GPII 1983 Insegnamenti - Ai pellegrini dell'arcidiocesi di Besançon - Castel Gandolfo (Roma)

Ai pellegrini dell'arcidiocesi di Besançon - Castel Gandolfo (Roma)

Titolo: Siate missionari: le giovani chiese hanno bisogno del vostro aiuto

Cari fratelli e sorelle della diocesi di Besançon.

"Vengo a radunare gli uomini di ogni nazione... essi vedranno la mia gloria!" (prima lettura). Questa è la promessa del Signore trasmessa da Isaia. Si realizza per voi, poiché state compiendo insieme questo momento di fede, questo pellegrinaggio dell'Anno Santo, con il vostro Vescovo - che ha la responsabilità di radunarvi e condurvi quale Pastore, nel nome di Gesù Cristo - e attorno al Papa, "fondamento visibile dell'unità di fede e di comunione". Attraverso il nostro ministero di Vescovi, è Cristo stesso che vi raduna: "Quando saro innalzato da terra, attirero a me tutti gli uomini".

Accogliendovi con una grande gioia, penso alla lunga e ricca storia della Chiesa nella Franca Contea, che ha anche dato un Papa alla Chiesa, Callisto II; vogliamo pregare affinché continui questa sua vitalità.

La liturgia di questa ventunesima domenica ci apre una triplice prospettiva che potrei così riassumere: siate felici della vostra fede; siate coraggiosi nella fedeltà al Vangelo; abbiate una preoccupazione missionaria.


1. "I vostri cuori si fissino fermamente là dove è la vera gioia" (orazione).

Bisogna innanzitutto apprezzare, con gratitudine sempre nuova, il dono della fede, la grazia del vostro Battesimo, la vostra appartenenza alla Chiesa, tutti quei vivi legami che intessete con Gesù Cristo, nei sacramenti e nella preghiera, tutto il senso che egli dà alla vostra vita, e voi, sacerdoti e religiose, la grazia della vostra vocazione. "Se tu conoscessi il dono di Dio!", ci dice sempre Gesù.

Si, prendete sempre più coscienza dell'amore di Cristo che vi circonda da tutte le parti, e allora, "felici d'aver creduto", come Maria, avrete la forza d'amare ciò che egli comanda e di essere missionari, per portare agli altri ciò che avrete sperimentato come una "Buona Novella".


2. Forti di questa convinzione, che lo Spirito Santo mantiene in voi, sarete pronti "a intraprendere la strada stretta e angusta che conduce alla vita", come dicevo a Lourdes ai cattolici francesi. Cristo ci ha prevenuti: la porta è stretta. Dio chiama tutti gli uomini al banchetto del suo Regno, affinché tutti siano salvati. Ma nessuno è sicuro della propria salvezza, anche se spesso ha ascoltato la Parola di Cristo, o si è avvicinato ai suoi sacramenti: "abbiamo mangiato e bevuto con te". Stiamo ben attenti a non banalizzare i misteri della fede! Solamente la conversione e la santità aprono la porta al Cristo. Lourdes ce l'ha richiamato. L'Anno Santo della Redenzione ce lo ricorda. Bisogna dunque agire con coraggio, secondo le esigenze delle beatitudini, senza conformarci ai costumi del mondo, e restare vigilanti. Talvolta, come dice la lettera agli Ebrei, le prove sono "una lezione", non dico un castigo, ma un'occasione di risveglio. Dio trae il bene dal male.


3. Felici della nostra fede, non soltanto noi ameremo ciò che Cristo comanda, ma saremo anche missionari. A Lourdes, ho incoraggiato i cattolici francesi a mantenersi in missione, e ho detto ai giovani: "Vi mando tutti in missione".

Conosco gli sforzi che mettete in atto nella diocesi di Besançon per partecipare alle diverse forme dell'apostolato nella Chiesa, rendere le vostre comunità missionarie. Mantenete in voi la preoccupazione per coloro che non conoscono il Vangelo, che spesso sono vicini a voi, o che appartengono a "nazioni lontane" di cui parlava Isaia, a "paesi sperduti". Non restate ripiegati sulle vostre preoccupazioni locali. Le giovani Chiese hanno bisogno del vostro aiuto.

Testimoniate ardentemente la fede, la speranza e la carità che abitano i vostri cuori di cristiani, "affinché il mondo creda".

Ecco, cari fratelli e sorelle, ciò che mi suggerisce la liturgia d'oggi.

