GP2 Discorsi 2002 93


ALLA MISSIONE CITTADINA LATINOAMERICANA A ROMA


Sabato 13 aprile 2002




94 Cari Fratelli e Sorelle dell'America Latina a Roma,

1. Sono lieto di avere questo incontro, che mi offre l'opportunità di salutarvi personalmente, in occasione della Missione Cittadina promossa dalla Diocesi di Roma per le vostre comunità. Avete chiesto questa udienza per riaffermare la vostra devozione al Successore di Pietro, bella espressione di fede propria delle vostre Nazioni di origine. Do a tutti voi il mio più cordiale benvenuto. Saluto in modo particolare il Cardinale Vicario Camillo Ruini e lo ringrazio delle cordiali parole che mi ha rivolto.

Saluto e ringrazio i Signori Cardinali, gli Arcivescovi e Vescovi dell'America Latina che hanno voluto essere presenti, il Vicegerente, i responsabili della Migrantes diocesana e il Cappellano della vostra comunità, che hanno preparato e promosso la missione, così come i tanti sacerdoti, religiosi, religiose e missionari laici che hanno sostenuto l'iniziativa dall'inizio alla fine.

2. "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò" (
Mt 11,28).

È questo l'invito dolce e forte del Salvatore, che la missione ha fatto risuonare in questi mesi nello spirito di tanti immigrati latinoamericani. La stanchezza e lo sconforto di chi si sente oppresso, debole e indifeso trovano sollievo nell'incontro di fede con il Signore, poiché Egli si addossa le nostre pene e miserie più profonde, facendo rinascere il vigore e la speranza per continuare a vivere. Imparando da Lui, mite e umile di cuore, e seguendo la via del suo Vangelo, possiamo trovare pace e serenità anche nei momenti più penosi e difficili, poiché il suo giogo è dolce e il suo carico leggero (cfr Mt 11,28-29). Si tratta di una esperienza singolare di amore e di misericordia che voi, cari fratelli e sorelle latinoamericani, avete sperimentato tante volte nelle vostre comunità di origine, nelle quali la fede in Cristo Salvatore segna profondamente la vita personale e familiare, così come la cultura dei vostri Paesi.

Conservate con zelo, testimoniandolo anche qui, nella terra di emigrazione, l'attaccamento al vostro patrimonio di fede e cultura, ricco di valori spirituali e di tradizioni religiose che si manifestano nel canto e nelle feste, nella danza e nell'abbigliamento, nei pellegrinaggi e nella devozione popolare alle immagini del Signore, della Vergine e dei Santi Patroni, come avete manifestato con grande gioia e unità durante questa missione.

Io stesso, in occasione delle mie visite nei vostri Paesi del caro Continente Latinoamericano, ho potuto sperimentare direttamente il calore, l'entusiasmo e la gioia che la fede cattolica scatena nel cuore delle persone, delle famiglie e dei giovani.

Questo è il tesoro più prezioso che ciascuno di voi ha posto nel più intimo di se stesso e che dà coesione alla vostra unità e solidarietà. La missione lo ha ripetuto con forza a tutti i latinoamericani attraverso il generoso impegno dei missionari - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - che hanno portato il Vangelo di Marco nelle case, nelle carceri e negli ospedali, nelle strade e in tutti i luoghi dove poteva trovarsi un fratello o una sorella emigrata.

Li ringrazio di cuore, e allo stesso tempo li invito a proseguire con slancio questa opera di avvicinamento capillare dei propri compatrioti, per far sentire ad ognuno di loro l'amore di Cristo e l'abbraccio materno della Chiesa, offrendo la possibilità di consolidare la fede e la solidarietà con la propria comunità etnica presente nella città.

La missione ha riservato un'attenzione particolare ai giovani, ai quali mi rivolgo per invitarli ad essere promotori della evangelizzazione tra i loro coetanei e nella loro comunità. Rinnovo anche a voi, cari giovani latinoamericani, l'invito del Signore che sarà il tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Toronto: siate il sale della terra e la luce del mondo! Insieme ai giovani della Diocesi sforzatevi di mantenere vivo l'annuncio del Vangelo nella città e nel mondo giovanile, dando testimonianza della gioia che nasce dall'incontro con Gesù Cristo e con la sua Chiesa.

