GP2 Discorsi 2003 148

148 muscoli, sistema nervoso, ogni organo, ogni cellula, tutto
è in massima tensione. " Io, quando sarò stato innalzato da
terra, trarrò a me tutti gli uomini " (
Jn 12,32).
Ecco le parole che esprimono la piena realtà della crocifissione.
Fa parte di essa anche questa terribile tensione che
penetra le mani, i piedi e tutte le ossa: terribile tensione del
corpo tutto intero, che, inchiodato come un oggetto alle
travi della Croce, sta per essere annientato fino alla fine
nelle convulsioni della morte. E nella stessa realtà della
crocifissione entra tutto il mondo che Gesù vuole attirare
a sé (cf. Gv Jn 12,32). Il mondo è sottoposto alla gravitazione
149 del corpo che tende per inerzia verso il basso.
Proprio in questa gravitazione sta la passione del Crocifisso.
" Voi siete di quaggiù , io sono di lassù " (
Jn 8,23). Le sue
parole dalla Croce sono: " Padre, perdona loro, perché non
sanno quello che fanno " (Lc 23,34).



ACCLAMAZIONI

Cristo, crocifisso dall'odio,
reso dall'amore segno di riconciliazione e di pace.
R . Christe, eleison.

Cristo, con il sangue versato sulla Croce,
hai riscattato l'uomo, il mondo, il cosmo.
R. Christe, eleison.


Tutti:

150 Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.
Sancta Mater, istud agas,


Crucifixi fige plagas,
cordi meo valide.

DODICESIMA STAZIONE

Gesù muore

sulla Croce



151 V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 33-34. 37. 39

Venuto mezzogiorno,
si fece buio su tutta la terra,
fino alle tre del pomeriggio.
Alle tre Gesù gridò con voce forte:
Eloì , Eloì , lema sabactà ni?,
che significa:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?...
Ed egli, dando un forte grido, spirò ...
152 Allora il centurione che gli stava di fronte,
vistolo spirare in quel modo, disse:
" Veramente quest'uomo era Figlio di Dio! ".


MEDITAZIONE

Ecco il più alto, il più sublime operare del Figlio in unione
col Padre. Sì : in unione, nella più profonda unione, proprio
quando grida: " Elì Elì, lamma sabacthà ni ", " Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato? " (Mc 15,34 Mt 27,46).
Questo operare si esprime con la verticalità del corpo teso
lungo la trave perpendicolare della Croce con l'orizzontalità
delle braccia tese lungo il legno trasversale. L'uomo che
guarda queste braccia può pensare che esse con lo sforzo
153 abbracciano l'uomo e il mondo.
Abbracciano.
Ecco l'uomo. Ecco Dio stesso. " In Lui... noi viviamo, ci
moviamo e siamo " (
Ac 17,28). In Lui: in queste braccia tese
lungo la trave trasversale della Croce.
Il mistero della Redenzione.
Gesù inchiodato alla Croce, immobilizzato in questa terribile
posizione, invoca il Padre (cf. Mc Mc 15,34 Mt 27,46
60 Lc 23, 46). Tutte le sue invocazioni testimoniano che Egli è
uno con Lui. " Io e il Padre siamo una sola cosa " (Jn 10,
30); " Chi ha visto me, ha visto il Padre " (Jn 14,9); " Il
154 Padre mio non ha mai lasciato di operare fino al presente ed
io pure opero " (
Jn 5,17).


ACCLAMAZIONI

Figlio di Dio, ricordati di noi
nell'ora suprema della morte.
R . Kyrie, eleison.

Figlio del Padre, ricordati di noi
e rinnova con il tuo Spirito il volto della terra.
R. Kyrie, eleison.


Tutti:
Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
155 adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.


Vidit suum dulcem Natum
morientem desolatum,
cum emisit spiritum.

TREDICESIMA

STAZIONE

Gesù è deposto

dalla Croce



156 V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 42-43. 46

Sopraggiunta ormai la sera,
Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio,
che aspettava anche lui il Regno di Dio,
comprato un lenzuolo,
calò il corpo di Gesù giù dalla croce.


