GPII 1983 Insegnamenti - Alla Grotta di Massabielle - Lourdes (Francia)


1. La Vergine, Nostra Signora di Lourdes! Domani la celebreremo nella sua gloria di risuscitata, unita con il corpo e l'anima alla vita celeste del suo Figlio. La Donna rivestita di vita divina come del sole e coronata di stelle, per parlare come l'Apocalisse. A Bernadette Soubirous ella apparve appunto raggiante di questa felicità, ma ella rievocava piuttosto la giovane vergine dell'Annunziazione, giovane, sempre giovane, più giovane del peccato, come l'ha fatto ben capire un vostro scrittore, Georges Bernanos. Ella richiamava i preludi dell'Incarnazione di Cristo, la preparazione alla sua venuta con il Battesimo e la penitenza, l'Avvento. E soprattutto ella ricordava la grazia della sua Immacolata Concezione, che aveva fatto di lei il segno precursore dell'umanità riscattata da Cristo, preservandola dal peccato originale, e cioè da quella separazione da Dio, che colpisce tutti gli uomini all'inizio della vita e che lascia nel loro cuore una tendenza al sospetto, alla sfiducia, alla disobbedienza, alla ribellione, alla rottura con quel Dio che non ha mai cessato di amarli. La Vergine fu subito situata nel rapporto d'amore con Dio.


2. Perché dunque la Vergine ha scelto questo volto e questo nome per rivelarsi qui? Diciamolo francamente: il nostro mondo ha bisogno di conversione. D'altra parte in ogni epoca ce n'è bisogno. Nel corso del 19° secolo, questo bisogno si manifestava in un modo particolare, con l'incredulità di alcuni ambienti scientifici, nell'esposizione di talune filosofie o nella vita pratica. Oggi il senso stesso del peccato è in parte scomparso, perché si perde il senso di Dio. Si è voluto costruire un umanesimo senza Dio e la fede rischia continuamente di apparire come un atteggiamento di originalità di qualcuno, privo di un ruolo necessario per la salvezza di tutti. Le coscienze si sono oscurate come al tempo del primo peccato, non distinguendo più il bene e il male.

Molti non sanno più cos'è il peccato o non osano più saperlo, come se questa conoscenza potesse alienare la loro libertà. E tuttavia quali mirabili sforzi non fanno i nostri contemporanei per sviluppare le capacità umane che Dio ha dato loro e per creare meravigliose condizioni di vita per sé e per il prossimo! Ma rimane difficile convincere il mondo attuale sulla miseria del proprio peccato e sulla salvezza che Dio continuamente gli offre per mezzo della riconciliazione realizzata con la Redenzione. E' questo il cammino che la Chiesa ha intrapreso durante l'Anno Giubilare della Redenzione.

Orbene, la Vergine senza peccato ci richiama qui a questo bisogno primordiale. Ella ci dice come a Bernadette: pregate per i peccatori, venite a lavarvi, a purificarvi, a riprendere una vita nuova! "Convertitevi e credete al Vangelo". Ella dà una nuova attualità a queste primissime parole di Gesù nel Vangelo.


3. Perché, se Maria ha rappresentato l'avversario di Satana, l'opposto del peccato, qui si dimostra l'amica dei peccatori, come Cristo che mangiava e viveva in mezzo a loro, lui, il "Santo di Dio". E' la Buona Novella che ella ripete al mondo d'oggi e a ciascuno di noi. E' possibile, è benefico, è vitale trovare e ritrovare il cammino di Dio.

S', la presa di coscienza del peccato è possibile, insieme con la coscienza dell'amore misericordioso di Dio o piuttosto grazie a lui, perché è lui che converte il cuore del peccatore, lo illumina e lo spinge al pentimento. Ciò non è umiliante o traumatizzante: è liberante! Soltanto l'orgoglio gli può essere di ostacolo. E Bernadette ricorda, con tutta la sua vita, ciò che Maria aveva proclamato con il Magnificat: "Egli ha guardato l'umiltà della sua serva... Ha innalzato gli umili" (Lc 1,48-52). Apparentemente gli ostacoli interni ed esterni alla conversione oggi potrebbero sembrare insormontabili. Ma a Dio tutto è possibile. Si tratta di un dono di Dio che dobbiamo chiedere. Avviene come per l'acqua che sgorgo imprevista tra le dita di Bernadette e che non cesserà più di scorrere. Bisogna lavarsi con essa. "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, essi diventeranno bianchi come neve" (Is 1,18). E bisogna disporsi con l'umiltà, con atti di penitenza, con la preghiera, con la domanda di perdono: non ci sono altre vie; è ciò che annunziarono i Profeti che precedettero Gesù Cristo, specialmente Giovanni Battista; ciò che affermo Cristo stesso; ciò che ripetono la Chiesa e Maria, che ci portano il suo messaggio, e Bernadette che ce lo trasmette tanto fedelmente e tanto semplicemente.

