GP2 Discorsi 2004 180


AI VESCOVI PARTECIPANTI AL SEMINARIO


PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE


PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI


181
Giovedì, 16 settembre 2004




Signor Cardinale,
Cari Fratelli nell'Episcopato!

1. Vi saluto, voi che partecipate all'incontro di formazione organizzato dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, al fine di sostenervi nel compito che avete ricevuto per il servizio delle Chiese dei Paesi di missione. Ringrazio il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto del Dicastero, per le cordiali parole che mi ha appena rivolto a nome vostro, e ringrazio tutti coloro che hanno preparato e che animano questa sessione.

2. Sono lieto della vitalità delle vostre Chiese. In tutte le culture, esse sono chiamate a manifestare la comunione dell'unica Chiesa di Cristo, nella fedeltà al Magistero. La vostra prima preoccupazione è quella di essere custodi zelanti dell'integrità della fede e dell'unità della Chiesa.Chiamati a seguire Cristo, adoperatevi per far crescere incessantemente la comunione con il Pontefice Romano e con gli altri Vescovi, soprattutto all'interno della stessa Conferenza Episcopale e della stessa Provincia ecclesiastica (cfr Pastores gregis, n. 22).

3. Siate modelli per il popolo cristiano, attingendo la forza per essere servitori del Vangelo da un cammino spirituale, da una vita sacramentale intensa, dalla formazione permanente. Nell'Esortazione Apostolica post-sinodale Pastores gregis, nel sottolineare che il ministero di santificazione dei Vescovi è ordinato alla santità del popolo di Dio, ho aggiunto: "Nel suo ministero, egli (il Vescovo) deve promuovere instancabilmente una vera e propria pastorale e pedagogia della santità" (n. 41).

Per guidare verso la santità vera il popolo dei credenti e rendere manifesta la speranza cristiana, che ognuno di voi faccia sua la prospettiva di san Paolo: "Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il Vangelo!" (
1Co 9,16).

4. Cari Fratelli nell'Episcopato, fra qualche giorno ritornerete nelle vostre comunità, così spesso messe alla prova. Assicuratele della preghiera e della vicinanza affettuosa del Papa nei loro confronti. Dite ai sacerdoti che la Chiesa conta su di loro per essere testimoni con la parola e l'intera loro vita. Che la Vergine Maria, Regina delle Missioni, vi aiuti nel servizio che vi è stato affidato! A voi tutti, alle vostre Diocesi come pure agli organizzatori di questa sessione di formazione, imparto di cuore una particolare Benedizione Apostolica.


AI DIRIGENTI DEL GRUPPO BANCARIO "CAPITALIA"


Venerdì, 17 settembre 2004




Illustri Signori, Gentili Signore!

1. Nel secondo anniversario della costituzione del vostro Gruppo bancario, avete desiderato manifestarmi la vostra vicinanza e rinnovarmi l’espressione dei vostri sentimenti di deferenza. Vi sono riconoscente e vi porgo il mio benvenuto!

182 Ringrazio, in particolare, il vostro Presidente per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti.

Il complesso mondo del credito sollecita la riflessione della Chiesa, per le numerose implicanze etiche che lo riguardano. Sarebbe infatti decisamente insufficiente limitarsi al perseguimento del massimo profitto; occorre invece far sempre riferimento ai valori superiori del vivere umano, se si vuole essere di aiuto alla crescita vera ed al pieno sviluppo della comunità. Osservava, a questo proposito, il grande economista cattolico Giuseppe Toniolo che la morale cristiana deve considerarsi “come il fattore più potente a suscitare nei popoli le energie economiche e a garantirne i rapporti più regolari ed efficaci” (Trattato di economia sociale, I, 94).

2. In tale prospettiva, la vostra presenza nella società può divenire strumento di vero progresso, offrendo sostegno a tutte le valide iniziative di singoli e gruppi, che ricorrono a voi per le loro legittime necessità di servizi finanziari ed economici.

Auspico che il vostro lavoro sia sempre sostenuto da questa visione superiore, così da contribuire al bene di quanti si avvalgono della vostra attività e, più in generale, dell'intera comunità nella quale operate.

