GPII 1987 Insegnamenti - A scuole cattoliche - New Orleans (Stati Uniti)

A scuole cattoliche - New Orleans (Stati Uniti)

Titolo: Diritto dei genitori di vedere rispettata la fede dei figli

Testo:

Cari fratelli e sorelle, 1. Rivolgo a voi tutti il mio ringraziamento per il caloroso benvenuto e rendo lode al Signore e Salvatore Gesù Cristo per avermi dato l'occasione d'incontrarmi con voi, rappresentanti delle scuole elementari e medie e responsabili dell'istruzione religiosa. La prima parola che vi rivolgo è una parola di apprezzamento e di incoraggiamento: desidero assicurarvi che apprezzo pienamente la straordinaria importanza del vostro impegno all'educazione cattolica. A voi va il mio encomio per la vostra preoccupazione della vitalità e dell'identità cattolica dei centri di educazione nei quali operate in lungo e in largo negli Stati Uniti. Vi incoraggio a perseverare nel vostro ruolo speciale in seno alla Chiesa e alla società, in uno spirito di generosa responsabilità, d'intelligente creatività e di ricerca della perfezione.


2. E' un caso felice che c'incontriamo in questa storica città, punto d'incontro di culture ricche e diverse, dove, padri Cappuccini e le suore Orsoline fondarono scuole durante il periodo di gestazione di questa nazione. Vi state preparando a celebrare il 200° anniversario della firma della Costituzione degli Stati Uniti.

E' fuori dubbio che la garanzia di libertà religiosa, contenuta nella Dichiarazione dei diritti del cittadino, ha contribuito a rendere possibile la meravigliosa crescita dell'educazione cattolica in questo Paese.

Negli anni trascorsi è stato tentato molto ed è stato realizzato molto dai cattolici negli Stati Uniti per mettere a disposizione dei loro figli la miglior educazione possibile. E' stato fatto molto specialmente per portare la ricchezza della nostra fede cattolica a bambini e adulti nella famiglia, nelle scuole e attraverso programmi d'istruzione religiosa. La presenza della Chiesa nel campo dell'educazione è resa meravigliosamente evidente nella vasta e dinamica rete di scuole e di programmi d'educazione che vanno dall'età prescolare all'età adulta.

L'intera comunità ecclesiale - vescovi, religiosi e laici - la Chiesa, in tutte le sue componenti, è chiamata a valutare sempre più profondamente l'importanza di questo compito e di questa missione, e a continuare a fornire il suo appoggio pieno ed entusiasta.


3. Nella fase iniziale e poi per un lungo tempo i religiosi e le religiose assunsero le principali responsabilità organizzative e didattiche nell'educazione cattolica di questo Paese. Nella loro qualità di pionieri accolsero la sfida in maniera splendida, e continuano a farlo ancora oggi. La Chiesa e anche - ne sono convinto - la nazione sentiranno sempre di avere un debito di gratitudine nei loro confronti. L'importanza della presenza di religiosi e di comunità religiose impegnati nell'apostolato educativo non è andata scemando con il tempo. Prego dal profondo del cuore che il Signore continui a chiamare molti giovani alla vita religiosa, e che la loro testimonianza del Vangelo resti un elemento centrale nell'educazione cattolica.


4. Negli ultimi anni, migliaia di laici si sono candidati come insegnanti e amministratori nelle scuole cattoliche partecipanti a pieno titolo alla missione della Chiesa, che è quella di educare tutta la persona e di trasmettere la buona novella della salvezza in Gesù Cristo a generazioni successive di giovani americani. Anche se non "insegnano religione", il loro servizio in una scuola o in un programma educativo cattolico è parte integrante degli sforzi incessanti della Chiesa per condurre tutti a "vivere secondo la verità della carità, cercando di crescere fino alla piena maturità di Cristo, il capo" (Ep 4,15).

Mi rendo conto che non tutti i problemi relativi all'organizzazione, al finanziamento e all'amministrazione delle scuole cattoliche, in una società sempre più complessa quale è la nostra, sono stati risolti con soddisfazione di tutti. Ci auguriamo che tali questioni verranno regolate con giustizia ed equità. A questo riguardo è importante procedere in una prospettiva giusta. Per un educatore cattolico la Chiesa non deve essere vista semplicemente come un imprenditore. La Chiesa è il corpo di Cristo che porta avanti la missione del Redentore attraverso la storia. E' nostro privilegio partecipare a questa missione, alla quale siamo chiamati per grazia di Dio e nella quale siamo impegnati insieme.


