GPII 1988 Insegnamenti - A un gruppo di motociclisti - Città del Vaticano (Roma)

A un gruppo di motociclisti - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Voi che correte per le strade del mondo volgete a Maria il pensiero e l'affetto

Testo:

Carissimi amici motociclisti!


1. La devozione a Maria santissima, nostra madre celeste, vi ha spinti fin qui, a Roma, in Vaticano, per esprimere in modo concreto e profondo i vostri sentimenti in questo anno mariano, a lei dedicato.

Vi ringrazio per questa vostra iniziativa e, nel darvi il benvenuto, vi rivolgo il mio saluto cordiale. Saluto in modo particolare il Cardinale Luigi Dadaglio e il Vescovo di Alessandria, monsignor Ferdinando Maggioni, le autorità della Federazione Motociclistica Italiana e Internazionale; i dirigenti del Coni, gli organizzatori e i responsabili della manifestazione annuale e di questo storico incontro romano.

Sono molto lieto di accogliervi ed auspico di cuore che questa udienza speciale, così caratteristica e così significativa, rimanga indelebile nella vostra memoria e porti frutti di serenità, di pace, di amore reciproco, ed insieme di fede cristiana più fervorosa e coerente.

La vostra presenza mi ricorda le vicende del vostro sodalizio internazionale. L'associazione "Madonna dei Centauri", con sede in Alessandria, riunisce ogni anno nella seconda domenica di luglio gli appassionati di motociclismo di tutto il mondo, a Castellazzo Bormida, presso il Santuario della "Madonna della Creta", loro patrona. Tale la proclamo con Breve apostolico il Papa Pio XII nel 1947. Da allora la devozione alla "Madonna dei Centauri" ha conosciuto uno sviluppo continuo.


2. L'odierna manifestazione, che si svolge nell'anno mariano, si presta a sottolineare quanto sia importante anche per voi la devozione rettamente intesa a Maria santissima.

Voi, che correte veloci per le strade del mondo con i vostri splendidi "centauri", capolavori dell'ingegno e della tecnica, a lei dovete volgere il vostro pensiero e il vostro affetto! E' Maria, madre di Dio fattosi uomo come noi e per noi, che vi dà l'esempio della fede totale nella persona e nel messaggio di Cristo, rivelatore e redentore! Ci sono molti modi di interpretare la vita, la storia, l'universo; ci sono cioè molte ideologie, molte filosofie, molte religioni, ma c'è un solo "Testimone della verità", una sola "Luce del mondo", capace di dare l'autentico significato all'esistenza umana. Voler costruire la propria vita senza Cristo, e cioè senza la sua dottrina, la sua legge morale, la sua grazia, vuol dire edificare sulle sabbie mobili, camminare nelle tenebre! E' Maria, madre di Cristo e perciò madre nostra spirituale, che indica all'uomo il suo vero e unico destino. Prigionieri come siamo del tempo e dello spazio, difficilmente riusciamo ad elevarci al di sopra degli avvenimenti contingenti per scoprire l'autentica prospettiva, verso la quale occorre orientare la vita. Con parola ispirata ce la indica chiaramente san Paolo, quando scrive agli efesini: "In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo... In lui siamo stati fatti anche eredi" (Ep 1,4-5 Ep 1,11). Non è facile realizzare il progetto di Dio ed "essere santi e immacolati al suo cospetto", tanto più quando la mentalità e il costume della società spingono in senso contrario. Maria, che è tutta innocenza e santità, ci sprona al coraggio in questa impresa sublime e ci addita l'eredità del cielo.

E' Maria, infine che, quale madre buona a cui Gesù stesso ha affidato l'umanità intera, ci esorta al rispetto di ogni persona, all'amore, alla carità reciproca, a non mettere mai in pericolo la propria e l'altrui vita, a frenare la fretta, l'impazienza, l'euforia della velocità, per non essere mai causa di lacrime e di sofferenza.


3. Cari amici! L'anno mariano sia anche per voi motivo e stimolo per una vita cristiana più coerente, più cosciente, più esemplare. Oh, certo, Maria ha ormai superato la soglia tra la fede e la visione: ella contempla e gode la gioia dell'Altissimo! E tuttavia "non cessa di essere la "stella del mare" (Maris Stella) per tutti coloro che ancora percorrono il cammino della fede" (RMA 6).

