GPII 1984 Insegnamenti - Ai partecipanti alla riunione Unicef - Città del Vaticano (Roma)


1. Già più di quattro anni fa, quando ebbi l'onore di rivolgermi alla XXXIV assemblea delle Nazioni Unite, io formulai questa domanda (n. 21): "Quale miglior augurio posso esprimere a ogni nazione, a tutta l'umanità e a tutti i bambini del mondo, che un futuro migliore nel quale il rispetto per i diritti umani diventi davvero realtà per tutto il terzo millennio che si sta avvicinando?".

Sollecitudine per il bambino significa sollecitudine per quel futuro migliore di cui ho parlato all'assemblea generale. ciò che è in gioco nell'infanzia e nella sollecitudine per il bambino è il destino e la sorte della persona, della vita umana e dell'esistenza. Il bambino è un segno del mistero della vita e una prova dell'autenticità del nostro rispetto per il mistero della vita. Ogni bambino è in qualche modo un segno della speranza dell'umanità: egli o ella è un segno della speranza posta ed espressa dall'amore dei genitori; un segno delle speranze di una nazione e di un popolo.

Il bambino rappresenta un segno speciale per la Chiesa. La sollecitudine per il bambino è legata, infatti, con la missione fondamentale della Chiesa. Come ho ricordato nella mia esortazione apostolica "Familiaris Consortio" (FC 26) sul ruolo della famiglia cristiana nel mondo moderno, la Chiesa "è chiamata a rivelare e a riproporre nella storia l'esempio e il comandamento di Cristo Signore, che ha voluto porre il bambino al centro del regno di Dio: "Lasciate che i bambini vengano a me... perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio" (Lc 18,16)".

Cristo arriva a identificare se stesso con i bambini "Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me" (Mt 18,5). Ogni singolo bambino in questo mondo è un segno vivente di quel mistero di vita e speranza che fu rivelato da Gesù Cristo.

Questa è la ragione per cui la Chiesa ha sempre creduto che ogni sforzo volto all'autentico sviluppo del bambino è un inestimabile investimento per un futuro migliore per tutta la società.


2. Mentre si può essere confortati da una crescente consapevolezza nell'opinione pubblica della società di dedicare maggiori risorse, e con sempre maggiore urgenza, al benessere dei bambini, rimane il fatto che la condizione di tanti bambini nel mondo d'oggi è estremamente critica. E' certamente uno dei più grandi scandali della nostra società, con l'immenso progresso che è stata capace di raggiungere nella tecnologia e nella scienza, che tanti bambini siano tra coloro che soffrono più intensamente. Ed è ancor più triste notare che tali bambini, e specialmente i più poveri tra loro, sono spesso i primi ad essere colpiti dalla depressione economica e dalle sue conseguenze. Gli scandalosi squilibri che esistono all'interno della nostra società si riflettono particolarmente tra i nostri bambini: mentre in un settore del nostro mondo i bambini soffrono per la mancanza delle più elementari necessità umane, in altri settori i bambini, fin dalla più tenera età, vengono inseriti in una società basata sul consumismo, il possesso e anche lo spreco.

Una tale situazione è una sfida alla coscienza di ogni uomo e donna nel nostro mondo, di ogni nazione e particolarmente di tutti coloro che detengono la responsabilità all'interno della comunità internazionale. Agli interrogativi della coscienza non si darà risposta con vaghe promesse, e ancor meno con lo sfruttamento politico della sofferenza umana. La situazione critica della sofferenza dei più deboli, dei nostri fratelli e sorelle, richiede sforzi rapidi e concentrati per assicurare a tutti i nostri bambini il futuro migliore come è loro diritto.


3. La sollecitudine della Chiesa per i bambini emerge anche dal fatto che la Chiesa è dalla parte della vita. La Chiesa considera aspetto prioritario della sua missione nel mondo d'oggi proclamare il valore di ogni e ciascuna persona umana, specialmente di coloro che sono meno capaci di difendersi. Per questa ragione la Chiesa non cesserà mai di levare la sua voce profetica per proclamare che la vita umana deve essere rispettata e protetta fin dal momento del concepimento.

