei buoni auspici e l'assicurazione delle mie preghiere per la pace e la prosperità dei vostri popoli.

Ci stiamo avvicinando alla fine dell'Anno del Grande Giubileo durante il quale ho voluto risvegliare le coscienze dei cristiani e di tutte le persone di buona volontà sull'importanza di cominciare il nuovo millennio con un rinnovato impegno per l'edificazione di un mondo trasformato, un mondo basato più saldamente su valori morali e umani fondamentali. Dobbiamo sperare che i responsabili del destino dei popoli operino instancabilmente per instaurare rapporti migliori fra individui, regioni e Paesi, ponendo particolare attenzione sulle necessità delle famiglie, delle società e delle culture più deboli. Questo è l'unico modo per creare una società caratterizzata dalla solidarietà e dalla volontà di vivere in armonia.

2. A questo proposito desidero invitare i capi di Governo, le autorità civili e religiose e quanti sono impegnati nel campo dell'educazione a essere edificatori di un'autentica cultura di pace. Come abbiamo potuto osservare fra i partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi qui a Roma nel mese di agosto di quest'anno, i giovani in particolare desiderano vedere il giorno in cui la pace regnerà sulla terra. Non dobbiamo deluderli. Abbiamo la responsabilità di non lasciare loro un mondo nel quale troppo spesso i diritti umani fondamentali vengono ignorati e le tensioni si trasformano in conflitti aperti.

Un passo essenziale in questa direzione è quello di garantire che tutti i bambini e i giovani ricevano l'educazione scolastica necessaria per diventare cittadini responsabili. Questa educazione li aiuterà a riconoscere e osservare la legge che si basa sui principi del diritto naturale e ad avere un atteggiamento di apertura verso gli altri, inclusi quanti sono molto diversi per credo e modi di agire.

All'approssimarsi del nuovo anno la pace è una questione che desta un'urgente preoccupazione a livello internazionale. A questo proposito è opportuno riflettere sugli sforzi delle istituzioni internazionali e sopranazionali per trovare modi per organizzare le realtà sociali ed economiche, per promuovere il dialogo e l'accordo, per risolvere conflitti, in particolare quelli che si protraggono da lungo tempo, causando carestie, povertà, malattie e dislocamento forzato di persone. Possiamo tutti gioire per il recente accordo fra i Governi eritreo ed etiope, sperando che esso inauguri un periodo nuovo di calma e di sollievo in quella parte dell'Africa tanto problematica.

3. L'esperienza vi insegna il significato della diplomazia quale mezzo per superare le crisi che colpiscono molti Paesi del mondo, e l'importanza di una diplomazia della prossimità a sostegno dei negoziati locali. La diplomazia aiuta i processi democratici che permettono ai cittadini di svolgere un ruolo reale nello sviluppo del proprio Paese. Essa assiste le varie parti nel compiere passi che portino al progresso dei negoziati e diano nuova speranza alle persone mentre cercano migliori modelli di vita per se stesse e per i loro figli. Mediante l'uso saggio delle capacità e dell'impegno diplomatici, si realizzano le aspirazioni degli individui, per i quali diviene possibile condurre una vita familiare e personale piena, e assumersi le proprie responsabilità nella società. In questo senso avete la magnifica opportunità di essere autentici artefici di giustizia, pace e armonia nel mondo.

A voi che cominciate a compiere il vostro dovere di rappresentanti diplomatici dei vostri Paesi presso la Santa Sede porgo i miei auguri cordiali. Chiedo all'Onnipotente di benedire voi e i vostri familiari, così come i vostri colleghi e gli abitanti dei Paesi che rappresentate. Che il vostro impegno rechi frutti per il bene di tutti!


AI DIRIGENTI DELL'ENEL


Giovedì, 14 dicembre 2000


Signor Cardinale,
Illustri Signori!

438 1. Nel rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto, sono lieto di esprimere viva gratitudine per questa visita, che quasi suggella il lungo e complesso lavoro del restauro e della nuova illuminazione della Necropoli Vaticana, durato più di due anni.

