GP2 Discorsi 2001


1                                                                              2001

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


PER IL 50° ANNIVERSARIO DELL’APPROVAZIONE


DELLO STATUTO DELL’ALTO COMMISSARIATO


DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFUGIATI (ACNUR)




Alla signora Sadako Ogata,
Alto Commissario
delle Nazioni Unite per i Rifugiati

Le scrivo per ringraziarla della cortese lettera sulla celebrazione del cinquantesimo anniversario dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

In questa occasione importante esprimo le mie più vive congratulazioni a Lei, al suo staff a Ginevra, e ai suoi collaboratori nel mondo, che per la maggior parte, come Lei ha scritto, sono "in prima linea". Per molte persone costrette a fuggire dalla guerra e dalla persecuzione questi uomini e queste donne impegnati dell'ACNUR sono spesso la sola fonte di speranza e di aiuto.

Per molte ragioni la Santa Sede si sente vicina a questo anniversario. Negli ultimi cinquant'anni, la Chiesa cattolica e le sue organizzazioni hanno spesso collaborato con l'ACNUR in situazioni difficili e persino pericolose.

La Santa Sede ha condiviso molte gioie e molti dolori dell'ACNUR, inclusi gli eventi tragici che hanno funestato questo anniversario.

L'Anniversario coincide con il Grande Giubileo celebrato dai cattolici e da altri cristiani in tutte le parti del mondo. Le radici bibliche del Giubileo ricordano "un anno di grazia del Signore" proclamato da Gesù quando annunciò la Buona Novella ai poveri non solo con le parole, ma prima di tutto con le sue opere (cfr Lc 4,16-30 Tertio Millennio adveniente TMA 11). Fra i membri più poveri della famiglia umana dobbiamo annoverare oggi i rifugiati e altre persone costrette a vivere lontano dalle proprie case; la Chiesa e l'ACNUR sono entrambi impegnati senza sosta al loro servizio.

Alcuni anni fa definii la piaga dei rifugiati nel mondo "una ferita vergognosa dei nostri tempi". Da allora purtroppo il loro numero è aumentato e la loro situazione è divenuta più tragica. L'alba di un nuovo millennio chiama tutti gli uomini e tutte le donne responsabili a compiere sforzi nuovi al fine di realizzare il grande ideale umanitario che è al centro della missione dell'ACNUR: la tutela dei rifugiati e la difesa e la promozione della loro dignità. La Santa Sede condivide pienamente le preoccupazioni dell'ACNUR a questo proposito e continuerà a fare tutto il possibile per garantire che i rifugiati e i dislocati non vengano dimenticati in mezzo alle profonde trasformazioni della vita internazionale. Essa continuerà a promuovere il sostegno a quei Paesi che portano il fardello pesante e spesso costante dell'accoglienza di popolazioni dislocate.

Il cinquantesimo anniversario è anche un momento di transizione per Lei, Alto Commissario, in quanto lascia l'amministrazione dell'ACNUR al suo successore. La sua presenza e la sua attività hanno lasciato un segno indelebile nell'ultimo decennio della storia dell'ACNUR, uno dei periodi più difficili avutisi fin ora. I suoi contatti con varie agenzie della Santa Sede e con me personalmente sono stati molto apprezzati e hanno dimostrato quanto abbia a cuore la causa dei rifugiati. Un segno dell'importanza che ha attribuito alla cooperazione è la nomina di un delegato dell'ACNUR presso la Santa Sede durante il suo mandato.

2 Ha svolto il suo arduo compito con discrezione e sensibilità verso le convinzioni politiche, filosofiche e religiose delle molte persone e dei numerosi Stati con i quali ha trattato. Al contempo, il suo devoto impegno personale nelle grandi cause umanitarie dell'ACNUR è stato inseparabile dalla sua testimonianza del fatto che la promozione del bene della persona umana e della società è intimamente legata al vivere la nostra fede in Gesù Cristo.

Celebrando il cinquantesimo anniversario, sia certa dell'impegno duraturo della Santa Sede volto a promuovere la dignità e i diritti dei rifugiati e a contribuire alla ricerca di soluzioni giuste alla sfida posta dalle persone costrette a emigrare. Su di Lei e su quanti si dedicano alla nobile missione dell'ACNUR invoco cordialmente l'abbondanza delle benedizioni divine.

Dal Vaticano, 22 novembre 2000

GIOVANNI PAOLO PP. II




AI LEGIONARI DI CRISTO


E AI MEMBRI DEL MOVIMENTO REGNUM CHRISTI


Giovedì, 4 gennaio 2001




Carissimi Legionari di Cristo!
Carissimi membri del Movimento Regnum Christi!

