GPII 1988 Insegnamenti - Ai collaboratori nella missione popolare presenti nella "Plaza de Armas" - Lima

Ai collaboratori nella missione popolare presenti nella "Plaza de Armas" - Lima

Titolo: "Vi saluto come laici impegnati nell'opera della nuova evangelizzazione"

Testo:

Carissimi fratelli e sorelle.


1. Saluto tutti con le parole di Gesù risorto: "La pace sia con voi" (Lc 24,36).

Le mie parole in questo incontro sono rivolte a tutti voi che riempite questa Plaza de Armas, ma in modo speciale a quanti hanno attivamente partecipato alla grande missione di Lima e in altri luoghi del Perù. Vi saluto come laici impegnati che collaborate all'opera della nuova evangelizzazione.

Nella mia prima visita in Perù vi invitai, da questo stesso luogo, ad accogliere la parola di Cristo ed a testimoniarla nella vostra vita personale, familiare e sociale. Con questo spirito avete realizzato la grande missione in Lima, per rispondere con la forza del Vangelo alle sfide di una società che soffre i sintomi di una crescente secolarizzazione.

Avete cercato nuove vie e modi per rendere Cristo presente fra i vostri fratelli, arrivando dovunque, cercando di illuminare le realtà sociali e i problemi umani nella prospettiva del Vangelo, seguendo le esigenze dell'amore e della pace.

Attraverso la vostra azione a servizio della evangelizzazione, tutto il popolo cristiano è andato prendendo coscienza del senso pastorale e spirituale del V Congresso eucaristico e mariano dei Paesi bolivariani, che concludero domani con San Miguel.


2. L'Eucaristia è la fonte e il culmine di tutta la predicazione evangelica. In essa Cristo, nostra Pasqua e pane vero, si fa realmente presente, si offre al Padre, ci si dona come alimento che dà vita e che spinge a trasmettere questa vita che da lui riceviamo. Attraverso l'Eucaristia aumenta la nostra partecipazione alla natura divina che abbiamo come figli di Dio attraverso il Battesimo (cfr. 2P 1,4).

L'Eucaristia ristabilisce in noi l'armonia del nostro essere e ci spinge a proiettare sulla società lo spirito di riconciliazione che dobbiamo vivere secondo il progetto di Dio (cfr. 2Co 5,19).

Ci nutriamo del pane di vita per poter portare Cristo nelle diverse sfere della nostra esistenza: nell'ambiente familiare, nel lavoro, nello studio, nelle istituzioni politiche e sociali, nei mille impegni evangelici della vita quotidiana.

Il mistero della Eucaristia è "sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità", come dice sant'Agostino (S.Augustini "In Ioann. Evang.", 26, 31), e ci spinge pertanto a creare una stabile armonia fra la profondità della pietà personale e le esigenze dell'impegno sociale, dato che la celebrazione della Eucaristia, "per essere piena e sincera deve spingere sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all'azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana" (PO 6).


3. Il progetto stesso di Dio, manifestatoci da Cristo nel Vangelo, è quello che rivela e rende presente nella Chiesa la Vergine Maria. Gesù ha voluto svelare la maternità spirituale di Maria, indicandola come madre nostra: "Ecco tua Madre" (Jn 19,27), dice a Giovanni dalla croce. E il discepolo amato "da quel momento la prese nella sua casa".

Davanti al dono della maternità di Maria, la risposta obbligata è quella dell'amore filiale. Come ho scritto nella enciclica "Redemptoris Mater", "l'affidamento è la risposta all'amore di una persona e, in particolare, all'amore della madre. La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante tale affidamento filiale nei riguardi della Madre di Dio, iniziato col testamento del Redentore sul Golgota" (RMA 45). Chi accoglie Maria come tesoro preziosissimo, entra anche in comunione con i fratelli aprendosi al servizio solidale di tutti loro.