MEDITAZIONE

Nel momento in cui il corpo di Gesù viene tolto dalla Croce
ed è posto tra le braccia della Madre, torna innanzi ai nostri
occhi il momento in cui Maria ha accettato il saluto dell'angelo
157 Gabriele: " Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai
alla luce un figlio, che chiamerai col nome di Gesù ... il
Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre... e il
suo regno non avrà mai fine " (
Lc 1,31-33). Maria ha detto
solo: " Che mi avvenga secondo la tua parola " (Lc 1,38),
come se fin d'allora avesse voluto esprimere quanto sta
vivendo in questo momento.
Nel mistero della Redenzione si intrecciano la Grazia, cioè
il dono di Dio stesso, e " il pagamento " del cuore umano.
In questo mistero siamo arricchiti di un Dono dall'alto
(cf. Gc Jc 1,17) e nello stesso tempo siamo comprati dal riscatto
158 del Figlio di Dio (cf. 1Co 6,20 1Co 7,23 Ac 20,28). E
Maria, che fu più di ogni altro arricchita di doni, paga
anche di più . Col cuore.
A questo mistero è unita la meravigliosa promessa formulata
da Simeone durante la presentazione di Gesù nel
tempio: "A te pure una spada trapasserà l'anima affinché
vengano svelati i pensieri di molti cuori " (Lc 2,35).
Anche questo si compie. Quanti cuori umani si aprono davanti
al cuore di questa Madre che ha tanto pagato!
E Gesù è di nuovo tutto nelle sue braccia, come lo è stato
nella stalla di Betlemme (cf. Lc Lc 2,16), durante la fuga in
159 Egitto (cf. Mt Mt 2,14), a Nazaret (cf. Lc Lc 2,39-40). Pietà .


ACCLAMAZIONI


Santa Maria, madre dalla pietà immensa,
con te apriamo le braccia alla Vita
e supplici imploriamo.
R . Kyrie, eleison.

Santa Maria, madre e socia del Redentore,
in comunione con te accogliamo Cristo
e pieni di speranza invochiamo.
R . Kyrie, eleison.

Tutti:

Pater noster, qui es in caelis:
160 sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Fac me vere tecum flere,
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.

QUATTORDICESIMA

STAZIONE

Gesù è deposto

nel sepolcro



161 V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R . Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 46-47

Giuseppe d'Arimatea,
avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo,
lo depose in un sepolcro scavato nella roccia.
Poi fece rotolare un masso
contro l'entrata del sepolcro.
Intanto Maria di Magdala
e Maria madre di Joses
stavano ad osservare dove veniva deposto.


MEDITAZIONE

162 Dal momento in cui l'uomo, a causa del peccato, è stato
allontanato dall'albero della vita (cf. Gn
Gn 3,23-24) la terra è
diventata un cimitero. Quanti uomini, tanti sepolcri. Un
grande pianeta di tombe.
Nei pressi del Calvario, vi era una tomba che apparteneva a
Giuseppe d'Arimatea (cf. Mt Mt 27,60). In questa tomba, col
consenso di Giuseppe, è stato posto il corpo di Gesù dopo
la sua deposizione dalla Croce (cf. Mc Mc ). Ve lo
deposero in fretta, in modo che la cerimonia terminasse
prima della festa di Pasqua (cf. Gv Jn 19,31), che aveva inizio
al tramonto.
163 Tra tutte le tombe sparse sui continenti del nostro pianeta,
ce n'è una nella quale il Figlio di Dio, l'uomo Gesù Cristo,
ha vinto la morte con la morte. "O mors! Ero mors tua! "
(1 antif. Lodi Sabato Santo). L'albero della Vita, dal quale
l'uomo a causa del peccato è stato respinto, si è rivelato
nuovamente agli uomini nel corpo di Cristo. " Se uno mangia
di questo pane, vivrà in eterno; e il pane che io darò è la
mia carne per la vita del mondo " (
Jn 6,51).
Nonostante il nostro pianeta si ripopoli sempre di tombe,
nonostante il cimitero nel quale l'uomo sorto dalla polvere
ritorna in polvere (cf. Gn Gn 3,19) cresca, tuttavia tutti gli
164 uomini che guardano alla tomba di Gesù Cristo vivono
nella speranza della Risurrezione.


ACCLAMAZIONI

Gesù Signore, nostra risurrezione,
nel sepolcro nuovo distruggi la morte e doni la vita.
R. Kyrie, eleison.

Gesù Signore, nostra speranza,
il tuo corpo crocifisso e risorto è il nuovo albero della vita.
R. Kyrie, eleison.


