GP2 Discorsi 2004 259


A S.E. IL SIGNOR EMILIO MARIN


AMBASCIATORE DI CROAZIA PRESSO LA SANTA SEDE


Sabato, 11 dicembre 2004




Signor Ambasciatore!

260 1. Sono lieto di accoglierLa per la presentazione delle Lettere Credenziali come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Croazia presso la Santa Sede. Le sono grato per le cordiali espressioni che ha voluto rivolgermi anche a nome del Presidente della Repubblica, del Governo e del Popolo croato che Ella qui rappresenta. Le chiedo di far loro pervenire l’assicurazione della mia stima e della mia benevolenza, unite all’assicurazione della mia preghiera per la concordia e lo sviluppo armonico dell’intera Nazione.

2. RicevendoLa, il mio pensiero va alla bella ed ospitale Croazia, che ho avuto la gioia di visitare per ben tre volte. L’ultimo pellegrinaggio apostolico, lo scorso anno, ha coinciso con il mio centesimo viaggio internazionale. Ogni volta mi è stato possibile toccare con mano quanto visibili siano i segni di un cristianesimo incarnato nella vita della gente.

Attingendo a questo immarcescibile patrimonio religioso, i Croati continueranno a costruire anche in futuro la propria storia e, forti della loro identità spirituale, potranno apportare al consorzio dei popoli europei il contributo della loro esperienza. Per questo auspico che vadano a buon fine i crescenti sforzi per far parte dell’Europa unita e condivido la preoccupazione espressa da alcuni che cioè un ritardato ingresso della Croazia nell’Unione Europea potrebbe recare detrimento al processo di attuazione delle riforme democratiche non soltanto in codesto Paese, ma nelle altre Nazioni di quella parte del Continente, che vanno avviandosi con fervida speranza verso l’integrazione europea.

3. Signor Ambasciatore, nelle parole da Lei pronunciate sull’impegno del Popolo Croato a favorire il dialogo, la riconciliazione e la pace in Patria e nel più vasto consorzio dei Paesi euroatlantici, ho colto quell’universale aspirazione alla giustizia e alla cooperazione che da sempre lo anima. E’ certo compito in primo luogo dei responsabili delle Istituzioni individuare modi pratici e tecnici per tradurre in leggi e in iniziative politiche tali aspirazioni. I credenti, tuttavia, sanno che la pace non è solo frutto di pianificazioni e di iniziative umane, ma anzitutto dono di Dio agli uomini di buona volontà. Di questa pace, poi, la giustizia e il perdono rappresentano pilastri basilari. La giustizia assicura un pieno rispetto dei diritti e dei doveri, e il perdono guarisce e ricostruisce dalle loro fondamenta i rapporti tra le persone, che ancora risentono le conseguenze degli scontri tra le ideologie del recente passato.

Sì! E’ vero, anche il Paese che Ella qui rappresenta ha bisogno di riconciliazione e di pace. Penso anche al problema ancora esistente dei profughi e degli esuli, particolarmente di quelli originari della Bosnia ed Erzegovina, che attendono di poter rientrare nelle loro case.

Desidero esprimere apprezzamento per i passi concreti intrapresi per risolverlo, e formulo fervidi auspici che sia effettivamente concesso e facilitato a tutti il ritorno in Patria. Al riguardo, il recente accordo tra Croazia e Serbia costituisce un positivo e importante contributo per assicurare il pieno e reciproco riconoscimento dei diritti della minoranza croata in Serbia e Montenegro, e di quella serba nella Repubblica di Croazia.

4. Dopo la triste esperienza di un totalitarismo negatore dei diritti fondamentali della persona umana, e superata la triste stagione dell’ultima guerra, la Croazia è adesso incamminata verso un armonico progresso, dando prova di pazienza, disponibilità al sacrificio e perseverante ottimismo, tenacemente protesa alla creazione di un avvenire migliore per tutti i suoi abitanti. Uno stabile sviluppo sociale ed economico non può non tener conto dei bisogni culturali, sociali e spirituali della gente, come pure deve valorizzare le tradizioni e le risorse popolari più nobili. E ciò nella consapevolezza che il crescente fenomeno della globalizzazione a livello mondiale, con conseguenze negative per il livellamento delle diversità sociali ed economiche anche all’interno del Suo Paese, potrebbe aggravare lo squilibrio già esistente nei rapporti tra quanti traggono vantaggio dalle sempre maggiori possibilità di produrre ricchezza, e quanti sono lasciati ai margini del progresso.

