GP2 Discorsi 2002 345


AI PROMOTORI, AGLI ORGANIZZATORI E AGLI ARTISTI


DEL CONCERTO "NATALE IN VATICANO"


Venerdì, 13 dicembre 2002




Illustri Signori, gentili Signore!

1. Sono lieto di accogliervi in questo incontro, divenuto una gradita tradizione all'avvicinarsi delle festività natalizie. Ho così l'opportunità di esprimervi vivo compiacimento per la vostra partecipazione al Concerto "Natale in Vaticano", giunto ormai alla sua decima edizione.

A quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo evento musicale va il mio apprezzamento e la mia gratitudine. Penso in modo particolare agli artisti, ai gruppi musicali, agli orchestrali, ai coristi e ai loro direttori, ma anche ai presentatori, agli illustri ospiti, ai promotori e organizzatori della serata. Possa questa esibizione essere motivo di soddisfazione e occasione di gioia e di serenità per quanti vi partecipano di persona e per coloro che vi assistono attraverso la televisione.

2. Ben nota è la finalità di tale appuntamento artistico, quella cioè di contribuire allo sforzo della Diocesi di Roma per la costruzione di nuove chiese, con annesse strutture pastorali, nelle zone periferiche della Città.

Già molto è stato da voi fatto, con spirito di cristiana solidarietà, partecipando in maniera concreta al programma della nuova evangelizzazione, che coinvolge tutti i credenti.

346 Desidero rinnovarvi il mio "grazie" sincero a nome anche delle comunità parrocchiali che beneficeranno della vostra generosità.

Mentre formulo fervidi voti per il successo del Concerto, mi è gradito porgere a ciascuno di voi e alle vostre famiglie cordiali auguri per il prossimo Santo Natale e il Nuovo Anno. Auspico che, contemplando nel presepe il Figlio di Dio che per la nostra salvezza si è fatto bambino, possiate sperimentare la gioia del suo amore per ogni uomo, in qualsiasi condizione si trovi.

Con tali sentimenti, invoco la celeste protezione della Madre di Dio e volentieri vi benedico insieme ai vostri familiari e a quanti vi sono cari.


AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE


ORGANISMI CRISTIANI SERVIZIO INTERNAZIONALE


VOLONTARIATO (FOCSIV)


Sabato, 14 dicembre 2002




Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di accogliere e di salutare ciascuno di voi, qui convenuti in rappresentanza delle Associazioni cattoliche di volontariato internazionale, riunite nella FOCSIV, Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale.

Un particolare saluto rivolgo all'Assistente Ecclesiastico, come pure al vostro Presidente, che ringrazio per le cordiali parole con cui si è fatto interprete dei comuni sentimenti.

2. In questi giorni state celebrando l’annuale Assemblea della vostra Federazione, che riveste quest’anno un significato speciale, poiché ricorre il trentesimo anniversario di fondazione della FOCSIV. Essa è sorta infatti dopo il Concilio Vaticano II, grazie all’iniziativa di alcuni fedeli laici, incoraggiati dal mio venerato predecessore, il Servo di Dio Paolo VI.

Fin dalle origini essa si è distinta, nell’ambito della cooperazione tra i popoli, per l'impegno con cui ha costantemente promosso lo sviluppo degli ultimi, attraverso l’azione generosa di migliaia di volontari, inviati dal 1972 ad oggi nei Paesi del cosiddetto Terzo mondo dai vari Organismi che compongono la Federazione. Queste vostre Associazioni sono attualmente presenti nei cinque Continenti, ove realizzano importanti progetti di solidarietà in collaborazione con le Chiese locali e con i missionari.

3. Ciò che caratterizza la vostra benemerita Federazione, chiamata ad operare assieme a tanti altri organismi di assistenza e di promozione umana, è l’ispirazione cristiana che ne orienta e sostiene l'azione in tante parti del mondo.

Nella Sacra Scrittura il richiamo al dovere di amare il prossimo è legato al comando di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (cfr Mc 12,29-31). L'amore del prossimo realizza appieno il mandato di Cristo, se si fonda sull'amore verso Dio.