5. Consentitemi, fratelli e sorelle, di menzionare brevemente una cosa che sta particolarmente a cuore alla Chiesa. Mi riferisco ai diritti e doveri dei genitori nell'educazione dei loro figli. Il Concilio Vaticano II ha chiaramente enunciato la posizione della Chiesa: "I genitori, poiché hanno trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa (GE 3). In confronto con il ruolo educativo di tutti gli altri, il loro ruolo è di primo piano; è anche insostituibile e inalienabile. Sarebbe errato che qualcuno cercasse di usurpare questa responsabilità insostituibile (cfr. FC 36). I genitori non devono inoltre essere penalizzati per aver scelto per i loro figli un'educazione conforme alla loro fede.

I genitori devono garantire che la loro casa sia un luogo in cui vengono vissuti valori spirituali e morali. Hanno il diritto d'insistere perché la fede dei loro figli sia rispettata e stimolata. Nella vostra qualità di educatori, voi interpretate rettamente il vostro ruolo che è quello di cooperare con i genitori nella loro principale responsabilità. I vostri sforzi per coinvolgerli nell'intero processo educativo sono lodevoli. Questo è un settore nel quale i pastori e altri sacerdoti possono dare un concreto appoggio. A costoro desidero dire: fate ogni sforzo per garantire che i programmi di istruzione religiosa e, dove possibile, le scuole parrocchiali siano una parte importante del vostro ministero; sostenete e incoraggiate gli insegnanti, gli amministratori e i genitori nel loro lavoro. Pochi sforzi sono più importanti, per il benessere presente e futuro della Chiesa e della nazione, di quelli spesi nell'opera educativa.


6. Le scuole cattoliche negli Stati Uniti hanno sempre avuto una giusta fama per il loro alto livello accademico e per il servizio che rendono alla comunità. Molto spesso accolgono in gran numero bambini e giovani di famiglie povere e sono attente alle necessità di gruppi minoritari. Le incoraggio vivamente a continuare a dare un'educazione cattolica di alto livello ai poveri di ogni razza ed etnia, anche a costo di grandi sacrifici. Siamo sicuri che questo fa parte della chiamata di Dio alla Chiesa degli Stati Uniti. Si tratta di una responsabilità che affonda le sue radici nella storia stessa dell'educazione cattolica in questo Paese.

Parlando in un'altra occasione ai vescovi degli Stati Uniti, ebbi modo di notare che la scuola cattolica "ha dato un contributo immenso alla diffusione della parola di Dio e ha consentito ai fedeli "di mettere gli affari e le attività dell'uomo in relazione con valori religiosi in una sintesi unica e viva". Nella comunità formata dalla scuola cattolica, la potenza del Vangelo ispira i modelli di pensiero, le norme di giudizio e le norme di comportamento. In quanto istituzione, la scuola cattolica va giudicata in maniera estremamente positiva se si applica il sicuro criterio: "Dai loro frutti li riconoscerete", e ancora: "Dai suoi frutti potrete riconoscere l'albero"" (Discorso del 28 ottobre 1983).

A questo punto non posso tralasciare di elogiare i sacrifici finanziari dei cattolici americani nonché i notevoli contributi di benefattori singoli, di fondazioni, organizzazioni e imprese all'educazione cattolica negli Stati Uniti.

Gli eroici sacrifici di generazioni di genitori cattolici per costruire e sostenere le scuole parrocchiali e diocesane non devono mai essere dimenticati.

I costi sempre più alti potranno richiedere criteri nuovi, forme nuove di partecipazione finanziaria, nuovi impieghi delle risorse. Ma sono certo che tutte le persone interessate, gli "addetti ai lavori", faranno fronte alla sfida delle scuole cattoliche con coraggio e dedizione, senza sottovalutare il valore dei sacrifici da sopportare. 7. Ma vi è un'altra sfida che si pone di fronte a tutti coloro che si occupano dell'educazione cattolica. E' quella, sempre più pressante, di individuare gli obiettivi dell'educazione cattolica e applicare giusti metodi nei programmi di educazione elementare e media cattolica e d'istruzione religiosa. La sfida è questa: comprendere pienamente l'impegno educativo, valutarne correttamente i contenuti, e trasmettere l'intera verità riguardante la persona umana, creata a immagine di Dio e chiamata alla vita in Cristo attraverso lo Spirito Santo.