1. Sono profondamente lieto di porgervi il mio saluto, in occasione del vostro pellegrinaggio giubilare a Roma, durante il quale celebrate il 60° anniversario di fondazione. Voi provenite da diverse Nazioni del mondo: saluto tutti e ciascuno, auspicando che questa ricorrenza costituisca un saldo e forte sostegno per la vostra fede nel Signore Gesù e per la vostra decisione di testimoniarlo di fronte ai fratelli.

Saluto con particolare affetto il vostro carissimo Fondatore, il Padre Marcial Maciel, al quale porgo vive felicitazioni per questo significativo appuntamento, ringraziandolo cordialmente per le parole che, a nome di tutti, ha voluto rivolgermi. Ho apprezzato, in particolare, la conferma da lui espressa della fedeltà al Successore di Pietro che vi caratterizza. Attraverso la comunione col Papa si attesta il vostro pieno inserimento nel mistero dell'unità della Chiesa.

2. In questi giorni avete voluto rendere grazie a Dio di tutto il bene che ha infuso nella vostra famiglia spirituale. Volgendo lo sguardo indietro, al 3 gennaio del 1941, quando ebbe inizio a Città del Messico quest'opera, vi siete resi conto di come questo piccolo seme che il seminatore divino ha voluto gettare nella terra di alcuni cuori giovani, è ora un albero rigoglioso (cfr Mt 13,32) che accoglie in sé numerosi sacerdoti, consacrati e laici, il cui ideale è dedicare la propria vita alla diffusione del Regno di Cristo nel mondo. Siete venuti a Roma, in occasione dell'anno giubilare, per rinnovare la vostra fede in Gesù Cristo. Il carattere cristocentrico della vostra spiritualità vi aiuti a penetrare più profondamente nello spirito di questo giubileo che ci ha fatto meditare sul mistero dell'Incarnazione e sulla persona di Gesù Cristo, lo stesso, ieri, oggi e sempre (He 13,8)! Annunciare Cristo al mondo di oggi, nei diversi ambiti della società, è il vostro ideale apostolico.

Ma per predicare Cristo è necessario avere, come san Paolo, una profonda esperienza del suo amore, affinché si possa dire con lui: "Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Ga 2,20). Vi esorto affinché, come dice il vostro motto "Venga il tuo Regno", non venga mai meno in voi la convinzione di lavorare incessantemente affinché il Regno dell'amore, della grazia, della giustizia e della pace si compia realmente nella persona e nella società. Dio vuole che uno dei principali frutti di questa intensa esperienza spirituale a Roma sia quello di rinnovare nella vostra anima l'amore sincero per Gesù Cristo, in modo che possiate personalmente rendere partecipi molti altri uomini e donne della felicità che scaturisce da questa singolare amicizia con Lui.

3. La fede nella persona di Gesù Cristo vi conduca ad amare appassionatamente la Chiesa, sacramento universale di salvezza, continuatrice della sua opera attraverso la storia. Per questo, desiderate alimentare il vostro carisma spirituale e apostolico di quella grande linfa vitale che scorre nel suo Corpo, vivendo uno spirito speciale di comunione ecclesiale con il Successore di Pietro e con gli altri Pastori delle Chiese particolari. Continuate a diffondere, come avete fatto finora, e perfino con rinnovato zelo, il Magistero e la dottrina della Chiesa, sia attraverso le numerose iniziative che a questo scopo sono sorte grazie a voi in questi 60 anni di vita, sia attraverso le altre iniziative che il vostro ardore apostolico avrà il coraggio di suscitare per il bene delle anime!

3 4. Uno dei più importanti tratti spirituali del vostro servizio nella Chiesa è l'impegno allo spirito di autentica carità evangelica. In occasione dell'Ultima Cena il Signore affermò chiaramente e per tutto il tempo che l'amore fraterno sarebbe stato il tratto distintivo dei suoi seguaci: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Jn 3,35).

Avete voluto affrontare la sfida evangelica, ponendo particolare enfasi sul calore fraterno dei vostri rapporti interpersonali e promuovendo lo spirito di carità nel pensiero e nelle parole, passando sotto silenzio gli errori degli altri e evidenziando solo le loro azioni positive e utili. Che il Signore vi preservi in questo spirito, aiutandovi a testimoniare in ogni modo quella carità cristiana che san Paolo ha descritto tanto magistralmente nel celebre inno della prima lettera ai Corinzi (1Co 13,4-8).

Un altro tratto che distingue il vostro carisma è il fervore apostolico. Lo mostrate in tutto ciò che fate, in particolare nell'educazione, nell'evangelizzazione, nelle comunicazioni sociali, nella diffusione della dottrina sociale della Chiesa, nella promozione culturale e umana delle persone svantaggiate e nella formazione dei sacerdoti diocesani.