3. La missione ha potuto contare sull'efficace appoggio dei centri pastorali che da molti anni operano nella città e che cercano di rispondere alle esigenze spirituali e umane degli immigrati, promuovendo la catechesi, le celebrazioni liturgiche e sacramentali e offrendo tutto l'aiuto necessario per affrontare le difficoltà che l'immigrato incontra quando deve soddisfare le proprie necessità primarie, dal lavoro alla casa al servizio sanitario. Questi centri sono sorti principalmente in seno alle parrocchie dove parroci e sacerdoti premurosi hanno aperto le porte della comunità a tanti fratelli e sorelle immigrati, offrendo loro ospitalità e appoggio materiale e spirituale.

95 La missione ha voluto valorizzare questi centri che spero si moltiplichino, favorendo la necessaria integrazione delle vostre comunità etniche con le comunità cristiane e civili di Roma, per uno scambio reciproco di doni spirituali e culturali. La vostra presenza e il vostro servizio è molto apprezzato per l'impegno con il quale realizzate il vostro lavoro, specialmente con molti anziani, nelle case e negli altri ambiti di vita sociale.

Esprimo i miei migliori auspici affinché la missione faccia crescere questo spirito di accoglienza e di comunione reciproca, e affinché ogni immigrato sia considerato non come straniero o ospite, ma come persona portatrice di valori umani, culturali e religiosi che arricchiscono la società e la Chiesa locale. Per questo è necessario che ad ognuno siano riconosciuti i diritti fondamentali di ogni persona e, in particolare, la possibilità della riunificazione familiare e l'insieme di condizioni di vita e di lavoro necessarie per condurre un'esistenza degna e serena nella società.

4. Venite a me ... e io vi ristorerò.

Sì, cari fratelli e sorelle latinoamericani, accogliamo con gioia l'invito del Signore. Accorriamo a Lui senza timore e con fiducia. Confermiamo che solo Lui è la nostra speranza. Portiamo a tutti, con l'annuncio e con la testimonianza, questa parola consolatrice del Salvatore, soprattutto a tutti quelli che, lontani dalla propria terra e dalla propria famiglia, soffrono situazioni di disorientamento e sconforto nel campo della fede e della vita cristiana. Che la missione prosegua nel suo compito di mantenere viva nel cuore di ogni fratello e sorella immigrata la fede in Cristo, la luce del suo Vangelo, la solidarietà ai più poveri e bisognosi, la volontà di consolidare la comunione e l'unità tra tutti i latinoamericani e le comunità cristiane della città.

Affidiamo i frutti della missione alla Vergine Maria, Signora di Guadalupe, dolce madre di tutti i latinoamericani, Signora e patrona del Continente.




AI PELLEGRINI CONVENUTI PER LA BEATIFICAZIONE


DI SEI SERVI DI DIO


Lunedì 15 aprile 2002




Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. All'indomani della proclamazione di sei nuovi Beati, sono lieto di incontrarmi nuovamente con tutti voi, che siete convenuti a Roma per partecipare a questa solenne celebrazione ecclesiale. In questo clima festoso, in sintonia con l'esultanza pasquale, vogliamo ancora una volta soffermarci a contemplare le opere meravigliose compiute dal Signore attraverso la vita e l'attività dei nuovi Beati: Gaetano Errico, Lodovico Pavoni, Luigi Variara, María Romero, Artemide Zatti e María del Tránsito de Jesús Sacramentado. Vogliamo approfondirne la spiritualità e accoglierne l'esempio, per seguirli nel generoso cammino verso la santità.

2. Mi rivolgo innanzitutto a voi, carissimi Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, e a quanti condividono con voi la gioia per la beatificazione di Gaetano Errico, apostolo dell'amore misericordioso di Dio e martire del confessionale.

