GP2 Discorsi 2002 222


VIAGGIO APOSTOLICO A TORONTO,

A CIUDAD DE GUATEMALA E A CIUDAD DE MÉXICO

XVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

SALUTO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

AL COMITATO NAZIONALE PER LA PREPARAZIONE


DELLA XVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ


Toronto, Casa Madre delle Sisters of St. Joseph

Domenica, 28 luglio 2002




Saluto con affetto tutti voi che siete venuti a rendermi visita al termine di questa XVII edizione della Giornata Mondiale della Gioventù.

Ringrazio innanzitutto l'Arcivescovo di Toronto, Card. Aloysius Ambrozic, che, insieme con il Vescovo Mons. Anthony Meagher, ha guidato il lungo lavoro di preparazione di questo grande evento. Con Lui, ringrazio quanti hanno contribuito con la loro dedizione ed anche con il sostegno economico alla sua buona riuscita.

Saluto il gruppo di giovani indigeni che provengono dalle terre della Beata Kateri Tekakwitha. Giustamente voi la chiamate kaiatano (= nobilissima e degnissima persona): sia per voi un modello di come i cristiani possono essere sale e luce della terra.

Un saluto particolare infine ai giovani e agli adulti del Comitato Nazionale per la Giornata Mondiale: carissimi, so con quanto impegno e quanta generosità avete lavorato in questi due anni. A nome di tutti i giovani che sono venuti a Toronto ed hanno goduto il frutto della vostra fatica il Papa vi dice grazie!

Su ciascuno di voi e sulle vostre famiglie invoco la Benedizione del Signore.

VIAGGIO APOSTOLICO A TORONTO,

A CIUDAD DE GUATEMALA E A CIUDAD DE MÉXICO

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Aeroporto Internazionale di Città del Guatemala

Lunedì, 29 luglio 2002




223 Signor Presidente,
Cari Fratelli nell'Episcopato,
Eccellentissime Autorità,
Membri del Corpo Diplomatico,
Carissimi fratelli e sorelle:

1. Innanzitutto desidero manifestare la mia grande gioia nel venire per la terza volta come pellegrino di amore e di speranza in questa amata terra guatemalteca. Rendo grazie a Dio per avermi dato la possibilità di ritornare qui per celebrare la canonizzazione di una persona tanto amata e ammirata da voi, Fratel Pedro de San José de Betancurt, figlio dell'isola delle Canarie Tenerife, il quale, spinto da un forte spirito missionario, venne in Guatemala, impegnandosi al servizio di poveri e dei bisognosi.

2. Sono lieto di salutare, in primo luogo, il Presidente della Repubblica, l'Eccellentissimo Signor Alfonso Antonio Portillo Cabrera, al quale manifesto la mia più viva gratitudine per le amabili parole che ha voluto indirizzarmi nel darmi il cordiale benvenuto. Esprimo vivo apprezzamento per la presenza dei Presidenti delle altre Repubbliche sorelle del Centro America, della Repubblica Dominicana e del Primo Ministro del Belize. Il mio ringraziamento si estende al Governo della Nazione, alle altre Autorità e al Corpo Diplomatico, per la loro apprezzata presenza in questa cerimonia e per la loro preziosa collaborazione nella preparazione della mia Visita.

Saluto in modo speciale i miei Fratelli nell'Episcopato, in particolare il Signor Arcivescovo di Guatemala e Presidente della Conferenza Episcopale, così come agli altri Arcivescovi e Vescovi. Il mio saluto fraterno si estende ugualmente con grande affetto ai sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, catechisti e fedeli, a tutti i guatemaltechi, mentre mi rivolgo con affetto alle popolazioni indigene, così come alle persone venute da altri Paesi latino-americani e dalla Spagna.

3. Domani avrò la gioia di proclamare Santo Fratel Pedro de Betancurt, che fu espressione dell'amore di Dio verso il proprio popolo. Questa celebrazione deve costituire un vero momento di grazia e di rinnovamento per il Guatemala. In effetti, l'esempio della sua vita e l'eloquenza del suo messaggio sono un valido apporto alla costruzione della società che si apre attualmente alle sfide del terzo millennio. Desidero ardentemente che il nobile popolo guatemalteco, assetato di Dio e dei valori spirituali, desideroso di pace, di solidarietà e giustizia possa vivere e godere della dignità che gli spetta.

