GPII 1985 Insegnamenti - Ai giovani - Vaduz (Liechtenstein

Ai giovani - Vaduz (Liechtenstein

Titolo: La risurrezione risponde al quesito sul senso della morte

Cari amici del principato del Liechtenstein, della Svizzera, dell'Austria, della Germania, i dovunque voi siate: "Hoi zemma!". Il più cordiale saluto a tutti voi! Io mi rallegro che questa sera siate venuti qui per stare insieme al papa e per pregare con lui. Noi vogliamo essere reciprocamente di stimolo per la fede e dedicarci con tutto il cuore a Dio. Noi lo facciamo nella festa della Natività della Madre di Dio, qui, nella cappella di Dux, dove essa è venerata in particolar modo come "Nostra amata Signora del Liechtenstein".

Voi avete scelto come principale testo di preghiera e meditazione per il nostro incontro la sua lode di Dio, il suo Magnificat. Cerchiamo insieme di capire in modo più profondo questa esaltazione della grandezza e della bontà di Dio, e in questo modo di conoscere meglio Dio anche nella nostra vita.


1. "L'anima mia magnifica il Signore", così Maria comincia il suo cantico (Lc 1,46). La sua esaltazione della grandezza di Dio scaturisce dalla sua fede e dall'esperienza personale. In effetti, Dio è grande in quanto creatore, egli ha chiamato il mondo all'esistenza. La bellezza così incantevole del creato, come quella delle montagne della vostra patria, fa trasparire qualcosa della magnificenza dello stesso Creatore. Dio è grande nella storia dell'umanità. Egli fa nascere e sparire i popoli. Egli guida il popolo eletto dalla sua schiavitù fino alla Terra promessa. Dio è grande nella vita di ciascun uomo, nella vita di Maria stessa e di tanti santi e sante che sono passati nella storia come esempi luminosi. Dio è pero grande anche nella mia stessa vita, nella vita di ciascuno di noi. Egli ci ha fatti esistere, egli ci dona a ogni istante tutto quello che siamo e abbiamo, e ci invita all'eterna comunità di vita con lui.

I vostri portavoce hanno appena confessato quanto sia per loro difficile credere alla presenza di Dio nella loro vita; in particolare quando accade loro qualcosa di male, o quando hanno perduto una persona amata. Certo, è una domanda assillante: se Dio è così grande e potente, e così pieno di amore per noi, dov'è allora quando ci succede qualcosa di male? Dov'era Dio ad Auschwitz, a Hiroshima e a Nagasaki? Dov'è Dio quando i bambini muoiono di fame, quando gli uomini e le donne vengono torturati, quando giovani pieni di speranze debbono morire? Mentre la creazione, diciamo così, ci apre gli occhi sull'esistenza di Dio, sulla sua saggezza, potenza e bontà: i mali e i dolori invece sembrano oscurare la sua immagine, soprattutto nel dramma quotidiano sofferto da tanti innocenti.

La particolare difficoltà della risposta risiede nel fatto che quello che rende difficile la vostra fede, la sofferenza, può essere illuminato e più profondamente compreso soltanto con la fede. Come apprendiamo dalle prime pagine della Sacra Scrittura, Dio all'inizio ha creato tutte "cose buone". Il male e tutte le sciagure sono venute al mondo a causa del peccato originale dell'uomo. Il primo uomo ha fatto cattivo uso della sua libertà e si è allontanato da Dio. Egli voleva essere come Dio, ma senza Dio! Da allora l'intera creazione, come dice san Paolo, "è stata sottomessa alla caducità; essa geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto" (Rm 8,20-22). Tutta la sofferenza del mondo partecipa a questo disordine di cui l'uomo stesso è responsabile. Dio permette che vi sia il male negli uomini e fra gli uomini perché rispetta la loro libertà, e perché, per coloro che lo amano, tutto - anche le cose più gravi - può trasformarsi in qualcosa di buono.


2. Maria ce lo dice con le parole: "Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore" (Lc 1,47), Gli uomini che sono in difficoltà possono conoscere continuamente Iddio come il loro salvatore. Dio non è grande soltanto come creatore, Dio è grande anche come salvatore. Dio è grande nella misericordia. Egli volge in particolar modo i suoi occhi agli umili e agli umiliati (cfr. Lc 1,52).

Ma come ci salva Dio dalla potenza del male? Con la redenzione in Gesù Cristo, Dio stesso, per il suo imperscrutabile amore, diventa un uomo, un "Dio con noi". Egli divide con noi uomini la nostra vita, e prende su di sé la nostra sorte. Egli ripara con la sua ubbidienza la nostra disubbidienza (cfr. Ph 2,5-11), con il suo amore il nostro disamore, con la sua passione sulla croce egli espia il nostro peccato, con la morte ci conquista una vita nuova, eterna.