Questo cammino di conversione e di penitenza è particolarmente in armonia con questo Anno Santo, in cui celebriamo il Giubileo della Redenzione.

Cristo è morto e risorto per strapparci alla condizione di peccatori e per comunicarci una vita nuova. In questo modo, egli ha restituito Dio all'uomo e l'uomo a Dio. Lourdes è un luogo dove si comprende certamente meglio che altrove tale Redenzione e dove milioni di pellegrini vivranno questo Giubileo.

Inoltre, prossimamente si terrà a Roma il Sinodo dei Vescovi, che ho convocato per trattare il tema della Riconciliazione e della Penitenza e che attualmente viene preparato nelle diocesi. A mio parere, questo è un avvenimento di fondamentale importanza. E io vengo a Lourdes a pregare affinché questo Sinodo si svolga nel miglior modo e porti molti frutti in tutta la Chiesa. Affido questa intenzione all'Immacolata Concezione e la raccomando anche alle vostre preghiere.


4. Per il momento, fratelli e sorelle, prepariamo i nostri cuori all'incontro con il Signore, come ci invita Maria; prepariamoci alla festa dell'Assunzione. E ringraziamo Dio per la grazia che egli ci fa in questo luogo. Da più di un secolo - sono passati infatti esattamente cento anni da quando fu posta la prima pietra dell'antica Basilica - il mondo intero ha gli occhi rivolti verso Lourdes.

Certamente ogni Nazione ha i suoi celebri Santuari, dove la presenza di Maria è particolarmente onorata e invocata. Come pellegrino ne ho già visitato un certo numero, perché sono persuaso che la Chiesa debba attingere a queste fonti. Penso evidentemente a Czestochowa, ma anche a Guadalupe, a Efeso, a Fatima, a Knoch in Irlanda, a Aparecida in Brasile, a Montserrat e a Saragoza in Spagna, a Loreto e a Pompei in Italia.

Ma mi sembra che a Lourdes ci sia una grazia speciale. Il messaggio è sobrio e chiaro ma fondamentale. Fu trasmesso in un modo particolarmente energico, puro e trasparente da una adolescente dall'anima limpida e coraggiosa. I segni sono semplici: il vento che evoca lo Spirito della Pentecoste, l'acqua della purificazione e della vita, la luce, il segno della croce, la preghiera del Rosario. Fin dall'inizio, i cristiani sono invitati a venire in folla, come Chiesa. E infatti è come se qui il rispetto umano e tutte le altre difficoltà - che troppo sovente bloccano la conversione e l'espressione religiosa - fossero naturalmente superate. Qui si prega, si vuole pregare, si desidera riconciliarsi con Dio, si ama adorare l'Eucaristia, si dà un posto d'onore ai poveri e ai malati. E' un luogo eccezionale di grazia. Dio sia lodato! Lodiamolo con le parole di Maria: "Magnificat anima mea Dominum!", "L'anima mia magnifica il Signore! Egli si è ricordato del suo amore... Ascoltiamo il Signore che ci dice: "Io ti amo! Non ho mai cessato di amarti". Ascoltiamolo mentre rivolge anche a noi, come a Pietro, la domanda sempre fondamentale: "Ami tu? Mi ami tu?". Senza di lui, senza la sua presenza, noi saremmo incapaci di rispondere. Ma lo Spirito Santo può ravvivare in noi l'amore e la fede.

Accogliamo lo Spirito che venne in Maria totalmente: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente!". Magnificat anima mea Dominum!

