GPII 1986 Insegnamenti - Il discorso alla gioventù nello stadio "Nemesio Camacho" - Bogotà

Il discorso alla gioventù nello stadio "Nemesio Camacho" - Bogotà

Sarete luce in mezzo a tante ombre se vi lasciate illuminare da Cristo


Voi siete il sale della terra! Voi siete la luce del mondo! (Mt 5,13-14).


1. Carissimi giovani della Colombia, vi saluto con le parole che Gesù rivolse alla moltitudine nel Discorso della Montagna. Anche voi siete moltitudine, una immensa moltitudine di discepoli di Gesù ai quali il Papa rivolge con cordialità e con grande fiducia il suo saluto di pace. Siate il sale della terra! Siate la luce del mondo! Di questa terra della Colombia; di questo mondo latinoamericano al quale appartenete. Contemplando questa immensa gioventù, il Papa vorrebbe fissare lo sguardo in ciascuno di voi, rivolgervi la parola a ciascuno in particolare, perché tutti e ciascuno di voi Dio ama immensamente, ed aspetta la risposta personale ed irripetibile che sgorga dal vostro cuore generoso. Per il fatto di essere discepoli di Gesù e giovani voi siete il futuro della Chiesa e promessa per il mondo intero. Siete discepoli di Gesù, cristiani e uniti intimamente a Lui con la fede viva, con la grazia del battesimo e con la coerenza di una condotta evangelica.

Nessuno può chiamarsi discepolo di Gesù se non ascolta le sue parole, se non segue i suoi passi. Solo in questo modo sarete il sale della terra e la luce del mondo.

Solo così potrete essere davvero giovani, con la perenne gioventù del Vangelo.

Con questa gioventù evangelica, voi siete la gioia e la speranza della Chiesa e del mondo. In voi sgorga il rinnovamento della comunità dei credenti, voi rappresentate le nuove leve di coloro che costruiscono la città terrena. La fede deve animare i vostri cuori e le vostre opere, piena di vigore e di freschezza.


2. Siete una generazione privilegiata. Con voi si conclude un millennio e ne inizia un altro: il terzo millennio cristiano. Con voi terminano inoltre i cinquecento anni dell'evangelizzazione di queste nuovo mondo che è l'America Latina, e inizia una rinnovata impresa evangelizzatrice che proietterà la Chiesa di Gesù verso il futuro, proprio a partire da voi, giovani di questo continente della speranza. Dipende in buona parte da voi, perciò, che nella Colombia e in tutto il continente latinoamericano si conservi e si irradi la fede cristiana che finora lo ha caratterizzato. Per questo ho voluto venire fin qui e per questo vi parlo in nome di Cristo, per confermarvi nella fede e per inviarvi come discepoli e apostoli del Vangelo, verso questo futuro che vi appartiene e che vi aspetta per essere i suoi artefici e protagonisti. Avete voluto prepararvi a questo incontro con il Papa mediante le giornate di riflessione e di studio sulla Lettera Apostolica che, in occasione dell'Anno Internazionale della Gioventù, ho rivolto ai giovani ed alle giovani del mondo; e inoltre sul messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace, che aveva come tema "La pace ed i giovani camminano insieme". Mi rallegra sapere che queste riunioni, a livello di gruppi - come mi avete comunicato nella lettera che mi avete inviato il giorno di Pentecoste - hanno contribuito a creare una maggiore unità fra i giovani colombiani. So che molti di voi qui presenti siete cresciuti in ambienti di fronte ai quali non cessate di esprimere il vostro anticonformismo. Siete coscienti dei problemi della vostra patria, e non volete rassegnarvi di fronte alla corruzione, all'ingiustizia ed alla violenza. Volete un cambiamento radicale perché desiderate una società più accogliente, nella quale tutti i colombiani possano condividere e sfruttare i beni che Dio ha creato per tutti e non solo per pochi. Desiderate la pace e la concordia fra tutti per poter affrontare il futuro con meno angosce e con maggiori certezze. Sarete luce in mezzo a tante ombre se vi lascerete illuminare da Cristo: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Jn 1,9). Sarete sale in mezzo a tanta insipidità, se vi lascerete penetrare dalla sapienza del Vangelo. La vostra gioventù si sviluppa in un periodo di profondi e accelerati cambiamenti, che hanno portato un indiscutibile progresso in molti campi, ma anche arrecato turbamenti e sfasamenti che hanno provocato dolorosi conflitti che rattristano il vostro Paese. Voi, cari giovani, soffrite a causa di questi conflitti. Siete vittime di questi processi contraddittori, e in tutti i casi sentite a volte la perplessità e lo sconcerto di fronte a tanti squilibri economici e a tante ingiustizie sociali, di fronte alla crescente disoccupazione e alla povertà insultante che affligge non pochi dei vostri fratelli e sorelle in un suolo così fertile come quello della Colombia, e in una patria così ricca di risorse materiali e umane come la vostra.


