GPII 1987 Insegnamenti - Omelia allo stadio dell'Università - Columbia (Stati Uniti)

Omelia allo stadio dell'Università - Columbia (Stati Uniti)

Titolo: Spesso i peccati contro la vita sono presentati come progresso

Testo:

Sia lodato Gesù Cristo! Cari fratelli e sorelle.


1. Saluto ognuno di voi nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Egli è veramente il "Signore dei morti e dei vivi" (Rm 14,9) che ci ha raccolto insieme in questa santa assemblea del popolo cristiano, un incontro gioioso delle differenti comunioni ecclesiali: Ortodossi, Anglicani, Metodisti, Battisti, Luterani, Presbiteriani, membri della Chiesa unita di Cristo e di altre Chiese riformate, Discepoli di Cristo; membri delle Chiese della Pace, Pentecostali, membri della Chiesa Nazionale Cattolica Polacca e Cattolici.

Siamo qui, gli uni accanto agli altri, per professare la fede in Gesù Cristo, "uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini" (1Tm 2,5) perché "nel nome di Gesù ogni ginocchio si piega nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre!" (Ph 2,10).

Siamo venuti qui a pregare, e facendo questo seguiamo l'esempio di tutti i santi fin dal principio, specialmente gli apostoli, che aspettando lo Spirito Santo "erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (Ac 1,14). Insieme rinnoviamo la nostra fede comune nella redenzione eterna che abbiamo ottenuto per mezzo della croce di Gesù Cristo (cfr. He 9,12), e la speranza che, come Gesù è risorto dopo la morte, anche noi risusciteremo alla vita eterna (cfr. Ph 3,11). Infatti, per mezzo del Battesimo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo siamo stati sepolti con Cristo, "perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,4). Vivendo una nuova vita nello Spirito, siamo un popolo in pellegrinaggio, fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (cfr. 1Co 11,26 LG 8).

Fratelli e sorelle: siamo divisi in vari modi nella nostra fede e nel nostro essere discepoli. Ma oggi siamo qui riuniti come figli e figlie dell'unico Padre, invocando l'unico Signore Gesù Cristo, il cui amore viene riversato nei nostri cuori dallo stesso Spirito Santo. Rendiamo grazie a Dio e rallegriamoci per questa amicizia! E impegniamoci sempre più in questo grande compito che Gesù stesso ci raccomanda: procedere sul cammino di riconciliazione cristiana e di unità "senza che sia posto alcun ostacolo alle vie della provvidenza e senza che si rechi pregiudizio ai futuri impulsi dello Spirito Santo" (UR 24)


2. In questo incontro di testimonianza cristiana abbiamo ascoltato insieme la parola di Dio nelle Sacre Scritture. Le Scritture sono care a tutti noi. Esse rappresentano uno dei più grandi tesori che condividiamo. Nelle Sacre Scritture e nelle azioni della divina misericordia che esse narrano, Dio nostro Padre, in virtù dell'abbondanza del suo amore, si rivolge a noi come suoi figli e vive in mezzo a noi. La Bibbia è santa perché nelle sue parole ispirate e immutabili vive la voce dello Spirito Santo ed è udita da noi, risuonando continuamente nella Chiesa di secolo in secolo e di generazione in generazione (cfr. DV 21).


3. Oggi in questo stadio hanno risuonato brani delle Sacre Scritture che si riferivano alla realtà della famiglia. Abbiamo ascoltato l'invocazione e la promessa fatta dalla giovane vedova, Rut (Rt 1,16-17): "perché dove andrai tu andro anch'io; dove ti fermerai mi fermero; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, moriro anch'io e vi saro sepolta".

Ascoltando queste parole si è commossi da una profonda emozione per la forza dei legami familiari: più forti del timore delle avversità da affrontare, più forti della paura dell'esilio in una terra sconosciuta, più forti della paura di un possibile rifiuto. Il legame che unisce una famiglia non è solo un problema di affinità naturali o di condivisione di vita ed esperienza. E' principalmente un legame santo e religioso. Il matrimonio e la famiglia sono realtà sacre. La sacralità del matrimonio cristiano consiste nel fatto che nel disegno di Dio il patto matrimoniale tra un uomo e una donna diventa l'immagine e il simbolo dell'alleanza che unisce Dio e il suo popolo (cfr. Os 2,21 Jr 3,6-13 Is 54,5-10). E' il segno dell'amore di Cristo per la sua Chiesa (cfr. Ep 5,32).