Non è forse possibile notare nelle mutevoli tendenze demografiche di molti Paesi sviluppati un mutevole atteggiamento verso il bambino e la vita stessa? E' forse possibile che alcune persone nel loro desiderio che i loro figli abbiano quanto più è possibile, li privino tuttavia di alcuni dei fondamentali elementi positivi di ciò che deve ricevere un'autentica persona umana? Non si può discernere una certa paura del bambino, una paura delle richieste d'amore e di generosità umana che la procreazione e l'educazione di un bambino richiedono? L'amore, la generosità e la dedizione non appartengono ai più nobili elementi della vita stessa? La mentalità antinatale che è emersa nella società di oggi è molto spesso un segno del fatto che la gente ha perso la fede nella vita, ha perso di vista gli elementi più fondamentali del destino umano.

C'è un pericolo reale nel ricorrere a soluzioni che sembrano offrire risultati a breve termine ma che, poiché queste soluzioni non sono basate su una visione integrale della persona, non soltanto non condurranno alla soluzione desiderata ma porteranno a un ulteriore estraneamento dell'uomo da se stesso.


4. Un esempio di una erronea risposta alla situazione critica dei bambini sarebbe indubbiamente quella di adottare politiche che si risolvano in un indebolimento della situazione della famiglia, specialmente in quei Paesi in via di sviluppo dove il sistema tradizionale della famiglia è veramente impregnato di saggezza umana e nutrito da profondi valori morali.

La Chiesa è convinta che una delle più vitali risposte alla situazione del bambino nel mondo d'oggi verrà dal rafforzamento e dal consolidamento della famiglia come istituzione e da politiche che permettano alle famiglie di adempiere al ruolo insostituibile che è loro proprio.

Recentemente la Santa Sede ha offerto alla comunità internazionale una Carta dei diritti della famiglia, un documento che è stato richiesto da molti vescovi di tutto il mondo durante il Sinodo dei vescovi del 1980 tenuto qui in Vaticano. Questo documento indica chiaramente aree dove i diritti delle famiglie sono ignorati e indefiniti. Ma è, in primo luogo, un documento che dimostra la fiducia che la Chiesa ha nella famiglia, la comunità naturale della vita e dell'amore alla quale soltanto è stato affidato il compito della trasmissione della vita, della cura amorevole e dello sviluppo della persona umana, specialmente nei primi anni.

Una sana vita familiare contribuisce grandemente alla stabilità della società. Assicura che i figli ricevano uno sviluppo personale completo nel quale i loro bisogni vengono presi in considerazione in modo integrato. Voi siete ben consci, lo so, del vitale contributo che le famiglie possono dare nella cura della salute, nell'educazione sanitaria della malattia nei Paesi in via di sviluppo.

L'amore e la stabilità che una vita familiare forte e genuina può offrire, ai livelli sia fisico che culturale e morale, deve anche essere visto come un fattore importante nel combattere le nuove forme di malattia che sempre più assalgono i bambini dei Paesi sviluppati.

Facendo riferimento alla famiglia, non posso trascurare l'aspetto importante del ruolo della maternità e la necessità che alle madri siano garantite tutta la necessaria protezione sociale e l'assistenza durante la gravidanza e per un ragionevole periodo di tempo successivo. Elemento essenziale di una politica in favore del bambino è quello di permettere una effettiva presenza della madre accanto ai suoi bambini e di assicurare che le madri siano educate a svolgere efficacemente il loro ruolo negli ambiti della nutrizione e dell'educazione sanitaria. La Santa Sede ha ripetutamente difeso un appropriato avanzamento personale e sociale delle donne al fine di assicurare loro dignità e miglioramento della qualità della vita per le future generazioni. Strategie finalizzate ad assistere le madri a svolgere il loro compito efficacemente e soddisfacentemente sono basate sul principio di dare adeguato riconoscimento al lavoro delle madri in casa, in ragione del suo valore per la famiglia e la società.