3. Voi stessi siete parte di queste abbondanti risorse. Con una gioventù studiosa lavoratrice, valente e responsabile, la società e la Chiesa in Colombia possono guardare, con fondata fiducia, verso un futuro migliore. Tuttavia insieme a tante speranze riposte in voi non si possono ignorare le forti tentazioni che insidiano il vostro cammino. C'è l'attrazione che può esercitare l'arricchimento facile e rapido, per vie contrarie alla legge ed alla morale cristiana; la tentazione dell'evasione che può giungere a sprofondare nell'alienazione della droga, dell'alcolismo, del sesso e di altri deplorevoli vizi. Vi sono alcuni che pretendono di sedurvi con atteggiamenti di conformismo, di indifferenza passiva e di scetticismo, sradicando dalla vostra gioventù i più nobili ideali umani e cristiani. E non mancano coloro che proclamano, quale soluzione ultima e disperata, il ricorso alla violenza armata nella guerriglia, nella quale sono caduti numerosi vostri compagni; a volte anche contro la loro volontà; altri offuscati da ideologie ispirate al principio della violenza come unico rimedio ai mali sociali. In molti casi si è arrivati all'assurdo di lottare fratelli contro fratelli, giovani contro giovani, attratti da questa violenza cieca che non rispetta né la legge di Dio né i principi più elementari della convivenza umana. Queste ed altre tentazioni vi insidiano. Quali cristiani, potete e dovete superare la prova. Sapete che siete il sale di questa terra, che non può perdere il proprio sapore (cfr Mt 5,13). Siete la luce che deve brillare e la città collocata sopra il monte (cfr IB 14). Il rinnovamento che desiderate deve iniziare nel vostro cuore e nella vostra vita mediante una sincera conversione a Cristo ed al suo Vangelo. La risposta del cristiano a qualsiasi provocazione del mondo, la sua forza di fronte alla tentazione, deve essere fondata su Cristo e sull'esempio che egli ci ha dato. Nel deserto, davanti al tentatore, egli lotta e vince. Con Lui potete lottare e vincere.


4. Cristo respinge la proposta di ottenere il potere e la gloria in cambio dell'idolatria. Risponde al tentatore con una frase della Scrittura che ancor oggi continua a conservare tutto il suo significato: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto" (Mt 4,10). Anche voi, cari giovani, siete chiamati a mantenere la vostra fede in un solo Dio, in mezzo a tante proposte di idolatria. Non vi consegnate agli idoli moderni! Non rinunciate a ciò che più vale della vostra esistenza, che è l'identità cristiana! Mantenetevi saldi nella vostra adesione al Signore Dio, l'unico degno di adorazione, l'unico Signore della vita e della morte, colui che dà pienezza e significato alla nostra peregrinazione sulla terra e alla nostra attività umana! Nulla è degno di essere adorato all'infuori di Dio, nulla è assoluto fuori di Lui! Né la ricchezza, né il piacere, né la scienza, né la tecnologia, né la fama, né il prestigio, né l'utopia politica possono essere convertiti in valori supremi. Solo Dio è capace di placare la sete dei vostri cuori: "Al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai" (Lc 4,8). Gesù respinse la tentazione per consacrarsi interamente al servizio del Padre. Con la sua vittoria diede principio alla nostra vittoria. Con Lui e come Lui dite di si a Dio, al suo Regno, al suo amore. Senza la fede in Dio, nostro Padre, cadrete nel materialismo, insidiosa ideologia di questo mondo, dalla quale derivano tutte le alienazioni e le deviazioni che rendono la vita un assurdo e sfociano nelle delusioni o nella violenza.


5. La conoscenza di Dio ci viene per mezzo di Cristo, suo Verbo Eterno, vero Dio e vero uomo. Lui è la luce vera, la verità, e la vita. Lui è per noi, miei cari giovani, la risposta autentica ed esaustiva agli interrogativi più profondi dell'esistenza e della storia umana. L'incontro personale con Cristo segna profondamente il nostro essere.

Cristo dà significato alla nostra umanità e la apre alla pienezza della vita divina dei figli di Dio. Lui è la speranza dei popoli, perché la sua dottrina è l'unica capace di trasformare i cuori e le strutture; l'unica che può liberare gli oppressi e scatenare una autentica rivoluzione di amore a livello planetario, sempre che si seguano i suoi passi, si imiti la sua vita e si mettano in pratica le sue parole. Mantenete viva la fede e la speranza in Gesù di Nazareth, colui che mori, resuscito ed "Innalzato alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso" (Ac 2,33) lo profuse nei nostri cuori, perché vivessimo come Lui e in Lui; perché vivessimo come Lui, pienamente donati al disegno del Padre e a favore di tutti gli uomini.