I contenuti dei singoli corsi nell'educazione cattolica sono importanti sia nell'insegnamento religioso, sia in tutte le altre materie che vengono a far parte dell'istruzione totale nelle persone e che preparano questa alla sua vita di lavoro e al suo destino eterno. E' giusto che gli insegnanti siano continuamente sfidati e chiamati ad alti livelli professionali nella preparazione e nell'insegnamento dei propri corsi. Per quanto riguarda i contenuti dei corsi di religione, il criterio essenziale è la fedeltà al magistero della Chiesa. Gli educatori si trovano inoltre in una ottima posizione per inculcare retti atteggiamenti etici nei giovani. Si tratta degli atteggiamenti verso le cose materiali e del loro retto uso. L'intero stile di vita degli studenti rifletterà gli atteggiamenti che essi assumeranno nei loro anni di educazione formale.

Nello svolgere questi compiti troverete orientamenti in molti documenti della Chiesa. I vostri stessi vescovi, nell'applicare l'insegnamento universale della Chiesa, hanno contribuito a indicarvi la via, particolarmente nella loro lettera pastorale dal titolo "Insegnare come fece Gesù", e nel direttorio nazionale di catechesi. Vorrei anche ricordarvi i documenti della Santa Sede su "La scuola cattolica" e "I cattolici laici nelle scuole: testimoni della fede" Viene sottolineato in essi che è compito della scuola coltivare negli studenti le facoltà intellettuali, creative ed estetiche dell'individuo; sviluppare negli studenti la capacità di fare un retto uso del loro giudizio, della loro volontà e della loro affettività; promuovere in essi un senso dei valori; incoraggiare atteggiamenti giusti e comportamenti prudenti; introdurli al patrimonio culturale trasmesso dalle generazioni precedenti; prepararli alla loro vita di lavoro, e incoraggiare un amichevole interscambio tra studenti appartenenti a differenti culture e ambienti, che conduca a reciproca comprensione e amore.


8. Scopo ultimo di tutta l'educazione cattolica è la salvezza in Gesù Cristo. Gli educatori cattolici operano efficacemente per l'avvento del regno di Cristo; questo lavoro comporta la trasmissione chiara e completa del messaggio di salvezza, che esige la risposta di fede. Nella fede conosciamo Dio, e il mistero della sua volontà. Nella fede arriviamo a conoscere realmente noi stessi.

Condividendo la nostra fede, comunichiamo una visione completa dell'intera realtà e un impegno alla verità e alla bontà. Questa visione e questo impegno ordinano le tessere del mosaico della vita secondo un modello logico. Arricchendo la vita dei vostri studenti con la pienezza del messaggio di Cristo e invitandoli ad accettare con tutto il cuore l'opera di Cristo, che è la Chiesa, voi promuovete con la massima efficacia il loro completo sviluppo umano e li aiutate a costruire una comunità di fede, di speranza e di carità.

Questo messaggio cristiano è ancora più pressante per quei giovani che vengono da famiglie divise; e che avendo un solo genitore che li incoraggia; devono affidarsi al sostegno e alla guida dei loro insegnanti nella scuola. Nel vostro apostolato - aiutare a portare il messaggio di Cristo nella vita dei vostri studenti - tutta la Chiesa vi appoggia ed è al vostro fianco. Il Sinodo dei vescovi in particolare ha riconosciuto l'importanza del vostro compito e le difficoltà che dovete affrontare. Per queste ragioni esso chiede che vengano fatti sforzi concertati per creare un catechismo universale. Questo progetto non annullerà la grande sfida dell'esistenza di creatività nella metodologia, né diminuirà la continua necessità di un'inculturazione del Vangelo; ma aiuterà tutte le Chiese locali a presentare efficacemente e integralmente il contenuto dell'insegnamento cattolico. Nella Chiesa in America, una parte importante del capitolo veramente glorioso dell'educazione cattolica è stata costituita dalla trasmissione del messaggio di Cristo attraverso programmi di istruzione religiosa, destinati a bambini e giovani fuori delle scuole cattoliche. Anche di questo rendo grazie a Dio, ricordando tutti coloro che nel corso della storia di questa nazione hanno collaborato così generosamente in questo "impegno nella fede e in questa operosità nella carità" (1Th 1,3).


