GP2 Discorsi 2001 179


VISITA AL MEMORIALE DI SAN PAOLO A DAMASCO

PAROLE DEL SANTO PADRE

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Lunedì, 7 maggio 2001




Cari Fratelli e Sorelle,

saluto i religiosi francescani della Custodia di Terra Santa, incaricati di gestire questa casa, e le religiose e i laici oggi presenti. Sono lieto di ricordare con voi l’Apostolo Paolo, in questa casa voluta dal mio predecessore Papa Paolo VI per raccogliere il tesoro di fede, di spiritualità e di ardore missionario dell’Apostolo delle Genti che, sulla via di Damasco, ha accettato di accogliere la luce di Cristo. Avendo scoperto la verità tutt’intera, l’Apostolo Paolo ha da principio vissuto tre giorni nel silenzio e nelle tenebre della fede prima di essere battezzato, di scoprire la comunità cristiana locale e di partire per annunciare il Vangelo. Il centro ha per vocazione quella di proporre la spiritualità paolina agli uomini e alle donne che vogliono fermarsi un momento nella loro vita cristiana, per vivere più pienamente la loro vita battesimale e la loro vocazione nella Chiesa.

L’Apostolo Paolo ci ricorda che la missione prende vita nell’accoglienza della luce di Cristo, dalla quale proviene l’intera rivelazione, nella contemplazione silenziosa e amorosa dei misteri divini e nell’accettazione umile e fiduciosa della missione affidata dalla Chiesa. Possano le persone che beneficiano dello spazio spirituale offerto da questa casa camminare ogni giorno sulle orme dell’Apostolo delle Genti! Con la benedizione apostolica.

PREGHIERA PER LA PACE NELLA CHIESA GRECO-ORTODOSSA DI QUNEITRA

PAROLE DEL SANTO PADRE

Lunedì, 7 maggio 2001




"Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9). Da questo luogo, tanto deturpato dalla guerra, desidero levare il mio cuore e la mia voce in una preghiera per la pace in Terra Santa e nel mondo. La pace autentica è un dono di Dio. La nostra apertura verso tale dono esige una conversione dei cuori e una coscienza obbediente alla Sua Legge. Col pensiero alle tristi notizie dei conflitti e delle morti che persino oggi giungono da Gaza, la mia preghiera si fa più intensa.

Dio di infinita misericordia e bontà,
con cuore grato oggi ti rivolgiamo una preghiera
in questa terra, in passato percorsa da San Paolo.
Alle nazioni egli ha proclamato la verità che Dio in Cristo ha riconciliato a sé il mondo (cfr 2Co 5,19).
Possa la Tua voce riecheggiare nel cuore di tutti gli uomini e le donne,
181 mentre li chiami a seguire il cammino di riconciliazione e di pace,
e ad essere misericordiosi così come Tu sei misericordioso.

Signore, Tu annunci parole di pace al tuo popolo
e a coloro che ritornano a te con tutto il cuore (cfr
Ps 85,9).
Ti preghiamo per tutti i popoli del Medio Oriente.
Aiutali ad abbattere i muri dell'ostilità e della divisione
e a edificare insieme un mondo di giustizia e solidarietà.

Signore, Tu crei nuovi cieli e una nuova terra (cfr Is 65,17).
Affidiamo a Te i giovani di queste terre.
Nei loro cuori essi aspirano a un futuro più luminoso;
rafforza la loro determinazione a essere uomini e donne di pace,
182 e annunciatori di nuova speranza ai loro popoli.

Padre, Tu fai nascere la giustizia dalla terra (cfr
Is 45,8).
Preghiamo per le autorità civili di questa regione,
affinché ambiscano a soddisfare le giuste aspirazioni della loro gente,
e a educare i giovani alla giustizia e alla pace.
Ispirali a operare generosamente per il bene comune,
a rispettare la dignità inalienabile di ogni persona umana
e i diritti fondamentali, che traggono origine
nell'immagine e nella somiglianza del Creatore,
impressa su ogni essere umano.

In modo particolare preghiamo per i responsabili di questa nobile terra di Siria.
183 Concedi loro saggezza, lungimiranza e perseveranza;
che essi non cedano mai allo scoraggiamento nel loro impegnativo compito
di edificare la pace duratura a cui tutti i popoli anelano.