Alla domanda circa il senso della sofferenza e della morte nella nostra vita, Gesù Cristo ci dà una risposta ben migliore di quella che mai un uomo avrebbe potuto immaginare. La sua croce risponde alla domanda sul senso della sofferenza, la sua risurrezione alla domanda sul senso della morte. Considerata esteriormente, la pena capitale inflitta all'innocente Gesù di Nazaret è completamente priva di senso. Con gli occhi della fede, ci rendiamo pero conto del fatto che questa passione ha una forza redentrice e quindi un senso molto profondo.

Apparentemente la morte è più forte della vita. Ma per il fatto che Gesù Cristo è risorto, ci rendiamo conto con gli occhi della fede, del fatto che egli dà una vita che è più forte della morte. Con la sua croce e con la sua risurrezione Cristo è diventato per noi colui che ci salva dalle potenze del peccato e della morte. Per la sofferenza di Gesù anche la nostra sofferenza acquista un significato; per la risurrezione di Gesù anche la nostra morte è vinta (Rm 6,5). "Nella croce di Cristo non solo si è compiuta la redenzione mediante la sofferenza, ma anche la stessa sofferenza umana è stata redenta" ("Salvifici Doloris", 19). D'ora in poi, quindi, la sofferenza non deve più offuscare la nostra visione di Dio; essa può al contrario essere persino segno di una speciale presenza di Dio nella nostra vita, un invito che ci viene rivolto a seguire ancor più da vicino il Cristo.


3. Dio è grande come creatore e come redentore. Dio è pero anche grande per Gesù Cristo nella sua Chiesa. Perché Cristo è e resta per sempre presente nella Chiesa (Mt 28,20). In essa egli dona a coloro che hanno fede in lui la sua vita divina e li santifica.

Nella Chiesa ci sono certo anche alcune cose da criticare, talvolta vi sono in essa cose spiacevoli e dolorose; perché anche essa è una comunità di uomini erranti e peccatori. E tuttavia io oggi vi esorto: amate la vostra Chiesa! Perché nonostante tutte le manchevolezze essa vi annuncia amorevolmente la parola di Dio, vi dona nei sacramenti straordinari incontri con Gesù Cristo, vi aiuta a sopportare degnamente e cristianamente la vostra vita anche in mezzo alle prove.

Quello che vale in primo luogo per Maria, vale anche per la Chiesa, vale per tutti coloro che con il Battesimo ne sono diventati membri. "D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente" (Lc 1,48ss).

Attraverso Cristo nella Chiesa Dio ci ha colmati di doni. E se le cose stanno così, che cosa possiamo fare di meglio che essergli grati ed esaltarlo? "L'anima mia magnifica il Signore", dice Maria. Lodare Iddio è il più alto compito che nella vita ci è affidato, Lodare Dio, questo è il senso più profondo della nostra vita! Ma come possiamo farlo? 4. Noi lodiamo Dio quando preghiamo. Una vita cristiana senza preghiera è inimmaginabile. Gesù stesso trascorreva molto tempo in preghiera (cfr. Mt 14,23 Lc 6,12). La preghiera è la più grande forza che noi cristiani possiamo contrapporre nel mondo alle forze del male. Pregare non significa soltanto che possiamo dire a Dio tutto quanto ci assilla. Pregare significa anche tacere e ascoltare quello che Dio ci vuol dire. Abbiate quindi il coraggio di pregare e anche di ascoltare nel silenzio la voce soave di Dio.

Noi lodiamo il Signore quando, la domenica, partecipiamo alla santa messa. Non c'è in fondo modo migliore per celebrare la domenica come giorno del Signore. Infatti in ogni santa messa noi ascoltiamo insieme la parola di Dio, ringraziamo espressamente Dio per le grandi cose che ci ha fatto, lo preghiamo nel nome di Gesù perché ci dia la forza di condurre una vita veramente cristiana. In ogni santa messa noi celebriamo la morte e la risurrezione del Signore. In ogni messa possiamo imparare a conoscere meglio Gesù. Io so che la partecipazione al servizio divino domenicale, qualche volta, vi arreca disturbo, e tuttavia vorrei che prendeste molto a cuore questo dovere. Uno sportivo che trascura le ore di allenamento compromette le sue competizioni. Voi compromettete l'approfondimento della vostra fede, quando perdete l'incontro domenicale con Gesù Cristo. Cercate il colloquio con coloro che curano le vostre anime, perché vi aiutino ad approfondire sempre di più i misteri della fede che noi celebriamo.