4. L'Eucaristia e la Vergine Maria, questi due temi della missione ci offrono numerosi spunti di riflessione riguardo al mistero eucaristico e la maternità della Vergine. "Maria guida i fedeli verso l'Eucaristia" (RMA 44). La Vergine ci insegna ad avvicinarsi al mistero eucaristico con fede, con purezza di cuore, con rispetto e riverenza; ci invita a contemplare il mistero della presenza e del sacrificio di Cristo con gli stessi sentimenti di adorazione e di ringraziamento con cui ella contemplava il mistero del suo Figlio.

Queste sue meraviglie dell'amore di Dio, l'Eucaristia e la maternità verginale di Maria, ci devono spingere, da una parte, ad unirci in perenne ringraziamento con tutta la Chiesa, e dall'altra, ad impegnarci come cristiani nel grande impegno della evangelizzazione, affinché nessuno rimanga privo di questi doni di Dio che solo possono essere accolti attraverso la fede e la comunione con la vita della Chiesa.

Maria e l'Eucaristia. Queste due realtà che riempiono di luce e di vita il cammino della Chiesa pellegrina, ci devono incoraggiare ad illuminare e vivificare con raddoppiato impegno tutti gli ambienti della società peruviana, dove i laici sono in modo particolare chiamati a dare testimonianza della loro fede nel servizio ai fratelli.


5. A tutti voi qui riuniti in questa storica Plaza de Armas, chiedo che la vostra presenza, in questo momento solenne, sia una conferma della vostra devozione eucaristica e mariana, ed allo stesso tempo, il rinnovo, davanti al successore di Pietro, dell'impegno di fare delle vostre vite punti luminosi che irradino la grazia della Eucaristia e di una filiazione mariana pienamente compresa.

Ormai alle porte del V Centenario della evangelizzazione del continente latinoamericano, invito tutti a intraprendere il cammino del Vangelo con spirito rinnovato, cominciando dalla vita domestica, dalla vita familiare, dagli ambienti di studio e lavoro, affinché ogni attività umana sia orientata verso Dio.

A tutti coloro che hanno partecipato alla missione in Lima, a tutti voi qui riuniti, a tutti coloro che si uniscono a noi attraverso la radio e la televisione, imparto con affetto la mia benedizione apostolica.


Data: 1988-05-14 Data estesa: Sabato 14 Maggio 1988




Radiomessaggio al Paraguay

Titolo: "Affido alla santissima Vergine di Caacupé le intenzioni pastorali del mio viaggio tra voi"

Testo:

Cari fratelli nell'episcopato, amatissimi fratelli e sorelle del Paraguay.


1. Fra pochi giorni, con l'aiuto di Dio, avro la gioia di trovarmi sulla vostra terra.

Desidero perciò inviare dalla Sede dell'apostolo Pietro, centro della cattolicità, un saluto appassionato ed affettuoso a tutti i paraguayani.

Ringrazio la divina Provvidenza che mi concede la possibilità di realizzare fra poco un desiderio lungamente accarezzato. Il prossimo giorno 16, con l'aiuto di Dio, giungero ad Asuncion e nel corso del mio itinerario di carattere strettamente evangelizzatore, avro la gioia di avere incontri non soltanto nella capitale, ma anche a Villarrica, Mariscal Estigarribia, Encarnacion ed ai piedi della santissima Vergine di Caacupè.


2. Ho accolto con grande piacere l'invito che a suo tempo mi è stato rivolto dalla Conferenza episcopale paraguaiana e dal governo della nazione. Desidero e prego Dio affinché le giornate che passero fra voi siano una gioiosa celebrazione della nostra fede ed uno stimolo a rafforzare vincoli di fraternità e di convivenza pacifica fra tutti i paraguaiani.

Avrei desiderato che il viaggio fosse più lungo per includere in esso altri luoghi del Paese. Anche ai carissimi figli di quelle città dove non andro di persona, invio di cuore il mio ringraziamento, per i graditi inviti. Ed in particolare saluto sin d'ora gli abitanti di Concepcion.

Faro visita a tutti gli amatissimi figli del Paraguay, senza distinzione di origine, o di posizione sociale.

Desidero essere presente in tutte le famiglie, almeno con la mia benedizione, in qualsiasi luogo del Paese mi trovero, la mia parola di incoraggiamento e di speranza sarà diretta a tutti ed a ciascuno in un abbraccio di pace.