347 Il cristiano è chiamato a rendere in qualche modo "sperimentabile", attraverso la sua dedizione ai fratelli, la tenerezza provvidente del Padre celeste. L'amore verso il prossimo, per non conoscere riserve e stanchezze, ha bisogno di alimentarsi alla fornace della carità divina. Ciò suppone soste prolungate di preghiera, l'attento costante ascolto della Parola di Dio e soprattutto un'esistenza centrata sul mistero dell’Eucaristia.

4. Il segreto dell’efficacia di ogni vostro progetto è, pertanto, il costante riferimento a Cristo. Proprio questo hanno testimoniato non pochi vostri amici, che si sono contraddistinti come autentici e generosi operai del Vangelo, talora sino al sacrificio della vita.

Seguendo il loro esempio, carissimi Fratelli e Sorelle, andate avanti con fiducia. Intensificate anzi il vostro slancio apostolico per rispondere alle urgenze di quanti oggi sono costretti a vivere in condizioni di disagio o di abbandono.

La Vergine Immacolata vi protegga e vi renda artefici di giustizia e di pace.

Con tali sentimenti, formulo per voi qui presenti e per le vostre Associazioni l’auspicio di un ricco e proficuo apostolato. Nell’imminenza ormai del Santo Natale, unisco fervidi voti augurali per voi e per le vostre famiglie, mentre, assicurando il mio ricordo nella preghiera, con affetto vi benedico.


AL NUOVO AMBASCIATORE DI SLOVACCHIA


PRESSO LA SANTA SEDE


Giovedì 19 dicembre 2002




Signor Ambasciatore!

1. Mi è particolarmente gradito l’incontro odierno, nel quale Ella presenta le Lettere che La accreditano come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso la Santa Sede. Nel ringraziarLa per le cortesi espressioni rivoltemi anche a nome delle più alte Autorità dello Stato, desidero ricordare il recente incontro con la Delegazione del suo Paese, guidata da Sua Eccellenza il Signor Presidente Rudolf Schuster, in occasione del decimo anniversario dell’indipendenza della Repubblica. In tale circostanza è avvenuto lo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo firmato a Bratislava il 21 agosto scorso, sull’assistenza religiosa ai fedeli cattolici nelle Forze Armate e nei Corpi Armati della Repubblica.

Si è trattato di un’ulteriore manifestazione delle cordiali relazioni che intercorrono tra l’amato popolo della Nazione che Ella qui rappresenta e il Successore di Pietro. In verità, i legami tra il Vescovo di Roma e le popolazioni slovacche risalgono sino all’epoca in cui i Santi Cirillo e Metodio recarono l’annuncio del Vangelo nella vostra Terra. Da allora tali vincoli si sono costantemente sviluppati e consolidati, nonostante le vicende storiche non sempre favorevoli.

2. Come Ella ha osservato, la maggioranza del popolo slovacco si dichiara cristiana. Il Vangelo, infatti, ha in molti modi contribuito a formare la sua cultura e le sue tradizioni. La Chiesa cattolica, nella quale molti dei Suoi concittadini si riconoscono, svolge la propria missione nel pieno riconoscimento della sovranità dello Stato democratico, con il quale intende intrattenere un dialogo cordiale e costruttivo, nel rispetto delle reciproche competenze, mossa dall’intento di contribuire al benessere e al progresso della Nazione.

Questo dialogo si prospetta di particolare valore in questa fase in cui la Slovacchia, dopo un duro periodo di persecuzione, sta rifiorendo nella libertà e vuole realizzare un autentico progresso a tutti i livelli. È importante che in questa fase di tumultuose trasformazioni non si ceda alle fallaci prospettive, che trovano la loro radice nel materialismo pratico e nel consumismo sfrenato. Confido che il popolo slovacco, attingendo alla ricca tradizione di valori morali che da sempre lo contraddistinguono, sappia anche in futuro far fronte ai pericoli di una modernità sorda ai valori dello spirito.

348 3. Si apre oggi la promettente prospettiva dell’ingresso della Slovacchia nell’Unione Europea. Sono certo che tale evento non mancherà di recare alla nuova Europa un contributo quanto mai significativo di cultura e di valori, contribuendo al consolidamento della "casa comune" del Continente. Il lungo cammino di crescita compiuto dal Paese in questi dieci anni, pur fra complesse problematiche, è garanzia di un inserimento positivo nel concerto delle altre Nazioni europee con reciproci vantaggi. Da questa prospettiva potrà essere facilitata la soluzione di secolari difficoltà.