Noi lodiamo Dio quando ci confessiamo regolarmente. Possiamo confessare i nostri peccati perché sappiamo che Dio è grande nella sua misericordia. In ogni confessione dei peccati noi esaltiamo la misericordia di Dio. So pure che molti giovani oggi conoscono e praticano poco la confessione personale. Vorrei incoraggiarvi a scoprire di nuovo questo sacramento così dimenticato. Questi sforzi avranno la loro ricompensa. Gesù, che perdona i tuoi peccati, ti darà la forza di superare le difficolta della vita. Il sacerdote che si preoccupa di capirti, ti aiuterà a conoscere meglio la volontà di Dio per la tua vita.


5. Tutta la nostra vita deve essere conforme alla nostra lode di Dio. Non soltanto la domenica, ma anche nei giorni di lavoro, gli uomini debbono avvertire qualcosa della vostra fede. Nel vostro ambiente, che spesso non pensa e agisce più cristianamente, ci vuole coraggio per rimanere nella fede.

Abbi questo coraggio! Magari sarai deriso perché ami l'educazione religiosa, magari sarai preso in giro perché vai in Chiesa o riconosci apertamente la sua dottrina. Non ve ne curate! Cercate coloro che la pensano allo stesso modo! Costituite gruppi, per rafforzarvi a vicenda nella fede! Cari giovani amici! Vivete in un Paese benestante. Rallegratevene e utilizzate le possibilità che questo vi offre. Ma nello stesso tempo siate consapevoli della responsabilità che da ciò deriva per voi. Non possiamo lodare Dio anche nella ricchezza? Il Magnificat ci dà un serio ammonimento quando dice: "Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi" (Lc 1,53).

La ricchezza materiale è di per se stessa qualcosa di buono, nella misura in cui non ce ne lasciamo rubare il cuore. I consumi non sono in sé nulla di male, fin tanto che non affoghiamo in essi le nostre più nobili aspirazioni. Ma dato che siamo sempre in pericolo di acquisire un rapporto di dipendenza da quello che possediamo, dobbiamo in piena consapevolezza esercitare lo spirito di rinuncia. A causa di una sfrenata bramosia di godimento, l'uomo può distruggere se stesso e il suo ambiente. Aspirate a uno stile di vita semplice! fate si che la vostra ricchezza e il vostro benessere divengano una benedizione per gli altri, dividendoli con coloro che versano nel bisogno! In questo modo realizzerete anche la promessa divina: "Ha ricolmato di beni gli affamati". Potete contarci: Dio ricompenserà a dismisura le vostre rinunce.


6. In questi anni voi scegliete la vostra professione. Non è facile prendere in questo campo delle decisioni giuste. Non è nemmeno più scontato che troviate subito un posto adatto sul mercato del lavoro. La disoccupazione è in molti Paesi un grosso problema. Io vi auguro di cuore che possiate apprendere ed esercitare una professione che vi dia gioia e in cui possiate realizzarvi.

La maggior parte di voi cerca o sceglie in questi anni anche il compagno o la compagna della propria vita, perché vuole costituirsi una propria famiglia.

L'amore fra l'uomo e la donna è un dono di Dio grande e bello. Per questo occorre da parte vostra un atteggiamento responsabile nei suoi confronti. Per noi cristiani esso non è una faccenda privata. Secondo la testimonianza della Bibbia l'amore coniugale è una raffigurazione dell'amore di Dio per gli uomini (cfr. Os 2,18-25), un'immagine dell'amore di Cristo per la Chiesa (cfr. Ep 5,21-33). Dio è fedele e l'amore di Cristo è irrevocabile (cfr. He 9,11-10,18). Per questo il cristiano può praticare l'amore coniugale soltanto nel vincolo del matrimonio, vale a dire dopo quella promessa definitiva data al proprio coniuge davanti a Dio e alla Chiesa. Anche l'esperienza insegna che i rapporti sessuali prematrimoniali, piuttosto che facilitarla, rendono più difficile la scelta del giusto compagno della propria vita.

Per la preparazione di un buon matrimonio è opportuno che formiate e rafforziate il vostro carattere. E dovrete anche affinare quelle forme di amore e di affettuosità che sono adeguate alla provvisorietà del vostro rapporto di amicizia. La capacità di attendere e di rinunciare vi renderà poi più facile avere un'amorevole considerazione per il partner. Per la preparazione di un buon matrimonio è pure opportuno che - qualora questo già vi riguardi - approfondiate la conoscenza dei metodi convenienti per una procreazione responsabile, che la Chiesa consente e favorisce. Prendete conoscenza di tutta la dottrina della Chiesa sul matrimonio cristiano, esposta recentemente nell'importante documento "Familiaris Consortio" elaborato dal nostro Sinodo episcopale.