3. Questo viaggio, così come gli altri che ho fatto, avrà un carattere eminentemente religioso, come si addice alla missione della Chiesa ed al ministero affidato da Cristo a Pietro ed ai suoi successori: predicare la buona novella, confermare nella fede i fratelli (cfr. Lc 22,32).

Particolare gioia mi darà la canonizzazione del beato Roque Gonzàlez de Santacruz ed i compagni martiri. Sarà quello un grande giorno per la Chiesa del Paraguay e per la Chiesa universale, che annovererà in questo modo tra i santi queste anime elette evangelizzatori esemplari che, spinti da incontenibile amore per Dio, trascorsero la vita e diedero persino il proprio sangue quale testimonianza di impegno senza riserve nel servizio al prossimo.

So dell'impegno e dell'entusiasmo con cui, sotto la guida dei vostri pastori, vi state preparando affinché questa visita del successore dell'apostolo Pietro si trasformi in abbondanza di frutti spirituali. Vi esprimo perciò il mio apprezzamento e la mia gratitudine e vi esorto ad intensificare le vostre preghiere affinché le giornate di comunione nella fede e nella speranza che condivideremo si trasformino in un rinnovato sforzo per diffondere e vivere il Vangelo e rafforzino l'azione pastorale di ciascuna diocesi, e la vita cristiana di ciascuna comunità ecclesiale.

Affido alle mani della santissima Vergine di Caacupè le intenzioni pastorali di questo viaggio e mi raccomando con voi alla sua protezione. Che il Signore effonda grazie in abbondanza fra il popolo fedele paraguaiano. Vi benedico tutti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


Data: 1988-05-14 Data estesa: Sabato 14 Maggio 1988




Messaggio radio-televisivo ai detenuti peruviani - Lima

Titolo: La privazione della libertà non indebolisca gli affetti familiari e l'amore per la patria

Testo:


1. Amatissimi fratelli e sorelle, che per diversi motivi e circostanze della vita siete stati internati nei penitenziari.

Voglio che la mia parola arrivi a ciascuno di voi, nei centoundici penitenziari dove, sulla costa, nella "sierra" o nella selva soffrite la limitazione della libertà e la separazione dai vostri cari, come il messaggio di un amico, con la speranza che riempia il vostro spirito di consolazione e di pace.

Durante la mia precedente visita in Perù, nel febbraio 1985, vi inviai con immenso affetto la mia benedizione; in questo modo volli corrispondere e manifestare la mia viva gratitudine per la vostra sincera testimonianza di adesione come pure per il delicato ed artistico regalo che mi presentaste, frutto del lavoro delle vostre mani.

Tornando adesso, su invito dell'episcopato, per presiedere alla chiusura di questo Congresso eucaristico e mariano dei Paesi bolivariani, voglio dirvi che vi ho spiritualmente molto presenti nella mia mente, nel mio cuore e nella mia preghiera. Sebbene non possiate unirvi fisicamente a noi in queste grandi solennità, tuttavia potete adorare il Signore nel mistero della Eucaristia, davanti al tabernacolo, dove lui è voluto rimanere con noi per sempre. La presenza di Cristo nella Eucaristia vi accompagna nella vostra solitudine e vi invita alla preghiera e alla speranza.


2. A quanti credono in lui, e in modo particolare a voi, dice Gesù nel Vangelo: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorero.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo è infatti dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,26-28).

Condivido le vostre pene, la durezza della vostra situazione, l'impazienza, a volte, della lunga attesa della sentenza giudiziaria che sanzioni la vostra condizione. Penso con dolore alle vostre spose, sposi, genitori o figli che hanno anche bisogno, oltre che della consolazione della vostra compagnia, dell'appoggio e dei frutti del vostro onesto lavoro. Conosco le dolorose tensioni che sono costate dolorosi spargimenti di sangue e so delle vostre penurie e delle vostre necessità che, nonostante nobili e generosi sforzi da pane delle autorità, non si riescono a superare.