Innalzate i vostri sguardi a questa stella luminosa! Consultate questa "bussola" durante la navigazione della vostra vita! E pregate ogni giorno Maria santissima, con umiltà, con rettitudine, con confidenza, perché quando si prega sinceramente la Madre di Cristo, anche la fede si mantiene viva ed efficace.

Con questi voti, e con l'augurio di una fervorosa celebrazione presso il vostro antuario di Castellazzo, vi imparto di cuore la propiziatrice benedizione apostolica, che estendo volentieri alle vostre singole famiglie.

Benedico anche, come mi avete chiesto, la grande e bene attrezzata struttura mobile sanitaria messa in circolazione sulle strade da codesta federazione al fine di venire in aiuto dei viaggiatori bisognosi di pronto soccorso.


Data: 1988-07-08 Data estesa: Venerdi 8 Luglio 1988




Al "Moleben" celebrato in onore della Madre di Dio nel Millennio del Battesimo della Rus' di Kiev- Roma

Titolo: "Dalla "parete indistruttibile" a Kiev, Maria cammina col popolo ucraino condividendone la sorte lungo tutta la sua storia"

Testo:

"L'anima mia magnifica il Signore / e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore" (Lc 1,46).


1. Alla vigilia della solenne celebrazione, qui a Roma, del Millennio del Battesimo della Rus' di Kiev, la liturgia ci pone davanti agli occhi il quadro suggestivo dell'incontro di Maria con la cugina Elisabetta. Sulla soglia della casa della madre di Giovanni Battista, la Vergine santissima eleva a Dio l'inno che tutto il mondo conosce: "L'anima mia magnifica il Signore / e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore" (Lc 1,46).

Qual'è il significato di queste parole? Con esse Maria riconosce ed esalta la grazia e la misericordia, di cui Dio non cessa di colmare gli uomini.

Ella proferisce queste parole, mossa dall'amore verso colui che ha concepito nel suo seno verginale. Rispetto agli altri santi, Maria ha un motivo in più di esultare in Gesù, suo salvatore. Ella sa che l'artefice della salvezza nascerà da lei e sarà nell'unica e medesima persona il suo Figlio e il suo Signore.


2. Noi tutti, partecipanti a queste celebrazioni del Millennio, nel meditare devotamente il "Magnificat", che è inno di gioia e di gloria, guardiamo a lei come ad un grande segno di Dio. In Maria le cose divine ed umane si sono unite fra loro: il cielo con la terra, la natura col soprannaturale, il tempo con l'eternità. Di qui deriva la grande gioia che pervade ogni parola del "Magnificat".

Ricordiamo oggi queste verità fondamentali, per prepararci degnamente alle celebrazioni del Battesimo della Rus' di Kiev, che costitui l'inserimento del mistero divino nella storia di un popolo, oltre che nella vicenda personale dei singoli suoi membri. Il Millennio ci ricorda che dieci secoli or sono, sulle rive del Dniepr, il Vangelo fu annunciato ad un popolo che, grazie al lavacro della rigenerazione, è entrato a far parte della Chiesa, corpo mistico di Cristo.


3. Riandiamo con la memoria, piena di riconoscenza, al Battesimo di Vladimiro e Olga e a ciascun Battesimo che nel corso di questi secoli è stato amministrato nelle terre della Rus' di Kiev dagli annunciatori della parola della salvezza. In ogni Battesimo si è realizzata la misericordia della Santissima Trinità ed è stato riconfermato ciò che è più caro all'uomo: il suo valore irripetibile, la sua trascendente dignità, la sua libertà di figlio di Dio.

"Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore". Il cantico di gioiosa gratitudine, pronunciato un giorno davanti a Elisabetta, è stato portato da Maria, attraverso i secoli, anche nelle terre dell'Ucraina, della Russia e della Bielorussia. E' stato portato a tutti i battezzati oltre gli Urali fino alle sponde dell'Oceano Pacifico. E stato portato anche ai fratelli ortodossi, i quali pure celebrano solennemente questo Giubileo. Maria desidera ardentemente che noi possiamo leggere in modo appropriato questa ricorrenza. Ella ci chiama all'unità.

Maria porta il "Magnificat", che è l'inno della libertà dello spirito, ad ogni responsabile dei fondamentali principi dell'umana convivenza, tra i quali deve essere annoverato il rispetto effettivo della libertà di coscienza e della possibilità di professare e di praticare la propria fede.