Tutti:
Pater noster, qui es in caelis:
sanctificetur nomen tuum;
165 adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Quando corpus morietur,
fac ut animae donetur
paradisi gloria. Amen.


Il Santo Padre rivolge la sua parola ai presenti.

166 Al termine del discorso il Santo Padre imparte la Benedizione Apostolica:
V. Dominus vobiscum.
R . Et cum spiritu tuo.

V. Sit nomen Domini benedictum.
R . Ex hoc nunc et usque in saeculum.

V. Adiutorium nostrum in nomine Domini.
R . Qui fecit caelum et terram.

V. Benedicat vos omnipotens Deus,
Pater, et Filius, et c Spiritus Sanctus.
R . Amen.

VIA CRUCIS AL COLOSSEO

PAROLE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

Venerdì Santo, 18 aprile 2003

167
«Ecce lignum crucis in quo salus mundi pependit... Venite adoremus». Abbiamo sentito questa parola nell'odierna liturgia: ecco il legno della croce.


È la parola chiave del Venerdì Santo. Ieri, nel primo giorno del «Triduum Sacrum», il Giovedì Santo, abbiamo sentito «Hoc est corpus meum quod pro vobis tradetur. Ecco il mio corpo che sarà dato per voi».

Oggi noi vediamo come queste parole di ieri, Giovedì Santo, si sono realizzate: ecco il Golgota, ecco il Corpo di Cristo sulla Croce. «Ecce lignum Crucis in quo salus mundi pependit».

Mistero della fede! L'uomo non poteva immaginare questo mistero, questa realtà. La poteva rivelare Dio solo. L'uomo non ha la possibilità di donare la vita dopo la morte. La morte della morte. Nell'ordine umano, la morte è l'ultima parola. La parola che viene dopo, la parola della Risurrezione, è parola solamente di Dio e per questo noi celebriamo con tanto profondo affetto questo «Triduum Sacrum».

Oggi preghiamo Cristo deposto dalla Croce e sepolto. Viene sigillato il suo sepolcro. E domani in tutto il mondo, in tutto il cosmo, in tutti noi, sarà profondo il silenzio. Silenzio di attesa. «Ecce lignum Crucis in quo salus mundi pependit». Questo Legno della morte, il Legno che ha portato alla morte il Figlio di Dio, apre la strada verso il giorno dopo: Giovedì, venerdì, sabato, domenica. Domenica sarà Pasqua! E sentiremo le parole della liturgia. Oggi abbiamo sentito: «Ecce lignum Crucis in quo salus mundi pependit». Salus mundi! Sulla Croce! E dopodomani, canteremo: «Surrexit de sepulchro... qui pro nobis pependit in ligno». Ecco la profondità, la semplicità divina, di questo Triduo pasquale.

Auguro a tutti noi di vivere questo Triduo il più profondamente possibile. Siamo come ogni anno qui, intorno al Colosseo. È un simbolo. Questo Colosseo è un simbolo. Soprattutto ci parla dei tempi passati, di quel grande impero romano che è crollato. Ci parla di quei martiri cristiani che qui hanno testimoniato con la loro vita e con la loro morte. È difficile trovare un altro posto dove il Mistero della Croce parli più eloquentemente che qui, davanti a questo Colosseo.

«Ecce lignum Crucis in quo salus mundi pependit». Salus mundi!

Auguro a tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, di vivere questo «Triduum Sacrum» — Giovedì, Venerdì, Sabato Santo, Vigilia pasquale, e poi la Pasqua —, di viverlo sempre più profondamente e anche di testimoniarlo.

Sia lodato Gesù Cristo!



1. "Adoramus Te, Christe, et benedicimus Tibi, quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum - Noi ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Croce hai redento il mondo".

Con la tua Croce! Ad ogni stazione della Via Crucis abbiamo cantato quest'invocazione che esprime non solo il senso del Venerdì Santo, ma il mistero stesso della nostra salvezza. Con la Croce Gesù ci ha strappati dal potere della morte e del peccato; con la Croce ci ha redenti e ci ha riaperto le porte dell'eterna beatitudine.

168 Al termine di questo giorno di penitenza e di preghiera, restiamo in silenziosa contemplazione di Dio che ha sacrificato il suo Figlio, il suo unico Figlio, per la salvezza del mondo.