6. Colui che crede in Cristo lo professa presente nella Chiesa che è il suo Corpo.

Non è possibile separare da Cristo la Chiesa; non si può dissociare Gesù dalla sua Chiesa. L'identità cristiana che ha le sue radici nel battesimo, che vi ha incorporati nella fede nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, vi fa sentire membri dello stesso Corpo, figli della stessa Madre, la Santa Madre Chiesa. Non siate indifferenti verso la Chiesa, vostra Madre. Riconoscete in lei Cristo, perché è lei quella che lo rende presente, colei che lo presenta nella sua parola, nei sacramenti, nell'Eucarestia, che ci aiuta a sentirci membri di una famiglia che è su questa terra e vive già nella gloria. E' vero che, mentre peregrina sulla terra, essa è sottoposta alla debolezza del peccato dei propri figli; ma cosa fate voi stessi perché risplenda maggiormente la luce di Cristo nel volto della sua Chiesa? Sentitevi pienamente responsabili della vita e della missione della Chiesa; siate questa presenza nuova che voi stessi desiderate. Siate santi con la sua santità perché lei sia santa con la nostra conversione e con la nostra testimonianza. Siate critici, ma con quell'amore e quella coerenza propria dei figli che amano davvero la Madre.


7. Che la vostra identità cristiana sia ben visibile attraverso la presenza, il servizio, la comunione, la collaborazione all'interno delle vostre comunità ecclesiali, nelle parrocchie, nelle missioni, nei gruppi e movimenti apostolici, perché con voi sia ben visibile la presenza di Cristo in mezzo ai giovani. Siate gli evangelizzatori di Cristo in mezzo ai vostri compagni di studio, di lavoro, di sport. Sotto la guida dei vostri pastori, siate anche responsabili della missione che Gesù stesso ha affidato alla sua Chiesa e che è intrinsecamente propria di tutti i battezzati. La missione della Chiesa è contemporaneamente missione di giustizia, di impegno per l'uomo, di difesa dei suoi diritti e della sua dignità, perché l'uomo è immagine di Dio. La missione evangelizzatrice della Chiesa si proietta verso la vita degli uomini in tutte le dimensioni, poiché "l'amore che spinge la Chiesa a comunicare a tutti la partecipazione gratuita alla volontà divina, le fa anche perseguire, mediante l'efficace azione dei suoi membri, il vero bene temporale degli uomini, sovvenire alle loro necessità, provvedere alla loro cultura e promuovere una liberazione integrale da tutto ciò che ostacola lo sviluppo delle persone" (Istruzione sulla libertà cristiana e liberazione, n. 63).


8. Per realizzare pienamente questo compito che sgorga dal comandamento dell'amore e dal messaggio delle Beatitudini, la Chiesa ha bisogno di voi, carissimi giovani della Colombia. Il fruito della giustizia è la pace. Il dono di Gesù Cristo risorto è la pace: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" (Jn 14,27). Fatevi meritevoli della beatitudine che il Signore promette a coloro che lavorano per la pace (cfr Mt 5,9). Non vi lasciate sedurre dalla tentazione della violenza che sempre genera altra violenza più terribile, e mai consegue i risultati che promettono i suoi istigatori. Che la pace ed i giovani camminino sempre insieme, che i giovani siano in Colombia gli artefici convinti di una nuova era di pace sociale nella giustizia, nella uguaglianza, nell'amore che vince tutte le violenze e ricompone tutte le cose secondo il disegno di Dio. Io dico a voi, giovani lavoratori, contadini, studenti: siate operatori di pace. Io grido da qui anche a voi che avete intrapreso il cammino della guerriglia o nutrite simpatia per essa: allontanatevi dai cammini dell'odio e della morte e convertitevi alla causa della riconciliazione e della pace.

Io chiedo a voi, che cercate lavoro e non lo trovate, che per un misterioso disegno della Provvidenza vivete nel dolore delle infermità, a voi che siete nelle carceri o vi sentite emarginati: lavorate anche voi per la pace, con i vostri sforzi, con le vostre sofferenze, con la vostra preghiera.