Padre Celeste,
in questo luogo che ha visto la conversione dell'Apostolo Paolo,
preghiamo per tutti coloro che credono nel Vangelo di Gesù Cristo.
Guida i loro passi nella verità e nell'amore.
Possano essi essere una cosa sola, così come Tu sei una cosa sola con il Figlio e lo Spirito Santo.
Possano essi recare testimonianza della pace che sorpassa ogni intelligenza (cfr. Fil
Ph 4,7)
e della luce che trionfa sul buio dell'ostilità, del peccato e della morte.

Signore del cielo e della terra, Creatore dell'unica famiglia umana,
184 preghiamo per i seguaci di tutte le religioni.
Possano essi cercare la Tua volontà nella preghiera e nella purezza del cuore;
possano essi adorarTi e glorificare il Tuo santo nome.
Aiutali a trovare in Te la forza per superare paure e sfiducia,
per far crescere l'amicizia e per vivere insieme in armonia.

Padre Misericordioso,
possano tutti i credenti trovare il coraggio di perdonarsi gli uni gli altri,
affinché tutte le ferite del passato guariscano,
e non siano un pretesto per ulteriori sofferenze nel presente.
Possa ciò realizzarsi soprattutto in Terra Santa,
questa terra che hai benedetto con tanti segni della Tua Provvidenza,
185 e dove Ti sei manifestato come Dio di Amore.

Alla Madre di Gesù, la beata Vergine Maria,
affidiamo gli uomini e le donne che vivono nella terra in cui ha vissuto Gesù.
Seguendo il Suo esempio, possano essi ascoltare la Parola di Dio,
e provare rispetto e compassione per gli altri,
soprattutto per quanti sono diversi da loro.
Possano essi ispirarsi all'unità di cuore e di mente,
operando affinché il mondo sia una vera casa per tutti i suoi popoli!

Salam! Salam! Salam!
Amen!

In conclusione desidero rivolgere una parola di apprezzamento alla Forza Internazionale che è di stanza qui. La vostra presenza è un segno della determinazione della comunità internazionale a essere d'aiuto per rendere più vicino il giorno in cui vi sarà armonia tra i popoli, le culture e le religioni di quest'area. Possa Dio Onnipotente proteggervi e sostenere i vostri sforzi!

INCONTRO CON I GIOVANI

NELLA CATTEDRALE GRECO-CATTOLICA DI DAMASCO

186
Lunedì, 7 maggio 2001




Cari amici,

Quando i Cardinali mi hanno eletto sulla Cattedra di San Pietro, ho parlato ai giovani e ho detto loro: voi siete la mia speranza, voi siete la speranza della Chiesa.

Dopo ventitré anni vi ripeto con una convinzione più grande: voi siete la speranza della Chiesa! Oggi voglio aggiungere: voi siete la speranza della Siria!

Speranza della pace, dell’unità e della civiltà dell’amore. Voi siete la speranza.

Cari giovani,
1. "La pace sia con voi!" Vi rivolgo, questa sera, il saluto pasquale del Signore risorto ai suoi discepoli. Sono felice di incontrarvi al termine del mio pellegrinaggio sulle orme dell'Apostolo Paolo in Siria. Ringrazio i giovani che mi hanno salutato a nome vostro. Appartenete a confessioni cristiane diverse, ma, tutti assieme, volete mettervi all'ascolto dell'unico Signore e camminare verso di Lui: che la vostra presenza qui sia il segno del vostro impegno comune a partecipare, con la grazia di Cristo, alla promozione della piena unità visibile fra tutti i cristiani!

Saluto cordialmente Sua Beatitudine il Patriarca Gregorio III e lo ringrazio per le parole di benvenuto che ha voluto rivolgermi, a nome dei Vescovi del Patriarcato di Antiochia dei Greco-Melkiti. In questa cattedrale, il mio pensiero fraterno va anche al venerato Patriarca Maximos Hakim, che, dalla sua residenza di Beirut, si unisce a noi nella preghiera.

2. Il brano della lettera a Timoteo che abbiamo ascoltato è per voi un incoraggiamento: "Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (
2Tm 2,11-13).

Cari giovani, vivete in un'epoca in cui abbondano le domande e le incertezze, ma Cristo vi chiama e suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualche cosa di grande e di bello, la volontà di perseguire un ideale, il rifiuto a lasciarvi andare alla mediocrità, il coraggio di impegnarvi, con perseverante pazienza.