5. Proprio perché la Chiesa capisce quale grande valore è la famiglia, si sente particolarmente vicina a tutti quei bambini che non hanno avuto la gioia di crescere in una famiglia sana e completa. Come ho detto nella "Familiaris Consortio": "Esistono al mondo moltissime persone le quali, disgraziatamente, non possono riferirsi in alcun modo a ciò che si potrebbe definire in senso proprio una famiglia. Grandi settori dell'umanità vivono in condizioni di enorme povertà, in cui la promiscuità, la carenza di abitazioni, l'irregolarità e instabilità dei rapporti, l'estrema mancanza di cultura non consentono praticamente di poter parlare di vera famiglia. Ci sono altre persone che, per motivi diversi, sono rimaste sole al mondo" (FC 85).

Accanto a tutti gli sforzi che dobbiamo compiere per fare in modo che le famiglie siano aiutate a svolgere più efficacemente il loro ruolo, è importante dedicare urgente e immediata attenzione a quei bambini che sono privi di una vita familiare. In particolare faccio appello ad altre famiglie perché rispondano alla loro vocazione di ospitalità e aprano le loro porte a bambini che hanno bisogno di cura temporanea o permanente. Nello stesso tempo, rinnovo i miei appelli alle autorità perché forniscano una legislazione che permetta a famiglie adatte di adottare bambini o di aver cura di loro temporaneamente.

Una tale legislazione dovrebbe, nello stesso tempo, rispettare i diritti naturali dei genitori, anche nella sfera religiosa. E' inoltre importante fare in modo che siano eliminati tutti gli abusi in questo ambito, sia a livello nazionale che internazionale, che sfruttano i bambini e i loro bisogni.

Signor direttore esecutivo, desidero che lei sappia senza alcun dubbio che tutti coloro che lavorano per un futuro migliore per tutti i bambini del mondo troveranno un alleato fedele nella Chiesa e in questa Sede Apostolica. Chiedo la benedizione di Dio sul vostro lavoro e sul lavoro di tutti quegli organismi e singole persone che in tanti e così diversi modi cercano di fare in modo che il dono della vita di Dio, del quale partecipa ogni bambino, possa svilupparsi nel modo più pieno per il bene di tutta l'umanità.

Data: 1984-04-26 Data estesa: Giovedi 26 Aprile 1984




Per la XXI Giornata di preghiera per le vocazioni

Titolo: Aiutiamo i giovani a distinguere la voce che dà senso alla vita

Testo:

Venerati fratelli nell'episcopato, carissimi figli e figlie di tutto il mondo.


1. Con animo pieno di speranza mi rivolgo a tutti voi per invitarvi a celebrare con rinnovata fede e unanime partecipazione la XXI Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

Come Pastore della Chiesa universale, non posso non aprirvi ancora una volta il cuore ed esprimervi la sollecitudine che costantemente mi anima per l'effettivo incremento delle vocazioni al sacro ministero, alla vita consacrata nella varietà delle sue forme e alla vita missionaria. Si tratta difatti di un problema di vitale e fondamentale importanza per la comunità dei credenti e per tutta l'umanità. La prossima celebrazione offre a tutti, pastori e fedeli, l'opportunità di rendersi più consapevoli delle comuni responsabilità per adempiere generosamente quanto il Signore stesso ha comandato di fare.

Collocata nella quarta domenica di Pasqua, tra le solennità della risurrezione e della Pentecoste, la Giornata mondiale riceve da questi due grandi misteri sempre nuova luce e nuovi motivi di speranza. Il brano del Vangelo di Giovanni di tale domenica ci propone la suggestiva immagine del Buon Pastore.

"Egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce" (Jn 10,3-4). Il Buon Pastore, Cristo risorto, garantisce, in maniera visibile, la sua presenza perenne nell'unità rinnovata, mediante coloro che, lungo la storia, invia continuamente per attuare l'opera della salvezza.

Anche oggi egli è vivo e presente in mezzo a noi e a ciascuno fa sentire la sua voce e il suo amore.