5. Signor Ambasciatore, il suo Paese vanta una lunga tradizione di proficua collaborazione tra la Comunità ecclesiale e quella civile. La Chiesa ha svolto, anche nel recente passato, un ruolo positivo per la riconciliazione e la soluzione di non pochi problemi e tensioni. Ho avuto occasione di incoraggiare più volte i Vescovi a non risparmiare i loro sforzi per promuovere un’evangelizzazione che valorizzi gli elementi validi della religiosità popolare, e per cooperare attivamente con lo Stato per il vero bene della società croata.

Proficui, al riguardo, risultano gli accordi stipulati tra la Santa Sede e la Croazia, che stanno dimostrando la loro efficacia, anche se per alcuni aspetti attendono ancora una piena attuazione. E ho motivo di pensare che i buoni rapporti esistenti tra il Governo e la Chiesa in Croazia faciliteranno ogni ulteriore passo per incrementare la muta intesa a vantaggio di tutti i cittadini.

6. Sono certo che anche Ella, nell’adempimento dell’alto compito affidatoLe, contribuirà ad intensificare le già buone relazioni esistenti tra la Santa e il Suo Paese, e Le assicuro che potrà contare, a tal fine, sulla piena disponibilità di tutti i miei collaboratori.

Le auguro, inoltre, un piacevole soggiorno nella città di Roma, ricca di storia, di cultura e di fede cristiana, i cui reperti antichi sono ben noti alla Sua grande esperienza di studioso di antichità romane e di archeologia cristiana.

261 Nell’invocare la celeste protezione della Madre di Dio, venerata come Advocata Croatiae fidelissima, e di San Giuseppe, Patrono della Croazia, su di Lei, Signor Ambasciatore, sulla Sua famiglia, sui Governanti e su tutti gli abitanti della diletta Nazione croata, di cuore imparto a Lei, alle persone care ed a quanti Ella qui rappresenta la Benedizione Apostolica.




AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO DELLA DIOCESI


DI TARBES E LOURDES (FRANCIA)


Sabato, 11 dicembre 2004




Caro Fratello nell'Episcopato,
Cari Amici,

Sono lieto di accogliervi, salutando in modo particolare Monsignor Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes. Mi ricordo con emozione del mio pellegrinaggio alla Grotta di Massabielle e vi ringrazio della vostra cordiale accoglienza, che mi ha permesso di raccogliermi in preghiera dinanzi a Nostra Signora in questo 150° anniversario del dogma dell'Immacolata Concezione. Ringrazio tutte le persone che hanno contribuito al buono svolgimento del mio soggiorno. Il mio pensiero va ai malati e a tutti i volontari dei Santuari. Mi unisco anche a tutti i pellegrini che vi si recano per affidare le proprie intenzioni a Maria, Madre della Chiesa e nostra Madre, invitando ognuno a seguire il suo esempio. Affidandovi a Nostra Signora e a santa Bernadette, vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo a tutti i diocesani e alle persone che operano nei Santuari.




AI MEMBRI DELLA FRATERNITÀ


DEI FIGLI E DELLE FIGLIE DELLA CROCE


Lunedì, 13 dicembre 2004




1. Con gioia vi accolgo quest’oggi e cordialmente vi saluto, cari Figli della Croce. Saluto il Cardinale Andrea Maria Deskur che vi accompagna.

Questo nostro incontro assume un valore singolare perché si svolge a qualche giorno dalla solennità dell’Immacolata Concezione. Ricorre inoltre quest’anno il centocinquantesimo anniversario della proclamazione di questo importante dogma mariano da parte del mio predecessore, il beato Pio IX.