4. Affidandomi alla protezione del Santo Cristo di Esquipulas e sentendomi profondamente unito ai diletti figli di tutto il Guatemala, inizio questo Viaggio Apostolico, mentre di cuore tutti benedico, in modo particolare i poveri, gli indigeni e contadini, gli ammalati e gli emarginati, e specialmente quanti soffrono nel corpo o nello spirito. A tutti va il mio saluto cordiale.

Sia lodato Gesù Cristo!

VIAGGIO APOSTOLICO A TORONTO,

A CIUDAD DE GUATEMALA E A CIUDAD DE MÉXICO

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


224
Aeroporto Internazionale di Città del Messico

Martedì, 30 luglio 2002




Signor Presidente degli Stati Uniti Messicani,
Signor Cardinale Arcivescovo di Città del Messico,
Cari Fratelli nell'Episcopato,
Illustri Autorità e Membri del Corpo Diplomatico,
Carissimi messicani!

1. E' grande la mia gioia nel poter venire per la quinta volta in questa terra ospitale, nella quale iniziò il mio apostolato itinerante che, come Successore dell'apostolo Pietro, mi ha portato in tante parti del mondo avvicinandomi così a molti uomini e donne per confermarle nella fede in Gesù Cristo salvatore.

Dopo aver celebrato a Toronto la XVII Giornata Mondiale della Gioventù, ho avuto oggi la gioia di unire al numero dei santi un ammirabile evangelizzatore di questo Continente: Fratel Pedro de San José de Betancurt. Domani, con grande gioia, procederò alla canonizzazione di Juan Diego e, il giorno seguente, alla beatificazione di altri due vostri compatrioti: Juan Bautista e Jacinto de los Ángeles, che si uniscono così agli splendidi esempi di santità in queste amate terre americane, dove il messaggio cristiano è stato accolto con cuore aperto, ne ha impregnato le culture e ha portato abbondanti frutti.

2. Ringrazio per le amabili parole di benvenuto che, a nome di tutti i messicani, mi ha rivolto il Signor Presidente della Repubblica. A queste desidero corrispondere rinnovando ancora una volta i miei sentimenti di affetto e di stima per questo popolo, ricco di storia e di culture ancestrali, e incoraggiando tutti a impegnarsi nella costruzione di una Patria sempre rinnovata e in costante progresso. Saluto con affetto i Signori Cardinali e i Vescovi, gli amati Sacerdoti, Religiosi e Religiose, tutti i fedeli che giorno per giorno si sforzano nella pratica della fede cristiana e che con la loro vita realizzano il detto che è speranza e programma per il futuro: "Messico sempre fedele". Da qui, invio un saluto affettuoso anche ai giovani raccolti per la veglia di preghiera nella Plaza del Zócalo della Cattedrale Primaziale, e dico loro che il Papa conta su di loro e chiede loro di essere veri amici di Gesù e testimoni del suo Vangelo.

3. Carissimi messicani: grazie per la vostra ospitalità, per il vostro affetto costante, per la vostra fedeltà alla Chiesa. In questo cammino, continuate ad essere fedeli, sostenuti dai meravigliosi esempi di santità sorti in questa nobile Nazione. Siate santi! Ricordando ciò che già vi dissi nella Basilica di Guadalupe nel 1990, servite Dio, la Chiesa e la Nazione, ciascuno assumendo la responsabilità di trasmettere il messaggio evangelico e di dare testimonianza di una fede viva e operante nella società.

225 Benedico di cuore ciascuno di voi, utilizzando per questo l'espressione con la quale i vostri antenati si rivolgevano alle persone più care: "Che Dio vi renda come Juan Diego".

Messico sempre fedele!

Agosto 2002



SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DEL SERVO DI DIO PAPA PAOLO VI

PAROLE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

Martedì, 6 agosto 2002




"Il suo volto brillò come il sole" (Mt 17,2), così leggiamo nel Vangelo odierno. Il volto di Cristo è volto di luce che squarcia l'oscurità della morte: è annuncio e pegno della nostra gloria, poiché è il volto del Crocifisso Risorto. In esso, la Chiesa, sua Sposa, contempla il suo tesoro e la sua gioia: "Dulcis Iesu memoria, dans vera cordis gaudia".

Ricordiamo oggi il mio venerato Predecessore, il servo di Dio Paolo VI, che, ventiquattro anni or sono al tramonto di questo giorno, festa della Trasfigurazione del Signore, proprio da questo luogo entrò nella pace di Dio, per contemplarne la gloria splendente.