Spinto dal mio affetto per voi, benedico e ringrazio di cuore per il loro generoso lavoro pastorale, quanti si preoccupano di voi, quanti si interessano per il vostro bene: i sacerdoti, i religiosi, gli agenti pastorali, che cercano con zelo ardente di ravvivare nel vostro cuore la fede in Dio, la speranza cristiana che dobbiamo mantenere accesa anche nel mezzo della notte più oscura; quanti con carità alleviano i vostri dolori e le vostre necessità facendovi scoprire anche il valore salvifico della sofferenza quando si accetta per amore di Cristo.

Esprimo il mio riconoscimento a coloro che, ai diversi livelli di responsabilità, con umanità e con spirito cristiano, compiono i difficili doveri della custodia o della direzione e del governo dei penitenziari.

Tutti ricordino la parola del Signore rivolta espressamente a quanti vivono in circostanze come le vostre: "Quello che avete fatto a loro lo avete fatto a me; quello che non avete fatto a loro, non lo avete fatto a me. Ero io che stavo nel carcere, e siete venuti a visitarmi" (cfr. Mt 25,40).


3. A voi chiedo che siate "pazienti nella tribolazione", solidali nel desiderare e nel fare il bene a coloro che con voi condividono il dolore della prigione e la lontananza dalle persone care; questo tempo di privazione della libertà non indebolisca gli affetti familiari nè l'amore per il vostro Paese, nella speranza dell'agognato ritorno al focolare e al normale reinserimento nella vita sociale peruviana.

Il Signore dei Miracoli, che tanto amate e onorate, anche all'interno del carcere vi accompagni e vi faccia sentire il suo amore. La vostra patrona, la Madonna del Carmine, con la tenerezza e il potere di Madre e di Regina di Misericordia, interceda davanti a Dio per la soluzione dei vostri problemi e riempia di nobili desideri i vostri cuori.

Vi benedico con profondo affetto, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.


Data: 1988-05-15 Data estesa: Domenica 15 Maggio 1988




Omelia alla Messa conclusiva del Congresso eucaristico mariano - Lima (Perù)

Titolo: L'Eucaristia è sacramento della missione che ci spinge ad essere testimoni di Cristo

Testo:


1. "Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo" (Ac 1,11). Tutta la Chiesa ascolta oggi queste parole che gli apostoli udirono il giorno della dipartita di Cristo al Padre.

"Sono uscito dal Padre e sono venuto al mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre" (Jn 16,28). Questo annunzio si compi a quaranta giorni dalla risurrezione. Gesù... ascese al cielo" (Ac 1,2 cfr. Ac 1,11). Sali ai cieli. La liturgia di oggi ci fa presente questo mistero della fede.

Leggiamo negli Atti degli Apostoli: "Egli si mostro ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio" (Ac 1,3). Adesso questi giorni sono arrivati al termine. Cristo ha concluso il tempo della sua missione terrena; proclamando il Regno di Dio ha rivelato il mistero dell'Emmanuele, il mistero del Dio con noi.

Gesù lascia questa terra. Tuttavia il mistero dell'Emmanuele - Dio con noi - permane. Cristo non venne sulla terra per subito abbandonarci tornando al Padre. E' venuto per rimanere con noi per sempre.


2. La Chiesa estesa per i Paesi bolivariani celebra oggi solennemente, nella capitale del Perù, la chiusura del V Congresso eucaristico e mariano.

In questa città di Lima, punto centrale di questo incontro continentale nella fede e antica sede dei Concili limensi - tra i quali il terzo fu uno di quelli convocati da san Toribio -, si riuniscono oggi Vescovi e rappresentanti di diverse Chiese locali attorno alla Eucaristia e alla Madre del Signore.

Che cos'è questo se non una conferma della verità che Cristo, che è andato al Padre, continua ad essere presente fra di noi? E' in mezzo a noi lo stesso Cristo crocifisso e risuscitato. E' con noi colui che nel cenacolo "prese il pane... e disse: Questo è il mio corpo, che è per voi...". "Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue" (1Co 11,23-25). Il corpo e il sangue di Cristo. Gesù crocifisso che si offre in sacrificio per i peccati del mondo. Gesù che, nell'agonia, consegna al Padre il suo spirito (cfr. Lc 23,46).