E ora, in questa Eucaristia, il Signore prenda le nostre vite e le renda un'offerta alla sua gloria, in "vasi puri".

Maria, la tutta pura, l'umile serva del Signore, l'Immacolata di cui abbiamo festeggiato a Lourdes la nascita al cielo e la nascita sulla terra, viene in nostro aiuto. Con lei viviamo nella speranza. Amen!

Data: 1983-08-21 Data estesa: Domenica 21 Agosto 1983

Recita dell'Angelus - Castel Gandolfo (Roma)

Titolo: L'Assunta segno di speranza per la Chiesa in cammino nella storia

Abbiamo celebrato pochi giorni or sono il mistero dell'immediata glorificazione personale della Madre e Cooperatrice del Redentore, subito dopo il corso della sua vita terrena. La Chiesa intera ha ricordato con gioia questo privilegio della Vergine Santa, anche perché in esso contempla l'immagine compiuta di quel destino finale di gloria verso il quale essa stessa cammina.

Con l'Assunzione di Maria ha avuto inizio la glorificazione dell'intera Chiesa di Cristo, che avrà il suo compimento nel giorno finale della storia. Il Concilio Vaticano II ha sottolineato questo riflesso ecclesiale dell'Assunzione.

L'immacolata Vergine di Nazaret non solamente costituisce il membro iniziale e perfetto della Chiesa della storia, ma con la sua immediata glorificazione rappresenta anche l'inizio e l'immagine perfetta della Chiesa dell'età futura.

L'Assunta ha, nel tempo e nella storia, il valore di un segno escatologico per la speranza del Popolo di Dio in cammino, finché non si compirà il giorno del Signore. Indicandola come inizio e immagine della Chiesa della gloria finale, il Concilio ci ha voluto dire che con l'Assunta s'è già iniziata la parusia della Chiesa, la manifestazione cioè del corpo mistico nella sua realtà compiuta e perfetta.


2. Nel piano salvifico di Dio, questo evento, che per alcuni aspetti è singolare, ha finalità di segno per l'intero popolo di Dio: segno di speranza sicura per il conseguimento completo del Regno di Dio. Confortata da questo segno glorioso, la Chiesa in cammino nella storia, attende la propria realizzazione finale non passivamente o in condizione alienante, ma impegnata nell'evolvere il suo essere storico fra le vicende del mondo.

Essa sa, per altro, di poter contare in ogni momento sull'intercessione di Maria, assunta alla gloria dei cieli. Il Signore, infatti, ponendola in tale condizione di privilegio, volle che fosse in grado di continuare, nella Chiesa e per la Chiesa, quella funzione materna in favore degli uomini, già iniziata durante la sua vita storica al fianco del Cristo Redentore. E mai, come oggi, noi l'abbiamo sentita nostra Madre e nostro aiuto.

(Recitato l'Angelus, il Papaha così salutato i fedeli presenti:) Ai pellegrini di lingua francese esprimo i miei auguri di benvenuto, di buone vacanze e di un fruttuoso pellegrinaggio. Abbiamo festeggiato l'Assunzione di Maria: la Chiesa intera aspira alla glorificazione che ella ha già ricevuto per prima. Noi la preghiamo di continuare la sua funzione materna, intercedendo per noi presso Cristo Redentore.

Saluto in modo particolare il gruppo di giovani laotiani, cristiani e buddisti, che hanno trovato accoglienza in Francia. Pur appartenendo a due religioni diverse, siete solidali nella ricerca della pace e del progresso dell'uomo, animati da una stima reciproca per le ricchezze spirituali di ciascuno.

Prego Dio di benedire voi e le vostre famiglie. La vostra presenza mi invita ad affidare alla preghiera di tutta la Chiesa il nobile popolo laotiano, e la comunità cattolica che vive nel vostro Paese. Che essa, fedele all'insegnamento del Signore e alla comunione di Pietro, condivida le aspirazioni e le sofferenze degli uomini tra i quali vive e, con loro, essa desideri la pace e il progresso sociale. Che il Signore le venga in aiuto! Rivolgo i miei cordiali saluti a tutti i pellegrini di lingua inglese.