9. La comunità si trova al cuore stesso di tutta l'educazione cattolica, non semplicemente come concetto da insegnare, ma come realtà da vivere. Nel suo senso cristiano più profondo, la comunità è partecipazione alla vita della santissima Trinità. I vostri studenti impareranno i comprendere e apprezzare il valore della comunità man mano che sperimentano amore, fiducia e lealtà nelle vostre scuole e nei vostri programmi educativi e imparano a trattare tutti come fratelli e sorelle creati da Dio e redenti da Cristo. Aiutateli a capire questo senso di comunità attraverso una partecipazione attiva alla vita della parrocchia e della diocesi, e specialmente ricevendo i sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia. Il Concilio Vaticano II include esplicitamente questo punto: imparare ad adorare Dio in spirito e in verità, come uno degli obiettivi di vita l'educazione cristiana (cfr. GE 2).

Un senso di comunità comporta apertura alla comunità più vasta. Oggi l'educazione cristiana si svolge spesso in ambienti che cambiano; richieste rispetto per le diversità culturali, amore per coloro che appartengono a differenti etnie, servizio ai bisognosi, senza discriminazioni. Aiutate i vostri studenti a vedere se stessi come membri della Chiesa universale e della comunità del mondo. Aiutateli a comprendere le implicazioni di giustizia e misericordia.

Promuovete nei vostri studenti una coscienza sociale che li sproni a rispondere alle necessità del prossimo, a discernere e a sforzarsi di eliminare le cause di ingiustizia nella società. Nessuna pena o angoscia degli uomini deve lasciare indifferenti i discepoli di Gesù Cristo.


10. Il mondo non può accontentarsi semplicemente di riformatori sociali. Ha bisogno di santi. La santità non è un privilegio di pochi; è un dono offerto a tutti. La chiamata alla santità è rivolta anche a voi e ai vostri studenti.

Dubitare di questo significherebbe fraintendere le intenzioni di Cristo; infatti, "a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo" (Ep 4,7).

Fratelli e sorelle: prendete Gesù Cristo, il Maestro modello del vostro servizio, a vostra guida e sorgente di forza. Egli stesso ci ha detto: "Voi mi chiamate "Maestro" e "Signore", e dite bene, perché lo sono" (Jn 13,13). Ha insegnato con le parole e con i fatti e il suo insegnamento non può essere separato dalla sua vita e dal suo essere. Nell'esortazione apostolica sulla catechesi dicevo: "Tutta la vita del Cristo fu un insegnamento continuo: i suoi silenzi, i suoi miracoli, i suoi gesti, la sua preghiera, il suo amore per l'uomo la predilezione per i piccoli e per i poveri, l'accettazione del sacrificio totale sulla croce per la redenzione del mondo, la sua risurrezione... Per i cristiani il crocifisso è una delle immagini più sublimi e più popolari di Gesù docente" (CTR 9).


11. Amici carissimi: Gesù condivide con voi il suo magistero. Soltanto in stretta comunione con lui sarete capaci di rispondere adeguatamente. Questa è la mia speranza e la mia preghiera: che siate totalmente aperti a Cristo. Che egli vi dia un amore sempre più grande per i vostri studenti e un impegno sempre più forte nella vostra vocazione di educatori cattolici. Se continuerete ad essere fedeli a questo ministero oggi, come avete fatto nel passato, contribuirete fortemente a modellare per l'avvenire un mondo pacifico, giusto e pieno di speranza. Il vostro è un grande dono alla Chiesa, un grande dono alla vostra nazione.

1987-09-12 Data estesa: Sabato 12 Settembre 1987




Ai giovani allo stadio - New Orleans (Stati Uniti)

Titolo: Non lasciatevi rubare la speranza

Testo:

Cari giovani di New Orleans, cari giovani d'America.


1. Nell'ascoltare quanto mi dite con la vostra presenza e attraverso i vostri rappresentanti, so che siete assai consapevoli di avere una missione speciale in questo mondo, di partecipare alla missione della Chiesa. So anche che, nell'adempiere alla vostra missione, siete desiderosi di donare, siete desiderosi di condividere, siete desiderosi di servire. E siete desiderosi di fare tutto questo insieme, non soli! In questo voi siete come Gesù: Gesù ha donato e ha servito e non era mai solo. Egli ci dice: "Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo" (Jn 8,29). Si, cari giovani, anch'io desidero parlare della vostra missione, della ragione della vostra esistenza sulla terra, della verità della vostra vita. E' estremamente vitale per voi avere un'idea chiara della vostra missione, di evitare la confusione e l'inganno. Nel parlare ai cristiani del suo tempo, san Paolo li esortava esplicitamente: "Nessuno vi inganni in alcun modo!" (2Th 2,3). E oggi dico la stessa cosa a voi, giovani d'America: "Nessuno vi inganni in alcun modo" sulla vostra missione, sulla verità, sulla via che state percorrendo. Non vi lasciate ingannare sulla verità della vostra vita.