2. Cari Figli della Croce! La vostra spiritualità è impregnata di devozione e di amore alla Vergine Madre di Dio.

Amate la Madonna alla quale vi siete totalmente consacrati e siate come Lei fedeli discepoli di Cristo. Servite la Chiesa con entusiasmo, coltivando l’unità e la piena sintonia con i Pastori delle Comunità cristiane alle quali offrite la vostra cooperazione pastorale. Sarete così efficaci testimoni di Colui, che dall’alto della Croce ci ha tutti affidati come figli alla sua dolcissima Madre.

L’Immacolata continui a guidare i vostri passi e vi renda sempre più conformi a Gesù che, tra qualche giorno, contempleremo Bambino nel mistero del Santo Natale. Formulo a voi tutti fervidi voti augurali per le feste natalizie e di cuore vi benedico.


AI NUOVI AMBASCIATORI IN OCCASIONE


DELLA PRESENTAZIONE COLLETTIVA


DELLE LETTERE CREDENZIALI


262
Giovedì, 16 dicembre 2004

Eccellenze,


1. Vi accolgo con piacere in occasione della presentazione delle Lettere che vi accreditano come Ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri Paesi: il Kenya, il Lussemburgo, il Malawi, la Norvegia e la Thailandia. Ringraziandovi per avermi trasmesso le cortesi parole dei vostri Capi di Stato, vi sarei grato se poteste esprimere loro i miei voti deferenti per la loro persona e per l'importante missione che svolgono al servizio del loro Paese. Attraverso di voi, saluto anche i Responsabili civili e religiosi delle vostre nazioni, e tutti i vostri concittadini, con un pensiero speciale per le comunità cattoliche.

2. Il nostro mondo continua a essere segnato dal flagello della guerra. Di fronte ai drammi umanitari, la comunità internazionale è chiamata a un sussulto di azioni creative, sul piano della carità, dell'economia e della politica. È importante che la diplomazia, da parte sua, si impegni a fare trionfare la pace. Faccio appello ancora una volta a tutti gli uomini di buona volontà, affinché depongano definitivamente le armi e s'impegnino lungo la via del dialogo fiducioso e fraterno. La violenza non favorisce la causa dei popoli e neppure il loro sviluppo.

Formulo quindi voti affinché i nostri contemporanei, in particolare le persone che presiedono ai destini dei popoli, si preoccupino sempre più del servizio all'uomo e al bene comune.

Vi esprimo i miei migliori auspici per la vostra nuova missione e invoco su di voi, sulle vostre famiglie, sui vostri collaboratori e sui vostri Paesi l'abbondanza dei benefici divini.




AI PARTECIPANTI AL SETTIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE


DELLA PASTORALE PER I CIRCENSI E LUNAPARCHISTI


Giovedì, 16 dicembre 2004




Signor Cardinale,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di salutare con affetto tutti voi, che partecipate al Settimo Congresso Internazionale della Pastorale per i Circensi e Lunaparchisti, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Saluto, in particolare, il Presidente ed il Segretario del Pontificio Consiglio, come anche i Vescovi presenti e i Cappellani.

263 Il tema del vostro Congresso - “Accogliere i Circensi e Lunaparchisti: dalle diversità alla convivialità delle differenze - si ispira al Messaggio, che in questi giorni volete approfondire, della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di quest'anno.

2. Cari Circensi e Lunaparchisti, voi vivete in mezzo alla gente di ogni ceto sociale, operando ed esibendovi con i vostri spettacoli. Offrite così occasioni concrete d'aggregazione e fate incontrare nella gioia diverse generazioni. Il vostro mestiere, non facile e certamente speciale, può costituire un'occasione privilegiata per annunciare valori autenticamente umani nelle piazze del mondo. In un tempo in cui sembra contare solo la frenesia del produrre e dell’arricchirsi, portare gioia e festa è testimonianza reale di quei valori non materiali che sono necessari per vivere la fraternità e la gratuità. Voi potete offrire un singolare esempio di Chiesa viaggiante che prega, che ascolta, che annunzia e che coltiva la fraternità.