Maria porta questo inno di libertà alla generazione della gioventù ucraina, che inizia il nuovo Millennio. E' un appello alla libertà da qualsiasi male, dal peccato e dalle cattive inclinazioni. E' un appello all'osservanza dei comandamenti di Dio e dei precetti della Chiesa, perché soltanto il cuore puro "esulta in Dio, mio Salvatore".


4. Maria dice: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente" (Lc 1,49). Ma l'Onnipotente, il Padre nostro che è nei cieli, ha fatto grandi cose anche in noi.

Dobbiamo ringraziarlo per il dono del santo Battesimo, per l'appartenenza alla Chiesa cattolica, per la gioia di questo Millennio celebrato in tanti Paesi del mondo insieme con i vostri pastori, per questo nostro incontro di preghiera nel tempio di Santa Sofia in Roma, diffuso, per il tramite della radio vaticana, a quanti sono spiritualmente a noi uniti nella vostra patria e all'estero.

Il principe san Vladimiro, ben comprese le parole di Maria: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Fu lui a costruire il primo edificio sacro in onore della Madre di Dio. Sul suo esempio, il principe Jaroslàv il saggio non edifico soltanto la chiesa di Santa Sofia, esistente fino ad oggi, con il celebre mosaico della Madre di Dio, detta "Parete indistruttibile", ma consacro tutto il suo popolo alla protezione della Vergine santissima. Fece questo per amore verso di lei, e l'amore è la sorgente da cui scaturisce la piena libertà dello spirito.


5. Cari giovani! Nel corso dell'anno mariano, vogliamo riscoprire come tutto sia collegato con Maria, Madre santissima: la nostra vita terrena e il nostro destino eterno, la storia della Chiesa e, soprattutto, il suo inizio mediante il Battesimo nelle vicende di ogni popolo. Dove c'è il Battesimo, li c'è una nuova nascita, li deve esserci la Madre. Ciò che nasce deve essere posto sotto il cuore della madre.

Maria, peraltro ci è stata data come Madre accanto alla croce. La croce di Cristo è radicata nella nostra storia millenaria con un carico di sofferenza, ma anche di grazia. Non dimentichiamo che sotto quella croce c'era anche il discepolo, che rappresenta tutti noi.

Quale grande bene venne alla Chiesa da quel discepolo che sotto la croce udi le parole del testamento di Cristo: "Ecco la tua madre!" (Jn 19,27).

Anche voi, giovani, seguendo l'esempio del discepolo Giovanni, sulla soglia del secondo Millennio rileggete il testamento di Cristo e cercate di tradurlo nella vostra vita.

Ponetevi sotto la croce del Millennio del vostro Battesimo, come il discepolo si pose sotto la croce di Cristo, e ravvivate in voi il sentimento della responsabilità per il vostro Battesimo con riferimento ai secoli passati e in prospettiva di quelli che verranno. A voi, giovani, spetta di avviare il secondo Millennio alla luce del testamento di Cristo, in particolare di quelle densissime parole: "Ecco la tua madre!".


6. L'innodia orientale ripete molte volte le parole bibliche: "Rallegrati", "Benedetta tu", e la devozione popolare presenta l'icona della "Theotokos" sul più alto trono di Dio, nel posto centrale delle absidi dei templi, riconoscendo in Maria colei che partorisce il salvatore e lo dà agli uomini.

"Rallegrati, perché sei trono del Re Signore. / Rallegrati, perché per mezzo tuo adoriamo il Creatore". ("Akathistos", lk. 1).

Maria ando da Elisabetta per portarle il Verbo di Dio fatto carne nel suo seno. Similmente ella porto Dio alla terra della Rus', alle città di Kiev e di Leopoli, alle altre città e villaggi, scegliendo per sè il trono della "Parete indistruttibile" a Kiev.

Maria porto Cristo alla vostra antica terra nello splendido mistero della fede e della devozione. E i vostri avi seppero accogliere Maria e il suo Figlio, come conferma il culto offerto a lei in diverse forme. Numerosi scrittori e poeti hanno dedicato il loro genio ad esaltare la sua grandezza; e il popolo fedele, specialmente nelle feste mariane, accorre ai suoi santuari, per effondere nella preghiera dinanzi alle sue sante e miracolose icone il dolore dei cuori affranti.

