GPII 1986 Insegnamenti - Radiomessaggio in volo verso Darwin (Australia)

Radiomessaggio in volo verso Darwin (Australia)

Sogno realizzato: sicurezza alle persone lontane dagli ospedali


Cari amici.


1. Sono lieto che mi si offra l'opportunità di rivolgere un breve seppur cordialissimo saluto al personale del Royal Flying Doctor Service dell'Australia e a coloro che traggono beneficio da questo impegno straordinario. E' questo un importante programma che fornisce assistenza medica professionale alle persone che vivono nell'interno dell'Australia. Esprimo la mia ammirazione a tutti i medici, le infermiere e i dentisti del Flying Service che hanno servito così generosamente i loro fratelli e le loro sorelle nella vasta regione centrale di questo Paese, a cominciare dal rev. Robert Mitchell, il ministro presbiteriano la cui visione cristiana ha dato l'avvio a questa iniziativa caritativa. Ricordo inoltre il contributo creativo di Alf Traeger, che ha inventato la radio a pedale; e il coraggio del rev. John Flynn, meglio noto come "Flynn dell'Interno", il cui sogno era quello di stendere un "manto di sicurezza" su tutte le persone che vivono lontane da ospedali e centri medici.


2. Tutta la storia del Royal Flying Doctor Service rispecchia alcune delle migliori qualità del carattere australiano. Mi riferisco alla vostra coraggiosa determinazione nell'affrontare le difficoltà e nel trovare modi efficaci di soluzione. Mi riferisco inoltre alla vostra grande generosità nel rispondere alle persone che ne hanno bisogno, non importa chi siano, né dove vivano.

Nel corso degli anni, il servizio che offrite è notevolmente migliorato.

Gli aerei sono più sicuri e più moderni. Moderni impianti elettronici hanno sostituito le vecchie radio a pedale. Eppure i valori fondamentali con i quali avete esordito sono rimasti gli stessi, e vi hanno sostenuti attraverso gli anni: una visione piena di fede, una partecipe sollecitudine e un altissimo livello professionale. Mi congratulo con tutti voi che siete impegnati in questa grande opera. Essa è veramente una missione di fede, speranza ed amore.


3. Gesù ha detto ai suoi discepoli: "Voi siete la luce del mondo... così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,14-16). Certamente questa nobile iniziativa è un faro di amore e di speranza per la gente di oggi. Essa dà lode e gloria al nostro Padre celeste. Vi offro il mio più caldo incoraggiamento e vi assicuro delle mie preghiere. Che Dio vi sostenga giorno per giorno. E vi benedica con abbondanti doni di pace e di gioia.

Data: 1986-11-29 Sabato 29 Novembre 1986




Omelia alla Messa - Darwin (Australia)

Invito alla Chiesa australiana a ricordare la sfida missionaria


"Allora le genti sapranno che io sono il Signore" (Ez 36,23). Cari fratelli e sorelle.


1. Queste parole del Signore dette dal profeta Ezechiele sono state adempiute in ogni angolo della terra: "Le genti sapranno che io sono il Signore". In ogni luogo gli uomini adorano Dio e lo chiamano "Padre", come ci ha insegnato Gesù Cristo.

Dopo la morte e risurrezione di Cristo, la parola usci da Gerusalemme, portata dagli apostoli e dalle prime comunità cristiane sino a che, col passare del tempo, la buona novella della salvezza in Cristo raggiunse le estremità stesse della terra. Caro popolo di Darwin: anche qui nel Territorio Settentrionale la parola di Dio è stata proclamata e ora siamo riuniti per proclamarla e per celebrare la sua sacralità nell'Eucaristia, che è il sacrificio del corpo e sangue di Cristo.

Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di compiere questa visita. Oggi sto imparando quanto è veramente vasto il vostro paese: da Melbourne a Darwin, e da qui ad Alice Springs e Adelaide, tutto nella stessa giornata. Il Papa è finalmente arrivato e desidera salutare ognuno di voi nell'amore di Cristo. Saluto il vescovo Collins di questa diocesi, e gli altri vescovi presenti, oltre ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici qui riuniti; i giovani e i vecchi, i bambini e in modo particolare gli ammalati; tutti voi che provenite da Darwin, da Bathurst Island, da Melville Island, da Port Keats e da Daly River; da Katherine, e dalle città e comunità fuori Darwin. Ringrazio i membri delle altre comunioni cristiane che hanno scelto di condividere questo momento con la comunità cattolica. Mi conforta sapere che lo spirito di amicizia cristiana è forte fra di voi. Porgo anche un rispettoso saluto ai rappresentanti dello Stato e dei Governi locali.


2. Quale successore di Pietro, sono venuto da voi nella fede che Pietro confesso a Cesarea di Filippo, quando disse a Gesù: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Si, il messaggio che porto non è altro che quello che sempre proclamato dalla Chiesa: la nostra salvezza è in Cristo Gesù, "la via, la verità e la vita". Sono passati quasi duecento anni da quando il Vangelo venne proclamato per la prima volta in questo continente. Date le circostanze politiche dell'epoca, i laici cattolici non poterono usufruire il servizio di un sacerdote per i quindici anni successivi alla fondazione della prima colonia a Sydney. Per un ulteriore periodo di circa altri quindici anni ebbero solo un servizio saltuario da parte di sacerdoti che si recavano da loro per brevi periodi. Attualmente la Chiesa in tutto il mondo si sta preparando per la prossima sessione del Sinodo dei vescovi, ed è impegnata in una riflessione sulla missione dei laici. E' pertanto particolarmente opportuno ricordare quei primi cattolici laici agli inizi della Chiesa qui in Australia. Ci viene ricordato che la responsabilità della Chiesa e della sua missione evangelizzatrice non è cosa che riguardi solo i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. Essa appartiene all'intera comunità. Quando i primi sacerdoti, fratelli e sorelle vennero su questo continente conoscevano a malapena i rischi cui andavano incontro. Nella maggior parte dei casi non avevano alcuna speranza di tornare nella loro terra natale, fra la loro gente. Quando ci chiediamo perché hanno scelto una vita così incerta e piena di difficoltà possiamo solo rispondere che erano spinti da un intenso amore per Gesù Cristo e per i loro simili. Vennero in risposta a un esplicito comando di Gesù ai suoi seguaci: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura" (Mc 16,15). Erano pieni di un grande zelo missionario.


3. Qui a Darwin, sono lieto di rendere uno speciale omaggio alle congregazioni missionarie di religiosi che nel corso degli anni hanno messo del personale a disposizione delle Chiese locali delle regioni più isolate di questo continente; i Missionari del Sacro Cuore, la Società dell'Apostolato cattolico, le Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, e tante altre. A sua volta, la Chiesa in Australia ha dato prova di un vitale spirito missionario. I suoi figli e le sue figlie sono usciti dalla loro terra per diffondere il Vangelo in Papua Nuova Guinea, in Indonesia, nelle isole del Pacifico e altrove. In questa città, che è più vicina alle grandi città e civiltà del Sud-Est asiatico che a Sydney o a Melbourne, invito tutta la Chiesa dell'Australia a ricordare la sfida missionaria, la cui prima esigenza è la preghiera: "Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!" (Mt 9,38). La Chiesa ha particolarmente bisogno di persone disposte ad andare all'estero, in altre comunità e nazioni, in nome di Gesù Cristo. Questi sacerdoti, religiosi e laici mettono il loro talento, le loro energie e soprattutto la loro fede al servizio di un popolo che non è il loro. Essi seguono la gloriosa tradizione del grande san Paolo, di sant'Agostino di Canterbury, di san Patrizio e di san Francesco Saverio. I missionari di oggi meritano il sostegno delle nostre preghiere, il nostro interesse e il nostro aiuto concreto. C'è ancora tanto da fare! Duemila anni dopo la venuta di Cristo, oltre due terzi della famiglia umana non hanno ancora udito il messaggio del Vangelo. Esprimo la mia sentita gratitudine per l'opera che stanno compiendo in Australia la Società della Pontificia Opera Missionaria, e per il generoso sostegno dato loro in tutte le parti del paese. Esse sono gli organismi ufficiali impegnati a promuovere l'opera missionaria della Chiesa in tutto il mondo. Sono i mezzi con i quali il Papa cerca di svolgere il ministero universale di evangelizzazione che è responsabilità particolare della sede di Pietro.


