GP2 Discorsi 2002 327


AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO


DELLA FONDAZIONE "DON CARLO GNOCCHI"


Sabato, 30 novembre 2002




Signori Cardinali,
Cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. È per me motivo di grande gioia accogliervi quest’oggi nel contesto delle celebrazioni per il centenario della nascita di don Carlo Gnocchi, e del cinquantesimo della Fondazione sgorgata dal suo cuore di insigne "prete educatore e imprenditore della carità", come ebbe a definirlo il Cardinale Carlo Maria Martini, aprendo nel 1987 il processo di beatificazione. Grazie per la vostra visita, che mi offre l’occasione di manifestare sincero apprezzamento per il benemerito servizio che rendete a quanti si trovano in difficoltà.

Vi saluto tutti con affetto: ospiti, dirigenti, operatori, volontari, ex allievi ed amici della grande famiglia spirituale di don Carlo Gnocchi, senza dimenticare l’Associazione Nazionale Alpini e l’Associazione Nazionale Donatori Organi, particolarmente legate alla figura e all’opera di questo zelante sacerdote. Saluto i rappresentanti degli Istituti religiosi maschili e femminili voluti da don Gnocchi e il Presidente della Fondazione, Mons. Angelo Bazzari, che ringrazio per i devoti sentimenti che ha voluto esprimere a nome vostro. Saluto la giovane ospite del Centro di Milano, che si è fatta interprete di tutti gli ospiti della Fondazione. Un deferente pensiero rivolgo al Sindaco di Milano e alle altre autorità civili e militari, che hanno voluto essere presenti a questo incontro.

2. Il servo di Dio don Carlo Gnocchi, "padre dei mutilatini", fu educatore di giovani sin dall’inizio del suo ministero sacerdotale. Conobbe gli orrori della seconda guerra mondiale quale cappellano volontario prima sul fronte greco-albanese e, in seguito, con gli alpini della Divisione "Tridentina", nella campagna di Russia. Si prodigò con eroica carità verso i feriti e i moribondi, e maturò il disegno di una grande opera destinata ai poveri, agli orfani e agli sventurati.

Nacque così la Fondazione Pro Juventute, attraverso la quale egli moltiplicò iniziative sociali ed apostoliche a favore dei tanti orfani di guerra e piccoli mutilati per lo scoppio di ordigni bellici. La sua generosità si spinse oltre la morte, sopravvenuta il 28 febbraio del 1956, mediante il dono delle sue cornee a due ragazzi non vedenti. Fu un gesto precorritore, se si considera che in Italia il trapianto d’organi non era ancora regolato da provvedimenti legislativi.

328 3. Carissimi Fratelli e Sorelle! Le celebrazioni giubilari vi hanno permesso durante quest’anno di approfondire ancor più le ragioni del vostro impegno nella società e nella Chiesa. Dalla riabilitazione e integrazione sociale dei mutilatini di guerra siete oggi passati a gestire diversificate attività a favore di ragazzi, adulti e anziani non autosufficienti. Rispondendo, inoltre, ai nuovi bisogni emergenti nella società, avete aperto le vostre case a malati oncologici terminali. Non avete al tempo stesso trascurato di investire nella ricerca scientifica, curando la formazione professionale per disabili attraverso scuole e corsi in varie regioni d’Italia.

4. "Restaurare la persona umana" è il principio che continua ad ispirarvi, in fedeltà allo spirito di don Carlo Gnocchi. Egli era convinto che non basta assistere il malato; occorre "restaurarlo", promuovendolo attraverso pertinenti terapie atte a fargli recuperare la fiducia in se stesso. Se ciò esige un aggiornamento tecnico e professionale, domanda ancor più un costante supporto umano e soprattutto spirituale. "Condividere la sofferenza - amava ripetere questo insigne pedagogo sociale - è il primo passo terapeutico; il resto lo fa l’amore".