Cristo, il gran sacerdote, il sacerdote del sacrificio del proprio corpo e del proprio sangue che offre al Padre.

Cristo crocifisso e Cristo risuscitato. Sia questo sacrificio che questo sacerdote sono perenni. Perdurano in questo mondo anche dopo l'Ascensione del Signore. "Ogni volta, infatti, che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1Co 11,26), ci ricorda l'apostolo Paolo.

Annunziate la morte del Signore dappertutto, in tutti i luoghi della terra, in tutti i Paesi bolivariani, in tutta l'America Latina. E la morte del Signore vuol dire proprio questo: la verità dell'Emmanuele. Dio è con noi mediante il sacrificio di suo Figlio fatto obbediente fino alla morte. Egli è presente in mezzo a noi in modo salvifico. E' con noi come redentore del mondo.

Avete voluto che questo Congresso eucaristico fosse al tempo stesso mariano. Come non vedere in questo desiderio una manifestazione in più della stretta unione tra Maria e il mistero dell'Emmanuele? In lei si compie la profezia di Isaia (cfr. Is 7,14, Mt 1,23) e ha inizio la realizzazione del disegno redentore del Padre in Cristo. Dio s'incarna nel suo seno; è Emmanuele, Dio con noi. Maria, con meraviglia della natura, genera il suo Creatore, come proclama la Chiesa (cfr. Ant. "Alma Redemptoris Mater"). Si trasforma così, come ha saputo ripetere la pietà popolare, in "tempio e tabernacolo della Santissima Trinità".


3. Mentre stiamo alla presenza di Gesù sacramentato, qui a Lima, la capitale del Perù, raduniamo attorno a Cristo-Eucaristia tutto questo continente: le coste immense degli oceani, i nevai che si innalzano verso il cielo, le selve e le pianure tropicali, i fiumi e i laghi, gli altipiani e le "pampas".

Dando voce a tutte le creature, cantiamo al Signore il salmo della liturgia dell'Ascensione: "Perché Dio è re di tutta la terra ... / Dio regna sui popoli / Dio siede sul suo trono santo" (Ps 47[46],8-9).

Si, tutte le creature chiedono a Dio che stia con loro come Creatore e Signore.

E tuttavia il suo trono sulla terra è la croce sul Calvario, dove il suo corpo è stato consegnato alla morte e il suo sangue è stato sparso per i peccati del mondo.

E il suo trono è l'Eucaristia: il pane e il vino come specie del sacrificio redentore e della presenza salvifica dell'Emmanuele.


4. Per questo, siamo attorno a questo sacramento ammirabile.

Veniamo a lui con questo grande pellegrinaggio dei popoli bolivariani.

Portiamo tutto ciò che forma parte della vita di questi popoli e della Chiesa in tutta l'America Latina. All'Eucaristia dobbiamo associare tutta la nostra vita e la vita degli uomini del mondo intero.

Il pane, "frutto della terra e del lavoro dell'uomo", e il vino, "frutto della vite e del lavoro dell'uomo", simbolizzano tutto ciò che di buono portiamo in noi stessi e tutto il nostro lavoro e possono trasformarsi in offerta e in lode a Dio.

In questo modo, l'instaurazione del Regno dei cieli comincia a farsi realtà già sulla terra. Dio vuole contare sulla nostra collaborazione unita a queste offerte. Mediante l'Eucaristia, sacrificio del corpo e del sangue del Signore, i beni di questa terra servono per instaurare il Regno definitivo. Il pane e il vino "sono trasformati misteriosamente, ma realmente e sostanzialmente, per opera dello Spirito Santo e delle parole del ministro, nel corpo e nel sangue del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio di Maria" (SRS 48). Il Signore assume in se stesso tutto ciò che noi abbiamo apportato e si offre e ci offre al Padre "nel rinnovamento del suo unico sacrificio, che anticipa il Regno di Dio e ne annuncia la venuta finale". (SRS 48).