Io so, cari giovani cristiani, che oggi ci sono molti che su queste questioni e altre simili la pensano diversamente dalla Chiesa. So che ci vuole molto coraggio per nuotare contro corrente. Io pero vi ricordo questi principi non per rendervi la vita più difficile di quanto non sia. Piuttosto, sono convinto che questi principi sono adeguati alla dignità della persona umana, e quindi, in definitiva, servono alla felicità temporale e alla salute eterna.


7. Ma non dovete nemmeno dimenticare che oggi c'è un altro modo di realizzare l'amore nella vita. E' la vocazione a seguire Cristo nella vita sacerdotale e religiosa, nel celibato liberamente scelto o nella verginità per amore del regno dei cieli. Io chiedo a ciascuno di voi di interrogarsi seriamente se Dio non lo chiami verso una di queste strade. A tutti coloro che credono di aver ricevuto una tale vocazione personale, io dico: pregate tenacemente per avere la necessaria chiarezza! Ma poi dite un lieto si! Anche la rinuncia che è legata a questo modo di vivere viene riccamente compensata da Dio. Maria si è messa in tutta la sua vita a disposizione di Dio come Vergine e Madre (cfr. Lc 1,26-38). Noi lodiamo Dio in un modo particolarissimo quando noi stessi viviamo senza staccarci da lui, come Maria.

Fra poche settimane avrà inizio qui da voi nel Liechtenstein la missione al popolo. Essa si svolge seguendo il motto: Risveglio alla vita. Si intende con questa espressione quella vita che Dio ci donerà attraverso Gesù e nello Spirito Santo. Mi avete rivolto domande sul senso della vita. Questo senso non è né un'idea né un qualche cosa, ma piuttosto una persona. Essa si chiama: Gesù Cristo! Se anche voi volete risvegliarvi alla vita, dovete risvegliarvi a Gesù Cristo.

Egli dà significato alla vostra vita nei giorni buoni e in quelli difficili.

Troverete sicuramente Gesù se vi lascerete condurre a lui da Maria, e non lo perderete mai più se farete vostro l'atteggiamento di Maria e tutti i giorni della vostra vita vi unirete a pieno alla sua lode di Dio: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore", Magnificat anima mea Dominum! Amen. Data: 1985-09-08 Data estesa: Domenica 8 Settembre 1985


Chiesa di Santa Maria Consolatrice - Vaduz (Liechtenstein

Titolo: Atto di consacrazione a Maria

Beata Vergine Maria, / la tua nascita ci riempie tutti di grande gioia. / In te rifulge l'aurora della redenzione; / perché tu hai partorito per noi Cristo, sole di giustizia. / Come Madre del Salvatore del mondo e come Madre della Chiesa / tu ci aiuti ad incontrare nella nostra vita il Cristo. / Tu, Vergine sempre pura e senza macchia, / ci guidi sulla via sicura / e ci fai uscire dalle tenebre del peccato e della morte / verso la divina luce del tuo Figlio, / che nello Spirito Santo ci ha riconciliati con il Padre celeste / e, attraverso il servizio della Chiesa, / continua a riconciliarci con lui.

Santa Madre di Dio, questo santuario a Dux / porta il tuo nome: "Maria della consolazione". / Qui sei venerata come "Nostra Signora del Liechtenstein". / Dinanzi alla tua amata immagine / pregano i fedeli di tante generazioni. / Qui si è inginocchiato, in tempi difficili e perigliosi, il principe del Paese, / e ha affidato a te, consolatrice degli afflitti e Regina della pace, / la sua famiglia e tutto il popolo del Liechtenstein. / Oggi sono io, capo supremo della Chiesa di Cristo, / che mi inginocchio in questo santo luogo / e consacro al tuo cuore immacolato / la casa reale, il Paese e il popolo del Liechtenstein. / Pieno di fiducia affido a te le sue famiglie e comunità, / i responsabili della Chiesa, dello Stato e della società, / i bambini e i giovani, i malati e gli anziani, / i morti, che nelle tombe attendono la risurrezione. / Affido alla tua potente intercessione tutto il popolo di Dio / e professo che tu sei la "Mater fortior" per noi tutti.

Si, la Madre più potente! / Tu, Madre di Dio, sei più forte di tutte le potenze nemiche di Dio, / che minacciano il nostro mondo e il nostro stesso Paese.

/ Tu sei più forte delle tentazioni e degli assalti, / che vogliono strappare l'uomo da Dio e dai suoi Comandamenti. / Tu sei più forte di ogni ambizione egoistica e personalistica, / che oscura all'uomo la visione di Dio e del suo prossimo. / Tu sei più forte, perché tu hai creduto, / hai sperato e hai pienamente amato. / Tu sei più forte, perché hai adempiuto totalmente la volontà di Dio / e hai seguito il cammino di tuo Figlio obbediente e fedele fino alla croce. / Tu sei più forte, perché partecipi con il corpo e con l'anima / alla vittoria pasquale del Signore. / In verità, tu sei più forte, / perché l'Onnipotente ha fatto grandi cose in te.