Dopo aver recentemente celebrato l'Assunzione di Maria al cielo, siamo ricolmi di speranza nel nostro comune pellegrinaggio verso il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Mediante le sue preghiere possa Maria sostenere la Chiesa in questa speranza. Ella è la Madre di Gesù e di tutti noi! Cari visitatori di lingua tedesca, la festa dell'Assunzione di Maria al cielo che abbiamo celebrato lunedi scorso, ci pone davanti agli occhi con vivezza qual è il traguardo di tutti noi: la partecipazione con l'anima e il corpo alla beatitudine di Dio fatto uomo. In Maria ha avuto inizio la nuova creazione. Nel suo amore materno ella ci aiuta nel nostro cammino verso la pienezza. Per ciascuno di voi impetro la sua protezione fedele.

Sono lieto ora di poter salutare tutti e ciascuno dei pellegrini di lingua spagnola che hanno partecipato a questo incontro di preghiera in onore della Madre del Redentore, in particolare i pellegrini di Cuenca. Lunedi scorso la Chiesa ha celebrato la solennità della Assunzione. Nel disegno di salvezza, questo singolare avvenimento è segno per tutti i cristiani: segno di speranza nel raggiungimento del Regno di Dio. Che la Vergine santissima che voi tanto amate, continui ad occupare un posto privilegiato nei vostri focolari e nei vostri cuori.

Con affetto vi imparto la mia benedizione.

Saluto ora molto cordialmente i fedeli di Castel Gandolfo, i vari gruppi di pellegrini turisti qui convenuti e quanti altri dalla piazza San Pietro a Roma si sono a me uniti nella preghiera mariana dell'Angelus. Saluto, in particolare, le Suore Agostiniane "Serve di Gesù e Maria", le quali in questi giorni partecipano al loro Capitolo generale: il Signore conceda loro abbondanti grazie per essere sempre generose e fedeli nel corrispondere alla loro specifica vocazione religiosa. Un saluto speciale va anche al gruppo qualificato dei giovani atleti partecipanti ai Campionati europei di nuoto, pallanuoto, tuffi e nuoto sincronizzato. Cari giovani, vi auguro che la vostra venuta a Roma vi arrechi soddisfazione nelle competizioni sportive, e un incremento della vostra fede nel fervido clima spirituale, che è proprio dell'Anno Santo.

(Il Santo Padre ha concluso dicendo:) Dobbiamo pregare sempre, fare tutti gli sforzi possibili per difendere la vita umana che è minacciata dalla guerra: dobbiamo difendere anche la vita spirituale dell'uomo che è minacciata dal peccato, ma anche dalla mancanza dei diritti umani che spettano alla vita spirituale. Libertà religiosa, libertà della coscienza: tutto questo dobbiamo sempre difendere e dobbiamo pregare perché sia osservato nel mondo intero.

Data: 1983-08-21 Data estesa: Domenica 21 Agosto 1983

Ai giovani d'Inghilterra e del Galles - Castel Gandolfo (Roma)

Titolo: Ascoltate ancora il messaggio di Gesù




1. Stasera, ancora una volta, il Papa appartiene a voi! Siamo uniti in Gesù Cristo e nella sua Chiesa, e voi siete venuti qui per essere con me così che insieme possiamo proclamare in preghiera la Parola di Dio. Si, cari giovani, siete venuti, soprattutto, per pregare, e per pregare con me. E con Cristo noi stiamo pregando insieme il Padre suo. Vi ricordate le parole che vi ho rivolto a Cardiff: "lo, Giovanni Paolo II, sono venuto in Gran Bretagna per chiamarvi a Cristo, per invitarvi a pregare!"?


2. E stasera la nostra preghiera è incentrata sulla ispirata Parola di Dio. Nella lettera ai Tessalonicesi san Paolo dice: "...era con la gioia dello Spirito Santo che avete accolto il Vangelo, anche in mezzo a grande tribolazione" (1Th 1,6). Ciò che stiamo celebrando nella preghiera è la gioia, la gioia che è vostra nello Spirito Santo poiché avete "accolto" il Vangelo, poiché avete ricevuto la Parola di Dio nella vostra vita, nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà ad esso connesse. Riflettiamo su ciò che questo significa.

Dio vi ha fatto un grande dono; egli vi ha offerto il suo messaggio di salvezza in Gesù Cristo. E Gesù vi ha invitato ad abbracciare il suo stile di vita; a vivere secondo il suo insegnamento, in una parola, ad accettare, ad "accogliere" il suo Vangelo. E Gesù non soltanto vi ha invitato ma vi ha dato la forza di accettare il suo invito. E nella vostra accettazione vi ha dato il privilegio di sperimentare la gioia nello Spirito Santo. C'è gioia nei vostri cuori proprio perché voi avete accettato il messaggio di Gesù, proprio perché avete optato per il suo stile di vita, nonostante la critica e il disprezzo del mondo.