La Via Crucis ci ha fatto rivivere la passione di Cristo, passione che misteriosamente continua nel nostro tempo e fino alla fine dei tempi.

2. Quanti nostri fratelli e sorelle stanno rivivendo nella loro carne il dramma del Calvario! Quanto numerose sono le "vie crucis" dimenticate! Penso alle tragiche immagini di violenza, di guerre e di conflitti, che quotidianamente ci giungono da tanti luoghi; all'angoscia e al dolore di individui e di popoli d'ogni Continente; alla morte per fame e per stenti di migliaia di adulti e di bambini innocenti; allo sfregio della dignità umana, purtroppo perpetrato a volte nel nome di Dio.

Possiamo restare indifferenti dinanzi a questo lancinante grido di dolore che si leva da tante parti del Pianeta?

3. Con la tua Croce hai redento il mondo. Quando gli esseri umani tacciono impotenti dinanzi a queste inquietanti domande, la risposta è offerta dalla fede. E' una risposta racchiusa nell'evento stesso che quest'oggi commemoriamo: la morte di Cristo. Mentre, in effetti, la notte è ancora scura, si intravede già l'alba del giorno nuovo, il giorno della risurrezione. La vittoria definitiva non è della morte. L'ultima parola è di Dio, che risusciterà, il terzo giorno, il Figlio unigenito immolato per noi.

4. Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa. Ai piedi della Croce c'eri Tu, Madre Addolorata, speranza e sostegno di tutti gli uomini pellegrini sulla terra. Anche sotto la Croce hai sperimentato il silenzio e l'abbandono, ma la tua fede non ha vacillato.

O Vergine fedele, fa' che restiamo in orante contemplazione del mistero che quest'oggi commemoriamo. Aiutaci ad abbracciare con amore Cristo crocifisso, il tesoro più prezioso che l'Onnipotente ci abbia donato.

"Adoramus Te, Christe, et benedicimus Tibi, quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum ".

La tua Croce, o Cristo, è la nostra salvezza!

UDIENZA SPECIALE ALL’AGESCI, ALLA BBVA E

A GRUPPI DELL’AZIONE CATTOLICA POLACCA

Sabato, 26 aprile 2003




Carissimi Fratelli e Sorelle!

169 1. E' per me motivo di gioia ricevere tutti voi, che provenite dall'Italia, dalla Spagna e dalla Polonia. Vi ringrazio per la visita e vi saluto con affetto.

Saluto in primo luogo il Presidente, il Consiglio generale, gli assistenti ecclesiastici, i vari capi e i responsabili dell'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI). Carissimi, non è la prima volta che ho modo di incontrare la vostra benemerita Associazione e ho sempre ammirato l'entusiasmo giovanile che la contraddistingue, nonché il suo ardente desiderio di seguire fedelmente il Vangelo. Lo scoutismo è nato come cammino educativo con un proprio metodo che affascina bambini, adolescenti, giovani e fornisce agli adulti opportunità concrete per diventare educatori.

La Chiesa guarda alla vostra Associazione con tanta speranza, perché è consapevole che è necessario offrire alle nuove generazioni l'opportunità di fare esperienza personale di Cristo. Gli adulti chiamati ad occuparsi della gioventù scoutistica siano consapevoli che questa missione chiede anzitutto a loro di essere testimoni di Gesù Cristo e di trasmettere con l'esempio e la parola principi e valori evangelici. Occorre perciò che siano uomini e donne saldi nei principi dello scoutismo cattolico e, al tempo stesso, attivamente partecipi alla vita delle comunità ecclesiali e civili.

Fedeli al vostro carisma, cari amici, potrete porvi in un rapporto dinamico e costruttivo con le molteplici aggregazioni laicali, che arricchiscono la comunità ecclesiale. Potrete cooperare attivamente con esse per costruire una società rinnovata, dove regni la pace, fondata sulla giustizia, la libertà, la verità e l'amore. A questi "pilastri" fa riferimento il beato mio Predecessore Giovanni XXIII nell'Enciclica Pacem in terris, fondamentale testo che il vostro Consiglio Generale ha scelto quest'anno come preziosa traccia di riflessione.