Il Paese e il principe e il popolo sono consacrati a te. / Stendi il tuo manto, o Madre, sopra tutti noi. / Ferventemente ti prego, insieme a tutti i fedeli: / "Vergine, Madre del mio Dio, / fa' che io sia tutto tuo! / Tuo nella vita, tuo nella morte, / tuo nella sofferenza, nella paura e nella miseria; / tuo sulla croce e nel doloroso sconforto; / tuo nel tempo e nell'eternità. / Vergine, Madre del mio Dio, / fa' che io sia tutto tuo!". Amen. Data: 1985-09-08 Data estesa: Domenica 8 Settembre 1985





Alla cerimonia di congedo - Vaduz (Liechtenstein

Titolo: Augurio di pace e benessere al generoso popolo

Altezza serenissima principe ereditario, stimatissimo signor vescovo, gentili signore e signori!


1. Alla fine di questa giornata così fruttuosa, è opportuno rivolgere a Dio, fonte di ogni bene, il nostro più sincero ringraziamento e la nostra lode. La sua bontà, per la speciale intercessione di Maria, ci ha donato l'odierna solenne festa della nostra comunione fraterna in Cristo; possa egli, per la sua grazia, far maturare da ciò ricchi frutti per la vita religiosa e sociale di questo caro Paese.

In risposta al nobile discorso di congedo, mi sia consentito di ringraziare di cuore vostra altezza, il principe ereditario e luogotenente di sua altezza il principe, portavoce delle autorità civili del principato del Liechtenstein, per la ospitale accoglienza che le autorità dello Stato e della Chiesa e la popolazione di questo Paese hanno riservato a me e al mio seguito: "Dio ve ne renda merito!". Lo dico sinceramente a tutti coloro che hanno contribuito alla degna preparazione e al fruttuoso svolgimento di questa mia visita pastorale.


2. Pieno di intense emozioni io lascio oggi di nuovo questo bel Paese amico. Penso allo splendido paesaggio, alle maestose montagne, ai prati e ai campi così armoniosamente disposti; alle innumerevoli chiese e cappelle, alle croci sulle strade e sui monti, che testimoniano l'antica tradizione cristiana qui custodita, la fede degli abitanti. Soprattutto penso pero alle tante persone venute da tutto il Paese e dall'estero, con le quali ho avuto occasione di incontrarmi oggi in questa mia visita pastorale. Le celebrazioni comuni e gli incontri con loro sono profondamente impressi nel mio cuore.

Alla luce del mistero gaudioso della Natività di Maria noi siamo, pieni di gioia, divenuti di nuovo consapevoli della nostra vocazione di figli di Dio e membri della Chiesa. Dio ha "fatto grandi cose" anche in ciascuno di noi.

Contemporaneamente egli ci ha invitati tutti a cooperare, con tutto il nostro impegno personale e secondo i doni ricevuti, alla costruzione del suo regno in questo mondo: sacerdoti, religiosi, laici responsabili impegnati nelle attività secolari, giovani e adulti, malati, sofferenti o anziani. Dio ha bisogno di ciascuno di noi, di ciascuno secondo il suo ruolo.

Io auguro di tutto cuore che la nostra preghiera comune e il senso della giornata odierna trovino un seguito e un ulteriore approfondimento nella missione al popolo che avete in programma e quindi siano di incoraggiamento per un "risveglio" spirituale e religioso, che conduca ad una più cosciente e piena vita in Cristo. Noi siamo consapevoli del fatto che il mondo e la società odierni hanno bisogno di un forte impulso che giunga dal cuore della nostra cristianità; un apostolato che sia capace di convincere più con un esempio cristiano vissuto che con le parole. Vi prometto la mia speciale preghiera per i prossimi importanti giorni della vostra missione popolare.


3. Mentre come portatore della Lieta novella di Gesù Cristo incoraggio e sprono i fedeli a una vita religiosa intensa e ricca, contemporaneamente auguro pace e benessere alla vostra comunità, allo Stato e alla società. Un buon cristiano è sempre anche un buon cittadino. La fedeltà al messaggio cristiano è sempre un importante contributo a una degna convivenza in seno al proprio popolo e una buona garanzia per una pace durevole con gli altri popoli. Questo prezioso bene è affidato in particolar modo alla cura e alla responsabilità dei giovani, cui spetta il compito di creare e assicurare al loro Paese un futuro ricco di promesse.