Quanto bisogno ha la nostra epoca di chi annunci la tenerezza e il perdono di Dio verso i peccatori, in particolare mediante il Sacramento della penitenza! Nel segreto del confessionale è affidato ai sacerdoti un grande ministero, come ho voluto ribadire nella Lettera che ho indirizzato a tutti i sacerdoti in occasione del Giovedì Santo. "Il Buon Pastore - ho scritto loro- attraverso il volto e la voce del sacerdote, si fa vicino a ciascuno, per aprire con lui un dialogo personale fatto di ascolto, di consiglio, di conforto, di perdono" (n. 9).

Ai giansenisti, che troppo insistevano sulla giustizia di Dio diffondendo nelle anime paura e sconforto, Gaetano Errico contrapponeva l'annuncio della misericordia divina. Non si stancava di esortare i sacerdoti: "Se vengono anime piene di gravi colpe, animatele a rialzarsi, spingetele alla confidenza, dite loro che il Signore le perdonerà tutte, se di cuore si pentono". Quanto ancora oggi parla al cuore dell'uomo l'amore misericordioso di Dio, che incoraggia a vincere il male, la sofferenza, l'ingiustizia e il peccato!

96 3. Il mio cordiale pensiero va inoltre a voi, carissimi Figli di Maria Immacolata, che vi rallegrate insieme con l'intera comunità ecclesiale per la beatificazione del vostro Fondatore, Lodovico Pavoni. Il nuovo Beato seppe elaborare, seguendo la secolare tradizione bresciana, un metodo educativo che si basa sui mezzi tipici della pedagogia preventiva, quali religione e ragione, amore e dolcezza, vigilanza e conoscenza.

Riuscì ad organizzare un modello di istruzione e di avviamento al lavoro, che preludeva alle moderne scuole professionali, introducendo riforme, che anticipavano profeticamente la dottrina sociale della Chiesa, espressa poi nella Rerum novarum di Leone XIII. Ma quale fu il segreto di così intensa attività? Lo ricorda egli stesso: "Nella fede ben meditata trova appoggio ben sicuro la volontà ed il cuore mettendo tutta la nostra confidenza in Dio. La ferma speranza mantiene la vera umiltà... La carità ben accesa nel cuore farà sentire vivamente gl'interessi di Dio e del prossimo".

4. Sono poi anche lieto di salutare i pellegrini italiani, venuti a Roma per la beatificazione di Don Luigi Variara e del Coadiutore salesiano Artemide Zatti. Mi unisco alla gioia delle parrocchie di Viarigi, in diocesi di Asti, e di Boretto, in diocesi di Reggio Emilia, per l'esaltazione dei figli delle loro terre.

5. Saludo ahora con gran afecto a los peregrinos latinoamericanos, especialmente de Costa Rica, Nicaragua, Colombia y Argentina, venidos para participar con júbilo en la solemne ceremonia de la beatificación del P. Luigi Variara, Sor María Romero y Artemide Zatti, todos ellos salesianos, y de la Madre María del Tránsito de Jesús Sacramentado Cabanillas, argentina y fundadora de las Hermanas Terciarias Misioneras Franciscanas.

La gran Familia salesiana añade ahora a la legión de santos y beatos salesianos tres nuevos nombres.

Su vida no quedó escondida dentro de los muros de su comunidad religiosa. Se ha manifestado con sus obras y ha llegado a tantos hombres y mujeres, niños y jóvenes que les conocieron y se beneficiaron de su labor apostólica inspirada en las enseñanzas de Don Bosco.

El P. Luigi Variara se presenta a nuestros ojos enriqueciendo el carisma salesiano, al que siempre fue fiel, con una nueva dimensión, la de fundador de las Hijas de los Sagrados Corazones de Jesús y María, con la intención de ser siendo paño de lágrimas de los más segregados y a veces olvidados de la sociedad. Su vida invita a tender una mano a todos, a no despreciar a nadie, a ser acogedor. Hoy Colombia, donde vivió y dio lo mejor de sí con la ayuda de la gracia de Dios, puede encontrar en los ejemplos de este testigo de Jesucristo una ayuda para superar la dura situación que vive desde hace tantos años y encaminarse hacia una sociedad más fraterna y solidaria.