Il Buon Pastore manifesta l'ansia di accrescere costantemente il suo gregge. Vi sono infatti altre pecore che sono fuori dell'ovile (cfr. Jn 10,16).

Davanti al suo sguardo è sempre presente l'esperienza drammatica delle moltitudini di tutti i tempi, "stanche e sfinite, come pecore senza pastore", che gli fa dire: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi!" (Mt 9,36-37). L'accorato lamento del cuore di Cristo si ripete nel tempo e tocca profondamente le nostre persone.

Chi infatti può restare insensibile di fronte all'aumento vertiginoso dei bisogni di evangelizzazione? A tutti il divino Redentore chiede la collaborazione perché non manchino mai gli operai del Vangelo, perché vi siano sempre uomini e donne decisi a consacrarsi interamente al servizio del popolo di Dio.


2. La preghiera. La celebrazione della Giornata mondiale vuol essere innanzitutto un pressante richiamo a comprendere il valore del comando di Gesù: "Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe" (Mt 9,38). Non è un semplice invito. E' invece un imperativo che sfida la nostra fede e interpella la nostra coscienza di battezzati.

A nessuno sfugge che la preghiera, nelle sue molteplici forme, deve considerarsi come il primo e insostituibile servizio che possiamo offrire alla grande causa delle vocazioni. All'immenso bisogno di sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, membri di istituti secolari, missionari, deve concorrere una grande risposta di preghiera. perciò invito tutti voi, sparsi in ogni parte della terra, a pregare, a pregare molto, a pregare continuamente per questo scopo, che tocca in maniera tanto vitale gli interessi del regno di Dio.

La Giornata mondiale faccia rivivere alla Chiesa il clima spirituale dei primi discepoli nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo: "Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (Ac 1,14). Ogni comunità cristiana sia un nuovo cenacolo di preghiera per le vocazioni: così la comunità diocesana, la parrocchia, le comunità religiose, le famiglie cristiane, i gruppi ecclesiali e ogni altra realtà del popolo di Dio.

Nella preghiera costante e universale, incentrata particolarmente nell'Eucaristia, sorgente del sacerdozio ministeriale e di tutte le vocazioni, sono riposte le speranze della Chiesa e dell'umanità. Cristo ha impegnato la sua parola e non ci negherà quanto egli stesso ci ha comandato di chiedere.


3. L'azione. Indubbiamente l'insistenza sulla preghiera voluta da Gesù non può significare inerzia ed evasione dalle altre nostre responsabilità. Tutt'altro! E' volontà del Signore che alla preghiera, ben compresa e vissuta, sia unita la nostra opera e la nostra collaborazione. Gesù stesso non solo prega e comanda di pregare, ma nel contempo chiama gli apostoli e i discepoli, cura la loro formazione e li invia ad annunciare il Vangelo.

Il Concilio Vaticano II ha ricordato che la fattiva collaborazione per l'incremento delle vocazioni è dovere di tutta la comunità cristiana (cfr. OT 2). Si tratta di un'azione pastorale convergente e diversificata. Pertanto tutti i battezzati, ciascuno secondo la propria condizione, devono impegnarsi a rendere efficace, con l'aiuto di Dio, l'azione della Chiesa in un settore tanto importante per la sua vita e il suo avvenire. Ne sono responsabili in modo particolare i vescovi, i presbiteri, i diaconi, le persone consacrate, coloro che hanno compiti educativi, prime fra tutti le famiglie cristiane.

- A voi, venerati fratelli nell'episcopato che, a imitazione del Buon Pastore, guidate con amore e trepidazione il gregge che vi è stato affidato, giunga la gratitudine mia e della Chiesa per gli sforzi esemplari che compite nelle vostre comunità a favore di tutte le vocazioni consacrate. Ne sono una testimonianza tangibile i programmi o piani d'azione diocesani, che avete pubblicato o che state preparando e aggiornando. Il Signore sta donando alla Chiesa una nuova fecondità nel campo delle vocazioni. Specialmente in alcuni Paesi si va manifestando un promettente aumento, di cui non si ringrazierà mai abbastanza la bontà di Dio. Questi segni di speranza vi stimoleranno a perseverare con coraggio e fervore in un'opera così preziosa. Seguendo le linee d'azione proposte dal documento conclusivo del Secondo congresso internazionale sulla cura pastorale delle vocazioni nelle Chiese particolari, svoltosi nel maggio 1981, mobilitate tutte le forze di apostolato e coinvolgete tutti gli ambienti con un servizio sempre più metodico, incisivo e capillare.