Poiché l'amore di Dio è fedele e irrevocabile, coloro che sono stati sposati "in Cristo" sono chiamati a rimanere fedeli uno all'altro per sempre. Gesù stesso non ci ha detto forse: "quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi" (Mt 19,6)? La società contemporanea ha un particolare bisogno della testimonianza di coppie che perseverino nella loro unione, come un eloquente, anche se a volte sofferto, "segno", nella nostra condizione umana, della costanza dell'amore di Dio. Giorno dopo giorno le coppie di sposi cristiane sono chiamate ad aprire i loro cuori sempre di più allo Spirito Santo il cui potere non verrà mai meno, e che li renderà capaci di amarsi l'un l'altro come Cristo ha amato noi. E come san Paolo scrive ai Galati: "il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Ga 5,22-23).

Tutto ciò costituisce la norma di vita e il programma di crescita personale delle coppie cristiane. E ogni comunità cristiana ha una grande responsabilità nell'aiutare le coppie nel loro amore.


4. E' da questo amore che le famiglie cristiane sono nate. In esse i figli sono accolti come uno splendido dono della benevolenza di Dio, ed essi sono educati ai valori basilari della vita umana, imparando soprattutto che "l'uomo vale più per quello che è che per quello che ha" (GS 35). La famiglia intera cerca di praticare il rispetto per la dignità di ogni individuo e di offrire un servizio disinteressato a coloro che più ne hanno bisogno (cfr. FC 37).

Le famiglie cristiane esistono per formare una comunione di persone nell'amore. perciò la Chiesa e la famiglia sono, ognuna a suo modo, esempi viventi nella storia umana, dell'eterna comunione nell'amore delle Tre Persone della santissima Trinità. Infatti la famiglia viene chiamata Chiesa in miniatura, "la chiesa domestica", una particolare espressione della Chiesa attraverso l'esperienza umana dell'amore e della vita comune (cfr. FC 49). Come la Chiesa, la famiglia dovrebbe essere un luogo dove il Vangelo viene trasmesso e da cui il Vangelo si irradia ad altre famiglie e a tutta la società.


5. In America e un po' in tutto il mondo, la famiglia è scossa fin nelle sue radici. Le conseguenze per le persone e per la società dell'instabilità e dell'insoddisfazione personale e collettiva, sono incalcolabili. Comunque è incoraggiante sapere che di fronte a questa straordinaria sfida molti cristiani si sono impegnati nella difesa e nel sostegno della vita familiare. In questi ultimi anni la Chiesa cattolica, specialmente in occasione del Sinodo mondiale dei vescovi del 1980, è stata impegnata in un'ampia riflessione sul ruolo della famiglia cristiana nel mondo moderno. Questo è un campo in cui deve esserci la massima collaborazione tra tutti coloro che professano la fede in Gesù Cristo.

Molto spesso le tensioni della vita moderna separano i mariti dalle mogli, minacciando la loro interdipendenza nell'amore e nella fedeltà nel corso della vita. Possiamo dunque non sentirci coinvolti in questo impatto culturale sui rapporti tra le generazioni, sull'autorità dei genitori e sulla trasmissione dei valori religiosi? La nostra coscienza cristiana dovrebbe prestare particolare attenzione al modo in cui i peccati contro l'amore e contro la vita vengono spesso presentati come esempi di "progresso" ed emancipazione. Non si tratta, spesso, di vecchie forme di egoismo rivestite di un nuovo linguaggio e presentate in un nuovo contesto culturale? 6. Molti di questi problemi sono il risultato di un falso concetto di libertà individuale nella nostra cultura, come se si potesse essere liberi solo rifiutando qualsiasi norma di comportamento, rifiutando di assumersi responsabilità, o perfino rifiutandosi di porre un freno all'istinto e alle passioni! La vera libertà, al contrario, implica una nostra capacità di saper scegliere il bene, senza costrizioni. Questo è il vero modo umano di procedere nelle scelte - grandi e piccole - che la vita ci presenta.