3. Per rispondere a questa chiamata, ricercate costantemente l'intimità con il Signore della vita, mantenendovi fedelmente alla sua presenza con la preghiera, la conoscenza delle Scritture, l'incontro eucaristico e il sacramento della Riconciliazione. Edificherete e fortificherete così "il vostro essere interiore" come dice l'Apostolo Paolo. Il rapporto cuore a cuore con il Signore costituisce anche il segreto di un'esistenza che porta frutto, perché organizzata attorno a ciò che è centrale per qualsiasi essere umano, il dialogo con Colui che è nostro Creatore e nostro Salvatore. Così, la vostra vita non sarà superficiale, ma profondamente radicata nei valori spirituali, morali e umani che sono la colonna vertebrale di qualsiasi essere e di qualunque esistenza. Ricordate che non è possibile essere cristiani rifiutando la Chiesa fondata su Gesù Cristo; che non è possibile dirsi credenti senza compiere i gesti della fede; che non è possibile dirsi uomini e donne spirituali senza lasciarsi modellare da Dio nell'ascolto umile e gioioso del suo Spirito e in una disponibilità alla sua volontà.

187 Sarete in grado, allora, di compiere la scelta e di impegnarvi con tutte le vostre forze. Forse, oggi, vi ponete delle domande quali: Quale strada prendere? Che cosa fare della mia vita? Chi seguire? Non abbiate paura di prendervi del tempo per riflettere con gli adulti al fine di considerare seriamente le scelte che dovete fare e che presuppongono di ascoltare Cristo, che vi invita a seguirlo sulle strade esigenti di una testimonianza coraggiosa al servizio dei valori per i quali vale la pena di vivere e di dare la propria vita: la verità, la fede, la dignità dell'uomo, l'unità, la pace, l'amore. Con il sostegno di Cristo e della sua Chiesa, diventerete ogni giorno di più uomini e donne liberi e responsabili della propria vita, che vogliono partecipare attivamente alla vita della loro Chiesa, alle relazioni fra le comunità religiose e umane, e alla costruzione di una società sempre più giusta e più fraterna.

4. Il Signore Gesù chiede ai suoi discepoli di essere dei segni nel mondo; di essere, là dove vivono e lavorano, degli strumenti visibili e credibili della sua presenza di salvezza. Non è solo con le parole, ma soprattutto attraverso uno stile di vita particolare, con un cuore libero e uno spirito creativo che farete scoprire ai giovani della vostra generazione che Cristo è la vostra gioia e la vostra felicità. Bisogna quindi evitare lo scarto, diffuso oggi, che fa sì che la fede non passi nella vita e che la vita faccia a meno della fede. L'essere e l'esistenza del cristiano devono essere unificati attorno al loro nucleo centrale, l'adesione a Gesù Cristo; egli potrà così incessantemente ripetere, con l'Apostolo: "So infatti a chi ho creduto" (
2Tm 1,12).

5. Come i pagani che supplicavano Filippo dicendogli: "Vogliamo vedere Gesù" (Jn 12,21) o la persona intravista da Paolo nella sua visione, "Aiutaci" (Ac 16,9), gli uomini di oggi, nella loro ricerca a tentoni, vogliono, spesso senza saperlo, conoscere Cristo, l'unico Salvatore. Cari giovani, vi invito oggi a dire Gesù Cristo con coraggio e fedeltà, in particolare ai giovani della vostra generazione. E non solo a dire Gesù Cristo, ma anche e soprattutto a farlo vedere. Nel vedervi vivere, i vostri concittadini devono potersi chiedere che cosa vi guida e che cosa costituisce la vostra gioia. Allora, potrete rispondere loro: "Venite e vedrete". La Chiesa conta molto su di voi perché Cristo sia conosciuto meglio e amato di più. Come gli Apostoli e le donne al mattino di Pasqua, la vostra missione, che è la missione di tutti i battezzati, nasce dall'incontro con il Signore risorto (cfr Jn 20, 11-21, 25); l'amore ci spinge a trasmettere questa buona novella che trasforma la nostra vita e i destini del mondo.