"Sotto il tuo presidio ricorriamo, o Madre di Dio...".

L'anima ucraina in ogni vicenda della vita rimane sotto lo sguardo di Maria. Dalla "Parete indistruttibile" a Kiev, Maria - "Odegitria" e "Pyrogoszcza" - cammina col popolo ucraino, condividendone la sorte lungo tutta la sua storia.

Anche oggi il popolo fedele non cessa di ringraziare Dio insieme con la Vergine santissima per l'immenso numero di grazie ricevute: "Grandi cose ha fatto in me l'onnipotente e santo è il suo nome" (Lc 1,49). Tutto ciò che di grande, di bello, di buono vi è in noi è dono di colui, che essendo grande e potente, riesce a trasformare i piccoli e deboli in grandi e forti, i pavidi ed insicuri in coraggiosi e liberi.


7. Fratelli e sorelle! Cari giovani! Quando guardate al futuro, nel Millennio del Battesimo, domandatevi con santo timore se e in che misura siete stati fedeli alle promesse del santo Battesimo; se avete risposto al grande dono della grazia, pur in mezzo alle prove personali e comunitarie. Non mancano nella storia della vostra Chiesa i martiri e i confessori, che hanno dato testimonianza della libertà spirituale attinta all'incommensurabile mistero del santo Battesimo. Chi può contare le moltitudini di persone provate, il cui simbolo è anche la nobile figura del Cardinale Giuseppe Slipyi, che riposa in questo tempio? Il Millennio del Battesimo non porta soltanto a compimento una vicenda per molti aspetti gloriosa; esso ne avvia un'altra. Desideriamo iniziare questo secondo Millennio della vostra Chiesa e del vostro popolo con un nuovo soffio di speranza. Sentitevi responsabili per ogni coscienza, per ogni vita, per la moralità del popolo, per il tesoro della fede.

E' giusto trepidare: Dio non abbandona chi soffre e lotta per la fede, per la dignità dell'uomo, per la vera libertà dello spirito.


8. A questa fiducia ci invita il "Magnificat", inno della vittoria dello spirito umano.

Dobbiamo cantarlo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla soglia dell'inizio del secondo Millennio.

La vostra presenza qui è il segno che avete creduto nell'amore che vi circonda. La vigilia del Millennio deve essere per voi un invito alla "vigilanza"; e vigilare significa sentirvi responsabili per la sorte futura della Chiesa e del Popolo, senza scoraggiarvi dinanzi ad eventuali nuove sofferenze.

O Madre! Rivela a tutti il grande valore della coscienza umana; dona a tutti la fame di Dio, della religione, delle sante icone, delle proprie chiese e dei propri pastori. Fà che la dignità dell'uomo sia rispettata dappertutto, affinché si possa costruire su di essa il futuro della nuova generazione nella patria di san Vladimiro e di santa Olga. A te, madre dei cristiani, affidiamo in modo speciale il popolo ucraino, che celebra nel corso di questo anno mariano il Millennio della sua adesione al Vangelo.

Sii, o madre, aiuto dei fedeli ucraini, che vivono in patria o sparsi nei diversi Paesi del mondo. Spezza i legami degli oppressi. Conserva nei cuori la fede di san Vladimiro e l'amore verso la santa Chiesa e il successore di Pietro.

Prendi sotto la tua protezione materna tutti i credenti nel tuo Figlio e non permettere che alcuno di loro si perda, ma tutti conduci con te, fra le alterne vicende del mondo, alla patria beata del cielo.

Amen.


Data: 1988-07-09 Data estesa: Sabato 9 Luglio 1988




Alla divina liturgia per il Millennio del Battesimo della Rus' di Kiev - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Si avvicini il giorno del bacio della pace fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa

Testo:


1. "Gloria tibi Trinitas!" Mille anni fa, sulle rive del Dniepr, a Kiev nella Rus', si realizzavano le parole che Gesù aveva rivolto agli apostoli al termine della sua missione messianica sulla terra: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19).

Gloria a te, Padre - Figlio - Spirito Santo! Gloria a te, Santissima Trinità - unico Dio! Dio onnipotente, sovrano dell'universo e signore della storia di tutti i popoli, gloria e onore e ringraziamento a te per la grazia del santo Battesimo conferito agli antenati della nazione che oggi celebra il grande Millennio.

