GPII 1987 Insegnamenti - All'inizio dell'incontro di preghiera di Czestochowa (Polonia)

All'inizio dell'incontro di preghiera di Czestochowa (Polonia)

Titolo: "Sono venuto come uomo della consacrazione"

Testo:

Cari fratelli e sorelle! Prima di iniziare una breve riflessione legata all'"Appello di Jasna Gora", desidero manifestare la mia gioia perché sul cammino del Congresso Eucaristico in Polonia mi è stato dato oggi di venire a Jasna Gora.

Sono venuto qui per portare alla Madre Santissima tutto il bene che costituisce la totalità del Congresso Eucaristico in tutto il nostro Paese, in tutte le comunità, le diocesi, le parrocchie, gli ambienti, le famiglie.

In particolare, desidero portare qui quelle tappe del mio pellegrinaggio che si sono già svolte, iniziando dall'inaugurazione del Congresso a Varsavia; poi a Lublino, dove il momento significativo del grande incontro con il Popolo di Dio di quella diocesi e di quella regione è stato l'ordinazione dei sacerdoti.

A Tarnow, dove, in relazione alla beatificazione di Carolina Kozka, figlia del popolo polacco, il nostro incontro è stato caratterizzato da un gran numero di persone della campagna polacca, di contadini. A Cracovia, dove mi sono fermato brevemente per essere ai piedi della Croce del Wawel insieme alla Beata Regina Edvige, in questo particolare anno in cui i nostri fratelli Lituani celebrano il VI centenario del loro Battesimo. A Stettino sul Litorale, dove mi è stato dato di pregare insieme alle famiglie polacche e con le famiglie polacche in una grande assemblea del Popolo di Dio di quella Chiesa e di quelle terre. E, infine, l'ultima tappa: Danzica, da cui vengo direttamente. Danzica, Gdynia, le tre Città.

Il Litorale e la Pomerania, un grande, enorme, incontro con gli uomini del lavoro, non solo di questa città, ma di tutta la Polonia. Ho detto loro salutandoli, che avrei portato a Jasna Gora tutto ciò che è legato alla loro aspirazione al lavoro e al rinnovamento del lavoro in Polonia. Ho detto loro che il giorno della nostra comune preghiera per il lavoro e gli uomini del lavoro di Danzica, del Litorale e di tutta la Polonia sarebbe continuato e si sarebbe concluso qui ai piedi della Vergine di Jasna Gora.

Sono venuto qui con tutte queste cose, con tutto questo patrimonio del mio peregrinare sulle strade del Congresso Eucaristico in Polonia. Sono venuto come "uomo della consacrazione", per portare qui tutte queste grandi cose della nostra vita polacca illuminate dal mistero dell'Eucaristia in cui vive Colui che "ci ha amati sino alla fine" e per consacrarle a Colei che è la nostra Madre, a Colei che è la Signora di Jasna Gora, Signora della nostra Nazione e Regina della Polonia.

1987-06-12 Data estesa: Venerdi 12 Giugno 1987




Il discorso a Czestochowa, dopo "l'appello di Jasna Gora" - Polonia

Titolo: Non è lecito permettere la degradazione degli uomini mentre ci si è assunti per essi la responsabilità davanti alla storia

Testo:

1. "Maria, Regina della Polonia, sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio".

Ogni giorno da molti anni, ancora dal periodo della preparazione al Millennio del Battesimo della Polonia, risuona qui questo Appello di Jasna Gora.

E lo ripetono labbra umane - e cuori umani -in diversi luoghi della terra patria. Anche fuori dei suoi confini. Anche a Roma, in Vaticano.

Stasera in modo particolare lo ripetono le labbra dei pellegrini qui presenti, prima di tutto quelli di questa città e di tutta la diocesi di Czestochowa, dell'arcidiocesi di Wroclaw e di Poznan e certamente anche di molti altri.

Ogni giorno diciamo: sono vicino a te, e desideriamo dire: sii con noi.

Quest'Appello è per noi - e per Te -. Sii con noi, veglia accanto a noi come una madre veglia accanto ai suoi figli, anche quando essi crescono, ella non cessa di vegliare.