Ringrazio in modo speciale l'ENEL per aver voluto inserire quest'insigne complesso nel progetto "Luce per l'Arte", che ha previsto oltre cento interventi su alcuni dei più importanti monumenti italiani, tra i quali le quattordici Cattedrali delle più note città della Toscana.

Sono, altresì, riconoscente alla Fabbrica di San Pietro per la perizia dei suoi dirigenti, dei tecnici specializzati e delle qualificate maestranze. La Necropoli Vaticana, che la presenza della Tomba dell'apostolo Pietro rende quasi il cuore sacro dell'Urbe, risplende ora di nuova bellezza. I risultati raggiunti sono stati stabilizzati grazie ad un impianto di regolazione del clima e ad un moderno impianto di illuminazione della Tomba di Pietro e degli edifici sepolcrali ubicati sotto la Basilica Vaticana. Viene in tal modo offerta ai pellegrini ed ai visitatori la visione quasi plastica della prima presenza del Vangelo nella capitale dell'Impero romano e dei frutti di santità da esso suscitati.

Vorrei, inoltre, ringraziarvi per il dono del prezioso volume nel quale, a partire dalla sua Tomba, avete inteso narrare la vicenda terrena del Principe degli Apostoli, illustrandone l'immagine e la memoria, sulla base degli scritti neotestamentari e della ricca iconografia delle varie epoche della storia.

La vicinanza del Natale mi offre l'opportunità di porgere a voi ed alle persone a voi care fervidi voti augurali, che accompagno con una speciale Benedizione, propiziatrice dell'aiuto divino e di ogni desiderato bene.




IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DELL'EVANGELIARIO DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO


E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI


Venerdì, 15 Dicembre 2000




Signor Cardinale,
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di incontrarmi quest'oggi con voi per la presentazione della prima copia dell'edizione dell'Evangeliario in lingua latina, preparato da codesto Dicastero. Rivolgo un cordiale saluto al Signor Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, a Mons. Francesco Pio Tamburrino, Segretario del Dicastero, ai Collaboratori e da quanti,a vario titolo,hanno cooperato alla realizzazione dell'interessante edizione.

Questa felice circostanza ci offre la possibilità di soffermarci a riflettere sul valore della Parola di Dio nella storia della salvezza e sulla sua efficacia nell'attodella proclamazione liturgica. Sin dall'eternità, nel suo imperscrutabile disegno di amore, Dio ha scelto la Parola come veicolo per rivelare se stesso e nella pienezza dei tempi ha voluto presentarsi nella persona del Figlio Gesù Cristo,perché la forza e la potenza stessa della Parola diventasse evento storico-salvifico per tutti. L'eterno mistero di amore per l'uomo, racchiuso nel cuore stesso di Dio, è così svelato in maniera tangibile e sublime nel Figlio prediletto, nel quale il Padre ha stabilito la sua Alleanza per sempre.

439 2. La testimonianza di questa rivelazione, contenuta nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione, è stata affidata dagli Apostoli alla Chiesa intera, la quale ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo (cfr Dei Verbum DV 8,21). La centralità di Cristo nell'economia della salvezza fonda e determina la preminenza stessa che la Chiesa riserva al Vangelo, durante la celebrazione eucaristica, ponendolo al vertice della Liturgia della Parola.

Tale consapevolezza induce tutti e ciascuno ad avere rispetto della Sacra Scrittura e stimola ad una speciale cura e decoro nel prepararne le relative edizioni. Vi esprimo, pertanto, vivo compiacimento per aver voluto approntare un testo così prezioso nella sua fattura,destinato alla proclamazione del Vangelo del Signore in circostanze di singolare rilievo durante l'anno liturgico. Seguendo l'antica consuetudine della tradizione liturgica orientale ed occidentale, e secondo quanto espresso dall'Ordo lectionum Missae, avete raccolto in un unico libro le letture evangeliche relative alle varie ricorrenze e festività, disposte secondo l'ordine liturgico.