Vorrei concludere esortandovi a non far mancare all'affascinante attività scoutistica il quotidiano nutrimento dell'ascolto della Parola di Dio, della preghiera e di un'intensa vita sacramentale. Sono queste le condizioni favorevoli per fare dell'esistenza un dono agli altri e un itinerario sicuro verso la santità.

2. Me complace saludar ahora al grupo de ejecutivos del Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA), provenientes de España y Latinoamérica, que, en la peregrinación a la Ciudad Eterna, habéis querido visitar al Sucesor de Pedro. Al daros la bienvenida, envío también mi saludo a los demás componentes de las plantillas que representáis y que con su trabajo colaboran al desarrollo económico. Éste, bien orientado, favorece la convivencia pacífica de los ciudadanos y permite una vida acorde con la dignidad humana. De ese modo, se honra al hombre, "autor, centro y fin de toda la vida económica y social" (Gaudium et spes
GS 63), y se colabora en el designio de Dios.

Deseo recordar que el interés de lucro, aún siendo legítimo, no puede ser el móvil principal o incluso exclusivo de una actividad empresarial o comercial, pues tal actividad debe tener en cuenta los factores humanos y está subordinada a las exigencias morales propias de toda acción humana. Por ello, os invito a hacer de las empresas verdaderas comunidades de personas que buscan la satisfacción de sus intereses económicos en el marco de los postulados de la justicia y la solidaridad, del trabajo responsable y constructivo, y del fomento de las relaciones humanas auténticas y sinceras, y estén, además, al servicio de la sociedad (cf. Centesimus annus CA 35).

Al agradeceros esta visita os animo a seguir llevando adelante el compromiso cristiano en el ámbito de vuestras actividades, testimoniando con las palabras y los hechos las enseñanzas del Magisterio eclesial en materia social. Que en ese empeño os acompañe la Bendición Apostólica, que con afecto os imparto y que con gusto extiendo a vuestras familias y a toda la comunidad laboral que representáis.

Traduzione italiana del discorso pronunciato in lingua spagnola:

[Sono lieto di salutarvi, dirigenti della Banca Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA), provenienti dalla Spagna e dall'America Latina che, nel pellegrinaggio alla Città Eterna, avete voluto visitare il Successore di Pietro. Nel darvi il benvenuto, invio anche il mio saluto agli altri componenti degli organici che rappresentate e che con il loro lavoro contribuiscono allo sviluppo economico. Questo, ben orientato, favorisce la convivenza pacifica dei cittadini e permette una vita conforme alla dignità umana. In tal modo si onora l'uomo, "l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale" (Gaudium et spes GS 63) e si collabora al disegno di Dio.

Desidero ricordare che l'interesse del guadagno, sebbene legittimo, non può essere il movente principale o persino esclusivo di un'attività imprenditoriale o commerciale, poiché tale attività deve tener conto dei fattori umani ed è subordinata alle esigenze morali proprie di ogni azione umana. Vi invito pertanto a fare delle imprese vere comunità di persone che cercano di soddisfare i propri interessi economici nel quadro dei postulati della giustizia e della solidarietà, del lavoro responsabile e costruttivo, e della promozione di relazioni umane autentiche e sincere che siano inoltre al servizio della società (cfr Centesimus annus CA 35).

170 Nel ringraziarvi per questa visita, vi incoraggio a continuare a portare avanti l'impegno cristiano nell'ambito delle vostre attività, testimoniando, con le parole e con i fatti, gli insegnamenti del Magistero ecclesiale in materia sociale. Che in questo impegno vi accompagni la Benedizione Apostolica, che vi imparto con affetto e che estendo con piacere alle vostre famiglie e a tutta la comunità di lavoro che rappresentate!]

3. Drodzy Bracia i Siostry, przedstawiciele Akcji Katolickiej w Polsce!

Serdecznie witam was wszystkich. Pozdrawiam Asystenta Koscielnego biskupa Piotra Jareckiego, Prezesa i Zarzad.

Przybyliscie do grobów apostolskich, aby dziekowac Bogu za owoce dzialalnosci Akcji Katolickiej w Polsce po jej odrodzeniu przed dziesieciu laty. Choc to niedlugi okres czasu, jest za co dziekowac. Wiem, ze Akcja Katolicka w Polsce posiada juz pelna strukture organizacyjna obejmujaca rzesze ludzi swieckich, którzy z oddaniem sluza Kosciolowi, odnajdujac wlasne charyzmaty i pola osobistego zaangazowania w dzielo ewangelizacji. Przed dziesieciu laty prosilem biskupów polskich, aby postarali sie o przywrócenie Kosciolowi tej formy apostolstwa swieckich. Dzis moge powiedziec, ze wypelnili to zadanie, a wy i wszyscy czlonkowie Akcji Katolickiej jestescie wspanialym darem dla calej wspólnoty Ludu Bozego.

