GPII 1984 Insegnamenti - Omelia alla messa al Quidi Vidi Lake - St. John's (Canada)

Omelia alla messa al Quidi Vidi Lake - St. John's (Canada)

Titolo: Ringraziamo il Signore per le famiglie cristiane del Canada

Testo:

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.


1. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. Prendiamo queste parole dal cuore stesso della liturgia eucaristica. Eucaristia significa rendimento di grazie. Oggi, incontrandoci intorno a questo altare, il nostro primo desiderio è quello di rendere grazie, rendere grazie insieme all'arcidiocesi di St. John's e a tutta la Chiesa di Terranova, mentre essa celebra il secondo centenario del suo insediamento nell'isola. Vogliamo esprimere così l'elemento più caratteristico della liturgia eucaristica.

Il nostro sacrificio e la nostra preghiera uniti al sacrificio di Gesù Cristo - nell'identificazione sacramentale con lui - sono soprattutto un grande atto di rendimento di grazie della Chiesa. Questo rendimento di grazie ha modellato la vita spirituale di coloro che sono stati discepoli e confessori del Redentore nel Canada sin dai primissimi tempi.

La liturgia che celebriamo oggi è intesa ad esprimere in special modo il fatto che i figli e le figlie di Terranova, del Labrador e tutta questa terra, radicati come sono nel mistero di Cristo, gridano a Dio con voce spiegata e dal profondo del cuore: "Rendiamo grazie al Signore nostro Dio".


2. Rendiamo grazie per tutta la ricchezza del creato. Particolarmente per la ricchezza alla quale hanno partecipato le generazioni che si sono succedute nel Canada: quelle che vivevano qui nel passato conformemente ai principi della loro cultura originaria, e anche quelle che sono venute dopo da oltre il mare e hanno costruito passo passo le strutture di una nuova civiltà e della cultura canadese.

Ringraziamo il Signore per le possibilità che si sono offerte qui a innumerevoli famiglie nel corso degli anni, e per la libertà e la speranza di cui hanno fruito.

Gridiamo allora a voce spiegata insieme al salmista: "Buono è il Signore verso tutti, / la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere, / e ti benedicano i tuoi fedeli. / Dicano la gloria del tuo regno / e parlino della tua potenza" (Ps 144,9-11).

E mentre lodiamo Dio per la bellezza della natura di quest'isola e di tutto il Canada, rileggiamo con occhi di fede la testimonianza delle cose create, la nostra mente e il nostro cuore si volgono così a colui che, il settimo giorno, vide ciò che aveva fatto, "ed era cosa molto buona" (Gn 1,31).


3. Il nostro rendimento di grazie sale dalle cose create a Dio stesso.

Ringraziamo Dio perché esiste: per il fatto che egli è Dio, per la sua natura divina, per la sua onnipotenza e santità, per la sua verità e il suo amore, per il suo piano eterno di salvezza dell'uomo e del mondo. Ringraziamo il Padre per il Figlio, e lo Spirito Santo. Ringraziamo il Figlio per il Padre. Ringraziamo lo Spirito Santo perché attraverso l'amore del Padre e del Figlio egli è il dono non creato: la sorgente di tutti i doni della grazia creata. L'apostolo Paolo scrive: "Per questo, dico, piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore" (Ep 3,14-16).

L'uomo guarda nel proprio cuore, nell'"interiore", e rende grazie al mistero stesso di Dio. Infatti, l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" (cfr. Gn 1,26), e viene ora chiamato proprio per questa ragione a un particolare rendimento di grazie. Ringrazia Dio perché egli è Dio, in cui si trova l'eterno modello della nostra essenza umana. Lo ringraziamo per la sua natura divina, per il mistero imperscrutabile della Trinità, per il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.


4. Rendiamo grazie per tutto ciò che è opera e frutto della grazia, per cui il cuore dell'uomo partecipa alla vita intima di Dio stesso. così, infatti, continua Paolo; "Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio" (Ep 3,17-19).

Ringraziamo Dio perché egli è Dio: per l'assoluta pienezza che egli è. E rendiamo anche grazie per questa dimensione della nostra umanità che è la nostra partecipazione alla natura di Dio, alla vita intima di Dio.

