GPII 1980 Insegnamenti - All'Unione Superiore Maggiori d'Italia - Città del Vaticano (Roma)

All'Unione Superiore Maggiori d'Italia - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Aiutare la famiglia moderna a ritrovare il vero significato della vita

Carissime sorelle nel Signore! 1. Al termine della vostra annuale assemblea avete desiderato questa udienza, riservata totalmente a voi, madri generali e provinciali delle tante congregazioni e case religiose sparse in tutte le regioni d'Italia.

Vi saluto di vero cuore e per mezzo di voi desidero estendere il mio affettuoso saluto a tutte le vostre consorelle d'Italia, che nelle frenetiche metropoli come negli sperduti paesi montani stanno vivendo con amore e con gioia la loro consacrazione a Cristo e alle anime. Si, carissime sorelle, portate a tutte le suore affidate alla vostra responsabilità il saluto del Papa: dite loro che egli le ricorda, le segue, le stima. prega per loro, soffre con loro, si preoccupa delle loro vicende umane e spirituali e le vorrebbe sempre tutte liete e generose, pur nelle immancabili tribolazioni.

Desidero poi manifestarvi il mio compiacimento per questa vostra assemblea generale a cui avete voluto partecipare in così grande numero, per approfondire il tema: "Vita religiosa e famiglia", che fa eco all'argomento trattato nel Sinodo dei Vescovi ora in corso, e per intrattenervi tra voi, scambiandovi le vostre esperienze.


2. Si tratta di un tema importante perché i rapporti delle religiose con le comunità familiari sono frequenti. Le suore infatti sono a continuo contatto con i bambini negli asili e conoscono il retroterra di ogni casa; esse avvicinano ragazzi e ragazze nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni cattoliche, nei vari gruppi ecclesiali; esse partecipano ai consigli pastorali, alla catechesi parrocchiale e diocesana. Soprattutto le suore sono presenti negli orfanotrofi, negli ospedali, nelle case di riposo per anziani, nelle cliniche, nei luoghi di assistenza e di cura per handicappati, nelle visite a domicilio ai malati, ed anche nei posti di soccorso per sbandati, emarginati dalla società, tossicodipendenti.

Si può dire che la suora, in certo qual modo, accompagna le famiglie nel loro cammino esistenziale, e perciò è grande la sua responsabilità, ma grande deve pure essere la sua consolazione, potendo così portare il suo contributo concreto di fede e di carità a quello che è il capolavoro dell'amore di Dio creatore e redentore.


3. Oggi più che mai molte persone sono angosciate dal problema dell'esistenza e della propria identità, sentono l'ansia di superare i limiti della storia e del tempo, cercano affannosamente la verità! Ecco, pertanto, che il primo compito e il primo dovere della religiosa nei rapporti con la famiglia è quello di rendere testimonianza alla verità, cioè aiutare la famiglia moderna a ritrovare il vero significato della vita e della storia.

Care suore, portate nelle famiglie la verità come è stata rivelata da Cristo e come è insegnata dalla Chiesa! Non lasciatevi turbare dal rumore delle tante e insistenti ideologie che confondono e deprimono. Seminate sempre il buon grano della verità, seguendo l'insegnamento della Chiesa e l'esempio dei santi.

Di qui la necessità di un aggiornamento serio ed autentico nei vari campi della dottrina da parte della religiosa, superando i pericoli della superficialità e dell'emotività. Occorre pertanto vigilare attentamente sui vari mezzi di aggiornamento e di orientamento (libri, giornali, riviste, corsi di studio, ecc...), affinché non capiti di rimanere sconcertati da false idee mettendo poi su strade sbagliate le persone che si devono avvicinare. Ogni famiglia desidera da chi si è consacrata a Dio la verità: siate perciò fedeli e felici di poterla annunziare e testimoniare! 4. Portate poi nella famiglia la pace! Lo spirito deve essere fermo e saldo nella verità, ma il cuore deve essere pieno di comprensione e di compassione. La famiglia ha bisogno soprattutto di aiuto spirituale e di incoraggiamento, di grande sostegno e affetto. Mai come ora la famiglia ha bisogno di sentire vicino e consolatore il divin maestro, che vuole elargire il suo perdono, la certezza, la speranza, l'amore! Certamente, il male deve essere combattuto e l'errore deve essere condannato; ma ogni persona deve essere capita ed amata; su ogni ferita deve essere sparso l'olio della bontà e della misericordia, come ha fatto il buon samaritano della parabola.

Pero, per portare la pace bisogna possederla! perciò è necessario che le vostre case siano oasi di serenità, raggiunta mediante la scuola della pazienza e della carità reciproca.

Portate la pace nelle famiglie con la vostra fede e il vostro amore! Portatela specialmente dove geme il dolore, dove regna la solitudine, dove pesa la divisione, dove manca la speranza ultraterrena! Portate la pace additando il Cristo crocifisso e la patria vera che è nei cieli (cfr. Ph 4,20)! 5. Carissime, suor Elisabetta della santissima Trinità, scriveva: "Viviamo con Dio come con un amico, rendiamo viva la nostra fede allo scopo di comunicare con Dio attraverso tutto ciò che fanno i santi. Noi portiamo in noi il nostro cielo, perché colui che sazia i glorificati nella luce della visione si dà a noi nella fede e nel mistero. E' la stessa cosa. Mi sembra di aver trovato il mio cielo sulla terra, perché il cielo è Dio e Dio è nella mia anima. Il giorno in cui ho capito questo, tutto si è illuminato in me e vorrei sussurrare questo segreto a coloro che amo, perché anch'essi, attraverso ogni cosa, aderiscano sempre a Dio e si realizzi quella preghiera del Cristo: Padre, che siano consumati in uno" (Suor Elisabetta della SS. Trinità "Scritti").

