GPII 1981 Insegnamenti - In occasione della nomina del nuovo Primate

In occasione della nomina del nuovo Primate

Titolo: Lettera del Santo Padre alla Chiesa in Polonia

Nelle mani del Cardinale Franciszek Macharski, Metropolita di Cracovia, degli Arcivescovi e Vescovi polacchi: per tutta la comunità della Chiesa cattolica in Polonia per il Clero diocesano, le Famiglie religiose maschili e femminili, per tutti i fratelli e le sorelle nella grazia del santo Battesimo per gli uomini di buona volontà.

Cari fratelli e sorelle! Diletti connazionali!

1. Negli ultimi giorni di giugno, insieme con la solennità dei santi Pietro e Paolo, è trascorso il mese di lutto liturgico per la morte del compianto cardinale Stefan Wyzsynski, Primate di Polonia. Il "Padre del secolo futuro" (Is 9,6) l'ha richiamato a sé nel giorno significativo dell'Ascensione del Signore - il 28 maggio - e l'ultimo giorno di maggio, mese di Maria, è stato quello del suo solenne funerale a Varsavia in Piazza della Vittoria e, successivamente, nella cattedrale dell'arcidiocesi-capitale.

Quanto si dovrebbe dire e scrivere di questa figura straordinaria! Ritengo pero che il modo più adatto per farlo ce lo indica la stessa sacra liturgia, quando, durante il primo mese dopo il trapasso, ci raccomanda soprattutto di raccoglierci in preghiera - e dedicarci al ricordo, davanti a Dio solo, di tutto ciò che è per noi connesso con la persona del defunto. In questo modo la sua figura e la sua opera, purificata da molteplici sofferenze, trovano la loro dimensione più completa - sia nella storia della Chiesa sia in quella della Nazione - mentre non cessiamo di ripetere dopo la sua morte: "Deum, cui omnia vivunt, venite adoremus. Deum, cui ipse vivit, venite adoremus. Ipse": lui che ha espresso il motto di tutto il suo ministero episcopale e servizio pastorale con le parole: "Soli Deo".

Ha forse il suo significato anche la circostanza che la Chiesa universale abbia quasi salutato il grande Primate di Polonia con la solennità che nel giorno della Pentecoste ha avuto luogo nella Basilica di san Pietro e nella Basilica di santa Maria Maggiore in Roma. Ciò che infatti costituiva il contenuto di tutta la solennità, che ha radunato i rappresentanti dell'Episcopato di tutto il mondo, sembrava coronare in modo speciale la straordinaria ricchezza di spirito del defunto, della quale per tanti anni siamo stati testimoni. Questa ricchezza si esprimeva nell'amore verso la Chiesa nello Spirito Santo e nella singolare filiale dedizione alla Sposa dello Spirito Santo e Madre della Chiesa.

Così, quindi, quando è ormai passato un mese dalla dipartita del Cardinale Stefan Wyszynski, possiamo confessare insieme nello spirito del lutto cristiano, che è soprattutto spirito di speranza, che abbiamo restituito "a Dio solo" colui che apparteneva soprattutto a Dio - mentre a noi era stato dato come pastore e primo Vescovo in Polonia per una profonda edificazione. Egli è diventato nei nostri tempi, durante i trent'anni del suo servizio pastorale, un autentico testimone di Cristo tra gli uomini, è divenuto il maestro e l'educatore nello spirito di tutta la verità sull'uomo e - mentre ci ammaestrava e compiva il suo servizio pastorale, - egli ha cercato, a somiglianza di Cristo e della sua Madre, di servire gli uomini e la Nazione che il Buon Dio aveva posto sulla via della sua missione. Come intrepido portavoce della dignità dell'uomo e dei suoi inviolabili diritti nella vita personale, familiare, sociale e nazionale, il defunto Primate è divenuto un singolare esempio di vivo amore per la Patria e deve essere considerato come uno dei più grandi uomini della sua storia.

Quest'uomo, mandatoci da Dio a suo tempo, l'abbiamo restituito a Dio quando è venuto il tempo del compimento dei giorni della sua esistenza terrena. E i giusti sentimenti di rimpianto per la sua perdita li abbiamo trasformati soprattutto in preghiera di riconoscenza e di adorazione a "Dio solo": "Deum, cui omnia vivunt, venite adoremus... Deum, cui ipse vivit, venite adoremus"!