Ringraziamo della grazia e della santità. In particolar modo della grazia e santità cui hanno partecipato nel corso dei secoli, e continuano a partecipare, i figli e le figlie di questo Paese: "Ora benedite il Dio dell'universo / che compie in ogni luogo grandi cose, / che ha esaltato i nostri giorni fino dalla nascita, / che ha agito con noi secondo la sua misericordia" (Si 50,22).


5. Rendiamo veramente grazie perché egli, Dio, permette a noi creature umane di partecipare alla missione messianica di Gesù Cristo, il suo eterno Figlio fattosi uomo. Lo ringraziamo perché ci ha fatti popolo di Dio e ha apposto alla nostra missione terrena il sigillo sacerdotale, profetico e regale attraverso la nostra partecipazione alla missione di Cristo stesso.

Cristo ci dice oggi nel Vangelo: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato?... Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa" (Mt 5,13-15). Sono parole eloquenti, parole esigenti. E alla luce di queste parole rendiamo grazie per la nostra vocazione cristiana.

Vogliamo capire questa vocazione in tutte le sue differenti forme, e penetrare in essa con la luce della fede e della nostra anima. Vogliamo corrispondere a questa vocazione. Lo vogliamo con tutto il cuore! In quale altra maniera potremmo esprimere il nostro ringraziamento per il dono della nostra vocazione in Gesù Cristo?


6. Offriamo un rendimento molto speciale di grazie in questo momento per le nostre famiglie cristiane. Uniti al suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore, ringraziamo il Padre "dal quale ogni famiglia prende il suo nome". Lo ringraziamo: per tutte quelle numerose famiglie in tutto il Canada la cui vita rispecchia "la bellezza e la grandezza della vocazione all'amore e al servizio della vita" (FC 1); per l'amore profondo che i coniugi cristiani si scambiano nella comunione della vita matrimoniale, mantenendo viva nel mondo un'immagine assolutamente speciale dell'amor di Dio; per la vita di reciproca fedeltà vissuta da innumerevoli coppie, grazie alla potenza della grazia sacramentale; per tutte quelle coppie che si sforzano generosamente di seguire il piano di Dio per l'amore umano, quale viene espresso dall'insegnamento della Chiesa nella "Humanae Vitae" e nella "Familiaris Consortio", e il cui matrimonio è sempre aperto alla nuova vita; e per tutti coloro che contribuiscono a educare coppie nella pianificazione naturale della famiglia; per il grande, straordinario servizio reso dai genitori nel portare nuovi membri al corpo mistico di Cristo; per il continuo impegno dei padri e delle madri nell'educazione dei figli alla maturità cristiana; per le famiglie che nella sofferenza, nel dolore e nelle difficoltà economiche vivono una vita di speranza cristiana; per l'impegno delle famiglie, in conformità con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, a partecipare attivamente alla missione della Chiesa, come una comunità credente ed evangelizzante e come una comunità dialogante con Dio e al servizio dell'uomo; per gli sforzi delle famiglie cristiane volti ad aiutare i giovani a comprendere la dignità del matrimonio e a prepararsi adeguatamente a questa vocazione; per il rinnovato impegno della Chiesa a sostenere e insegnare la santità e l'unità della famiglia, e per l'amore generoso con cui tanti sacerdoti e religiosi dedicano le loro energie alla costruzione della vita familiare; per gli sforzi di quelle famiglie che hanno incontrato problemi e difficoltà, ma che hanno perseverato nella convinzione che l'amore sempiterno e indistruttibile di Dio per l'uomo sia espresso nel passo indissolubile del loro matrimonio sacramentale; per la speciale testimonianza all'insegnamento di Cristo sull'indissolubilità del matrimonio data da tutti i coniugi che soffrono il dolore della separazione, dell'abbandono o del ripudio; per la trasmissione del messaggio del Vangelo nelle famiglie cristiane, e per l'evangelizzazione che viene fatta dalle famiglie nei confronti dei loro vicini e negli ambienti di lavoro; per le numerose famiglie che pregano insieme e che traggono forza dal culto di Dio; per le famiglie che abbracciano la croce e partecipano nella gioia cristiana al mistero pasquale del Signore Gesù; si, noi rendiamo grazie e lode a Dio nostro Padre per tutte le famiglie cristiane - e sono una poderosa legione - che ascoltano le parole di vita di Gesù Cristo suo Figlio: "così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,16).