3. Carissimi, il vostro mondo - quello del Circo e del Luna Park - può diventare un laboratorio di frontiera anche per quanto concerne le grandi tematiche della pastorale, dell’ecumenismo e dell'incontro con membri di altre religioni, dell’impegno comune per costruire una fraternità universale. Prego il Signore perché vi assista nel vostro non facile lavoro.

Colgo volentieri l’occasione per augurare a tutti voi serene Feste natalizie ed accompagno questi miei voti con una speciale Benedizione Apostolica.

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

ALLA DELEGAZIONE DELL’ "ANTI-DEFAMATION LEAGUE"

Venerdì, 17 dicembre 2004



Distinti ospiti,

è per me un piacere accogliervi, membri della delegazione della Anti-Defamation League in visita al Vaticano. La Chiesa cattolica e il popolo ebraico continuano ad avere stretti vincoli di amicizia. Prego con fervore affinché uomini e donne cooperino per sradicare tutte le forme di razzismo ed edificare, in tal modo, una società che promuova la verità, la giustizia, l'amore e la pace. Su di voi invoco i doni divini di forza e di gioia. Shalom!


AGLI ARTISTI DEL "CONCERTO DI NATALE IN VATICANO"

Venerdì, 17 dicembre 2004



Illustri Signori,
Gentili Signore!

1. Con grande gioia vi accolgo, in occasione del concerto di “Natale in Vaticano”. Si tratta di un evento entrato a far parte delle più significative manifestazioni natalizie di Roma ed è caro ai romani, perché finalizzato a sostenere la costruzione di nuove chiese, specialmente nelle zone di periferia della nostra Diocesi.

264 Desidero esprimere il mio sincero auspicio affinché esso, ancora una volta, consegua i suoi nobili scopi.

2. Varie iniziative concertistiche e canore, come la vostra, sono promosse nel tempo di Natale nelle parrocchie, nelle scuole e in tanti ambienti. Faccio voti che esse, unitamente ad altri segni tradizionali e suggestivi quali il presepe e l’albero di Natale, contribuiscano a facilitare l’incontro delle persone con il Salvatore che, nascendo a Betlemme, ha offerto all’uomo di ogni tempo il suo messaggio di verità e di amore.

Porgo, infine, un fervido augurio natalizio ai promotori, agli organizzatori, agli artisti del Concerto ed a quanti lo seguono attraverso la televisione.

Accompagno questi miei voti con una speciale Benedizione Apostolica. Buon Natale a tutti!

A S.E. IL SIGNOR FERENC GYURCSÁNY

PRIMO MINISTRO DI UNGHERIA


Sabato, 18 dicembre 2004

Signor Primo Ministro,


le porgo il benvenuto in Vaticano e la ringrazio per i suoi cordiali saluti. Con l'entrata dell'Ungheria nell'Unione Europea quest'anno, si è aperto un nuovo e significativo capitolo nella storia di questo Paese. Ho fiducia nel fatto che il Suo Paese renderà un contributo specifico al futuro di questo continente, attingendo al ricco patrimonio di valori culturali e spirituali che, dal tempo di Santo Stefano, formano l'anima del popolo ungherese.

A questo proposito, penso in particolare ai giovani della Sua nazione e a quanto è importante che vengano formati in sane virtù civiche. Questo è un ambito di particolare interesse per la Chiesa che cerca di contribuire al bene comune nello svolgimento della sua missione religiosa ed educativa. Apprezzo quindi la serie di accordi giuridici raggiunti fra l'Ungheria e la Santa Sede negli ultimi anni, in particolare l'Accordo sul Finanziamento delle Attività di Servizio pubblico e di altre Attività religiose intraprese in Ungheria dalla Chiesa cattolica. Questo Accordo definisce in modo giuridicamente vincolante il ruolo della Chiesa in un ambito importante della società ungherese, con il dovuto rispetto per i diritti umani alla libertà religiosa e all'educazione. Auspico che uno spirito di cooperazione costruttiva continui a contraddistinguere l'opera della Chiesa e dello Stato nel compito di realizzare fedelmente ciò che è stato negoziato e concordato.