Il fatto che possiamo anche scegliere di non agire quando ci sembra opportuno non farlo è una condizione necessaria per la nostra libertà morale. Ma in questo caso dobbiamo rendere conto del bene che non abbiamo fatto e del male che abbiamo commesso. Questo senso di responsabilità morale è necessario che sia risvegliato se la società deve continuare a sopravvivere come una civiltà di giustizia e solidarietà.

E' vero che la nostra libertà viene indebolita e condizionata in molti modi, non ultimo come conseguenza della misteriosa e drammatica storia della prima ribellione dell'uomo alla volontà del Creatore, come viene descritta nelle prime pagine del Libro della Genesi. Ma noi rimaniamo esseri umani liberi e responsabili redenti da Gesù Cristo, e dobbiamo educare la nostra libertà a riconoscere e a saper scegliere ciò che è buono e giusto, e a rifiutare ciò che non è conforme alla verità originale riguardante la nostra natura e il nostro destino di creature di Dio.

La verità - a cominciare dalla verità sulla redenzione che passa attraverso la croce e la risurrezione di Gesù Cristo - è la radice e la regola della libertà, il fondamento e la misura di ogni azione liberatrice.


7. Sarebbe una grande tragedia per l'intera famiglia umana se gli Stati Uniti, orgogliosi per la loro consacrazione alla libertà, perdessero di vista il vero significato di questa nobile parola, America: non si può insistere sul diritto alla scelta, senza insistere anche sul dovere di scegliere bene, scegliere la verità. Esiste già molto disordine e sofferenza nella vostra società perché i valori fondamentali, essenziali per il benessere delle persone, delle famiglie e dell'intera nazione, sono stati svuotati del loro vero contenuto.

Ma, allo stesso tempo, in questa terra, c'è un certo dinamismo, una consapevolezza dell'urgente bisogno di ritrovare il profondo significato della vita e dei suoi valori fondamentali. Sicuramente ora dobbiamo essere convinti che solo riconoscendo il primato dei valori morali possiamo usare le immense possibilità che ci vengono offerte dalla scienza e dal progresso materiale per portare avanti il vero sviluppo della persona umana in verità, libertà e dignità.

In quanto cristiani il nostro contributo specifico è quello di porre la sapienza della parola di Dio in relazione con i problemi della vita moderna, in modo tale che la cultura moderna possa essere condotta ad un patto profondamente rinnovato con la divina sapienza (cfr. FC 8). Come abbiamo ascoltato proclamare nella lettura del Vangelo, Gesù afferma che suprema norma del nostro comportamento e dei nostri rapporti, compreso il rapporto con lui, è sempre l'obbedienza alla volontà del Creatore: "Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre" (Mt 12,50). 8. Fratelli e sorelle: nella misura in cui Dio ci permette di crescere nell'unità cristiana lavoriamo insieme per offrire forza e sostegno alle famiglie, sulle quali è basato il benessere della società, e dalle quali dipendono le nostre Chiese e Comunità ecclesiali. Possano quindi le famiglie americane vivere con cuore grato, rendendo grazie al Signore per le sue benedizioni, pregando l'una per l'altra, sopportando l'una i pesi dell'altra, accogliendo gli altri come Cristo ci ha accolti.

La mia preghiera per tutti voi alla fine di questo secondo giorno della mia visita riecheggia le parole di Paolo ai Tessalonicesi: "Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione... La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi" (1Th 5,23-28).

1987-09-11 Data estesa: Venerdi 11 Settembre 1987




Visita alla cattedrale - New Orleans (Stati Uniti)

Titolo: Proclamiamo al mondo l'eterno amore di Dio

Testo:

"La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi" (2Co 13,14).

Caro arcivescovo Hannan, cari fratelli e sorelle.