Caro popolo di Dio del principato del Liechtenstein! Per la naturale situazione in cui tu vivi, hai acquisito una particolare sensibilità per ciò che è piccolo e che ha bisogno di protezione. Custodisci le virtù della modestia e della generosità. Riconquistale, se le hai perdute; rafforzale, se si sono indebolite! Tu hai naturalmente cura del tuo vicino. Rafforza la tua sollecitudine per il prossimo e per i suoi bisogni! Da' posto al tuo prossimo nel profondo del tuo cuore! Dividi con lui quello che possiedi in così ricca misura! In questo mondo transeunte, sulla strada della patria celeste, tutti noi abbiamo una grande responsabilità gli uni verso gli altri, per la nostra propria salvezza e per la salvezza degli altri uomini. Anche se non siamo destinati a permanere, e tutto quello che è mondano è soltanto provvisorio, prendiamo molto sul serio la nostra responsabilità per questo mondo; perché questa è la strada voluta da Dio per raggiungere la patria celeste. Abbiate cura, quindi, nello spirito di Cristo e della Chiesa, anche del vostro paese e pensate a: "Questo amato Paese, / la cara patria, / che la saggia mano di Dio / ha scelto per noi" (Inno nazionale).

Dio benedica e protegga il principato del Liechtenstein! Dio benedica tutti i suoi abitanti!

Data: 1985-09-08 Data estesa: Domenica 8 Settembre 1985





Messaggio ai giovani argentini - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Rifiutate la violenza per costruire una società più giusta

Carissimi giovani.


1. Saluto cordialmente tutti voi che partecipate all'incontro nazionale dei giovani cattolici che, come culmine del programma pastorale di priorità stabilito dalla Conferenza episcopale argentina, si celebra nella città di Cordoba. Mosso dalla mia profonda stima verso questa nazione, specialmente per la gioventù, vi invio la mia parola di incoraggiamento e di speranza.

E' auspicabile che questo incontro sia una nuova occasione per accrescere la vostra fede nel Figlio di Dio; per dare testimonianza alla vostra esperienza religiosa nelle vostre famiglie, nel mondo del lavoro o dell'università, cioè nella società di cui fate parte e che dovete illuminare con criteri evangelici, perché per il credente la fede, oltre a essere ferma adesione ad alcune verità immutabili nel tempo e nello spazio, è anche piena identificazione con la persona e col messaggio sempre attuale di Gesù Cristo.


2. La Chiesa, lungo la sua storia, è stata ed è segno, ossia, germe costante di speranza. Coerente con questa profonda esperienza, la comunità ecclesiale argentina, in unione con i suoi rispettivi vescovi, desidera rendere ragione della sua fede e della sua speranza a tutti i fratelli. Questo è il motivo che vi ha spinti a riunirvi per approfondire le radici della nostra fede. E' importante che voi facciate in modo, in questi giorni, come in tutta la vostra vita, di scoprire il vero volto di Cristo, giacché, come scrive l'apostolo Paolo: voi siete di Cristo, come Cristo è di Dio (cfr. 1Co 3,23).

La giovinezza è una tappa fondamentale della vita umana; si manifesta, tra le altre caratteristiche, per il suo desiderio di un mondo migliore sia dal punto di vista spirituale che materiale. Per questo, nel corso della storia dell'umanità, i giovani hanno sognato l'avvento di un mondo più giusto, più fraterno, più tollerante, più solidale e più abitabile.


3. Cari e care giovani, nel vostro impegno per la costruzione di un mondo migliore di quello degli adulti, voi sperimentate talvolta dei sentimenti frammisti a disillusione e frustrazione davanti alle difficoltà di un rapido rinnovamento sociale, politico, culturale e anche religioso, desiderato con tanto ardore. Ciò può portarvi a vivere alle frontiere del timore e della speranza.

Davanti a una situazione simile, è di vitale importanza trovare delle solide ragioni che vi permettano di vivere, di credere, di sperare e di amare pienamente. In questi momenti cruciali della vostra esistenza, vi invito ad avvicinarvi alla Chiesa, sempre giovane, che vuole presentarvi Cristo come compagno e amico di tutti i giovani. Cristo dev'essere per ciascuno di voi la ragione di vita: non abbiate paura di Cristo; apritevi a lui; affidatevi a lui con generosità; che egli sia al centro della vostra vita; perché Cristo è la speranza davanti all'angoscia del mondo che ci circonda. Pertanto, il vostro motto dev'essere lo stesso indicato dall'apostolo Paolo ai cristiani di Corinto: non vivere per voi, ma per Cristo (cfr. 1Co 5,15). così la vostra esistenza avrà pieno significato.

Ma per raggiungere questa esperienza spirituale, è necessario che seguiate la figura di Cristo quale essa è, e quale la Chiesa proclama attraverso la sua missione evangelizzatrice.