Con tali sentimenti, mentre invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’abbondanza dei celesti favori, vi imparto di cuore la mia Benedizione.






AI VESCOVI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO


PROMOSSO DALLE CONGREGAZIONI PER I VESCOVI


E PER LE CHIESE ORIENTALI


Venerdì, 17 settembre 2004




Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato!

1. Con grande affetto accolgo e saluto tutti voi, che prendete parte all’incontro di aggiornamento promosso dalla Congregazione per i Vescovi e da quella per le Chiese Orientali. Saluto i Prefetti dei due Dicasteri, i Signori Cardinali Giovanni Battista Re e Moussa Daoud, che hanno opportunamente raccolto insieme Pastori delle due grandi tradizioni della Chiesa universale, quella d’Occidente e quella d’Oriente.

Nel ringraziare il Cardinale Re per le cordiali espressioni con cui ha interpretato i comuni sentimenti, desidero congratularmi con voi, cari e venerati Fratelli, che avete accolto l’invito a vivere questi giorni di intensa fraternità episcopale. Iniziative di questo tipo favoriscono la comunicazione e la comunione fra le Chiese e la concorde sollecitudine del corpo episcopale nei confronti del gregge del Signore, al cui servizio ogni Vescovo è posto.

2. Con la consacrazione, infatti, il Vescovo diventa in modo pieno maestro, sacerdote e guida della comunità cristiana. Al centro del suo ministero ci deve pertanto essere sempre Cristo, il divino Maestro, presente sia mediante la Parola della Scrittura che il sacramento dell’Eucaristia.

183 Nell’Esortazione apostolica Pastores gregis ho voluto ricordare che l’Eucaristia è nel cuore del “munus sanctificandi” del Vescovo (cfr n. 37). Il mio vivo auspicio è che l'Anno dell'Eucaristia, che inizierà il prossimo 17 ottobre con l’apertura del Congresso Eucaristico Internazionale, costituisca una provvidenziale occasione per meglio approfondire l’importanza centrale del Sacramento eucaristico nella vita e nell’attività di ogni Chiesa particolare. Intorno all'altare si rafforzano i legami della carità fraterna e si ravviva in tutti i credenti la consapevolezza di appartenere all’unico Popolo di Dio, di cui i Vescovi sono Pastori.

3. Come Vescovi avete il compito di vigilare sulla celebrazione dei Sacramenti e sul culto in genere. Tutelate l’aspettativa dei fedeli di avere una celebrazione dignitosa in cui nulla sia lasciato all’improvvisazione o al caso. La liturgia è infatti la grande scuola della vita cristiana, dove si adora, si ama, si conosce il Signore e si rinvigorisce la volontà di seguire il Maestro e il proposito di offrire la propria coerente testimonianza.

Voi siete, peraltro, consapevoli che il ministero della santificazione richiede la testimonianza di una vita santa. Lo Spirito di Dio, che vi ha santificato attraverso la consacrazione episcopale, attende la vostra generosa risposta quotidiana. La vostra santità non è un fatto solo personale, essa ridonda sempre a beneficio dei fedeli (cfr Esort. ap. Pastores gregis, 11), conferendo quella autorevolezza morale da cui trae efficacia l’esercizio del ministero. A conferma di quanto noi insegniamo vi deve essere la testimonianza della nostra vita.

4. Carissimi Confratelli nell’episcopato, vi esorto ad alimentare all’altare la fiamma dell’amore per Cristo corroborando ogni giorno al suo calore la volontà di donarvi a Dio e alla Chiesa.

Maria, “Donna eucaristica”, e la schiera degli Apostoli e dei santi Vescovi sostengano i vostri passi ed il vostro ministero con la loro intercessione.

Con questi sentimenti vi imparto la mia Benedizione, che estendo volentieri alle comunità affidate alle vostre sollecitudini pastorali.


AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL PACIFICO


IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


Sabato, 18 settembre 2004




Cari Fratelli Vescovi,

1. Nella grazia e nella pace di nostro Signore vi porgo un cordiale benvenuto, membri della Conferenza Episcopale del Pacifico, e faccio mio il saluto di san Paolo: "Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo" (Rm 1,8). Sono grato all'Arcivescovo Apuron per i buoni auspici e sentimenti che mi ha offerto a vostro nome. Li ricambio con affetto e assicuro delle mie preghiere voi e le persone affidate alla vostra sollecitudine. La vostra visita ad Limina apostolorum esprime la comunione profonda di amore e di verità che unisce le varie Diocesi del Pacifico con il Successore di Pietro e con i suoi collaboratori al servizio della Chiesa universale. Percorrendo grandi distanze per "vedere Pietro" (cfr Ga 1,18), tendete a rinsaldare la vostra "unità nella stessa fede, speranza e carità e a far conoscere e apprezzare sempre di più l'immenso patrimonio di valori spirituali e morali, che tutta la Chiesa, in comunione con il Vescovo di Roma, ha diffuso nel mondo intero" (Pastor Bonus, Allegato I, n. 3).

2. Gesù Cristo continua a rivolgere la sua attenzione amorevole agli apostoli dell'Oceania, conducendoli verso una fede e una vita sempre più profonde in Lui. In quanto Vescovi, rispondete alla sua chiamata chiedendo: in che modo la Chiesa può essere uno strumento di Cristo ancor più efficace? (cfr Ecclesia in Oceania, n. 4). Anche laddove la vita della Chiesa è piena di segni di crescita, non bisogna lesinare alcuno sforzo per intraprendere efficaci iniziative pastorali volte a rendere il Signore più amato e conosciuto.Infatti, famiglie e comunità, proseguendo nella ricerca del senso della propria vita, cercano di vedere "la fede in azione". Ciò esige che voi, maestri di fede e araldi della Parola (cfr Pastores gregis, n. 26), predichiate con chiarezza e precisione che "la fede, infatti, ha in sé la forza di plasmare la cultura stessa penetrandone le motivazioni sin nel suo nucleo essenziale" (Ecclesia in Oceania, n. 20). Radicato nella tradizione cristiana e attento ai segni delle contemporanee mutazioni culturali, il vostro ministero episcopale sarà dunque un segno di speranza e di orientamento per tutti.

3. Cari Fratelli, la vibrante vita pastorale delle vostre Diocesi, che descrivete con chiarezza nei vostri resoconti, è un segno edificante per tutti. Le gioiose Celebrazioni Liturgiche, la forte partecipazione dei giovani alla missione della Chiesa, il fiorire delle vocazioni, la presenza palpabile della fede nella vita civile delle vostre nazioni, tutto testimonia la bontà infinita di Dio verso la sua Chiesa. Tuttavia, con la cautela della sollecitudine di un padre per la propria famiglia, avete espresso anche preoccupazione per i venti di cambiamento che soffiano lungo le vostre coste. L'invasione del secolarismo, in particolare sotto forma di consumismo, e la forte influenza degli aspetti più insidiosi dei mezzi di comunicazione sociale che trasmettono una visione deformata della vita, della famiglia, della religione e della moralità, minano le basi dei valori culturali tradizionali.

184 Di fronte a tali sfide, i popoli dell'Oceania accrescono la propria comprensione della necessità di rinnovare la loro fede e di trovare una vita più ricca in Cristo. In questa ricerca ripongono in voi grandi speranze perché siate ministri saldi della verità e testimoni audaci di Cristo. Desiderano che siate vigili nel cercare nuovi modi per insegnare la fede, per essere rafforzati dalla forza del Vangelo che deve permeare il loro modo di pensare, i loro parametri di giudizio e le loro norme di comportamento (cfr Sapientia christiana, Premessa). In questo contesto, è la vostra testimonianza predicata e vissuta del "sì" straordinario di Dio all'umanità (cfr 2Co 1,20) che spingerà i vostri popoli a rifiutare gli aspetti negativi di nuove forme di colonizzazione e a scegliere tutto ciò che genera nuova vita nello Spirito!