1. Da questa cattedrale di Saint Louis sono lieto di salutare, in nome della santissima Trinità, l'intera Chiesa di New Orleans. Tutti coloro che ne fanno parte, tutti coloro che lavorano insieme per adempiere alla sua missione. In particolare oggi saluto tutti voi, cari sacerdoti e religiosi della Louisiana.

Qui, in questa Chiesa madre dell'arcidiocesi, rendo grazie e lode al Dio vivente per la vostra vita di servizio consacrato a Cristo e alla sua Chiesa.

Questo tempio di Dio, questa casa di preghiera e porta del cielo, è situata nel punto centrale della città di New Orleans, e da questo luogo vengono misurate tutte le distanze. Qui Cristo dimora in mezzo a voi, presente in Verbo e sacramento, facendo di questa Chiesa un luogo di grazia e benedizione per tutto il popolo di Dio. Qui Dio Padre è adorato in Spirito e verità (cfr. Jn 4,23); e qui lo Spirito Santo è sempre all'opera nei cuori dei fedeli preparandoli per la gloria della Gerusalemme celeste.

Come questa cattedrale di Saint Louis è il punto focale della città di New Orleans, così pure Cristo rappresenta il centro stesso della vostra vita.

Cristo è per voi "il Principio e la Fine" (Ap 21,6); egli rappresenta per voi "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6). così strettamente voi siete identificati con Cristo che ciascuno di voi può dire, come fece san Paolo: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Ga 2,20).

E con san Paolo dobbiamo proclamare: "né potenze, né altezza, né profondità, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore" (Rm 8,39). La Chiesa in Louisiana ha un grande debito di gratitudine verso i molti sacerdoti e religiosi che hanno lavorato qui fin dalle origini.

Quella tradizione di eroica dedizione nel proclamare il Vangelo di Cristo con parole e opere prosegue oggi attraverso il servizio che voi rendete al popolo di Dio. Ricordate sempre che l'efficacia soprannaturale del vostro servizio in seno alla Chiesa è legata alla testimonianza della vostra vita vissuta in unione con Cristo. Siete perciò chiamati a conformare sempre più la vostra vita alla persona e al messaggio di Gesù Cristo. E non dimenticate mai che il preciso obiettivo di tutto il servizio apostolico è di guidare tutte le persone alla comunione con la santissima Trinità.


2. La nostra vita di cristiani trae la sua origine e il suo destino dal mistero della santissima Trinità, il mistero fondamentale della fede cristiana. L'unico Dio che noi veneriamo è un'unità di tre Persone divine, "eguali nella maestà, indivise nello splendore, e tuttavia un unico Signore, un unico Dio, che deve essere adorato per sempre" (Prefazio della santissima Trinità). Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo esistono in un'eterna e reciproca comunione di vita e di amore.

Nella Chiesa noi abbiamo il privilegio di partecipare ora e sempre alla comunione di vita e di amore, che è il mistero di Dio, Uno e Trino. Il Concilio Vaticano II insegna che "essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre". perciò come membri della Chiesa noi beneficiamo della missione del Figlio e della missione dello Spirito Santo, che scaturiscono da "l'amore fontale cioè dalla carità di Dio Padre". E' dal Padre "che essendo il principio senza principio, da cui il Figlio è generato e lo Spirito Santo attraverso il Figlio procede" (AGD 2).

Nel rivelarci il mistero del Padre il Figlio realizza la volontà del Padre e causa la nostra salvezza. E nel descrivere la missione dello Spirito Santo, il Concilio dice: "Compiuta l'opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cfr. Jn 17,4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito" (LG 4).


3. Nel Vangelo di san Giovanni si legge: "Nessuno ha mai visto Dio. E' Dio l'Unico Figlio, sempre a lato del Padre che ce lo ha rivelato" (Jn 1,18). Sebbene il Vecchio Testamento contenga elementi che ci preparano alla rivelazione di Gesù, esso non svela questo profondo mistero di Dio: il mistero del Padre, la vita intima di Dio, la comunione di tre Persone divine. Solo il Figlio di Dio fatto uomo testimonia la verità sul mistero della Trinità; soltanto egli ce la rivela.