In tutto ciò desiderate seguire la guida dello Spirito Santo che costantemente rinnova il volto della Chiesa con doni e carismi che la arricchiscono e la trasformano. In un mondo secolarizzato come il nostro, basato in gran parte sulla noncuranza per le verità e i valori trascendenti, la fede di molti nostri fratelli e di molte nostre sorelle viene messa a dura prova.

Per questo motivo, è oggi più che mai necessaria una proclamazione fiduciosa del Vangelo che, accantonando tutte le paure paralizzanti, annuncia con profondità intellettuale e con coraggio la verità su Dio, sull'uomo e sul mondo. A voi, Legionari di Cristo e membri del Regnum Christi, ripeto le parole di santa Caterina da Siena che ho proposto ai giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù: "Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo".

5. Aprite le porte della vostra anima con generosità a questo invito. Mi rivolgo, in particolare, a coloro che Cristo chiama a seguirlo con dedizione totale nel sacerdozio e nella vita consacrata. La Vergine Santissima, ripiena di Spirito Santo e pellegrina nella fede, vi aiuti a realizzare i vostri propositi.

Ritornando nelle vostre case alle quotidiane occupazioni, sappiate che il Papa vi è accanto e prega per voi, affinché siate fedeli alla vostra vocazione cristiana e al vostro specifico carisma. Lo Spirito Santo dilati i vostri cuori, facendovi coraggiosi messaggeri del Vangelo e testimoni del Cristo Risorto, Redentore e Salvatore del mondo.

Con affetto tutti vi benedico!




ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELLE SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE


DI GESÙ AGONIZZANTE


5 gennaio 2001


In occasione del XIV Capitolo Generale di codesta Congregazione, sono lieto di rivolgere a Lei ed alle Consorelle il mio cordiale saluto. Mi unisco all'Assemblea capitolare nell'invocare lo Spirito Santo, perché le sia guida nell’assumere, in religioso ascolto della Parola di Dio, le opportune decisioni circa il cammino da percorrere.

Ciascun Istituto di vita consacrata rappresenta un dono prezioso del Signore per la Chiesa e per il mondo. Le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante lo sono da oltre cent'anni, in Italia e in altri Paesi. Ciò a testimonianza della vitalità di un carisma che i venerati Fondatori, Mons. Marco Morelli e Madre Margherita Ricci Curbastro, hanno saputo mettere a frutto con mirabile zelo. E’ un carisma che pone in risalto un aspetto essenziale della natura e della vita del Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Essa, infatti, quale prolungamento del mistero di Cristo nella storia, è chiamata ad offrire al Padre continue suppliche per la salvezza dell'umanità.

4 L'uomo contemporaneo ha più che mai bisogno di attingere alle fonti del Cuore sacratissimo di Cristo. Solo in esso può trovare pace nei momenti di angoscia, che l'attuale cultura secolaristica rende sempre meno sopportabili. La povertà spirituale è oggi assai diffusa, fino a diventare talvolta miseria. Per questo il vero rimedio è la riscoperta della preghiera cristiana. Questa non è evasione dalla realtà e dalle sue prove, bensì vigilanza dello spirito e confidente unione alla divina volontà, nella certezza che questa è sempre e comunque volontà d'amore, protesa a donare all'uomo vita piena ed eterna.

Quale migliore testimonianza può trovare, questo fiducioso abbandono, che quella di una vita interamente consacrata al servizio di Dio, conosciuto ed amato nel Cuore del Figlio suo Gesù Cristo, il quale "è in agonia fino alla fine del mondo" (B. Pascal)? E come si esprimerà tale consacrazione se non nel servizio generoso e fedele ai fratelli, specialmente ai più bisognosi, per amore dei quali Cristo ha accettato di bere l'amaro calice della Passione?

A tutte le Religiose della vostra Congregazione, a me cara, raccomando, pertanto, che l'intera attività apostolica sia vivificata e guidata incessantemente da un intenso impegno di vigilante orazione. Sia modello per voi, care Sorelle, la Beata Vergine Maria, Regina delle vergini. Se per ogni battezzato la Madonna santissima rappresenta come l'archetipo dell'umile e docile adesione al volere di Dio, tanto più deve esserlo per le Religiose. Ogni Ancella potrà essere fedele alla propria vocazione, se cercherà in tutto di assomigliare nel cuore e nell'azione a Maria, perfetta "Ancella del Signore".