2. Rivolgendomi a voi, cari fratelli e sorelle, e al tempo stesso diletti connazionali col presente scritto, desidero contemporaneamente chiedervi di accettare, in spirito di fede e di unità cristiana, il successore del defunto Primate, che, dopo la scadenza del lutto liturgico, mi è dato mandare a voi in questi giorni. La scelta del Vescovo è sempre un compito importante, per il quale la Chiesa nell'umiltà e nella preghiera implora la luce e la forza dello stesso Spirito Santo. Nel caso della successione alla Sede del Primate di Gniezno unita alla Sede arcivescovile di Varsavia, questo compito, per comprensibili ragioni, è particolarmente importante. E perciò insieme con i miei fratelli nell'Episcopato polacco mi sono adoperato per cercare con umile preghiera l'aiuto dello Spirito Santo, e non dubito che in questo ci ha pure accompagnato la non meno fervida preghiera di tanta gente nella nostra terra, che ama veramente la Chiesa.

Il successore nella Sede di Gniezno e di Varsavia, Mons. Josef Glemp, è egli stesso un sacerdote della Chiesa di Gniezno. Per molti anni è stato uno stretto collaboratore del defunto Primate. Consacrato vescovo il 21 aprile 1979 è stato mandato alla Chiesa di Warmia, legata al grande nome del Servo di Dio, il Cardinale Hosio e da allora ha svolto il servizio di pastore di quella Chiesa, avendo così la possibilità di prepararsi a quei compiti pastorali molto più vasti, che ora devono diventare la sua missione.

In questo momento, egli assume il suo servizio nelle Sedi arcivescovili di Gniezno e Varsavia. Al tempo stesso, si apre con lui davanti a ciascuna di queste Sedi - ed indirettamente anche davanti a tutta la Chiesa in Polonia - un nuovo capitolo, che sarà scritto gradualmente sotto la guida del nuovo Pastore.

Che in questo capitolo continui a perdurare il vivo eloquio dello Spirito Santo e la materna presenza della Madre della Chiesa e la mediazione di tutti i santi Patroni, e specialmente di sant'Adalberto e di san Stanislao! Che si distingua in esso la cristiana maturità della vita personale, familiare, sociale e nazionale in tutti i settori.

Porgendo tali auguri al nuovo Primate di Polonia, lo benedico al tempo stesso di tutto cuore con la benedizione del servo di Cristo e del successore di san Pietro alla Sede Romana.


3. Il compianto Cardinale Stefan Wyszynski è stato giustamente chiamato il Primate del Millennio, poiché a lui è toccato in sorte di far passare la Chiesa in Polonia attraverso la soglia di questo grande anniversario, che ebbe un'importanza fondamentale non solo per la Chiesa ma anche per tutta la Nazione. Il millesimo anniversario del Battesimo, ricevuto nel 966 dal primo sovrano storico della Polonia, è stato qualcosa di più che il solo ricordo di un evento storico del passato - esso è diventato soprattutto una grande testimonianza d'identità, che, unendo le generazioni nelle dimensioni di dieci secoli, ha iniziato il nuovo millennio alle sorgenti della stessa grande verità sull'uomo, sulla famiglia e sulla società, della quale la Chiesa non cessa di essere l'amministratore e servo evangelico.

Lo spirito di questo servizio ha costituito la nota dominante del servizio pastorale più che trentennale del defunto Primate ed anche di tutto l'instancabile lavoro della Chiesa in Polonia. E' comprensibile che questo servizio esiga libertà correttamente intesa: la Chiesa ha bisogno di tale libertà - si tratta di libertà di religione e di libertà di coscienza - per nessun altro scopo, se non quello unico ed esclusivo di poter servire l'uomo e la società, l'uomo e la Nazione; poter servire nella verità e nell'amore nato dal Vangelo, contribuendo alla vera dignità di ogni uomo, ed anche al progresso della società, che non si può misurare col metro delle conquiste esclusivamente materiali. Anzi, gli stessi successi materiali debbono avere piena garanzia nella certezza che l'uomo, mediante quelli, si può sviluppare come uomo e la vita di tutta la Nazione può diventare sempre più giusta e solidale.