E fu proprio l’amore il segreto di tutta la sua vita. In ogni sofferente vedeva Cristo crocifisso, tanto più se si trattava di individui fragili, piccoli, indifesi. Comprese che la luce capace di dar senso al dolore innocente dei bambini viene dal mistero della Croce. Ogni mutilatino era per lui "una piccola reliquia della redenzione cristiana e un segnale che anticipa la gloria pasquale".

5. Carissimi Fratelli e Sorelle! Continuate a seguire le orme di questo indimenticabile maestro di vita. Come lui, siate buoni samaritani per quanti bussano alla porta delle vostre case. Il suo messaggio rappresenta oggi una singolare profezia di solidarietà e di pace. Servendo infatti gli ultimi e i piccoli in modo disinteressato, si contribuisce a costruire un mondo più accogliente e solidale.

Quasi tutti i vostri centri di ricupero e riabilitativi sono dedicati alla Vergine. Sia Lei - la Madre della speranza, a cui don Gnocchi si rivolgeva con filiale devozione - a sostenervi e a guidarvi verso nuovi traguardi di bene.

Io vi assicuro la mia preghiera, mentre di cuore benedico voi qui presenti e quanti compongono la grande famiglia della "Fondazione don Carlo Gnocchi".

Dicembre 2002


SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II


AI MEMBRI DEL PONTIFICIO CONSIGLIO


DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI E AI FOTOGRAFI


PER LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME "IMMAGINI"


Martedì, 3 dicembre 2002




Signor Cardinale,
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Illustri Signori e Signore!

Rivolgo a ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto, lieto di esprimere viva gratitudine per questa visita, e per il gradito dono del volume fotografico dal titolo "Immagini".

329 Sono riconoscente al caro Cardinale Andrzej Maria Deskur, al Presidente, al Segretario, al Sotto-segretario e ai collaboratori del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che hanno promosso questa iniziativa editoriale per ricordare l’inizio del 25° anno del mio Pontificato. Estendo il mio grato pensiero ai rappresentanti delle Società Edindustria e Tosinvest che hanno sponsorizzato l’opera, come pure ai fotografi, che hanno generosamente messo a disposizione eloquenti istantanee, abilmente riprodotte dall’Azienda grafica "Arc en ciel".

Questa nuova pubblicazione intende testimoniare, con il linguaggio efficace delle immagini, l’attività svolta dal Successore di Pietro in questi 24 anni, illustrandone i momenti e gli eventi più significativi.

Auspico di cuore che gli incontri del Papa con i fedeli del mondo intero, che voi avete voluto ampiamente documentare in questa raccolta fotografica, possano essere d’incoraggiamento per tutti a proseguire fedelmente nel cammino della testimonianza evangelica.

Con questi sentimenti, di cuore benedico voi, le vostre famiglie e quanti vi sono cari.




ALLA MARINA MILITARE ITALIANA


Mercoledì, 4 dicembre 2002

Carissimi Marinai,


sono lieto di incontrarvi nel giorno della memoria liturgica di Santa Barbara, vostra celeste Patrona. Vi saluto tutti con affetto. Saluto in particolare il vostro Arcivescovo Monsignor Giuseppe Mani, che ringrazio per le cortesi parole rivoltemi, e i vostri cappellani. Rivolgo un deferente pensiero al Ministro della Difesa, che ha voluto essere presente, e insieme a lui saluto lo Stato Maggiore della vostra Forza armata.

La ricorrenza di Santa Barbara riunisce ogni anno la Marina Militare per celebrare, con speciale devozione, colei che costituisce un modello di vita e di servizio anche per i marinai. Questa giovane martire ha reso un’impavida testimonianza della sua fede, non temendo di affrontare la morte pur di non venir meno al suo impegno di fedeltà a Cristo e al Vangelo.

Anche voi, cari marinai, siete chiamati a dare prova di fedeltà a Dio e ai fratelli, adoperandovi generosamente come ministri della sicurezza e della libertà del vostro popolo e concorrendo così in modo efficace alla stabilità e alla pace (cfr. Gaudium et Spes GS 79). Il vostro servizio, non privo di sacrifici, vi porta a incontrare persone e popoli di culture diverse in tutto il mondo. Come cristiani vi è chiesto di testimoniare la fede in modo coerente. Per essere efficaci strumenti di pace in ogni ambiente, mantenete, cari militari, un contatto ininterrotto con Cristo nella preghiera. Sarete così in grado di indicare anche agli altri il cammino che conduce al Signore, via, verità e vita.