Fin dalla più tenera infanzia avete appreso in seno alle vostre famiglie a onorare Gesù di Nazaret come il Figlio di Dio. Egli, nella pienezza dei tempi, ha assunto la condizione umana, facendosi uomo come noi in tutto, tranne che nel peccato. Venne al mondo per annunciare la buona novella della salvezza. La sua vita fu una piena sottomissione alla volontà di Dio Padre. Fu giovane, come voi; e si sforzo, come dovete fare anche voi, di dare il meglio a tutti gli uomini.

Attraverso la sua azione evangelizzatrice getto le basi di un mondo più spirituale e insieme più umano. Davanti alla morte imminente provo paura e angoscia nella sua carne. E, tuttavia, si abbandono fiducioso nelle braccia del Padre suo. Con la sua morte sulla croce divento il Salvatore degli uomini, e con la sua risurrezione instauro la "nuova creazione". Questo è Cristo: il Messia, il Signore.

Forse, più di uno di voi, ascoltando queste parole, si sarà domandato: che debbo fare? La risposta è chiara. La vostra missione deve consistere nel dare testimonianza a Cristo davanti agli altri: agli affamati e agli assetati di Dio, offrite il messaggio confortante del Figlio di Dio; a quanti hanno perso la luce della fede, mostrate che Cristo è la luce del mondo; a chi cerca un motivo di speranza per sopravvivere, fate comprendere che Cristo è anche in loro, nell'intimità del loro cuore; ai non praticanti, agli increduli, agli agnostici o agli indifferenti che vi stanno intorno, dite che è possibile avere fede e vivere l'impegno quotidiano. Non dimenticate che, per mezzo vostro, il Figlio dell'uomo torna a cercare e a salvare coloro che erano perduti o si erano allontanati.


4. Ma "l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensi piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova" (GS 39).

Nel nome di Cristo fate in modo perciò di eliminare ogni forma di risentimento e di odio, di violenza e di vendetta. Si costruisce una società giusta, pacifica e stabile soltanto mediante la partecipazione attiva di tutti i suoi membri ed eliminando qualunque tipo di discriminazione. Ciò presuppone fiducia nell'uomo; giacché, come ha scritto uno dei grandi poeti di questa nazione: "Per vincere un pericolo, / per salvare dall'abisso, / per esperienza lo affermo, / più che la sciabola e la lancia, / serve la fiducia / che l'uomo ha in se stesso" (Martin Fierro, 4670).

Questa è la missione che vi attende. Contate per questo sulla presenza della Chiesa, che ripone in voi la sua speranza. Questo è ciò che il Papa aspetta da voi. Pertanto, come ricordavo nel mio messaggio ai giovani e alle giovani del mondo (n. 16): "Non rimanete passivi; assumete le vostre responsabilità in tutti i campi che vi si aprono nel nostro mondo".


5. Al termine del mio messaggio desidero affidarvi in modo particolare alla Vergine Maria, sotto l'appellativo di Nostra Signora di Lujan, la cui immagine ho avuto occasione di venerare come pellegrino di pace e di riconciliazione; vi esorto a mantenere sempre vivi l'affetto e la devozione alla Madre del Redentore.

Ella è la donna forte che sperimento lungo la sua vita la povertà e la sofferenza, la fuga e l'esilio (cfr. Mt 2,13-23), come molti vostri fratelli e sorelle. E' necessario poi guardare sempre con speranza a Maria, Madre nostra e della Chiesa.

Che ella vi aiuti a realizzare la consegna del Figlio suo: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio" (Jn 17,3).

Come segno del mio affetto per voi e per tutta la gioventù argentina, vi imparto la mia benedizione apostolica.

Data: 1985-09-08 Data estesa: Domenica 8 Settembre 1985


Al Fondo di ristabilimento del Consiglio d'Europa - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Soccorso e solidarietà per i vecchi e i nuovi poveri

Signor presidente, signori ambasciatori, signore e signori.

La vostra visita mi è molto gradita e ve ne ringrazio cordialmente. E' certamente degna di lode la missione che il Fondo di ristabilimento del Consiglio d'Europa si sforza di compiere in favore delle popolazioni costrette all'esilio per ragioni politiche o per necessità di trovare un lavoro, o che sono, purtroppo, vittime di catastrofi sismiche, di inondazioni, di siccità endemiche, di gravi epidemie. Questa missione non è soltanto umanitaria; è anche - mi permetto di sottolinearlo nel rispetto dei vostri credo - in consonanza col messaggio evangelico, di cui la Chiesa deve fedelmente custodire il deposito e proclamare il valore sforzandosi di convertirsi essa stessa alle sue esigenze. Certamente, la Chiesa ha esercitato, nel corso della sua lunga storia, compiti di supplenza.