4. Per sua stessa natura tutta la Chiesa è missionaria (cfr AGD 2). Il Concilio Vaticano II ci ricorda infatti che "a ogni discepolo di Cristo incombe il dovere di diffondere, per parte sua, la fede" (LG 17). Nel clima culturale dei nostri tempi, e con particolare riferimento ai bisogni spirituali dell'Australia, le Chiese locali devono lavorare per un rinnovamento dell'impegno spirituale e missionario. Il mondo moderno è contrassegnato da una intensa, anche se spesso confusa, sete di Dio. I giovani in particolare anelano alla verità liberatrice del messaggio di Cristo e al programma di vita che incarna questo messaggio. Il Vangelo di oggi ce ne dà una sintesi eloquente: "Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli" (Mt 5,3-10).


5. Tutta la Chiesa, vale a dire ognuno dei suoi membri, deve diffondere questo messaggio e dare autentica testimonianza della sua verità e bellezza. Le Beatitudini sono il cammino verso la vita. Esse rivelano il destino ultimo dell'uomo e il vero significato della sua esistenza. Esse danno vita a una comunità di giustizia, verità e amore. I bisogni umani e spirituali dell'Australia devono far si che i cristiani australiani rispondano più seriamente alla sfida di seguire le Beatitudini e così divenire sempre più "il sale della terra" e "la luce del mondo" (cfr Mt 5,13-16). Oggi in Australia, come in tanti altri paesi, ci sono persone che devono ancora udire per la prima volta il messaggio del Vangelo di vita e salvezza in Gesù Cristo. Altri hanno una comprensione molto limitata e debole della fede alla quale affermano di appartenere. Questo è particolarmente evidente quando vediamo quanta poca influenza abbiano su alcune persone i valori morali del Vangelo nella loro vita individuale, familiare e pubblica. Vi è una reale esigenza di una seconda evangelizzazione, e questo richiede l'attiva e responsabile collaborazione di tutti i membri della comunità ecclesiale. I laici in particolare devono rendere presente il messaggio del Vangelo nelle attività secolari del mondo.


6. Fratelli e sorelle: desidero incoraggiarvi e incoraggiare l'intera Chiesa in Australia a rispondere ai bisogni del mondo moderno. Gli uomini si rendono già conto che il progresso materiale da solo non dà completezza. Essi hanno disperatamente bisogno della verità che li rende liberi. Gesù disse: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Jn 8,31-32). Avete questa "verità" in voi quando Gesù Cristo è presente nelle vostre vite. In questa parte del Territorio Settentrionale, come in ogni altro luogo, i problemi più profondi dello spirito umano devono essere affrontati e risolti. Vi esorto a superare l'indifferenza e l'apatia, a fare un uso saggio e responsabile delle molte risorse naturali e dei doni dei quali il Creatore ha riccamente dotato la vostra terra. Servite il Signore con gioia! Possa la comunità cristiana del Territorio Settentrionale essere unita nella fede e nell'amore.

Possa ciascuno di voi essere missionario della pace di Cristo e della riconciliazione con gli altri. Ai bambini e ai giovani dico questo: anche voi siete missionari gli uni verso gli altri. Siate saldi nella fede, e sempre disposti a condividere questa fede con gli altri, attraverso le vostre preghiere, le vostre parole e l'esempio delle vostre vite. E possa Maria, soccorso dei cristiani e patrona dell'Australia, guidare tutti voi - gli abitanti di Darwin e del Territorio Settentrionale - verso suo Figlio, Gesù Cristo. E' nel suo nome che viene compiuta tutta l'opera missionaria.