Data: 1983-08-14 Data estesa: Domenica 14 Agosto 1983

Recita del Santo Rosario - Lourdes (Francia)

Titolo: Su tutta la terra la protezione di Maria

Con la semplicità e il fervore di Santa Bernadette recitiamo il Santo Rosario! Prima decina: Onoriamo la Risurrezione del Signore Gesù. - Benediciamo la Madre del Vincitore della morte e del peccato. - Con lei, benediciamo il Cristo risorto. - Preghiamo Maria di confermare la fede delle comunità cristiane di Francia e del mondo intero.

Seconda decina: Onoriamo l'esaltazione di Cristo nella gloria divina, il mistero dell'Ascensione. - Rallegriamoci con la Madonna per la glorificazione celeste di suo Figlio. - Lodiamo il Cristo, nuovo Adamo, per aver riaperto agli uomini il destino dell'immortalità e della vita con Dio. - Affidiamo a Maria gli uomini e i popoli che hanno perso o che ignorano o che combattono la speranza cristiana.

Terza decina: Onoriamo l'evento della Pentecoste. - Lodiamo Maria, in cui lo Spirito Santo ha dato la vita al Redentore del mondo. - Lodiamo Gesù per aver inviato il suo Spirito ai primi discepoli, come lo dona a quelli di oggi. - Supplichiamo Maria, perfettamente fedele allo Spirito, di concedere questa stessa fedeltà ai responsabili e ai membri della Chiesa.

Quarta decina: Onoriamo l'Assunzione della Vergine Maria. - Lodiamo Maria di Nazaret, Maria di Betlemme, della Presentazione al Tempio, di Cana, del Calvario, del Cenacolo: ella è stata glorificata immediatamente nell'anima e nel corpo. - Ringraziamo Gesù di aver fatto partecipare sua Madre alla sua vita di Risorto. - Preghiamo Maria che ci doni la gioia e la speranza di raggiungerla.

Quinta decina: Onoriamo la glorificazione della Madonna. - Salutiamo, con tutta la tradizione, Maria che partecipa alla regalità spirituale di Cristo Redentore. - Benediciamo Gesù che ha voluto unire sua Madre nella dilatazione del suo Regno! O Madre della Chiesa, o Regina dell'universo, noi ti preghiamo: estendi a tutta la terra la tua materna protezione!

Data: 1983-08-14 Data estesa: Domenica 14 Agosto 1983

Preghiera a Maria - Lourdes (Francia)

Titolo: Una nuova giovinezza di fede per i figli e le figlie di Francia

Innanzi a te, o Madre di Cristo, innanzi al tuo cuore immacolato, desidero oggi unirmi di nuovo al nostro Redentore, che si è offerto per gli uomini, allo scopo di rigenerarli con il perdono e di nutrirli con la sua vita. Tu ti sei unita alla sua offerta per la salvezza del mondo più di chiunque altro. E tu ci supplichi, con la voce di Bernadette, di accogliere l'invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera. Non permettere che percorriamo la nostra strada dimenticando il tuo appello.

Madre degli uomini e dei popoli, tu che conosci le loro sofferenze e le loro speranze, che maternamente senti le conseguenze delle loro lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, ascolta la nostra preghiera, vieni in soccorso ai tuoi figli nella prova. A Lourdes io ti rinnovo per tutta la Chiesa la preghiera che amo rivolgerti nei grandi Santuari che nel mondo ti sono dedicati.

E qui, su questa terra di Francia, affido in modo speciale al tuo amore materno i figli e le figlie di questo popolo. Essi non hanno mai cessato di onorarti, nelle loro tradizioni, con l'arte delle loro cattedrali, con i pellegrinaggi, nella pietà popolare come pure con la devozione degli autori spirituali, sicuri di trovarsi vicini a Cristo contemplandoti, ascoltandoti, pregandoti. Molti si sono onorati di consacrarsi a te, compresi anche dei re, come fece Luigi XIII in nome del suo popolo.

Tu stessa, hai fatto sentire a Bernadette Soubirous l'esperienza della tua dolce presenza, incaricandola di un messaggio che è l'eco della parola di Dio affidata alla Chiesa. L'offerta che facciamo di noi stessi davanti a te, Nostra Signora, deve essere un atto personale di ognuno, di ogni famiglia, di ogni comunità ecclesiale ed è bene rinnovarla ad ogni generazione, nella forma che meglio esprime questo fiducioso affidamento.