Cari fratelli e sorelle! Diletti miei connazionali! La clemente Provvidenza divina ha predisposto che tutti gli eventi delle ultime settimane, così importanti per la Chiesa, ed anche per la Nazione in Polonia, eventi ai quali mi riferisco in questa lettera, mi trovassero all'ospedale. Mi sono unito ad essi spiritualmente mediante la sofferenza, che è diventata mia porzione per grazia di Cristo Signore. Anche la presente lettera per la chiusura del periodo di lutto dopo la morte del Cardinale Stefan Wyszynski di venerata memoria scrivo a voi dall'ospedale. Ed ancora dall'ospedale, nonostante i progressi nella convalescenza, mi avviene di nominare il successore del Cardinale Stefan Wyszynski e di inviargli la benedizione della Sede di san Pietro.

Anche di qui vivo profondamente - insieme con tutte le vicende della Chiesa, della famiglia umana e delle singole Nazioni - i problemi importanti, che dall'anno scorso si svolgono e si sviluppano sulla mia terra natale. Non cessando di ringraziare Dio di tutto quello in cui si è manifestata e continuamente si manifesta la maturità dei miei connazionali, maturità che conferma la convinzione internazionale che essi hanno il pieno diritto di decidere dei problemi riguardanti la loro Patria: il Paese e lo Stato - contemporaneamente non cesso di pregare Dio, che tutta questa difficile opera di molteplice rinnovamento, al quale tendono milioni di uomini di buona volontà - nonostante le differenze nel campo delle opinioni particolari ed anche fondamentali - possa continuare a svilupparsi e a compiersi nel pieno rispetto dei diritti dell'uomo e dei diritti della Nazione.

Se di questo vi scrivo, diletti miei fratelli e sorelle, in questa lettera dopo il periodo del nostro lutto collegato con la dipartita del grande Primate di Polonia, e al tempo stesso con l'inizio del ministero del suo successore - lo faccio non solamente in spirito di giusta sollecitudine, ma ancor di più in spirito di cristiana e umana speranza. Poiché la speranza ci permette sempre di attendere la vittoria del bene.

Nello spirito, perciò, di questa speranza, alla quale così forte ed eloquente testimonianza ha reso davanti a noi nel corso di trenta anni il defunto Primate del Millennio, venendo col pensiero a Jasna Gora, ai piedi di quella Madre che da generazioni non cessa di essere Madre della nostra speranza.

Vi benedico di tutto cuore come vostro fratello in Cristo e al tempo stesso come Pastore sulla Sede di Pietro in Roma, alla quale il Signore ha affidato una particolare sollecitudine per tutte le Chiese.

Data: 1981-07-07
Martedi 7 Luglio 1981


Recita dell'Angelus - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: A Lourdes va il nostro cuore

Sia lodato Gesù Cristo!

1. Anche oggi il pensiero torna a Lourdes, alla città di Maria, dove si sta svolgendo il quarantaduesimo Congresso Eucaristico Internazionale. A Lourdes va il nostro cuore, per unirsi a quelli dei nostri fratelli e sorelle che, insieme con i loro Pastori, sono convenuti da ogni parte del mondo presso la grotta di Massabielle.

"Gesù Cristo, pane spezzato per un mondo nuovo": ecco il tema su cui sarà tributato l'omaggio di fede e di amore al Figlio della Vergine Maria che, sotto i veli del Sacramento, ha voluto restare accanto a noi nella realtà della sua carne e del suo sangue.


2. "Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Questa promessa che, paradossalmente, Gesù fece ai suoi discepoli nel momento stesso in cui li stava lasciando, si realizza in modo singolare nel Sacramento dell'Eucaristia. Sotto i segni sensibili del pane e del vino, Gesù si rende presente in un luogo e in un tempo determinato, consentendo ad ogni essere umano, ovunque egli si trovi ed a qualsiasi epoca storica appartenga, di stabilire un contatto personale con Lui. Nell'Eucaristia la logica dell'Incarnazione raggiunge la sua conseguenza estrema. In essa trova il suo coronamento quel cammino verso l'uomo, che ha spinto Gesù a spogliarsi dei privilegi della divinità, per assumere la condizione di servo (cfr. Ph 2,6-7) e porsi accanto a ciascuno di noi, come nostro fratello; per farsi alla fine Cibo e Bevanda della nostra anima nel suo cammino spirituale.


3. Gesù ha voluto restare vicino a noi, non soltanto per consolarci nelle prove quotidiane e per aiutarci ad accettare la vita col suo peso di malanni, di ingiustizie e di soprusi. Egli ci è accanto per sostenerci nella lotta contro ogni manifestazione del male sulla terra e per stimolare il nostro impegno a far progredire la storia verso traguardi più degni dell'uomo.