6. El coadjutor Artemide Zatti sembró en las tierras de Viedma con su incesante y alegre actividad en favor de los enfermos, la misericordia que Jesús nos invitó a practicar: "Estuve enfermo y me visitasteis" (
Mt 25,36). Su carácter jovial y su especial competencia, unidas a una disponibilidad sin límites, le hicieron acreedor de la simpatía y aprecio de sus contemporáneos, lo cual ha de pervivir hoy con una disposición a imitar sus valiosos ejemplos favoreciendo en todos los profesionales del campo de la salud una renovada actitud de servicio al enfermo que lleve a primar su condición de persona, provista de unos derechos inalienables.

De Sor María Romero atrae su servicio a los pobres, con creatividad y eficacia. Las obras que ella fundó para promover la vida cristiana de los más necesitados y aliviar la situación de necesidad por la que pasaban tantos habitantes de San José y su periferia subsisten hoy en día y continuan a dar motivos de fundada esperanza por medio de gestos de solidaridad hacia los más pobres. Que no venga nunca a faltar este servicio que tanto honor da a la Iglesia de Cristo.

7. La populosa ciudad de Córdoba, en Argentina, fue testigo privilegiado de la santidad de vida de la Beata Madre María del Tránsito de Jesús Sacramentado Cabanillas. Su vida es un canto a las maravillas que Dios realiza en los acontecimientos comunes de la vida cotidiana. Sin espectaculares manifestaciones, esta nueva Beata recorrió el camino de la santidad captando en cada momento la cercanía de Jesús y su invitación a seguirle hasta las últimas consecuencias.

Interrogándose seriamente sobre lo qué Dios quería de ella, descubrió su vocación franciscana y la inspiración de un proyecto de vida religiosa que se ocupara de ayudar a la mujer a desempeñarse en la experiencia de fe. Supo ser firme y, a la vez, paciente y comprensiva, abrazar la cruz en las dificultades y permanecer en humilde silencio aún cuando sobre ella pesaban graves humillaciones y desprecios. Que su testimonio sirva de ejemplo a tantos compatriotas suyos que en la hora presente han de seguir con entusiasmo su vida de cristianos y ciudadanos, sin caer en la tentación del desánimo o, lo que sería peor, con espíritu de rivalidad o de revancha.

97 Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua spagnola:

5. Saluto ora con grande affetto i pellegrini dell'America Latina, soprattutto della Costa Rica, del Nicaragua, della Colombia e dell'Argentina, venuti per partecipare con gioia alla solenne cerimonia di beatificazione di P. Luigi Variara, Suor Maria Romero e Artemide Zatti, tutti salesiani, e di Madre Maria del Transito di Gesù Sacramentato Cabanillas, argentina e fondatrice delle Suore Terziarie Missionarie Francescane.

La grande Famiglia salesiana aggiunge ora tre nuovi nomi alla legione dei santi e dei beati salesiani.
La loro vita non è rimasta nascosta entro le mura della loro comunità religiosa. Si è manifestata attraverso le loro opere e ha raggiunto tanti uomini e donne, bambini e giovani, che li hanno conosciuti e hanno beneficiato del loro lavoro apostolico, ispirato agli insegnamenti di Don Bosco.

P. Luigi Variara si presenta ai nostri occhi arricchendo il carisma salesiano, al quale fu sempre fedele, con una nuova dimensione, ossia quella di fondatore delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, con l'intenzione di essere consolatore dei più emarginati, e talvolta dimenticati, della società. La sua vita è un invito a tendere una mano a tutti, a non disprezzare nessuno, a essere accoglienti. Oggi la Colombia, dove egli ha vissuto e dato il meglio di sé con l'aiuto della grazia di Dio, può trovare nell'esempio di questo testimone di Gesù Cristo un aiuto per superare la difficile situazione che sta vivendo da molti anni e incamminarsi verso una società più fraterna e solidale.