Auguro di cuore che il Capitolo Generale, celebrato proprio al termine dell’Anno Santo, costituisca per l'intero Istituto un tempo di grazia, un’occasione privilegiata per scelte sagge e coraggiose, compiute, secondo l’invito proveniente dal Giubileo, con lo sguardo fisso sul volto di Cristo.

Con tali sentimenti, imparto a Lei, alle Capitolari ed a tutte le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante una speciale Benedizione Apostolica.




ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELLE SUORE DOMENICANE DEL SACRO CUORE DI GESÙ


5 gennaio 2001


Ho appreso con piacere che le Madri Capitolari si sono raccolte, in questi giorni, per riflettere insieme con Lei sui mezzi atti a suscitare un rinnovamento della Congregazione, che la metta in grado di affrontare le sfide del momento presente. Sono lieto di rivolgere a Lei ed alle Consorelle il mio cordiale saluto, mentre insieme con voi elevo a Dio la mia preghiera perché vi sia largo dei doni del suo Spirito e vi guidi a scelte capaci di dare alla vostra Famiglia religiosa rinnovato slancio nell'opera di evangelizzazione, che ne accompagna fin dagli inizi l'impegno nella Chiesa.

Sorta in Sicilia, alla fine del secolo XIX, dallo zelo del Domenicano P. Timoteo Longo, essa raccoglie lo spirito, le tradizioni e gli ideali di evangelizzazione dell'Ordine dei Frati Predicatori. La Congregazione, pertanto, fa propria l'unità di vita tra l'interiorità contemplativa e l'azione apostolica, operata da san Domenico, e si sforza costantemente di alimentarla nella celebrazione comunitaria della sacra Liturgia, nella preghiera, nello studio e nella comunione fraterna.

L'evangelizzazione è fine specifico del vostro Istituto, che cura in modo particolare la promozione umana e cristiana dei giovani, attraverso la scuola, la pastorale giovanile, la catechesi familiare nelle parrocchie e le missioni popolari. Con il presente XV Capitolo Generale voi, carissime Sorelle, vi proponete di approfondire l'attualità del vostro carisma e le scelte operative che esso richiede. Le trasformazioni sociali e culturali domandano, infatti, un rinnovato e creativo impegno di apostolato. Esprimo vivo apprezzamento per questo vostra volontà di discernimento comunitario. Il ricchissimo patrimonio spirituale, di cui siete eredi, vi aiuterà a trovare le vie opportune per trasmettere adeguatamente il Vangelo agli uomini e alle donne di oggi. Tale opera sarà tanto più efficace e credibile quanto più s'appoggerà su di un'intensa comunione fraterna. Vi incoraggio pertanto a vigilare costantemente affinché si mantengano in armonico equilibrio la vita comunitaria e le attività apostoliche.

Per tutti questi motivi di riflessione e di impegno, desidero assicurarvi il mio spirituale sostegno. Con l'aiuto di Dio sono certo che saprete trovare valori e stimoli positivi anche nelle odierne situazioni, assai diverse da quelle di un tempo. Continuate a mantenere vivo lo spirito che vi ha sostenute nei decenni trascorsi. Esso vi spinge ad amare i fratelli, specialmente i giovani, così come sono, a cercarli là dove si trovano, ad accoglierli perché essi a loro volta accolgano Cristo. Prego perché a tale rinnovamento si accompagni sempre la solidità della formazione, a tutti i livelli, affinché le comunità siano vive, ferventi ed operose.

Affido queste intenzioni a Maria Santissima, Sede della Sapienza, e di cuore benedico Lei, le Capitolari e l'intera Congregazione.



INCONTRO DI FESTA CON I BAMBINI A CONCLUSIONE


DEL GRANDE GIUBILEO DELL’ANNO 2000



5 gennaio 2001


5 Carissimi bambini e ragazzi!

1. Che grande gioia è per me trovarmi in mezzo a voi questa sera! Grazie per questa bella festa che avete organizzato proprio alla fine del Giubileo. Vi saluto tutti con grande affetto: voi, che siete qui nell'Aula Paolo VI, e voi che siete uniti a noi grazie alla televisione. Ringrazio, a questo proposito, la RAI, che durante l'intero Anno giubilare ha curato molte trasmissioni e collegamenti radiofonici e televisivi.

Con i bambini si è aperto l'Anno Santo; ed era giusto che con loro anche si concludesse. Questo è un segno positivo di speranza, un concreto augurio di vita. E' soprattutto un omaggio ai bambini, che Gesù prediligeva e dai quali amava essere circondato. Alla gente e ai suoi discepoli Egli indicava i piccoli come modello per entrare nel Regno dei cieli.