7. Possano tutte le famiglie cristiane del mondo, e possiamo anche noi, rispondere alla nostra vocazione cristiana, ognuno secondo i doni ricevuti. Ognuno di noi, attraverso la testimonianza delle sue opere buone. Possa ognuno di noi ascoltare la chiamata a rendere gloria al Signore nostro Dio! Rendere grazie significa manifestare la gloria di Dio in ciascuno di noi. L'uomo, che è stato posto da Dio in mezzo al mondo visibile, l'uomo, che Dio ha associato al mistero della creazione e al mistero della redenzione per la sua grazia, questo uomo è chiamato alla gloria. Mentre con il rendimento di grazie egli manifesta la gloria di Dio che è presente in tutte le cose, l'uomo riceve l'assicurazione della gloria a venire che sarà rivelata in lui.

Fratelli e sorelle carissimi di Terranova, del Labrador e di tutto il Canada: rendiamo grazie al Signore nostro Dio! E' giusto rendergli grazie e lode.

Amen.

Data: 1984-09-12 Data estesa: Mercoledi 12 Settembre 1984




Agli educatori cattolici, in cattedrale - St. John's (Canada)

Titolo: Poche sfide sono gratificanti come l'educazione dei giovani

Testo:

Cari fratelli e sorelle in Cristo.


1. Questa sera, in questa basilica dedicata a san Giovanni Battista, mi sento molto vicino a tutti voi. Sento di appartenere strettamente a Terranova.

E' davvero una gioia e un privilegio partecipare a questa riunione di educatori, parlare a coloro che svolgono uno dei più importanti compiti della Chiesa e della società. Il compito del maestro e della scuola è davvero un incarico sacro ad essi affidato dai genitori e dalle famiglie. Come educatori cattolici voi avete accettato una speciale responsabilità che vi è stata data dai genitori. Questi genitori e queste famiglie hanno riposto in voi la loro preziosa fiducia. Per parte sua, la Chiesa vi considera dei collaboratori, con un ampio grado di responsabilità comune, nell'aiutarla ad adempiere il mandato di Cristo trasmesso dagli apostoli: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,20).

A voi è dato di creare il futuro e dargli un indirizzo con l'offrire ai vostri studenti un insieme di valori con cui confrontare le nuove acquisizioni della loro conoscenza. Poche sfide sono altrettanto esaltanti e gratificanti come l'istruzione e la guida dei giovani, e poche altrettanto difficili. State preparando a diventare adulti e cristiani maturi una generazione di terranovesi, di canadesi, che costruiranno la Chiesa e la società del domani.


2. Mentre perseguite le vostre mete professionali e spirituali, come maestri o come gestori di istituzioni educative, voi sperimentate le ambiguità e i conflitti che caratterizzano la nostra società contemporanea. Nello spazio di una sola generazione, abbiamo visto enormi cambiamenti nei valori sociali, nelle situazioni economiche e nella tecnologia. Come educatori voi dovete tener conto di questi cambiamenti, perché essi sono il pane quotidiano dei vostri allievi.

Un maestro e un sistema scolastico, mentre cercano di adattarsi continuamente al nuovo, devono affermare e salvaguardare il significato e l'importanza delle verità e dei valori perenni. Gli educatori devono essere pronti a raccogliere con decisione la sfida di assicurare un tipo di educazione il cui programma sia ispirato più alla riflessione che alla tecnica, più alla ricerca della saggezza che all'accumulo delle nozioni.

Allo stesso modo, le espressioni culturali e le attività radicalmente nuove del nostro tempo, specialmente quelle che più colpiscono l'attenzione dei giovani, richiedono che gli educatori siano aperti alle nuove influenze culturali e siano capaci di interpretarle per i giovani alla luce della fede cristiana e dell'universale comandamento di amore di Cristo.

E' sempre stato difficile essere un cristiano, e ancora più difficile essere un maestro coerentemente cristiano, specialmente se quel maestro è chiamato a testimoniare all'interno di un sistema secolarizzato. Ogni epoca presenta una nuova serie di problemi e insieme nuove opportunità di testimonianza dell'amore redentivo di Gesù Cristo.