3. E stasera mentre celebriamo in preghiera la gioia della vostra accettazione, voglio che voi vi rendiate conto di quanta opposizione ci sia, non perché voi dobbiate aver paura, ma piuttosto perché voi possiate affrontare con realismo e fiducia la sfida che a voi si pone nel vivere nel mondo d'oggi da giovani cristiani. Proprio a causa "della grande opposizione intorno a voi", voi dovete essere in possesso dei mezzi necessari per rimanere saldi, per perseverare. Dovete pregare. Dovete pregare quotidianamente; dovete pregare soli con Dio e comunitariamente. Dovete pregare in unione con nostro Signore Gesù Cristo, specialmente la domenica - ogni domenica - partecipando all'offerta Eucaristica di sé al Padre suo. Dovete invocare la potenza della sua morte e Risurrezione, la potenza che egli è pronto a concedere quando voi gli chiedete di farlo, usando queste semplici parole: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano... liberaci dal male". Si, mediante la preghiera e l'intercessione di Maria, Madre di Dio, la grazia di Gesù Cristo inonda i vostri cuori, dandovi la forza di restare saldi nella vostra vocazione cristiana, che è quella di seguire Cristo, di accettare la sua strada, di vivere secondo la sua Parola, di applicare il suo Vangelo ad ogni situazione concreta della vostra vita quotidiana.


4. Ma questa sera tutti voi siete qui per rendere testimonianza nella preghiera alla gioia - una gioia immensa - che è nello Spirito Santo per coloro che accolgono la Parola di Cristo quale è proclamata dalla Chiesa e la seguono con fedeltà. Nello stesso tempo dovete essere pronti ad ammettere che l'opposizione alla Parola di Cristo è molto diffusa. Non vi sorprende - l'esperienza delle vostre giovani vite ve lo ha già confermato più e più volte - che innumerevoli voci ingannevoli vi suggeriscono che vi è un altro modo di vivere: senza Cristo, a prescindere da lui, senza sforzo, in modo più naturale, più facile, più piacevole.

Vi è uno stile di vita oggi corrente che è totalmente opposto alla verità di Gesù Cristo. Vi è un modo di comportarsi, nel mondo che vi circonda, che è totalmente incompatibile con la dignità di cristiani battezzati, figli di Dio, fratelli e sorelle di Cristo. Molto spesso il mondo cercherà di convincervi a comportarvi in un modo che è estraneo al pensiero di Cristo. Vi sarà qualcuno che vi dirà, infatti, che i comandamenti di Dio sono fuori moda, che le beatitudini di Cristo sono irrilevanti, e che il piacere della permissività è lo scopo della vostra vita. In altri ambienti vi si dirà che l'insegnamento di Cristo è un ideale, ma che non è al passo con le reali situazioni del mondo d'oggi, e non è dunque applicabile alla gioventù moderna. Ma voi stessi l'avete già sperimentato nel vostro cuore, e dovete continuare a rendere testimonianza alla gioia che viene dall'accettare la Parola di Dio, la gioia che viene dal "si" fonte di salvezza di Cristo che conosce così bene ciò che siete capaci di compiere mediante la grazia.


5. Nella sua lettera ai Romani, san Paolo vi dice: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo" (Rm 12,2). Siete chiamati a guardare costantemente a Cristo, a riporre la vostra fiducia nel suo stile di vita e non in quello del mondo, non importa quanta opposizione troverete. E stasera vi chiedo di ascoltare ancora il messaggio di Gesù. Egli vi dice proprio l'opposto di ciò che udite dal mondo. Gesù parla del valore della fatica, del sacrificio e della disciplina. Egli continua a dirvi quanto è importante onorare Dio nella preghiera, innalzare i vostri cuori al Signore con costanza ogni giorno, confessare i vostri peccati, assistere alla Messa. Gesù vi ripete il suo comandamento: quello di amare i vostri fratelli e sorelle, lavorare con impegno per alleviare la sofferenza e il dolore, lottare per sconfiggere l'odio e l'ingiustizia e essere disponibili alle necessità di tutti i vostri fratelli, anche se ciò comporta molta fatica e sacrificio.