4. In quanto dono inesauribile di Dio, l'unità della Chiesa risplende sulla totalità dei suoi membri come un appello pressante a crescere nella comunione di fede, di speranza e di carità. In mezzo ai cambiamenti culturali, che sono spesso fattori di divisione, la grande sfida di oggi consiste nel fare della Chiesa "la casa e la scuola della comunione" (Novo Millennio ineunte NM 43). Ciò richiede dal Vescovo, inviato in nome di Cristo per prendersi cura di una porzione determinata del popolo di Dio, che aiuti il suo popolo a divenire uno nello Spirito Santo (cfr Pastores gregis, n. 43). Vi incoraggio pertanto a imitare il Buon Pastore che conosce le sue pecore e chiama ognuna per nome. Gli incontri e l'ascolto attento dei vostri collaboratori più stretti - sacerdoti, religiosi, religiose e catechisti - come pure i contatti diretti con i poveri, i malati e le persone anziane, unificheranno il vostro popolo e arricchiranno il vostro insegnamento grazie all'esempio concreto che date di una fede umile e del servizio.

La particolare importanza della communio fra un Vescovo e i suoi sacerdoti significa che vi preoccupate sempre di manifestare loro il vostro interesse paterno per la loro crescita e la loro felicità. La vostra sollecitudine per la formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale dei vostri seminaristi e dei vostri sacerdoti è un'espressione evidente del vostro amore per essi, e ciò recherà molti frutti nelle vostre Diocesi. Questo affetto speciale deve manifestarsi mediante una cura assidua per la loro santificazione personale nel ministero e per l'aggiornamento costante del loro impegno pastorale (cfr Pastores dabo vobis PDV 2). Vi invito dunque insistentemente a svolgere un ruolo sempre più importante nel seguire i vostri seminari e nel proporre programmi regolari di formazione permanente dei sacerdoti, affinché strutturino la loro identità e la loro personalità sacerdotali (cfr Ibidem n. 71). Una simile identità non si dovrà mai fondare su un qualsiasi incarico sociale o su titoli. Essa è prima di tutto costituita da una vita di semplicità, di castità e di umile servizio (cfr Ibidem, n. 33), che invita il prossimo a fare lo stesso.

Per concludere questo punto, mi unisco a voi, pregando per i vostri sacerdoti ed esprimendo loro la mia profonda gratitudine e il mio vivo ringraziamento. Rendo omaggio in particolare a coloro che, nella prospettiva di un impegno autentico per la Chiesa nel Pacifico, hanno lasciato il ministero parrocchiale che amavano per mettersi al servizio dei seminari. Si deve rendere omaggio alla loro generosità. Ai sacerdoti che, per diverse ragioni, non hanno potuto vivere le esigenze del loro ministero, ricordo che Dio, che è ricco di misericordia e pieno d'amore, li invita ogni giorno a tornare a Lui. Infine ricordate a tutti i vostri sacerdoti l'affetto profondo che nutro per essi!

5. La storia dell'istituzione della Chiesa in Oceania è la storia di innumerevoli donne e uomini consacrati che si sono abbandonati alla chiamata del Signore di annunciare il Vangelo con generosa dedizione. Religiosi, sacerdoti, fratelli e sorelle continuano a essere in prima linea nell'evangelizzazione delle vostre Diocesi. Perseguendo la perfezione della carità al servizio del Regno, i religiosi soddisfano in particolare la sete crescente del vostro popolo di una spiritualità sostenuta che accresca la sua fede. Questa testimonianza richiede che i religiosi stessi si alimentino quotidianamente alla sorgente di una sana spiritualità. La vita spirituale, radicata nel carisma di un Ordine, deve dunque essere "al primo posto nel programma delle famiglie di vita consacrata, in modo che ogni istituto e ogni comunità si presentino come scuole di vera spiritualità evangelica" (Vita consecrata VC 93). Infatti, la fecondità apostolica, l'amore generoso per i poveri e l'abilità di ispirare le vocazioni fra i giovani dipendono da questa priorità e dalla crescita creativa dell'impegno individuale e collettivo.

Le Religiose, in particolare, hanno contribuito grandemente allo sviluppo sociale di donne e di bambini nella vostra regione. Così facendo, hanno testimoniato quei valori femminili che esprimono l'essenziale carattere relazionale dell'umanità: la capacità di vivere "per l'altro" e "a motivo dell'altro" (cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla collaborazione di uomini e di donne nella Chiesa e nel mondo, n. 14). Autenticità, onestà, sensibilità e servizio arricchiscono tutti i rapporti umani. Ciò che ho definito "genio femminile" arricchirà l'organizzazione pastorale delle vostre Diocesi. La collaborazione sollecita e il coordinamento attento con gli Ordini religiosi sono ora necessari per garantire l'elaborazione di adeguati programmi di formazione teologica e spirituale, iniziale e permanente, per preparare le religiose a rivestire il loro ruolo inestimabile nel compito sempre più esigente dell'evangelizzazione della cultura nel Pacifico.