E' attraverso il potere del suo Vangelo che la salvezza giunge fino alle estremità della terra (cfr Ac 13,47). Sia lodato Gesù Cristo, il Salvatore del mondo! Amen.[Al termine della Messa:] Miei cari fratelli e sorelle, vi ringrazio molto per questo nostro incontro eucaristico, sia per la sua preparazione che per la vostra presenza qui. So che per ben due volte è andata distrutta, a causa di una tempesta, l'impalcatura di sostegno per l'altare. E il fatto che l'abbiate ricostruita con tanta sollecitudine testimonia la vostra fede e il vostro desiderio di partecipare alla santa Eucaristia di oggi. Vi auguro la speciale benedizione di questo santissimo Sacrificio nella vostra vita: nella vostra vita personale, nella vostra vita familiare, nella vita della comunità del Territorio del Nord dell'Australia. Ringrazio moltissimo il vostro vescovo di Darwin e tutti i vescovi della vostra zona. Ringrazio voi sacerdoti che avete concelebrato con me questo santo Sacrificio. Sono particolarmente grato al vostro coro. Grazie mille e che Dio benedica tutti voi".

Data: 1986-11-29 Sabato 29 Novembre 1986




Agli aborigeni e isolani - Alice Springs (Australia)

Rispetto per i giusti diritti degli aborigeni


Fratelli e sorelle carissimi. E' una grande gioia per me trovarmi oggi ad Alice Springs e incontrarvi così numerosi, aborigeni e isolani dello Stretto di Torres d'Australia. Voglio dirvi subito quanta considerazione e quanto amore la chiesa ha per voi, e quanto desidera aiutarvi nelle vostre necessità spirituali e materiali.


1. In principio, quando lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque, esso comincio a comunicare qualche cosa della sua bontà e bellezza a tutto il creato. Quando Dio creo poi l'uomo e la donna, diede loro le buone cose della terra per loro uso e beneficio; e mise nei loro cuori capacità e poteri, che erano suoi doni. E a ogni essere umano in tutti i secoli Dio ha dato il desiderio di lui, desiderio che differenti culture hanno cercato di esprimere nella loro propria maniera.


2. Man mano che la famiglia umana si diffondeva sulla faccia della terra, il vostro popolo s'insedio e visse in questo grande paese, distante e separato da tutti gli altri. Altri popoli ignoravano addirittura che questa terra esistesse; sapevano solo che in qualche parte dei mari del sud esisteva "la grande terra australe dello Spirito Santo". Ma voi siete vissuti per migliaia di anni in questa terra e avete dato vita a una cultura che continua ancora oggi. E durante tutto questo tempo lo Spirito di Dio è stato con voi. Il vostro "sognare", che influenza la vostra vita a tal punto che, qualunque cosa avvenga, rimanete per sempre popolo della vostra cultura, è il vostro modo di toccare il mistero dello Spirito di Dio in voi e nel creato. Dovete continuare a sforzarvi di raggiungere Dio, e persistere in questo atteggiamento nella vostra vita.


3. Le pitture rupestri e i recenti reperti dei vostri antichi strumenti e utensili indicano la presenza della vostra antichissima cultura e sono dimostrazione del fatto che occupavate sin da quei tempi questo paese. La vostra cultura, che manifesta la genialità e la dignità imperiture della vostra razza, non dev'essere lasciata scomparire. Non crediate che i vostri doni valgano così poco da non dovervi più preoccuparvi di conservarli. Condivideteli tra di voi e insegnateli ai vostri figli. I vostri canti, le vostre storie, le vostre pitture, le vostre danze, le vostre lingue, non devono mai andare perdute. Ricorderete forse le parole che Paolo VI rivolse agli aborigeni in occasione della sua visita nel 1970, quando disse: "Sappiamo che avete uno stile di vita conforme al vostro genio etnico e alla vostra cultura: una cultura che la chiesa rispetta e alla quale non vi chiede affatto di rinunciare... La società stessa viene arricchita dalla presenza di differenti elementi culturali ed etnici. Per noi, voi e i valori che rappresentate sono preziosi. Nutriamo il più profondo rispetto per la vostra dignità e rinnoviamo il nostro profondo affetto per voi" (Sydney, 2 dicembre 1970).