Vivete anche voi questo segreto e annunziatelo alle famiglie, con l'aiuto e l'assistenza di Maria santissima e di san Giuseppe: è il segreto che illumina, conforta e salva! Con questi voti, implorando dal Signore l'abbondanza dei celesti favori, vi imparto di cuore la propiziatrice benedizione apostolica, che volentieri estendo a tutte le vostre consorelle.

Data: 1980-10-11Data estesa: Sabato 11 Ottobre 1980.


Messaggio al II Congresso Mariano Nazionale argentino

Titolo: Il ruolo unico della Vergine Maria nella storia dell'evangelizzazione

Signor Cardinale Inviato Speciale, Venerabili fratelli nell'Episcopato, Carissimi figli e figlie, La chiusura del Terzo Congresso Mariano nazionale, culmine d'un costante e intenso lavoro di evangelizzazione in compagnia della Madre del Salvatore, mi offre l'opportunità di salutarvi e di essere con voi, figli e figlie della cara terra argentina. "Il mio amore è con tutti voi in Cristo Gesù" (1Co 16,24).

L'evangelizzazione "è il grande ministero o servizio che la Chiesa rende al mondo e agli uomini, la Buona Novella che il Regno di Dio, Regno di Giustizia e di Pace, giunge agli uomini in Gesù Cristo" (Puebla, n. 679). E' per questo che, se la Chiesa vuole veramente essere la portatrice del messaggio del Figlio di Dio, deve annunciare, vivere e testimoniare fedelmente e coerentemente il Vangelo.

Nella storia evangelizzatrice della Chiesa, la Vergine Maria ha occupato e continua ad occupare un posto unico e irripetibile. Con ragione si è detto "a Cristo per Maria".

Nel continente latinoamericano e nella nazione argentina, la devozione e la manifestazione di amore alla santissima Vergine risalgono all'epoca della predicazione dei primi missionari. L'annuncio del Vangelo è stato accompagnato sempre dall'amorevole presenza di Maria, che "costitui il grande segno del volto materno e misericordioso della vicinanza del Padre e del Cristo, con cui Ella ci invita ad entrare in comunione" (Puebla n. 282).

Miei carissimi, la presenza di Maria nella vostra storia religiosa e nella vostra patria è stata una tale costante che non esiste quasi parte del vostro territorio nazionale che non si senta unita ad Essa. Basti ricordare, come esempio, i santuari mariani di Lujan, d'Itati, del Valle, del Milagro, di Sumampa, del Rosario, della Merced e del Carmen. Questi santuari sono la testimonianza perenne dell'amore con cui Maria ha benedetto la terra argentina, in maniera che si può affermare che la devozione alla Madre del Salvatore appartiene alla più pura tradizione del Popolo cattolico Argentino. Oggi, la vostra presenza ne è una prova tangibile.

Il tema centrale del Congresso, "Maria e l'evangelizzazione in America Latina", è stato un punto di partenza per riflettere durante questi giorni su alcune questioni pastorali che coincidono con quelle che io stesso ho segnalato come prioritarie nella III Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano riunito a Puebla: la famiglia, le vocazioni sacerdotali e religiose, e la gioventù (Ioannis Pauli PP. II Allocutio ad Episcopos, in aperitione III Coetus Generalis Episcoporum Americae Latinae in urbe Puebla habita, die 28 ian. 1979 Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II [1979] 188-211). Questi stessi temi sono stati raccolti anche dal "Documento di Puebla", come opzioni pastorali prioritarie e devono essere approfonditi e applicati per mezzo di una rinnovata ed intensa evangelizzazione.

E' così, dunque, che questo Congresso Mariano Nazionale vuol fare presente nella vostra società, tramite la mediazione della Vergine Maria, il Regno di Dio e, di conseguenza, vuole inoltre che Cristo sia presente nei vostri cuori e nelle vostre famiglie, nelle fabbriche, nelle università, nelle scuole, nei campi e in tutti gli ambienti vitali del paese.

Miei cari fratelli e figli tutti della nazione Argentina, vi esorto ed incoraggio a mantenere sempre vivo il patrimonio spirituale che avete ricevuto, come dono prezioso, dei vostri antenati e dei primi evangelizzatori. Coltivate intensamente la devozione alla Madre nostra, la Santissima Vergine Maria; rimanete fedeli a Cristo; credete in Lui, affidatevi a Lui, amatelo e, come Lui, amate i vostri fratelli, particolarmente coloro che attualmente soffrono e piangono, in modo tale che la società argentina, consolidata sui pilastri dell'amore fraterno e della riconciliazione, possa esclamare veramente: "Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme" (Ps 133,1).

Il Congresso Mariano si chiude oggi, ma i suoi frutti non devono finire qui. Comincia ora per tutti voi, figli e figlie, una nuova tappa. Cristo, Morto e Risorto, ci ha lasciato una missione: "Andate, dunque: ...ammaestrate tutte le genti ...insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato" (Mt 28,19-20).