6. Il coadiutore Artemide Zatti giunse nelle terre di Viedma con la sua incessante e gioiosa attività a favore degli infermi, la misericordia che Gesù ci ha invitati a praticare: ero "malato e mi avete visitato" (
Mt 25,36). Il suo carattere gioviale e la sua particolare competenza, uniti a una disponibilità senza limiti, lo hanno reso meritevole della simpatia e dell'apprezzamento dei suoi contemporanei, che oggi deve continuare con un'attitudine a imitare il suo poderoso esempio, favorendo in tutti gli operatori in ambito sanitario un rinnovato senso di servizio all'infermo, che ponga al primo posto la sua natura di persona, dotata di alcuni diritti inalienabili.

Di Suor Maria Romero attira il suo servizio ai poveri, svolto con creatività ed efficacia. Le opere da lei fondate per promuovere la vita cristiana dei più bisognosi e alleviare la situazione di necessità sperimentata da tanti abitanti di San José e della sua periferia esistono ancora oggi e continuano a essere motivo di fondata speranza attraverso gesti di solidarietà verso i più poveri. Che questo servizio, che dà tanto onore alla Chiesa di Cristo, non venga mai a mancare!

7. La popolosa città di Cordoba, in Argentina, è stata testimone privilegiata della santità di vita della beata Madre Maria del Transito di Gesù Sacramentato Cabanillas. La sua vita è un inno alle meraviglie che Dio compie negli avvenimenti comuni della vita quotidiana. Senza manifestazioni spettacolari, questa nuova Beata ha percorso il cammino della santità cogliendo in ogni momento la vicinanza di Gesù e il suo invito a seguirlo fino alle conseguenze ultime.

Interrogandosi seriamente su ciò che Dio voleva da lei, ha scoperto la sua vocazione francescana e l'ispirazione di un progetto di vita religiosa, che si occupasse di aiutare le donne a progredire nell'esperienza di fede. Seppe essere ferma e al contempo paziente e comprensiva, abbracciare la croce nelle difficoltà e rimanere in umile silenzio anche quando su di lei pesavano gravi umiliazioni e disprezzo. Che la sua testimonianza serva d'esempio a tanti suoi compatrioti, che in questo momento devono vivere con entusiasmo la loro vita di cristiani e cittadini, senza cadere nella tentazione dello sconforto o, peggio ancora, dello spirito di rivalità o di rivincita.



8. Carissimi Fratelli e Sorelle, quale splendida compagnia ci offre il Signore in questi nuovi Beati! Mentre ne ammiriamo gli esempi di santità, sforziamoci di seguirne le orme, per essere a nostra volta coraggiosi testimoni del Vangelo.

La Vergine Maria, Madre della Chiesa e Regina di tutti i Santi, vi guidi e protegga sempre nel vostro cammino. Vi accompagni anche la Benedizione, che con affetto imparto a voi qui presenti, alle vostre famiglie e comunità di provenienza, e a tutti coloro che vi sono cari.


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI NIGERIA


IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


98
Sabato, 20 aprile 2002




Cari Fratelli nell'Episcopato.

1. Con affetto nel Signore Risorto saluto voi, Vescovi della Nigeria, in occasione del vostro pellegrinaggio a Roma per la vostra visita ad limina Apostolorum. È veramente una grande gioia per me porgervi il benvenuto ed abbracciare, attraverso di voi, tutti i fedeli delle vostre comunità locali, che ricordo con affetto nel Signore e che sono sempre nelle mie preghiere. La vostra presenza, infatti, risveglia i vivi ricordi della mia visita nel vostro Paese di quattro anni fa, quando Dio Onnipotente mi ha concesso il privilegio di beatificare Padre Cyprian Michael Iwene Tansi nella sua patria. Affidando le vostre comunità locali all'intercessione del beato Cyprian Michael, prego per voi, Pastori del santo popolo di Dio, e per i sacerdoti, i religiosi e i laici affidati alla vostra sollecitudine pastorale. La mia preghiera per voi è che "Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l'opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui" (
2Th 1,11-12).

2. Il vostro Paese vanta una delle più grandi popolazioni cattoliche di tutta l'Africa e il numero di quanti giorno dopo giorno si uniscono al Signore sta crescendo costantemente. "Ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi" (Ps 118,23). Siete inoltre benedetti da numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, che vi permettono anche di mandare missionari negli altri Paesi africani. La vostra generosità a tale riguardo va lodata e incoraggiata: certamente Dio "moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia (...). Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio" ().