Gloria a te e ringaziamento per i principi Vladimiro - sovrano di questa terra - per la sua ava Olga, e per tutti coloro che li seguirono nella fede e nella nuova vita in Cristo crocifisso e risorto per la redenzione dei peccati del mondo.


2. Si rinnovarono così, in qualche modo, i prodigi del Giordano, il giorno in cui vi fu battezzato il tuo Figlio unigenito. Allora, come canta la liturgia bizantina, "il Giordano si volse indietro vedendo il fuoco della divinità che discendeva corporalmente ed entrava in esso. Il Giordano si volse indietro vedendo l'invisibile fatto visibile, il Creatore incarnato, il padrone in forma di servo.

Il Giordano si volse indietro e i monti trepidarono guardando Dio nella carne; e le nubi emisero una voce, ammirando colui che veniva, luce da luce, Dio vero da Dio vero" ("Benedizione delle acque").

Anche le acque del Dniepr e i colli della Rus' trepidarono di gioia quando si compi il grande evento della rinascita di un popolo alla vita nuova della grazia battesimale. Di tale gioia s'è fatta eco la Chiesa ortodossa russa con le solenni celebrazioni, svoltesi a Mosca nello scorso mese di giugno. Ad esse ho inviato una delegazione con il Cardinale Segretario di Stato e con il Cardinale presidente del Segretariato per l'Unione dei Cristiani, per recare a quella Chiesa sorella l'espressione della partecipazione mia e dell'intera Chiesa cattolica.

Oggi è la comunità cattolica ucraina che, insieme con la Chiesa dei santi apostoli Pietro e Paolo, eleva a Dio un inno di gloria e di riconoscenza per lo storico avvenimento, dal quale ebbe inizio l'evangelizzazione dei popoli posti nella parte orientale del continente europeo e persino oltre gli Urali. Lo ha fatto nel 950° anniversario di tale evento, quando il Papa Pio XII, in questa stessa Basilica, presiedette una solenne celebrazione eucaristica in rito bizantino-slavo, a cui prese parte un larga schiera di cattolici della vostra nazione (cfr. AAS 31 [1939] 258s). Lo fa oggi, mediante questa splendida rappresentanza di clero e fedeli che cantano nella lingua a loro cara le lodi di Dio per quanto si compi mille anni fa, sulle rive del Dniepr.

Mi piace esprimere la comune esultanza con le parole che, secondo l'antica liturgia, i vescovi e i presbiteri leggevano nella solenne benedizione delle acque: "Trinità sovrasostanziale, illumina anche noi, indegni tuoi servi, affinché possiamo inneggiare all'incommensurabile tua opera e potenza. Oggi, infatti è giunto il tempo della festa e il coro dei santi si unisce a noi e gli angeli fanno festa insieme con gli uomini. Oggi le nuvole dall'alto dei cieli fanno piovere sull'umanità la rugiada della giustizia. Oggi le colpe degli uomini vengono cancellate con le acque del Giordano. Oggi si apre agli uomini il paradiso e il Sole della giustizia ci inonda di splendore. Grande sei, o Signore, e prodigiose sono le opere tue, e nessuna parola può essere sufficiente ad inneggiare alle tue meraviglie" ("Benedizione delle acque").


3. Oggi la Chiesa dei santi apostoli Pietro e Paolo, insieme con la comunità ucraina, rende grazie a Dio per quanto ha fatto mediante il suo servo san Vladimiro, gran principe di Kiev, il quale, trovata la perla preziosa della fede, come il mercante evangelico, la fece sua, rendendone partecipe anche il suo popolo. A ragione, perciò, il celebre metropolita di Kiev Ilarione così si esprimeva nei suoi confronti: "La terra di Roma loda Pietro e Paolo, per mezzo dei quali credette in Gesù Cristo, Figlio di Dio; l'Asia, Efeso e Patmos - Giovanni il Teologo; l'India - Tommaso; l'Egitto - Marco. Tutti i paesi, le città, le genti onorano ed esaltano i propri maestri nella fede. Onoriamo anche noi, secondo le nostre forze, con brevi lodi il grande e ineffabile nostro maestro e preminente capo, gran principe della nostra terra Vladimiro, nipote del vegliardo Igor, figlio del glorioso Sviatoslàv" (Ilarione, "Discorso sulla legge e la grazia", 38, 5-12).