4. Questa vostra cultura fu lasciata per migliaia di anni libera di svilupparsi senza interferenze da parte di gente venuta da fuori. Conducevate una vita in contatto spirituale con la terra, con i suoi animali, uccelli, pesci, polle d'acqua, fiumi, colline e montagne. Attraverso la vostra vicinanza alla terra toccavate la sacralità del rapporto dell'uomo con Dio, perché la terra era la prova di un potere nella vita che è superiore a voi stessi. Non avete rovinato la terra, non l'avete sfruttata, non l'avete esaurita per poi abbandonarla. Vi siete resi conto che la vostra terra era legata alla sorgente della vita. Il silenzio della boscaglia vi ha insegnato una quiete dell'anima che vi ha messi in contatto con un altro mondo, il mondo dello Spirito di Dio. La vostra attenzione per i legami di parentela testimoniava il vostro rispetto per la nascita, la vita e le future generazioni. Sapevate che i bambini hanno bisogno di essere amati, di essere colmati di gioia, che hanno bisogno di un tempo per crescere nella spensieratezza, per giocare, rassicurati dal sapere di appartenere al proprio popolo. Avete avuto un profondo rispetto per quella esigenza che ha ogni popolo di avere una legge che sia guida per poter vivere nella giustizia con gli altri. Avete così creato un sistema giuridico molto rigido - dobbiamo ammetterlo -, ma adatto perfettamente al paese in cui siete vissuti. Questo sistema ha dato ordine alla vostra società. E' una delle ragioni per cui siete sopravvissuti in questo paese. La crescita dei vostri giovani è stata cadenzata da cerimonie di disciplina che hanno insegnato loro quali erano le loro responsabilità man mano che giungevano alla maturità. Queste realizzazioni sono segni di un umano impegno.

E in questo impegno avete manifestato una dignità aperta al messaggio della sapienza rivelata di Dio a tutti gli uomini e a tutte le donne ed è questa la grande verità del Vangelo di Cristo.


5. Alcune storie delle vostre leggende del "tempo dei sogni" parlano eloquentemente dei grandi misteri della vita umana, della sua fragilità, del suo disegno di aiuto, della sua vicinanza alle potenze dello spirito e del valore della persona umana. Non sono dissimili da alcune delle grandi lezioni ispirate tramandateci da coloro tra cui Gesù stesso nacque. E' una cosa meravigliosa vedere come la gente, nell'accettare il Vangelo di Gesù, trova punti di accordo tra le proprie tradizioni e quelle di Gesù e del suo popolo.


6. La cultura che si è formata attraverso questa lunga e attenta crescita non era preparata all'improvviso incontro con un altro popolo con usanze e tradizioni differenti, giunto nel vostro paese quasi 200 anni fa. Esso era differente dagli aborigeni. Le sue tradizioni, la sua organizzazione di vita, i suoi atteggiamenti nei riguardi del paese vi erano completamente estranei. Le loro leggi erano anch'esse differenti. Aveva cognizioni, denaro e potere; portava inoltre con sé alcuni modelli di comportamento dai quali gli aborigeni erano incapaci di difendersi.


7. Gli effetti di alcune di queste forze sono ancora in atto tra di voi oggi.

Molti di voi sono stati espropriati delle loro terre tradizionali e allontanati dalle loro usanze tribali, anche se alcuni di voi conservano ancora la loro cultura tradizionale. Alcuni di voi stanno fondando comunità aborigene nelle città e nei villaggi. Per altri non esiste un posto per fuochi di bivacco e cerimonie tra consanguinei, tranne che ai margini dei centri rurali. E' difficile trovare lavoro qui, e l'istruzione in un ambiente culturale differente è difficile. Le discriminazioni provocate dal razzismo fanno parte dell'esperienza quotidiana.

Avete imparato a sopravvivere sia sulle vostre terre sia disseminati nelle città e nei villaggi. Anche se le vostre difficoltà non sono ancora scomparse, dovete imparare ad attingere a quella sopportazione che vi è stata insegnata dalle vostre antiche cerimonie. La sopportazione genera pazienza; la pazienza a sua volta vi aiuta a trovare la vostra strada e vi dà coraggio per avanzare lungo il vostro cammino.