Attraverso la vostra guida, la Chiesa è anche coinvolta attivamente nella vita nazionale nigeriana, esortando costantemente alla solidarietà, all'esercizio delle responsabilità civili al superamento di tensioni e conflitti attraverso il dialogo e la riconciliazione. Tali sforzi sono sempre più importanti mentre la Nigeria prosegue lungo il cammino della transizione dal governo militare a quello democratico, e in particolare alla luce dei recenti atti di violenza verificatisi in diverse parti del Paese. In tutto ciò, così come in altre circostanze della vita quotidiana, sia ordinarie sia straordinarie, la Chiesa deve restare libera di perseguire la sua missione spirituale, che comprende le sue attività negli ambiti del ministero pastorale, dell'educazione, dell'assistenza sanitaria e dello sviluppo umano e sociale. A tale riguardo, il vostro Piano Pastorale Nazionale per la Nigeria del 1997, con le necessarie modifiche e aggiornamenti, rimane una struttura eccellente per proseguire il lavoro della Chiesa.

3. Come molti di voi hanno indicato nelle loro relazioni, il persistere di una diffusa povertà, spesso estrema, e il diffondersi dell'indifferenza morale ed etica, da cui hanno origine la criminalità, la corruzione e gli attacchi alla santità della vita stessa, rappresentano il contesto in cui la Chiesa svolge la sua missione. Per questa ragione esiste la particolare necessità di intensificare gli sforzi per offrire ai fedeli programmi di formazione seri, che li aiutino ad approfondire la fede e la comprensione cristiane e quindi permettano loro di occupare il posto che corrisponde loro sia nella Chiesa di Cristo sia nella società.

La catechesi integra e perfeziona l'annuncio della Buona Novella, aiutando la fede a maturare ed educando i discepoli di Cristo attraverso una conoscenza profonda e sistematica della persona e del messaggio del Signore (cfr. Catechesi tradendae CTR 19). Lo studio della Bibbia, ossia il contatto diretto con il testo sacro della Parola di Dio, accompagnato dalla preghiera devota (cfr Dei Verbum DV 25) e sostenuto da una chiara esposizione della dottrina, come nel Catechismo della Chiesa Cattolica, farà inoltre sì che i laici, uomini e donne, siano saldi nella fede e preparati a soddisfare le sue esigenze in ogni circostanza della loro vita e delle loro attività. Molti dei vostri fedeli laici stanno già rispondendo in maniera positiva alla sfida di svolgere un ruolo attivo nella vita pubblica, includendo la sfera politica. Il vostro instancabile impegno a tale proposito dovrebbe permettere loro di essere veramente "sotto la guida dello spirito evangelico" e di "contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo" (Lumen gentium LG 31).

4. Mentre i membri delle vostre Chiese locali verranno rafforzati e confermati nella verità rivelata, saranno rafforzati nella loro identità cattolica. Saranno anche capaci di rispondere alle obiezioni sollevate con sempre maggiore frequenza da sette e nuovi movimenti religiosi, molto numerosi nel vostro Paese. La catechesi è importante soprattutto per i giovani, per i quali una fede illuminata rappresenta una luce che guiderà il loro cammino verso il futuro. Sarà inoltre la loro sorgente di forza quando affronteranno le incertezze della situazione economica in costante evoluzione. Per questa ragione, è molto importante che i programmi pastorali diretti in modo specifico ai bambini e ai giovani siano una parte prioritaria di tutti i vostri piani pastorali.

In questo modo, inoltre, verrà rafforzata anche la famiglia, che è minacciata nei suoi aspetti fondamentali di unità e stabilità da pratiche quali la poligamia, il divorzio, l'aborto e la prostituzione, dal diffondersi della mentalità contraccettiva e da un'attività sessuale irresponsabile che fa aumentare anche i casi di Aids. Pertanto, lavorare per aiutare le famiglie a vivere la loro vita cristiana fedelmente e generosamente come autentiche "chiese domestiche" (cfr Lumen gentium LG 11) rimane una priorità, poiché esiste ancora la necessità di riconciliare le pratiche tradizionali con l'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la vita familiare. Allo stesso modo, i vostri programmi di sostegno alle donne, che collocano la Chiesa in prima linea nel movimento volto a promuovere un maggiore rispetto per la loro dignità e i loro diritti, assumono un'importanza sempre più grande. Desidero anche esortarvi a ricercare modi per rendere la partecipazione della Chiesa nella lotta contro l'Aids sempre più attiva e visibile.