9. Nel nome di Gesù Cristo, Principe della Pace, vi esorto ad intraprendere una grande crociata di riconciliazione fraterna, di dialogo costruttivo, di cooperazione sociale perché prevalga la comprensione fra tutti e si instaurino la giustizia ed un progresso degno dei figli di Dio. Siate operatori di pace e sarete davvero figli di Dio! Carissimi giovani, prima di terminare questo incontro, vorrei, in nome del Signore, lanciarvi una sfida, impegnarvi in un patto di fedeltà al Vangelo, che sia, come l'eco e la prova della vostra adesione a Gesù Cristo che avete fatta nel battesimo. Lui vi ha chiamati ad essere sale della terra. Vi incoraggio perciò a dargli una risposta con le opere di una vita nuova. Volete essere dappertutto testimoni di Cristo? Nelle vostre famiglie, nei vostri ambienti di studio e di lavoro? Volete essere fedeli a Gesù ed alla sua dottrina nella vostra vita personale, nel rispetto del vostro corpo, nelle relazioni di amicizia, nei vostri fidanzamenti? Volete essere testimoni di Cristo rispettando la vita umana, che è sempre sacra, e difendendo i diritti di tutta la persona perché immagine viva di Cristo? Volete essere testimoni di Cristo nelle vostre occupazioni e nel vostro riposo, nella solidarietà del lavoro e nello sport? 10. La grazia di questo incontro, carissimi giovani, amici, è proprio la presenza di Gesù, qui adesso, in mezzo a noi, perché siamo riuniti nel suo nome (cfr Mt 18,20). Lui vi guarda negli occhi, interpella la vostra generosità, aspetta una risposta che non dovete rimandare a domani. Vi guarda con quell'intenso e personale amore col quale guardo il giovane del Vangelo e vi lancia la sfida che può cambiare la vostra vita: "Vieni e seguimi" (cfr Mc 10,21). Vale la pena seguire Cristo. Egli è l'unico che non tradisce. A ciascuno di voi Gesù rivolge una parola che dovete meditare nel cuore per metterla poi in pratica. Egli vi chiama e vi invia. Rispondetegli con entusiasmo e decisione.

Accetterete la missione che egli vi affida? Sarete suoi testimoni e divulgatori della sua parola fra gli altri giovani? Vi impegnerete a costruire, con il Vangelo, una società più giusta e fraterna? Metterete tutto il vostro impegno ad edificare la nuova civiltà dell'amore? Che in questo impegno di fedeltà a Cristo vi accompagni Maria, nostra Madre, tanto amata dal popolo colombiano. Lei, la giovane Vergine di Nazareth, rispose con generosità e trasformo la storia umana in storia della salvezza accogliendo e donando Cristo, il frutto benedetto del suo seno! Il Papa vi benedice perché in voi si faccia realtà il messaggio del Vangelo: "Voi siete il sale della terra! (...) Voi siete la luce del mondo! (...) così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli"! (Mt 5,13-16). così sia.

[Traduzione dal spagnolo]

Data: 1986-07-02 Mercoledi 2 Luglio 1986




Omelia alla Messa nel Santuario di Chiquinquira (Colombia)

Il canto di Maria annuncio della salvezza integrale dell'uomo



1. "Beata te che hai creduto!" (cfr Lc 1,45). Come pellegrino al tuo santuario di Chiquinquira mi prostro davanti a te, o Madre di Gesù, pronunciando le parole con le quali ti saluto Elisabetta, la sposa di Zaccaria, sulla soglia di casa sua: "Beata te che hai creduto"! Beata perché spinta dalla tua fede, in risposta all'annunciazione dell'angelo, hai accolto nel tuo seno la parola del Dio vivente. Beata te, perché pronunciasti quel felice "fiat" che ti rese, per virtù ineffabile, la serva del Signore, la Madre del Verbo Eterno: Dio da Dio, Luce da Luce, fattosi uomo nel tuo seno verginale.

Il Verbo divento uomo! (cfr Jn 1,14). Beata te, perché grazie alla tua accettazione della parola di Dio, si compi, ormai nella pienezza dei tempi, l'evento maggiormente indicato dai profeti per la vita e per la storia dell'umanità: "il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce! (Is 9,1): tuo figlio Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Redentore dell'uomo, il Redentore del mondo.


2. "Beata te che hai creduto"! Sono molti i luoghi della terra dai quali i figli del popolo di Dio, nati dalla nuova alleanza, ti ripetono senza posa le parole di questa beatitudine: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo; a che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?" (Lc 1,42-43). E uno di questi luoghi che tu hai voluto visitare, come la casa di Elisabetta, è questo: il santuario mariano del popolo di Dio nella terra colombiana. Qui, a Chiquinquira, hai voluto, o Madre, instaurare per sempre la tua dimora. Per quattro secoli la tua presenza, vigile ed efficace, ha tenuto compagnia ininterrottamente ai messaggeri del Vangelo in queste terre per far scaturire in esse, con la luce e la grazia del tuo Figlio, l'immensa ricchezza della vita cristiana. Ben possiamo ripetere oggi, ricordando le parole pronunciate dal mio venerato predecessore Pio XII, che "la Colombia è giardino mariano, fra i cui santuari domina, come il sole fra le stelle, Nostra Signora di Chiquinquira".