Compio oggi questo gesto insieme con tutti coloro che in questa Nazione lo desiderano, affinché la loro fede cristiana trionfi su tutte le insidie, sia fedelmente trasmessa e sia accolta totalmente dalle giovani generazioni. Affinché siano assidui nel pregarti. Affinché sorgano sempre dei cristiani convinti, dei santi, che trascinino i loro fratelli in una vita ardente di amore a Dio e al prossimo e di zelo missionario. Affinché la carità e l'unità, la gioia e la speranza dimorino sempre in questa Chiesa. Affinché la sua testimonianza favorisca nell'intera Nazione il vero progresso che tu per essa desideri.

O Maria, Nostra Signora di Lourdes, ottieni per questi fratelli e per queste sorelle di Francia i doni dello Spirito Santo, per donare una nuova giovinezza, la giovinezza della fede, a questi cristiani e alle loro comunità, che io affido al tuo cuore immacolato, al tuo amore materno. Amen!

Data: 1983-08-14 Data estesa: Domenica 14 Agosto 1983

Al termine della fiaccolata serale - Lourdes (Francia)

Titolo: Uniti nella preghiera con i perseguitati a causa di Cristo




1. In questa placida notte, vegliamo. Vegliamo nell'attesa della celebrazione della gloria di Maria. Preghiamo. Non più ciascuno nella propria intimità, ma come un immenso popolo in cammino al seguito di Gesù Cristo resuscitato, illuminandoci reciprocamente, appoggiandoci alla fede nel Cristo Gesù, alle sue parole che sono luce nei nostri cuori.

Gesù ci ha detto: "Tenete accese le vostre lampade" (Lc 12,35): la lampada della fede, la lampada della preghiera! Che le nostre preghiere si uniscano per ascendere a Dio, come la fiamma dei nostri ceri; per offrirgli, con Maria, una fervida azione di grazia: e anche per innalzare insieme un'immensa supplica.

Ognuno porta qui intenzioni personali, per la propria salute, la propria famiglia, la propria comunità, il proprio Paese. Ed è un bene. Questa sera uniamo tutte queste intenzioni, per affidarle al nostro Padre del cielo, attraverso Maria. Ed estendiamo queste intenzioni al mondo intero e a tutta la Chiesa, alla ricerca di ciò che corrisponde alla volontà di Dio e non soltanto alla nostra.

Si, per il mondo intero! Trovino posto nella nostra preghiera quegli uomini e quelle donne che, in ogni luogo dell'universo, soffrono per la fame o per altri flagelli, per le devastazioni della guerra, per le emigrazioni, coloro che sono vittima del terrorismo - politico o no - che colpisce senza scrupolo gli innocenti, dell'odio, di oppressioni, di ingiustizie di ogni genere, rapiti, sequestrati, torturati, condannati senza garanzia di giustizia; tutti coloro che subiscono attentati intollerabili alla loro dignità umana e ai loro diritti fondamentali, che sono ostacolati nella loro giusta libertà di pensare e di agire, umiliati nelle loro legittime aspirazioni nazionali. Affinché cambi l'atteggiamento dei responsabili e le vittime ricevano conforto e coraggio! Pensiamo anche alla miseria morale di coloro che sono travolti nella corruzione di ogni genere. Preghiamo ancora per coloro che conoscono gravi difficoltà in seguito alla loro condizione di immigrati e di disoccupati, di malati, di infermi, o poiché sono soli. E il Cristo, il Figlio dell'uomo che soffre con loro. Se non mi dilungo nell'esposizione di queste miserie umane, è perché ho avuto occasione di parlarne.

Parimenti, noi cristiani abbiamo particolarmente a cuore nella nostra preghiera le esigenze spirituali della Chiesa universale, che tutti conosciamo e su cui torno spesso: la conversione, la trasmissione della fede, la santità delle anime consacrate, le vocazioni, l'espansione dei focolari cristiani... Ma c'è una miseria spirituale particolarmente evidente su cui concentreremo la nostra attenzione e la nostra preghiera, quella di coloro che soffrono per la loro fede.