3. Auspico che questa nuova iniziativa dia impulso rinnovato all'attività pastorale in ordine all'ascolto e alla ricezionedel messaggio evangelico, favorendo un autentico rinnovamento che, come ho avuto modo di dire in altra occasione,"pone ancora e sempre nuove esigenze: la fedeltà al senso autentico della Scrittura da tenersi sempre presente, specie quando essa viene tradotta nelle differenti lingue; il modo di proclamare la Parola di Dio perché possa essere percepita come tale, l'uso dei mezzi tecnici adatti, l'interiore disposizione dei ministri della Parola, al fine di svolgere bene la loro funzione nell'assemblea liturgica, l'accurata preparazione dell'omelia attraverso lo studio e la meditazione, l'impegno dei fedeli nel partecipare alla mensa della Parola, il gusto di pregare con i Salmi, il desiderio di scoprire il Cristo - come i discepoli a Emmaus - alla mensa della Parola e del Pane" (Vicesimus quintus annus, 8).

Con tali sentimenti, invocando la materna protezione di Maria sul vostro quotidiano servizio alla Chiesa, volentieri imparto a tutti voi una speciale Benedizione Apostolica.




AGLI ARTISTI DEL "CONCERTO DI NATALE IN VATICANO"


Venerdì, 15 Dicembre 2000




Gentili Signori e Signore!

1. Benvenuti e grazie per questa vostra visita. Rivolgo un cordiale saluto a ciascuno di voi, promotori, organizzatori, artisti ed a tutti coloro che, a vario titolo, cooperano alla realizzazione di questo Concerto, giunto ormai alla sua ottava edizione, sotto il suggestivo titolo di "Natale in Vaticano".

Sono particolarmente lieto di accogliervi e di esprimervi il mio apprezzamento per il contributo da voi offerto alla riuscita di questa nobile e benemerita iniziativa che, anche quest'anno, registra l'apporto di numerose e qualificate espressioni artistico-musicali di diversi Paesi.

2. Un motivo in più per ringraziarvi è che, con il vostro contributo, questo speciale concerto intende aiutare il Vicariato di Roma a portare a termine il progetto "50 Chiese per Roma 2000". Si tratta d'un importante impegno per dotare le Comunità parrocchiali, ancora sprovviste, di quelle strutture per il culto e per la catechesi, nonché per le molteplici attività sociali, caritative e sportive, che si rivelano necessarie.

Mi piace qui ricordare come, negli ultimi venti anni, con l'aiuto di molti cittadini e di enti privati e pubblici, la nostra Diocesi ha potuto costruire trentanove complessi parrocchiali, mentre dieci sono in cantiere e di dodici è in corso la progettazione. Esprimo vivo compiacimento per così grande sforzo pastorale ed economico. Questi nuovi complessi parrocchiali, punti di incontro spirituale in una Città in crescente e rapida espansione, rimarranno come segno dell'attenzione della Chiesa per la nuova evangelizzazione. E tutto ciò assume un valore ancor maggiore nel contesto del Grande Giubileo, che ormai si avvia alla sua conclusione.

3. Vorrei approfittare di quest'occasione per formulare ad ognuno di voi fervidi voti augurali per le ormai imminenti festività natalizie. Attraverso la televisione giunga, altresì, il mio affettuoso pensiero a tutti coloro che si uniscono alla vostra manifestazione. Il Bambino Gesù, Figlio della Vergine Maria, che nel mistero del Natale contempliamo nella povertà di Betlemme, rechi gioia, serenità e pace in ogni casa, in ogni famiglia, in ogni città e nel mondo intero. Avvaloro questo auspicio con una speciale Benedizione Apostolica, che volentieri estendo ai vostri cari ed a quanti, attraverso la televisione, prendono parte a quest'evento di grande interesse musicale.

Buon Natale!