8. Prendete coraggio dal fatto che molte delle vostre lingue sono ancora parlate e che possedete ancora la vostra antica cultura. Avete conservato il vostro senso di fratellanza. Purché restiate strettamente uniti, sarete come un albero dritto nel mezzo di un incendio nella boscaglia che brucia e consuma il legno. Le foglie vengono inaridite e la robusta scorza viene scalfita e bruciata; ma all'interno dell'albero la linfa continua a scorrere, e sotto la terra le radici sono ancora robuste. Come quell'albero voi avete sopportato le fiamme, e avete ancora il potere di rinascere. E' giunto adesso il momento di rinascere!


9. Sappiamo che in questi ultimi duecento anni alcuni hanno cercato di comprendervi, di conoscervi meglio, di rispettare le vostre usanze, di onorarvi come persone. Questi uomini e queste donne, come vi rendeste presto conto, erano differenti da altri della loro stessa razza. Amavano gli indigeni e si prendevano cura di loro. Cominciarono a condividere con voi le loro storie su Dio, vi aiutarono ad affrontare le malattie, cercarono di proteggervi dai maltrattamenti.

Furono onesti con voi e vi dimostrarono con la loro stessa vita in che modo cercavano di evitare ciò che vi era di male nella loro cultura. Queste persone non ebbero sempre successo, e a volte non vi compresero interamente. Ma vi manifestarono buona volontà e amicizia. Provenivano da differenti condizioni sociali: alcuni erano insegnanti o medici o svolgevano altre professioni; altri erano persone semplici. La storia ricorderà il buon esempio della loro carità e della loro fraterna solidarietà. Tra coloro che hanno amato e avuto cura dei popoli indigeni vogliamo ricordare con profonda gratitudine tutti i missionari della fede cristiana. Con immensa generosità diedero la vita al nostro servizio e a quello dei nostri predecessori. Contribuirono a dare un'istruzione agli aborigeni e offrirono servizi sanitari e sociali. Qualunque fosse la loro umana fragilità, per quanto numerosi gli errori che commisero, nulla potrà sminuire la profondità della loro carità. Nulla potrà mai cancellare il loro contributo più grande, quello di avervi annunciato Gesù Cristo e aver fondato la sua chiesa tra di voi.


10. Fin dall'inizio, uomini come l'arcivescovo Polding di Sydney si opposero alla finzione giuridica adottata dai colonizzatori europei per cui questa terra sarebbe stata "terra nullius" terra di nessuno. Peroro energicamente la causa del diritto degli aborigeni di conservare le loro terre tradizionali, sulle quali si fondava la loro intera società. La chiesa vi sostiene ancora oggi. Non si dica che il giusto ed equo riconoscimento del diritto degli aborigeni alla terra sia discriminazione. L'appello a riconoscere i diritti alla terra di un popolo che non vi ha mai rinunciato non è discriminazione. E' indiscutibile che ciò che è stato fatto non può essere disfatto. Ma quello che può essere fatto adesso per rimediare a ciò che è stato fatto in passato non deve essere rimandato a domani.

I cristiani di buona volontà sono rattristati nel constatare - e molti lo hanno constatato solo poco tempo fa - per quanto tempo gli aborigeni sono stati deportati dalla loro patria per essere trasferiti in piccole aree o riserve dove le famiglie erano frantumate, le tribù erano spaccate, i bambini diventavano orfani e la gente era costretta a vivere da esule in un paese straniero. Le riserve esistono ancora oggi, ed esigono un insediamento giusto e adeguato che non è stato ancora realizzato. I problemi urbani creati dalla deportazione e dalla separazione delle persone devono ancora essere affrontati affinché queste persone possano ricominciare la vita insieme. 11. La creazione di una nuova società di aborigeni non può essere portata avanti senza accordi giusti e reciprocamente riconosciuti riguardo a questi problemi umani, anche se le loro cause risalgono al passato. Il massimo valore che potrà essere conseguito da questi accordi, i quali devono essere messi in atto senza creare nuove ingiustizie, è il rispetto per la dignità e lo sviluppo della persona umana. Voi, aborigeni di questo paese e delle sue città, dovete dimostrare che state operando attivamente per la vostra dignità di vita. Da parte vostra, dovete mostrare che potete anche voi camminare a testa alta e imporre il rispetto che ogni uomo si aspetta di ricevere dal resto della famiglia umana. Diventate cristiani aborigeni 12. Il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo parla tutte le lingue. Apprezza e abbraccia tutte le culture. Le sostiene in tutte le cose umane e, se necessario, le purifica. Il Vangelo esalta e arricchisce sempre e ovunque le culture con il messaggio rivelato di un Dio amoroso e misericordioso. Questo stesso Vangelo vi esorta ora a diventare cristiani aborigeni nel profondo dell'anima. Risponde ai vostri desideri più profondi. Non dovete essere un popolo diviso in due, come se un aborigeno dovesse prendere in prestito la fede e la vita cristiana, come un cappello o un paio di scarpe da un altro che le possiede. Gesù vi esorta ad accogliere le sue parole e i suoi valori nella vostra cultura. Svilupparvi in questa maniera vi renderà più che mai autenticamente aborigeni.