Voi siete chiamati a portare nel vostro insegnamento competenza professionale e un alto livello qualitativo. Per spingere i vostri allievi a crescere in questo momento storico nella fede e nell'amore, dovete essere consapevoli delle pressioni che vengono esercitate su di loro, e allo stesso tempo rispettare le tappe naturali della loro crescita fino alla maturità. Ma le vostre responsabilità richiedono da voi qualcosa che va molto oltre la necessità di preparazione e competenza professionale.


3. Un aspetto di estrema importanza del vostro ruolo è che voi siete chiamati a guidare i giovani a Cristo, a indurli a seguirlo, a mostrare loro il suo sconfinato amore e la sua sollecitudine per loro, per mezzo dell'esempio della vostra stessa vita. Attraverso di voi, come attraverso una finestra luminosa in un giorno di sole, gli studenti devono giungere a vedere e a conoscere la ricchezza e la gioia di una vita vissuta coerentemente al suo insegnamento, in risposta alla sfida delle sue domande. Insegnare significa non solo trasmettere quel che sappiamo, ma anche rivelare chi noi siamo nel vivere il nostro credo.

E' quest'ultima la lezione che tende a durare più a lungo. In massa, gli studenti di tutto il mondo ripetono oggi ai loro maestri cattolici le parole riportate nel Vangelo di san Giovanni e originariamente rivolte all'apostolo Filippo: "Vogliamo vedere Gesù" (Jn 12,21). Questo è davvero un impegno di vita per il maestro cattolico: mostrare Gesù ai giovani. San Paolo considerava il suo ministero come un'instancabile opera nel formare Cristo in coloro che era chiamato a servire (cfr. Ga 4,19).


4. Come maestri ed educatori, voi inoltre prendete parte all'annuncio della parola al servizio della verità. Voi cercate di liberare la mente e lo spirito di coloro ai quali insegnate, guidando alla maturità nella fede, nella conoscenza e nella comprensione. Offrendo ai vostri allievi la verità di Cristo, li aiutate parimenti a fare l'esperienza della sua libertà. Siete dunque impegnati nell'autentica liberazione di questa generazione di studenti, a cui Gesù Cristo, che chiama se stesso "la verità", ripete la promessa del Vangelo: "Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" (Jn 8,36). Voi siete chiamati a servire e a diffondere la verità liberatrice di Cristo.


5. Oggi i giovani sono incalzati da ogni parte da forti e contrastanti richiami all'attenzione e all'obbedienza. Da tutto il mondo sono raggiunti ogni giorno da messaggi di conflitti e di ostilità, di avidità e di ingiustizia, di povertà e di disperazione. In mezzo a questi tumulti, i giovani bramano di trovare solidi e duraturi valori che possano dare significato e scopo alla loro vita. Cercano un terreno solido, un punto elevato su cui attestarsi. Cercano una direzione di marcia, una meta che dia senso e finalità alla loro vita.

Il Vangelo ci dice dove possiamo trovare questo terreno elevato. E accanto al nostro Signore, fatti partecipi della sua forza e del suo amore, rispondendo con passione e generosità alla sua richiesta di amarlo e servirlo come egli ha amato e servito noi. Chi meglio dei maestri a cui essi si rivolgono per essere guidati può mostrare loro la via per quel luogo sicuro, per quella vita dinamica e piena? Nessuno potrà mai prendere il vostro posto. Nessun altro mai avrà l'opportunità che voi avete di accompagnare gli studenti nella ricerca della verità, di infondere in loro la sete per la giustizia, e la comprensione dell'amore di Dio, di guidarli con pazienza e amore nel loro cammino di fede.


6. Oggi i giovani hanno fame di verità e di giustizia perché hanno fame di Dio.

Rispondere a questo ardente desiderio è il dovere supremo dell'educatore cristiano. In collaborazione con i genitori, che hanno la maggiore responsabilità nell'educazione dei loro figli, il maestro è chiamato a rispecchiare, in modo coerente e intelligibile, la presenza di Dio nel mondo.