Quante volte, raccolto nella preghiera, egli anelò di vedere nella fede il volto del Signore! La sua incrollabile testimonianza a Cristo Luce del mondo, nei tempi difficili in cui esercitò il Supremo Pontificato, vive ancora oggi nella Chiesa. Egli fu un instancabile e paziente artigiano della costruzione della "civiltà dell'amore", illuminata dal volto splendente del Redentore.

Mentre ci accingiamo a celebrare la Santa Messa, affidiamo a Dio l'anima di questo suo fedele servo. Chiediamo inoltre alla Vergine Maria, Madre della Chiesa, che ogni giorno della nostra vita sia concreta testimonianza d'amore verso il Signore, il cui volto continua a splendere sopra di noi (cfr Ps 67,3).

VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Aeroporto Internazionale di Kraków-Balice

Venerdì, 16 agosto 2002


Signor Presidente della Repubblica Polacca,
Signor Cardinale Primate,
226 Signor Cardinale Metropolita di Cracovia,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Di nuovo saluto la Polonia e tutti i miei Connazionali. Lo faccio con gli stessi sentimenti di commozione e di gioia che provo ogni volta che mi ritrovo in Patria. Ringrazio vivamente il Signor Presidente per le parole di saluto che poc'anzi mi ha rivolto a nome proprio e delle autorità civili della Repubblica Polacca. Sono grato al Cardinale Franciszek Macharski, mio successore nella Sede di Cracovia, per le espressioni di benevolenza indirizzatemi a nome della Metropolia di Cracovia a me tanto vicina, nonché a nome dell'Episcopato Polacco e di tutto il Popolo di Dio che vive nella nostra Patria.

Questa volta vengo soltanto a Cracovia, ma con un pensiero cordiale abbraccio l'intera Polonia e tutti i Connazionali. Saluto il Signor Cardinale Primate, gli altri Cardinali, i Fratelli nell'Episcopato, i sacerdoti, i rappresentanti delle Famiglie religiose maschili e femminili, i seminaristi e tutti i fedeli laici. Una parola di saluto rivolgo ai rappresentanti delle Autorità statali, guidate dal Presidente della Repubblica, e locali; ai membri del Corpo Diplomatico con il loro decano, il Nunzio Apostolico; alle autorità civili delle città di Cracovia, di Kalwaria Zebrzydowska e di Wadowice.

In modo particolare, voglio salutare la mia città di Cracovia e tutta l'Arcidiocesi. Saluto il mondo della scienza e della cultura, gli ambienti universitari e quanti con un lavoro intenso nell'industria, nell'agricoltura e negli altri settori contribuiscono a costruire lo splendore materiale e spirituale della città e della regione.

Voglio cordialmente salutare i giovani ed abbracciare i bambini. Ringrazio questi ultimi per la testimonianza di fede che pochi giorni fa hanno dato a Toronto, in Canada, durante l'indimenticabile XVII Giornata Mondiale della Gioventù. In modo particolare, saluto coloro che portano il peso della sofferenza: i malati, le persone sole, gli anziani, coloro che vivono nella povertà e nell'indigenza. Durante questi giorni continuerò a raccomandare le vostre sofferenze alla Misericordia di Dio, e a voi chiedo di pregare, affinché il mio ministero apostolico sia fruttuoso e colmi ogni aspettativa.

Con rispetto e deferenza mi rivolgo ai fratelli Vescovi e ai fedeli della Chiesa Ortodossa, della Chiesa Evangelica Luterana e ai fedeli delle altre Chiese e Comunità ecclesiali. Saluto la comunità degli Ebrei, i seguaci dell'Islam e tutti gli uomini di buona volontà.

2. Fratelli e Sorelle! "Dio ricco di misericordia". Ecco il motto di questo pellegrinaggio. Ecco il suo proclama. È stato preso dall'Enciclica Dives in misericordia, però qui, a Cracovia, a Lagiewniki questa verità ha trovato la sua particolare rivelazione. Da qui, grazie all'umile servizio di un'insolita testimone - santa suor Faustina - risuona il messaggio evangelico dell'amore misericordioso di Dio. Ecco perché la prima tappa del mio pellegrinaggio e il primo scopo è la visita al Santuario della Divina Misericordia. Sono lieto di avere la possibilità di dedicare il nuovo tempio, che diventa un centro mondiale del culto di Gesù misericordioso.