4. Il cristiano non può, certo, attendersi di trovare nell'Eucaristia i suggerimenti del tutto pronti circa l'azione da svolgere nei diversi campi della sua vita personale, familiare, sociale o comunitaria, economica o politica. La partecipazione alla "mensa del Signore" tocca, tuttavia, sempre da vicino la sua coscienza del bene e del male, lo pone di fronte alle proprie responsabilità nei confronti delle persone vicine o lontane, nei confronti del mondo circostante. E, pertanto, la comunione al "pane spezzato" impegna ciascuno a recare il proprio contributo all'edificazione di un "mondo nuovo"!


5. Quale contributo? Quello che, volta per volta, le circostanze richiedono e che i doni, di cui la Provvidenza ci ha fornito, rendono possibile. Nella prospettiva cristiana vediamo con pari chiarezza i diversi beni, i doni di agire e di operare non meno che i doni di soffrire e di sopportare. Operare con Cristo e sopportare con Cristo appartiene simultaneamente a quel pressante invito, che per tutti è risuonato dall'inizio dell'evangelica missione di Cristo; invito che, poi, Bernardetta di Lourdes raccolse dalle labbra della Vergine sulla sponda del Gave: invito a "fare penitenza".

E' un invito evangelico e, insieme, eucaristico. "Spezzare il pane" con Cristo vuol dire costruire giorno per giorno una vita pienamente umana e cristiana - vita di fede, di speranza e di amore - vita certamente non priva di difficoltà e di croci, ma piena di senso, di quel senso: piena di gioia.


6. A tutti i partecipanti al Congresso Eucaristico di Lourdes, a tutti i convenuti attorno alla Grotta di Massabielle non cessiamo di augurare una più profonda scoperta di quella vita e di quella gioia nello Spirito Santo che è frutto del loro "spezzare il pane" con Cristo Eucaristia.

E per tale intenzione preghiamo con fervore recitando ora l' "Angelus".

(Al termine della recita dell'Angelus Domini, il Santo Padre ha aggiunto:) Carissimi, non vi vedo perché mi trovo in ospedale; ma vi vedo con gli occhi dello spirito: vi abbraccio e vi saluto tutti e vi benedico con tutto il cuore.

Data: 1981-07-19
Domenica 19 Luglio 1981


Messaggio televisivo del Santo Padre al Congresso Eucaristico

Titolo: Nel sacrificio della Croce la sorgente di un mondo nuovo

Cari fratelli e sorelle che partecipate al Congresso Eucaristico di Lourdes, Sia lodato Gesù Cristo! Fin dal primo annuncio del Congresso Eucaristico, ho desiderato ardentemente di parteciparvi di persona. Mi auguravo di accogliere, per offrirlo a Cristo, l'immenso omaggio che sarebbe salito verso di Lui dalla città mariana.

Volevo unirmi direttamente a voi, per testimoniare con quale fermezza di fede, con quale slancio di adorazione, di gratitudine e di gioia, e anche con quale risoluto impegno, la Chiesa accoglie, celebra e custodisce il memoriale del Sacrificio del Signore, "Pane spezzato per un mondo nuovo", per la salvezza dei suoi fratelli.

Sul luogo, insieme a voi, presso la grotta benedetta, pensavo di implorare da Maria, nostra Madre, la Vergine Immacolata, le grazie di conversione che corrispondono a questo Sacramento dell'Amore divino e garantiscono i requisiti per l'avvento di questo mondo nuovo, secondo il messaggio da Lei confidato a Bernadette Soubirous.

Mi dolgo vivamente di non essere fisicamente presente tra voi, ma la Provvidenza mi invita ad offrire questo sacrificio, come molti altri che sono malati o impediti, e a partecipare senza vedervi e senza ascoltarvi, ma con un cuore tanto più ardente quanto più è consapevole del prezzo dell'Amore del Signore e quanto più e sicuro della vostra devozione eucaristica.