Insegnanti e genitori devono adoperarsi per una spiritualità matura nella loro propria vita, per una forza e rilevanza di fede che possa resistere all'assalto di valori in conflitto, sia a casa che a scuola. Se l'insegnamento del Vangelo si manifesterà nella vostra vita quotidiana, avrà un effetto visibile sui giovani a cui insegnate. Se i giovani vedono i loro maestri e genitori che si amano, come persone che si affidano a Gesù Cristo, persone la cui vita si ispira a tale affidamento, il significato e il messaggio della fede sarà da loro spontaneamente recepito, e la buona novella sarà annunciata nuovamente nel mondo e al mondo.


7. Le specifiche mete dell'educazione cristiana descritte dal Concilio Vaticano II tengono conto dei principali bisogni dei giovani. Queste mete sono una sfida costante per voi e spiegano il senso del vostro lavoro: "L'educazione cristiana... aspira soprattutto ad assicurare che i battezzati... possano crescere sempre più consapevoli del dono di fede che hanno ricevuto; che possano imparare ad adorare Dio Padre in spirito e verità (cfr. Jn 4,23), specialmente per mezzo del culto liturgico; e che possano essere sempre preparati a vivere la loro personale vita secondo una nuova natura della giustizia e della santità della verità (Ep 4,22-24), cosicché possano raggiungere lo stato di uomo perfetto, nella misura di Cristo (Ep 4,13) e contribuire ad accrescere il Corpo mistico" (GE 2).


8. Qui nella provincia di Terranova, e in altre province del Canada, i vostri predecessori hanno combattuto per anni per ottenere un sistema educativo cattolico in cui questi ideali per i maestri cattolici e i principi dell'educazione cattolica potessero essere applicati nel miglior modo possibile. E' un'eredità preziosa che vi è stata affidata, un'eredità che porta un positivo e valido contributo non solo alla Chiesa ma anche alla società.

Le scuole cattoliche possono fornire ai giovani approfondimenti e incentivi spirituali, di cui c'è un forte bisogno in un mondo materialistico e confuso. Le scuole cattoliche parlano del significato della vita, dei valori e della fede che costruiscono una vita piena di significato. Similmente, siccome l'individualismo porta spesso all'alienazione, le scuole cattoliche devono costruire e rafforzare un senso di comunità, di apertura sociale e di accettazione della differenza e della diversità nelle società pluralistiche. Nel professare un affidamento istituzionale alla parola di Dio come divulgata dalla Chiesa cattolica, devono anche inculcare un atteggiamento di profondo rispetto per la coscienza degli altri e un profondo desiderio di unità cristiana.

Anche adoperandosi per eccellere nelle aree della formazione professionale e tecnica, le scuole cattoliche non devono mai dimenticare che il loro scopo ultimo è di preparare i giovani ad assumersi, nella libertà cristiana, le loro responsabilità personali e sociali per il pellegrinaggio di tutta l'umanità verso la vita eterna.

Per queste stesse ragioni le scuole cattoliche, pur favorendo lo sviluppo intellettuale, obbediranno anche all'imperativo del Vangelo di servire tutti gli allievi, e non solo i più brillanti e promettenti. In verità, secondo lo spirito del Vangelo, e la sua opzione per i poveri, esse rivolgeranno la loro attenzione in modo particolare ai più bisognosi.


9. Tutti gli uomini e le donne, e tutti i bambini, hanno un diritto all'educazione. Strettamente legato a questo diritto all'educazione è il diritto dei genitori, delle famiglie, a scegliere secondo le loro convinzioni il tipo di educazione e il modello di scuola che essi desiderano per i loro figli (Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, art. 26). Parimenti correlato è il non meno sacro diritto di libertà di religione.

In una società come quella canadese, la libertà delle persone di associarsi e di aderire a determinati gruppi, o i tentativi legittimi di perseguire le proprie aspirazioni a seconda del proprio talento, è un fondamentale diritto democratico. Questo diritto implica che i genitori abbiano una reale possibilità di scegliere, senza indebiti oneri finanziari, le scuole e i sistemi educativi appropriati per i loro figli.

Vedo che voi qui a Terranova considerate l'educazione come una forma di collaborazione tra la Chiesa e la provincia. Fortunatamente anche in altre parti del Canada esiste una simile cooperazione fra Chiesa e governo. Capisco che questo varia da provincia a provincia.