La Misericordia di Dio trova il suo riflesso nella misericordia degli uomini. Da secoli Cracovia si è gloriata di grandi personaggi che, fidando nell'amore divino, testimoniarono la misericordia tramite concreti atti d'amore verso il prossimo. Basti menzionare santa Edvige di Wavel, san Giovanni di Kety, Padre Piotr Skarga o, più vicino ai nostri tempi, san Fra' Alberto. A Dio piacendo, a loro si uniranno i servi di Dio che eleverò alla gloria degli altari durante la Santa Messa nel Parco di Blonie. La beatificazione di Sigismondo Felice Felinski, Jan Beyzym, Sancja Szymkowiak e Jan Balicki costituisce il secondo scopo del mio pellegrinaggio. Sin d'ora auspico che questi nuovi Beati, i quali hanno dato l'esempio di un servizio di misericordia, ci ricordino il grande dono dell'amore di Dio e ci dispongano a praticare quotidianamente l'amore del prossimo.

C'è un terzo scopo del pellegrinaggio a cui voglio accennare. È la preghiera di ringraziamento per i 400 anni del Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, al quale sono legato fin dall'infanzia. Lì, sui sentieri percorsi nella preghiera, ho cercato la luce, l'ispirazione per il mio servizio alla Chiesa di Cracovia e in Polonia, e lì ho preso varie difficili decisioni pastorali. Lì appunto, tra il popolo fedele e orante, ho appreso la fede che mi è di guida anche sulla Sede di Pietro. Per l'intercessione della Madonna di Kalwaria voglio ringraziare Dio per questo dono.

3. Il pellegrinaggio e la meditazione sul mistero della Divina Misericordia non possono svolgersi senza riferimento alle vicende quotidiane di coloro che vivono in terra polacca. Perciò di esse desidero con particolare attenzione farmi carico e raccomandarle a Dio, fiducioso che Egli moltiplicherà con la sua benedizione i successi, e che le difficoltà e i problemi troveranno felice soluzione grazie al suo aiuto.

227 Le vicende polacche mi stanno molto a cuore. So quanto è cambiata la nostra Patria dal tempo della mia prima visita nel 1979. Questo è un nuovo pellegrinaggio, durante il quale posso osservare come i polacchi gestiscono la riconquistata libertà. Sono convinto che il nostro Paese si diriga coraggiosamente verso nuovi orizzonti di sviluppo nella pace e nella prosperità.

Sono lieto che, nello spirito dell'insegnamento sociale della Chiesa, molti miei Connazionali si impegnino nel costruire la comune casa della Patria sul fondamento della giustizia, dell'amore e della pace. So che tanti osservano e valutano con sguardo critico il sistema, che pretende di governare il mondo contemporaneo secondo una visuale materialista dell'uomo.

La Chiesa ha sempre ricordato che non si può costruire un futuro felice della società sulla povertà, sull'ingiustizia, sulla sofferenza di un fratello. Gli uomini che si muovono nello spirito dell'etica sociale cattolica non possono restare indifferenti di fronte alle sorti di coloro che rimangono senza lavoro, vivono in uno stato di crescente povertà senza alcuna prospettiva di miglioramento della propria situazione e del futuro dei loro figli.

So che tante famiglie polacche, soprattutto le più numerose, tanti disoccupati e persone anziane portano il peso dei cambiamenti sociali ed economici. A tutti costoro voglio dire che condivido il loro fardello e la loro sorte. Condivido le loro gioie e le loro sofferenze, i progetti e gli impegni protesi verso un futuro migliore. Ogni giorno li sostengo nelle loro buone intenzioni con una fervida preghiera.

A loro e a tutti i miei Connazionali porto oggi il messaggio della speranza che scaturisce dalla Buona Novella: Dio ricco di misericordia rivela ogni giorno in Cristo il suo amore. Lui, Cristo risorto, dice a ognuno e ognuna di voi: "Non temere! Io sono il Primo e l' Ultimo, il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre" (
Ap 1,17-18). Ecco il proclama della Divina Misericordia, che porto oggi alla mia Patria e ai miei Connazionali: "Non temere"! Confida in Dio che è ricco di misericordia. È con te Cristo, l'infallibile Datore della speranza.

Voglio ancora scusarmi: il Presidente sta in piedi, ma io sto seduto. Chiedo scusa per questo, ma devo anche constatare che mi hanno creato qui una barriera, la quale non mi permette di alzarmi.