Benedico con grande affetto coloro che avrei voluto salutare ed incoraggiare a viva voce: innanzitutto voi, miei cari fratelli nell'Episcopato, riuniti attorno al Cardinale Bernardin Gantin, che vi ho inviato quale Legato; voi, sacerdoti e diaconi, ministri insieme a loro della Santa Eucaristia; voi seminaristi, dei quali alcuni riceveranno in questa occasione il Sacerdozio; voi, religiosi, religiose e persone consacrate, il cui stato di vita è segno del "mondo nuovo"; voi, padri e madri di famiglia, laici delegati dalle vostre parrocchie o dai vostri movimenti, che rappresentate differenti ambiti di vita, numerosi paesi, e la varietà delle generazioni; voi, soprattutto, fanciulli, adolescenti e giovani, così inclini a capire la dinamica dell'Amore di Cristo. Ho predisposto un momento speciale per i malati, così vicini alla Croce. Ringrazio tutti coloro che hanno favorito l'accoglienza dei Congressisti a Lourdes. Saluto anche i nostri fratelli e sorelle che, pur non essendo in piena comunione con noi, hanno voluto associarsi alla riflessione ed alla preghiera eucaristica, nel desiderio che un giorno potremo condividere lo stesso calice del Signore. La mia preghiera si estende a tutte le comunità della Chiesa cattolica rappresentate a Lourdes, affinché il Cristo aumenti la loro fervente coesione nella fede e nella carità.

Prego specialmente per la crescita delle giovani Chiese, domandando per loro sia il pane quotidiano che il Pane della Vita. Infine saluto cordialmente i figli e le figlie di Francia, che lasciai l'anno scorso a Lisieux con un "arrivederci", e che accolgono presso di loro, a Lourdes, il Congresso del Centenario.

So che l'insieme del Congresso - incontri, conferenze, veglie, liturgia delle ore, processioni, adorazioni, e soprattutto la celebrazione della Santa Messa - devono contribuire a mettervi alla presenza del mistero eucaristico, per coglierne i diversi aspetti, celebrarne le meraviglie, cercarvi le conseguenze nella vita. Come diceva Gesù: "Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono" (Mt 13,16)! Voi avete riconosciuto il Cristo, realmente presente nel Sacramento che inizia il "mondo nuovo", per il quale Egli ha spezzato il pane del suo Corpo ed ha versato il suo Sangue. E voi avete fatto nello stesso tempo l'esperienza della fraternità dei figli di Dio, della gioia che si trova nel dare e nel ricevere gli uni dagli altri. Insieme, voi avete capito che gli uomini non vivono di solo pane, né di amicizie umane, ma di Dio; che essi sono capaci di radunarsi per una parola ed un gesto che voglia simboleggiare e costruire il mondo nuovo con il Cristo. Siate gioiosi! Permettetemi ora, come successore di Pietro, di indirizzarvi il mio messaggio. Ve lo offro come una meditazione particolare sulla "frazione del pane".

Ve l'affido perché la viviate e la trasmettiate.

L'esperienza che avete fatto qui a Lourdes, durante questo Congresso, vi ha investiti di una missione di testimoni, nella Chiesa e per il mondo. Come i discepoli di Emmaus, felici di aver ritrovato il Signore risuscitato e di averlo riconosciuto nella "frazione del pane", (Lc 24,35), state per rientrare nei vostri paesi, "il cuore ancora ardente" (Lc 24,32) delle parole udite. Spetterà a voi far capire intorno a voi che, ai nostri giorni ancora, il Signore si incontra nella "frazione del pane" e che questo incontro dà senso alla vita. Mia intenzione, ora, è di dirvi a quali condizioni, precisando tre convinzioni.

1. La prima è che il "mondo nuovo" - di cui troviamo un segno ed un inizio effettivo nel reciproco scambio, nell'ospitalità, nella comunanza di ideali, nella generosità del servizio, nell'unità della fede e nel fervore della carità - non ha altro fondamento che in Gesù Cristo, Figlio del Padre, che, per amore, e diventato nostro fratello assumendo la natura umana. Questo mondo nuovo è stato annunciato da Lui, durante tutta la sua vita sulla terra, come il Regno di Dio; meritato mediante il suo Sacrificio, iniziato con la sua Risurrezione e con il dono del suo Spirito. Da allora esso si costruisce intorno al Cristo presente nel cuore degli uomini, primogenito tra i morti e Capo della Chiesa (cfr. Col 1,18). Esso si compirà quando il Cristo avrà riempito tutto con la sua pienezza (cfr. Ep 1,24) nell'aldilà, "terra nuova e cieli nuovi" (Ap 21,1), di cui oggi il mondo rinnovato secondo il suo Spirito è sempre e soltanto l'inizio (cfr. GS 38-39). In definitiva, l'umanità nuova, per la fede cristiana, è sorta dalla Croce ed è così che la "frazione del pane" assume prima di tutto il suo senso: "Questo è il mio corpo offerto per voi... Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue" (1Co 11,24-25).