Cari amici! La vostra festa ha come titolo "Seguendo la cometa" e richiama alla mente la solennità dell'Epifania del Signore, che celebreremo domani. La cometa fa pensare ai Magi, personaggi misteriosi di cui parla il Vangelo, sapienti, colti, esperti in astronomia. A ben vedere, però essi avevano un cuore di bambino, affascinato dal mistero; e furono pronti a raccogliere l'invito della stella e a lasciare tutto per andare ad adorare il Re dei Giudei, nato a Betlemme.

2. Cari amici, voi, che oggi siete bambini e ragazzi, formerete domani la prima generazione di cristiani adulti del terzo millennio. Quanto grande è la vostra responsabilità! Voi sarete i protagonisti del prossimo Giubileo, nell'anno duemila venticinque. Allora sarete grandi: magari avrete formato una vostra famiglia, oppure avrete abbracciato la vita sacerdotale o vi sarete consacrati ad una speciale missione nella Chiesa al servizio di Dio e dei fratelli.

Ed io, che ho avuto la grande soddisfazione di introdurre la Chiesa nel terzo millennio, guardo a voi con il cuore pieno di speranza. Nei vostri occhi, nei vostri teneri volti mi sembra già di intravedere il traguardo del prossimo Giubileo. Guardo lontano e prego per voi. Conservate, cari ragazzi, alta e luminosa la lampada della fede, che questa sera in modo ideale affido a voi e ai vostri coetanei di ogni parte della terra. Con questa luce, illuminate le strade della vita, incendiate di amore il mondo!

La Madonna vi accompagni ed io con affetto vi benedico.



VISITA DEL SANTO PADRE


AL PRESEPE DEI NETTURBINI A PORTA CAVALLEGGERI


Domenica, 7 gennaio 2001

Carissimi Fratelli e Sorelle!


1. Sono lieto di esprimervi, durante questa sosta presso il Presepe da voi allestito, i miei sentimenti di stima e di affetto, mentre vi porgo ogni migliore augurio per il Nuovo Anno. Sin dall'inizio del mio ministero petrino questo gradito appuntamento si rinnova ogni anno, al termine del tempo natalizio. I miei rallegramenti più sinceri a quanti hanno realizzato un così caratteristico Presepe.

Saluto con affetto i presenti e, in primo luogo, il Sindaco di Roma, che ringrazio per le cortesi parole. Attraverso di lui vorrei, ancora una volta, ringraziare la Città e tutti i suoi Amministratori per l'opera generosamente prestata in vista del Giubileo e poi nelle varie fasi della sua attuazione.

6 2. In effetti, l'odierna visita avviene all'indomani della chiusura del Grande Giubileo del Duemila, durante il quale milioni di pellegrini sono passati attraverso la Porta Santa. Innumerevoli persone hanno voluto, così, ringraziare il Signore per l'abbondante misericordia da Lui mostrata nell'essersi fatto uomo per la nostra salvezza.

Per voi, operatori ecologici, quello appena trascorso è stato un anno di più intenso lavoro, per far sì che questa nostra amata Città potesse essere sempre "vestita a festa". Non di rado mi è stato dato di intravvedervi al lavoro, attorno a Piazza san Pietro, al mattino presto prima che la gente giungesse in Vaticano. Vi sono grato per la vostra premurosa solerzia e per i sentimenti che l'hanno motivata.

3. Ora si tratta di ricominciare il consueto ritmo di vita, tenendo presente il messaggio che ci viene dal Grande Giubileo. È lo stesso messaggio che ci offre il Natale ed il presepe che del Natale è il simbolo più eloquente. Occorre ripartire da Cristo, per inoltrarsi fiduciosamente nel nuovo millennio quali testimoni dell'amore di Dio che si è fatto uno di noi, nascendo fra noi.

Con tali sentimenti, invoco su di voi, sulle vostre famiglie, sul vostro lavoro la protezione di Maria, la Madre di Gesù, che oggi abbiamo contemplato nel mistero del Battesimo presso il Giordano. Vi accompagni la Benedizione che di cuore imparto a voi e alle persone a voi care.




ALLA DELEGAZIONE DI PARLAMENTARI DEL CONGRESSO


DEGLI STATI UNITI D’AMERICA


Lunedì, 8 gennaio 2001


Signor Presidente,
Membri del Congresso,
Illustri ospiti,

Sono lieto di darvi il benvenuto in Vaticano questa mattina e sono onorato per il gesto cortese che vi ha portato qui. Non è proprio del Successore dell'Apostolo Pietro cercare onori, ma accetto cordialmente la "Congressional Gold Medal" quale riconoscimento del fatto che nel mio ministero è echeggiata una parola che può toccare ogni cuore umano. Ho annunciato la Parola di Dio, che nella prima pagina della Bibbia ci dice che uomo e donna sono stati creati a Sua immagine e somiglianza (cfr Gn 1,26).