AL NUOVO AMBASCIATORE


DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA PRESSO LA SANTA SEDE


IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE


DELLE LETTERE CREDENZIALI


440
Venerdì, 15 Dicembre 2000


Signor Ambasciatore!

1. Nel darLe il mio cordiale benvenuto, accolgo con piacere le Lettere che L'accreditano presso la Santa Sede in qualità di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Croazia. La ringrazio per le gentili parole che ha voluto indirizzarmi, ricordando gli impegni e le speranze del Paese che Ella rappresenta.

Desidero anzitutto far giungere, per il Suo cortese tramite, il mio saluto deferente e cordiale al Signor Stjepan Mesic, Presidente della Repubblica, ed a tutti gli abitanti della terra bella ed ospitale di Croazia, che ho potuto visitare due volte: nel settembre del 1994 e nell'ottobre del 1998. Tali visite sono state occasioni particolari che mi hanno permesso di percepire da vicino la forza spirituale della popolazione croata e la ricca eredità religiosa e culturale che essa possiede. Ciò la rende capace di dare, come Nazione sovrana, un contributo alla costruzione della Comunità internazionale in ordine ad una pace stabile, sulla base dell'uguaglianza effettiva, del rispetto reciproco, della solidarietà operativa nei vari campi sociali, da quello economico e tecnologico a quello culturale e politico.

2. La Croazia, antica e nobile Nazione, da un decennio è entrata a far parte della grande famiglia delle Nazioni europee, che godono della libertà e della democrazia, ed insieme ad esse guarda al futuro con ottimismo e speranza. Le dittature da essa subite nell'ultimo secolo rimangono come monito severo da non dimenticare. Le disastrose conseguenze che così nefaste ideologie hanno prodotto costituiscono un pressante invito a non permettere che si ripetano in futuro, in qualsiasi parte del mondo, simili drammatiche esperienze.

Possano queste pagine di storia, segnate da indimenticabili tragedie umane e sociali, aiutare i Paesi dell'Europa ad essere sempre più consapevoli della necessità di superare insieme il tragico retaggio dei vari totalitarismi, rendendo l'Europa stessa una casa comune, un'area di solidarietà fattiva, permeata dai valori del Vangelo, che ne hanno plasmato la storia. Oggi più che mai le Nazioni europee sono chiamate ad una sempre maggiore collaborazione, segnata da stima reciproca, da comprensione costruttiva e da nobilitante interdipendenza.

3. La Croazia sta camminando sulla strada della democrazia. Si tratta però di un percorso non sempre facile, a causa delle esperienze che hanno segnato il passato e della recente guerra che ha ostacolato l'ordinato progresso del Paese e della Regione. Occorre proseguire sul cammino avviato, dando prova di grande pazienza, saggezza, disponibilità al sacrificio, generosa solidarietà e spirito di riconciliazione. E' impegno che chiama in causa i singoli cittadini, ma ancor di più i governanti. A tutti è chiesta comprensione, costanza, ponderazione per superare le difficoltà e per raggiungere le nobili mete a cui la Croazia aspira.

I progressi dell'ultimo decennio rappresentano un incoraggiamento ad operare per un futuro sempre migliore del Paese. Auspico che tale processo continui, grazie alla solidarietà concreta e generosa dei Paesi più sviluppati. Solo così potranno attuarsi le prospettive di un miglioramento delle condizioni di vita in un quadro di pace stabile e di riconciliazione nazionale, senza la quale una Nazione non può progredire.

4. A tutte le Nazioni d'Europa, piccole o grandi che siano, vanno assicurate libertà e democrazia con pari diritti e doveri. E' questa la strada che conduce verso un futuro di pace stabile e di un autentico sviluppo a beneficio non solo dell'Europa. La democrazia, infatti, non si impone né si improvvisa ma, al contrario, esige educazione e sostegno. Ciò richiede una costante crescita della coscienza civile e sociale e un'ininterrotta partecipazione di tutte le componenti del Paese alla costruzione del bene comune, mai perdendo di vista la verità sull'uomo e sulla donna da Dio creati a sua immagine e somiglianza (cfr
Gn 1,26-27).