6. Cari Fratelli Vescovi, durante il Sinodo per l'Oceania, molti di voi hanno osservato con soddisfazione che un numero sempre più alto di laici giunge ad apprezzare più profondamente il proprio dovere di partecipare alla missione ecclesiale di evangelizzazione (cfr Ecclesia in Oceania, n. 19). I vostri catechisti hanno accolto con grande fervore e con grande generosità l'ardente convincimento di san Paolo: "Guai a me se non predicassi il Vangelo!" (1Co 9,16). Tuttavia, questa passione non si può lasciare a un piccolo gruppo di "specialisti", ma deve ispirare ed esortare tutti i membri del Popolo di Dio a portare la forza del Vangelo nel cuore della cultura e delle culture (cfr Catechesi tradendae CTR 53). Ciò richiede grande attenzione alla promozione dei programmi di catechesi per adulti. Poiché i livelli generali educativi nelle vostre comunità aumentano, è imperativo che il vostro popolo accresca la propria fede e la propria capacità di esprimere la sua forza liberatrice. A questo proposito ho fiducia nel fatto che presterete un'attenzione particolare allo sviluppo delle cappellanie nelle Università del Pacifico del Sud dove molti dei vostri migliori giovani vengono formati a divenire futuri responsabili delle vostre comunità. Che siano pronti a rispondere della speranza che è in loro! (cfr 1P 3,15).

7. Con affetto e fraterna gratitudine vi offro queste riflessioni e vi incoraggio a condividere i frutti del carisma della verità che lo Spirito Santo vi ha concesso. Uniti nell'annuncio della Buona Novella di Gesù Cristo e guidati dall'esempio dei santi, andate avanti con speranza! Affidandovi a Nostra Signora, Stella del Mare, e invocando su di voi l'intercessione di san Pietro Chanel, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica a voi e ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici delle vostre Diocesi.


AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO DEGLI ABATI


E DEI PRIORI CONVENTUALI DELLA CONFEDERAZIONE


BENEDETTINA E AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO DELLA


"COMMUNIO INTERNATIONALIS BENEDICTARUM"


Giovedì, 23 settembre 2004




Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con grande affetto vi do il mio benvenuto, lieto che abbiate inserito nel vostro Congresso l’incontro con il Successore di Pietro, e ringrazio il Padre Wolf Notker per le cortesi parole con cui ha lo ha introdotto.

185 Ho ascoltato le vostre preoccupazioni e inquietudini. Non lasciatevi scoraggiare dai problemi del nostro tempo. Dio continua la sua opera in voi e con voi secondo il suo stile, come preannunciò Gesù ai discepoli: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia, io ho vinto il mondo” (Jn 16,33).

2. Restate fedeli alla vostra storia. Il nostro mondo secolarizzato vi è debitore per la testimonianza delle vostre comunità, che mettono Dio al centro. Numerosi Vescovi chiedono di avere nelle loro Diocesi questi spazi vitali d'incontro con il Signore. Mediante la liturgia, lo studio e il lavoro, siate esempio di vita cristiana pienamente orientata a Dio, rispettosa dell'uomo e della creazione.

Sono a conoscenza dei vostri contatti con monaci e monache di altre religioni: si tratta di rapporti significativi, che possono rivelarsi fecondi. Vi esorto ad approfondire le relazioni ecumeniche con i fratelli e le sorelle dell'Europa orientale. Il monachesimo costituisce una piattaforma naturale per la comprensione vicendevole. Ciò è estremamente importante in questo momento storico per conservare all’Europa le sue radici cristiane.