Le vecchie mentalità e tradizioni possono attingere nuova vita e nuove forze dal Vangelo. Il messaggio di Gesù Cristo può elevare la vostra vita ad altezze nuove, può rinforzare tutti i vostri valori positivi e aggiungerne molti altri che solo il Vangelo propone nella sua originalità. Introducete questo Vangelo nella vostra lingua e nel vostro modo di parlare; lasciate che il suo spirito penetri nelle vostre comunità e determini il vostro comportamento gli uni verso gli altri, lasciate che porti nuova forza alle vostre storie e alle vostre cerimonie. Lasciate che il Vangelo entri nei vostri cuori e rinnovi la vostra vita personale. La chiesa vi invita a esprimere la parola viva di Gesù nei modi che parlano alla vostra mente e al vostro cuore di aborigeni. In tutto il mondo la gente adora Dio e legge la sua parola nella propria lingua, e colora i grandi segni e simboli della religione con toni che appartengono alle sue tradizioni.

Perché dovreste essere diversi da loro sotto questo aspetto? Perché dovrebbe esservi negata la felicità di essere con Dio e tra di voi alla maniera degli aborigeni? 13. Ascoltando il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, ricercate le cose migliori delle vostre usanze tradizionali. Diventerete così sempre più consapevoli della vostra grande dignità di uomini e di cristiani. Lasciate che la vostra mente e il vostro cuore siano rafforzati per incominciare ora una vita nuova. Le sofferenze passate non possono essere eliminate con i risentimenti. La vostra fede cristiana vi esorta a eccellere come aborigeni; e questo è possibile solo se la riconciliazione e il perdono fanno parte della vostra vita. Solo così troverete la felicità. Solo così porterete il vostro miglior contributo a tutti i fratelli e a tutte le sorelle in questa grande nazione. Voi siete parte dell'Australia e l'Australia è parte di voi. La chiesa stessa in Australia non sarà pienamente la chiesa voluta da Gesù finché non avrete portato il vostro contributo alla sua vita e finché questo contributo non sarà stato accolto con gioia dagli altri. Nel mondo nuovo che sta nascendo per voi, siete chiamati a vivere una vita pienamente umana e cristiana, non a morire di vergogna e di dolore. Sapete pero che per svolgere questo compito avete bisogno di un cuore nuovo. Vi sentirete già pieni di coraggio ascoltando Dio che vi parla con queste parole dei profeti: "Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Non temere, perché io sono con te" (Is 43,1 Is 43,5). E ancora: "Vi prendero dalle genti, vi radunero da ogni terra e vi condurro sul vostro suolo... vi daro un cuore nuovo, mettero dentro di voi uno spirito nuovo... Voi sarete il mio popolo e io saro il vostro Dio" (Ez 36,24 Ez 36,26 Ez 36,28). 14. Gioisco con voi nella speranza del dono della salvezza che ci viene dato da Dio, che ha inizio qui e adesso, e che dipende anche da come ci comportiamo gli uni verso gli altri, da cosa sopportiamo, da ciò che facciamo, da come onoriamo Dio e amiamo tutti. Carissimi aborigeni: è venuto per voi il momento di prendere nuovo coraggio e nuova speranza. Siete chiamati a ricordare il passato, a essere fedeli alle vostre degne tradizioni, e ad adattare la vostra cultura viva quando sia necessario per rispondere alle vostre esigenze e a quelle del vostro popolo. Ma soprattutto siete chiamati ad aprire sempre più i vostri cuori al messaggio consolatore, purificatore ed esaltante di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, morto perché tutti abbiamo la vita e l'abbiamo in abbondanza (cfr Jn 10,10).