Santa Barbara vi protegga e vi accompagni nella vita di ogni giorno. Il Papa vi benedice e vi segue con affetto, assicurando un ricordo quotidiano nella preghiera per ciascuno di voi e per le vostre famiglie.


AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE


PROMOSSA DALLA CONGREGAZIONE


PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA


Giovedì, 5 dicembre 2002




330 Signori Cardinali,
Signor Presidente della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche,
Cari Rettori e Professori delle Università Cattoliche,
Cari Amici!

1. Sono lieto di porgervi un saluto cordiale e di manifestarvi il mio apprezzamento per l’impegno culturale ed evangelizzatore delle Università Cattoliche di tutto il mondo. La vostra presenza mi offre l’opportunità di rivolgermi al Corpo accademico, al personale e agli studenti delle vostre istituzioni, che insieme costituiscono la comunità universitaria. L’appuntamento odierno mi ricorda con emozione il tempo in cui ho preso parte anch’io all’insegnamento superiore.

Ringrazio il Signor Cardinale Zenon Grocholewski per le parole con le quali ha interpretato i sentimenti di voi tutti, illustrando, al tempo stesso, le motivazioni e le prospettive che animano l’attività di ricerca e di insegnamento che ferve nei vostri Atenei.

2. Organizado conjuntamente por la Congregación para la Educación Católica y la Federación Internacional de Universidades Católicas, vuestro congreso sobre el tema "La globalización y la Universidad Católica" es particularmente oportuno. Pone de relieve que la Universidad Católica ha de tener siempre presente en su reflexión los cambios de la sociedad para proponer nuevas consideraciones.

La institución universitaria nació en el seno de la Iglesia en las grandes ciudades europeas como París, Bolonia, Salamanca, Padua, Oxford, Coimbra, Roma, Cracovia, Praga, poniendo de relieve el papel de la Iglesia en el ámbito de la enseñanza y la investigación. Ha sido alrededor de hombres que eran a la vez teólogos y humanistas cómo se organizó la enseñanza superior no sólo en teología y en filosofía, sino también en la mayoría de las materias profanas. Las Universidades Católicas continúan jugando hoy un papel importante en el panorama científico internacional y están llamadas a tomar parte activa en la investigación y desarrollo del saber, para la promoción de las personas y el bien de la humanidad.

3. Las nuevas cuestiones científicas requieren gran prudencia y estudios serios y rigurosos; estas plantean numerosos desafíos, tanto a la comunidad científica como a las personas que deben tomar decisiones, especialmente en el ámbito político y jurídico. Os animo, pues, a permanecer vigilantes, para percibir en los avances científicos y técnicos, y también en el fenómeno de la globalización, lo que es prometedor para el hombre y la humanidad, pero también los peligros que entrañan para el futuro; entre los temas que en la actualidad revisten un interés particular quisiera citar los que atañen directamente a la dignidad de la persona y sus derechos fundamentales y con los cuales están íntimamente relacionados los grandes interrogantes de la bioética, como son el estatuto del embrión humano y las células estaminales, hoy objeto de experimentos y manipulaciones inquietantes, no siempre ni moral ni científicamente justificados.

Traduzione italiana del discorso pronunciato in lingua spagnola:

2. Organizzato congiuntamente dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica e dalla Federazione Internazionale delle Università Cattoliche, il vostro congresso sul tema "La Globalizzazione e l'Università Cattolica" è particolarmente opportuno. Mette in risalto il fatto che l'Università Cattolica deve tenere sempre presente nella sua riflessione i mutamenti della società per proporre nuove considerazioni.