E Gesù proclama stasera ancora una volta le virtu cristiane dell'umiltà, della mitezza e della misericordia, che il mondo chiamerà "debolezza". Gesù vi propone onestà e rettitudine in tutti i vostri rapporti con gli altri, e il mondo dirà che siete "ingenui". Gesù vi chiama, voi giovani, anche alla castità. Egli vi chiede di essere aperti agli altri in tutto il dinamismo inerente alla vostra sessualità umana, ma conferma il valore della disciplina e della restrizione come parte essenziale del piano di Dio, e come positiva preparazione a quella totale donazione di sé nell'unione sessuale che è significativa e vera solo nel matrimonio. Il mondo vi chiamerà "arretrati", "oscurantisti", persino "reazionari", quando accogliete il comando di Cristo di essere puri, e d'altra parte vi offrirà la facile scelta dei rapporti prematrimoniali. Ma la Parola di Dio e la sua verità sono per sempre, e Gesù continuerà a offrirvi il valore di relazioni umane caste e la reale soddisfazione che si trova nell'amore sponsale cristiano a cui ci si prepara nella purezza. E quella purezza rimane una positiva espressione della sessualità umana e del vero amore. La purezza per i giovani è l'opposto dell'egoismo, l'opposto della fuga.


6. Giovani di Inghilterra e del Galles: avete una scelta da fare, una scelta da rinnovare, una scelta da confermare. L'avete fatta precedentemente, ma dovete farla ancora. Sto parlando della scelta per Cristo, il suo stile di vita e il suo comandamento dell'amore. E' la scelta di cui ha scritto san Paolo: "Accogliere il Vangelo anche in mezzo a grande tribolazione".

Rinnoviamo questa scelta, ora, nella gioia dello Spirito Santo. E facciamolo insieme, rendendo testimonianza davanti al mondo alla grazia che proviene da nostro Signore Gesù Cristo e si attua nel reciproco aiuto fraterno di fratelli e sorelle in Cristo. Giovani, voi dovete dire al mondo, principalmente con le vostre azioni, poiché esse si esprimono meglio delle parole, che voi liberamente scegliete Cristo e che realmente credete nel suo comandamento d'amore.

E ricordate sempre che il Papa è con voi, e con tutti i giovani d'Inghilterra e del Galles, e della Chiesa intera, quando affrontate l'opposizione del mondo, sconfiggete gli allettamenti del diavolo, e nell'umiltà e nella preghiera cercate ripetutamente di vincere, attraverso la potenza della Redenzione di Cristo, la debolezza dell'umanità e le conseguenze del peccato originale.

Ma ricordate, soprattutto, che Gesù Cristo è con voi e in voi. E la potenza della sua Redenzione è più forte di ogni umana debolezza e peccato messi insieme. Ed è lui, Gesù Cristo, il Redentore del mondo, il Verbo Incarnato di Dio, il Figlio dell'Eterno Padre e di Maria, che vi ripete stasera: Cammina per la mia via! Sta' al mio fianco! Rimani nel mio amore! Seguimi! Giovani di Inghilterra e del Galles: seguite Cristo! Egli è la via, la verità e la vita. Egli è la vostra via e la vostra verità e la vostra vita! Seguite Cristo per sempre!

Data: 1983-08-23 Data estesa: Martedi 23 Agosto 1983



Al Capitolo generale degli Agostiniani - Castel Gandolfo (Roma)

Titolo: "Predicate l'amore per la Verità"

Carissimi fratelli.


1. Sono molto lieto di accogliervi in questa speciale udienza riservata a voi, partecipanti al Capitolo generale dell'Ordine Agostiniano che, dall'inizio avvenuto nel 1256, è ormai il 174° nella lunga serie. Porgo il mio saluto al Priore generale, Padre Theodore V. Tack, che ha diretto l'Ordine in questi anni recenti, ai suoi collaboratori, a voi Capitolari, e, per vostro tramite, desidero estendere il mio pensiero a tutti i vostri confratelli sparsi ormai in ben quaranta Nazioni, che voi qui degnamente rappresentate.