6. Cari giovani, il futuro del cristianesimo nel vostro Paese è legato al riavvicinamento e alla collaborazione fra le Chiese e le Comunità ecclesiali che vi vivono. Ne siete consapevoli e già state lavorando a questo. La convivialità di cui fate felicemente esperienza nella vita di ogni giorno, nei vostri quartieri, nelle vostre scuole o istituti di formazione, nei vostri gruppi o attività giovanili, vi è cara. Essa vi prepara fin d'ora a guardare assieme al vostro futuro di cristiani in Siria. Approfondite maggiormente ciò che vi unisce. Meditate assieme il Vangelo, invocate lo Spirito Santo, ascoltate le testimonianze degli Apostoli, pregate nella gioia e nell'azione di grazie. Amate le vostre comunità ecclesiali. Vi trasmettono la fede e la testimonianza che i vostri antenati hanno pagato ad un prezzo spesso molto caro. Contano sul vostro coraggio e sulla vostra santità, fondamento di qualsiasi autentica riconciliazione. Che la preghiera di Cristo "che tutti siano uno" riecheggi nei vostri cuori, come un invito e una promessa! Il vostro Paese si caratterizza anche per la convivialità fra tutte le componenti della popolazione. Apprezzo questa convivialità solidale e pacifica, e auspico che tutti possano sentirsi parte attiva della comunità all'interno della quale sia loro possibile, nella libertà, apportare il loro contributo al bene comune.

Cari giovani, dovete dare al mondo Dio che avete scoperto. La logica cristiana è veramente "originale"! nessuno può conservare questo dono se, a sua volta, non lo offre. È la stessa logica che ha vissuto con voi il divino Maestro, che si è abbassato e umiliato fino al sacrificio supremo. Per questo è stato esaltato e ha ricevuto il Nome che è al di sopra di ogni altro nome (cfr Ph 2,5-11). La fecondità autentica di qualsiasi esistenza passa attraverso questa radicale esperienza del mistero della Passione della Risurrezione.

7. Con i vostri Patriarchi e i vostri Vescovi, con i sacerdoti e con tutta la Chiesa, vi ripeto questa sera: siate, nel vostro ambiente, testimoni fedeli del Verbo della vita! La vostra presenza assidua e la vostra collaborazione nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali, la vostra attenzione fraterna e solidale verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, il vostro impegno responsabile nell'edificazione di una società rispettosa dei diritti di tutti e promotrice del bene comune e della pace, sono questi gli impegni che dovete vivere come conseguenza della vostra appartenenza a Cristo e della vostra determinazione a servire l'uomo. Cari giovani cristiani: testimoniate il "Vangelo della carità"; cari giovani di Siria: costruite "la civiltà dell'amore". Vi lascio queste consegne con una grande speranza e una grande fiducia.

8. Vi ripeto affettuosamente l'invito che ho rivolto ai giovani del mondo in occasione del grande Giubileo: "Non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio! Con Cristo la santità - progetto divino per ogni battezzato - diventa realizzabile...Gesù cammina con voi, vi rinnova il cuore e vi irrobustisce con il vigore del suo Spirito" (Messaggio per la XV Giornata Mondiale della Gioventù, n. 3).

Vi benedico tutti di cuore, con le vostre famiglie.

CERIMONIA DI CONGEDO ALL'AEROPORTO INTERNAZIONALE DI DAMASCO

Lunedì, 8 maggio 2001




Signor Presidente,
Illustri Amici Siriani,

188 1. Prendendo congedo dall'antica terra di Siria, sono colmo di un senso di gratitudine. Rendo grazie prima di tutto a Dio Onnipotente per avermi permesso di proseguire il mio pellegrinaggio giubilare di fede nel bimillenario della nascita di Gesù Cristo. Sono grato a San Paolo, che è stato il mio compagno di viaggio a ogni passo di questo cammino.

Sono particolarmente grato a lei, Signor Presidente, e ai membri del Governo, che mi avete accolto con cuore aperto e mi avete porto la mano dell'amicizia. Il popolo siriano è famoso per la sua ospitalità, e in questi giorni ha fatto sentire un pellegrino a casa propria. Non dimenticherò questa cortesia.

Ringrazio la comunità cristiana, e in particolare le loro Beatitudini i Patriarchi e i Vescovi, per il modo in cui mi hanno accompagnato nel mio pellegrinaggio.