Come non vedere in questo appuntamento anche una possibilità per le nuove generazioni, che stanno salendo alla ribalta anche nel Suo Paese, una concreta possibilità di miglior utilizzo delle proprie energie, a vantaggio del bene comune? È questo anche il mio fervido auspicio, ripensando all’entusiasmo con cui, in numerose occasioni, schiere di giovani slovacchi mi hanno espresso, oltre alla loro gioia, anche le trepide attese che si portano nel cuore per il loro futuro. Ricchi di una solida formazione cristiana, essi potranno recare ai loro coetanei del Continente una convincente testimonianza dei valori che scaturiscono dal Vangelo, mostrandone la dinamica fecondità per la costruzione di una società giusta, solidale e pacifica.

4. Sui giovani si fonderà la società di domani. Occorre, dunque, che lo Stato venga loro incontro, offrendo l’indispensabile sostegno per la loro formazione e per il successivo inserimento nel mondo del lavoro. In tale contesto, si rivela non meno importante la sollecitudine di tutti nel favorire il formarsi di nuove e solide famiglie, fondate sul matrimonio e aperte alla vita. La Chiesa non mancherà certo di dare il proprio contributo nel suo specifico campo.

Era questo uno degli intenti dell’Accordo-base, firmato fra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca nel 2000. Confido che il nuovo clima creato da tale intesa favorirà una sempre migliore collaborazione fra le Autorità dello Stato e i Pastori della Chiesa, al fine di servire sempre meglio il bene comune della Nazione.

5. Signor Ambasciatore, nel renderLa partecipe di queste mie riflessioni, Le porgo i miei più cordiali auguri per l’importante missione che Le è stata affidata. Assicuro da parte dei miei collaboratori la più aperta e costruttiva disponibilità: qui Ella troverà sempre un ambiente amico.

Nel chiederLe di farsi interprete presso il Signor Presidente della Repubblica e presso le Autorità governative dei miei sentimenti di deferente stima, volentieri invoco su di Lei e sul Suo lavoro l’effusione dei favori divini, mentre imparto una speciale Benedizione all’intero popolo slovacco, che sento così vicino al mio cuore.


ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DELLE FIGLIE DI SANT'ANNA


Giovedì, 19 dicembre 2002




Carissime Suore Figlie di sant'Anna!

1. In occasione del vostro Capitolo Generale, avete voluto incontrare il Successore di Pietro, per riaffermare la convinta adesione che vi lega alla Sede Apostolica. Lieto di accogliervi, rivolgo a ciascuna un cordiale benvenuto.

Porgo, in particolare, le mie felicitazioni alla nuova Madre Generale, Suor Anna Maria Luisa Prandina, assicurandole un ricordo nella preghiera per un valido adempimento degli importanti compiti che le sono affidati. A tutte esprimo apprezzamento per quanto la Congregazione sta compiendo, con generosa fedeltà agli insegnamenti della Beata Rosa Gattorno. Nell'incontrare voi qui presenti, desidero far giungere il mio affettuoso pensiero a tutti gli altri ‘rami’ della vostra Famiglia spirituale, che incoraggio a proseguire nel cammino intrapreso sotto la protezione di sant'Anna, madre dell'Immacolata.

2. L'Assemblea Capitolare, durante la quale voi state riflettendo sul tema: Fedeltà allo Spirito, con Cristo e madre Rosa, per entrare nei "processi storici" prendendo il largo con ottimismo pasquale, rappresenta un'occasione propizia per fare memoria grata del passato, per vivere con passione il presente, e per aprirvi con fiducia al futuro, rendendo grazie al Padre celeste per quanto vi ha concesso di realizzare sinora.

349 Il vostro Istituto ha ulteriormente esteso, nel sessennio passato, la sua presenza missionaria, prodigandosi al servizio di tante persone bisognose, specialmente nei settori dell'educazione, della promozione umana, della sanità e dell'assistenza agli anziani. La vostra azione ha trovato incoraggiamento e stimolo nelle Esortazioni apostoliche che hanno raccolto le indicazioni dei sinodi continentali, celebrati in preparazione al Grande Giubileo dell'Anno Duemila. Come voi stesse avete voluto sottolineare, questi testi costituiscono l'humus e la ‘grammatica’ per una conoscenza appropriata della realtà in cui vive e deve agire anche la vostra Congregazione.