La società è chiamata a sovvenire e a sostenere con denaro pubblico quei tipi di scuola che rispondono alle più profonde aspirazioni dei suoi cittadini. Il ruolo dello Stato moderno è di rispondere a queste aspettative nei limiti del bene comune. Uno Stato deve quindi promuovere l'armonia e, in una situazione pluralistica quale è quella del Canada, questa è effettivamente opera degna di grande rispetto, vista la grande eterogeneità di questa diversità e le legittime aspirazioni del popolo all'interno dei vari gruppi significherebbe negare un fondamentale diritto ai genitori.

I governi hanno la responsabilità, dunque, di garantire la libertà delle comunità ecclesiali di avere adeguati servizi educativi, con tutto ciò che tale libertà implica: formazione degli insegnanti, edifici, fondi per la ricerca, adeguati finanziamenti e così via.

In una società pluralistica è certamente una sfida assicurare soddisfacenti servizi educativi a tutti i cittadini. Nell'affrontare questa complessa sfida, non bisogna ignorare la centralità di Dio nella visione della vita propria dei credenti. Un sistema scolastico totalmente laico non sarebbe un modo di venire incontro a queste aspettative. Non possiamo lasciare Dio fuori dalla porta della scuola.


10. Cari insegnanti e genitori, la scuola cattolica è nelle vostre mani. E' l'immagine delle vostre convinzioni. La sua esistenza dipende davvero da voi. E' uno di quei luoghi privilegiati, insieme con la famiglia e la comunità parrocchiale, dove la nostra fede viene trasmessa. La scuola cattolica è uno sforzo continuo, che non può avere successo senza la cooperazione di tutti coloro che vi sono coinvolti: gli studenti, i genitori, gli insegnanti, i capi e i pastori. Come genitori, voi possedete una speciale responsabilità e un privilegio.

Siete i primi testimoni e artefici del nascere del senso di Dio nei vostri figli.

Avete per primi la responsabilità di condurli ai sacramenti dell'iniziazione cristiana. In quest'opera siete assistiti e aiutati dalla scuola e dalla parrocchia.

Il nostro mondo ricerca un nuovo senso di pienezza e coerenza. Una scuola cattolica per mezzo del ministero degli insegnanti cattolici, è un luogo privilegiato per lo sviluppo e la trasmissione di una visione del mondo radicata nel significato della creazione e della redenzione. Voi siete chiamati, cari educatori e genitori, a creare quelle scuole che trasmettano i valori che voi vorreste consegnare a quelli che verranno dopo di voi. E ricordate sempre che è Cristo che dice: andate e insegnate!

Data: 1984-09-12 Data estesa: Mercoledi 12 Settembre 1984




Ai giovani alla "Memorial University" - St. John's (Canada)

Titolo: Cristo ha bisogno di voi per portare la salvezza al mondo

Testo:

Cari giovani, fratelli e sorelle nel nostro Signore Gesù Cristo.


1. Vi ringrazio per il vostro caldo benvenuto qui a Terranova. E' una grande gioia per me unirmi a voi che celebrate la vostra fede in Gesù Cristo in questa festa della gioventù. Ringrazio Dio per voi e per i giovani di tutto il mondo, per il dono speciale della vostra gioventù, e per il ruolo che svolgete fra noi nel costruire un mondo più giusto, pacifico e buono. Con le parole di san Paolo: "Ringrazio il mio Dio ogni volta ch'io mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera" (Ph 1,3).


2. Vivere in questo immenso Paese che è stato benedetto con la pace e la libertà è motivo di ringraziamento. Voi avete libertà di parola, di culto e di movimento, e libertà di scelta politica. Eppure i problemi non vi mancano. So che molti di voi giovani non hanno un'occupazione e guardano al futuro con grande angoscia. Una cronica e dolorosa disoccupazione vi sfida a tener vivo uno spirito di speranza, a tentare di usare in modo creativo il tempo libero che la mancanza di lavoro forzosamente crea. Altri di voi frequentano la scuola, dove pure regna l'incertezza. Alle volte siete tentati di rinunciare e di chiedervi: a che scopo tutto questo sforzo? Che significato ha la vita umana? Dove siamo diretti? Queste sono domande che tutti i giovani del mondo si pongono. Se le pongono giovani uomini e donne che, in molti Paesi, non hanno abbastanza da mangiare e non hanno la possibilità di ricevere un'istruzione. Se le pongono i giovani che vivono in mezzo a ingiustizie, violenze e persecuzioni. Se le pongono i giovani che lottano per la pace, domandano giustizia e anelano a Dio. Se le ponevano quest'anno i giovani che sono venuti a Roma per celebrare con me l'Anno Santo della redenzione.