2. Ma qual è l'opposto dell'inganno? Dove potete rivolgervi per trovare risposte soddisfacenti, risposte durevoli? L'opposto dell'inganno è la verità: la persona che dice la verità, la persona che è la verità. Si, l'opposto dell'inganno è Gesù Cristo, che ci dice: "Io sono la via, la verità, e la vita" (Jn 14,6). Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Egli rivela la verità di Dio. Ma egli è anche uomo. Egli condivide la nostra umanità ed è venuto nel mondo per insegnarci noi stessi, per aiutarci a scoprire noi stessi.

Voi giovani siete orgogliosi di vivere in un Paese libero e dovete essere grati a Dio per la vostra libertà. Ma anche se potete andare e venire come volete, e fare ciò che volete, non siete veramente liberi se vivete sotto il potere dell'errore e della falsità, o dell'inganno o del peccato. Solo Gesù Cristo può rendervi veramente liberi attraverso la sua verità. E per questo egli ha detto: "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Ed è per questo che ha aggiunto: "Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" (Jn 8,32 Jn 8,36). Cari giovani; tutto il messaggio di Gesù nel Vangelo e tramite la sua Chiesa vi aiuta a scoprire chi realmente siete, a scoprire tutte le dimensioni della vostra vita.


3. Ognuno di noi è un individuo, una persona, una creatura di Dio, uno dei suoi figli, qualcosa di veramente speciale, che Dio ama e per cui Cristo è morto.

Questa nostra identità determina il modo in cui dobbiamo vivere, il modo in cui dobbiamo agire, il modo in cui noi dobbiamo guardare alla nostra missione nel mondo. Veniamo da Dio, dipendiamo da Dio, Dio ha un piano per noi - un piano per la nostra vita, per i nostri corpi, per le nostre anime, per il nostro futuro.

Questo piano per noi è estremamente importante - tanto importante che Dio si è fatto uomo per spiegarcelo.

Nel piano di Dio noi siamo individui - è vero - ma siamo anche parte di una comunità. Il Concilio Vaticano II sottolinea il fatto che Dio non ci ha chiamati a partecipare alla sua vita soltanto come individui a se stanti.

Piuttosto egli vuole fare di noi un popolo fatto di suoi figli e di sue figlie (cfr. AGD 2). Questo aspetto del nostro essere una comunità, del nostro partecipare della vita di Dio come un popolo, fa parte della nostra identità: chi siamo, cosa siamo, dove stiamo andando.

Proprio adesso possiamo vedere che, come persone, abbiamo delle responsabilità e che queste responsabilità sono parte della nostra libertà. Il Concilio Vaticano si è spinto al punto di dire che "l'uomo si definisce innanzitutto per la sua responsabilità verso i suoi fratelli e verso la storia" (GS 55).

Comprendere noi stessi quali membri di una comunità, quali individui vincolati l'un l'altro per costituire il popolo di Dio, quali persone con responsabilità nei confronti degli altri è una grande intuizione, un'intuizione necessaria per adempiere in modo giusto alla nostra missione.


4. Come cristiani voi avete questa visione e Cristo oggi desidera confermarla in voi. Voi parlate di "essere eroici", di partecipare e servire e lavorare insieme.

E tutto questo è legato al piano di Dio, secondo il quale noi siamo fratelli e sorelle in Cristo, fratelli e sorelle che fanno parte del popolo di Dio e che sono stati fatti per vivere in comunità, per pensare agli altri, per aiutare gli altri.

Cari giovani d'America: nella Chiesa esistono molti diversi doni. C'è spazio per molte culture diverse e per molti modi di fare le cose. Ma nella Chiesa non c'e spazio per l'egoismo. Nel mondo non c'è spazio per l'egoismo. Esso distrugge il significato della vita; distrugge il significato dell'amore; riduce la persona umana a un livello sub-umano.

Quando parliamo della necessità di essere aperti agli altri, di tener conto della comunità, di assolvere le nostre responsabilità nei confronti di tutti i nostri fratelli e sorelle, noi stiamo in effetti parlando di tutto il mondo. La vostra missione di giovani d'oggi è rivolta a tutto il mondo. In che senso? Non potete mai dimenticare l'interdipendenza degli esseri umani, ovunque si trovino.