5. La sottomissione salda e umile alla Parola di Cristo, così come viene proclamata autenticamente nella Chiesa, costituisce anche la base per il vostro rapporto con altre Chiese e Comunità ecclesiali, e per il necessario dialogo con i seguaci della religione tradizionale africana e con l'islam. Sono lieto di apprendere dalle vostre relazioni che, nonostante le difficoltà, si stanno compiendo progressi in diversi ambiti del dialogo ecumenico e inter-religioso. Infatti, il retaggio culturale dei numerosi gruppi etnici presenti in Nigeria deve essere visto come una fonte di arricchimento per la Nazione e non come motivo di conflitto e divisione. Sono consapevole che, in vista delle elezioni generali previste per l'anno prossimo, voi state cercando di intensificare la cooperazione ecumenica e inter-religiosa al fine di aiutare i politici, i capi tradizionali e le guide religiose a lavorare insieme per garantire un processo elettorale libero, corretto e pacifico.

A questo proposito desidero affrontare un'importante questione, che so essere fonte di grande preoccupazione per voi e per il vostro popolo. Vi sono alcune parti del Paese dove i sostenitori dell'Islam stanno agendo con sempre maggiore militanza, al punto di imporre addirittura il loro modo di intendere la legge islamica ad interi Stati della Federazione nigeriana e negando agli altri credenti la libertà di espressione religiosa. Incoraggio e sostengo con vigore ogni sforzo da voi compiuto per pronunciarvi con coraggio e con forza a tale riguardo: occorre ricordare ai capi del Governo, sia locale sia federale, nonché a tutte le persone di buona volontà di tutte le religioni, l'obbligo che ogni Governo ha di assicurare che l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge non venga mai violata per ragioni di fede, né apertamente né velatamente. Di conseguenza, anche nei casi in cui si garantisce uno speciale stato giuridico a una particolare religione, vi è sempre il dovere di assicurare che il diritto alla libertà di coscienza venga riconosciuto legalmente e realmente rispettato per tutti i cittadini e anche per gli stranieri che risiedono nel Paese (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1998, n. 1).

99 6. Guardando ora a quanti collaborano a stretto contatto con voi nel ministero pastorale, desidero incoraggiare i vostri sforzi per assicurare una formazione sempre più completa e permanente ai vostri sacerdoti. I vostri rapporti con loro devono essere sempre caratterizzati da unità, fratellanza e stima. Tutti coloro che hanno ricevuto il sacramento degli Ordini Sacri sono stati configurati a Cristo Capo e Pastore della Chiesa. Devono pertanto imitare il suo totale dono di sé per il bene del gregge e il progresso del Regno. L'impegno a un'incessante conversione personale rappresenta una componente fondamentale della vita e del ministero sacerdotale. Dobbiamo sempre ravvivare il dono che ci appartiene, il dono della nostra configurazione sacramentale a Cristo.

Il sacerdozio non deve mai essere visto come mezzo per migliorare la propria vita o per acquistare prestigio. I sacerdoti e i candidati al sacerdozio spesso vivono a un livello superiore, sia materiale che educativo, rispetto alle loro famiglie e ai loro coetanei; pertanto è molto facile per loro cedere alla tentazione di ritenersi migliori degli altri. Quando ciò accade, l'ideale del servizio sacerdotale e della dedizione totale può affievolirsi, lasciando il sacerdote insoddisfatto e scoraggiato.

Per questa ragione la vostra vita e quella dei vostri sacerdoti devono rispecchiare un'autentica povertà evangelica e un distacco dalle cose e dagli atteggiamenti del mondo, e il valore del celibato come dono totale di sé al Signore e alla sua Chiesa deve essere attentamente custodito.