Il primo sentimento che sgorga dall'animo in questo importante momento è di ringraziamento al Signore, datore di ogni grazia, che ha voluto mantenere vivo e dinamico attraverso tanti secoli e tante traversie storiche il vostro Ordine, che conta una lunga schiera di santi e di mistici, che ha ispirato pensatori e pastori di grande levatura e di fama universale, e che ora conta


3.400 confratelli, di cui

2.570 sacerdoti. Voi ben conoscete l'importanza fondamentale della preghiera in genere e del ringraziamento nella vita e nella dottrina di sant'Agostino! Egli che si era elevato così in alto nella contemplazione della verità divina, ed era disceso anche profondamente negli abissi dei misteri di Dio e dell'uomo, aveva compreso la necessità assoluta della preghiera umile e totalmente fiduciosa: per quanto acuta possa essere l'intelligenza dell'uomo, il mistero sempre infinitamente la sorpassa e la preghiera diventa un bisogno dell'anima. "Fit in oratione conversio cordis - diceva il santo Vescovo - et in ipsa conversione purgatio interioris oculi..." ("De Sermone Domini in monte", II, 3,14).

Il secondo sentimento è di invocazione: avete bisogno di luce soprannaturale per le deliberazioni che dovete compiere per il bene del vostro Ordine negli anni futuri e anche della Chiesa intera. Infatti nel Capitolo si eleggono il Priore generale e i suoi immediati collaboratori per i prossimi sei anni, ma soprattutto si decidono quelle attività e iniziative che hanno lo scopo di promuovere la vitalità spirituale e apostolica di tutti i componenti dell'Ordine. Sono avvenimenti di fondamentale importanza, che esigono un grande senso di responsabilità e anche una particolare dote di lungimiranza.

Tre momenti speciali danno poi maggior valore alla vostra assemblea: l'Anno Santo della Redenzione che vede impegnata la Chiesa universale; i 450 anni dell'arrivo in America, e precisamente in Messico, del primo gruppo di missionari agostiniani; e infine la preparazione della celebrazione del XVI centenario della conversione di sant'Agostino (386-387). Per realizzare più efficacemente la promozione della "vitalità spirituale e apostolica" dell'Ordine, il Capitolo si prefigge un attento studio per l'attuazione della "formazione permanente", che abbracci, con serietà e metodo, l'ambito individuale e comunitario, con corsi speciali di teologia, di pastorale, di spiritualità, e con incontri e convegni agostiniani di convivenza, come è espressamente detto nelle Costituzioni (n. 110).

E' questo un argomento della massima importanza specialmente oggi, nel mondo moderno, così giustamente esigente di persone religiose dottrinalmente sicure e spiritualmente ben formate; ed è un bisogno non solo per voi Agostiniani, ma per il clero, per i religiosi di ogni Congregazione, per i laici impegnati nell'apostolato. Si tratta di una "formazione permanente" non solo intellettuale, anche se assolutamente necessaria, ma di una formazione integrale, che comprenda tutto l'uomo, intelligenza, volontà, sentimenti; una formazione si potrebbe dire veramente "agostiniana", che porti a rinnovarsi sempre sia nello stile di vita comunitaria dell'Ordine, sia nell'aggiornamento delle scienze religiose.

Per tutti questi motivi avete grande bisogno di preghiera: "Prega nella speranza, prega con fede e amore - scriveva il nostro Santo - prega con costanza e pazienza" ("Ep. 130", 19). La preghiera è necessaria quanto la grazia che ci ottiene. Il vostro Ordine ha come impegno principale il mantenere vivo e attraente il fascino di sant'Agostino anche nella società moderna: ideale stupendo ed entusiasmante, perché la conoscenza esatta e affettuosa del suo pensiero e della sua vita suscita la sete di Dio, il fascino di Gesù Cristo, l'amore alla sapienza e alla verità, il bisogno della grazia, della preghiera, della virtù, della carità fraterna, l'anelito dell'eternità beata.


2. Anch'io vi accompagno con la mia preghiera, perché sono convinto che avete una grande missione da svolgere nel mondo moderno, quella di far sentire l'amore e la misericordia di Cristo con gli stessi accenti appassionati e ardenti del vostro Padre e Maestro. "Tardi ti ho amato, o bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!" esclamava con pacata amarezza sant'Agostino; ma una volta raggiunta la verità, si consacro radicalmente ad essa e non visse più che per essa, testimoniandola, predicandola, difendendola, sacrificandosi totalmente per essa: "O aeterna veritas, et vera caritas et cara aeternitas! Tu es Deus meus, tibi suspiro die ac nocte!" ("Confessiones", VII, 10,16), così si esprimeva nelle "Confessioni"; e nei "Soliloqui": "Ormai te solo amo, te solamente seguo, te solamente cerco, te soltanto sono disposto a seguire, perché tu solo giustamente governi e perciò voglio essere tua proprietà... Dimmi che cosa devo fare per poterti vedere, con la speranza di eseguire tutti i comandi dati" ("Soliloquia",


1, 5). Tali devono essere anche i vostri sentimenti, per poter realizzare il compito che avete scelto e che vi è stato affidato.