Noi che possiamo esprimere qui, senza alcun ostacolo, la nostra fede e la nostra preghiera, guardiamoci dal dimenticare questi fratelli e queste sorelle! E soprattutto in questo santuario di Lourdes verso cui i cristiani del mondo intero volgono lo sguardo dal momento in cui la Vergine Maria vi ha fatto brillare la speranza! Come Papa, portando la sollecitudine di tutte le Chiese e spesso informato della loro situazione, vi invito a meditare con me su questo mistero della persecuzione dei credenti, riprendendo, con Maria, le parole di Gesù.


2. "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Mt 5,11-12).

Questa Beatitudine, l'ultima delle otto indicate dal Vangelo di Matteo, voglio pronunciarla davanti a te. O Madre del Cristo e Madre della Chiesa, qui, a Lourdes. E pronunciandola, desidero riunire alla tua presenza, tutti coloro che, ovunque si trovino nel mondo, subiscono persecuzioni "a causa del Cristo", tutti coloro che sono "odiati a causa del mio nome" (cfr. Mc 13,13).


3. A più riprese il Cristo ha parlato delle persecuzioni ai suoi discepoli. Egli non nascondeva loro che la persecuzione sarebbe sovente divenuta il prezzo della testimonianza (cfr. Lc 21,13) che essi rendevano agli uomini.

Lasciamo riecheggiare in quest'ora alcune parole del Maestro che contengono il vero Vangelo della persecuzione: "Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia per rendere testimonianza davanti a loro... Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato" (Mc 13,9-13). Tuttavia, "non temete quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima" (Mt 10,28). Queste sono parole tratte dai Vangeli di Marco e di Matteo.

Il Vangelo di Luca, da parte sua, ricordando coloro che sono odiati, respinti, insultati a causa del Figlio dell'Uomo (cfr. Lc 6,22-23), precisa: "Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire" (Lc 12,11-12).


4. Si legge ancora nel Vangelo di Giovanni: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me"; "...Voi non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia..."; "Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguito me, perseguiteranno anche voi..."; "Tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato" (Jn 15,18-21); "Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Jn 16,33).


5. Il Cristo ha dunque preparato i suoi discepoli alle persecuzioni. E, infatti, essi sono stati perseguitati da quando hanno dato inizio alla missione che era stata loro affidata. Già a Gerusalemme, gli Apostoli e coloro che professavano il Cristo subirono delle persecuzioni. I primi tre secoli di vita del cristianesimo nell'Impero Romano hanno costituito il periodo delle persecuzioni, di cui la prima scoppio a Roma, ai tempi di Nerone, negli anni sessanta. Tra le numerose vittime vi furono gli Apostoli Pietro e Paolo. Fino alla fine del quarto secolo, sanguinose persecuzioni si susseguirono regolarmente. La Chiesa è nata dalla Croce del Cristo ed è cresciuta in mezzo alle persecuzioni.

Fu così agli inizi, nell'antichità romana. Fu lo stesso anche più tardi.

Nel corso dei secoli, in luoghi diversi, sono scoppiate persecuzioni contro la Chiesa, e coloro che credevano al Cristo donarono la loro vita per la fede e subirono le peggiori torture. Il martirologio della Chiesa è stato scritto secolo dopo secolo.


6. Oggi, giorno del mio pellegrinaggio a Lourdes, vorrei riabbracciare con il pensiero e con il cuore della Chiesa tutti coloro che subiscono persecuzioni nella nostra epoca. Vorrei abbracciare tutti, attraverso il cuore della Chiesa, con il cuore materno della Madre di Dio che la Chiesa venera come Madre e come Regina dei martiri.

Le persecuzioni a causa della fede sono talvolta simili a quelle che il martirologio della Chiesa ha già scritto nei secoli passati. Esse prendono diverse forme di discriminazione dei credenti, e di tutta la comunità della Chiesa. Queste forme di discriminazione sono talvolta applicate nel momento stesso in cui viene riconosciuto il diritto alla libertà religiosa, alla libertà di coscienza, e questo sia nella legislazione dei diversi Stati che nei documenti di carattere internazionale.


7. Vogliamo precisare? Nelle persecuzioni dei primi secoli, le abituali condanne erano la morte, la deportazione e l'esilio. Oggi, alla prigione, ai campi di internamento e di lavori forzati, all'espulsione dalla propria patria, si sono aggiunte altre pene meno dure ma più sottili: non più la morte cruenta, ma una sorta di morte civile: non solo la segregazione in un carcere o in un campo, ma la restrizione permanente della libertà personale o la discriminazione sociale.