3. Come pastore e come fratello, desidero offrirvi oggi una valida ragione per sperare e per guardare alla vita come a un grande e prezioso dono di Dio. E questa ragione è Gesù Cristo, il Figlio di Dio che venne nel mondo per insegnarci il pieno significato della vita umana. Con la potenza del suo Spirito, lo stesso Gesù che è morto sulla croce ed è risuscitato dalla morte è ora vivo nella sua Chiesa; è vivo in voi che portate il suo nome come cristiani e che vi sforzate di ascoltare le sue parole di vita.

Io sono qui per annunciare questa presenza di Gesù nella vostra vita e la potenza del suo amore che opera nei vostri cuori. Per questa presenza e per questa potenza voi potete fare grandi cose. E' questo l'appello della vostra vita, l'appello di Dio a servire la vostra comunità e la vostra Chiesa. Forse sarete chiamati a servire come marito o moglie, o genitore, o non sposato o religioso o prete. Ma in ogni caso è una chiamata alla conversione individuale, un appello ad aprire i vostri cuori al messaggio di Cristo e alla sua influenza nella vostra vita. Ogni struttura economica, sociale o politica del mondo che debba essere riformata può essere adeguatamente trasformata solo se i vostri cuori sono purificati, perché la fonte di tutta l'ingiustizia è il cuore umano.

Giovani di Terranova e di tutto il Canada, voi siete chiamati da Cristo a una conversione del cuore, a una vita vissuta in unione con lui. Per questa ragione non dovete lasciarvi sopraffare dall'angoscia, da un accorato senso d'impotenza, o dalla tentazione di ribellarvi o di abbandonare. Nessuno può negare che gran parte del mondo sia in spaventoso sconvolgimento: l'inumanità di molti individui e l'ingiustizia di certi sistemi causano un'indicibile miseria umana; la possibilità di uno scontro nucleare crea angoscia e timore. Ma voi siete nella condizione di fronteggiare tutti questi problemi con atteggiamento nuovo, con cuore nuovo, con nuova energia: la vostra fede in Gesù Cristo che è viva dentro di voi. Secondo le parole di san Giovanni: "Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede" (1Jn 5,4).


4. Nei piani di Dio voi non dovevate ereditare un mondo straziato. E' responsabilità di noi tutti cambiare il pericoloso corso degli eventi su cui l'umanità si è avventurata. Voi, i giovani di questo Paese, siete chiamati a svolgere un ruolo speciale nella costruzione e nella configurazione di un mondo migliore. I vostri sforzi possono avere successo, ma li dovete fare in unione con Cristo, che è potente in voi e parla ai vostri cuori.

In unione con il Signore iniziate il vostro impegno guardando criticamente dentro di voi e poi alla società nella quale vivete. Per fare ciò dovete sapere come giudicare e con quali regole. Avete bisogno di una corretta scala dei valori, di una chiara visione del mondo, del lavoro umano, della vita umana, dell'amore. Come, vi chiederete, potete acquisire tutto ciò? Ogni giorno i mezzi di comunicazione di massa e l'esempio delle persone intorno a voi vi presentano certi modelli di vita. Molto spesso vi mostrano il trionfo dell'egoismo sulla generosità. Oggi io vi invito a considerare un altro modello di umanità, che può pienamente soddisfare la vostra sete di valori. La persona che io presento in continuazione a tutti i giovani del mondo è il Gesù di cui stiamo parlando. Benché sia Figlio di Dio, è anche Figlio di Maria e partecipa pienamente della nostra natura umana. Egli ha sperimentato gioie e dolori, fame e sofferenze; ha conosciuto la bellezza della natura e l'affetto dell'amicizia. Per sempre rimarrà la vera immagine di cosa vuol dire essere uomo. Egli è Gesù di Nazaret, e impariamo a conoscerlo nelle pagine del Vangelo. Egli è stato messo a morte per aver condiviso la sorte dei poveri e degli sfruttati, per essere venuto a servire e non ad essere servito. Ma Dio suo Padre lo ha risuscitato dalla morte.