Grato per la vostra visita, Le offro, Eccellenza, l'assicurazione delle mie preghiere per tutto l'amato popolo ungherese e invoco di cuore sulla nazione benedizioni di Dio di prosperità e di pace.


AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA


DEL "FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI"


Sabato, 18 dicembre 2004




1. Saluto con affetto il Forum delle Associazioni Familiari e ringrazio per le parole che a nome di tutti voi mi ha rivolto la Presidente, Professoressa Luisa Santolini. Questo incontro con voi, rappresentanti di milioni di famiglie italiane, avviene in prossimità del Natale. Proprio contemplando il mistero di Dio che si fa uomo e che trova accoglienza in una famiglia umana possiamo comprendere appieno il valore e la bellezza della famiglia.

265 La famiglia non è solo al cuore della vita cristiana; essa è anche il fondamento della vita sociale e civile, e per questo costituisce un capitolo centrale nell'insegnamento sociale cristiano, come ben evidenziato dal Compendio della Dottrina sociale della Chiesa (cfr nn. 209-254). Occorre continuamente approfondire l'intima portata personale e al tempo stesso la valenza sociale, originaria e irrinunciabile di quell'unione tra l'uomo e la donna che si attua nel matrimonio e che dà origine alla comunità familiare. Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell'umana convivenza causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili.

2. Purtroppo gli attacchi al matrimonio e alla famiglia si fanno ogni giorno più forti e radicali sia sul versante ideologico che sul fronte normativo (cfr Ecclesia in Europa, 90). Il tentativo di ridurre la famiglia ad esperienza affettiva privata, socialmente irrilevante; di confondere i diritti individuali con quelli propri del nucleo familiare costituito sul vincolo del matrimonio; di equiparare le convivenze alle unioni matrimoniali; di accettare, e in alcuni casi favorire, la soppressione di vite umane innocenti con l'aborto volontario; di snaturare i processi naturali della generazione dei figli introducendo forme artificiali di procreazione, sono solo alcuni degli ambiti in cui è evidente il sovvertimento in atto nella società.

Nessun progresso civile può derivare dalla svalutazione sociale del matrimonio e dalla perdita di rispetto per la dignità inviolabile della vita umana. Ciò che viene presentato come progresso di civiltà o conquista scientifica, in molti casi è di fatto una sconfitta per la dignità umana e per la società.

3. La verità dell'uomo, la sua chiamata fin dal concepimento ad essere accolto con amore e nell'amore, non può essere sacrificata al dominio delle tecnologie e alla prevaricazione dei desideri sui diritti autentici. Il legittimo desiderio del figlio o della salute non può essere trasformato in un diritto incondizionato al punto da giustificare la soppressione di altre vite umane. La scienza e le tecnologie sono veramente a servizio dell'uomo solo se tutelano e promuovono tutti i soggetti umani coinvolti nel processo generativo.

Le associazioni cattoliche, assieme a tutti gli uomini di buona volontà che credono nei valori della famiglia e della vita, non possono cedere alle pressioni di una cultura che minaccia i fondamenti stessi del rispetto della vita e della promozione della famiglia.

Tra le "forme di mobilitazione" auspicate già nella Familiaris consortio per cui le famiglie devono crescere nella coscienza di essere "protagoniste" della "politica familiare" e assumersi la responsabilità di trasformare la società (cfr n. 44), appare quanto mai rilevante la voce profetica per l'Italia e per l'Europa del Forum delle Associazioni Familiari.

4. Il Forum, infatti, assolve l'importante compito, per molti aspetti inedito, di essere voce di chi non ha voce, di essere portavoce dei diritti della famiglia, a partire da quelli ricordati nella Carta dei diritti della famiglia, che è parte integrante del vostro Patto associativo, agendo così in modo del tutto nuovo ed originale nella società italiana.

Grazie per quello che avete fatto in questi dieci anni e per quello che siete. Nell’esortarvi a proseguire nel vostro impegno a servizio della famiglia e della vita, a tutti imparto con affetto l’Apostolica Benedizione.


ALLA RAPPRESENTANZA DI RAGAZZI


DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA (A.C.R.)