Jak wiadomo, Akcja Katolicka wyrosla z ruchów odnowy religijnej, jakie w drugiej polowie XIX wieku objely wiele srodowisk katolików swieckich. Z kolei za papieza Piusa XI Akcja przybrala ksztalt czynnej formy uczestnictwa swieckich w apostolacie hierarchii. Jej programem staly sie slowa sw. Pawla: "instaurare omnia in Christo" - odnowic wszystko w Chrystusie (por. Ef
Ep 1,10). Dzieki wytrwalej realizacji tego programu odnowy rzeczywistosci Kosciola i swiata "przez Chrystusa, z Chrystusem i w Chrystusie", Akcja Katolicka stala sie szkola formacji swieckich przygotowujaca do odwaznego stawiania czola sekularyzacji, jaka coraz mocniej dawala o sobie znac w XX wieku.

Odwoluje sie do tych faktów historycznych, aby wskazac na pewna analogie pomiedzy tamtymi poczatkami i poczatkami odrodzonej Akcji Katolickiej w Polsce. Jak wtedy, tak i teraz u zródel jej istnienia i dzialania jest glebokie pragnienie wiernych swieckich, aby aktywnie wspóluczestniczyc z biskupami i kaplanami w ich odpowiedzialnosci za zycie Kosciola i za gloszenie Dobrej Nowiny. Nie zmienil sie tez cel i duchowy program dzialalnosci: odnawiac siebie, wlasne srodowisko, wspólnote wierzacych, a w koncu caly swiat w oparciu o milosc i moc Chrystusa. W koncu laczy te dwa poczatki to samo wyzwanie, jakie niesie ze soba sekularyzacja róznych sektorów zycia spolecznego.

Podejmujecie to wyzwanie jako swiadkowie Ewangelii w róznych srodowiskach - we wlasnej rodzinie, w miejscu pracy, w szkole czy na uczelni. Podejmujecie je swiadomi, ze "obowiazek i prawo do apostolstwa otrzymuja swieccy na mocy samego zjednoczenia z Chrystusem-Glowa. Wszczepieni bowiem przez chrzest w Cialo mistyczne Chrystusa, utwierdzeni moca Ducha Swietego przez bierzmowanie, sa oni przeznaczeni przez samego Pana do apostolstwa" (Apostolicam actuositatem AA 3).

Obowiazek i prawo. Wlasnie tak: macie obowiazek i prawo niesc Ewangelie, swiadczyc o jej aktualnosci dla wspólczesnego czlowieka i zapalac do wiary tych, którzy oddalaja sie od Boga. Jezeli Kosciól uznaje to wasze prawo, jezeli was wspiera w jego realizacji, to z drugiej strony przypomina wam, ze jest to wasz obowiazek. I ja o tym przypominam, dowolujac sie do chrztu, w którym dzieki usprawiedliwieniu staliscie sie apostolami sprawiedliwosci, i do bierzmowania, w którym Duch Swiety uzdolnil was do pelnienia prorockiej funkcji w Kosciele. Trzeba jednak, abyscie pamietali, ze ten obowiazek, to zaszczytne zadanie mozecie wypelnic jedynie w oparciu o Chrystusa. Akcja Katolicka nie moze sie ograniczyc jedynie do dzialania w spolecznym wymiarze Kosciola. Jezeli ma byc szkola, wspólnota formacji swieckich gotowych przemieniac swiat w oparciu o Ewangelie, to musi ksztaltowac swoja wlasna duchowosc. A jesli ma przemieniac rzeczywistosc w oparciu o Chrystusa, to ta duchowosc winna sie zasadzac na kontemplacji Jego oblicza. Jak napisalem w Liscie Novo millennio ineunte, "nasze swiadectwo byloby niedopuszczalnie ubogie, gdybysmy my sami jako pierwsi nie byli tymi, którzy kontempluja oblicze Chrystusa" (n. 16).