Per mezzo del suo Spirito Santo egli rimane con noi e fra noi: egli è l'origine della forza nella quotidiana battaglia per elevare il mondo. Questa è la nostra fede cristiana: con il suo aiuto possiamo realizzare il progetto che Gesù ci ha lasciato, così semplice eppure così completo: "Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Jn 15,12).


5. In ogni pagina del Vangelo, Gesù ci ripete che non dobbiamo mai disperare, che l'amore vince ogni ostacolo, ogni debolezza, la sofferenza e l'odio, la morte stessa. Quest'amore, diletti giovani, e la pace che esso porta, saranno per voi un'ancora sicura nel caos del mondo; questo amore vi porterà anche a un coinvolgimento più profondo con quel mondo. Gesù vi invita ad amare e a servire.

Cominciate a fare qualcosa di concreto nella vostra situazione particolare. Non guardate troppo lontano. Cominciate ora dove lavorate o studiate, nei vostri gruppi di giovani, nella vostra cerchia familiare, nella vostra parrocchia. Non permettete mai che alcun vostro conoscente sia privato dei suoi diritti, o umiliato da altri perché non è della vostra condizione sociale, del colore della vostra pelle, o perché non parla la vostra lingua o condivide la vostra fede. Astenetevi dall'erigere barriere fra voi e quelli più vecchi di voi.

Siate presenti anche nelle loro situazioni, perché là è necessaria la vostra voce, e voi potrete contribuire e imparare. Date il vostro entusiastico sostegno a quei gruppi locali che cercano di costruire un mondo più umano, allargate i vostri orizzonti e lavorate con la gioiosa energia della giovinezza per la causa della giustizia ovunque. Imparate a fare sacrifici, per condividere con gli affamati e con i giovani che hanno ricevuto meno di voi. Solidali con i vostri fratelli e sorelle di differenti nazioni, razze e culture, è possibile per voi cambiare il mondo e disegnare un futuro migliore per tutti, un futuro in cui le persone siano più importanti dei profitti; in cui le risorse del mondo siano equamente distribuite, e in cui i negoziati pacifici rimpiazzino le minacce di guerra.


6. Ma per far ciò voi avete bisogno dell'aiuto di Dio. E l'aiuto di Dio giunge a voi per mezzo della preghiera. La vostra unione con Cristo sarà il segreto della vostra efficienza, ed essa è rafforzata dalla vostra preghiera, dal vostro dialogo con Dio, che solleva il vostro cuore a lui. Ma Gesù ha anche provveduto ai vostri bisogni per mezzo dei sacramenti della Chiesa, in particolare l'Eucaristia e il sacramento della Penitenza. La conversione dei vostri cuori è provocata dall'azione di Cristo e Cristo vi raggiunge nei suoi sacramenti, che saranno sempre per voi un'espressione e una celebrazione della vostra fede e della vostra vita in Cristo. Il peccato è una realtà dell'uomo, e noi tutti abbiamo bisogno di sperimentare il perdono, la riconciliazione e la pace in un incontro personale con Cristo. La Provvidenza di Dio ci concede questa opportunità nella Confessione, e nell'Eucaristia ci apre una porta al suo amore che viene incontro al nostro più profondo desiderio di una relazione interpersonale.

Si, costruire una civiltà basata sull'amore, sulla verità e la giustizia è certamente un compito gigantesco. Ma voi ne siete all'altezza! Perché? Per Cristo, che vive dentro di voi, per i suoi sacramenti, per la vostra unione con lui attraverso la preghiera. Prendete coraggio, dunque, diletti giovani, perché noi stiamo celebrando insieme la nostra fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Nell'approssimarsi della fine di questo millennio, ricordate che Cristo ha bisogno di voi, giovani di Terranova, del Canada e del mondo. Egli ha bisogno di voi, con i vostri cuori puri e il vostro amore disinteressato, perché lo aiutate nella sua missione di elevare l'umanità e di portare la sua salvezza nel mondo. Questa è la missione di Cristo ed egli ve ne fa partecipi!

Data: 1984-09-12 Data estesa: Mercoledi 12 Settembre 1984





GPII 1984 Insegnamenti - Omelia alla messa al Quidi Vidi Lake - St. John's (Canada)