Quando Gesù ci dice di amare il nostro prossimo, egli non pone dei limiti geografici. Ciò di cui si ha bisogno oggi è una solidarietà fra tutti i giovani del mondo, una solidarietà soprattutto con i poveri e tutti i bisognosi.

Voi giovani dovete cambiare la società con la vostra vita di giustizia e di amore fraterno. Non è un problema che riguarda soltanto il vostro Paese, ma tutto il mondo. Questa è certamente la vostra missione, cari giovani. Siete collaboratori, l'uno dell'altro, collaboratori di tutta la Chiesa, collaboratori di Cristo.


5. Tuttavia, per poter compiere questa grande opera, per essere in condizione di cambiare il mondo nel nome di Gesù, voi stessi dovete vivere effettivamente secondo la vostra propria identità - secondo il piano di Dio per la vostra vita.

Ancora una volta è la parola di Gesù che orienta la vostra vita e vi dice cos'è quel piano. Ricordate quanto ha insistito Gesù sul comandamento dell'amore, quanto ha insistito sul vivere secondo certe norme, chiamate Beatitudini: "Beati i miti.

Beati i misericordiosi... Beati i puri di cuore... Beati i pacificatori". Tutto ciò fa parte del piano.

Quando san Paolo dice: "Nessuno vi inganni", in effetti sta dicendo: non credete a quanti contraddicono Gesù o il suo messaggio, che vi viene trasmesso dalla Chiesa. Gesù parla a voi giovani e vi parla del valore della mitezza, della misericordia e dell'umiltà. Altre voci nel mondo griderebbero subito: "debolezza!". Nel Vangelo Gesù sottolinea il valore dell'onestà, della rettitudine, della giustizia e della lealtà. Ma quando praticate queste virtù, potete essere accusati di essere "ingenui". Gesù e la sua Chiesa vi illustrano il piano di Dio per l'amore umano, dicendovi che il sesso è un grande dono di Dio, che è prerogativa del matrimonio. A questo punto la voce del mondo cercherà di ingannarvi, con potenti slogan, affermando che non siete "realisti", che siete "inesperti", "retrogradi", perfino "reazionari". Ma il messaggio di Gesù è chiaro: purezza significa amore autentico ed è l'esatto opposto dell'egoismo e dell'evasione.


6. Il messaggio di Gesù si applica a tutti i campi della vita. Egli ci rivela la verità della nostra vita e tutti gli aspetti di questa verità. Gesù ci dice che lo scopo della nostra libertà è quello di dire "si" al piano di Dio per le nostre vite. Ciò che rende il nostro "si" tanto importante è il fatto che noi lo diciamo liberamente; noi possiamo dire "no". Gesù ci insegna che noi siamo responsabili nei confronti di Dio, che dobbiamo seguire le nostre coscienze, ma che le nostre coscienze debbono formarsi conformemente al piano di Dio per la nostra vita. In tutti i nostri rapporti con le altre persone e con il mondo, Gesù ci insegna cosa dobbiamo fare, come dobbiamo vivere per non essere ingannati, per camminare nella verità. E oggi, cari giovani, vi proclamo nuovamente Gesù Cristo - la via, la verità e la vita - la vostra via, la vostra verità e la vostra vita.

Ciò che si accorda con la verità di Gesù è realizzazione, gioia e pace, anche se comporta sforzo e disciplina. Ciò che non si conforma a questa verità comporta disordine, e quando è fatto deliberatamente, è peccato. Deliberatamente o no significa comunque infelicità e frustrazione.


7. E' con la verità di Gesù, cari giovani, che dovete affrontare i grandi problemi della vostra vita, come pure i problemi pratici. Il mondo cercherà di ingannarvi su molte cose importanti: sulla vostra fede, sul piacere e le cose materiali, sui pericoli della droga. A un certo punto le false voci del mondo cercheranno di sfruttare la vostra umana debolezza dicendovi che la vita per voi non ha alcun significato. Il furto più grande nella vostra vita avrà luogo se riusciranno a strapparvi la speranza. Essi cercheranno di farlo, ma non vi riusciranno se vi tenete uniti strettamente a Gesù e alla sua verità.

La verità di Gesù è in grado di rafforzare tutte le vostre energie.