4. Cari fratelli e sorelle! Voi che oggi, insieme col Vescovo di Roma, vi siete raccolti intorno alla santa eredità degli apostoli Pietro e Paolo, siate i benvenuti! Vi saluto nel Signore! Ricevete il bacio della pace! La grazia di questo santo giorno del Millennio diventi vostra parte e sia per ciascuno fonte di gioia rinnovata. Ve lo augura il successore di Pietro nel ricordo dell'evento che ha segnato indelebilmente la vostra storia.

Quale imperscrutabile mistero di Dio si compi allora nell'anima dei vostri antenati e in tutta la loro umanità! Ecco, per mezzo del Battesimo, essi furono immersi nella morte di Cristo, furono sepolti insieme con lui, come eredi del peccato di Adamo, per aver parte nella sua risurrezione; per accogliere da lui risorto, quali figli adottivi di Dio, una nuova eredità: l'eredità della vita in Dio.

Ed ecco, lo stesso mistero di Dio, mediante il sacramento del Battesimo, si è rinnovato di generazione in generazione fino ai nostri giorni.

Gloria a te, Santissima Trinità! Gloria a te, santa Chiesa, che sei per noi la porta della nuova vita in Cristo! 5. Nella fausta ricorrenza del Millennio, i figli e le figlie spirituali di san Vladimiro sono chiamati a rinnovare in sè la grazia del sacramento, dal quale ebbe inizio la loro identità religiosa e nazionale. Col Battesimo, infatti, nasce l'"uomo nuovo", che ha nella grazia dello Spirito la sorgente di una "nuova vita" e nel precetto dell'amore il "comandamento nuovo", da cui scaturisce l'unica famiglia dei figli di Dio, chiamati alla "nuova speranza" dell'eternità beata.

Ecco il perché dell'incommensurabile valore del Battesimo: esso è il fondamento del nuovo essere del cristiano e il sostegno della sua storia, sia come individuo, sia come membro di un popolo.

Dal Battesimo della Rus' prese l'avvio quel lento e multiforme processo di maturazione culturale e sociale, che doveva incidere così profondamente sulla formazione dei popoli ucraino, bielorusso e russo. I figli di tali nazioni, mentre ricordano nella gioia le loro origini, non possono non raccogliere lo stimolante messaggio che a loro viene da quello storico evento.


6. In particolare voi, figli della nazione ucraina, come potreste dimenticare che l'eredità del Battesimo dei vostri antenati vi è comune con i fratelli ortodossi del vostro popolo? Come potreste trascurare, inoltre, i legami storici che collegano la vostra nazione con le nazioni bielorussa e russa? Il Battesimo ha fatto di voi, come anche di loro, i membri della stessa Chiesa. Quando mille anni or sono, i vostri avi ricevettero il Battesimo, la scissione nella Chiesa ancora non era avvenuta. San Vladimiro fece battezzare il proprio popolo nel tempo benedetto, in cui la Chiesa di Cristo si estendeva indivisa dall'Oriente all'Occidente. Egli prese da Bisanzio i riti liturgici e le sacre cerimonie, ma nello stesso tempo, conscio della propria posizione e del proprio compito, perservero fino alla fine nell'unità della Chiesa cattolica, coltivando con premura relazioni amichevoli con la Sede apostolica. Non pochi principi dopo di lui continuarono a ricevere con i dovuti onori i Legati dei romani Pontefici.

Il desiderio della piena unità ecclesiale, sotto l'azione dello Spirito Paraclito, non cesso nei secoli successivi. Come non ricordare, in particolare, il famoso Metropolita di Kiev Isidoro, il quale partecipo al Concilio di Firenze, firmandovi il decreto di Unione? La Chiesa di Roma, per parte sua, gli tributo grandi onori, assegnandogli i più alti incarichi durante la vita ed accogliendone le spoglie in questa Basilica vaticana dopo la morte.


7. La fine del secolo XVI fu per la Chiesa in Ucraina un periodo non facile.

Dappertutto cresceva, largamente condiviso nei vari settori ecclesiali, un profondo desiderio di rinnovamento.

In questa situazione, molti Vescovi e una parte del popolo videro nel ristabilimento della piena comunione con la Chiesa di Roma, la possibilità pratica dell'auspicata ripresa. E a tutti noto, inoltre, come coloro i quali, a Brest, firmarono l'Unione non ebbero mai la percezione di seguire, con tale atto, una rottura rispetto al loro passato. Al contrario: l'unione con Roma rappresentava ai loro occhi il ripristino della situazione ecclesiale dell'antica Chiesa di Kiev prima dell'infausta alienazione tra le Chiese d'oriente e d'occidente.