Ci sono oggi centinaia e centinaia di migliaia di testimoni della fede, molto spesso ignorati e dimenticati dall'opinione pubblica la cui attenzione è assorbita da fatti diversi: essi sono spesso conosciuti solo da Dio. Sopportano privazioni quotidiane, nelle regioni più diverse di ogni continente. Si tratta di credenti costretti a riunirsi clandestinamente poiche le loro comunità religiose non sono autorizzate. Si tratta di Vescovi, di sacerdoti, di religiosi ai quali è vietato esercitare il santo ministero in chiesa o in pubbliche riunioni. Si tratta di giovani generosi, impediti ad entrare in un seminario o in un luogo di formazione religiosa ove realizzare la propria vocazione. Si tratta di ragazze alle quali non è data la possibilità di consacrarsi in una vita comune votata alla preghiera e alla carità verso i fratelli. Si tratta di genitori che si vedono rifiutare la possibilità di assicurare ai propri figli un'educazione ispirata alla propria fede. Si tratta di uomini e donne, lavoratori manuali, intellettuali o persone che esercitano altre professioni che, per il semplice fatto di professare la propria fede, affrontano il rischio di vedersi privati di un avvenire interessante per la loro carriera o i loro studi.

Queste testimonianze si aggiungono alle situazioni gravi e dolorose dei prigionieri, degli internati, degli esiliati, non soltanto presso i fedeli cattolici e gli altri cristiani, ma anche presso altri credenti (cfr. RH 17). Essi costituiscono come una lode che ascende continuamente a Dio dal santuario delle loro coscienze, come un'offerta spirituale certamente gradita a Dio.


8. Questo non deve farci dimenticare altre difficoltà che si presentano a una vita di fede. Esse non provengono soltanto da restrizioni esterne della libertà, da costrizioni umane, dalle leggi o dai regimi. Possono sorgere anche da abitudini e da correnti di pensiero contrarie alla tradizione evangelica e che esercitano una forte pressione su tutti i membri della società; o ancora si tratta di un clima di materialismo o di indifferentismo religioso che soffoca le aspirazioni spirituali, o di una concezione fallace e individualistica della libertà che confonde la possibilità di scegliere qualsiasi cosa assecondi le passioni con la preoccupazione di realizzare al meglio la propria vocazione umana, il proprio destino spirituale e il bene comune. Non è questa la libertà che fonda la dignità umana e favorisce la fede cristiana (cfr. RH 12). Ai credenti che sono immersi in tali ambienti è necessario un grande coraggio per restare limpidi e fedeli, per fare buon uso della loro libertà. Anche per loro, è necessario pregare. Temete, dice Gesù, coloro che hanno potere di uccidere l'anima (cfr. Mt 10,28).


9. In tutte le epoche della sua storia, la Chiesa ha circondato di un'attenzione e di un ricordo particolari, di un amore speciale coloro che "soffrono in nome di Cristo". V'è qui da parte della Chiesa un ricordo imperituro e una costante sollecitudine.

Il nostro incontro di oggi, ai piedi della Madre Immacolata di Cristo a Lourdes, ci permette di dare un'espressione particolare a questo ricordo così durevole. Preghiamo per tutti coloro che in qualsiasi luogo e in qualsiasi maniera sono perseguitati a causa della fede.

Abbiamo ricordato le parole di Cristo stesso. Possano questi fratelli e queste sorelle trovare ispirazione e forza in queste parole! Che lo Spirito Santo sia con loro, lui che ispira le anime e diffonde nel cuore dei credenti una forza eroica. In un certo senso, agli occhi di Dio, essi brillano come altrettante luci disseminate nel mondo intero e da cui la Chiesa riceve misteriosamente vigore.

Possano essi conservare la pace interiore e la forza di spirito veramente cristiana! Che si consolidi in essi il senso della dignità che nasce attraverso la fedeltà interiore alla coscienza e alla verità! Che il Signore dia loro la grazia del perdono per i loro persecutori e dell'amore per i nemici.