Unificherà la vostra vita e consoliderà il vostro senso di missione. Potrete sempre essere vulnerabili agli attacchi che vengono dalle pressioni del mondo, dalle forze del male, dal potere del diavolo. Ma sarete invincibili nella speranza: "in Cristo Gesù nostra speranza" (1Tm 1,1). Cari giovani: la parola di Gesù, la sua verità e le sue promesse di realizzazione e di vita sono la risposta della chiesa alla cultura della morte, agli assalti del dubbio e al cancro della disperazione.

Permettetemi di aggiungere due riflessioni pratiche tratte dal Concilio Vaticano II. Il Concilio ci dice che dobbiamo evitare di pensare che abbiamo a portata di mano le soluzioni a tutti i problemi particolari della vita (cfr. GS 33). Ma allo stesso tempo la Chiesa sa di possedere la luce, grazie alla quale è possibile trovare le soluzioni ai problemi dell'umanità. Cos'è questa luce? Cosa può essere? Solamente la verità di Gesù Cristo! 8. Vorrei aggiungere qualcosa a quanto vi ho già detto. Vorrei parlarvi brevemente della preghiera, della comunione con Dio, una comunione che è profondamente personale fra noi stessi e Dio. Nella preghiera esprimiamo a Dio i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre sensazioni. Noi vogliamo amare ed essere amati, essere capiti e capire solo Dio ci ama in modo perfetto, con un amore eterno. Nella preghiera noi apriamo i nostri cuori e le nostre menti a questo Dio di amore. Ed è la preghiera che ci rende una cosa sola con il Signore. Attraverso la preghiera riusciamo a partecipare più profondamente della vita di Dio e del suo amore.


9. Una delle cose che colpiscono di più in Gesù era la sua consuetudine alla preghiera. In mezzo a un ministero pubblico attivo, lo vediamo ritirarsi in se stesso per restare solo in silenzio in comunione con il suo Padre celeste. Il sabato era solito andare alla sinagoga per pregare insieme con gli altri. Quando era insieme con i suoi discepoli, o quando stava solo, egli pregava il Padre che amava teneramente. Il Vangelo di san Marco descrive una sera in cui Gesù a Cafarnao aveva curato molti ammalati e aveva scacciato molti demoni. Dopo averci dato questa descrizione della generosa sollecitudine di Cristo verso gli altri, san Marco aggiunge: "Al mattino si alzo quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritiro in un luogo deserto e là pregava" (Mc 1,35). E san Luca ci dice che prima che Gesù scegliesse i Dodici che sarebbero stati i suoi apostoli, "se ne ando sulla montagna a pregare e passo la notte in orazione" (Lc 6,12). Sembra infatti che fosse il suo esempio nella preghiera a far si che i suoi discepoli desiderassero pregare: "un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare", ci dice Luca, "e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare"" (Lc 11,1). E' stato in quell'occasione che Gesù insegno loro la preghiera che chiamiamo la "Preghiera del Signore", o il "Padre nostro".


10. Se desiderate veramente seguire Cristo, se volete che il vostro amore per lui si accresca e duri, dovete essere assidui nella preghiera. Essa è la chiave della vitalità della vostra vita in Cristo. Senza la preghiera, la vostra fede e il vostro amore moriranno. Se siete costanti nella preghiera quotidiana e nella partecipazione domenicale alla Messa, il vostro amore per Gesù crescerà. E il vostro cuore conoscerà la gioia e la pace profonda, quali il mondo non sarà mai in grado di dare.

Ma molti giovani mi dicono che non sanno come pregare, o si chiedono se pregano in modo corretto. Ancora una volta, dovete guardare all'esempio di Cristo.

Come pregava Gesù? Innanzitutto sappiamo che la sua preghiera è caratterizzata da uno spirito di gioia e di lode. "Gesù esulto nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra" (Lc 10,21).

Inoltre egli ha affidato alla Chiesa nell'ultima cena la celebrazione dell'Eucaristia, che rimane in tutti i tempi il mezzo più perfetto per rendere al Padre gloria, grazie e lode. Eppure ci furono anche momenti di sofferenza quando, nel grande dolore e nella lotta, Gesù ha aperto il suo cuore a Dio, cercando di trovare nel Padre conforto e sostegno. Per esempio, nell'orto del Getsemani, quando la lotta interiore diventava sempre più difficile, "in preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore divento come gocce di sangue che cadevano a terra" (Lc 22,44). "Pregava più intensamente": che esempio per noi quando troviamo la vita difficile, quando ci troviamo di fronte a una decisione penosa o quando lottiamo contro la tentazione. In momenti come questi, Gesù pregava più intensamente. Noi dobbiamo fare lo stesso.