5. Cristo rimane in mezzo a noi. Non solo durante la Messa, ma anche dopo, sotto le specie custodite nel tabernacolo. E il culto eucaristico si estende tutto il giorno, senza limitarsi alla celebrazione del sacrificio. E' un Dio vicino, un Dio che ci aspetta, un Dio che è voluto rimanere con noi. Quando si ha fede in questa presenza reale, come diventa facile stare accanto a lui, adorando l'amore degli amori! Come diventa facile comprendere le espressioni di amore con le quali, lungo i secoli, i cristiani hanno circondato l'Eucaristia! L'amore all'Eucaristia è stata l'occasione perché si manifestasse qui - come in tante parti del mondo -, la genialità del vostro popolo, lasciando nelle nazioni bolivariane un patrimonio eucaristico singolare, degno di essere conservato scrupolosamente (cfr. SC 22). Il sollievo della miseria di coloro che soffrono non potrà essere mai una discolpa per trascurare o perfino disprezzare Gesù nell'Eucaristia; non bisogna infatti dimenticare che la dignità ed il decoro negli oggetti di culto e nelle cerimonie liturgiche, è una prova di fede e di amore per Cristo nell'Eucaristia.


6. Gesù, pero, non solo vuole rimanere con noi; vuole darci la forza per entrare nel suo Regno. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21).

Cristo, che ha compiuto la volontà di suo Padre "fino alla morte e alla morte di croce" (Ph 2,8), ci rende partecipi della sua fedeltà mediante l'Eucaristia.

Attraverso di essa ci dà la forza che rende possibile compiere la volontà di Dio, per la quale entriamo nel Regno dei cieli. Cristo vuol essere nostro alimento.

"Prendete e mangiate, questo è il mio corpo" (Mt 26,26) ci dice come disse ai suoi discepoli il giorno del giovedi santo. E' il mistero dell'amore che esige da parte nostra una risposta di amore. Per questo dobbiamo riceverlo sempre degnamente, con l'anima in grazia, essendoci purificati prima, quando ne abbiamo bisogno, per mezzo del sacramento della Penitenza. "perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore - ci dice l'apostolo Paolo - sarà reo del corpo e del sangue del Signore" (1Co 11,27). E lo riceveremo con la maggiore frequenza possibile come manifestazione del nostro amore, del nostro desiderio di assomigliare a lui e di essere veri discepoli suoi nel servizio dei nostri fratelli.

Emmanuele, Dio con noi, Dio dentro di noi è come un anticipo dell'unione con Dio che avremo in cielo. Quando lo riceviamo con le dovute disposizioni si rafforza, per così dire, l'inabitazione della Trinità nella nostra anima, la percepiamo più intimamente. Con la comunione possiamo ascoltare di nuovo Cristo che ci dice "il Regno di Dio è in mezzo a voi" (Lc 17,21).

Ricordiamoci, allo stesso tempo, che il suo Regno, sebbene già iniziato nel tempo presente, non è di questo mondo (cfr. Jn 18,36). Il suo Regno è il "Regno di verità e di vita, Regno di santità e di grazia, Regno di giustizia, di amore e di pace" ("Prefatio" in sollemnitate Domini Nostri Iesu Christi Universorum Regis). E' il Regno nel quale egli va a prepararci un posto e al quale ci condurrà quando ce lo abbia preparato (cfr. Jn 14,2-3), se gli siamo stati fedeli. In questo modo, sapremo rigettare la tentazione del messianismo terreno: la tentazione di ridurre la missione salvifica della Chiesa ad una liberazione esclusivamente temporale. "La Chiesa vuole il bene dell'uomo in tutte le sue dimensioni, prima come membro della città di Dio, e poi come membro della città terrestre" (Congr. pro Doctr. Fidei "Libertatis Conscientia", 63). Per questo insegna che "la liberazione più radicale, cioè la liberazione dal peccato e dalla morte, è quella compiuta mediante la morte e la risurrezione di Cristo" (Congr, Pro Doctr. Fidei "Libertatis Conscientia", 22).


7. "Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1Co 11,26).