Carissimi Fratelli e Sorelle! I tre giorni del mio soggiorno in Patria facciano rinascere in noi una profonda fede nella potenza della misericordia di Dio. Ci uniscano ancor di più nell'amore; ci stimolino alla responsabilità per la vita di ogni uomo e ogni donna e per le loro esigenze quotidiane; ci predispongano alla bontà, alla reciproca comprensione, affinché diventiamo ancor più vicini nello spirito della misericordia. La grazia della speranza riempia i vostri cuori!

Ancora una volta cordialmente saluto quanti sono qui presenti e tutti benedico di cuore.
Dio vi benedica!

VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA

BENEDIZIONE DELLA NUOVA BIBLIOTECA DELLA

PONTIFICIA ACCADEMIA TEOLOGICA


DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Kraków

Sabato, 17 agosto 2002




228 Magnifici Rettori, Professori e Studenti, Signori e Signore,

Vi ringrazio per questa sosta sulla via da Lagiewniki a via Franciszkanska; vi ringrazio moltissimo.

Desidero dirvi che tutti i giorni prego per le vostre università, per l'Università Jaghellonica di Cracovia, per l'Università Cattolica di Lublino, e anche per l'Angelicum a Roma, per tutti i rettori, per i professori e per gli studenti, viventi e defunti.

Vivat Academia; vivant profesores; vivant membra quaelibet; vivat membrum quodlibet, semper sit in flore!

A coloro che comprendono il latino queste parole significano che devono fiorire, che deve fiorire l'Accademia e che deve fiorire l'Università Jaghellonica a Cracovia. Dio gliene renda merito per tutto ciò che da essa ho ricevuto e Dio vi benedica per gli anni a venire anche in questo nuovo luogo. Dio vi benedica!

Questo saluto e quest'augurio rivolgo a tutte le scuole superiori e a tutte le università in tutta la Polonia. Ancora una volta: Dio vi benedica!

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II,


A FIRMA DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO


ANGELO SODANO, AI PARTECIPANTI AL


XXIII MEETING PER L'AMICIZIA TRA I POPOLI


IN CORSO A RIMINI


Messaggio, a firma del Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, inviato, tramite il Vescovo di Rimini Mons. Mariano De Nicolò, ai partecipanti alla XXIII edizione del Meeting per l'amicizia tra i popoli.


Eccellenza Reverendissima,

in occasione della XXIII edizione del Meeting per l'amicizia tra i popoli, il Santo Padre La incarica di porgere agli organizzatori ed ai partecipanti il Suo cordiale saluto, e di manifestare loro vivo apprezzamento per quest'importante iniziativa, che ormai da diversi anni costituisce un appuntamento significativo del mondo cattolico italiano.

Il titolo dell'incontro di quest'anno - "Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza" - presenta una tematica molto interessante. Cristo ha detto: Io sono la verità" (cfr Jn 14,6), e chi lo ha incontrato sulle strade della Palestina ha visto in Lui anche "il più bello tra i figli dell'uomo" (Ps 44,3). La singolare coincidenza tra verità e bellezza, che si realizza nel Verbo fatto uomo, si ripropone spesso nelle rappresentazioni dell'arte cristiana suscitando, anche nella nostra epoca, il desiderio di poterla ritrovare nelle odierne composizioni. In effetti, in questo nostro tempo, il pensiero tende spesso a sostenere che la verità sarebbe estranea, come tale, al mondo dell'arte. La bellezza, poi, riguarderebbe soltanto il sentimento e rappresenterebbe una dolce evasione dalle ferree leggi che governano il mondo. Ma è proprio così?

La natura, le cose, le persone, a ben vedere, sono capaci di stupirci per la loro bellezza. Come non vedere, ad esempio, in un tramonto di montagna, nell'immensità del mare, nei lineamenti di un volto qualcosa che ci attrae e, nello stesso tempo, ci invita ad approfondire la conoscenza della realtà che ci circonda? Tale constatazione spinse il pensiero greco a sostenere che la filosofia nasce dalla meraviglia, mai disgiunta dal fascino della bellezza. Anche ciò che esula dal mondo sensibile possiede una sua intima bellezza, che colpisce lo spirito e lo apre all'ammirazione. Si pensi alla potenza d'attrazione spirituale esercitata da un atto di giustizia, da un gesto di perdono, dal sacrificio per un grande ideale vissuto con letizia e generosità.