2. Il Concilio Vaticano II insegna che Maria è costantemente presente nel mistero di Cristo e della Chiesa. Colei di cui è stato detto: "Beata colei che ha creduto" (Lc 1,45), che precede il popolo di Dio su tutta la terra nella peregrinazione della fede, della speranza e dell'unione con Cristo.

Con questa consapevolezza iniziamo in questi giorni l'"Anno Mariano" come periodo di una particolare preparazione all'inizio del terzo Millennio della nascita di Cristo.

Bisogna dunque che questo Appello di Jasna Gora continui a risuonare.

Che esso dica a Maria da parte nostra "sono presente, mi ricordo, veglio". Che esso invochi la sua presenza: sii con noi, sii con noi in ogni tempo! Precedi il nostro peregrinare! Qui, a Jasna Gora, molti pellegrini vengono a te, Madre e Regina. I più numerosi sono nel mese di agosto. E tutti rispecchiano la tua peregrinazione con noi attraverso la terra patria.

Non è facile peregrinare attraverso questa terra.

Potrebbe sembrare addirittura impossibile senza la fede. Guidaci con la tua fede, Maria di Nazaret, Maria di Betlemme, Maria sul Golgota, Maria di Jasna Gora. Guidaci con la tua eroica fede! Che non ci fermiamo per strada! così come non si fermano per strada i pellegrini di Jasna Gora, nonostante a volte siano molto stanchi e abbiano i piedi dolenti.

Guida tutti coloro che vengono qui, ed anche coloro che non vengono.

Coloro che non hanno fede. Anche coloro che cercano di convincere gli altri all'incredulità, all'ateismo.


3. In quest'ora dell'Appello di Jasna Gora, desidero chiamare qui, col pensiero e col cuore, ogni uomo, fratello e sorella, da tutte le parti della terra patria - dal di fuori, anche dai più lontani punti del globo terrestre, tutti quelli quanto numerosi! - che incontro a Roma e in tutto il mondo durante il mio servizio apostolico.

Desidero chiamare qui: - i miei fratelli e le mie sorelle, che in Paese o fuori di esso hanno dedicato le loro forze fisiche e spirituali, i loro talenti e le energie per il bene comune, quale è la Patria, ed hanno riscattato per essa l'amore con una multiforme sofferenza; - i fratelli e le sorelle, che attualmente, accanto ai loro banchi di lavoro in campagna ed in città, sia come lavoratori fisici che come impiegati, consapevoli della molteplice crisi, assumono con coraggio e coscienziosamente la fatica del lavoro quotidiano; - gli uomini della penna e di altri ambienti creativi; uomini che mediante l'onesta attività nel campo dei mass media, specialmente della stampa, raggiungono le vastissime cerchie della società, trasmettono un sano giudizio sulla realtà, infrangono le barriere della paura, dell'egoismo, del malcostume, del riconoscimento facile, rendono testimonianza alla verità; - tutti coloro che non ebbero paura dei pericoli e delle difficoltà, non hanno smarrito la fede negli ideali e nei veri valori, non hanno perduto il senso della vita e del lavoro, non hanno ceduto alle debolezze, ma sentendo la solidale responsabilità e sollecitudine, confortano i loro fratelli nella fede e nella convinzione che per il cristiano non vi sono situazioni senza via nel proprio Paese ed intraprendere iniziative creative, edificare la comunità dei cuori e delle menti umane. Quante persone bisognerebbe qui enumerare che si fanno reciprocamente del bene, quante comunità, quanti ambienti.

Desidero chiamare qui in questo Appello di Jasna Gora tutti i miei fratelli e le sorelle che sperimentano le privazioni, che soffrono di una fame inappagata di libertà, le difficoltà nella trasmissione e ricezione della verità, che non hanno lavoro o un lavoro rispondente alle loro qualificazioni, che non possono realizzare i propri progetti di vita, le giuste aspirazioni e sviluppare i propri talenti; coloro che in qualunque modo soffrono nel corpo e nell'anima, portando con fede e speranza la loro croce quotidiana. Di loro scrive il poeta: "Beati coloro che durante i tuoni / Non hanno perso l'equilibrio dello spirito, / Ai quali, alla vista delle devastazioni e delle macerie / Non scorre dal cuore il sordo canto della disperazione, / Che tra le ombre della notte insuperabile / Non perdono la fede nello splendore delle fiamme mattutine. / Beati!" (J. Kasprowicz, Blogoslawieni, vv. 1-7).