Da questa grande verità scaturisce tutto ciò che la Chiesa afferma e compie per difendere la dignità dell'uomo e per promuovere la vita umana. Questa è una verità che contempliamo nella gloria di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, crocifisso e risorto dai morti. Negli anni del mio ministero, ma in particolare durante l'anno giubilare appena terminato, ho esortato tutti a rivolgersi a Gesù per scoprire in modi nuovi e più profondi la verità dell'uomo. Poiché è solo Cristo che svela pienamente l'uomo all'uomo e gli fa noto il suo destino sublime (cfr Gaudium et spes GS 22).

Comprendere la verità di Cristo significa sperimentare il valore e la dignità di ogni essere umano con quel profondo stupore che è la Buona Novella del Vangelo e il centro del cristianesimo (cfr Redemptor hominis RH 10).

7 Accetto questo premio come segno del fatto che voi, in quanto legislatori, riconoscete l'importanza di difendere la dignità umana senza compromessi, cosicché la vostra nazione possa riuscire a far fronte alle proprie alte responsabilità in un mondo nel quale i diritti dell'uomo spesso non vengono rispettati. Quindi, signore e signori, vi ringrazio per questa Congressional Gold Medal. Nel porgervi i miei migliori auguri per il nuovo anno, invoco su di voi, sulle vostre famiglie e su coloro che rappresentate "la pace di Dio che sorpassa ogni intelligenza" (Ph 4,7). Che Dio vi benedica tutti!




AGLI ORGANISMI PRO GIUBILEO


Giovedì, 11 gennaio 2001




Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato,
Illustri Signori e Signore,
Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo!

1. Sono particolarmente lieto di accogliere quest'oggi voi che, a vario titolo, avete cooperato alla preparazione ed alla celebrazione dell'Anno Santo, che così vasta eco ha suscitato nella Chiesa e nel mondo.

Nella mia mente - e certamente è così anche per voi - restano impresse immagini commoventi che, in qualche modo, ne condensano le varie fasi. Penso, in particolare, all'ultimo periodo e rivedo le interminabili scie di pellegrini che, attraversando Piazza San Pietro, si dirigevano con grande devozione a varcare la Porta Santa. Come dimenticare quest'icona vivente del Popolo di Dio, in cammino verso Cristo, universale via di salvezza?

Queste folle motivate e pazienti facevano pensare a quelle che seguivano Gesù, inducendolo a predicare senza sosta e, un giorno, a compiere il celebre miracolo della moltiplicazione dei pani, segno di quel "pane della vita" che Egli avrebbe poi dato al mondo (cfr Jn 6,35 Jn 6,48). Queste folle sono state una testimonianza palpabile del desiderio profondo che spinge l'uomo alla ricerca della verità e della misericordia, della speranza e della riconciliazione, in una parola, alla ricerca di Cristo.

Ora che la Porta Santa è stata chiusa, abbiamo ripreso il cammino "ordinario", nella consapevolezza che rimane più che mai spalancato l'accesso alla divina misericordia. Riprendendo le parole dell'apostolo Paolo, possiamo dire che nel Grande Giubileo dell'Anno 2000 "è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini" (Tt 2,11) e "si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro e il suo amore per gli uomini" (Tt 3,4). Nel passaggio storico che l'umanità sta vivendo, quest'Anno Santo ha avuto la provvidenziale funzione di far echeggiare nuovamente nel mondo intero la "buona Notizia": "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Jn 3,16). Il Giubileo ha indicato, all'inizio del XXI secolo e del terzo millennio, come punto certo da cui ripartire, Cristo, unica salvezza e speranza dell'umanità.

2. Di tutto questo dobbiamo rendere grazie a Dio, come abbiamo già fatto specialmente nel corso della solenne celebrazione di chiusura del Giubileo. Alla gratitudine verso Dio non possiamo però non unire quella verso gli uomini. E questo nostro incontro mi offre la gradita opportunità di esprimere, ancora una volta, un sentito ringraziamento a ciascuno di voi ed agli Organismi che rappresentate. In diversi ambiti, voi avete contribuito, con la vostra fattiva collaborazione, alla buona riuscita di ogni tappa del cammino giubilare.