- La mia parola si indirizza ora a tutti voi che collaborate con i vescovi in questa delicata missione: presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, membri di istituti secolari, missionari, animatori e responsabili delle vocazioni.

So quanto grande è il contributo che date e che potete dare con la vostra gioiosa testimonianza e con la vostra azione apostolica, avvalorata dalla preghiera costante. In questa circostanza desidero rivolgervi una raccomandazione che mi sta particolarmente a cuore: annunciate con coraggio Cristo che chiama; egli infatti continua a chiamare oggi come ieri e si serve di noi per far giungere i suoi appelli. Annunciatelo dunque nelle comunità cristiane, annunciatelo con forza soprattutto ai giovani. In numerose regioni cresce una gioventù nuova, aperta alla vita della Chiesa e della società. Non deludete le loro attese. Siate allora i messaggeri della volontà di Dio e chiamate con coraggio! - Anche voi giovani, che vi preparate al ministero sacerdotale e alla professione dei consigli evangelici, potete essere per altri giovani una chiara proposta di vocazione. Chi ha percepito la chiamata di Gesù come la più grande ricchezza della propria vita deve avvertire la necessità di comunicare la sua scoperta ad altri. E' quanto fece l'apostolo Andrea portando a Gesù il fratello Simon Pietro (cfr. Jn 1,41). Carissimi seminaristi e quanti altri vi preparate alla vita consacrata, irradiate gli ideali che muovono le vostre esistenze e siate fra i vostri coetanei i primi animatori di vocazioni!


4. Alle famiglie cristiane, poi, vorrei ricordare il valore insostituibile della loro opera e del loro impegno. Carissimi sposi e genitori cristiani, voi che avete collaborato con Dio nel dare la vita a nuove creature, sappiate cooperare con lui anche nell'aiutare i vostri figli a scoprire e realizzare la missione che Cristo affida a ciascuno di loro. In questo sta il più grande segno di amore nei loro confronti. La vocazione è un grande dono non solo per chi la riceve, ma anche per i genitori.

Per svolgere un compito così sublime e impegnativo, vi esorto ad essere fedeli alla vocazione che voi stessi avete ricevuto nel sacramento del matrimonio.

Nella vostra famiglia curate molto la preghiera: voi stessi avete bisogno della luce di Dio per discernere la sua volontà e per rispondere ad essa generosamente.


5. Infine, mi rivolgo soprattutto a voi, carissimi ragazzi, ragazze, giovani e meno giovani, che vi trovate nel momento decisivo delle vostre scelte. Vorrei incontrarvi uno per uno, chiamarvi per nome, parlarvi cuore a cuore di cose estremamente importanti non solo per le vostre persone, ma per l'umanità intera.

Vorrei chiedere a ciascuno di voi: che ne farai della tua vita? Quali sono i tuoi progetti? Hai mai pensato di impegnare la tua esistenza totalmente per Cristo? Credi che possa esserci qualcosa di più grande che portare Gesù agli uomini e gli uomini a Gesù? La Giornata mondiale è un'occasione favorevole per pregare e riflettere su argomenti così essenziali. E' ovvio che pregare per le vocazioni non vuol dire occuparsi unicamente della vocazione degli altri. Per tutti, ma particolarmente per voi, significa coinvolgere direttamente le proprie persone, offrire la propria disponibilità a Cristo. Già sapete che egli ha bisogno di voi per continuare l'opera della salvezza. Resterete allora indifferenti e inerti? Oggi, carissimi giovani, sono molte le voci che tentano di insinuarsi nelle vostre coscienze. Come distinguere la voce che dà il vero senso alla vostra vita? Gesù si fa sentire nel silenzio e nella preghiera. In questo clima di intimità con lui, ciascuno di voi potrà percepire l'invito, dolce ma anche fermo, del Buon Pastore, che gli dice "Seguimi!" (cfr. Mc 2,14 Lc 5,27).