229 Nel bello traspare il vero, che attrae a sé attraverso il fascino inconfondibile che emana dal grandi valori. Sentimento e ragione si trovano così ad essere radicalmente uniti da un appello rivolto alla persona tutta intera. La realtà, con la sua bellezza, fa sperimentare l'inizio del compimento e quasi ci sussurra: "Tu non sarai infelice; la domanda del tuo cuore si realizzerà, anzi già si realizza".
Talora la bellezza può sedurre e corrompere, ma questa degenerazione, come ricorda il Vangelo, rappresenta un amaro frutto d'una scelta non buona che nasce nel cuore della persona, perché "non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo" (
Mc 7,15). In questo caso, lo sguardo dell'uomo si ferma a ciò che appare e, negando il richiamo ad andare oltre, richiamo presente in ogni cosa bella, ne nega il valore di segno e ne pretende il possesso, cancellando così nel tempo ogni traccia di bellezza.

A questa amara esperienza si riferisce sant'Agostino nelle Confessioni quando riconosce: "Mi gettavo sulle cose belle che hai creato. Mi tenevano lontano da Te le tue creature, che non esisterebbero se non fossero in Te" (X, 27, 38). Il Vescovo di Ippona ricorda, però, che fu proprio la bellezza a liberarlo da questa angustia: "Mi hai chiamato, hai gridato, e hai vinto la mia sordità. Hai mandato bagliori, hai brillato, e hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso la tua fragranza, io l'ho respirata, e ora anelo a te" (ivi).

Il fulgore della bellezza contemplata apre l'animo al mistero di Dio. Già il Libro della Sapienza rimproverava coloro che "dai beni visibili non hanno saputo riconoscere Colui che è" (13, 1), giacché dall'ammirazione della loro bellezza avrebbero dovuto risalire all'Autore (cfr 13, 3). Infatti "dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l'Autore" (13, 5). La bellezza possiede una sua forza pedagogica nell'introdurre efficacemente alla conoscenza della verità. In definitiva, essa conduce a Cristo che è la Verità. Quando infatti l'amore e la ricerca della bellezza scaturiscono da uno sguardo di fede, si riesce a penetrare più a fondo le cose e a entrare in contatto con Colui che è la fonte d'ogni cosa bella.

L'arte cristiana, nelle sue migliori espressioni, costituisce una splendida conferma di questa intuizione, presentandosi come un omaggio della bellezza trasfigurata, resa eterna dallo sguardo della fede.

Il fervido auspicio del Sommo Pontefice è che il prossimo Meeting per l'amicizia tra i popoli possa contribuire a diffondere quel modo nuovo di guardare le cose che insegna Gesù. In tal modo l'arte può divenire strumento di evangelizzazione, aiutando a promuovere una rinnovata stagione missionaria.

Egli formula, altresì, fervidi voti perché quest'incontro costituisca per tutti i partecipanti una preziosa occasione di comunione nella carità, di crescita nella fede e di contemplazione di Dio, vera e soprannaturale Bellezza.

A tal fine, Egli assicura un ricordo nella preghiera e, invocando la materna intercessione di Maria, Tota pulchra, invia a Vostra Eccellenza, ai promotori, agli organizzatori e a tutti coloro che prenderanno parte al Meeting una speciale Benedizione Apostolica.

Unisco i miei personali auguri di ogni successo per la manifestazione, e mi valgo della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio

Suo dev.mo nel Signore
ANGELO Card. SODANO
230 Segretario di Stato


VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Aeroporto Internazionale di Kraków-Balice

Lunedì, 19 agosto 2002



1. "Polonia, mia cara patria, [...] Dio t'innalza e ti tratta in modo particolare, ma sappi esserGliene riconoscente" (Diario, 1038). Con queste parole, prese dal Diario di santa Faustina, desidero congedarmi da voi, cari Fratelli e Sorelle, miei Connazionali!

Nel momento in cui devo tornare in Vaticano, ancora una volta, con grande gioia, volgo il mio sguardo a tutti voi e ringrazio Dio che mi ha permesso di soggiornare nuovamente in Patria. Con il pensiero ripercorro le tappe del pellegrinaggio di questi tre giorni: Lagiewniki, Blonia di Cracovia, Kalwaria Zebrzydowska. Conservo nella memoria la folla orante dei fedeli, testimonianza della fede della Chiesa in Polonia e della sua fiducia nella potenza della misericordia di Dio. Congedandomi, voglio salutarvi tutti, cari Connazionali. In tanti mi hanno aspettato. In tanti hanno voluto incontrarmi. Non tutti sono riusciti. Forse la prossima volta...