Nelle persone del Cardinale Presidente e di Monsignor Segretario, desidero, in primo luogo, esprimere viva gratitudine ai membri del Comitato Centrale del Grande Giubileo: Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici. Essi sono stati impegnati in molteplici settori: dalla progettazione teologico-pastorale, al servizio di accoglienza, a quello liturgico e spirituale, all'informazione, all'assistenza, all'amministrazione. Si è trattato di una proficua ed intensa esperienza di lavoro e di comunione, che ha visto ciascuno operare in stretta collaborazione con gli altri membri degli Uffici ed Organismi della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, con il Vicariato di Roma, come pure con tante altre istanze civili.

8 Vorrei qui far menzione con gratitudine della stretta cooperazione con il Governo italiano, attraverso la Commissione Mista Italo-Vaticana e con il Commissariato straordinario, istituito opportunamente per il Giubileo. Penso al costante contributo prestato dalla Regione Lazio, dalla Provincia e, in modo tutto speciale, dal Comune di Roma. Attento e preciso, come sempre, è stato il servizio dei vari Corpi delle Forze di sicurezza, coordinati dal Ministero dell'Interno. Al Ministero dei Lavori Pubblici va, poi, la riconoscenza per aver opportunamente coordinato la realizzazione di importanti infrastrutture ed opere, che, finito il Giubileo, rimangono alla Città di Roma e alla Nazione.

Ricordo, altresì, l'attività dell'Agenzia Romana per il Giubileo e la massiccia presenza dei volontari: è stata una presenza simpatica e sorprendente, che Roma non dimenticherà. Un plauso va alle Società, agli Istituti Bancari ed alle Aziende che hanno permesso, con i loro contributi, di far fronte alle molteplici esigenze finanziarie e di aiutare pellegrini poveri nel loro viaggio e soggiorno a Roma. Un grazie sentito ripeto a L'Osservatore Romano, al Centro Televisivo Vaticano, alla Radio Vaticana e alla RAI, per la professionalità e la disponibilità nel riprendere e trasmettere gli eventi giubilari, avvalendosi del contributo di tanti esperti e del costante supporto del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

La lista delle persone da ringraziare potrebbe certo prolungarsi. Attraverso voi qui presenti, mi preme raggiungere tutti - veramente tutti - coloro che hanno lavorato per il Grande Giubileo. Chiedo, inoltre, a chi ha generosamente offerto il proprio apporto spirituale, attraverso la preghiera e la sofferenza - alle persone anziane, ai malati, ai religiosi e alle religiose di vita contemplativa - di proseguire in questa preziosa missione, perché i semi gettati durante il Giubileo continuino a produrre frutti abbondanti negli anni che verranno.

3. Ora abbiamo ripreso il cammino del "tempo ordinario". Anche voi, che durante questo periodo vi siete sottoposti ad un supplemento di fatica, ritornate alle vostre consuete attività. E tuttavia, in un certo senso, nulla è più come prima. L'Anno giubilare, infatti, ha impresso in ciascuno, e specialmente in voi, uno "stile" di vita e di lavoro che non deve essere dismesso.

Il 6 gennaio scorso ci è stata consegnata una preziosa eredità, che va trasmessa alle generazioni future, secondo due principali direttrici. Anzitutto, continuando a tenere Cristo al centro della vita personale e sociale. Se avremo vissuto veramente il Giubileo, lo si vedrà dai frutti di santità che porteremo nella vita ordinaria.

In secondo luogo, occorre recare ovunque la testimonianza della carità che si fa perdono, servizio, disponibilità, condivisione. Parafrasando il Vangelo, potremmo dire: "Da questo riconosceranno che avete fatto il Giubileo, da come sapete amarvi gli uni gli altri".

Ecco la consegna che vi lascio, carissimi Fratelli e Sorelle, mentre rinnovo a tutti e a ciascuno l'espressione della mia riconoscenza. Maria, Stella del terzo millennio, vi accompagni e guidi ogni passo della vostra esistenza. Vi auguro ogni bene e di cuore vi benedico insieme con quanti vi sono cari.




ALL' AMBASCIATORE


DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA


IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE


DELLE LETTERE CREDENZIALI


Venerdì, 12 gennaio 2001


Signor Ambasciatore!

1. E' con vivo compiacimento che accolgo le Lettere con le quali il Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta La accredita come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso la Santa Sede. La ringrazio per le cortesi espressioni che mi ha rivolto, nel momento in cui si accinge ad assumere l'incarico affidatoLe e Le porgo volentieri il mio cordiale benvenuto.

Attraverso la Sua persona, intendo far giungere un deferente saluto all'Eminentissimo Principe Fra' Andrew Bertie e al Consiglio che lo coadiuva nel governo dell'Ordine. Il mio grato pensiero si estende poi a tutti gli appartenenti al benemerito sodalizio che Ella rappresenta ed alle rispettive famiglie, assicurando ognuno della mia costante benevolenza e dell'apprezzamento per la solerte loro testimonianza della fede cristiana e della carità evangelica.