Molti di voi sono chiamati ad attuare il sacerdozio di Gesù; molti altri a donarsi totalmente a lui vivendo una vita casta, povera, obbediente; molti a recarsi come missionari in tutti i continenti. Molte giovani sono chiamate a offrire il loro amore esclusivo a Cristo, unico sposo della loro vita. Ogni chiamata di Cristo è una storia d'amore unica e irripetibile.

Qual è la vostra risposta? Vi manca forse il coraggio di rispondere si? Vi sentite soli? Vi chiedete se sia possibile impegnarsi nella sequela di Gesù in modo totale e per tutta la vita? Se lui vi chiama e vi attira a sé, siate certi che non vi abbandonerà. Molte volte leggiamo nel Vangelo: "Non abbiate paura!" (cfr. Mt 14,27 Mc 6,50); "Non vi lascio soli!" (cfr. Jn 14,18).

Vuol dire che egli conosce le vostre difficoltà, e dona ai chiamati forza e coraggio per superarle. Gesù è tutto nella nostra vita. Dunque fidatevi di lui.


6. A conclusione di queste mie riflessioni ed esortazioni, vi invito, fratelli e sorelle carissimi, ad elevare in profonda comunione di intenti la seguente preghiera: "O Gesù, Buon Pastore, accogli la nostra lode e il nostro umile ringraziamento per tutte le vocazioni che, mediante il tuo Spirito, elargisci continuamente alla tua Chiesa. Assisti i vescovi, i presbiteri, i missionari e tutte le persone consacrate: fa' che diano esempio di vita veramente evangelica.

Rendi forti e perseveranti nel loro proposito coloro che si preparano al sacro ministero e alla vita consacrata. Moltiplica gli operai del Vangelo per annunziare il tuo nome a tutte le genti. Custodisci tutti i giovani delle nostre famiglie e delle nostre comunità: concedi loro prontezza e generosità nel seguirti. Rivolgi anche oggi il tuo sguardo su di loro e chiamali. Concedi a tutti i chiamati la forza di abbandonare tutto per scegliere solo te che sei l'amore. Perdona le incorrispondenze e le infedeltà di coloro che hai scelto. Ascolta, o Cristo, le nostre invocazioni per intercessione di Maria santissima, madre tua e regina degli apostoli. Lei, che, avendo creduto e risposto generosamente, è stata la causa della nostra gioia, accompagni con la sua presenza e il suo esempio coloro che chiami al servizio totale del tuo regno. Amen!".

Mentre confido che il Signore vorrà accogliere le suppliche della sua Chiesa, invoco l'abbondanza delle grazie divine su voi tutti, venerati fratelli nell'episcopato, sui sacerdoti, sui religiosi, sulle religiose e su tutto il popolo cristiano, in modo particolare su coloro che si stanno preparando agli Ordini sacri e alla vita consacrata e su quanti promuovono con generoso impegno l'incremento delle vocazioni ecclesiastiche, e di gran cuore imparto la propiziatrice benedizione apostolica.

Dal Vaticano l'11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, dell'anno 1984, sesto di pontificato.

Data: 1984-02-11 Data estesa: Sabato 11 Febbraio 1984




Alle famiglie dell'opera Schönstatt - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: I genitori siano per i figli i primi annunciatori della fede

Testo:

Cari fratelli e sorelle.

Dopo il nostro primo incontro nella grande comunità dei fedeli in occasione dell'udienza generale, vi do oggi di cuore il benvenuto in quest'ambito un po' più familiare. Saluto in voi tutti i membri dell'Associazione per la famiglia dell'opera movimento di Schönstatt che si impegna in modo particolare per l'apostolato laicale e familiare nella Chiesa. E' a tutti nota la necessità di dedicare alla famiglia la particolare sollecitudine della Chiesa. ciò ha costituito il tema dell'ultimo Sinodo dei vescovi e l'argomento centrale della conseguente esortazione apostolica "Familiaris Consortio".