Lunedì, 20 dicembre 2004




Cari Bambini e Cari Ragazzi,

sono lieto di accogliervi, ancora una volta, per questo gradito incontro in prossimità del Natale. Vi saluto tutti con affetto, e in voi saluto i bambini e i ragazzi della vostra Associazione, che voi qui rappresentate. Saluto il vostro Assistente Generale, Monsignor Francesco Lambiasi, la Presidente Nazionale dottoressa Paola Bignardi, gli assistenti e gli educatori che vi accompagnano.

266 Ho appreso con piacere della vostra iniziativa annuale, che intende sviluppare un itinerario formativo incentrato sul tema della "compagnia". Portate avanti con entusiasmo e generosità questo progetto! E’ importante che ciascuno di voi cresca nella conoscenza e nell’amicizia con Gesù. Potrete farlo a pieno titolo in quella "compagnia" che è la Chiesa, voluta da Cristo come casa e scuola di comunione e di solidarietà.

Il Natale, con il suo fascino spirituale, susciti in voi il desiderio di conoscere più da vicino Gesù che viene al mondo per salvarci.

Vi auguro felici e sante Feste Natalizie. Portate questi miei voti augurali alle vostre famiglie, ai vostri amici e all’intera Azione Cattolica. Ora, per intercessione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, di cuore tutti vi benedico.




ALLA CURIA ROMANA


IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE


DEGLI AUGURI NATALIZI


Martedì, 21 dicembre 2004

Signori Cardinali,

venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli!

1. L’approssimarsi delle festose ricorrenze natalizie ridesta ogni anno sentimenti di serenità e di pace. La nascita di Gesù è evento che tocca il cuore. Il Verbo eterno si è fatto uomo ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi (cfr Jn 1,14). La liturgia nei prossimi giorni ci ricorderà più volte questa fondamentale verità della nostra fede: “Christus natus est nobis, venite, adoremus”.

2. L’odierno incontro del Successore di Pietro con i suoi collaboratori della Curia Romana si colloca già in questo clima natalizio. Venerati e cari Fratelli, grazie per la vostra presenza e per l’affetto di cui circondate la mia persona. Il passare degli anni fa sentire in modo sempre più vivo il bisogno dell’aiuto di Dio e dell’aiuto degli uomini. Grazie per la costante “sintonia” con cui operate insieme con me al servizio della Chiesa universale, ciascuno nell’adempimento del compito che gli è affidato.

Un pensiero di speciale gratitudine dirigo al Cardinale Decano per aver interpretato i comuni sentimenti, formulandomi fervidi auguri per il Santo Natale e per il Nuovo Anno; auguri che ricambio cordialmente per ciascuno di voi e per i vostri cari.

3. Il divino Bambino che adoreremo nel presepe è l’Emmanuele, il Dio con noi realmente presente nel sacramento dell’Altare. L’ammirabile scambio - “mirabile commercium” - che si realizza a Betlemme tra Dio e l’umanità si rende costantemente attuale nel Sacramento eucaristico che, per questo, è la sorgente della vita e della santità della Chiesa.

267 Si resta senza parole dinanzi a così grande dono e mistero! “Adoro te devote”, ripeteremo a Natale, intravedendo già nella penombra d’una grotta il dramma della Croce e il trionfo luminoso della Pasqua di Cristo.

4. Dal Figlio di Dio fatto uomo, Lumen gentium, la Chiesa ha ricevuto l’alta missione di essere “il segno e lo strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium
LG 1). Cari Fratelli, prendiamo sempre più consapevolezza che la comunione con Dio e l’unità fra tutti gli uomini, a partire dai credenti, è nostro impegno prioritario.

Ut unum sint!”. Non è forse questa l’accorata preghiera che Cristo ha rivolto al Padre alla vigilia della sua passione redentrice? E’ urgente ricostruire la piena comunione fra i cristiani. La celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia mira, tra l’altro, a rendere ancor più viva questa sete di unità, additandone l’unica e inesauribile sorgente: Cristo stesso. Dobbiamo continuare a percorrere senza esitazione il cammino dell’unità, al quale provvidenzialmente il Concilio Ecumenico Vaticano II ha dato forte impulso. Proprio quarant’anni or sono, infatti, il 21 novembre del 1964, vennero promulgati la Costituzione Lumen gentium sulla Chiesa e i Decreti Orientalium Ecclesiarum sulle Chiese Orientali Cattoliche e Unitatis redintegratio sull’ecumenismo.