Con questi desideri, invocando sopra tutti e ciascuno di voi la costante protezione materna della Vergine Maria affinché vi aiuti a diventare apostoli infaticabili del Cristo nella società argentina e perché siate sempre uniti dal vincolo della carità, vi impartisco con affetto la mia benedizione: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. così sia.

[Traduzione dallo spagnolo]

Data: 1980-10-11Data estesa: Sabato 11 Ottobre 1980.


L'omelia alla messa per le famiglie - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: L'uomo non ha altra via all'umanità se non attraverso la famiglia

Diletti fratelli e sorelle.

1. Una grande gioia riempie oggi i nostri cuori, per l'opportunità che ci è data di incontrarci in una comunità così insolita ed insieme così eloquente. Ecco, mentre è in atto la riunione ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che dal 26 settembre sta lavorando sul tema "de muneribus familiae christianae", si svolge oggi l'incontro delle famiglie, e soprattutto l'incontro delle coppie dei coniugi che con la loro stessa presenza rendono testimonianza a quei "munera" ai compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo.

E' veramente beato questo giorno nel corso dei lavori dell'attuale Sinodo! Se esso mancasse, mancherebbe qualcosa della massima importanza, qualcosa di essenziale. Non sarebbe sufficiente, infatti, soltanto discutere il tema affrontato dal Sinodo dei Vescovi, anche se lo si facesse nel modo più competente.

Bisogna fare di questo tema l'oggetto della preghiera e ciò appunto insieme con voi. Bisogna dargli la dimensione eucaristica: bisogna portarlo all'altare e presentarlo all'eterno Padre, includendolo nel sacrificio di Cristo stesso.


2. E perciò vi saluto cordialmente, carissimi coniugi, riuniti davanti alla Basilica di san Pietro.

Il Papa si è poi rivolto ai presenti in lingua francese Io li saluto, cari sposi cristiani, in unione con tutto il Sinodo dei Vescovi che, come me, attendeva con impazienza questa giornata di incontro con voi. Vi saluto e vi ringrazio di essere venuti numerosi, non solamente dalla città di Roma e dal resto dell'Italia, ma anche da differenti paesi e diversi continenti del mondo intero.

In lingua inglese Cari mariti e mogli, vi saluto nell'amore di Cristo Gesù e vi ringrazio per essere venuti in piazza san Pietro, che è un luogo di incontro speciale per i cristiani di tutto il mondo nell'unità della Chiesa universale. Voi siete qui come coppie sposate provenienti da molti luoghi differenti dell'Africa, dell'America, dell'Australia, dell'Asia e dell'Europa; voi siete qui riuniti e state pregando per la grande causa della famiglia cristiana nel mondo moderno.

In lingua spagnola Molti di voi, cari sposi, sono giunti da lontano. Perciò, quanto maggiori sono state le difficoltà affrontate e i sacrifici fatti, tanto più stimata e preziosa è la vostra presenza in questa comunità, che vi riceve con grande gioia, con fraterno affetto, con profonda gratitudine.

In lingua portoghese "Questo è il giorno che ha fatto il Signore" (Ps 117 [118],24). Il giorno del Signore, scelto in modo particolare perché fossimo uniti. Saluto voi, dunque, che siete qui riuniti. Vi ringrazio, di cuore, per la vostra presenza.

In lingua tedesca Tra gli sposi qui presenti saluto di cuore anche coloro che provengono dai paesi di lingua tedesca. Come vi è noto, fin dall'inizio ho dato rilievo alla necessità, di congiungere le discussioni del Sinodo dei Vescovi sui compiti della famiglia con la preghiera della Chiesa intera per la famiglia. Nella giornata di oggi questa preghiera raggiunge il suo punto più alto. Grazie alla vostra presenza anche la Chiesa di Roma si unisce ad essa con una preghiera festosa, fervida e fiduciosa nella comunione con la Chiesa intera. Con ciò essa affida al Padre celeste attraverso Cristo nello Spirito Santo i compiti della famiglia nel mondo di oggi.


3. E grazie a ciò tutta la Chiesa si sente oggi, in modo particolare, non soltanto Popolo di Dio, ma una vera famiglia di Dio. Veramente straordinario è questo giorno! Pieno di gioia e di speranza! E quanto esso è necessario tra le vie false e i dubbi, che il cammino nel tempo presenta! Quanto è pieno della sicurezza che gli deriva dall'eterna alleanza! Veramente è il giorno fatto dal Signore.

Questo giorno mi ricorda tanti altri giorni del mio servizio vescovile, tanti incontri appunto con i coniugi nelle parrocchie che ho visitato. Li ho sempre ritenuti un momento-chiave della visita di una parrocchia. Incontrarsi con gli sposi, pregare insieme con loro sulle questioni che costituiscono il contenuto della loro vocazione e lo scopo della loro vita. Unirsi a loro nella comunione del sacrificio eucaristico è benedire ogni coppia di sposi e di genitori (in quanto possibile con i figli), per rinnovare in essi la grazia del sacramento del matrimonio.