perciò, quando è difficile pregare, la cosa più importante è non smettere di pregare, non arrendersi di fronte allo sforzo. In questi momenti rivolgetevi alla Bibbia e alla liturgia della Chiesa. Meditate sulla vita e gli insegnamenti di Gesù riportati nei Vangeli. Ponderate la saggezza e il consiglio degli apostoli e i messaggi provocatori dei profeti. Cercate di far vostre le belle preghiere dei Salmi. Troverete nella parola ispirata di Dio il nutrimento spirituale di cui avete bisogno. Soprattutto la vostra anima troverà sollievo quando parteciperete con tutto il cuore insieme con la comunità alla celebrazione dell'Eucaristia, la più grande preghiera della Chiesa.


11. Ricordate la storia di Gesù e di sua Madre Maria alle nozze di Cana? A un certo punto della festa, quando avevano terminato il vino, Maria dice a quelli che servivano a tavola: "Fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Quando i servi seguirono il consiglio di Maria, Gesù vide la loro fede e tramuto l'acqua in vino, un vino la cui qualità era di molto superiore a quello che era stato servito prima. E il consiglio di Maria rimane valido ancora oggi. Poiché l'autentico successo della nostra vita consiste nel conoscere e nel fare la volontà di Gesù, nel fare tutto ciò che ci dice. Quando pregate, dovete essere consapevoli che la preghiera non significa soltanto chiedere qualcosa a Dio o cercare un aiuto particolare, anche se le preghiere di supplica sono modi autentici di pregare. L preghiera dev'essere caratterizzata anche dal rendimento di grazie e dalla lode, dall'adorazione e dall'attento ascolto, chiedendo perdono a Dio e la remissione dei peccati. Se seguite il consiglio di Gesù e costantemente pregate Dio, allora imparerete a pregare bene. Dio stesso ve lo insegnerà.

La preghiera può veramente cambiare la vostra vita. Poiché distoglie la vostra attenzione da voi stessi e volge la vostra mente e il vostro cuore verso il Signore. Se guardiamo soltanto a noi stessi, con i nostri limiti e i nostri peccati, diventiamo ben presto preda della tristezza e dello sconforto. Ma se teniamo i nostri occhi rivolti al Signore, allora i nostri cuori saranno riempiti di speranza, le nostre menti saranno illuminate dalla luce della verità, e noi riusciremo a conoscere la pienezza del Vangelo con tutte le sue promesse e la sua vita.


12. Inoltre la preghiera ci aiuta e essere aperti allo Spirito Santo, lo Spirito di verità e di amore, lo Spirito che è stato dato alla Chiesa affinché essa possa compiere la sua missione nel mondo. E' lo Spirito Santo che ci dà la forza di opporci al male e di fare il bene, di fare la nostra parte nell'edificazione del regno di Dio.

E' significativo il fatto che il simbolo dello Spirito Santo nella Pentecoste siano lingue di fuoco. Infatti il fuoco è spesso il simbolo che la Bibbia impiega per parlare dell'azione di Dio nella nostra vita. Poiché lo Spirito Santo infiamma veramente i nostri cuori, risvegliando in loro l'entusiasmo per le opere di Dio. E quando noi preghiamo, lo Spirito Santo suscita in noi l'amore di Dio e l'amore del prossimo. Lo Spirito Santo ci dà la gioia e la pace. Il mondo moderno, caratterizzato dalla tecnologia, può offrirci molti piaceri, molti agi nella vita. può addirittura offrirci un'evasione temporanea dalla vita.

Ma quel che il mondo non potrà mai dare sono la gioia e la pace durevoli. Questi sono doni che soltanto lo Spirito Santo può dare. E questi sono doni che io chiedo per voi, affinché siate forti nella speranza e perseveranti nell'amore. Ma condizione per tutto questo è la preghiera, che significa stretto rapporto con Cristo, comunione con Dio. Cari giovani: il mio messaggio a voi non è nuovo. L'ho espresso altre volte e, con la grazia di Dio, lo farà ancora. E così, finché durerà il ricordo di questa visita, possiate ricordare che io, Giovanni Paolo II, sono venuto in America per chiamarvi a Cristo, per invitavi a pregare!

1987-09-12 Data estesa: Sabato 12 Settembre 1987





GPII 1987 Insegnamenti - A scuole cattoliche - New Orleans (Stati Uniti)