5. Rendiamo grazie a Dio perché lo sforzo ecumenico a vari livelli va intensificandosi, grazie a costanti contatti, incontri ed iniziative con i nostri fratelli delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali ortodosse e protestanti. Assumono, in proposito, singolare rilievo le visite che quest’anno ho ricevuto da alcuni loro illustri rappresentanti.

Ricordo, tra le altre, la visita della Delegazione Ecumenica della Finlandia e soprattutto quelle del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, in giugno, per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, e, poco meno di un mese fa, per la consegna del dono delle reliquie dei santi Gregorio di Nazianzo e Giovanni Crisostomo. Auspico di cuore che anche il ritorno dell’icona della Madre di Dio di Kazan in Russia contribuisca ad accelerare l’unità di tutti i discepoli di Cristo.

6. Unità della Chiesa ed unità del genere umano! Mi capita di leggere questa aspirazione all’unità sui volti di pellegrini di ogni età.L’ho colta in particolare nel raduno della gioventù della Svizzera a Berna e in quello dell’Azione Cattolica Italiana a Loreto. Chi potrà colmare questa fame di vita nella comunione se non Cristo?

Grande è la responsabilità dei credenti, specialmente nei confronti delle nuove generazioni, alle quali va trasmesso inalterato il patrimonio cristiano. Per questo in più occasioni - in special modo nel pellegrinaggio a Lourdes - non ho mancato di incoraggiare i cattolici europei a restare fedeli a Cristo. E’ infatti nel cuore che si alimentano quelle radici cristiane dell’Europa dalle quali in non piccola parte dipende il futuro solidale e giusto del Continente e del mondo intero. Vorrei qui ripetere quanto ho sottolineato nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace: occorre non lasciarsi mai vincere dal male, ma vincere con il bene il male.

7. Adoro te devote! Venerati e cari Fratelli, raccogliendo le attese e le speranze della Chiesa e dell’umanità, torniamo a volgere lo sguardo al Natale ormai vicino.

Il nostro cuore non teme dinanzi alle difficoltà, perché ha fiducia in Te, Bimbo di Betlemme, che per amore vieni in mezzo a noi. Fa’ che da ogni parte Ti riconoscano e Ti accolgano come il Redentore dell’uomo e il Principe della pace!

Con affetto imparto a tutti la mia Benedizione.

Buon Natale!


ALLA CURIA ROMANA


IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE


DEGLI AUGURI NATALIZI


268
Martedì, 21 dicembre 2004

Signori Cardinali,

venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli!

1. L’approssimarsi delle festose ricorrenze natalizie ridesta ogni anno sentimenti di serenità e di pace. La nascita di Gesù è evento che tocca il cuore. Il Verbo eterno si è fatto uomo ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi (cfr
Jn 1,14). La liturgia nei prossimi giorni ci ricorderà più volte questa fondamentale verità della nostra fede: “Christus natus est nobis, venite, adoremus”.

2. L’odierno incontro del Successore di Pietro con i suoi collaboratori della Curia Romana si colloca già in questo clima natalizio. Venerati e cari Fratelli, grazie per la vostra presenza e per l’affetto di cui circondate la mia persona. Il passare degli anni fa sentire in modo sempre più vivo il bisogno dell’aiuto di Dio e dell’aiuto degli uomini. Grazie per la costante “sintonia” con cui operate insieme con me al servizio della Chiesa universale, ciascuno nell’adempimento del compito che gli è affidato.

Un pensiero di speciale gratitudine dirigo al Cardinale Decano per aver interpretato i comuni sentimenti, formulandomi fervidi auguri per il Santo Natale e per il Nuovo Anno; auguri che ricambio cordialmente per ciascuno di voi e per i vostri cari.