Si, la vera frazione del pane, quella che è fondamentale per noi cristiani, non è altro che quella del Sacrificio della Croce. Da essa derivano le altre e verso essa confluiscono. In effetti, è proprio perché l'umanità non si chiuda nel suo rifiuto, perché l'ultima parola non spetti all'ingiustizia, perché l'odio sia cancellato e perché la storia si apra ad un avvenire nuovo, che il Cristo ha accettato di essere sulla Croce proprio Lui la vittima offerta per il peccato, per l'incredulità e per l'ingiustizia. Proprio in quel momento, Lui, Pane vivente disceso dal cielo, ha compiuto sulla nostra terra la frazione del pane per eccellenza stendendo liberamente le sue mani sulla Croce per distruggere la morte e portare la vita. Il mondo nuovo dipendeva da questo Sacrificio: il muro di separazione è stato allora abbattuto, la Risurrezione dei morti si è realizzata; e, con essa, la possibilità di una umanità unificata (cfr. Ep 2,15). Ecco la prima convinzione su cui si dovrà fondare la vostra vita e di cui vi chiedo di dare testimonianza.


2. Ed ecco il principio che ne consegue: il Sacrificio della Croce è talmente decisivo per l'avvenire dell'uomo che il Cristo l'ha compiuto ed è tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato il mezzo per prendervi parte come se fossimo stati presenti. L'offerta del Cristo in Croce - che è il vero Pane di Vita spezzato - è il primo valore che deve essere comunicato e condiviso. Per questo, prima di salire il Calvario, Cristo ha voluto, nel sacro silenzio del Cenacolo, trovare il tempo di compiere una frazione liturgica del pane: l'ha celebrata con i dodici chiedendo loro di ripeterla nel suo nome fino al giorno in cui sarebbe ritornato per iniziare i tempi nuovi. Sul pane e sul calice della prima Pasqua cristiana, Egli ha compiuto allora i gesti ed ha pronunciato le parole che, per il ministero dei vostri Vescovi, successori degli Apostoli e dei sacerdoti loro collaboratori, sono stati rinnovati qui per farvi accedere al Sacrificio del Cristo, e, per mezzo di Lui, alla Risurrezione che trasformerà tutte le cose.

Voi sapete molto bene, cari fratelli e sorelle, che questa celebrazione eucaristica non fa numero con il Sacrificio della Croce; non vi si aggiunge e non lo moltiplica. La Messa e la Croce non sono che lo stesso e unico Sacrificio.

(cfr. Giovanni Paolo II "Lettera Dominicae Cenae", 9). E tuttavia la frazione eucaristica del pane ha una funzione essenziale, quella di metterci a disposizione l'offerta primordiale della Croce. La rende attuale oggi per la nostra generazione. Rendendo veramente presenti il Corpo e il Sangue di Cristo sotto le specie del pane e del vino, essa rende - nello stesso tempo - attuale e accessibile, alla nostra generazione, il Sacrificio della Croce, che resta, nella sua unicità, il perno della storia della salvezza, l'articolazione essenziale tra il tempo e l'eternità. L'Eucaristia è così, nella Chiesa, l'istituzione sacramentale che, in ogni periodo serve da "collegamento" al Sacrificio della Croce, che offre una presenza insieme reale e operante, in modo che esso possa manifestare in ogni epoca la sua potenza di salvezza e di risurrezione. Grazie alla successione apostolica e alle ordinazioni, Cristo ha dato alle parole con cui ha istituito l'Eucaristia, unite all'azione del suo Spirito, forza e potenza fino al tempo del suo ritorno. E' Lui che le pronunzia per bocca del sacerdote che consacra; è Lui che così ci fa partecipi alla frazione del pane del suo unico Sacrificio.

Questa è la meraviglia dell'Eucaristia. Per la sua importanza, essa appartiene, insieme alla Passione e alla Risurrezione, alla storia della nostra salvezza. E' una delle strutture portanti della Chiesa: "fa la Chiesa". La nostra epoca non si può sbagliare: deve riconoscerle tutto il suo spazio nella carta del mondo nuovo.