Serberò nel cuore il ricordo della mia visita alla Moschea degli Omayyadi e della cortese accoglienza ricevuta da Sua Eccellenza il Ministro del Wafq, da Sua Eminenza il Gran Mufti e dalla comunità musulmana.

Prego affinché la lunga tradizione siriana di rapporti armoniosi tra cristiani e musulmani continui e diventi sempre più forte, per testimoniare al mondo che la religione, come adorazione di Dio Onnipotente, getta il seme della pace nel cuore delle persone. Esaudendo i desideri più profondi dello spirito umano, essa arricchisce e unisce la famiglia umana nel suo cammino attraverso la storia.

2. La Siria è una terra antica con un glorioso passato. Tuttavia, per alcuni aspetti la vostra è ancora una nazione giovane che, in un periodo di tempo relativamente breve e in circostanze difficili, ha realizzato molto. La mia preghiera di pellegrino è che la Siria proceda con fiducia e serenità verso un nuovo e promettente futuro, e che il vostro Paese prosperi in un'era di benessere e di tranquillità per tutto il suo popolo.

La Siria è una presenza fondamentale nella vita dell'intera regione, i cui popoli hanno vissuto a lungo la tragedia della guerra e del conflitto. Affinché si apra la porta della pace, però, devono essere risolte le questioni fondamentali della verità e della giustizia, dei diritti e delle responsabilità.

Il mondo guarda al Medio Oriente con speranza e preoccupazione, attendendo con grandi aspettative qualsiasi segno di dialogo costruttivo. Restano molti e gravi ostacoli, ma il primo passo verso la pace deve essere la salda convinzione che una soluzione è possibile entro i parametri del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Rinnovo l'appello a tutte le popolazioni coinvolte e ai loro responsabili politici, affinché riconoscano che lo scontro non ha avuto successo e mai lo avrà. Solo una pace giusta può creare le condizioni necessarie allo sviluppo economico, culturale e sociale al quale hanno diritto i popoli della regione.

Grazie, Signor Presidente. Molte grazie a tutti voi: Shukran!

Possa il vostro futuro essere colmo delle benedizioni di Dio Onnipotente! Che la Sua pace sia sempre con voi: As-salámu ‘aláikum!

CERIMONIA DI BENVENUTO A MALTA

ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI GUDJA

Martedì, 8 maggio 2001




189 Signor Presidente,
Membri del Governo,
Fratelli Vescovi,
Signore e Signori,

1. Sentitamente grato a Dio, mi trovo in terra maltese per la seconda volta. Il pellegrinaggio giubilare che sto compiendo nel bimillenario della nascita di Gesù Cristo mi ha portato a Malta. Dopo aver visitato alcuni luoghi legati in modo particolare alla storia della salvezza, sul Monte Sinai, in Terra Santa, e ora ad Atene e a Damasco, il mio pellegrinaggio sulle orme di San Paolo mi porta a voi.

2. Grazie, Signor Presidente, per il cortese invito che mi ha indirizzato a nome del popolo maltese. Grazie per le cordiali parole di benvenuto che mi ha rivolto qui oggi. Sono grato anche agli illustri membri del Parlamento, alle autorità civili e militari, ai membri del Corpo Diplomatico e a quanti onorano questa occasione con la loro presenza.

Con affetto nel Signore, saluto l'Arcivescovo Mercieca, il Vescovo Cauchi e il Vescovo Ausiliare Depasquale, così come gli altri Vescovi presenti, alcuni dei quali rappresentano la vocazione missionaria della Chiesa a Malta, mentre altri discendono da emigranti maltesi. Saluto i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e in particolare i giovani che si preparano a servire il Signore nel sacerdozio e nella vita consacrata. Saluto i catechisti e quanti collaborano attivamente alla missione della Chiesa.

Con le parole del vostro Patrono San Paolo saluto tutto il popolo maltese senza alcuna eccezione: "Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo" (
Ph 1,2).

3. Il ricordo della mia prima visita, undici anni fa, mi torna spontaneo alla mente. Ricordo i miei incontri con i sacerdoti e i religiosi, i lavoratori, gli intellettuali, le famiglie e i giovani. Ricordo la Co-cattedrale di San Giovanni a Valletta, i santuari mariani di Mellieha e Ta' Pinu sull'Isola di Gozo. Ricordo la Baia e le Isole di San Paolo e in particolare l'antico Grotta, venerata come luogo dove egli visse.