Alle famiglie polacche auguro di trovare nella preghiera la luce e la forza per compiere i loro doveri, seminando in ogni ambiente il messaggio dell'amore misericordioso. Dio, fonte della vita, vi benedica ogni giorno. Saluto coloro che ho incontrato personalmente lungo il mio pellegrinaggio e coloro che hanno partecipato agli incontri del viaggio apostolico mediante i mezzi di comunicazione sociale. Ringrazio, in particolare, i malati e le persone anziane per aver sostenuto la mia missione con la preghiera e con la sofferenza. Auguro che l'unione spirituale con Cristo misericordioso sia per loro fonte di sollievo nelle sofferenze fisiche e spirituali.

Abbraccio con lo sguardo dell'anima l'intera mia amata Patria. Gioisco dei successi, delle buone aspirazioni e delle iniziative coraggiose. Con inquietudine ho parlato delle difficoltà e di quanto costano i cambiamenti, che dolorosamente ricadono sui più poveri e sui più deboli, sui disoccupati, sui senzatetto e su chi è costretto a vivere in condizioni sempre più difficili e nell'incertezza dell'avvenire. Partendo, voglio raccomandare queste precarie situazioni della nostra Patria alla Provvidenza Divina e invitare i responsabili della gestione dello Stato ad essere sempre premurosi per il bene della Repubblica e dei suoi cittadini. Lo spirito di misericordia, di fraterna solidarietà, di concordia e di autentica attenzione al bene della Patria regni tra voi. Spero che coltivando tutti questi valori la società polacca, che da secoli appartiene all’Europa, troverà una collocazione appropriata nelle strutture della Comunità Europea. E non solo non perderà la propria identità, ma arricchirà la sua tradizione, quella del Continente e di tutto il mondo.

2. I giorni di questo breve pellegrinaggio sono stati per me un'occasione per ricordare e riflettere profondamente. Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di visitare Cracovia e Kalwaria Zebrzydowska. Lo ringrazio per la Chiesa in Polonia, che, con spirito di fedeltà alla Croce e al Vangelo, da mille anni condivide le sorti della Nazione, la serve con zelo e la sostiene nei suoi buoni propositi e aspirazioni. Lo ringrazio perché la Chiesa in Polonia rimane fedele a questa missione e chiedo che sia così sempre.

Desidero esprimere gratitudine a coloro che hanno contribuito al felice svolgimento del pellegrinaggio. Nelle mani del Signor Presidente della Repubblica Polacca pongo ancora una volta il ringraziamento per l'invito e per la cura posta nel preparare la visita. Ringrazio il Signor Primo Ministro per la collaborazione tra le autorità civili e i rappresentanti della Chiesa. Sono grato per ogni gesto di buona volontà.

Sono grato alle Autorità amministrative, regionali e comunali - soprattutto di Cracovia e di Kalwaria -, per la benevolenza, la premura e lo sforzo compiuto.

Dio ripaghi quanti si sono adoperati nei vari compiti liturgici e pastorali, gli operatori della televisione, della radio e della stampa, i servizi d'ordine - i militari, i poliziotti, i vigili del fuoco, gli operatori sanitari - e coloro che in qualsiasi modo hanno contribuito allo svolgimento del pellegrinaggio. Non voglio trascurare nessuno; quindi a tutti ancora una volta di cuore ripeto: Dio vi ricompensi!

231 3. Con particolare gratitudine mi rivolgo al Popolo di Dio in Polonia. Ringrazio la Conferenza Episcopale Polacca e, anzitutto, il Cardinale Primate per l'invito rivoltomi, per la preparazione spirituale dei fedeli e per lo sforzo organizzativo che il mio pellegrinaggio ha comportato. Speciali parole di ringraziamento dirigo ai sacerdoti, ai seminaristi e alle religiose. Grazie per la preparazione della liturgia e per l'accompagnamento dei fedeli durante i nostri incontri. Grazie all'intera Chiesa in Polonia per la comune perseveranza nella preghiera, per la calorosa accoglienza e per ogni manifestazione di benevolenza. Cristo misericordioso ricompensi abbondantemente la vostra generosità con la sua benedizione.