Affinché sia così, è evidente che è necessario conservare tutta la loro forza alle parole del Signore, così come la tradizione unanime della Chiesa, i Padri, i Concili, il Magistero e il senso comune dei fedeli le hanno sempre ricevute e comprese; cioè che il Signore crocifisso e risuscitato è veramente, realmente e sostanzialmente presente nell'Eucaristia, e lo è fintanto che sussistono le specie del pane e del vino; a Lui è dovuto non solo il più grande rispetto, ma anche il nostro culto e la nostra adorazione (cfr. "Lettera Dominicae Cenae", 3,12).

Questo è il cuore della Chiesa, il segreto del suo vigore; essa deve vegliare con geloso impegno su questo Mistero e affermarlo nella sua integralità.


3. Infine, cari fratelli e sorelle, il Congresso vi avrà ratto cogliere meglio il ruolo dei ministri dell'Eucaristia e quello di tutto il popolo dei battezzati per quel che riguarda la Messa.

I sacerdoti, avendo ricevuto il Sacramento dell'Ordine, prendono in mezzo a voi il posto del Cristo. Capo della sua Chiesa; il loro ministero sacro è indispensabile per dimostrare che la frazione del pane, da loro realizzata, è un dono ricevuto dal Cristo che supera radicalmente il potere dell'assemblea; è insostituibile per collegare validamente la consacrazione eucaristica al Sacrificio della Croce e alla Cena (cfr. "Lettera Dominicae Cenae", 9). Sarà vostra cura sempre accogliere questo ministero con rispetto e riconoscenza. e pregare perché la Chiesa non manchi mai di sacerdoti, di sacerdoti santi.

Ma il vostro Battesimo fa anche di voi, ad altro titolo e in un altro senso, "un popolo di sacerdoti"; grazie a questa qualifica, ciascuno di voi è chiamato a presentare se stesso come offerta generosa, accettata dal Padre nel Cristo. Spetta a voi dare alla vostra partecipazione eucaristica lo stesso senso che il Cristo ha dato al suo Sacrificio. Non è morto per scomparire, ma per risuscitare, perché la sua Parola e la sua azione continuino, perché la missione ricevuta dal Padre venga compiuta con la potenza dello Spirito. I suoi membri sono chiamati alla libertà secondo lo Spirito, ed all'iniziativa; il cammino della fede e dell'unità è aperto, le norme dell'umanità nuova vengono proclamate. Cristo attende dal suo popolo sacerdotale il coraggio di avanzare e di tentare, nella via della carità, di soffrire e di morire ancora, certamente, come i martiri, ma credendo come loro nel successo ottenuto con il Sacrificio.

Questa riflessione teologale ha delle conseguenze umane di ordine fraterno. Questo Congresso vi ha insegnato a vivere la frazione del pane come Chiesa, secondo tutte le sue esigenze: l'accoglienza, lo scambio, la condivisione, il superamento delle frontiere, la volontà di conversione, la rinuncia ai pregiudizi, la preoccupazione di trasformare i nostri ambienti sociali fin nelle loro strutture e nel loro spirito. Avete capito che, per essere vero e logico, il vostro incontro alla tavola eucaristica deve avere delle conseguenze pratiche.

Perché, se è vero che, nell'Eucaristia, Cristo rende presenti sacramentalmente il suo Corpo e il suo Sangue, come anche il suo Sacrificio della Croce con la sua potenza di Risurrezione, e perché noi ci comunichiamo in pienezza: non soltanto in spirito, ma anche sacramentalmente, per arrivare fino alla sorgente che è Cristo, poi, nella vita concreta e nella storia, per arrivare fino al limite del nostro sforzo, non trascurando nulla di quanto dipende dall'uomo.

Tale è il messaggio che rivolgo affettuosamente a ciascuno di voi, Congressisti e pellegrini di Lourdes. Vi richiamerà quali sono i tre elementi costitutivi del "mondo nuovo" per il quale siete decisi a lavorare. La Chiesa di oggi non ne deve trascurare nessuno.

Cari fratelli e sorelle, contemplando così il Cristo nel suo Mistero eucaristico, il vostro sguardo ha incontrato quello di Maria, sua Madre. In Lei, per opera dello Spirito Santo, si è formato Gesù, il corpo e il sangue di Gesù.