Ricordo soprattutto la fede e l'entusiasmo dei Maltesi e degli abitanti dell'Isola di Gozo.

San Paolo arrivò a Malta da prigioniero in viaggio per Roma, il luogo del suo martirio. Qui lui e i suoi compagni che avevano fatto naufragio furono trattati, come leggiamo negli Atti degli Apostoli, con "rara umanità" (28, 2). Qui recò testimonianza di Cristo e guarì il padre di Publio e altre persone dell'isola che erano malate (cfr Ac 28,8). La bontà del popolo maltese fu accompagnata dalla "bontà di Dio, salvatore nostro e" dal "suo amore per gli uomini" (Tt 3,4) Per due millenni siete stati fedeli alla vocazione insita in questo singolare incontro.

190 Oggi il Successore di Pietro desidera confermarvi nella stessa fede e incoraggiarvi nello spirito della speranza e dell'amore cristiani. Prega affinché, come i vostri predecessori, anche voi rechiate frutti buoni e abbondanti. Gli alberi buoni portano frutti buoni e abbondanti (cfr Mt 12,33-35), come nel caso dei Venerabili Servi di Dio, che avrò la gioia di dichiarare Beati domani.

4. Caratterizzata dalla sua posizione in Europa e nel bacino del Mediterraneo, Malta è erede di una tradizione culturale ricca e singolare, al centro della quale troviamo l'umanesimo del Vangelo. In un mondo che anela a una luce sicura che orienti le trasformazioni che vive, avete un'eredità spirituale e morale perfettamente in grado di sanare ed elevare la dignità della persona umana, di rafforzare il tessuto sociale e di donare all'attività umana un senso e un significato più profondi (cfr Gaudium et spes GS 40). Questa è la saggezza e la visione che Malta può offrire alla nuova epoca storica che sta emergendo in modo lento ma sicuro.

Cari amici maltesi, curate la vostra vocazione cristiana! Siate orgogliosi della vostra eredità culturale e religiosa! Guardate al futuro con speranza e impegnatevi con rinnovato vigore per fare di questo nuovo millennio un tempo di solidarietà e di pace, di amore per la vita e di rispetto per ciò che Dio ha creato!

5. Ho affidato il mio pellegrinaggio alla protezione della Beata Vergine Maria e all'Apostolo Paolo. Invoco la loro intercessione su tutti gli abitanti di Malta e di Gozo!

Vi benedico tutti e in particolare i malati, gli anziani e quanti soffrono nel corpo e nello spirito.

Il-Mulej ibierek il-poplu kollu ta'Malta u ta'Ghawdex! [Dio benedica il popolo di Malta e di Gozo!]



INCONTRO CON I MEMBRI DELLA "SOCIETAS DOCTRINAE CHRISTIANAE"

Hamrun, 9 maggio 2001

Cari Fratelli e Sorelle,


1. Nella gioia della Pasqua faccio mie le parole del Signore Risorto: la pace sia con voi! Il-paci maghkom! Grazie per il caloroso benvenuto, che dimostra che l'ospitalità un tempo riservata all'Apostolo Paolo (cfr Ac 28,2) esiste tuttora a Malta. Sono grato per le cordiali parole che a nome di entrambi i rami della Società mi ha rivolto il Superiore Generale, esprimendo tutto il vostro amore per la Chiesa e per il Successore di Pietro.

2. L'isola di Malta è una roccia che affiora dal mare, dove il suolo è spesso sterile e il sole brucia. Persino questo luogo nel quale siamo riuniti si chiama Blata l-Bajda, la "Roccia Bianca". Tuttavia nel corso dei secoli Malta è stata straordinariamente generosa e fertile nei modi più profondi dello Spirito. La fede incrollabile del popolo maltese ha permesso a questa roccia di essere il buon terreno di cui parla il Vangelo. Su questo suolo il Beato Giorgio Preca seminò la Società della Dottrina Cristiana, che in un secolo di vita è fiorita. Diversamente dal fico della narrazione evangelica che abbiamo appena ascoltato (cfr Lc 13,6-9), avete prodotto frutti in abbondanza, per i quali rendiamo oggi gloria e grazie a Dio.