Ogni volta che partecipiamo alla Eucaristia ci uniamo di più a Cristo e, in lui, a tutti gli uomini, con un vincolo più perfetto di qualsiasi unione naturale. E, uniti, ci invia al mondo intero per dare testimonianza dell'amore di Dio mediante la fede e le opere di servizio agli altri, preparando la venuta del suo Regno e anticipandolo fra le ombre del tempo presente. Scopriamo, inoltre, il senso profondo della nostra azione nel mondo a favore dello sviluppo e della pace, e riceviamo da lui le energie per impegnarci in questa missione ogni volta con più generosità (cfr. SRS 48). Costruiamo così una nuova civiltà: la civiltà dell'amore. Una civiltà che, qui in Perù, hanno contribuito a forgiare anime scelte come san Toribio di Mogrovejo, santa Rosa da Lima, san Martino di Porres, san Francesco Solano, san Giovanni Macias, la beata Ana de los Angeles e tanti altri cristiani esemplari, che, con la testimonianza della loro vita e con le loro opere di carità, ci hanno lasciato un cammino luminoso di autentico amore preferenziale per i poveri secondo il Vangelo. Una civiltà che, su questa base di amore alla persona che sta vicino a noi - il nostro prossimo - trasformerà le strutture e il mondo intero.


8. Chiesa di questa terra peruviana! Chiesa nei Paesi bolivariani! Chiesa in tutto questo continente che si prepara a celebrare i cinquecento anni della sua evangelizzazione! Questo è il giorno in cui Cristo, prima di salire al cielo, invia gli apostoli per tutto il mondo.

Proprio oggi - prima di andarsene da questo mondo al Padre -, Gesù dice loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15).

Ma che cosa sono, dodici uomini per andare in tutto il mondo, a predicare ad ogni creatura? Gli stessi apostoli avrebbero potuto farsi questa domanda. Chi siamo noi? Come potremo far fronte a questa missione? Come riusciremo a cambiare questa civiltà di morte in una civiltà di amore e di vita? Sono domande che anche oggi noi ci facciamo; interrogativi che possono assalirci di fronte all'immensità dell'impresa che ci attende.

Ed è lo stesso Signore che ci risponde. Gesù dice ai suoi discepoli e, in loro, a noi: "Ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (Ac 1,8).

I confini della terra! Già allora era stato previsto il tempo in cui, a questi "confini della terra", sconosciuto, tra l'Oceano Atlantico e il Pacifico, sarebbero arrivati gli apostoli della buona novella nella persona dei loro lontani successori e continuatori.


9. Chiesa del Perù! Chiesa dei Paesi bolivariani! Chiesa d'America Latina! Cristo ti parla con le stesse parole con cui parlo allora e ti invia a predicare la buona novella a ogni creatura così come invio gli apostoli il giorno dell'Ascensione.

L'Eucaristia è il sacramento di questa missione. Nell'Eucaristia si perpetua la morte e la risurrezione del Signore. In essa si fa presente la potenza dello Spirito Santo che ci spinge ad essere testimoni di Cristo per annunciare il suo messaggio di salvezza a tutte le nazioni.

L'Eucaristia che oggi celebriamo qui è sacramento della missione, dell'invio. Da essa nasce la missione di tutti: dei Vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, dei laici, di tutto il Popolo di Dio.

Camminate, pertanto, alimentati e sostenuti dall' Eucaristia! Camminate con Maria, la Madre di Gesù! Rimanete con lei in orazione perseverante (cfr. Ac 1,14). Essa è la Madre della Chiesa nascente e, dopo l'Ascensione del Figlio, la sua condizione materna rimane nella Chiesa per sostenerci col suo amore (cfr. RMA 40). Camminate! E non vi manchi coraggio nè pazienza, non vi manchi umanità e costanza. Non vi manchi la carità! Figli e figlie dell'America Latina, anch'io vi ripeto le parole che abbiamo ascoltate dal libro degli Atti degli Apostoli: "perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo" (Ac 1,11).