La democrazia esige che le strutture dello Stato siano messe a servizio di tutti i cittadini, non solo di singoli gruppi, e che si sviluppi un dialogo stabile tra tutte le componenti politiche e sociali nella ricerca condivisa del bene comune e nel rispetto per tutti e per ciascuno. Chi è chiamato a servire la comunità è tenuto a far riferimento in ogni circostanza ai principi etici ed alle norme morali, su cui deve poggiare ogni società. A questo patrimonio di valori non possono non far riferimento quanti hanno l'onore della rappresentanza politica: essi dovranno impegnarsi costruttivamente per l'effettiva promozione della persona, della famiglia e di tutta la società. Ciò suppone in loro la costante consapevolezza di dover agire come difensori e dispensatori saggi e sapienti del bene comune.

5. Nell'affrontare le non facili sfide del momento attuale, è particolarmente importante che quanti ricoprono responsabilità nell'ambito dell'Amministrazione dello Stato sappiano infondere speranza e fiducia alla popolazione, con una cura più accentuata verso le persone e i ceti più deboli e bisognosi. E' indispensabile tener conto delle legittime e giuste esigenze delle famiglie e dei giovani, sia nell'ambito economico e sociale, sia in quello giuridico e politico; è necessario proteggere la persona e la vita umana, in ogni sua fase, dal suo primo sbocciare fino al tramonto naturale.

441 Le famiglie ed i giovani aspettano con ragione di poter vivere lavorando onestamente per costruire con fiducia un futuro sereno. La dignità del lavoro umano richiede leggi che impediscano abusi e, favorendo un'equa condivisione delle ricchezze, creino un clima generale atto a promuovere l'occupazione, la pace sociale e la realizzazione d'un vero progresso.

6. La Chiesa, per parte sua e restando nell'ambito che ad essa compete, non mancherà di offrire il suo contributo, soprattutto rendendo testimonianza a quei valori che, per loro natura, non sono soggetti al mutare delle circostanze sociali e storiche, perché affondano le loro radici nella realtà stessa dell'uomo. Questo suo servizio va a tutto vantaggio delle persone, delle famiglie e dell'intera società civile.

Nel suo impegno a favore della causa dell'uomo, la Chiesa riconosce vasti campi di collaborazione con lo Stato. In questo quadro, come non ricordare gli Accordi stipulati tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia? Sono strumenti di collaborazione di notevole importanza che, nel rispetto delle autonomie e delle competenze reciproche, contribuiscono a rendere armonioso il rapporto tra la Chiesa e lo Stato a tutto vantaggio dei cittadini croati.

7. Signor Ambasciatore, faccio voti che l'adempimento dell'alto compito affidatoLe possa ulteriormente intensificare i già buoni e cordiali rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia. Le auguro un piacevole soggiorno in questa città di Roma, ricca di storia, di cultura e di fede cristiana. Sono certo che i miei Collaboratori non mancheranno di entrare in contatto con Lei in atteggiamento di aperta disponibilità, per affrontare i problemi e le difficoltà che si presenteranno.

Nell'implorare per Lei, per la Sua distinta Famiglia e per i Governanti del Suo nobile Paese e per tutti i figli e le figlie della diletta Nazione croata l'intercessione della Santissima Madre di Dio, venerata come Advocata Croatiae fidelissima, e di San Giuseppe, Patrono della Croazia, di cuore imparto a Lei, alle persone a Lei care nonché a quanti Ella, in qualità di Ambasciatore, rappresenta la Benedizione Apostolica.