La sollecitudine per il matrimonio e la famiglia è uno dei compiti principali di una pastorale realistica e adeguata ai tempi. La famiglia è la cellula fondamentale non soltanto della comunità umana ma anche della Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha a buon diritto chiamato la famiglia "Chiesa domestica" nella quale "i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede" (LG 11). Esorto voi, coniugi cristiani e tutte le famiglie che qui rappresentate, a rispondere, secondo le vostre forze, alle necessità di questo importante apostolato nell'ambito delle vostre famiglie e a prendere come norma del vostro comportamento l'insegnamento della Chiesa e il suo magistero supremo.

Senza una collaborazione aperta e impegnata di voi genitori è difficilmente possibile trasmettere efficacemente la fede alle future generazioni.

Voi siete per i vostri figli non soltanto i primi testimoni della fede ma, nella maggior parte dei casi, anche i più importanti. Già molto precocemente i vostri figli percepiscono, se voi vi attribuite valore, di vivere in unità viva con Dio, nutrendo fiducia nella sua guida, in comunione con Gesù Cristo e avendo consapevolezza che voi riponete la vostra fiducia nella potenza e nella guida dello Spirito Santo. Già molto presto percepiscono, se voi amate la Chiesa, la santa messa e i sacramenti, soprattutto se voi vi impegnate a vivere la vostra fede. La vostra vita è molto più efficace delle parole! Da un risanamento e un rafforzamento della famiglia quale vivaio della vita religiosa dobbiamo aspettarci impulsi decisivi per un rinnovamento spirituale nella Chiesa e nella società. Una famiglia cristiana autenticamente viva è di per se stessa attiva nell'apostolato nel suo ambiente. Per la Chiesa tali famiglie divengono, come afferma il Concilio Vaticano II, "fonte dell'apostolato dei laici e vivaio di vocazioni sacerdotali e religiose" (AGD 19).

Che il Signore risorto faccia fruttificare riccamente con la sua grazia l'impegno dell'opera internazionale di Schönstatt per la famiglia cristiana nelle sue molteplici associazioni. Questo chiedo per intercessione di Maria, nostra madre, come dono particolare di questo pellegrinaggio a Roma, con la mia benedizione apostolica che imparto a voi e a tutti i membri del vostro movimento familiare.

Data: 1984-04-27 Data estesa: Venerdi 27 Aprile 1984




A un gruppo di scienziati - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La ricerca medica esige la guida dei valori morali

Testo:

Cari amici.


1. E' un onore e un piacere per me dare il benvenuto in Vaticano ai partecipanti al simposio internazionale promosso dalla Fondazione nazionale per la ricerca sul cancro. Nel salutarvi, oggi, desidero esprimere il mio profondo apprezzamento per l'importante contributo che state rendendo alla salute e alla felicità della famiglia umana. Attraverso la vostra generosità e il vostro sacrificio nel compito arduo e spesso esigente della ricerca, voi avete grandemente sviluppato la nostra comprensione delle cause e della natura del cancro e dei metodi migliori per curarlo efficacemente. Questo simposio è un esempio in più dei vostri instancabili sforzi in questo campo, e della vostra devota sollecitudine per coloro che in tutto il mondo soffrono di questa terribile malattia.