"Idzcie naprzód z nadzieja! Nowe tysiaclecie otwiera sie przed Kosciolem niczym rozlegly ocean, na który mamy wyplynac liczac na pomoc Chrystusa. Syn Bozy, który z milosci do czlowieka przyszedl na swiat dwa tysiace lat temu, takze dzisiaj prowadzi swoje dzielo: musimy miec przenikliwy wzrok, aby je dostrzec, a nade wszystko wielkie serce, abysmy sami stawali sie jego narzedziami. (...) Mozemy liczyc na moc tego samego Ducha, który zostal wylany w dniu Piecdziesiatnicy, a dzisiaj przynagla nas, abysmy wyruszyli w dalsza droge pokrzepieni nadzieja, która «zawiesc nie moze» (Rz 5, 5)" (Novo millennio ineunte NM 58).

Na te droge, na droge kontemplacji oblicza Chrystusa, na droge tworzenia duchowosci Akcji Katolickiej w oparciu o te kontemplacje, na droge apostolstwa i swiadectwa, z serca wam blogoslawie.

[Cari Fratelli e Sorelle, rappresentanti dell’Azione Cattolica in Polonia!

171 Il mio cordiale benvenuto a tutti voi. Saluto l’Assistente Ecclesiastico Mons. Piotr Jarecki, il Presidente e gli altri membri della Presidenza.

Siete giunti alle tombe degli Apostoli, per rendere grazie a Dio per i frutti dell’attività dell’Azione Cattolica in Polonia, dopo la sua rinascita che risale a dieci anni fa. Benché sia un periodo di tempo non lungo, c’è di che ringraziare. So che l’Azione Cattolica in Polonia possiede ormai una completa struttura organizzativa, che comprende la moltitudine dei laici che servono la Chiesa con dedizione, ritrovando i propri carismi e i campi dell’impegno personale nell’opera di evangelizzazione. Dieci anni addietro chiesi ai Vescovi polacchi di adoperarsi per il ripristino nella Chiesa di questa forma di apostolato dei laici. Oggi posso dire che hanno realizzato tale compito, e voi e tutti i membri dell’Azione Cattolica siete una magnifico dono per tutta la comunità del Popolo di Dio.

Come si sa, l’Azione Cattolica nacque dai movimenti del rinnovamento religioso, che nella seconda metà del XIX secolo, si svilupparono in numerosi ambienti di laici cattolici. Più tardi, ai tempi di papa Pio XI, l’Azione Cattolica divenne una forma attiva di partecipazione dei laici all’apostolato gerarchico della Chiesa. Le parole di San Paolo: "instaurare omnia in Christo" - rinnovare tutto in Cristo (cfr
Ep 1,10), divennero il suo programma. Grazie ad una perseverante realizzazione di questo programma di rinnovamento della realtà della Chiesa e del mondo "per Cristo, con Cristo e in Cristo", l’Azione Cattolica divenne una scuola di formazione dei laici che preparava a fronteggiare coraggiosamente la secolarizzazione, che stava dilagando sempre più fortemente nel XX secolo.

Mi richiamo a questi fatti storici, per indicare una certa analogia tra quegli inizi e gli inizi della rinata Azione Cattolica in Polonia. Come allora, così anche ora alle sorgenti della sua esistenza e del suo operare c’è un profondo desiderio dei fedeli laici di partecipare attivamente con i Vescovi e con i presbiteri alla loro responsabilità per la vita della Chiesa e per l’annuncio della Buona Novella. Non è neppure mutato il fine e il programma spirituale dell’attività: rinnovare se stessi, il proprio ambiente, la comunità dei credenti, e infine il mondo intero in base all’amore e alla potenza di Cristo. Infine, questi due inizi sono uniti dalla stessa sfida che comporta la secolarizzazione dei vari settori della vita sociale.

Come testimoni del Vangelo, accogliete tale sfida in tutti gli ambienti: nella famiglia, nel luogo di lavoro, nella scuola o nell’università. Accoglietela, consapevoli che "i laici derivano il dovere e il diritto all’apostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo. Infatti, inseriti nel Corpo Mistico di Cristo per mezzo del Battesimo, fortificati dalla virtù dello Spirito Santo per mezzo della Cresima, sono deputati dal Signore stesso all’apostolato" (Apostolicam actuositatem AA 3).