Oggi, la maggior parte delle nazioni si assume la gestione dei servizi pubblici.

Eppure, se la Chiesa ha innanzitutto come missione fondamentale l'evangelizzazione dei popoli, le sue risorse spirituali e morali la qualificano per contribuire alla spinta collettiva di cui l'umanità contemporanea ha bisogno per porre rimedio al disordine economico che la opprime. Il ruolo della Chiesa è un ruolo di cooperazione alla riflessione e all'azione dei responsabili delle società moderne.

Detto questo, mi sembra che la scelta di Roma per la riunione annuale del Comitato di direzione e del Consiglio d'amministrazione del Fondo di ristabilimento è, in parte, un omaggio alla Santa Sede che ha aderito a questo organismo del Consiglio d'Europa il 15 luglio 197 3. Se la sua partecipazione finanziaria è molto modesta, il suo sostegno morale è inequivocabile.

L'incontro odierno mi dà la gradita occasione di felicitarmi con voi per la buona gestione del Fondo di ristabilimento, e dunque per tutti i prestiti di capitale accordati agli Stati aderenti e destinati all'accoglienza di sventurati rifugiati e di tante persone afflitte dalla disoccupazione in aumento. Come non incoraggiarvi ad allargare sempre l'ambito dei vostri interventi caritatevoli? Come me e ancor meglio di me, voi sapete che le nazioni economicamente avanzate conoscono il fenomeno paradossale di gruppi sociali emarginati, spesso molto poveri e sconosciuti al grande pubblico. Tutte queste persone subiscono le conseguenze di una mancanza di formazione di base, di avvenimenti che superano le loro capacità di farvi fronte, e - bisogna ben dirlo - di una società che diventa molto selettiva.

Si è per molto tempo parlato di Terzo mondo. Impossibile abbandonarlo al suo destino! Oggi, si scopre anche il Quarto mondo, costituito dai nuovi poveri dei nostri Paesi di antica civiltà. Conoscendo ciò che vi è nell'uomo, le sue capacità di amore fraterno e, purtroppo, di egoismo sempre risorgente, il Cristo disse profeticamente all'apostolo scandalizzato al vedere Maria di Magdala rompere un vaso di profumo prezioso ai suoi piedi: "I poveri li avrete sempre con voi" (Jn 12,8). Queste parole del Redentore dell'umanità non sono una sorta di rassegnazione alle fatalità della storia. Esse rivelano una profonda conoscenza del cuore umano e della sua inclinazione all'egoismo individuale e collettivo. Il realismo, ben diverso dal pessimismo, ci obbliga tutti a fare qualcosa per aiutare gran parte dell'umanità a uscire dalle sue difficoltà che sono l'indifferenza per i poveri, il vergognoso sperpero dei beni di prima necessità, l'aberrazione della fabbricazione e del commercio di armi estremamente pericolose. Vi incoraggio vivamente a proseguire il vostro servizio. Da parte vostra, identificate i poveri del nostro tempo e soccorreteli. Interessate alla loro sorte miserevole anche coloro che posseggono delle ricchezze. In un certo senso, coloro che posseggono, posseggono per tutti.

Esprimo ancora un auspicio, ora che siete alla vigilia del trentesimo anniversario dell'istituzione del Fondo di ristabilimento. Senza dubbio, del resto, ci pensate spontaneamente: scegliete con criterio le opere alle quali è opportuno prestare dei fondi. Senza trascurare casi individuali particolarmente dolorosi, è necessario accordare una priorità alle famiglie. La loro ripresa e vitalità devono esigere ogni vostra attenzione. Non sono il luogo naturale e sacro in cui si formano i figli di una nazione? E' inoltre indispensabile vigilare in modo adeguato alla migliore utilizzazione dei prestiti accordati.

Signore e signori, voi tutti sentite l'esigenza e la nobiltà della vostra istituzione umanitaria, così vicina agli appelli evangelici alla condivisione dei beni per il benessere di tutti. Conferite alle vostre attività un alito sempre nuovo, fatto di creatività, di discernimento, di sollecitudine educativa. Ancora una volta, la vostra missione fa parte della vasta sinfonia di giustizia e di carità che si deve far sentire nelle zone troppo numerose e scandalose della miseria umana. Chiedo a Dio di accompagnarvi nei vostri sforzi concertati e permanenti di riflessione e d'azione.

Data: 1985-09-10 Data estesa: Martedi 10 Settembre 1985






A sacerdoti di Comunione e liberazione - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Rinnovate continuamente la scoperta del carisma

Carissimi fratelli nel battesimo e nel sacerdozio.


GPII 1985 Insegnamenti - Ai giovani - Vaduz (Liechtenstein