"Oh dolce Gesù, chi ti ama sa parlare bene! Dunque, figliola, tu ama e fa' ciò che vuoi, che tutto farai bene". La vostra Fondatrice vi ha mandato nel mondo con questo spirito e ad esso intendete continuare a riferirvi nel vivere la vostra consacrazione religiosa.

3. Carissime, nel nuovo millennio da poco iniziato occorrono occhi penetranti per riconoscere l'opera che Cristo compie e un cuore grande per diventare suoi strumenti (cfr Novo millennio ineunte
NM 58). Ecco, quindi, l'importanza fondamentale della preghiera, per riuscire a cogliere i segni e gli strumenti del Redentore. Ve lo raccomanda ancor oggi Madre Rosa Gattorno: "La preghiera è la chiave delle grazie: essa apre i tesori del Signore".

Cuore di ogni vostra comunità sia l'Eucaristia, presenza viva di Cristo tra gli uomini. Sostate spesso in compagnia di Gesù eucaristico. La vostra Fondatrice era solita ripetere in proposito: "Davanti a Gesù il tempo non ha tempo".

Se siete abituate a contemplare il volto di Cristo nel silenzio dell'orazione, potrete riconoscerlo in ogni persona che incontrate. In quest'anno, che ho voluto come Anno del Rosario, sforzatevi di contemplare il volto del Redentore con lo sguardo di Maria, specialmente grazie alla quotidiana recita del Santo Rosario. Come scrivevo nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, "nella sobrietà dei suoi elementi, (esso) concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio" (n. 1). E' alla scuola di Maria che apprendiamo più facilmente a discernere le priorità del nostro lavoro apostolico.

4. Carissime Sorelle, anche se vi preoccupa il calo numerico del personale religioso e l'indebolimento delle forze in Italia, non dovete perdervi d'animo. Iddio non fa mancare il suo sostegno a chi con fiducia lo serve. A voi è chiesto in primo luogo di dedicarvi ad amare e servire il Signore, spendendo le vostre energie a vantaggio del suo Corpo mistico (cfr Vita consecrata VC 104). Imitando la vostra Fondatrice, sappiate confidare in Dio e, "poiché l'Opera è sua, egli provvederà a tutto": da Gesù e dal suo Spirito scaturirà la forza propulsiva che vi farà consolidare le vostre attuali attività e vi spingerà a nuovi traguardi apostolici e missionari per recare la gioia dell'amore divino alle tante persone che attendono gesti concreti di carità evangelica.

E' questo il fervido auspicio che formulo per il vostro intero Istituto. In prossimità delle sante Feste natalizie, mi è gradito porgere a ciascuna di voi sinceri e cordiali auguri, mentre, invocando su di voi e sulla vostra Congregazione la protezione dell'Immacolata e della Beata Rosa Gattorno, vi imparto di cuore la mia Benedizione.




ALL’AZIONE CATTOLICA RAGAZZI


Venerdì, 20 dicembre 2002




Cari Ragazzi e Ragazze dell’Azione Cattolica Italiana!

1. Vi ringrazio per questa tradizionale vostra visita natalizia, e per i doni che mi avete portato. Vi saluto tutti cordialmente e ringrazio chi ha interpretato i vostri sentimenti, facendomi conoscere i vostri sogni e i progetti per il futuro. Saluto gli educatori, i responsabili dell’Azione Cattolica e gli Assistenti che vi accompagnano. Un particolare saluto rivolgo all’Assistente Generale, Mons. Francesco Lambiasi. Desidero poi far giungere il mio cordiale pensiero alla Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, che non ha potuto essere presente a questo incontro, augurandole ogni bene per le imminenti festività natalizie.

Voi, cari Ragazzi e Ragazze, rappresentate tanti vostri coetanei che, attraverso l’esperienza dell’Azione Cattolica Ragazzi, imparano a seguire Gesù: ascoltano la sua voce e diventano suoi amici. Solo Gesù conosce il segreto di una vita piena di significato, da vivere "alla grande", come penso voi desiderate nel profondo del cuore.