Oggi la stessa cosa deve compiersi nella nostra comunità, non già nelle dimensioni di una sola parrocchia visitata dal Vescovo, ma, in un certo senso, nelle dimensioni della comunità universale di tutta la Chiesa, e ciò grazie a questa vostra visita, cari fratelli e sorelle, ai luoghi delle "memorie degli apostoli" a Roma. Oh quanto vi sono grato, insieme con tutti i miei fratelli nell'episcopato riuniti nella presente sessione del Sinodo! Ci ripromettiamo tanto da questo giorno, da questa comunione d'animi, da questa preghiera, da questa eucaristia.


4. Le letture della liturgia odierna ci parlano del come Dio, nel suo eterno disegno, ha collegato il dovere fondamentale della famiglia, - che è il dono della vita offerto dai genitori, uomo e donna, ai loro figli, ad ogni essere umano nuovo - con la vocazione all'amore, alla partecipazione a quell'amore che proviene da Dio, perché egli stesso è amore. Si. "Dio è amore" (1Jn 4,8).

Quando infatti, come leggiamo nel libro della Genesi, Dio creo l'uomo a sua immagine e somiglianza (cfr. Gn 1,2), chiamandolo all'esistenza per amore, lo chiamo, contemporaneamente, all'amore. Dato che Dio è amore e l'uomo viene creato "a immagine di Dio", allora bisogna concludere che la vocazione all'amore è stata iscritta, per così dire, organicamente in quest'immagine, cioè nell'umanità dell'uomo, che Dio creo maschio e femmina.

Alla luce di questa verità fondamentale sull'uomo, che è immagine di Dio, rileggiamo quindi le parole rivolte in principio all'uomo e alla donna: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela" (Gn 1,28).

Sono parole di benedizione. Tutte le creature viventi hanno ereditato la benedizione del Creatore, ma nelle parole pronunciate sull'uomo, sul maschio e sulla femmina, questa benedizione ha confermato il doppio dono: dono della vita e dono dell'amore.


5. Da questo doppio dono del Creatore prende inizio la famiglia. Sacramento, che decide di essa nella storia dell'uomo e insieme nella storia della salvezza, è il sacramento del matrimonio. Risalire ai fondamenti stessi di quei doveri, che ha da compiere la famiglia in ogni epoca - che essa ha da compiere anche nel mondo contemporaneo - vuol dire risalire a questo sacramento, di cui san Paolo scrive che è grande "in riferimento a Cristo e alla Chiesa" (Ep 5,22).

Durante il Sinodo, noi Vescovi cerchiamo di far questo giorno dopo giorno mediante la riflessione e lo scambio di idee, guidati dalla luce dello Spirito santo e dalla sollecitudine pastorale. Oggi desideriamo farlo in modo particolare in questa comunità di coniugi, i quali con la loro specifica vocazione esprimono i doveri della famiglia cristiana nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Desideriamo quindi rinnovare insieme con voi, amati fratelli e sorelle, la coscienza del sacramento dal quale nasce e sulla base del quale si sviluppa la famiglia cristiana. Desideriamo risvegliare le potenze divine e insieme umane che sono in esso. Desideriamo, in un certo senso, entrare nell'eterno disegno del Creatore e del Redentore e congiungere, così come egli ha congiunto, il mistero della vita con il mistero dell'amore affinché operino insieme e si uniscano inseparabilmente l'uno con l'altro.

"Quello... che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi" (Mt 19,6). In questo "non lo separi" si contiene la grandezza essenziale del matrimonio e nello stesso tempo la compattezza morale della famiglia.

Oggi chiediamo una tale grandezza e dignità per tutti i coniugi nel mondo, chiediamo una tale potenza sacramentale e compattezza morale per tutte le famiglie. E lo chiediamo per il bene dell'uomo! Per il bene di ogni uomo. L'uomo non ha altra strada all'umanità se non unicamente attraverso la famiglia. Ed essa, la famiglia, deve essere messa alle fondamenta stesse di ogni sollecitudine per il bene dell'uomo, di ogni sforzo perché il nostro mondo umano diventi sempre più umano. Nessuno può sottrarsi a questa sollecitudine: nessuna società, nessun popolo, nessun sistema; né lo Stato, né la Chiesa, e neppure il singolo.


6. L'amore, che unisce uomo e donna come coniugi e genitori è, nello stesso tempo, dono e comandamento. Che l'amore è dono ce lo dice soprattutto la seconda lettura della liturgia odierna con le parole della lettera di san Giovanni: "In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati" (1Jn 4,10).

Così dunque l'amore è dono: "E' da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio" (1Jn 4,7). E contemporaneamente l'amore è un comandamento, è il comandamento più grande. Dio lo dona all'uomo, e glielo affida come compito. Lo richiede dall'uomo. Cristo alla domanda circa il più grande comandamento risponde: "Amerai..." (Mt 22,37).

Questo comandamento si trova alla base di tutto l'ordine morale. E' veramente "il più grande". E' il comandamento-chiave. Compierlo nella famiglia vuol dire rispondere al dono dell'amore, che gli sposi ricevono nell'alleanza coniugale: "Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri" (1Jn 4,11). Adempiere al comandamento dell'amore vuol dire realizzare tutti i doveri della famiglia cristiana. In fin dei conti, tutti si riducono a questo: la fedeltà e l'onestà coniugale, la paternità responsabile e l'educazione. La "piccola chiesa" - la Chiesa domestica - vuol dire la famiglia vivente nello spirito del comandamento dell'amore: la sua verità interiore, la sua fatica quotidiana, la sua bellezza spirituale e la sua forza.