3. Mi compiaccio che, come grande Famiglia benedettina, stiate riscoprendo sempre più il vostro patrimonio comune.Cari Fratelli e Sorelle, proseguite il vostro cammino sulle orme di san Benedetto e di santa Scolastica: “Nulla assolutamente anteponete a Cristo” (RB 72,11). Fedeli a questa regola di vita, conoscerete un futuro ricco dei doni di Dio.

Ve li ottenga la Beata Vergine Maria, alla quale vi affido, mentre di cuore vi benedico insieme con tutte le vostre comunità.




AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE


DEI MISSIONARI OBLATI DI MARIA IMMACOLATA


Venerdì, 24 settembre 2004


Carissimi!

1. In occasione del Capitolo Generale del vostro Istituto, sono lieto di accogliervi e di assicurarvi la mia spirituale vicinanza nella preghiera. Saluto in particolare il Superiore Generale ed i membri del nuovo Consiglio Generale della Congregazione, a cui auguro buon lavoro nell’impegnativo incarico.

Tutti vi ringrazio per l’affetto che dimostrate al Successore di Pietro e che ricambio cordialmente, a motivo anche della devozione che nutro nei confronti del vostro Fondatore, sant’Eugenio de Mazenod, come pure della stima per la vostra Congregazione, al tempo stesso mariana e missionaria.

2. "Testimoni della speranza" è il motto di questa Assemblea capitolare, in continuità con la precedente. Con tutta la Chiesa, siete entrati nel nuovo millennio nel segno della speranza, e in questa prospettiva volete continuare a camminare, confidando nella divina Provvidenza. La vostra presenza, animata da autentico fervore religioso e missionario, dev’essere segno e seme di speranza per quanti vi incontrano, sia in ambienti secolarizzati, sia in contesti di primo annuncio.

3. Vi incoraggio a perseverare negli obiettivi che vi siete proposti, anzitutto in quello di una rinnovata unione fraterna, secondo la volontà del santo Fondatore, il quale pensava all’Istituto come ad una famiglia, i cui membri formano un cuor solo ed un’anima sola. Oggi voi siete presenti con oltre mille comunità in 67 Paesi del mondo, e questa unità è una sfida impegnativa, ma tanto importante per l’umanità, chiamata a percorrere la via della solidarietà nella diversità.

186 Apprezzo inoltre la vostra riflessione sui profondi cambiamenti che stanno segnando la Congregazione, il cui centro di gravità si va spostando verso le zone più povere del mondo. Questo fatto assai significativo vi conduce ad aggiornare la formazione, la distribuzione delle persone, le forme di governo e di comunione dei beni.

Sappiate operare scelte chiare in base alle priorità della vostra missione. Tra le esigenze prioritarie si pone sicuramente la cura permanente della vita spirituale per una sempre rinnovata fedeltà al carisma originario. E’ Dio infatti, con l’azione del suo Santo Spirito, che permette alle famiglie religiose di rispondere adeguatamente alle nuove domande attingendo allo specifico dono loro affidato.

4. Per tutte queste finalità invoco dal Cielo, per intercessione di Maria Santissima, abbondanza di luce e di forza. A Lei domando in modo particolare di vegliare con materna sollecitudine su ciascuno di voi e sui vostri Confratelli, mentre di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.


AI NUNZI APOSTOLICI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO


DEI RAPPRESENTANTI PONTIFICI IN AFRICA


Sabato, 25 settembre 2004


Carissimi Rappresentanti Pontifici!

1. Sono lieto di accogliervi a conclusione del vostro incontro a Roma. Desidero rinnovare a ciascuno di voi l’espressione del mio apprezzamento per il prezioso servizio che offrite alle Comunità ecclesiali e civili in Africa.

Portiamo tutti nella mente e nel cuore il ricordo dell’Arcivescovo Mons. Michael Aidan Courtney, il quale ha svolto con generosità e fedeltà la propria missione a favore del martoriato popolo del Burundi, fino al supremo sacrificio della vita. Possa la sua eroica testimonianza infondere rinnovato vigore a quanti operano per la pace in Burundi e nell’intero Continente africano!

2. So che svolgete il vostro servizio con zelo e fedeltà, in mezzo a situazioni difficili, condividendo le sofferenze ed i drammi delle Chiese e delle popolazioni alle quali siete stati inviati. Colgo volentieri questa occasione per manifestarvi una volta ancora la mia gratitudine per la dedizione e la saggezza con cui compite la delicata missione affidatavi! Sappiate che il Papa e la Curia romana vi sono vicini, come testimonia anche questo nostro incontro.