ALLA DELEGAZIONE DELLA CARINZIA (AUSTRIA)


IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DELL’ALBERO DI NATALE


Sabato, 16 Dicembre 2000




1. Con l'albero di Natale, che avete portato dalla vostra patria a Roma, fate a noi tutti un prezioso regalo. Tre anni orsono, avete preso la decisione di donare nel Grande Giubileo dell'anno 2000 l'albero natalizio per Piazza San Pietro. Già in quel tempo la Santa Sede ha accolto l'offerta che oggi si realizza. L'albero di Natale è un saluto eloquente della Regione Federale di Carinzia e della Chiesa di Gurk-Klagenfurt a quanti, in occasione del Santo Natale, si uniscono dalla città di Roma e da tutto il mondo con il centro della cristianità.

Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno realizzato tale regalo. Rivolgo un particolare saluto al venerato Pastore Vescovo Egon Kapellari e a tutti i pellegrini, tra cui si trovano il governatore regionale di Carinzia con una delegazione ufficiale e il sindaco di Gurk con un gruppo del comune.

2. Quando nei giorni scorsi guardavo dalla finestra dello mio studio alla Piazza San Pietro, l'albero mi ha dato spunto ad una elevazione spirituale. Già nella mia patria ho amato gli alberi. Quando li si guarda, essi cominciano in un certo modo a parlare. Un poeta considera gli alberi come dei predicatori con un messaggio profondo: "Essi non predicano dottrine e ricette, ma annunciano la legge fondamentale della vita".

Nella fioritura della primavera, nella maturità dell’estate, nei frutti dell’autunno e nel morire dell’inverno, l’albero racconta il mistero della vita. Perciò gli uomini fin dai tempi antichi hanno preso l’immagine dell'albero per riflettere sulle domande principali della vita.

3. Come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici ancorate nella profondità. Soltanto chi è radicato in terra fertile ha stabilità. Può innalzarsi verso l’alto per accogliere la luce del sole e può, allo stesso tempo, resistere ai venti intorno a lui. Ma chi crede di poter vivere senza fondamento, vive una esistenza incerta che assomiglia a radici senza terra.

442 La Sacra Scrittura ci indica la base in cui possiamo radicare la nostra vita per una solida esistenza. L’Apostolo Paolo ci dà il buon consiglio: "Come alberi che hanno in lui le loro radici tenete ferma la vostra fede, nel modo che vi è stato insegnato" (cfr Col 2,7).

4. L'albero volge il mio pensiero in un'ulteriore direzione. Nelle nostre case e abitazioni vi è la buona usanza di mettere l'albero di Natale accanto al presepio. Come non pensare in questo contesto al paradiso, all'albero della vita, ma anche all'albero della conoscenza del bene e del male? Con la nascita del Figlio di Dio ha avuto inizio la nuova creazione. Il primo Adamo, volendo essere come Dio, ha mangiato dall'albero della conoscenza. Gesù Cristo, il nuovo Adamo, pur possedendo la natura divina, non pensò di valersi della sua eguaglianza con Dio, ma preferì annientare se stesso, prendendo la natura di schiavo e divenendo simile agli uomini (cfr Ph 2,6-7): dalla nascita fino alla morte, dal presepio fino alla croce. Dall'albero del paradiso venne la morte, dall'albero della croce risuscitò la vita. Così l'albero appartiene al presepio, alludendo alla croce, l'albero della vita.

5. Signor Vescovo, cari Fratelli e Sorelle! Esprimo ancora una volta la mia profonda gratitudine per il vostro regalo natalizio. Prendete altresì come dono il messaggio dell'albero, che il salmista ha formulato: "Beato l'uomo che si compiace nella legge di Dio e la medita giorno e notte. Sarà come albero piantato lungo rivi di acque correnti, che dà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere" (Ps 1,2-3).

Con questi sentimenti auguro a voi tutti e ai vostri familiari e amici a casa buon Natale dell'Anno Santo 2000. Tutte le vostre buone intenzioni nel nuovo anno con l'aiuto di Dio possano avere un buon esito. I Santi del vostro Paese saranno per voi forti intercessori. Di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica.


GPII Discorsi 2000 434