Il comandamento dell'amore ha la sua struttura interiore: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"... "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,37).

Questa struttura del comandamento corrisponde alla verità dell'amore. Se Dio è amato sopra ogni cosa, allora anche l'uomo ama ed è amato con tutta la pienezza dell'amore a lui accessibile. Se si distrugge quella struttura inseparabile, di cui parla il comandamento di Cristo, allora l'amore dell'uomo si staccherà dalla radice più profonda, perderà la radice della pienezza e della verità che gli sono essenziali.

Imploriamo per tutte le famiglie cristiane, per tutte le famiglie del mondo questa pienezza e verità dell'amore, che viene indicata dal comandamento di Cristo.


7. Tra breve, nella nostra grande comunità si compirà la rinnovazione delle promesse matrimoniali. Meravigliose sono queste parole, quelle che gli sposi pronunciano nel rito del matrimonio come ministri propri di questo sacramento: "Io prendo te come mia sposa (come mio sposo), e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita".

"Je te reçois comme épouse (comme époux) et je me donne à toi pour t'aimer fidèlement, dans le bonheur ou dans les épreuves, tout au long de notre vie".

"I take you to be my wife (my husband). I promise to be true to you in good times and in bad, in sickness and in health. I will love you and honour you all the days of my life".

"Ich nehme dich an als meine Frau (als meinen Mann) und verspreche dir die Treue, in guten und in bösen Tagen, in Gesundheit und in Krankeit. Ich will dich lieben achten und ehren, solange ich lebe".

"Yo te quiero a ti come esposa (como esposo) y me entrego a ti, y prometo serte fiel en las penas, en la salud, y en la enfermedad, todos los dias de mi vida".

"Biore Ciebie za zone (za meza) i slubuje Ci milosc, wiernosc i uczciwosc malienska oraz ze Cie nie opuszcze az do smierci. Tak mi dopomoz, Panie Boze Wszechmogacy, w Trojcy Jedyny i Wszyscy Swieci".

Questa promessa, pronunciata "nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo", è nello stesso tempo una preghiera indirizzata a Dio che è l'amore - e che desidera unire alla fine tutti nell'ultima alleanza della comunione dei santi.

Nel momento in cui, dunque, avete pronunciato queste parole, cari coniugi, in lingue diverse, in luoghi del mondo diversi, in anni, mesi e giorni diversi, voi avete amministrato il santo sacramento della vostra vita, del vostro matrimonio, della vostra famiglia: il sacramento in cui si rispecchia l'amore di Dio per l'uomo - l'amore di Cristo per la Chiesa.

Oggi ritornate col pensiero e col cuore - ritornate con la fede, con la speranza, e con l'amore - a quel grande momento. E rinnovate nelle vostre anime ciò che ha costituito il contenuto essenziale del sacramento del matrimonio. La sua realtà quotidiana. Rinnovate l'alleanza dell'uomo e della donna! Dinanzi al Dio dell'alleanza rinnovate l'alleanza, penetrata dal dono dell'amore e dal dono della vita.


8. Fatelo in unione con tutta la Chiesa. In unione con tutte le famiglie cristiane nella Chiesa e con tutte le famiglie nel mondo intero. Il vostro pensiero e la vostra preghiera siano, nello stesso tempo, vicino a tutte quelle situazioni difficili, che nel corso di questi giorni e settimane passano davanti agli occhi dei Vescovi del Sinodo e non cessano di suscitare la loro sollecitudine pastorale.

In questo atto profondo ed umile, mediante il quale volete rinnovare la grazia del sacramento del matrimonio, si fa sentire tutto il fervido desiderio della vita e della santità, che instancabilmente pulsa nel cuore della Chiesa e si manifesta nella testimonianza di ogni famiglia cristiana fedele all'eterna alleanza col Dio dell'amore.

E così perseverate! Questo giorno diventi un nuovo inizio della vostra testimonianza e missione. Diventi la luce che pervade le tenebre del mondo contemporaneo.

E così perseverate! fiduciosi che "se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi" (1Jn 4,12).

Amen. Data: 1980-10-12 Data estesa: Domenica 12 Ottobre 1980.


All'incontro con le famiglie - Aula Paolo VI - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Bisogna ridare fiducia alle famiglie cristiane

Signori cardinali, signori Arcivescovi e Vescovi, fratelli e sorelle carissimi.

1. Le testimonianze che abbiamo tutti ascoltato con attenzione e senso di viva partecipazione ci offrono - mi pare - un ritratto fedele e suggestivo della famiglia in questo nostro tempo.

Luci e ombre, attese e preoccupazioni, gravi problemi e solide speranze fanno parte di questo ritratto. Guardandolo mi viene da pensare che davvero gli studiosi, in futuro, potranno dire che il nostro è stato il secolo della famiglia.