O Madre del Cristo, tu che stai ai piedi della Croce del tuo Figlio, sii vicina a tutti coloro che, nel mondo di oggi, subiscono delle persecuzioni! Che la tua presenza materna li aiuti a sopportare le sofferenze e a conseguire la vittoria attraverso la Croce!

Data: 1983-08-14 Data estesa: Domenica 14 Agosto 1983

Ai sacerdoti nella Basilica del Rosario - Lourdes (Francia)

Titolo: Funzione insostituibile del ministro della Riconciliazione

Cari fratelli nel sacerdozio.


1. Insieme, nel ricordo personale e sempre vivo del Vescovo che ci ha conferito il potere di perdonare i peccati, raggiungiamo il Signore Gesù stesso, la sera di Pasqua. Secondo il racconto di san Giovanni, i discepoli erano ancora chiusi nel Cenacolo per la paura dei Giudei. Ed ecco che il loro Maestro si manifesta davanti a loro, mostra le piaghe della crocifissione, augura la pace due volte. Sono sconvolti dall'emozione e dalla gioia. Gesù allora lancia loro un messaggio che è, al tempo stesso, semplice e solenne: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi". E aggiungendo un gesto simbolico, che richiama alla mente il soffio creatore della Genesi, egli infonde su di loro un soffio rigeneratore al quale si preoccupa di dare un significato preciso: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Jn 20,22).


2. O Cristo, ravviva in noi, ravviva in tutti i sacerdoti del mondo, questo dono veramente pasquale! Questo dono, destinato a far passare l'umanità, sempre spinta nel peccato, dalla morte alla vita! In quella sera di Pasqua, tu vedevi già, Signore, l'uso che noi avremmo fatto di questo dono sgorgato dal tuo cuore, come gli altri sacramenti. Tu già sapevi le ore di gioia e di fatica che noi avremmo consacrato a questo ministero così sublime e così umano. Attualmente esistono delle correnti di pensiero che relativizzano la nozione di peccato, e da questo fatto svalutano il potere, conferito attraverso l'ordinazione, di perdonarlo. Qui, Maria ha fatto trasmettere da Bernadette l'invito a fare penitenza; e un meraviglioso movimento di conversioni non ha più cessato di svilupparsi. Quanti uomini e quante donne, nella cappella delle confessioni o altrove in questi santuari, hanno ritrovato, grazie al nostro ministero, la pace di un cuore purificato e il coraggio di una fedeltà al Vangelo! O Gesù, tu, "il grande sacerdote che ci occorreva, santo, innocente, immacolato... elevato sopra i cieli" (He 7,26), abbi pietà di coloro che si lasciano andare a concessioni sconsiderate, a idee seducenti, prive di realismo e pericolose, che minimizzano il peccato e il perdono! Tu sei venuto in questo mondo per "guarire e salvare tutti gli uomini". Ti rendiamo grazie di averci scelti e conformati a te, attraverso i sacramenti, al fine di continuare la tua missione di riconciliazione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro.


3. Questa missione è assolutamente necessaria, oggi come ieri! Essa deriva dalla missione primaria, riportata nel Vangelo di san Matteo: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni" (Mt 28,19). Ora, essere tuo discepolo, Signore, significa "rivestirsi di te": il tuo apostolo Paolo l'ha ricordato spesso. Al contrario lasciarsi trascinare dal peccato significa spogliarsi di te. Secondo il tuo insegnamento, e con tutta la tradizione della Chiesa, crediamo che il peccato sia personale, nel senso che compromette la tua crescita in noi. Ugualmente crediamo che esso sia sociale, nel senso che infiltrandosi tra le diverse responsabilità che hai affidato al tuo popolo, nelle comunità ecclesiali, nella società, il peccato blocca l'espansione della tua vita tra i nostri fratelli umani e ferisce il tuo Corpo mistico che è la Chiesa.