La verità sulla filiazione divina di Gesù e il mistero Trinitario del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo sono accennate al tempo dell'annunciazione, nonché in occasione del battesimo di Gesù nel Giordano. Inoltre durante il suo ministero pubblico Gesù parla di suo Padre e dello Spirito Santo. Nel Vangelo di Giovanni troviamo molte affermazioni di Gesù sull'intima unione che egli condivide col Padre.

Ma è durante il suo discorso nell'ultima cena che Gesù rivela in maniera definitiva la verità sullo Spirito Santo e sul rapporto che lo Spirito Santo ha con il Padre e il Figlio. Noi possiamo affermare che attraverso il suo insegnamento Gesù ci mette "davanti orizzonti impervi alla ragione umana" (GS 24) concernenti la vita dell'unico Dio nella Trinità delle Persone divine. Quando egli ebbe completato la sua missione messianica e stava congedandosi dai suoi apostoli nel giorno della sua ascensione, Gesù annuncio loro: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,59). perciò con queste ultime parole Gesù confido loro solennemente la suprema verità della indivisa unità della santissima Trinità.


4. Cari fratelli e sorelle: la vostra vita di servizio consacrato alla sua Chiesa testimonia la realtà dell'amore di Cristo per il suo popolo. Proclamate gioiosamente la buona novella di fede, che "Dio è amore" (1Jn 4,8). Nella conversazione di Gesù con Nicodemo troviamo queste parole: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Jn 3,16). Il Padre amo tanto il mondo da mandare il suo unico Figlio, e attraverso suo Figlio ci ha inviato lo Spirito Santo. Oggi e ogni giorno della nostra vita celebriamo l'amore di Dio Padre per ciascuno di noi, l'amore rivelato nel Verbo fatto carne e nel dono dello Spirito Santo.

Proclamiamo dunque che il Signore Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo non per condannare il mondo, ma perché il mondo potesse essere salvato attraverso di lui. Si, proclamiamo al mondo l'eterno amore di Dio.

Possano le preghiere della beata Vergine Maria, nostra Signora del Soccorso e Madre del divino Amore, aiutare voi, l'intera Chiesa di New Orleans e attraverso tutta la Louisiana testimoniare l'amore misericordioso del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

1987-09-11 Data estesa: Venerdi 11 Settembre 1987




Alla comunità cattolica nera - New Orleans (Stati Uniti)

Titolo: La risposta di nonviolenza onora la comunità nera degli USA

Testo:

Cari fratelli e sorelle in Cristo.


1. "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura" (Mc 16,15).

Con queste parole Nostro Signore Gesù Cristo ha comandato alla Chiesa di portare il suo messaggio di vita a tutta la famiglia umana. Gli apostoli risposero per primi alla chiamata del Salvatore viaggiando in tutto il mondo allora conosciuto per partecipare a chiunque fosse disposto ad ascoltare ciò che avevano visto e udito (cfr. 1Jn 1,3), parlando del regno di Dio e della riconciliazione in Cristo oggi, quasi duemila anni dopo, la Chiesa si sforza ancora di rispondere generosamente al comando di Cristo. Il mondo che dobbiamo servire oggi è molto più grande, e coloro che desiderano ardentemente udire la parola di vita sono molto numerosi. Mentre restano vere le parole del Signore: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi" (Mt 9,37), ci rallegra tuttavia il fatto che lo Spirito Santo ha arricchito la Chiesa con tante mani per la messe. Vi sono degni operai in ogni angolo della terra, persone di ogni cultura desiderose di vivere il Vangelo e proclamarlo con la parola e con l'esempio.

Sono particolarmente felice d'incontrarmi con voi, responsabili cattolici neri degli Stati Uniti. La vostra principale preoccupazione come neri e come cattolici è, e dovrà continuare ad essere, che tutti i vostri fratelli e sorelle neri in America possano udire e abbracciare il Vangelo salvifico ed esaltante di Gesù Cristo. Unisco volentieri la mia voce a quelle dei vescovi dei vostro Paese che vi incoraggiano a dare priorità al grande compito di evangelizzazione, ad essere missionari dell'amore e della verità di Cristo in seno alla vostra comunità nera. A tutti i membri della comunità nera degli Stati Uniti porgo il mio saluto pieno di rispetto e di stima.