9 L'odierno incontro si svolge a pochi giorni dalla chiusura del Grande Giubileo, che ha visto anche i Membri dell'Ordine prodigarsi nell'assistere i pellegrini e nel dispiegare generosamente mezzi ed energie per venire incontro alle loro necessità. Desidero, pertanto, far giungere, per Suo tramite, ai tanti volontari ed operatori del Sovrano Militare Ordine di Malta il mio vivo ringraziamento per così premuroso servizio.

2. Dopo l'arricchente esperienza spirituale del Giubileo, la Chiesa si accinge a proseguire il suo cammino. Si inoltra nel nuovo millennio ripartendo da Cristo, desiderosa di essere testimone del suo amore fra tutti gli uomini.

E' per me motivo di grande conforto avere ascoltato dalla sua voce, Signor Ambasciatore, che l'istituzione melitense, fedele al proprio carisma della tuitio fidei e dell'obsequium pauperum, si unisce di gran cuore a questo programma della Chiesa.

Di fronte ad una umanità assetata di verità e di solidarietà, come non rimarcare l'opportuna unione e quasi la fusione di questi due scopi che caratterizzano in ogni Continente la qualificata missione dei Cavalieri della bianca Croce ottagona? Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho annotato che "è l'ora di una nuova «fantasia della carità», che si dispieghi non tanto e non solo nell'efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione" (n. 50).

Testimoni e ministri di Dio che è Amore (cfr
1Jn 4,8 1Jn 4,16), i Cavalieri e le Dame del Sovrano Militare Ordine di Malta sono chiamati a proseguire con rinnovata dedizione, nel nuovo millennio, nella loro azione di buoni Samaritani, sempre pronti a chinarsi sulle ferite dell'uomo per versarvi l'olio della compassione e il balsamo della carità.

3. Durante gli oltre nove secoli di esistenza, il vostro benemerito Ordine è stato sempre caratterizzato da un particolare vincolo con la Sede di Pietro. Lo ricordava il mio venerato Predecessore Leone XIII nella Lettera apostolica Solemne semper con la quale, nel 1879, ricostituiva il Gran Magistero dell'Ordine di Malta.

Dopo di lui, diversi Pontefici hanno lodato il vostro sovrano istituto per la costante e leale sintonia con la Sede Apostolica. In tal modo esso ha agito e continua ad operare, dialogando con ogni cultura, al fine di contribuire alla promozione della civiltà dell'amore e della pace. La sua presenza nel contesto internazionale si avvale, altresì, della speciale «Carta» costitutiva, che si rifà ai fondamentali valori della misericordia e della carità, a cui l'Ordine si è costantemente ispirato nel corso dei secoli.

Ecco, Signor Ambasciatore, sono questi i tratti che contraddistinguono l'illustre sodalizio che Ella rappresenta. La fedeltà all'ideale evangelico ed al Successore di Pietro è costata, lungo la storia, a numerosi Membri dell'Ordine non poco sangue ed adorna ancora oggi di onore il vostro stendardo. Nel contesto odierno, dove i meccanismi impersonali di grandi trasformazioni economiche e tecnologiche contribuiscono ad arricchire chi già ha dalla sua le maggiori fortune, vi chiedo di intensificare, secondo le possibilità, i vostri interventi. Continuate ad adoperarvi per un'umanizzazione e condivisione delle risorse che Dio ha destinato in egual misura a tutti gli uomini. Alle aspre durezze della competizione "senza cuore" e "senza misericordia" (Rm 1,31), la vostra azione, mai scoraggiata né trattenuta da alcun impedimento, continui ad essere quella di Ospitalieri, cioè di uomini e donne di fede con un cuore ricco di misericordia, generosi e intrepidi nella difesa delle ragioni e dei diritti dei poveri.

4. Signor Ambasciatore, nel momento in cui Ella inizia la Sua missione, desidero confermare all'intero Ordine, che Ella qui rappresenta, i miei sentimenti di stima e di affetto. Auspico cordialmente che il Sovrano Militare Ordine di Malta continui a brillare, come è sua tradizione, per un autentico e vivificante spirito di carità cristiana, capace di sollevare, sanare, redimere dall'indigenza i corpi bisognosi non meno che le anime, sovente ancor più nelle angustie.

Con tali sentimenti, invoco sul Principe Gran Maestro, su tutti i Cavalieri e le Dame dell'Ordine, nonché sulla Sua persona e sulla missione che Ella oggi intraprende l'abbondanza delle grazie divine, avvalorando tali voti con la Benedizione Apostolica, che imparto di gran cuore.




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