331 L'istituzione universitaria è nata in seno alla Chiesa nelle grandi città europee come Parigi, Bologna, Salamanca, Padova, Oxford, Coimbra, Roma, Cracovia, Praga, mettendo in evidenza il ruolo della Chiesa nel campo dell'insegnamento e della ricerca. È sulla base di uomini che erano al contempo teologi e umanisti che è stato organizzato l'insegnamento superiore non solo in campo teologico e filosofico, ma anche nella maggior parte delle materie profane. Le Università Cattoliche continuano a svolgere oggi un ruolo importante nel panorama scientifico internazionale e sono chiamate a prendere parte attivamente alla ricerca e allo sviluppo del sapere, per la promozione delle persone e il bene dell'umanità.

3. Le nuove questioni scientifiche richiedono grande prudenza e studi seri e rigorosi. Esse pongono numerose sfide, sia alla comunità scientifica sia alle persone che devono prendere decisioni, soprattutto in ambito politico e giuridico. Vi incoraggio, dunque, a restare vigili, per percepire nei progressi scientifici e tecnici e anche nel fenomeno della globalizzazione, ciò che è promettente per l'uomo e l'umanità, ma anche i pericoli che comportano per il futuro. Fra i temi che attualmente rivestono un interesse particolare desidero menzionare quelli che riguardano direttamente la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali e ai quali sono intimamente legati i grandi interrogativi della bioetica, come lo statuto dell'embrione umano e le cellule staminali, oggi oggetto di esperimenti e manipolazioni inquietanti, non sempre giustificati né moralmente né scientificamente.

4. Globalization is most often the result of economic factors, which today more than ever shape political, legal and bioethical decisions, frequently to the detriment of human and social concerns. The university world should strive to analyze the factors underlying these decisions and should in turn contribute to making them truly moral acts, acts worthy of the human person. This means strongly emphasizing the centrality of the inalienable dignity of the human person in scientific research and in social policies. Through their activities, the professors and students of your institutions are called to bear clear witness to their faith before the scientific community, showing their commitment to the truth and their respect for the human person. For Christians, research must in effect be undertaken in the light of faith rooted in prayer, in listening to the word of God, in Tradition and in the teaching of the Magisterium.

5. The role of universities is to train men and women in the different disciplines, taking care to show the profound structural connection between faith and reason, "the two wings on which the human spirit rises to the contemplation of truth" (Fides et Ratio, 1). It should not be forgotten that a true education ought to present a complete and transcendent vision of the human person and educate people’s consciences. I am aware of your efforts, in teaching the secular disciplines, to transmit to your students a Christian humanism and to present to them in their university curriculum the basic elements of philosophy, bioethics and theology; this will confirm their faith and inform their consciences (cf. Ex corde Ecclesiae, 15).

Traduzione italiana del discorso pronunciato in lingua inglese:

4. La globalizzazione è molto spesso il risultato di fattori economici, che oggi più che mai influenzano le decisioni politiche, legali e bioetiche, spesso a detrimento degli interessi umani e sociali. Il mondo universitario dovrebbe adoperarsi per analizzare i fattori che sottendono queste decisioni e dovrebbe a sua volta contribuire a renderli atti autenticamente morali, atti degni della persona umana. Ciò significa sottolineare con vigore la centralità della dignità inalienabile della persona umana nella ricerca scientifica e nelle politiche sociali. Attraverso le loro attività, i docenti e gli studenti dei vostri Istituti sono chiamati a recare una testimonianza chiara della propria fede alla comunità scientifica, mostrando impegno per la verità e rispetto per la persona umana. In effetti, i cristiani devono intraprendere la ricerca alla luce della fede radicata nella preghiera, nell'ascolto della Parola di Dio, nella Tradizione e nell'insegnamento del Magistero.