2. Cari confratelli vescovi, che condividete con me gli oneri e le gioie dell'episcopato: sono felice di vedere come l'universalità del Vangelo e la diversità culturale della vostra nazione si rispecchiano sempre più nella composizione della gerarchia americana. Anche se il vostro ministero apostolico vi sollecita a servire tutti i fedeli delle vostre rispettive diocesi - e nell'unità collegiale tutto il Corpo di Cristo - è per molti motivi giusto che i vostri fratelli e le vostre sorelle neri abbiano uno speciale diritto al vostro amore e servizio pastorale. Uniti al successore di Pietro nel Collegio episcopale, siete un segno della unità e universalità della chiesa e della sua missione. Come vescovi, è affidato a voi il compito di preservare nella sua integrità la buona novella di salvezza e di presentarla nella maniera più efficace possibile al vostro popolo, affinché possano scoprire tutti in Gesù Cristo "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6). I nostri fratelli nel sacerdozio che amministrano i sacramenti nella persona di Cristo e in unione con noi, trasmettono l'insegnamento della fede e celebrano i sacri misteri di salvezza. Questo è fruttuoso per la missione della Chiesa in America che tanti sacerdoti appartenenti a differenti gruppi razziali ed etnici proclamino insieme il liberatore Vangelo di Cristo testimoniando che esso appartiene legittimamente ad ognuno. La Chiesa degli Stati Uniti si distingue per il suo grande numero di diaconi, varie centinaia dei quali appartengono alla comunità cattolica nera. Quali araldi del Vangelo, ministri e servi di Cristo, voi fratelli carissimi, completate il triplice ministero del sacramento dell'Ordine.

Siete chiamati nelle Chiese al servizio della parola del l'Eucaristia e della carità. La vostra risposta generosa è un chiaro segno della sempre maggior maturità della comunità nera, maturità che è sottolineata dai vescovi neri del vostro paese nella loro lettera pastorale dal titolo "Ciò che abbiamo visto e udito".

Anche in quei giorni - ormai per grazia di Dio trascorsi da tempo - in cui il vostro popolo era sottoposto al terribile peso della schiavitù, persone coraggiose della comunità accolsero i consigli evangelici e si dedicarono alla vita religiosa. Portarono così una testimonianza eloquente della potenza dello Spirito Santo che compie l'opera della libertà spirituale anche nel momento dell'oppressione fisica. Religiosi neri offrono oggi una testimonianza incomparabile alla Chiesa e alla società proclamando il regno di Dio a un mondo incatenato dal consumismo, da una ricerca irragionevole del piacere e da un individualismo irresponsabile: catene dello spirito che sono ancora più distruttive delle catene della schiavitù fisica.

Sono vicino a tutta la comunità dei neri nella grande missione e responsabilità d'incoraggiare sempre più i giovani americani della loro razza a rispondere all'invito del Signore alla vita religiosa e al sacerdozio. Vi esorto a essere fedeli alla preghiera e a fare tutto il possibile per garantire che coloro che sono chiamati trovino l'appoggio e l'assistenza di cui hanno bisogno per seguire queste vocazioni e perseverare in esse.


3. L'opera di evangelizzazione della Chiesa penetra nella comunità degli uomini in maniera speciale attraverso la vita dei laici. Come già sottolineava il mio predecessore Paolo VI, "il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell'economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale" (EN 70). Adempiendo degnamente al vasto ambito dei loro impegni temporali, i laici danno testimonianza in maniera unica alla chiamata universale alla santità. La testimonianza delle loro vite fedeli trasmette un messaggio edificante al mondo.