Un comportamento che susciti scandalo deve essere attentamente evitato, e voi dovete personalmente esaminare le accuse di un simile comportamento, prendendo misure ferme per correggerlo laddove lo si riscontra. Anche qui la formazione nei seminari è molto importante, poiché le convinzioni e la formazione pratica impartite ai futuri sacerdoti sono fondamentali per il successo della missione della Chiesa. Come autentici padri, quindi, il rinnovamento e la crescita spirituale dei vostri sacerdoti deve essere tra le vostre priorità (cfr Optatam totius
OT 22). Inoltre, poiché molti dei vostri sacerdoti vengono mandati a studiare all'estero, è consigliabile stabilire tempi ragionevoli entro i quali dovrebbero completare gli studi e rientrare nella Diocesi. Lo stesso vale per i religiosi e le religiose che vivono o studiano all'estero: qualsiasi incoraggiamento e sostegno voi possiate dare ai Superiori delle Comunità religiose a tale proposito saranno ugualmente importanti.

7. Di fatto, la vostra preoccupazione e sollecitudine pastorale comprende anche i religiosi e le religiose delle vostre Diocesi. Essi hanno ricevuto una consacrazione speciale che deve essere resa sempre più profonda. Attraverso la professione dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, essi testimoniano il Regno e edificano il Corpo di Cristo, guidando gli altri alla conversione e a una vita di santità. Devono rimanere saldamente radicati in Cristo, di modo che gli alti ideali della loro vocazione restino vivi nel loro cuore e agli occhi delle persone per le quali sono un segno speciale della sollecitudine amorevole di Dio. Il vostro ruolo, mentre rispettate e difendete la giusta autonomia e il governo interno delle comunità religiose nel vostro territorio, è di mantenere contatti stretti con essi, offrendo loro ogni sostegno possibile affinché possano restare fedeli al carisma dei loro istituti mentre collaborano con voi, Pastori della Chiesa, svolgendo il loro apostolato (cfr. Mutuae relationes, n. 8).

La vita di castità, povertà e obbedienza abbracciata spontaneamente e vissuta con fedeltà confuta la saggezza convenzionale del mondo e sfida la visione della vita comunemente accettata. La testimonianza offerta dalle donne e dagli uomini consacrati può trasformare il modo di pensare e di agire di una comunità proprio attraverso l'amore che i religiosi nutrono per tutti, il loro concentrarsi sulle cose spirituali piuttosto che su quelle materiali, il loro servizio totale e la loro solidarietà con i bisognosi. In tale contesto, è bene che voi mostriate il vostro apprezzamento e la vostra gratitudine ai religiosi e alle religiose nelle vostre Diocesi per tutto il bene che essi fanno con le loro preghiere e le loro attività nei diversi ambiti della vita pastorale locale.

8. Cari Fratelli, Pastori del santo popolo di Dio, è molto importante che l'apertura, l'onestà e la trasparenza siano sempre il segno che contraddistingue tutto ciò che la Chiesa realizza in ambito spirituale, educativo e sociale, nonché in ogni aspetto della sua amministrazione.

Con autentico spirito di amore e di servizio alla Chiesa e ai fratelli, voi avete il compito di guidare, porre sfide e unire tutti coloro che lavorano nella vigna del Signore. All'inizio del Terzo Millennio dell'era cristiana è bene ricordare le parole del Signore circa l'abbondanza dei frutti che saranno raccolti attraverso il nostro servizio del Vangelo (cfr Mt 9,37). Dedichiamoci con nuovo vigore all'impegno di condividere la luce della verità con tutti gli uomini e le donne.

Prego affinché attraverso il vostro pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo lo Spirito Santo di Dio vi dia nuova forza per l'opera della nuova evangelizzazione. Con affetto nel Signore, affido voi, i vostri sacerdoti, i religiosi e i fedeli laici all'intercessione del beato Cyprian Michael Iwene Tansi e alla protezione di Maria, Madre della Chiesa e nostra Madre. In pegno di grazia e pace nel Salvatore Risorto vi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.




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