5. Le università hanno il ruolo di formare uomini e donne nelle diverse discipline, avendo cura di mostrare la profonda connessione strutturale fra fede e ragione, "le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità" (Fides et ratio, n.1). Non si dovrebbe dimenticare che un'educazione autentica deve presentare una visione completa e trascendente della persona umana ed educare la coscienza delle persone. Sono consapevole dei vostri sforzi volti, nell'insegnamento delle discipline secolari, a trasmettere agli studenti un umanesimo cristiano e presentare loro nel corso di studi universitari che intraprendono gli elementi fondamentali di filosofia, bioetica e teologia. Ciò confermerà la loro fede e informerà le loro coscienze (cfr Ex corde Ecclesiae, n. 15)

6. L’Université Catholique doit exercer sa mission avec le souci de maintenir son identité chrétienne, participant à la vie de l’Église locale. Tout en ayant son autonomie scientifique, elle a la charge de vivre l’enseignement du Magistère dans les différents domaines de la recherche dans lesquelles elle est impliquée. La Charte Ex corde Ecclesiae souligne cette double mission: en tant qu’université elle "est une communauté académique qui, de manière rigoureuse et critique, contribue à la sauvegarde et au développement de la dignité humaine et de l’héritage culturel grâce à la recherche, à l’enseignement et aux différents services offerts" (n. 12). En tant que catholique, elle manifeste son identité fondée sur la foi catholique, dans la fidélité aux enseignements et aux orientations qui sont donnés par l’Église, assurant "une présence chrétienne dans le monde universitaire, face aux grands problèmes de la société et de la culture" (n. 13). Il revient en effet à chaque enseignant ou chercheur, mais aussi à la communauté universitaire tout entière et à l’institution elle-même, de vivre cet engagement comme un service de l’Évangile, de l’Église et de l’homme. En ce qui les concerne, les Autorités universitaires ont le devoir de veiller à la rectitude et au maintien des principes catholiques dans l’enseignement et la recherche au sein de leur établissement. Il est clair que les centres universitaires qui ne respectent pas les lois de l’Église et l’enseignement du Magistère, notamment en matière de bioéthique, ne peuvent pas se prévaloir du caractère d’Université Catholique. J’invite donc chaque personne et chaque Université à réfléchir sur sa façon de vivre dans la fidélité aux principes caractéristiques de l’identité catholique et à prendre en conséquence les décisions qui s’imposent.

7. Au terme de notre rencontre, je voudrais vous exprimer ma confiance et mes encouragements. Les Universités Catholiques sont précieuses pour l’Église. Elles remplissent une mission au service de l’intelligence de la foi et du développement du savoir; elles créent inlassablement des ponts entre les scientifiques de toutes les disciplines. Elles sont appelées à être toujours davantage des lieux de dialogue avec l’ensemble du monde universitaire, pour que la formation culturelle et la recherche soient au service du bien commun et de l’homme, qui ne peut pas être considéré un simple objet d’investigation.

En vous confiant à l’intercession de la Vierge Marie, de saint Thomas d’Aquin et de tous les Docteurs de l’Église, je vous accorde, ainsi qu’aux personnes et aux Institutions que vous représentez, la Bénédiction Apostolique.

Traduzione italiana del discorso pronunciato in lingua francese:

332 6. L'Università Cattolica deve esercitare la sua missione preoccupandosi di mantenere la sua identità cristiana e partecipando alla vita della Chiesa locale. Pur avendo una propria autonomia scientifica, ha il compito di vivere l'insegnamento del Magistero nei diversi ambiti della ricerca nei quali è impegnata. La Costituzione Ex corde Ecclesiae sottolinea questa duplice missione: in quanto università, "è una comunità accademica che, in modo rigoroso e critico, contribuisce alla tutela e allo sviluppo della dignità umana e dell'eredità culturale mediante la ricerca, l'insegnamento e i diversi servizi offerti" (n. 12). In quanto cattolica, manifesta la sua identità fondata sulla fede cattolica, nella fedeltà agli insegnamenti e agli orientamenti dati dalla Chiesa, assicurando "una presenza cristiana nel mondo universitario di fronte ai grandi problemi della società e della cultura" (n. 13). Spetta in effetti a ogni docente o ricercatore, ma anche all'intera comunità universitaria e all'istituzione stessa, vivere questo impegno come un servizio al Vangelo, alla Chiesa e all'uomo.
Per quanto le riguarda, le Autorità universitarie hanno il dovere di vegliare sulla rettitudine e sulla conservazione dei principi cattolici nell'insegnamento e nella ricerca in seno al loro istituto. È chiaro che i centri universitari che non rispettano le leggi della Chiesa e l'insegnamento del Magistero, soprattutto in materia di bioetica, non possono avvalersi del carattere di Università Cattolica. Invito dunque ogni persona e ogni Università a riflettere sul suo modo di vivere in fedeltà ai principi caratteristici dell'identità cattolica e a prendere di conseguenza le decisioni che s'impongono.