4. O Gesù, di cui i primi apostoli hanno confessato la divinità fino all'effusione del loro stesso sangue, noi vogliamo ammirare il modo col quale hanno perfettamente compreso la tua missione di Liberatore del peccato, che distrugge lo spirito e il cuore degli uomini, anche dopo la grazia del Battesimo. Noi vogliamo ammirare la loro preoccupazione d'esercitare il ministero della penitenza e della riconciliazione, che tu hai loro conferito senza possibilità di equivoco. Le testimonianze della Chiesa primitiva sono numerose. O Redentore di ogni uomo e di tutti gli uomini, persuadici profondamente che tu ci hai chiamato e consacrato per questo ministero di riconciliazione! Tu che hai semplicemente e divinamente spiegato che la penitenza, la riconciliazione, sono essenzialmente una conversione, un ritorno al Padre celeste da cui ci si è allontanati, e un ritorno ai fratelli da cui ci si è staccati, rinnova specialmente nella preghiera, le nostre disposizioni e il nostro zelo per questo servizio ecclesiale, generatore di una pace e di una felicità che non possono misurarsi.

Al termine di questa meditazione, svolta sotto il tuo sguardo, avvertiamo fortemente quanto tu abbia bisogno della nostra voce, del nostro cuore, dei nostri gesti, di tutto il nostro essere sacerdotale, per accogliere in nome della Chiesa ciascuno dei nostri fratelli e sorelle desiderosi e assetati di riconciliazione e per comunicare loro la risposta del tuo Amore misericordioso e rigeneratore; a ciascuno, a ciascuna, con la propria storia irripetibile, con i propri problemi particolari e anche con il suo proprio ruolo originale nella comunità degli uomini sempre da ristabilire, nell'unità sempre da ricostruire secondo il tuo piano di Salvezza.


5. E se, purtroppo, malgrado i nostri sforzi per essere disponibili e cordiali, i fedeli sono troppo lenti a comprendere chi li attende, attraverso i gesti misericordiosi della Chiesa, noi possiamo comprendere il senso di questa prova.

Noi rimaniamo evidentemente perplessi davanti all'abbandono del sacramento da parte dei fedeli, mentre un piccolo numero vi ricorre o vi ritorna, al contrario, fruttuosamente. Noi faremo di tutto per istruire e persuadere i fedeli del bisogno di ricevere il perdono in modo personale, fervente, frequente. E ci impegneremo a fondo nell'esercitare questo ministero, come lo domanda la Chiesa, affinché nessuno se ne discosti col pretesto di trovare formale o superficiale la celebrazione del sacramento.

Ma in realtà, la negligenza nel domandare il perdono, vale a dire il rifiuto di convertirsi, è propria del peccatore, oggi come ieri. Non è forse l'azione di Dio che riconcilia e il perdono che cambia il cuore del peccatore? Il sacerdote che assiste dolorosamente all'allontanamento dei suoi fratelli dalle sorgenti del perdono, partecipa alla passione di Cristo, alla sua sofferenza davanti all'indurimento dei cuori, alla sua angoscia per la salvezza del mondo.

Entra lui stesso nella battaglia spirituale e sa che gli sarà necessario, come il Curato d'Ars, preparare o prolungare il suo ministero di perdono attraverso il proprio sacrificio. Egli sa che i demoni non si possono scacciare se non attraverso la preghiera e il digiuno (cfr. Mc 9,29). L'abbiamo saputo nel giorno della nostra ordinazione, quando il Vescovo ci ha detto: "Prendete coscienza di ciò che farete, vivete ciò che compirete, e conformatevi al ministero della Croce del Signore".


6. O Maria, Madre del Redentore, silenziosamente e attivamente presente in questo santuario di Lourdes come in tutta la Chiesa, noi ci volgiamo verso di te. Accorda a tutti i sacerdoti di Gesù Cristo la grazia di dare un'importanza maggiore, un tempo generoso, una competenza teologica e spirituale e una fedeltà quotidiana allo Spirito Santo per il sacramento della Riconciliazione di cui i cristiani hanno tanto bisogno; perché questo è il sacramento attraverso il quale i fratelli sono riconciliati da Dio, è il sacramento che prepara a celebrare l'Eucaristia, a vivere nella verità la comunione della Chiesa Corpo di Cristo! Fratelli prediletti nel sacerdozio, benedico in nome del Signore il ministero che voi siete in procinto di svolgere qui a Lourdes e quello che voi svolgerete fino alla fine della vostra esistenza sacerdotale.

Data: 1983-08-15 Data estesa: Lunedi 15 Agosto 1983


GPII 1983 Insegnamenti - Alla Grotta di Massabielle - Lourdes (Francia)