3. Alla soglia del Capitolo, dico a voi e a tutti i membri dell'Ordine, con lo stesso ardore di sant'Agostino: "Amate totalmente e cordialmente la Verità!".

Amate la Verità, prima di tutto, sentendo viva comprensione per la società moderna in cui viviamo. L'umanità di oggi è piena di persone che come sant'Agostino ricercano la Verità, e cioè il senso della propria vita, il significato della storia sempre così turbolenta e imprevedibile, e ora anche il motivo dello stesso universo, che sfugge alla conoscenza definitiva della scienza.

Ricordate ciò che scriveva il Santo nelle "Confessioni" (IV, 4): "Ero diventato a me stesso un grande enigma; interrogavo la mia anima, perché fosse triste e mi martoriasse tanto, ma nulla sapeva rispondermi". Come suonano attuali queste parole! Vent'anni fa, nel discorso di apertura della seconda Sessione del Concilio Vaticano II, Paolo VI diceva: "Lo sguardo sul mondo si riempie di immensa tristezza per tanti mali: l'ateismo invade parte dell'umanità e trae dietro a sé lo squilibrio dell'ordine intellettuale, morale e sociale di cui il mondo perde la vera nozione. Mentre la luce della scienza delle cose cresce, si diffonde l'oscurità della scienza di Dio e di conseguenza anche della vera scienza dell'uomo. Mentre il progresso perfeziona mirabilmente gli strumenti di ogni genere di cui l'uomo dispone, il suo cuore declina verso il vuoto, la tristezza, la disperazione" ("Insegnamenti di Paolo VI", 1 (1963) 182). Affermazioni drammatiche, sempre dolorosamente vere! E tuttavia rimane anche vero e si fa ancor più assillante il grido di sant'Agostino: "Fecisti nos ad te, Domine, et inquietum cor nostrum donec requiescat in te!" ("Confessiones", I, 1). Dall'impressionante fenomeno della "secolarizzazione" deve sorgere il fenomeno della "maturazione" della fede, e cioè della personalizzazione, mediante l'indagine e l'individuale persuasione. L'uomo problematico che ricerca e il cristiano di oggi che esige chiarezza e certezza devono essere compresi, amati, aiutati.

Amate, poi, la Verità soprattutto con lo scrupolo dell'ortodossia, ascoltando avidamente il maestro che parla nell'intimo, e restando uniti strettamente alla Chiesa, Madre di salvezza. "Cristo sia nel tuo cuore, nessun altro - ammoniva il Vescovo di Ippona -; la sua unzione sia nel tuo cuore, affinché il cuore non si trovi solo assetato e non abbia sorgenti presso cui dissetarsi. E' dunque dentro il maestro che insegna; è Cristo! Se manca la sua ispirazione e la sua unzione, invano dal di fuori risuonano le parole" ("In Ep.

Joann.", 3,13). Ma è la Chiesa che deve guidare sulla strada della Verità: a questo riguardo sant'Agostino è chiaro e categorico: "Quantum quisque amat Ecclesiam Christi, tantum habet Spiritum Sanctum" ("In Joann. tr.", 32,8), "Non habent Dei caritatem, qui Ecclesiae non diligunt unitatem" ("De Baptismo", III,16,21). Fate in modo di essere e di seminare sempre "buon grano", in modo che chiunque ascolta la vostra parola e i vostri consigli, possa sentirsi confermato nella Verità, confortato nell'amore a Cristo e alla Chiesa, lieto di camminare verso la Città celeste.

Amate, infine, la Verità dedicandovi accuratamente all'opera della vostra perfezione. La dimensione contemplativa è quella principale del vostro Ordine, in funzione poi della vita attiva, nell'insegnamento e nella carità.

Sant'Agostino voleva un'accurata preparazione nelle scienze sacre, specialmente nella Sacra Scrittura, per poter disimpegnare in modo adeguato il proprio ministero sacerdotale; e dava un grande valore alla vita comunitaria, per un maggior perfezionamento mediante l'aiuto reciproco (cfr. "Reg. Cap.", VIII, n.