L’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, di cui ricorre quest’anno il decennale, e l’Esortazione apostolica post-sinodale "Ecclesia in Africa", rappresentano un momento particolarmente intenso della sollecitudine pastorale della Chiesa verso quel Continente.

La Chiesa in Africa attualmente deve confrontarsi con vecchi e nuovi problemi, ma è anche aperta a grandi speranze. Come Rappresentanti Pontifici, voi siete chiamati ad accompagnare lo sviluppo delle Comunità ecclesiali, a favorire il progresso integrale della società e, soprattutto, a sostenere l’"incontro delle culture con Cristo e il suo Vangelo" (Esort. ap. post-sinodale Ecclesia in Africa, 61).

3. Continuate con ogni impegno ad essere testimoni di comunione, favorendo il superamento delle tensioni e delle incomprensioni, la vittoria sulla tentazione del particolarismo, il rafforzamento del senso di appartenenza all’unico ed indiviso Popolo di Dio.

187 Con questi sentimenti e auspici, vi rinnovo il mio più cordiale ringraziamento per questo incontro e affido le vostre persone e la vostra missione alla materna protezione della Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione. A voi qui presenti e ai vostri collaboratori nelle Nunziature imparto di cuore la Benedizione Apostolica, estendendola volentieri alle care popolazioni africane, in mezzo alle quali svolgete la vostra qualificata attività di Rappresentanti Pontifici.


AL PERSONALE DELLE VILLE PONTIFICIE


Domenica, 26 settembre 2004




Carissimi Fratelli e Sorelle!

Sono lieto di accogliervi in questa ultima domenica di settembre, mentre ormai volge al termine il mio soggiorno estivo a Castel Gandolfo. Il nostro tradizionale incontro, infatti, mi offre l’opportunità di manifestare a ciascuno di voi la mia viva riconoscenza per il generoso servizio che svolgete in questa Residenza Pontificia.

Saluto in particolare il dottor Saverio Petrillo, Direttore Generale delle Ville Pontificie, e lo ringrazio per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome dei presenti. Estendo volentieri questo affettuoso saluto a tutti i dipendenti delle Ville e alle loro famiglie. Il Signore vi ricompensi per l’impegno e la fedeltà con cui svolgete i compiti a voi affidati.

Ritornando in Vaticano, porterò con me il caro ricordo dei giorni sereni e riposanti che ho potuto trascorrere al Castello, grazie anche al vostro aiuto. Confido nella vostra preghiera e, da parte mia, vi assicuro che non mancherò di pregare il Signore, affinché vi accompagni sempre con la sua assistenza. Nell’affidarvi alla materna protezione della Vergine Maria, Regina del Rosario, vi benedico con affetto, insieme con i vostri familiari e tutte le persone care.


ALLA DELEGAZIONE


DELL’ISTITUTO "PAOLO VI" DI BRESCIA


Lunedì, 27 settembre 2004


Signori Cardinali,
Venerati Fratelli,
Illustri Signori!

1. Sono molto lieto di questo incontro che mi consente di consegnare personalmente a Lei, carissimo Cardinale Kazimierz Swiatek, il premio "Fidei testis", conferito dall’Istituto "Paolo VI" di Brescia, durante il Simposio tenuto nei giorni scorsi, nel 25° di fondazione. Saluto cordialmente i Cardinali Giovanni Battista Re, Paul Poupard, Georges Cottier, i Vescovi Mons. Sanguineti e Mons. Macchi, i Sacerdoti e ciascuno di voi, illustri Membri del Consiglio Direttivo. Ringrazio il Presidente, Dottor Giuseppe Camadini, per le sue cortesi parole.

188 Nel rivolgermi a Lei, venerato e caro Cardinale Swiatek, desidero porgerLe le mie sentite felicitazioni per questo prestigioso riconoscimento. Quello di "Fidei testis" è, infatti, titolo più di ogni altro appropriato per un cristiano; a maggior ragione lo è per un Pastore insignito della Porpora cardinalizia, che negli anni difficili della persecuzione della Chiesa in Europa dell’Est ha dato fedele e coraggiosa testimonianza a Cristo e al suo Vangelo.