Data: 1986-11-29 Sabato 29 Novembre 1986




Accensione del cero alla "Town Hall" - Adelaide (Australia)

Possa questo cero mostrare quanto desideriamo la pace


Signor sindaco e signora di questa città di Adelaide, cari amici.


1. Saluto con stima e amicizia voi, popolo di Adelaide e dell'Australia Meridionale. Mi avete dato il benvenuto con candele e con luci; vi ringrazio per questa calorosa accoglienza. Le candele accese che tenete in mano e le candele della corona di Avvento sono simboli di Gesù Cristo, eterna luce del mondo. Nel periodo d'Avvento che iniziamo stasera la Chiesa ricorda il grande mistero dell'incarnazione. Il Figlio diletto del Padre, l'eterno Verbo di Dio si fa uomo nel seno della Vergine Maria. Dio ha assunto la nostra condizione umana. L'eterna luce della verità è entrata nelle tenebre del nostro mondo, vincendo il peccato e la morte. Questo è il mistero che celebriamo nell'Avvento, mentre attendiamo nella speranza la venuta finale di Cristo nella gloria.


2. Ma aspettare la venuta finale di Cristo non vuol dire chiudere gli occhi alla violenza, all'ingiustizia e alle divisioni che sono parte del nostro mondo di oggi. Nella luce nella verità, le vediamo chiaramente. Anzi quanto più ci avviciniamo a Cristo, tanto meglio veniamo a conoscere la sua bontà e il suo amore, tanto più sensibili diventiamo nei confronti di ciò che non è buono e non è vero, di ciò che appartiene al regno delle tenebre, al dominio "del padre della menzogna" come Gesù chiama il diavolo (cfr Jn 8,44), e tanto più sentiamo ripugnanza per il male. La nostra speranza di vincere le tenebre del male è rinnovata nel periodo d'Avvento quando ascoltiamo di nuovo la promessa di Dio di redimere il mondo dal peccato. La parola di Dio sostiene la nostra fede e ci dà il coraggio di ricercare le cause della violenza e dell'ingiustizia, d'individuare le radici del male e trovarvi i rimedi. La parola di Dio ci aiuta a non disperare, qualunque sia l'ostacolo che incontriamo. Nella predicazione di Giovanni Battista, nel consenso della Vergine Maria e soprattutto nel Bambino nato in una stalla la nostra fede d'Avvento è ravvivata, la nostra fiducia in Dio è confermata.


3. Possa restare sempre nel nostro cuore la luce ardente della fede, fede in Cristo luce del mondo e principe di pace. Possano le luci di questa notte, particolarmente questo cero dell'Avvento, mostrare a tutta l'Australia e al mondo intero qual è il nostro amore per Cristo e quanto desideriamo la pace.

Nel calore e nello splendore di questa luce troviamo la forza per operare per la pace. Ascoltiamo l'invito di Gesù a essere operatori di pace nelle nostre case e nelle scuole, nel nostro posto di lavoro, tra i nostri vicini e nell'intera regione. La luce di Cristo è venuta nel mondo e non verrà mai spenta.

E' questo il fondamento della nostra speranza. E' per questo che crediamo fermamente che la pace sia possibile. Possa la luce di Cristo splendere sempre nei vostri cuori. Dio benedica tutto il popolo di Adelaide e dell'Australia Meridionale! Dio benedica il mondo con la sua pace!

Data: 1986-11-29 Sabato 29 Novembre 1986





GPII 1986 Insegnamenti - Radiomessaggio in volo verso Darwin (Australia)