Amatissimi fratelli e sorelle: mentre si compie il quarto centenario del Rinnovamento di questa venerata immagine, mi associo gioiosamente a voi in questo pellegrinaggio di fede e di amore. Sono venuto in questo luogo per prostrarmi ai piedi della Vergine, desideroso di confortarvi nella fede, e cioè nella verità di Gesù Cristo, della quale fa parte la verità di Maria e la vera devozione verso di lei. Desidero anche pregare assieme a voi per la pace e per la prosperità di questa amata Nazione, davanti a colei che proclamate Regina della pace e con filiale affetto invocate quale Regina della Colombia.


3. Nel mio pellegrinaggio a questo santuario desidero abbracciare, nel mio saluto di fede e di amore alla Vergine, tutti quanti state vivendo con la vostra presenza, o in spirito, questi momenti di grazia: in primo luogo i miei fratelli nell'Episcopato, e in modo particolare i pastori della provincia ecclesiastica di Tunja: i vescovi di Chiquinquira, Duitama e Garagoa. così pure le autorità, i sacerdoti e i seminaristi, i religiosi e le religiose, tutto il popolo di Dio che in questo santuario di Maria si trova come nella propria casa perché è la casa della Madre comune. Le mie braccia si allargano, in preda al fervore mariano, per stringere in modo singolare, nello stesso abbraccio, voi tutti, i campesinos, voi che con i vostri sforzi e col vostro sudore coltivate questa terra partecipando al mistero di Dio, creatore e provvidente: Iddio che dà la pioggia affinché la terra dia i suoi frutti (cfr Ps 84,13), Questo, cari amici campesinos di Bojaca, è il vostro santuario. Anche voi ha voluto visitare la Vergine Maria; ancora di più: ha voluto rimanere fra voi e con tutto il popolo colombiano, come Madre piena di tenerezza, decisa a condividere, senza sosta, le vostre sofferenze e le vostre gioie, le vostre difficoltà e le vostre speranze. Quante volte lei, invocata con urgente necessità davanti a questa immagine, ha lasciato il suo santuario per recarsi a lenire le pene e le calamità dei suoi figli, spinta dalla stessa premurosa carità con cui si reco a visitare Elisabetta! E così, di generazione in generazione, e da questo santuario tanto accuratamente custodito dall'Ordine Domenicano sale quotidianamente la sua voce verso il cielo rendendosi fedele eco di quella vostra: "L'anima mia magnifica il Signore... perché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente" (Lc 1,46-49).


4. "lo ti benedico, Padre... perché hai rivelato queste cose ai piccoli" (Mt 11,25). Queste parole di Gesù scaturiscono spontaneamente oggi dal mio cuore nell'ascoltare la tradizione del Rinnovamento di questa immagine di Chiquinquira, che attraverso una devozione salda e semplice avete conservato lungo la vostra storia. La vostra amata immagine, incoronata nel 1919, venne proclamata Patrona della Colombia; e il popolo colombiano volle consacrarsi a Maria per rinsaldare i vincoli di affetto che lo uniscono alla Madre di Dio.


5. La devozione mariana, caratteristica di tutta la storia della Colombia, forma ormai parte della vostra anima nazionale, è prezioso tesoro della vostra cultura.

L'amore alla Vergine Maria è, nel contempo, garanzia di unità e di fede cattolica: "il popolo sa di trovare Maria nella Chiesa cattolica" (Puebla, 284). Si, lei ci porta a Gesù. Ce lo mostra come maestro e salvatore; ci invita a meditare i suoi misteri e a viverli nella nostra propria esperienza. Mostrandoci il Rosario ci sta annunziando Cristo, ci svela i misteri della sua umanità, la grazia della Redenzione, la vittoria sulla morte e la sua gloriosa risurrezione, il mistero della Chiesa che nasce nella Pentecoste, la speranza della vita eterna e della futura risurrezione nel mistero della sua gloriosa assunzione in corpo e anima nei cieli. Quale fonte inesauribile di ispirazione per la pietà cristiana, quella contenuta nel santo Rosario! Non tralasciate di alimentare la vostra vita spirituale, cari fratelli, con la recita di questa preghiera mariana per eccellenza. Maria continua ad essere la Madre del Signore, colei che porta per le strade del mondo, irradiando la salvezza, colui che è l'Emmanuele, il Dio con noi, il Dio vicino che è venuto ad abitare in mezzo agli uomini (cfr Jn 1,14).