Voglio esprimere il mio profondo amore e la mia stima alla comunità cattolica nera degli Stati Uniti. La sua vitalità è un segno di speranza per la società. Costituiti come siete da molti cattolici di lunga data e da molti altri che hanno recentemente abbracciato la fede, oltre che da una crescente comunità di immigrati, voi riflettete la capacità della Chiesa di raccogliere una diversità di persone unite nella fede, nella speranza e nella carità, che condividono una comunione con Cristo nello Spirito Santo. Vi esorto a tenere vivi e attivi i vostri ricchi doni culturali. Professate sempre con orgoglio davanti a tutta la Chiesa e a tutto il mondo il vostro amore per la parola di Dio; è una speciale benedizione che dovete considerare sempre come parte integrante del vostro patrimonio culturale. Aiutateci a ricordare che la libertà autentica viene dall'accettazione della verità e dal vivere la propria vita conformemente ad essa: la piena verità si trova soltanto in Cristo Gesù. Continuate a ispirarci con il vostro desiderio di perdonare - come perdonava Gesù - e con il vostro desiderio di essere riconciliati con tutto il popolo di questa nazione, anche con coloro che vorrebbero ingiustamente negarvi il pieno esercizio dei vostri diritti umani.


4. Sono certo che condividete con me una particolare preoccupazione per quella che è la comunità umana fondamentale: la famiglia. Le vostre fedeli famiglie cristiane sono fonte di consolazione di fronte alle eccezionali pressioni che vengono esercitate sulla società. Dovete riscoprire oggi lo spirito della vita familiare che rifiuta di lasciarsi distruggere di fronte anche alle peggiori oppressioni.

Questo spirito può sicuramente essere rintracciato nel vostro patrimonio spirituale e culturale. L'ispirazione che traete dai grandi uomini e dalle grandi donne del vostro passato faranno vedere allora ai vostri giovani il valore di una vita familiare forte. Sappiate che il Papa resta unito alla comunità nera che prende piena coscienza della sua dignità e del suo nobile destino.

La famiglia è il primo contesto dell'evangelizzazione, il luogo dove la buona novella di Cristo viene prima accolta per essere poi trasmessa, in modi semplici ma profondi, di generazione in generazione. Nello stesso tempo le famiglie odierne traggono il loro principale sostegno dalla Chiesa per difendere i loro diritti e insegnare gli obblighi e le responsabilità che portano alla pienezza di gioia e di vita. Vi esorto dunque tutti, in particolar modo il clero e i religiosi, a lavorare per la promozione dei valori della famiglia in seno alla comunità locale. Ricordo inoltre a coloro che hanno la responsabilità di emanare e amministrare le leggi e le politiche pubbliche che i problemi sociali non sono mai risolti, ma solo acuiti, da atteggiamenti che indeboliscono o distruggono la famiglia.


5. Anche in questa nazione prospera, impegnata dai suoi padri fondatori alla dignità ed eguaglianza di tutti, la comunità nera si vede addossare una quota sproporzionata delle privazioni economiche. Troppi vostri giovani partono sfavoriti nelle loro richieste di un'istruzione qualificante e di un lavoro giustamente remunerato. La Chiesa deve continuare a unire i suoi sforzi a quelli di altri, che operano per correggere gli squilibri e le iniquità di carattere sociale. La Chiesa, anzi, non può mai tacere di fronte all'ingiustizia, dovunque questa sia chiaramente presente.

Nelle ore più difficili della vostra lotta per i diritti civili in mezzo alla discriminazione e all'oppressione, Dio stesso ha guidato i vostri passi sulla via della pace. Di fronte alla storia si eleva la risposta della non violenza, nella memoria di questa nazione, come monumento che onora la comunità nera degli Stati Uniti. Ricordando oggi coloro che, con visione cristiana, optarono per la non violenza quale unico criterio realmente efficace per garantire e salvaguardare la dignità umana, il nostro pensiero va necessariamente al rev. dottor Martin Luther King, Jr, e al ruolo provvidenziale da lui svolto nei contribuire al giusto miglioramento della condizione dei neri americani, e come conseguenza al miglioramento della stessa società americana.