48). Sant'Agostino insegna che l'apostolo deve essere anzitutto "orante", poi predicatore ("De Doctrina cristiana", IV, 15,32). A questo riguardo è necessario sottolineare la necessità dell'austerità di vita, della serietà, del senso della disciplina, del santo coraggio sia nell'esigere in nome di Cristo e della Chiesa sia nell'obbedire.

Particolarmente un agostiniano deve ricordare che si è strumenti e collaboratori della "grazia" di Dio. Sembra che sant'Agostino in tutte le sue opere, inesauribili miniere per la meditazione e per l'elevazione, voglia continuamente dirci che, se bisogna certamente cercare di capire sempre di più, è tuttavia molto più importante sempre maggiormente amare: "Più amerai e più ti innalzerai" ("En. in Ps. 21", 5). perciò, amare la Verità significa in concreto amare la santità. "Quando cominci a sentirti turbato - così egli ammonisce - sveglia Cristo che dorme: ridesta la tua fede e sappi che egli non ti abbandona" ("En. in Ps. 90", 11).


4. Carissimi! Concludendo questo nostro affabile incontro, seguo ancora la dottrina del Santo Dottore inculcandovi un tenero e profondo amore a Maria santissima. Nell'opera riguardante la verginità, egli scrive: "Maria cooperata est caritate ut fideles in Ecclesia nascerentur, quae illius capitis membra sunt: corpore vero ipsius capitis mater" ("De sancta virginitate", 6). Maria con il suo amore ha cooperato a darci la vita soprannaturale! Ella vi illumini e vi ispiri in questi giorni di intenso lavoro; ella soprattutto protegga e conforti tutto l'Ordine Agostiniano nel cammino fervoroso verso Colui che è "il fine dei nostri desideri", che nel "sabato senza sera" vedremo senza fine, ameremo senza fastidio, loderemo senza stanchezza. "Ecco ciò che sarà nella fine senza fine. E quale altro fine è il nostro se non quello di pervenire al Regno che non ha fine?" (cfr." De civitate Dei", XXII, 30).

Vi accompagni anche la benedizione apostolica, che ora con gran cuore vi imparto e che estendo a tutti i confratelli dell'Ordine.

Data: 1983-08-25 Data estesa: Giovedi 25 Agosto 1983

Per i Congressi mariologico e mariano - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Maria segno di speranza per il Popolo di Dio

Ai miei venerabili e cari fratelli Joseph Mercieca, Arcivescovo di Malta, e Nicholas Cauchi, Vescovo di Gozo.

"Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo" (Ep 1,2).

Con grande gioia mi unisco a voi, cari fratelli, e al vostro popolo che in questi giorni si riunisce attorno a Nostra Signora di Ta' Pinu per celebrare il centenario del suo santuario con il nono Congresso mariologico internazionale e il sedicesimo Congresso mariano internazionale, organizzati dalla Pontificia Accademia mariana internazionale di Roma.

In voi, venerabili fratelli, saluto tutti i partecipanti, studiosi e pellegrini, provenienti da diverse parti del mondo, ma, in particolare, desidero salutare tutti i figli e le figlie della Nazione maltese, una delle più antiche Nazioni cristiane che ha sempre reso testimonianza alla sua accoglienza del Vangelo di Cristo e alla sua devozione a Maria.

Il vostro popolo si è preparato a questi appuntamenti internazionali mediante un programma di rinnovamento spirituale iniziato l'ottobre scorso. A quel tempo, vi avevo invitato ad una maggiore fedeltà a Cristo e a quella riconciliazione fraterna che contribuisce al bene dell'intera comunità sociale, nella speranza che le celebrazioni mariane possano stimolare una sempre maggiore unità di fede e di amore tra i figli e le figlie di Malta che, con grande orgoglio, ama appellarsi isola di san Paolo. Ho posto questa speranza sotto l'affettuosa e materna protezione di Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa.

Insieme a voi saluto anche la Pontificia Accademia mariana internazionale, in particolare il suo zelante Presidente, padre Paolo Melada, O.F.M., i membri dell'Accademia e il Segretariato, a cui è affidata l'organizzazione di entrambi i Congressi. Esprimo grande apprezzamento e sentita gratitudine per l'efficace contributo al successo di questi importanti avvenimenti ecclesiali che onorano Maria e sono finalizzati alla gloria della Santissima Trinità e alla salvezza delle anime.


GPII 1983 Insegnamenti - Ai pellegrini dell'arcidiocesi di Besançon - Castel Gandolfo (Roma)