6. Per questo Maria è la "stella dell'evangelizzazione"; colei che, con la sua materna bontà, avvicina tutti - e specialmente gli umili - ai misteri più sublimi della nostra religione. Lo sapete bene voi, miei cari campesinos, per cui Maria è come la sintesi del Vangelo, colei che illumina le vostre vite, dà senso alla gioia e al dolore, vi infonde speranza e vi incoraggia nelle vostre difficoltà, mostrandovi Cristo, il Salvatore. La sentite vicina perché è Madre, pero anche perché ella "primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza" (LG 55). Inoltre, con un'intuizione profonda, sapete che in essa si basano anche le speranze dei poveri perché il canto della Vergine è l'annuncio profetico del mistero della salvezza integrale dell'uomo. "Ella ci insegna che è mediante la fede e nella fede che, sul suo esempio, il popolo di Dio diventa capace di esprimere in parole e di tradurre nella sua vita il mistero del disegno della salvezza e le sue dimensioni liberatrici sul piano dell'esistenza individuale e sociale" ("Libertatis Conscientia", 97). "Il Signore ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili" (cfr Lc 1,52).


7. Guidati da questa fede semplice e da questa speranza senza limiti con amore filiale, voi, miei cari fratelli e sorelle, visitate con frequenza il santuario di vostra Madre. E oggi siete riuniti con me, vescovo di Roma, successore di san Pietro, in questo comune pellegrinaggio giubilare. Si, siamo qui. E insieme gridiamo a Maria: "Beata te, che hai creduto".

La tua fede è incessantemente la guida della nostra fede. Lo Spirito Santo si serve di te, o serva del Signore, per spargere su di noi la grazia della quale fosti colmata con l'annuncio dell'Angelo. Siamo partecipi della tua fede, Maria.

Nell'orizzonte della nostra vita - di questa vita nostra, a volte difficile e piena di oscurità - appare una grande luce: Gesù Cristo tuo figlio, al quale ci affidi con amore di madre. Il profeta Isaia ci dice del Messia nella prima lettura di questa celebrazione liturgica: "ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace" (Is 9,5).


8. "Principe della Pace... grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine... che egli viene a consolidare e a rafforzare con il diritto e la giustizia" (Is 9,5-6). Con che ardore desideriamo che questo potere salvifico di Cristo permei anche i problemi del nostro mondo, che permei le azioni dell'uomo, le coscienze e i cuori, tutta la vita morale delle persone, delle famiglie, degli ambienti, della società intera. Con quanto ardore aneliamo che il "diritto e la giustizia" dei quali Cristo è portatore, si trasformino in pietra angolare, in solido principio per affrontare e risolvere in pace e concordia le differenze e i problemi che oggi contrappongono i popoli, i gruppi, gli individui. "Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno" (Ps 85,11). Il regno di Cristo, al quale ha aperto il cammino il "fiat" di Maria, è l'attuazione del piano salvifico del Padre nella giustizia e nella pace; la pace nasce dalla giustizia, quella giustizia che ha in Dio il suo principio fermo e supremo. In Dio creatore, che ha affidato all'uomo il dominio della terra e gli ha fissato le leggi del rispetto dei suoi fratelli, perché siano valorizzati i loro sforzi e retribuito il loro lavoro. A questo proposito, particolare attenzione si deve prestare alla gente delle campagne. Con il loro lavoro, oggi come ieri, gli agricoltori offrono alla società beni che sono necessari per il suo sostentamento. Per la loro dignità come persone e per il lavoro che svolgono essi meritano che i loro legittimi diritti siano tutelati, e che siano garantite le forme legali di accesso alla proprietà della terra, rivedendo quelle situazioni obiettivamente ingiuste alle quali a volte molti di essi sono sottoposti, soprattutto nel caso di contadini che "si vedono obbligati a coltivare la terra di altri e sono sfruttati dai latifondisti, senza la speranza di giungere un giorno al possesso neppure di un piccolo pezzo di terra" (LE 21).


9. Siate voi, cari campesinos, per la vostra fede in Dio e per la vostra onestà, per il vostro lavoro e sulla base di forme adeguate di associazione per difendere i vostri diritti, gli artefici instancabili di uno sviluppo integrale che abbia il sigillo della vostra umanità e della vostra concezione cristiana della vita.