"E' nato dalla Vergine Maria". Beata colei che ha creduto! Per suo intervento ha avuto luogo il primo miracolo di Gesù, a Cana, che ha dato impulso alla fede dei discepoli. Sul Calvario, Ella è unità al dono supremo di suo Figlio. In sua presenza, mentre ella pregava con i discepoli nella Pentecoste, è venuto in abbondanza il dono dello Spirito Santo. Unita ormai alla gloria di Cristo, nel "mondo nuovo", si è mostrata, proprio qui, agli occhi di Bernadette, così vicina agli uomini, agli uomini peccatori, al loro bisogno di conversione, alla loro sete di felicità piena! Siate certi che Ella intercede per voi, per condurvi, per condurre la Chiesa, alla pienezza della fede eucaristica e del rinnovamento spirituale.

Concludendo questo messaggio mi volgo con Lei verso il Signore: O Cristo Salvatore, ti rendiamo grazie per il tuo Sacrificio redentore, unica speranza degli uomini! O Cristo Salvatore, ti rendiamo grazie per la frazione eucaristica del Pane, che tu hai istituito per incontrare realmente i tuoi fratelli nel corso dei secoli! O Cristo Salvatore, infondi nei cuori dei battezzati il desiderio di offrire se stessi con te e di impegnarsi per la salvezza dei loro fratelli! Tu che sei realmente presente nel Santo Sacramento, effondi abbondantemente le tue benedizioni sul tuo popolo riunito a Lourdes, perché questo Congresso resti veramente un segno del "mondo nuovo"! Amen. Data: 1981-07-21
Martedi 21 Luglio 1981


Agli ammalati riuniti presso la Grotta di Lourdes

Titolo: Le vostre sofferenze accrescono la carità che anima la Chiesa

Cari ammalati, cari handicappati, cari infermi presenti al Congresso Eucaristico, Il mio pensiero affettuoso e la mia preghiera raggiungono tutti i congressisti, presso la grotta di Lourdes, ma voi in modo del tutto speciale.

Lourdes è il luogo in cui gli ammalati giunti da tutto il mondo sono sempre al primo posto, serviti dai loro fratelli in buona salute, per presentare le loro sofferenze alla compassione di nostra Madre, la Vergine Maria, alla misericordia di Cristo Gesù, e ripartire con il conforto che proviene da Dio.

Voi siete prossimi al cuore stesso del Congresso che celebra la presenza reale di Cristo sotto l'umile spoglia del pane, il Cristo che ha sofferto ed offerto la sua Passione per farci entrare nella Vita e per aprirci il suo Regno.

Voi non cessate in nessun momento di essere membri a tutti gli effetti della Chiesa; non soltanto, come gli altri, voi siete in comunione col Corpo del Signore, ma nella vostra carne siete in comunione con la Passione di Cristo. Le vostre sofferenze non sono inutili: esse contribuiscono, in modo invisibile, alla crescita della Carità che anima la Chiesa. Il Sacramento dell'Unzione degli infermi vi unisce in modo particolare a Cristo, per il perdono dei vostri peccati, per il conforto della vostra anima e del vostro corpo, per accrescere in voi la speranza del Regno della Luce e della Vita che il Cristo vi promette.

Quando mi incontravo con gli ammalati, a Roma o durante i miei viaggi, mi soffermavo sempre presso ciascuno di loro, li ascoltavo, li benedicevo per mostrare che ciascuno di loro era oggetto della tenerezza di Dio. E' così che faceva Gesù.

Dio ha permesso che io stesso, in questo momento, provi su di me, nella mia stessa carne, la sofferenza e la debolezza. Questo mi fa sentire ancora più vicino a voi, mi fa comprendere ancor meglio la vostra prova. "Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo Corpo che e la Chiesa" (Col 1,24). Vi invito ad offrire con me la vostra prova al Signore, che, attraverso la Croce, realizza grandi cose; ad offrirla perché la Chiesa intiera, attraverso l'Eucaristia, conosca un rinnovarsi della fede e della carità; perché il mondo conosca il beneficio del perdono, della pace, dell'amore.

Che nostra Signora di Lourdes vi custodisca nella speranza! Benedico tutti coloro che vi sostengono mediante la loro amicizia e le loro cure e che ricevono da voi un sostegno spirituale.

E benedico voi stessi con tutto il mio affetto nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Data: 1981-07-21
Martedi 21 Luglio 1981


GPII 1981 Insegnamenti - In occasione della nomina del nuovo Primate