2. La sua Ordinazione sacerdotale, Signor Cardinale, precedette di poco l’inizio della seconda guerra mondiale. Due anni dopo, la Provvidenza La chiamò a percorrere la via crucis della persecuzione, solidale con la passione del popolo cristiano a Lei affidato, portando in prima persona la croce della prigionia, dell’ingiusta condanna, dei campi di lavoro con il loro carico di fatica, freddo, fame. "Si poteva sopravvivere solo con la fede", così Lei ha confidato. E il Signore Le ha concesso una fede forte e coraggiosa per superare quella lunga e dura prova, al termine della quale Ella è ritornato nella comunità ecclesiale quale testimone ancora più credibile del Vangelo: Fidei testis.

Questa nuova stagione della sua vita è culminata nella elezione ad Arcivescovo di Minsk-Mohilev, ministero che Ella porta avanti tuttora. Con la parola e con l’esempio, ha annunciato a tutti, credenti e non credenti, la verità di Cristo, luce che illumina ogni uomo.

3. Tutto questo Ella ha compiuto con l’aiuto di Maria Santissima, Mater misericordiae, come attesta anche il suo motto episcopale. Alla Vergine La affido con profondo affetto, venerato Fratello, mentre ho la gioia di consegnarLe il premio "Fidei testis". E a tutti, con rinnovata gratitudine, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.




AI FUNZIONARI DEL DIPARTIMENTO


DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E AGLI AGENTI


DELLA POLIZIA PENITENZIARIA FEMMINILE


Lunedì, 27 settembre 2004




Illustri Signori, gentili Signore!

1. Sono molto lieto di accogliervi e di rivolgervi il mio cordiale benvenuto. Saluto il Dottor Giovanni Tinebra, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che ringrazio per le sue cortesi parole, i Funzionari presenti e il caro Mons. Giorgio Caniato, Ispettore Generale dei Cappellani. Il mio saluto si estende, in particolare, a voi, Agenti in prova di Polizia Penitenziaria Femminile. Questo incontro è destinato specialmente a voi, che avete da poco concluso l’anno di formazione.

2. Ho appreso con piacere che durante il corso avete dimostrato un impegno encomiabile raggiungendo risultati incoraggianti. Mi congratulo con voi e colgo l’occasione per offrirvi un suggerimento: abbiate sempre cura della vostra vita spirituale. Infatti, la vostra funzione richiede una solida maturità umana, che vi permetta di coniugare la fermezza con l’attenzione alle persone. A tale scopo, giova certamente il vostro essere donne, con quelle qualità propriamente femminili che incidono positivamente sul rapporto interumano. Soprattutto però vi sarà necessaria la forza interiore che viene dalla preghiera, cioè dall’intima unione con Dio in ogni situazione della vita, anche nelle occupazioni quotidiane.

3. Per una felice coincidenza, ricorre oggi, 27 settembre, la memoria liturgica di san Vincenzo de’ Paoli, grande santo della carità. Egli soffrì personalmente le durezze del carcere, e insegnò alle "Dame", poi Figlie della Carità, una speciale attenzione per quella categoria di poveri che sono i "forzati". Chiedeva di avere con loro comprensione e di esigere per essi un trattamento umano. San Vincenzo era animato dall’amore di Cristo, che nel Vangelo si identifica anche con il carcerato (cfr Mt 25,36 Mt 25,40 Mt 25,43 Mt 25,45). Il valore primario della persona umana dev’essere alla base di ogni etica civile e professionale e della relativa formazione. Pertanto, sono lieto di porre voi e il vostro lavoro sotto la protezione di san Vincenzo de’ Paoli.

Illustri Signori, auspicando di cuore che la volontà di autentica promozione della giustizia si attui con successo in ogni settore dell’Amministrazione Penitenziaria italiana, vi ringrazio per la cortese visita e imparto volentieri a tutti voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.


ALLA COMUNITÀ DI CASTEL GANDOLFO


Martedì, 28 settembre 2004




Signor Sindaco,
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