350 Nel Natale, che fra qualche giorno celebreremo, il Bambino Gesù ci rivelerà l’amore infinito del Padre celeste, che non si stanca di cercare ogni suo figlio. Dalla grotta di Betlemme si irradierà anche nel mondo di oggi la bellezza del suo Regno di giustizia e di pace. Preparate il cuore per accoglierlo! Egli vi renderà felici.

2. Cari Ragazzi e Ragazze! Lo slogan che vi accompagna durante quest’anno associativo è: "Mani per tutti, tutti per mano". Le mani non vanno utilizzate per stringere egoisticamente i beni materiali e quasi ad essi "aggrapparsi". Occorre, al contrario, imparare a tenerle aperte per accogliere l’amore di Dio: mani sempre pronte a ricevere e a donare il suo amore.

Vivete così, e proponete questo cammino anche ai vostri coetanei! Offrirete in tal modo un prezioso contributo al rinnovamento che l’Azione Cattolica Italiana ha intrapreso.

Grazie ancora, carissimi, per la vostra visita. Vi auguro Buon Natale ed estendo questo augurio alle vostre famiglie e a tutti i vostri amici. Invoco su ciascuno la materna protezione di Maria Immacolata, e imparto a voi qui presenti come pure all’intera Azione Cattolica Italiana una speciale Benedizione Apostolica.


ALLA CURIA ROMANA


IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE


DEGLI AUGURI NATALIZI


Sabato, 21 dicembre 2002




Signori Cardinali,
Venerati Confratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
religiosi, religiose e laici della Curia Romana!

1. Cum Maria contemplemur Christi vultum! L'incontro che oggi, secondo una bella consuetudine, ci vede radunati, ha un sapore decisamente familiare. Ci vogliamo scambiare gli auguri nell'imminenza della Notte Santa, nella quale ci soffermeremo a contemplare, insieme con Maria, il volto di Cristo. Ringrazio il Card. Joseph Ratzinger, nuovo Decano del Collegio Cardinalizio, per i sentimenti che con nobili parole mi ha voluto esprimere a nome di tutti. Desidero pure far giungere un affettuoso saluto ed augurio al Decano emerito, Card. Bernardin Gantin, manifestandogli, anche in questa circostanza, viva riconoscenza per tutto il lavoro svolto a servizio di questa Sede Apostolica.

E' un Natale per me particolarmente significativo, perché cade nel mio venticinquesimo anno di Pontificato. Proprio questa circostanza mi spinge a farvi partecipi del mio "grazie" al Signore per i doni che mi ha elargito in questo non breve arco di tempo speso a servizio della Chiesa universale.

Un cordialissimo "grazie" desidero esprimere anche a voi, che giorno per giorno, con la vostra collaborazione competente e affettuosa, mi siete particolarmente vicini. Il mio ministero non potrebbe esprimersi in modo adeguato ed efficace senza di voi. Chiedo al Signore di ripagarvi di questo servizio al Successore di Pietro, consentendovi di trarne intima gioia e spirituale conforto.

351 2. Una tonalità particolare è data a questo nostro incontro dal suo svolgersi nell'Anno del Rosario. Esso intende rilanciare nella comunità cristiana una preghiera più che mai valida, anche alla luce degli orientamenti teologici e spirituali delineati dal Concilio Vaticano II. Si tratta infatti di una preghiera mariana dal cuore spiccatamente cristologico.

Nel riandare, com'è consuetudine in questa circostanza, ai principali avvenimenti che hanno scandito il mio ministero durante gli scorsi mesi, desidero farlo nell'ottica che il Rosario suggerisce, ossia con uno sguardo contemplativo che faccia emergere, negli eventi stessi, il segno della presenza di Cristo. In questo senso, nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae ho sottolineato la valenza antropologica di questa preghiera (cfr n. 25): essa, allenandoci a contemplare Cristo, ci orienta a guardare l'uomo e la storia alla luce del suo Vangelo.