Infatti, mai come in questo secolo la famiglia è stata investita da tante minacce, aggressioni e erosioni. Ma, in pari tempo, mai come in questo secolo si è venuto incontro alla famiglia con tanti aiuti sia sul piano ecclesiale che civile. In particolare, la riflessione teologica come l'attività pastorale nelle varie parrocchie non si stancano di offrire alla famiglia punti di riferimento e vie concrete per il superamento delle difficoltà e per il proprio perfezionamento. Se si può dire ciò che affermava il mio predecessore Pio XII all'indomani della seconda guerra mondiale, cioè che nella nostra società sofferente la famiglia è la grande malata, si deve pure dire che sono in molti a volere offrire validi rimedi ed aiuti alla famiglia. La Chiesa, conformemente alla sua missione - il Sinodo in corso in questi giorni ne è una testimonianza - è pronta ad offrirle la "medicina evangelii", il "remedium salutis".


2. Tutti abbiamo seguito con animo commosso e grato la parole di coloro che hanno voluto recare qui la loro testimonianza vissuta. Sono stati racconti brevi, che ci hanno tuttavia consentito di intravvedere, dietro le frasi necessariamente laconiche, autentici poemi d'amore e di dedizione, i cui singoli capitoli conosceremo a fondo nel regno di Dio, e farà parte anche questo della gioia perfetta di allora. Mi dispiace di non poter riprendere e sviluppare tutti i temi, che sono stati qui evocati con la vivacità, la freschezza, la forza, proprie di ogni testimonianza radicata nell'esperienza personale.

Non posso tacere, tuttavia, l'apprezzamento con cui ho ascoltato, ad esempio, i due giovani fidanzati parlare della prevalenza da loro data ai valori spirituali, rispetto a quelli materiali, nella preparazione del loro matrimonio. E così mi ha colpito la lucidità con cui è stata sottolineata, nelle diverse testimonianze, l'incidenza positiva, che l'impegno di vivere castamente l'amore ha avuto sulla sua crescita e sulla sua maturazione. In mezzo a tante voci, che nella nostra società permissiva esaltano la "libertà" sessuale come fattore di pienezza umana, è giusto che si levi anche la voce di coloro che, nella quotidiana esperienza di un sereno e generoso autocontrollo, hanno potuto scoprire una fonte nuova di conoscenza reciproca, di intesa più profonda, di libertà autentica.

Ho rilevato, altresi, con intima gioia, che le varie coppie hanno mostrato di sentire come un'esigenza "naturale" del loro amore quella di aprirsi ai fratelli, per offrire a chi era nel bisogno comprensione, consiglio, aiuto concreto: la dimensione altruistica fa parte dell'amore vero che, donandosi, invece di impoverirsi e di disperdersi, si trova arricchito, vivacizzato e consolidato.

Un dato emergente nelle varie esperienze presentate è stata la consapevolezza, avvertibile nelle parole di tutti, che l'amore autentico costituisce la chiave di soluzione di tutti i problemi, anche dei più drammatici, come quelli del fallimento del matrimonio, della morte del coniuge o di un figlio, della guerra. La via d'uscita - è stato detto - è sempre e solo l'amore; un amore più forte della morte.

L'amore umano è, pero, una realtà fragile ed insidiata: esplicitamente o implicitamente lo hanno riconosciuto tutti. Esso, per sopravvivere senza isterilirsi, ha bisogno di trascendersi. Solo un amore che s'incontra con Dio può evitare il rischio di perdersi lungo la strada. Da angolature diverse, quanti hanno parlato ci hanno reso testimonianza dell'importanza decisiva che nella loro vita ha avuto il dialogo con Dio, la preghiera. Nella vicenda di ciascuno ci sono stati momenti in cui solo attraverso il volto di Dio è stato possibile riscoprire i veri lineamenti del volto della persona cara.

Ecco alcune delle bellissime cose che ci sono state dette oggi da questi nostri fratelli e sorelle. Siamo loro grati perché ora, dopo averli ascoltati, ci sentiamo più ricchi. Siamo pienamente consci, infatti, di aver molto da imparare da chi sta cercando di vivere con coerenza le insondabili ricchezze di un sacramento. E' sulla scia delle testimonianze testé ascoltate che voglio ora esprimere, quasi proseguendo un dialogo, alcuni miei pensieri.


3. E innanzitutto mi preme dire: bisogna ridare fiducia alle famiglie cristiane.

Nella bufera in cui si trova, posta com'è sotto accusa, la famiglia cristiana è sempre più spesso tentata dallo sconforto, dalla sfiducia in sé stessa e dal timore. Dobbiamo, pertanto, dirle, con parole vere e convincenti, che essa ha una missione e un posto nel mondo contemporaneo e che, per adempiere tale compito, essa porta in sé formidabili risorse e valori imperituri.

Questi valori sono innanzitutto di ordine spirituale e religioso: c'è un sacramento, un "sacramentum magnum", alla radice e alla base della famiglia, il quale è segno di una operosa presenza del Cristo risorto in seno alla famiglia, così com'è ugualmente sorgente inesauribile di grazia.

Ma questi valori sono anche di ordine naturale: illuminarli quando sono oscurati, rafforzarli quando sono indeboliti, e riaccenderli quando sono quasi spenti, è un nobile servizio che si rende all'uomo. Tali valori sono l'amore, la fedeltà, il mutuo aiuto, l'indissolubilità, la fecondità nel suo significato più pieno, l'intimità arricchita dall'apertura verso gli altri, la consapevolezza di essere la cellula originaria della società, ecc...

La famiglia è depositaria e trasmettitrice privilegiata di tali valori.