Dovere e diritto. Proprio così: avete il dovere e il diritto di portare il Vangelo, di testimoniare la sua attualità per l’uomo contemporaneo e di accendere la fede in coloro che si allontanano da Dio. Se la Chiesa riconosce il vostro diritto, se vi sostiene nell’attuarlo, vi ricorda al tempo stesso che questo è il vostro dovere. E ve lo ricordo anch’io, richiamandomi al battesimo, nel quale grazie alla giustificazione siete diventati apostoli della giustizia, e alla cresima, nella quale lo Spirito Santo vi ha resi capaci di compiere la funzione profetica nella Chiesa. Bisogna tuttavia che ricordiate che tale dovere, tale alto compito lo potete adempiere solamente poggiandovi su Cristo. L’azione Cattolica non si può limitare soltanto ad agire nella dimensione sociale della Chiesa. Se essa deve essere la scuola, la comunità della formazione dei laici pronti a trasformare il mondo in base al Vangelo, deve formare la sua propria spiritualità. E se deve trasformare la realtà basandosi su Cristo, tale spiritualità dovrebbe fondarsi sulla contemplazione del Suo volto. Come ho scritto nella Lettera Novo millennio ineunte, "La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplativi del suo volto" (n° 16).

"Andiamo avanti con speranza! Un nuovo millennio si apre davanti alla Chiesa come oceano vasto in cui avventurarsi, contando sull’aiuto di Cristo. Il Figlio di Dio, che si è incarnato duemila anni or sono per amore dell’uomo, compie anche oggi la sua opera: dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti. (...) Possiamo contare sulla forza dello stesso Spirito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge oggi a ripartire sorretti dalla speranza «che non delude» (Rm 5,5)" (Novo millennio ineunte NM 58).

Perché camminiate su questa via, la via della contemplazione del volto di Cristo, la via della formazione della spiritualità dell’Azione Cattolica in base a questa contemplazione, la via dell’apostolato e della testimonianza, vi benedico di cuore.]

4. Carissimi Fratelli e Sorelle, a ciascuno assicuro il mio ricordo al Signore, affido voi, le vostre famiglie e le Comunità da cui provenite alla materna protezione di Maria e di cuore tutti vi benedico.



MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II


ALLA PROFESSORESSA GIULIANA CAVALLINI


DELLE MISSIONARIE DELLA SCUOLA




Alla gentile Professoressa
Giuliana Cavallini
172 delle Missionarie della Scuola

Ho appreso con piacere che il Senato Accademico della Pontificia Università San Tommaso, su richiesta del Consiglio della Facoltà di Teologia, ha deliberato di assegnarLe, in occasione del Simposio europeo su S. Caterina da Siena, la Targa d'Onore dell'Angelicum per i meriti da Lei acquisiti nel corso della Sua lunga esistenza, spesa in gran parte a studiare e diffondere il pensiero della Santa senese, Patrona d'Europa.

Devota figlia spirituale di Santa Caterina, Ella ne ha illustrato la ricchezza dottrinale, grazie anche al sostegno della Congregazione delle Missionarie della Scuola, fondata dalla Serva di Dio Madre Luigia Tincani. Come attivo membro di questa Famiglia religiosa, Ella ha investito le Sue energie intellettuali e spirituali a gloria del Signore, operando generosamente per la causa dell'evangelizzazione, in qualità di Direttrice del Centro Nazionale di Studi Cateriniani.

L’instancabile attività culturale e scientifica, da Lei profusa, ha varcato i confini dell’Italia, suscitando vasta eco e crescente apprezzamento in vari Paesi, dove Ella è riconosciuta quale esperta cateriniana di fama internazionale.

Mi unisco volentieri a quanti Le sono grati e, in modo speciale, prendo parte con gioia all’iniziativa della Pontificia Università San Tommaso di onorare una valente studiosa, che si è adoperata senza sosta per far amare e imitare santa Caterina, insigne Dottore della Chiesa.

Mentre chiedo a Maria, Regina del Santo Rosario, di continuare a guidarLa nel Suo impegno di studio e di vita spirituale, ottenendoLe il dono di essere corroborata nella gioia e nella pace, di cuore Le invio una speciale Benedizione Apostolica, estensibile ai partecipanti alla celebrazione, come anche alla Comunità religiosa ed a tutte le persone care.

Dal Vaticano, 26 aprile 2003


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