3. Come dimenticare, innanzitutto, che il volto di Cristo continua ad avere un tratto dolente, di vera passione, per i conflitti che insanguinano tante regioni del mondo, e per quelli che minacciano di esplodere con rinnovata virulenza? Emblematica rimane la situazione della Terra Santa, ma altre guerre "dimenticate" non sono meno devastanti. Il terrorismo poi continua a mietere vittime e a scavare ulteriori fossati.

Di fronte a questo orizzonte rigato di sangue, la Chiesa non cessa di far sentire la sua voce e, soprattutto, continua ad elevare la sua preghiera. E' quanto è avvenuto, in particolare, il 24 gennaio scorso nella Giornata di preghiera per la pace ad Assisi quando, insieme con i rappresentanti delle altre religioni, abbiamo testimoniato la missione di pace che è speciale dovere di quanti credono in Dio. Dobbiamo continuare a gridarlo con forza: "Le religioni sono al servizio della pace" (L'Osservatore Romano, 25 gennaio 2002).

Questa verità ho ribadito anche nel Messaggio per la pace del prossimo 1° gennaio, evocando la grande Enciclica Pacem in terris del Beato Giovanni XXIII, che l'11 aprile del 1963 - sono trascorsi quasi quarant'anni! - levò la sua voce in una difficile congiuntura storica per additare nella verità, nella giustizia, nell'amore e nella libertà i "pilastri" portanti della vera pace.

4. Il volto di Cristo! Se ci guardiamo intorno con occhi contemplativi, non sarà difficile scorgere un raggio del suo splendore nelle bellezze del creato. Ma al tempo stesso saremo costretti a lamentare la devastazione che l'incuria umana è capace di arrecare all'ambiente, infliggendo ogni giorno alla natura ferite che si ritorcono contro l'uomo stesso. Per questo sono contento di aver potuto anche quest'anno testimoniare in diverse occasioni l'impegno della Chiesa in ambito ecologico.

E', a questo riguardo, doppiamente significativa, perché frutto di collaborazione tra le Chiese, la Dichiarazione che ho firmato con Sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, presente a Venezia, collegandomi con lui in video-conferenza il 10 giugno. Abbiamo detto al mondo che è necessario per tutti, per il futuro dell'umanità e specialmente guardando ai bambini, una nuova "coscienza ecologica", quale espressione di responsabilità verso se stessi, verso gli altri, verso il creato.

5. Lo sguardo va poi a quanto mi è stato dato di fare sul versante dei rapporti con gli Stati. Ho ricordato a tutti l'urgenza di porre al centro della politica, nazionale e internazionale, la dignità della persona umana e il servizio al bene comune. E' in funzione di questo annuncio che la Chiesa partecipa, nella sua veste propria, ad Organismi internazionali. E' questo il senso degli accordi che essa stipula, guardando non solo alle attese dei credenti, ma anche al bene di tutti i cittadini.

Nel discorso che ho pronunciato davanti al Parlamento della Repubblica Italiana il 14 novembre scorso, ho sottolineato che la grande sfida di uno Stato democratico è la capacità di incardinare il suo assetto sul riconoscimento degli inalienabili diritti dell'uomo e sulla cooperazione solidale e generosa di tutti all'edificazione del bene comune.

E' doveroso ricordare che a questi valori faceva già riferimento, giusto sessant'anni or sono, il mio venerato Predecessore Pio XII nel Radiomessaggio del 24 dicembre 1942. Accennando con accorata partecipazione "alla fiumana di lagrime e amarezze" ed "al cumulo di dolori e tormenti" derivanti "dalla rovina micidiale dell'immane conflitto" (AAS 35 [1943], 24), il grande Pontefice delineava con chiarezza i principi universali e irrinunciabili secondo cui, una volta superata la "spaventosa catastrofe" della guerra (AAS, l.c., p. 18), avrebbe dovuto essere costruito il "nuovo ordine nazionale e internazionale invocato con cocente anelito da tutti i popoli" (AAS, l.c., p. 10). Gli anni da allora trascorsi non hanno fatto che confermare la lungimirante saggezza di quegli ammaestramenti. Come non auspicare che i cuori si aprano, soprattutto i cuori dei giovani, ad accogliere tali valori per costruire un futuro di vera e durevole pace?