Non solo Don Giorgio piantò il seme, ma curò anche il germoglio e nutrì il giovane albero cosicché crescesse forte e fecondo come ha fatto.

191 Siete fioriti perché le vostre radici affondano profondamente in Cristo e perché siete stati ben nutriti dalla vita di santità di Don Giorgio.

Per comprendere meglio la vostra vocazione, consideriamo il fico. Le foglie nuove indicano che l'estate è vicina (cfr
Lc 21,29-31). Nella stagione calda la sua ombra fornisce riparo dal sole. Offre abbondanti e dolci frutti da mangiare e le Scritture dicono che il suo frutto ha proprietà curative (cfr Is 38,21). Questa è l'immagine a cui siete chiamati ad assomigliare! Come catechisti dovete offrire dolce nutrimento a quanti hanno fame di Dio. Dovete guarire quanti soffrono per la mancanza di luce e di amore.

Se farete questo, sarete veramente il segno della primavera che lo Spirito Santo sta ora preparando per la Chiesa.

3. Ovunque si recasse, Don Giorgio era seguito da una folla di persone, affascinate dalle sue parole. Perché? Perché riconoscevano nella predicazione di Don Giorgio la voce di Gesù stesso. Ascoltavano il Signore stesso. Erano attratte dall'irresistibile fascino di Cristo che sapevano essere l'unico in grado di soddisfare il desiderio più profondo del loro cuore. La bellezza della santità che si trova in sommo grado in Gesù e si riflette nel nuovo Beato di oggi non cesserà mai di attrarre il cuore umano. È certo che se potremo mostrare il volto del Signore risorto al mondo, allora toccheremo e conquisteremo le anime in modo sorprendente!

4. È nelle profondità della contemplazione che scopriamo "la gloria divina che rifulge sul volto di Cristo" (2Co 4,6). Questo è il motivo per cui la vostra regola di vita esige che preghiate spesso e che incontriate regolarmente il vostro direttore spirituale che vi guida e vi accompagna lungo il cammino della vostra fedeltà. Contemplare il volto di Cristo significa essere colmi di energia spirituale per la missione che vi è stata affidata. Come san Paolo, dalla contemplazione siete chiamati a essere missionari: non solo insegnanti, ma testimoni che possono parlare con forza perché possono dire come i primi discepoli: "Abbiamo visto il Signore!" (Jn 20,25). Fu Papa Paolo VI a scrivere che "l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni" (Evangelii nuntiandi EN 41). Questo fu vero per Don Giorgio in modo meraviglioso e deve essere vero anche per voi che siete i suoi figli spirituali.

Nella sua Lettera ai Galati, San Paolo scrive che Dio "si compiacque di rivelare in me suo Figlio, perché lo annunziassi in mezzo ai pagani" (Ga 1,16). Non parla di Cristo rivelato "a me", ma di Cristo rivelato "in me". Una volta che Gesù si rivela a Saulo sulla via di Damasco e una volta che Paolo apre il suo cuore per ricevere il dono, l’Apostolo stesso diventa la rivelazione. È tanto pieno di Cristo da poter dire nella stessa Lettera: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (2, 20). Tutta la sua vita, tutto ciò che fa, dice e pensa, il suo corpo, la sua mente, il suo cuore e la sua anima, divengono la rivelazione di Gesù al mondo. Questo è il mistero della vocazione sublime donata non solo a San Paolo e al Beato Giorgio Preca, ma a ognuno di voi.

5. Il vostro fondatore era particolarmente devoto alle parole: Verbum Dei caro factum est, basate sul Prologo del Vangelo di San Giovanni: "Il Verbo si fece carne" (1, 14). In ciò, infatti, risiede il fondamento della vostra vocazione e del vostro apostolato. In un certo senso il Verbo Divino si incarna continuamente nel suo Corpo Mistico, la Chiesa. Dovete aiutarlo in questo facendo per gli altri quanto Don Giorgio ha fatto per voi. Dovete piantare il seme della Parola di Dio nel cuore delle persone affinché Cristo viva in loro!

Dovete insegnare a tutti, bambini, giovani e adulti, a contemplare il volto di Cristo, a vedere il Signore (cfr Novo millennio ineunte NM 16), cosicché la luce della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù, possa risplendere anche sui loro volti. "Questo radicarsi della Chiesa nel tempo e nello spazio riflette il movimento stesso dell'Incarnazione!" (ibidem n. 3).