7. Al termine del nostro incontro, desidero esprimervi la mia fiducia e il mio incoraggiamento. Le Università Cattoliche sono preziose per la Chiesa. Svolgono una missione al servizio dell'intelligenza della fede e dello sviluppo del sapere e creano instancabilmente ponti fra gli scienziati di tutte le discipline. Sono chiamate a essere sempre più ambiti di dialogo con l'insieme del mondo universitario, affinché la formazione culturale e la ricerca siano al servizio del bene comune e dell'uomo, che non può essere considerato un semplice oggetto di ricerca.

Affidandovi all'intercessione della Vergine Maria, di San Tommaso d'Aquino e di tutti i Dottori della Chiesa, imparto a voi, come pure alle persone e alle Istituzioni che rappresentate, la Benedizione Apostolica.




AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO


DALL’UNIONE CATTOLICA INTERNAZIONALE DELLA STAMPA


Venerdì, 6 dicembre 2002


Cari amici in Cristo,

sono lieto di avere l'opportunità di incontrarvi, Membri dell'Unione Cattolica Internazionale della Stampa, mentre celebrate il 75º anniversario della vostra Organizzazione. In questa lieta occasione porgo affettuosi saluti e oranti auspici a tutti voi e ringrazio l'Arcivescovo John Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, per le cordiali parole che mi ha rivolto a vostro nome.

Finora, l'Unione ha vissuto una forte crescita e un notevole sviluppo. Lo manifesta il fatto che il vostro primo Congresso Mondiale nel 1930 ha riunito 230 giornalisti cattolici di 33 diversi Paesi, mentre l'ultimo, che si è svolto lo scorso anno, ha riunito 1080 giornalisti cattolici di 106 Paesi in tutto il mondo. Questo aumento numerico è stato certamente accompagnato da una consapevolezza sempre più acuta dell'importanza della vostra identità cattolica nella sfera del giornalismo, in particolare nel contesto di questo mondo in così rapido mutamento.

Potremmo chiederci: che cosa significa essere un giornalista professionista cattolico? Semplicemente, significa essere una persona integra, un individuo la cui vita personale e professionale riflette gli insegnamenti di Gesù e del Vangelo. Significa lottare per gli ideali più alti di eccellenza professionale, essere una persona di preghiera che cerca sempre di dare il proprio meglio. Significa avere il coraggio di cercare e di riferire la verità, anche quando la verità non è conveniente o non è considerata "politicamente corretta". Significa essere sensibile agli aspetti morali, religiosi e spirituali della vita umana, aspetti che vengono spesso fraintesi o deliberatamente ignorati. Significa riferire non solo i misfatti e le tragedie, ma anche le azioni positive ed edificanti compiute a nome dei bisognosi: i poveri, i malati, i disabili, i deboli, quanti sarebbero altrimenti dimenticati dalla società. Significa offrire esempi di speranza e di eroismo a un mondo che ha un bisogno disperato di entrambi.

Cari amici, queste sono alcune cose che devono contraddistinguere la vostra vita professionale di giornalisti cattolici. Questo è lo spirito che l'Unione Cattolica Internazionale della Stampa deve cercare di incarnare nelle sue attività e nei suoi membri. Con sentite congratulazioni per i settantacinque anni del vostro onorato servizio a questi ideali, prego affinché la vostra Organizzazione continui a essere una fonte di fraternità e di sostegno per i cattolici che operano nel mondo del giornalismo. Che vi aiuti a rafforzare l'impegno per Cristo nella vostra professione e attraverso di essa! Con affetto nel Signore, imparto di cuore a voi e alle vostre famiglie la mia Benedizione Apostolica.