La devozione alla Vergine Maria, tanto fortemente radicata nella vostra genuina religiosità, tanto popolare, non può e non deve essere strumentalizzata da nessuno; né come freno alle esigenze di giustizia e prosperità che sono proprie della dignità dei figli di Dio; né come ricorso per un progetto puramente umano di liberazione che presto si rivelerebbe illusorio. La fede che i poveri pongono in Cristo e la speranza del suo regno hanno come modello e protettrice la Vergine Maria. Maria, accettando la volontà del Padre, apre il cammino della salvezza e fa si che con la presenza del regno di Dio si faccia la sua volontà in questa terra così come già si fa nel cielo. Maria, proclamando la fedeltà di Dio per tutte le generazioni, assicura la vittoria dei poveri e degli umili; questa vittoria che già si riflette nella sua vita e per la quale tutte le generazioni la chiameranno beata (cfr Lc 1,46-53). 10. Ti ringraziamo, santa Madre di Dio, per la tua visita. Oggi ti ringraziamo per la visita che da quattro secoli continui a fare a questa terra colombiana nel tuo santuario di Chiquinquira. Con te, o Maria, cantiamo il "Magnificat" in occasione di questo giubileo: "L'anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore" (Lc 1,46-47). Ti ringraziamo per tutte le generazioni che sono passate per questo santuario e hanno sperimentato il rafforzamento della loro fede, trovandovi la riconciliazione con Dio e il perdono dei peccati. A te, Vergine Maria, affidiamo gli aneliti di rinnovamento della nostra umanità, perché tu sei la donna nuova, l'immagine della nuova creazione e della nuova umanità. Celebrando il quarto centenario del rinnovamento miracoloso della Vergine di Chiquinquira, la Madre di Gesù e Madre della Chiesa ci invita, cari fratelli, a un profondo rinnovamento spirituale, a uno sforzo per vivere intensamente gli impegni di fedeltà al battesimo ricevuto, cinque secoli fa, da questa nazione che a ragione si pregia di chiamarsi cattolica. E' un invito, con parole dell'apostolo san Paolo, "a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera" (Ep 4,23-24). Nella giustizia di Dio che rinnova col suo perdono i cuori, perché da un cuore nuovo si irradino le opere nuove dei figli della luce; nella santità che deve essere segno distintivo della comunità ecclesiale e che si traduce in una vita morale e in un impegno di servizio fraterno in piena coerenza con la volontà del Signore; un rinnovamento nella verità della coscienza, nella sincerità delle relazioni sociali, nella trasparenza evangelica del modo di essere e di impegnarsi. La Vergine Maria invita oggi tutti i suoi figli della Colombia, come in altri tempi a Cana di Galilea, ad ascoltare suo figlio: "fate quello che vi dirà" (Jn 2,5). Nel Vangelo di Gesù si trova il programma di un rinnovamento personale, comunitario, sociale che assicura la giustizia e la pace tra tutti i fratelli di questa nobile nazione. 11. Rinnovatevi nella verità di Cristo! Rinnovatevi nello Spirito di Cristo! Perché possiate riflettere questa immagine della nuova umanità che vi promette Maria offrendovi Cristo, l'uomo nuovo, il salvatore e redentore dell'uomo, il principe della pace. così il canto di Maria sarà anche il vostro canto di ringraziamento perché il Potente ha fatto meraviglie nella Chiesa della Colombia, in tutta la vostra patria, proiettandola verso un nuovo impegno di evangelizzazione e di testimonianza missionaria nell'America Latina e nel mondo intero. Vicino a te, o Maria, la nostra anima magnifica il Signore che ha fatto grandi cose in te e anche in noi, con la tua mediazione, con la tua intercessione presso tuo Figlio, con la tua materna protezione. Diamo Gloria a Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo: la sua salvezza è vicina ai suoi fedeli e la sua gloria abita la nostra terra (cfr Ps 84,10).

Data: 1986-07-03 Giovedi 3 Luglio 1986




Consacrazione a Maria - Santuario di Chiquinquira (Colombia)

Ti affidiamo le vittime dell'ingiustizia, violenza e catastrofi



1. "Ave Maria"! Ti salutiamo con l'Angelo: piena di grazia. Il Signore è con te (cfr Lc 1,28). / Ti salutiamo con Elisabetta: Tu sei benedetta fra le donne benedetto è il frutto del tuo seno; Te beata, perché hai creduto alle promesse divine! (cfr Lc 1,42 Lc 1,45). / Ti salutiamo con le parole del Vangelo: Beata perché hai ascoltato la parola di Dio e l'hai compiuta (cfr Lc 12,27).


2. "Piena di grazia"! Ti lodiamo, figlia prediletta del Padre. / Ti benediciamo, Madre del Verbo divino. / Ti veneriamo, Dimora dello Spirito Santo. / Ti invochiamo, Madre e modello di tutta la Chiesa. / Ti contempliamo, immagine compiuta delle speranze di tutta l'umanità.