6. Parlando di giovani, il pensiero va alle esperienze indimenticabili della Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata in luglio a Toronto. Quello con i giovani è un appuntamento sempre coinvolgente, e direi "rigenerante". Quest'anno il tema ricordava ai giovani l'impegno missionario, sulla base del mandato di Cristo: essere "luce del mondo" e "sale della terra". E' bello constatare che i giovani, ancora una volta, non ci hanno delusi. Sono stati in tanti a partecipare, nonostante le difficoltà.

352 Certamente, la presenza di giovani così numerosi all'incontro col Vangelo e col Papa non può far dimenticare i tanti altri che restano ai margini o si tengono lontani, adescati da altri messaggi o disorientati da mille contrastanti proposte. Tocca ai giovani di farsi evangelizzatori dei loro coetanei. Se la pastorale saprà interessarsi di loro, i giovani non deluderanno la Chiesa, perché il Vangelo è "giovane" e sa parlare al cuore dei giovani.

7. Ricordo poi, con animo particolarmente grato al Signore, i passi in avanti che, anche quest'anno, ha fatto il cammino ecumenico. In verità, occorre riconoscerlo, non sono mancati motivi di amarezza. Ma dobbiamo guardare alle luci più che alle ombre. Tra le luci, oltre alla già menzionata Dichiarazione congiunta con il Patriarca Bartolomeo I, desidero ricordare soprattutto l'incontro con la Delegazione della Chiesa ortodossa di Grecia, che l'11 marzo è venuta a farmi visita, recando un messaggio di Sua Beatitudine Christodoulos, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia. Ho potuto così rivivere, in qualche misura, il clima sperimentato lo scorso anno nella visita compiuta in Grecia sulle orme dell'Apostolo Paolo. Se ancora restano motivi di distanza, lascia ben sperare questo atteggiamento di reciproca apertura.

Altrettanto va detto riguardo alla visita che mi ha fatto il Patriarca ortodosso di Romania Teoctist, col quale nello scorso ottobre ho firmato una Dichiarazione comune. Quando il Signore ci darà finalmente la gioia della comunione piena con i fratelli ortodossi? La risposta rimane nel mistero della Provvidenza divina. Ma la fiducia in Dio non dispensa certo dall'impegno personale. E' necessario per questo intensificare soprattutto l'ecumenismo della preghiera e della santità.

8. Proprio alla santità, come alla "cima" più alta del "paesaggio" ecclesiale, desidero rivolgere l'ultimo sguardo di questa panoramica, giacché anche quest'anno ho avuto la gioia di elevare agli onori degli altari tanti figli della Chiesa, che si sono distinti per la loro fedeltà al Vangelo. Cum Maria contemplemur Christi vultum! E' nei santi che "Dio manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto" (Lumen gentium
LG 50).

Rendo lode al Signore per le beatificazioni e canonizzazioni compiute nel corso del viaggio apostolico a Ciudad de Guatemala e a Ciudad de México. E come non menzionare, anche per la particolare eco suscitata nell'opinione pubblica, la canonizzazione di san Pio da Pietrelcina e di san Josemaria Escrivá de Balaguer?

Nel segno della santità si è pure svolto il mio viaggio apostolico in Polonia, per la dedicazione del Santuario della Divina Misericordia a Krakow - Lagiewniki. In quell'occasione ho potuto ancora una volta ricordare al nostro mondo, tentato dallo scoraggiamento di fronte ai tanti problemi irrisolti e alle incognite minacciose del futuro, che Dio è "ricco di misericordia". Per chi confida in Lui mai nulla è definitivamente perduto; tutto può essere ricostruito.

10. Cum Maria contemplemur Christi vultum!

Stimati collaboratori della Curia Romana, carissimi fratelli e sorelle, è con questo invito che vi formulo gli auguri più cordiali per il prossimo Natale. "Natus est vobis hodie Salvator, qui est Christus Dominus" (Lc 2,11). Che questo annuncio porti gioia ai vostri cuori e vi dia slancio nel lavoro che ogni giorno svolgete per la Santa Sede.

Nel suo Natale Cristo ci trovi con l'animo pronto ad accoglierlo, e Maria, Regina del Santo Rosario, ci guidi maternamente alla contemplazione del suo volto. Buon Natale a tutti!



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