3. Il divino Bambino che adoreremo nel presepe è l’Emmanuele, il Dio con noi realmente presente nel sacramento dell’Altare. L’ammirabile scambio - “mirabile commercium” - che si realizza a Betlemme tra Dio e l’umanità si rende costantemente attuale nel Sacramento eucaristico che, per questo, è la sorgente della vita e della santità della Chiesa.

Si resta senza parole dinanzi a così grande dono e mistero! “Adoro te devote”, ripeteremo a Natale, intravedendo già nella penombra d’una grotta il dramma della Croce e il trionfo luminoso della Pasqua di Cristo.

4. Dal Figlio di Dio fatto uomo, Lumen gentium, la Chiesa ha ricevuto l’alta missione di essere “il segno e lo strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium LG 1). Cari Fratelli, prendiamo sempre più consapevolezza che la comunione con Dio e l’unità fra tutti gli uomini, a partire dai credenti, è nostro impegno prioritario.

Ut unum sint!”. Non è forse questa l’accorata preghiera che Cristo ha rivolto al Padre alla vigilia della sua passione redentrice? E’ urgente ricostruire la piena comunione fra i cristiani. La celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia mira, tra l’altro, a rendere ancor più viva questa sete di unità, additandone l’unica e inesauribile sorgente: Cristo stesso. Dobbiamo continuare a percorrere senza esitazione il cammino dell’unità, al quale provvidenzialmente il Concilio Ecumenico Vaticano II ha dato forte impulso. Proprio quarant’anni or sono, infatti, il 21 novembre del 1964, vennero promulgati la Costituzione Lumen gentium sulla Chiesa e i Decreti Orientalium Ecclesiarum sulle Chiese Orientali Cattoliche e Unitatis redintegratio sull’ecumenismo.

269 5. Rendiamo grazie a Dio perché lo sforzo ecumenico a vari livelli va intensificandosi, grazie a costanti contatti, incontri ed iniziative con i nostri fratelli delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali ortodosse e protestanti. Assumono, in proposito, singolare rilievo le visite che quest’anno ho ricevuto da alcuni loro illustri rappresentanti.

Ricordo, tra le altre, la visita della Delegazione Ecumenica della Finlandia e soprattutto quelle del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, in giugno, per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, e, poco meno di un mese fa, per la consegna del dono delle reliquie dei santi Gregorio di Nazianzo e Giovanni Crisostomo. Auspico di cuore che anche il ritorno dell’icona della Madre di Dio di Kazan in Russia contribuisca ad accelerare l’unità di tutti i discepoli di Cristo.

6. Unità della Chiesa ed unità del genere umano! Mi capita di leggere questa aspirazione all’unità sui volti di pellegrini di ogni età.L’ho colta in particolare nel raduno della gioventù della Svizzera a Berna e in quello dell’Azione Cattolica Italiana a Loreto. Chi potrà colmare questa fame di vita nella comunione se non Cristo?

Grande è la responsabilità dei credenti, specialmente nei confronti delle nuove generazioni, alle quali va trasmesso inalterato il patrimonio cristiano. Per questo in più occasioni - in special modo nel pellegrinaggio a Lourdes - non ho mancato di incoraggiare i cattolici europei a restare fedeli a Cristo. E’ infatti nel cuore che si alimentano quelle radici cristiane dell’Europa dalle quali in non piccola parte dipende il futuro solidale e giusto del Continente e del mondo intero. Vorrei qui ripetere quanto ho sottolineato nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace: occorre non lasciarsi mai vincere dal male, ma vincere con il bene il male.

7. Adoro te devote! Venerati e cari Fratelli, raccogliendo le attese e le speranze della Chiesa e dell’umanità, torniamo a volgere lo sguardo al Natale ormai vicino.

Il nostro cuore non teme dinanzi alle difficoltà, perché ha fiducia in Te, Bimbo di Betlemme, che per amore vieni in mezzo a noi. Fa’ che da ogni parte Ti riconoscano e Ti accolgano come il Redentore dell’uomo e il Principe della pace!

Con affetto imparto a tutti la mia Benedizione.

Buon Natale!


GP2 Discorsi 2004 259