Tutti noi stiamo in questo mondo, in mezzo alle realtà terrene, ma con lo sguardo fisso in alto, sapendo che il Signore verrà di nuovo.

Con grande amore e fiducia siamo "nell'attesa della tua venuta".

"Maranà tha". Vieni Signore Gesù!


Data: 1988-05-15 Data estesa: Domenica 15 Maggio 1988




Recita del "Regina Coeli" - Lima (Perù)

Titolo: "Nei santuari che abbelliscono il Perù Maria ci attende per offrirci la forza spirituale di cui abbiamo bisogno"

Testo:

"Rallegrati, o Regina del cielo".

Maria, senza dubbio, si è rallegrata ed ha esultato nel Signore durante le giornate di questo grande Congresso che oggi concludiamo, durante le quali il Popolo di Dio dei Paesi bolivariani ha manifestato con entusiasmo la propria profonda fede in Gesù eucaristia.

E' stata una celebrazione liturgica e popolare di diversi Paesi fratelli in onore di colui che ha realizzato la nostra salvezza, di colui che continua a rinnovare la sua opera di amore misericordioso attraverso i sacramenti, di colui che ha voluto rimanere insieme a noi, per essere nostro compagno, nostro amico, nostro fratello.

L'esortazione che lo stesso Signore continua a rivolgerci "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi ristorero" (Mt 11,28), è stata in questi giorni un invito ad avvicinarsi a lui con Maria e attraverso Maria.

Lei "Vergine e Madre, Figlia del suo Figlio" - nell'eloquente espressione dantesca -, è nelle vostre nazioni al vostro fianco accompagnandovi nel vostro cammino, guidandovi nel vostro pellegrinaggio nella fede (cfr. RMA 24). Nei Santuari mariani, che come pietre preziose abbelliscono il vostro Paese, ella attende i suoi figli per ripetere loro come madre amorosa il divino consiglio, la parola che incoraggia, la forza spirituale di cui abbiamo tanto bisogno.

Sarebbe lungo e difficile elencare tutti questi luoghi di culto della Madre del Rendetore; voi li conoscete bene, e sapete dove andare per trovare colei che è "vita, dolcezza e speranza nostra".

Il popolo cattolico, con il suo particolare "sensus fidei", invoca Maria come madre; madre di misericordia, perché porta nelle sue braccia, e da lei lo abbiamo ricevuto, il Verbo di Dio fatto uomo, venuto a noi uomini perché abbiamo la vita e la abbiamo in abbondanza (cfr. Jn 10,10); una vita vera, piena, gioiosa, frutto della redenzione, che si perpetua nell'Eucaristia, sacramento dell'amore.

Oggi celebriamo, qui in Perù, la solennità liturgica dell'Ascensione del Signore al cielo. Uniti alla Vergine santissima ci rallegriamo con lei per la gloria del Figlio suo, nel quale si è manifestata la forza potente dell'Altissimo, "quando lo risuscito dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro" (Ep 1,20-21). Egli ci ha preceduti nella gloria che speriamo raggiungere e la nostra santissima Madre ci incoraggia a seguire i passi di colui che ci indica il cammino per raggiungere il cielo, e ci dispensa, mettendola nelle nostre mani e nei nostri cuori, la grazia che ci trasforma in figli di Dio.

Possa il cantico del "Regina Coeli", amatissimi fratelli e sorelle, arrivare a Maria in solenne e gioioso coro, oggi e in tutti i giorni della nostra vita, unito all'impegno cristiano di essere testimoni dei veri valori evangelici quali costruttori di pace, fraternità ed armonia nella società peruviana e in tutta l'America Latina.


Data: 1988-05-15 Data estesa: Domenica 15 Maggio 1988




Con i vescovi peruviani - Lima (Perù)

Titolo: Prudenza e carità senza limiti ma anche fortezza nel denunciare deviazioni ed errori, per il bene delle anime e per fedeltà alla Chiesa

Testo:

"Congregavit nos in unum Christi amor".

Amatissimi fratelli nell'episcopato.


GPII 1988 Insegnamenti - Ai collaboratori nella missione popolare presenti nella "Plaza de Armas" - Lima