AD UN GRUPPO DI FEDELI DALL’ARCIDIOCESI


DI CRACOVIA (POLONIA)


Sabato, 7 dicembre 2002




333 Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti. In modo particolare saluto il Cardinale Franciszek e lo ringrazio per le benevoli parole. Saluto il Vescovo Jan e il Vescovo Tadeusz, Rettore della Pontificia Accademia Teologica, come anche i sacerdoti e padri francescani. Parole di saluto rivolgo al Presidente della Regione di Malopolska, nonché al Sindaco di Cracovia e chiedo di trasmetterle a tutti i membri delle autorità regionali e comunali. In fine voglio salutare cordialmente tutti voi qui presenti, e ringraziarvi per il vostro impegno nell’organizzazione e nel felice svolgimento del mio pellegrinaggio in Polonia compiuto nell'agosto scorso. Sono lieto che posso accogliervi qui e almeno in certa misura contraccambiare la vostra ospitalità e la vostra bontà,che ho sperimentato in quei giorni.

Ritorno spesso con il pensiero a Lagiewniki, sulle Blonia e a Kalwaria. Nello spirito mi reco in Franciszkanska, sul Wawel, nel Cimitero di Rakowice, a Bielany, a Tyniec e in altri luoghi che posto nel cuore. Ad essi sono legati così tanti ricordi, così tante profonde esperienze ancora dai tempi del mio ministero a Cracovia. Tutti questi ricordi e tutte le esperienze si sono risvegliati durante i tre giorni del mio soggiorno a Cracovia. Si può dire però che si sono risvegliati in un particolare contesto teologico e spirituale. Continuamente si iscrivevano nell’immenso mistero della Divina Misericordia, che abbiamo cercato di studiare a fondo, lasciandoci portare con fede dall’eccezionale genius loci.

Lo crea soprattutto il Santuario di Lagiewniki. Dedicando il nuovo tempio, avevo coscienza che questo luogo avesse una particolare eloquenza per il mondo contemporaneo. Non ho esitato a definirlo il centro mondiale del culto della Divina Misericordia, anche se so bene che in diversi angoli del mondo crescono numerosi santuari, nei quali viene diffuso il messaggio lasciatoci da Santa Faustina, e i fedeli ottengono tante grazie.

Questo particolare genius loci posseggono a Cracovia anche i luoghi santificati dalle opere di misericordia degli uomini e delle donne. Basta citare Wawel e il regale amore del prossimo di Santa Edvige e di tanti altri grandi personaggi, le cui spoglie custodisce la Cattedrale; l’Università Jaghellonica con il santo elemosiniere Jan Kany; la Chiesa dei santi Pietro e Paolo, che sempre si congiunge a Piotr Skarga e alla sua Confraternita della Misericordia; le cosi dette "case dove scaldarsi" di sant’Alberto; o in fine gli odierni centri per i senzatetto, le osterie per i poveri, le case per le madri sole, gli ospizi per i malati terminali e tanti altri posti, nei quali senza scalpore l’amore misericordioso di Dio si rivela grazie ai gesti concreti dell’amore dell'uomo. L’ho indicato, guardando nello spirito le figure dei nuovi beati che ho avuto gioia di elevare agli altari in Blonia di Cracovia. Spero che nell’ombra del Santuario della Divina Misericordia a Lagiewniki, la terra di Cracovia fruttifichi sempre più abbondantemente di quest’amore fraterno.

Non posso non menzionare Kalwaria Zebrzydowska, i Sentieri e il Santuario, che è anch'esso da quattrocento anni un segno della Divina Misericordia. Lo è grazie a Maria, che per prima ha partecipato ai frutti della morte e della risurrezione del Figlio. Prego, affinché in questo Santuario i fedeli, guardando Maria, imparino la speranza, di cui troveremo il compimento nella casa del Padre.