3. "Il Signore è con te"! Tu sei la Vergine dell'Annunciazione, il Si dell'intera umanità al mistero di salvezza. / Tu sei la Figlia di Sion e l'Arca della nuova alleanza nel mistero della visitazione. / Tu sei la Madre di Gesù nato a Betlemme, colei che lo ha mostrato ai semplici pastori e ai sapienti dell'Oriente. / Tu sei la Madre che offre suo figlio nel tempio, lo accompagna fino all'Egitto, lo conduce a Nazaret.

/ Vergine dei cammini di Gesù, della vita occulta e del miracolo di Cana. / Madre Dolorosa del Calvario e Vergine gloriosa della risurrezione. / Tu sei la Madre dei discepoli di Gesù nell'attesa e nella gioia della Pentecoste.


4. "Benedetta..." perché hai creduto alla Parola del Signore, / perché hai sperato nelle sue promesse, / perché sei stata perfetta nell'amore per la tua premurosa carità con Elisabetta, / per la tua materna bontà a Betlemme, / per la tua fortezza nella persecuzione, / per la tua perseveranza nella ricerca di Gesù nel tempio, / per la tua semplice vita a Nazaret, / per la tua intercessione a Cana, / per la tua materna presenza presso la croce, / per la tua fedeltà nell'attesa della risurrezione, / per la tua assidua preghiera nella Pentecoste. / Tu sei benedetta per la tua gloria dell'assunzione al cielo, / per la tua materna protezione sulla Chiesa, / per la tua costante intercessione per tutta l'Umanità.


5. "Santa Maria, Madre di Dio"! Vogliamo consacrarci a te. / Perché sei Madre di Dio e Madre nostra. / Perché tuo figlio Gesù ci ha affidati a te. / Perché hai voluto essere Madre di questa Chiesa della Colombia e hai voluto qui in Chiquinquira il tuo Santuario. / Ci consacriamo a te noi tutti che siamo venuti a visitarti in questa solenne celebrazione dei quattrocento anni del rinnovamento della tua immagine. / A te consacro tutta la Chiesa della Colombia, con i suoi pastori e i suoi fedeli: / i vescovi, che a imitazione del Buon Pastore vegliano sul popolo che è stato loro affidato; i sacerdoti, che sono stati unti dallo Spirito; / i religiosi e le religiose, che offrono la loro vita per il regno di Cristo; / i seminaristi, che hanno accolto la chiamata del Signore; / gli sposi cristiani nell'unità e indissolubilità del loro amore e le loro famiglie; / i laici impegnati nell'apostolato; / i giovani che anelano a una nuova società; / i bambini che meritano un mondo più umano e pacifico; / i malati, i poveri, i carcerati, i perseguitati, gli orfani, i disperati e i moribondi. / A te consacro tutta la nazione della Colombia della quale sei, Vergine di Chiquinquira, Patrona e Regina.

/ Che risplendano nelle sue istituzioni i valori del Vangelo.


6. "Prega per noi peccatori"! Madre della Chiesa, sotto la tua protezione ci rifugiamo e alla tua ispirazione ci affidiamo. / Ti chiediamo per la Chiesa della Colombia, che sia fedele nella purezza della fede, nella fermezza della speranza, nell'ardore della carità, nella disponibilità apostolica e missionaria, nell'impegno per promuovere la giustizia e la pace tra i figli di questa terra benedetta. / Ti supplichiamo per tutta la Chiesa latinoamericana che si mantenga sempre in perfetta comunione di fede e di amore, unita alla Sede di Pietro con stretti vincoli di obbedienza e di carità. / Ti raccomandiamo la fecondità della nuova evangelizzazione, la fedeltà all'amore preferenziale per i poveri e la formazione cristiana dei giovani, l'aumento delle vocazioni sacerdotali e religiose, la generosità di coloro che si consacrano alla missione, all'unità e alla santità di tutte le famiglie.


7. "Adesso e nell'ora della nostra morte"! Vergine del Rosario, Regina della Colombia, Madre nostra! prega per noi adesso. / Concedici il dono inestimabile della pace, il superamento di tutti gli odi e rancori, la riconciliazione di tutti i fratelli. / Che cessi la violenza e la guerriglia. / Che progredisca e si consolidi il dialogo e si inauguri una convivenza pacifica. / Che si aprano nuovi cammini di giustizia e di prosperità. / Lo chiediamo a te che invochiamo come Regina della pace.


8. "Adesso e nell'ora della nostra morte"! Ti affidiamo tutte le vittime dell'ingiustizia e della violenza, tutti coloro che sono morti nelle catastrofi naturali, tutti quelli che nell'ora della morte si rivolgono a te come Madre e Patrona. / Sii, per tutti noi, porta del cielo, vita, dolcezza e speranza, perché insieme possiamo con te glorificare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen!

Data: 1986-07-03 Giovedi 3 Luglio 1986





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