La famiglia cristiana lo è ad un titolo nuovo e speciale. Questi valori la rinsaldano nel suo essere e la rendono dinamica ed efficace nell'insieme della comunità ad ogni livello. Ma bisogna che la famiglia creda in questi valori, li proclami impavidamente e li viva serenamente, li trasmetta e li propaghi.

Il Papa si è poi rivolto ai presenti in lingua francese 4. Il mio secondo pensiero è questo: quanto più la "passione" della famiglia nelle condizioni del nostro mondo contemporaneo è estesa e prende aspetti vari (noi l'abbiamo ben percorsa ascoltando le testimonianze!), tanto più deve essere universale la "compassione" per la famiglia.

Di che cosa dunque soffre la famiglia cristiana oggi? Essa soffre, certamente, nei paesi poveri e nelle zone povere dei paesi ricchi, essa soffre di gravi danni causati da dolorose situazioni di lavoro e di salario, di igiene e di abitazione, d'alimentazione e di educazione... Ma questa sofferenza non è l'unica: anche la famiglia che vive nell'abbondanza dei beni non è al riparo da altre difficoltà. La difficoltà che deriva dalla mancanza di preparazione alle alte responsabilità del matrimonio; quella dell'incomprensione tra i membri della famiglia, che può trascinare gravi discordie; quella della deviazione, sotto forme diverse, di uno o più bambini, ecc...

Nessun uomo, nessun gruppo può da solo portare rimedio a queste diverse sofferenze. Questa è una cosa che richiede l'impegno di tutti: la Chiesa, gli Stati, i corpi intermedi, i differenti gruppi umani sono chiamati, nel rispetto della personalità di ciascuno, a un efficace servizio della famiglia. Occorre soprattutto l'impegno di tutte e due gli sposi e, per questo, occorre desiderare ardentemente che il marito e la moglie fin dall'inizio si sforzino di avere la medesima visione sui valori essenziali della famiglia.

In lingua inglese 5. Il mio terzo pensiero riguarda la famiglia cristiana e l'aiuto pastorale che la Chiesa deve ad essa. Mentre poco fa stavo ascoltando le varie testimonianze, ero colpito non solo dal contenuto di ciascuna e dalla speciale istanza che veniva da esse; ero anche colpito dal fatto che esse provenivano tutte da laici, da mariti e da mogli cristiani che realmente vivono una vita familiare. Questo è un fattore significativo nella presente azione pastorale della Chiesa riguardante la famiglia.

A questo proposito, non posso mancare di menzionare l'importanza dei movimenti familiari. Essi sono numerosi e fiorenti, e nel secolo presente essi sono uno dei segni della vitalità che non viene mai meno della Chiesa e della creatività pastorale. Un aspetto essenziale di questi movimenti è il fatto che essi sono un principio attivo per il perfezionamento interiore di molte famiglie ai diversi livelli della vita familiare; e allo stesso tempo essi costituiscono centri dinamici di zelo apostolico.

Non si può fare a meno di essere grati a questi movimenti per tutto ciò che stanno compiendo per la famiglia. Non si può fare a meno di rallegrarsi per il fatto che essi stanno cercando di ampliare i loro propri orizzonti con uno sguardo al servizio che sarà sempre più incidente, sempre più intelligente, sempre più in armonia con le complesse realtà e i problemi del tempo presente. Ciò nonostante si deve esprimere la speranza che i movimenti familiari non attenueranno ciò che è la loro aspirazione fondamentale - una ispirazione che è anche il loro carisma e perciò la loro forza - in una attività che, anche se degna di lode, potrebbe diventare puramente generica ed indiscriminata. Una preoccupazione sociale e legittima non deve far si che questi movimenti cadano in una falsa sociologia che li svuoterebbe del contenuto pieno che è loro proprio finché essi rimangono autentici movimenti ecclesiastici.

Per essere pienamente efficaci tutti i movimenti familiari devono prendere in considerazione quella struttura fondamentale della Chiesa che è la parrocchia, e devono integrarsi in essa. Anche a questo proposito è utile ricordare quanto ho menzionato l'anno scorso nel contesto della catechesi: "La parrocchia è ancora un superiore punto di riferimento per il popolo cristiano" (Ioannis Pauli PP. II RH 67). Attraverso la sua attività pastorale coordinata, la parrocchia è interamente orientata al bene della famiglia, al benessere della famiglia. La famiglia a sua volta è chiamata a sostenere la parrocchia nella sua missione essenziale di costruzione del regno di Dio portando la parola di Dio all'interno della vita di tutti.

Offrendo il mio incoraggiamento e il mio appoggio a tutti coloro che, nelle diverse parrocchie del mondo, collaborano alla promozione della cura pastorale della famiglie, esprimo la speranza che ciascuno si voglia avvantaggiare delle opportunità messe a disposizione delle famiglie a livello parrocchiale, e prego che ogni parrocchia diventi veramente essa stessa una famiglia unita e amorosa.