Mentre continuate questa missione sacra, le parole del vostro Fondatore riecheggino incessantemente nel vostro cuore: MUSEUM - Magister, utinam sequatur Evangelium universus mundus! Maestro, fa' che il mondo intero segua il Vangelo!

Affidandovi all'intercessione della Vergine Maria, di San Paolo e del Beato Giorgio Preca, così come dei Beati Ignazio e Adeodata, anch'essi beatificati oggi, imparto la mia Benedizione Apostolica a tutti i membri della Società della Dottrina Cristiana, quale pegno di infinita misericordia in Gesù Cristo, "il testimone fedele, il primogenito dei morti" (Ap 1,5). Il-paci maghkom!

CERIMONIA DI CONGEDO DA MALTA

ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI GUDJA

Mercoledì, 9 maggio 2001




192 Signor Presidente,
Signor Primo Ministro,
Eccellenze,
Amato Popolo di Malta,

1. Come Successore di Pietro devo tornare a Roma, la Sede di Pietro, e ai miei doveri di Pastore della Chiesa Universale.

Tuttavia non dimenticherò questa visita alle Isole Maltesi. Soprattutto non dimenticherò il popolo maltese. Grazie per essere stato parte del mio pellegrinaggio giubilare sulle orme di San Paolo! Nella "geografia della salvezza"!

Alla fine della mia prima visita, vi dissi che una volta tornato a Roma avrei detto a San Paolo che i Maltesi erano "un buon popolo cattolico". Ora, dirò al vostro Patrono che state ancora facendo ciò che voleva: "Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato" (
1Tm 6,12), proprio come fecero il Beato Don Giorgio, il Beato Ignazio e la Beata Adeodata. Vi lascio il loro esempio da seguire e vi affido alla loro intercessione.

2. Grazie, signor Presidente, per la cortesia che mi ha personalmente riservato durante la mia breve visita. Sono grato anche al Primo Ministro e al Governo, alle Forze Armate e alle Forze di Polizia e a tutti coloro che hanno assistito questo pellegrinaggio in ogni modo. So che lo avete fatto con sacrificio e amore. Grazie di cuore.

La mia visita è stata un momento di comunione intensa con l'Arcivescovo Mercieca, il Vescovo Cauchi, il Vescovo Depasquale e con i sacerdoti, i religiosi e i laici. Alle Chiese a Malta e a Gozo dico solo questo: siate fedeli a San Paolo, vostro padre nella fede su queste Isole, restate saldamente uniti a Pietro e alla Chiesa universale. In tal modo sarete sempre fedeli a Cristo.

3. Malta è al centro del Mediterraneo. Quindi avete la vocazione unica di edificare ponti fra i popoli del bacino del Mediterraneo, fra l'Africa e l'Europa. Il futuro della pace nel mondo dipende dal rafforzamento del dialogo e dalla comprensione fra le culture e le religioni. Continuate la vostra tradizione di ospitalità e proseguite il vostro impegno nazionale e internazionale in nome della libertà, della giustizia e della pace.

4. Al termine del mio pellegrinaggio giubilare, affido solennemente alla protezione amorevole di Dio Onnipotente i popoli e i luoghi che ho visitato. Nei luoghi legati al bimillenario della nascita del Salvatore ho sperato e pregato per un grande rinnovamento di fede fra i cristiani. Ho voluto incoraggiare i credenti e tutte le persone di buona volontà a difendere la vita, a promuovere il rispetto per la dignità di ogni essere umano, a tutelare la famiglia contro le numerose minacce di oggi, ad aprire il loro cuore alle persone povere e sfruttate nel mondo e ad operare per un ordine internazionale basato sul rispetto per il diritto e sulla solidarietà verso i meno fortunati.

193 Questi sono anche il compito e l'ideale che lascio a voi, amati abitanti di Malta.

Negli Atti degli Apostoli, san Luca scrive che i Maltesi "ci colmarono di onori e al momento della partenza ci rifornirono di tutto il necessario" (
Ac 28,10). Ho vissuto spiritualmente la stessa esperienza e parto rendendo lode a Dio nel mio cuore per tutti voi.

Grazie, Malta.
Il-Bambin iberikkom ilkoll! (Che Dio vi benedica tutti!)




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