2. Qualche mese fa ho scritto una lettera apostolica sul significato cristiano della sofferenza umana. In quel documento ho cercato di portare la luce di Cristo a quell'esperienza che è parte essenziale della vita di ogni persona. In aggiunta al mio desiderio di aiutare le persone a trovare un significato nel volto misterioso della sofferenza, ho anche desiderato rivolgere l'attenzione con gratitudine a coloro che, come voi, sono particolarmente sensibili alle sofferenze degli altri, e che si adoperano per offrire non soltanto simpatia e compassione, ma sforzi concreti per alleviare quelle sofferenze. A questo proposito, ho affermato: "Quanto è "da buon samaritano" la professione del medico o dell'infermiera, o altre simili! In ragione del contenuto "evangelico", racchiuso in essa, siamo inclini a pensare qui piuttosto a una vocazione che non semplicemente a una professione. E le istituzioni che, nell'arco delle generazioni, hanno compiuto un servizio "da samaritano", ai nostri tempi si sono ancora maggiormente sviluppate e specializzate. ciò prova indubbiamente che l'uomo di oggi si ferma con sempre maggiore attenzione e perspicacia accanto alle sofferenze del prossimo, cerca di comprenderle e di prevenirle sempre più esattamente. Egli possiede anche una sempre maggiore capacità e specializzazione in questo settore. Guardando a tutto questo, possiamo dire che la parabola del Samaritano del Vangelo è diventata una delle componenti essenziali della cultura morale e della civiltà universalmente umana. E pensando a tutti quegli uomini che, con la loro scienza e la loro capacità, rendono molteplici servizi al prossimo sofferente, non possiamo esimerci dal rivolgere al loro indirizzo parole di riconoscimento e di gratitudine" ("Salvifici Doloris", 2).


3. Per anni, la ricerca medica ha richiesto l'adozione di metodi di avanzata specializzazione al fine di compiere nuove scoperte. Più recentemente, si è reso sempre più necessario un approccio interdisciplinare, un approccio cioè che comprende apporti forniti da vari campi del sapere, come la medicina, la biologia, la chimica, la fisica, la matematica e così via. Tutto ciò indica la necessità di maggiore dialogo e collaborazione tra gli uomini e le donne delle diverse scienze.

Nello stesso tempo, sempre più numerosi scienziati e ricercatori sentono l'importanza di porre i risultati della loro ricerca entro un più ampio contesto sociale e culturale e di dare la dovuta considerazione ai principi morali e ai valori spirituali associati alle nuove scoperte. Il vostro desiderio di incontrare il Papa in occasione di questo simposio internazionale mostra la vostra sensibilità per queste dimensioni.

La ricerca medica, e anche ogni studio scientifico, ha bisogno del sostegno e della guida dei valori spirituali e morali. Infatti tale ricerca è, in ultima analisi, intesa al bene dell'intera persona, anche se lo scopo immediato è la cura di certi tessuti o organi del corpo. Esiste una profonda unità tra il corpo e lo spirito, un'unità che è così sostanziale che anche l'attività più spirituale è influenzata dalle condizioni del corpo e il corpo stesso raggiunge il suo particolare scopo ultimo soltanto se diretto dallo spirito. Vorrei perciò offrire incoraggiamento a tutti coloro che stanno promuovendo un approccio interdisciplinare nella ricerca sul cancro e in altri problemi medici, e vorrei raccomandare che in questo approccio sia inclusa la saggezza che si trova nel patrimonio spirituale della famiglia umana. Vi assicuro, a questo proposito, del grande interesse della Chiesa cattolica alla vostra ricerca, e della disponibilità al dialogo e a condividere con voi le tradizioni etiche e spirituali della fede cristiana.


4. La natura interdisciplinare della scienza oggi ha anche implicato un'internazionalizzazione tra coloro che compiono la ricerca. ciò si distingue chiaramente nel vostro attuale simposio. Ed è un segno che ben fa sperare di un maggiore spirito di fratellanza e di fruttuosa cooperazione tra gli uomini e le donne di buona volontà di tutte le nazioni. Prego perché i vostri successi e raggiungimenti portino, nello stesso modo, speranza e assistenza non soltanto ad alcuni privilegiati ma alla gente di tutto il mondo.

Signore e signori, il vostro è realmente un compito nobile e di vitale importanza. Che Dio vi conceda gioia e forza nel vostro lavoro e che benedica voi e le vostre famiglie con la sua ricca e durevole pace.

Data: 1984-04-27 Data estesa: Venerdi 27 Aprile 1984





GPII 1984 Insegnamenti - Ai partecipanti alla riunione Unicef - Città del Vaticano (Roma)