In lingua spagnola 6. Un ultimo pensiero mi induce ad una dimensione invisibile, non traducibile in cifre, ma che bisogna considerare tra le più importanti se non la più importante della realtà familiare. Mi riferisco - lo avete già indovinato - alla spiritualità familiare. Verso questo punto di riferimento dovranno convergere sempre tutte le considerazioni sulla famiglia cristiana verso la propria origine e il proprio fine. In effetti, la famiglia cristiana, nasce da un sacramento - quello del matrimonio - che, come tutti i sacramenti, è una sconcertante iniziativa divina nel cuore di una esistenza umana. D'altra parte, una delle finalità di questo sacramento è quella di costruire con cellule vive il corpo di Cristo che è la Chiesa. La famiglia la si comprende solamente nel campo di attrazione di questi due poli: una chiamata di Dio che impegna ciascuno dei cristiani che la compongono, la risposta di ognuno nella grande comunità di fede e di salvezza, pellegrina verso Dio.

Nondimeno, tutto questo la famiglia cristiana lo incarna e lo vive nel contesto degli elementi che sono specifici precisamente della realtà familiare: l'amore umano tra gli sposi e tra i genitori e i figli, la mutua comprensione, il perdono, l'aiuto e il servizio reciproco, l'educazione dei figli, il lavoro, la gioia e la sofferenza... Tutti questi elementi, nel matrimonio cristiano, sono avvolti e come impregnati dalla grazia e dalla virtù del sacramento e si convertono nel cammino di vita evangelica, ricerca del volto del Signore, scuola di carità cristiana.

Esiste dunque una forma specifica di vivere il Vangelo nella dimensione della vita familiare. L'ora di prova e di speranza che sta vivendo la famiglia cristiana esige che un numero sempre maggiore di famiglie scoprano e pongano in pratica una solida spiritualità familiare nella trama quotidiana della propria esistenza. Lo sforzo compiuto dagli sposi cristiani che, dentro e fuori dei movimenti familiari, cercano di diffondere sotto la guida di colti pastori, le linee maestre di un'autentica spiritualità matrimoniale e familiare, oggi come mai è necessario e provvidenziale. La famiglia cristiana ha bisogno di questa spiritualità per ritrovare il suo equilibrio, la sua piena realizzazione, la sua serenità, il suo dinamismo, la sua apertura verso gli altri, la sua gioia e la sua felicità.

Le famiglie cristiane hanno bisogno di qualcuno che le aiuti a vivere una autentica spiritualità. Il fatto che l'attuale Sinodo si preoccupi anche di questa dimensione costituisce la gioia di tutti noi.

In lingua tedesca 7. Queste sono alcune riflessioni, che mi stanno particolarmente a cuore. Io le affido a voi e vi invito ad approfondirle ulteriormente attraverso una riflessione personale e in un colloquio comune con il vostro coniuge e a trarne le opportune conclusioni per voi stessi e la vostra vita matrimoniale e familiare. Siate sempre coscienti del fatto che, come famiglia cristiana, non siete mai soli e abbandonati con le vostre gioie, le vostre necessità e difficoltà. Nella grande comunità dei credenti molte altre famiglie camminano al vostro fianco, i vostri padri spirituali e i Vescovi per incarico di Gesù Cristo si prendono cura di voi e anche il Papa pensa a voi in una instancabile cura pastorale e prega per voi nell'amore del Signore.

In lingua polacca 8. All'odierno insolito incontro, caratterizzato dalla dimensione di una testimonianza davanti a Dio, alla Chiesa ed al mondo, sulla famiglia cristiana e sui suoi compiti nel mondo contemporaneo, partecipano anche numerose famiglie della mia patria. E questo per me è motivo di particolare gioia. Vi do il benvenuto e vi saluto tutti cordialmente presso la tomba di san Pietro, nel cuore della Chiesa. In voi, qui presenti - e mediante voi - saluto ogni famiglia polacca, sia nella patria sia fuori le sue frontiere: ogni padre, ogni madre, ogni bambino che è la speranza e l'avvenire del mondo e della Chiesa. Portate questo saluto e la mia benedizione alle soglie di ogni casa, ad ogni famiglia. E portate anche questa esperienza e questa testimonianza della famiglia che avete dato qui a Roma e quelle che la Chiesa dà sulla famiglia.

Da Roma, dal presente Sinodo dei Vescovi e da tutto ciò che vivete nel corso di questi giorni attingete la convinzione, la fiducia e la certezza che è un diritto-dovere della Chiesa di coltivare ed attuare la sua dottrina nell'orientamento pastorale sul matrimonio e la famiglia.

Essa non intende imporre a nessuno questa dottrina e orientamento, ma è disposta a proporli liberamente e a tutelarli quale punto di riferimento irrinunciabile per chi si fregia del titolo di cattolico e vuole appartenere alla comunità ecclesiale.

La Chiesa ritiene dunque di proclamare le sue convinzioni sulla famiglia, certa di rendere un servizio verso tutti gli uomini. Tradirebbe l'uomo se tacesse il suo messaggio sulla famiglia. Siate dunque sicuri di seminare il bene ogni volta che voi annunciate con libertà, con umiltà e amore la buona novella sulla famiglia.

Le nostre famiglie siano forti della fortezza di Dio; le guidino la legge divina, la grazia e l'amore; in esse e per esse si rinnovi la faccia della terra.

Rinnovo a tutti il mio saluto e di cuore a tutti imparto la mia benedizione.

Data: 1980-10-12Data estesa: Domenica 12 Ottobre 1980.



GPII 1980 Insegnamenti - All'Unione Superiore Maggiori d'Italia - Città del Vaticano (Roma)