La loro situazione ecclesiale, come sappiamo, non fu compresa da tutto il popolo e perfino equivocata nel suo significato fondamentale. Ma non è forse un atto di giustizia - soprattutto nei confronti di coloro i quali, in conseguenza di tale passo, sperimentarono la amarezza dell'incomprensione e pagarono con la stessa vita - non è forse un atto di giustizia riconoscere la presenza di quella nostalgia per l'unità della Chiesa che oggi, dopo vari secoli, avvertiamo, in noi sempre più viva ed insistente nel contesto di una più approfondita comprensione del mistero della Chiesa e in congiunture storiche diverse? Certo, quando il Papa Clemente VIII abbraccio i rappresentanti della Chiesa di Kiev venuti a Roma per siglare l'accordo di Unione, fu grande la speranza che quel gesto di amore sancisse un evento importante nella storia della ricomposizione della piena unità ecclesiale.

Ciò che essi intesero con quell'abbraccio muove oggi anche noi a scambiarci il medesimo gesto di fraternità e di pace.


8. Lo Spirito Santo, che ha parlato con tanto vigore durante il Concilio Vaticano II e che continua a far sentire la sua voce attraverso i segni dei tempi, stimola tutti noi a percorrere con rinnovato slancio le vie del dialogo ecumenico, e ci induce a desiderare ardentemente che sia ormai vicino il giorno del bacio della pace fra le Chiese cattolica e ortodossa.

La Sede apostolica, da parte sua, ha sempre vivamente percepito il dovere di sostenere i credenti cattolici ucraini nel loro diritto a permanere nell'unità cattolica ed a conservarsi fedeli al proprio rito e alle proprie tradizioni. perciò sono state create metropolie, eparchie, esarcati con una propria gerarchia ecclesiastica per i fedeli ucraini che vivono nella diaspora.


9. Cari fratelli nell'episcopato, carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore! Qui, presso la tomba di san Pietro apostolo, vicino alla quale riposano i resti mortali di san Giosafat martire, a voi tanto caro, insieme ringraziamo la Santissima Trinità per l'inestimabile dono del Battesimo e per i copiosi frutti spirituali della partecipazione ai misteri divini nella comunione della stessa fede e nel vincolo del medesimo amore.

La celebrazione del Millennio deve ravvivare in tutti i cristiani l'impegno ecumenico e spingere la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa a riscoprire in Ucraina gli antichi vincoli storici e a lavorare con slancio rinnovato per la causa dell'unione. Insieme preghiamo perché possa presto ricostituirsi fra cattolici e ortodossi la piena comunione, in cui vissero per secoli gli avi. E contemporaneamente preghiamo perché la vostra Chiesa, provata anche in questo secolo da grandi avversità, possa essere rispettata nella sua particolare fisionomia.

Rinnovo qui l'auspicio, già espresso nel messaggio "Magnun Baptismi Donum" che il futuro veda "superate le incomprensioni e la vicendevole diffidenza, e riconosciuto il pieno diritto di ciascuno alla propria identità e alla propria professione di fede. L'appartenenza alla Chiesa cattolica non deve essere considerata da alcuno come incompatibile col bene della propria patria terrena e con l'eredità di san Vladimiro. Possano le moltitudini dei vostri fratelli godere della vera libertà di coscienza e del rispetto dei diritti religiosi nel rendere il culto pubblico a Dio secondo la multiforme tradizione, nel proprio rito e con i propri pastori" ("Magnum Baptismi Donum", 7), così che si apra, per la gioia comune, una nuova era di fraterna collaborazione ecumenica.


10. Cari fratelli e sorelle, oggi la Chiesa cattolica guarda con speciale amore a tutti voi, cattolici ucraini, che vivete nella diaspora o in patria. Guarda a voi e con voi canta il "Te Deum" di ringraziamento per il dono della fede e della perseveranza in essa lungo i secoli.

La sua gioia, tuttavia, si tinge di mestizia nel vedere che tanti vostri fratelli e sorelle non godono della libertà religiosa, nonostante che questo diritto sia stato molte volte riaffermato nelle costituzioni degli Stati e in solenni documenti internazionali.