Ancora una volta vi ringrazio d’essere venuti. Vi chiedo, portate il mio cordiale saluto agli abitanti di Cracovia, della Regione di Malopolska e a tutti i Connazionali. Trasmettete loro la mia gratitudine per lo spirito di preghiera e per l’indimenticabile atmosfera di fede, che abbiamo vissuto durante i giorni del pellegrinaggio.

C’è qui anche il Coro Accademico dell’Università Jaghellonica e i membri dell’Accademico Aiuto Fraterno "Cantianum". Sono lieto che gli universitari attivamente partecipino alla vita della Chiesa in Polonia e nel mondo. Dio benedica voi e tutti coloro che si impegnano nell’approfondire la scienza e nell’acquisire la saggezza.

Colgo l'occasione per fare già oggi al Signor Cardinale, a voi qui presenti e a tutti i miei Connazionali i più cordiali auguri di felice Natale. Dio misericordioso benedica voi, Cracovia e tutta la Polonia. Sia lodato Gesù Cristo!

SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO II

II Domenica di Avvento

Piazza di Spagna, 8 dicembre 2002




1. Ave Maria, gratia plena!
334 Vergine Immacolata, eccomi ancora una volta ai tuoi piedi
con animo commosso e riconoscente.
Torno in questa storica Piazza di Spagna
nel giorno solenne della tua festa
a pregare per l'amata città di Roma,
per la Chiesa, per il mondo intero.
In Te, "umile ed alta più che creatura",
la grazia divina ha riportato piena vittoria sul male.
Preservata da ogni macchia di colpa,
Tu sei per noi, pellegrini sulle strade del mondo,
luminoso modello di coerenza evangelica
335 e pegno validissimo di sicura speranza.

2. Vergine Madre, Salus Populi Romani!
Veglia, Ti prego, sull'amata Diocesi di Roma:
su Pastori e fedeli, su parrocchie e comunità religiose.
Veglia specialmente sulle famiglie:
tra i coniugi regni sempre l'amore, suggellato dal Sacramento,
i figli camminino sulle vie del bene e della vera libertà,
gli anziani si sentano avvolti da attenzione ed affetto.
Suscita, Maria, in tanti giovani cuori
risposte radicali alla "chiamata per la missione",
tema sul quale la Diocesi va riflettendo in questi anni.
336 Grazie ad una intensa pastorale vocazionale,
Roma sia ricca di nuove forze giovanili,
dedite con entusiasmo all'annuncio del Vangelo
nella Città e nel mondo.

3. Vergine Santa, Regina degli Apostoli!
Assisti chi, con lo studio e la preghiera,
si prepara ad operare sulle molteplici frontiere
della nuova evangelizzazione.
Oggi Ti affido, in modo speciale,
la comunità del Pontificio Collegio Urbano,
la cui sede storica si trova
337 proprio di fronte a questa Colonna.
Tale benemerita istituzione,
fondata 375 anni or sono
dal Papa Urbano VIII per la formazione dei missionari,
possa continuare efficacemente il suo servizio ecclesiale.
Quanti vi sono accolti, seminaristi e sacerdoti,
religiosi, religiose e laici,
siano pronti a mettere le loro energie
a disposizione di Cristo nel servizio al Vangelo
sino agli estremi confini della terra.

4. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis!
338 Prega, o Madre, per tutti noi.
Prega per l'umanità che soffre miseria e ingiustizia,
violenza e odio, terrore e guerre.
Aiutaci a contemplare col santo Rosario
i misteri di Colui che "è la nostra pace",
affinché ci sentiamo tutti coinvolti
in un preciso impegno di servizio alla pace.
Abbi uno sguardo di particolare attenzione
alla terra in cui desti alla luce Gesù,
terra che insieme avete amato
e che ancor oggi è tanto provata.
339 Prega per noi, Madre della speranza!
"Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino.
Fa' che vediamo il tuo Figlio,
pieni di gioia nel cielo". Amen!




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