Fratelli e sorelle carissimi della comunità nera, è venuta l'ora di rendere grazie a Dio per la sua azione liberatrice nella vostra storia e nelle vostre vite. Questa azione liberatrice è segno ed espressione del mistero pasquale di Cristo, che in ogni epoca è efficace perché aiuta il popolo di Dio a passare dalla schiavitù alla sua gloriosa vocazione di piena libertà cristiana. Offrendo la vostra preghiera di ringraziamento, dovete ricordarvi di occuparvi della condizione dei vostri fratelli e sorelle in altri luoghi dei mondo. Gli americani neri devono offrire la loro speciale solidarietà di amore cristiano a tutti coloro che sono schiacciati dal peso dell'oppressione, quale che sia la natura fisica o morale.


6. La Chiesa cattolica ha recato un profondo contributo alla vita di molti membri della comunità nera di questo Paese attraverso il dono dell'educazione ricevuta nelle scuole cattoliche. Grazie al meraviglioso impegno di diocesi e di parrocchie, molti di coloro che sono oggi qui presenti si sono uniti a noi al Tavolo dell'unità e della fede come risultato dell'evangelizzazione effettuata in questi istituti. Le scuole cattoliche hanno un posto di primo piano nell'opera di diffusione del Vangelo di Cristo. Sono un grande dono di Dio. Mantenete forti e attive le vostre scuole cattoliche. La loro identità cattolica e la loro testimonianza cattolica a tutti i livelli, che non conoscono compromessi, devono continuare ad arricchire le comunità nere di questa nazione.


7. Oltre alle scuole, va data priorità anche ad altri mezzi di evangelizzazione: tra di essi meritano speciale attenzione i mezzi di comunicazione sociale. I mezzi di comunicazione di massa sono anche essi un grande dono della provvidenza di Dio e dovrebbero essere pienamente utilizzati al servizio del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Possono fornire un servizio immenso ai milioni di neri desiderosi di udire la buona novella di salvezza proclamata in maniere consone al loro retaggio culturale e alle loro tradizioni.

Pur rimanendo fedele alla sua dottrina e alla sua disciplina, la Chiesa apprezza e onora tutte le culture; le rispetta nei suoi sforzi di evangelizzazione tra i vari popoli. Alla prima Pentecoste coloro che erano presenti udirono gli apostoli parlare nella loro propria lingua (cfr. Ac 2,4ss). Sotto la guida dello Spirito Santo, noi cerchiamo in ogni epoca di portare il Vangelo in maniera convincente e comprensibile a popoli di ogni razza, lingua e cultura. E' importante rendersi conto che non esiste una Chiesa nera, o una Chiesa bianca, o una Chiesa americana; ma nell'unica Chiesa di Gesù Cristo vi è e vi deve essere una casa per neri, bianchi, americani, per ogni cultura e ogni razza. Ciò che dissi in un'altra occasione, lo ripeto volentieri adesso: "La Chiesa è cattolica... anche perché sa presentare in ogni contesto umano la verità rivelata, da essa custodita intatta nel suo contenuto divino, in modo tale da far incontrare, con i pensieri elevati le giuste attese di ogni uomo e di ogni popolo" ("Slavorum Apostoli", 18).

Carissimi fratelli e sorelle; il vostro patrimonio culturale nero arricchisce la Chiesa e rende più completa la sua testimonianza di universalità.

In maniera molto reale e concreta, la Chiesa ha bisogno di voi, proprio come voi avete bisogno della Chiesa, perché voi siete parte della Chiesa e la Chiesa è parte di voi. Mentre continuate a porre questo patrimonio al servizio di tutta la Chiesa per la diffusione del Vangelo, lo Spirito Santo stesso continuerà attraverso di voi la sua opera di evangelizzazione. Con cuore lieto e pieno di speranza, affido voi e tutta la comunità nera alla cura amorevole di Maria, Madre del nostro Salvatore. Possa, ella che ascolto la parola e credette in essa, guidare la vostra vita e quella delle future generazioni di cattolici neri nel popolo di Dio che è uno, corpo mistico di Cristo che è uno. Attraverso la sua intercessione la grazia sia con tutti voi "che amate il Signore nostro Gesù Cristo con amore incorruttibile (Ep 6,23).

1987-09-12 Data estesa: Sabato 12 Settembre 1987





GPII 1987 Insegnamenti - Omelia allo stadio dell'Università - Columbia (Stati Uniti)