Carissimi, la Chiesa cattolica e il successore di Pietro vi sono vicini, anzi sono solidali con voi e per voi pregano. Di tutto cuore vi abbraccio come vostro fratello e primo Papa di origine slava nella storia della Chiesa.

Insieme con voi mi reco in spirituale pellegrinaggio sul colle di Kiev, dove, dominando il vasto fiume Dniepr, si erge la statua di san Vladimiro. Mi prostro in ginocchio dinanzi all'icona della Madonna Orante nella cattedrale di santa Sofia a Kiev e le affido tutte le vicende della comunità cattolica ucraina.

O Madre di Dio, stendi su di noi il tuo sacro manto e proteggici da ogni male.

Santi apostoli Pietro e Paolo, santi Principi VIadimiro e Olga, santi padri Antonio e Teodosio Pecerski, santi Borys e Hlib e san Giosafat martire, intercedete sempre per noi, vostri figli fedeli. Gesù Cristo, abbi pietà di noi e salvaci, tu che sei buono e amico degli uomini! Trinità Santissima, vivificante e santificatrice, Padre - Figlio - Spirito Santo, a te la gloria e l'onore nei secoli.

Amen.


Data: 1988-07-10 Data estesa: Domenica 10 Luglio 1988




Recita dell'"Angelus" - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "In questo giorno di nuovo mi reco in pellegrinaggio spirituale alla santa città di Kiev e a quelle terre dove la protezione della Madonna non si è mai interrotta"

Testo:


1. "Rallegrati torre incrollabile della Chiesa. Rallegrati: per te s'innalzano trofei" ("Akatistos", Ik, 12).

Con questa invocazione dell'inno "Akatistos", ci rivolgiamo oggi a Maria, Madre della Chiesa, ringraziandola per il grande dono del Battesimo della Rus' di Kiev, avvenuto mille anni or sono.

Sono parole che ripetono con eguale trasporto di gioia i figli e le figlie di san Vladimiro, cattolici ed ortodossi, perché Maria è la madre comune che a tutti mostra la via verso la piena unità.

Il celebre inno viene cantato da secoli in ogni parte dell'Oriente stando in piedi. Esso era già usato nella liturgia, quando la Chiesa era ancora indivisa e lodava Iddio e la sua Madre nella comunione della medesima fede.

Possano tutti i figli e le figlie di san VIadimiro cantare, nel secondo Millennio questo inno nuovamente raccolti nella piena unità. Ad essa ci conduca Maria, "incrollabile torre della Chiesa".


2. In questo giorno del solenne "Te Deum" della comunità ucraina cattolica di nuovo mi reco in pellegrinaggio spirituale alla santa città di Kiev e a quelle terre, dove la protezione della Madonna non si è mai interrotta. Mi prostro insieme con tanti fedeli dinanzi all'icona della Madonna orante, che porta il nome di "Parete indistruttibile", e, forte della sua intercessione, mi rivolgo a Dio con le parole del salmista: "Dio degli eserciti, volgiti, / guarda dal cielo e vedi / e visita questa vigna, / proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, / il germoglio che ti sei coltivato" (Ps 80,15-16).

Possa tutto ciò che la "tua destra ha piantato" mille anni fa, crescere e svilupparsi nel nuovo Millennio nella piena libertà per tutti di professare la propria fede e nel recupero della piena unità per la Chiesa.


3. Rivolgo i miei più cordiali saluti a tutti voi, pellegrini ucraini, giunti a Roma per festeggiare questo storico avvenimento dagli Stati Uniti d'America, dal Canada, dall'Argentina, dal Brasile, dall'Australia e da diversi Paesi dell'Europa.

Un saluto tutto speciale ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina. Il Papa di origine slava, vostro fratello, vi stringe al suo cuore e vi benedice. So che siete uniti in preghiera e vegliate in unione spirituale col successore di Pietro.

Rallegriamoci oggi tutti, perché nella fede, di cui Maria santissima è modello e maestra, sta il pegno della nostra vittoria: "Haec est victoria quae vincit mundum: fides nostra" (1Jn 5,4).


Data: 1988-07-10 Data estesa: Domenica 10 Luglio 1988





GPII 1988 Insegnamenti - A un gruppo di motociclisti - Città del Vaticano (Roma)