Tra i ringraziamenti non può mancare un cenno speciale all'amata Chiesa in Cracovia. Particolari espressioni di gratitudine rivolgo di cuore al Cardinale Franciszek Macharski, Metropolita di Cracovia, per l'ospitalità e per aver così magnificamente preparato la Città agli importanti eventi compiutisi nei giorni scorsi. Grazie di cuore alle Suore della Misericordiosa Madre di Dio a Lagiewniki e a quanti ogni giorno davanti all'effige di Gesù misericordioso elevano preghiere secondo le intenzioni della mia missione apostolica. Mi congratulo con l'Arcidiocesi di Cracovia e con tutta la Polonia per il nuovo tempio, che mi è stato concesso di dedicare. Sono convinto che il Santuario di Lagiewniki costituirà un significativo punto di riferimento ed un efficace centro del culto della Divina Misericordia. I raggi di luce che scendono dalla torre del tempio di Lagiewniki, e che ricordano i raggi dell'immagine di Gesù misericordioso, si irradino con spirituale riflesso sull'intera Polonia: dai Tatra al Baltico, dal Bug all'Oder, e su tutto il mondo!

4. "Dio ricco di misericordia"! Ecco le parole che hanno costituito l'idea principale della visita. Le abbiamo lette come un invito rivolto alla Chiesa e alla Polonia nel nuovo millennio. Auguro ai miei Connazionali che sappiano accogliere con cuore aperto questo messaggio della misericordia e che riescano a portarlo ovunque gli uomini hanno bisogno della luce della speranza.

Conservo nel cuore il bene compiuto nei giorni del pellegrinaggio e di cui ho avuto parte. Grato per tutto, con l'intera comunità ecclesiale in Polonia ripeto davanti a Gesù misericordioso: "Gesù, confido in Te!". Questa sincera confessione porti sollievo alle future generazioni nel nuovo millennio. Dio ricco di misericordia vi benedica!

E per concludere, che dire? Mi dispiace di andare via!

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II,


A FIRMA DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO


ANGELO SODANO, AL CARDINALE BERNARDIN GANTIN


IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DEL SANTUARIO


DI "NOTRE-DAME D'ARIGBO", A DASSA-ZOUMÉ




In occasione dell'inaugurazione del Santuario di "Notre-Dame d'Arigbo", a Dassa-Zoumé

Il Santo Padre si unisce cordialmente alla gioia e all'azione di rendimento di grazie dei pellegrini che, dal 1954, giungono numerosi in questo luogo per esprimere il loro affetto filiale alla Madre di Dio e affidarsi alla sua materna protezione. Li incoraggia ad innalzare al Signore una fervida preghiera affinché diventino sempre più autentici costruttori di pace, una pace fondata sulla giustizia e il perdono, e coraggiosi missionari del Vangelo. Che questo Santuario consacrato alla Madre di Dio, Nostra Signora della Pace, sia per tutti i cristiani un appello a ravvivare il dono ricevuto con il battesimo per diventare sempre più pietre vive nella Chiesa Famiglia di Dio!

Il Papa invita tutti i presenti ad aprire sempre più il loro cuore all'azione trasformatrice dello Spirito Santo che toglie le paure e permette un dialogo costruttivo tra i popoli e le persone. Che tutti, uniti ai loro Pastori, accolgano la forza vivificante della grazia di Dio, certi che il Signore può creare aperture per la pace, laddove sembra che vi siano soltanto ostacoli e chiusure; può rafforzare e allargare la solidarietà della famiglia umana, nonostante lunghe storie di divisioni e di lotte (cfr Messaggio del Santo Padre per la celebrazione della Giornata mondiale della Pace 2002, n. 14)!

Nel salutare cordialmente le autorità civili, militari e religiose presenti, il Santo Padre affida all'intercessione materna della Vergine Maria coloro che si sono riuniti in questa felice occasione. Imparte di cuore la Benedizione Apostolica estendendola in particolare al Cardinale Gantin, che presiede la celebrazione della consacrazione del santuario, a Mons. Antoine Ganyé, Vescovo di Dassa-Zoumé e a tutti i Vescovi presenti, ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose, ai catechisti e a tutti i fedeli venuti dal Benin e da altri Paesi dell'Africa e dell'Europa per celebrare nella gioia questo evento ecclesiale.


ANGELO CARD. SODANO

Segretario di Stato


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE


DEL BRASILE (SUL II) IN VISITA


"AD LIMINA APOSTOLORUM"


Sabato, 31 agosto 2002





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