Vi sono ancora molte altre questioni e problemi dolorosi che tormentano i singoli uomini o l'intera società. Tu, Madre, lo sai benissimo. Ti parlano di essi i pellegrini che giungono qui. Aprono i cuori davanti a Te, confessano le colpe e le debolezze, mostrano le ferite. Cercano la tua intercessione nella riconciliazione con Dio e con l'uomo. Cercano di placare l'animo, cercano il conforto, di far rivivere la speranza.

Depongo oggi nelle tue premurose mani materne tutti i dolori e le debolezze del popolo di questa terra. Impetra incessantemente per tutti, quello spirito "che viene in aiuto all'umana debolezza" (cfr. Rm 8,26).


4. Redemptoris Mater! Alma Redemptoris Mater - con queste parole inizia l'ultima enciclica riguardante l'Anno Mariano. E con queste parole inizia una toccante antifona d'Avvento, nella quale gridiamo alla Madre del Redentore, alla Stella mattutina della prima venuta di Cristo: "soccorri il tuo popolo, che cade, che anela a risorgere...".

Maria, Regina della Polonia, sii con noi, veglia su ogni essere umano, su ogni donna e su ogni uomo, su ogni bimbo concepito nel seno materno! Veglia! Veglia su ogni coscienza. Ed insegnaci a vegliare! Insegna a tutte le coscienze a vegliare in questa terra patria. Che non cedano alla debolezza! Che non soccombano alla vita facile! Che non diventino colpevoli di orribili peccati. Che vivano con la coscienza di tutti i comandamenti di Dio, e specialmente di quello che dice: "non uccidere".

Non uccidere il bambino concepito nel grembo della madre! E non distruggere te stesso! Tutti conosciamo questo vizio, che nel passato ci ha recato tanti danni, e che oggi sembra nuovamente aumentare.

Dico dunque a ciascuno: non distruggetevi! Non ti è lecito distruggere te stesso perché tu non vivi solo per te. Quando dunque degradi te stesso con il vizio, contemporaneamente distruggi gli altri.

Nuoci alla tua famiglia, ai tuoi figli. Indebolisci la società, che conta sulla tua sobrietà, specialmente nel lavoro.

Preghiamo ogni giorno: "non ci indurre in tentazione". Non è lecito tentare! Non si può giocare con il male! Non si può "vendere" l'uomo per un profitto immediato ed ignobile, conseguito speculando sulle debolezze umane e sui vizi! Non è lecito sfruttare ed aumentare la debolezza umana. Non è lecito permettere la degradazione dell'uomo, della famiglia, della società mentre ci si è assunti per essi una responsabilità davanti alla storia! "... non ci indurre in tentazione". può darsi che non tutti recitino queste parole, ma esse obbligano tutti. Qui, in questa terra giàcosi provata dalla storia, non si può "far esperimenti" sulla vita e sulla salute delle anime e dei corpi polacchi.


5. Maria, Regina della Polonia, continua ad essere l'ispirazione di tutti coloro che combattono per la sobrietà del loro prossimo. Per la sobrietà della nazione.

Sono particolarmente grato, a coloro che assumono delle iniziative in questo campo specialmente nel mese di agosto, ed anche durante i preparativi a questo pellegrinaggio pontificio.

Non è lecito deridere e sminuire queste iniziative! Troppo alta è la posta in gioco, di cui si tratta.

Lo sappiamo bene dalla storia. E troppo alta la posta in gioco! E qui bisogna andare contro corrente! Contro la corrente delle consuetudini e delle opinioni sociali. Contro la corrente dell'umana debolezza. Contro la corrente della "libertà" male intesa.

La libertà non è stata data all'uomo dal Creatore per distruggere se stesso e gli altri.

Maria, Regina della Polonia, Signora di Jasna Gora, sii l'implorazione delle coscienze umane. Sii la Madre e l'Educatrice! Non lasciarti scoraggiare dalle nostre debolezze.

In quest'ora dell'Appello di Jasna Gora, ti ringrazio per tutti coloro, che lottano per la vita dei non nati. E per coloro che lottano per la vita e la salute di tutta la Nazione, d'ogni uomo minacciato dal vizio.


6. Guidaci, tu, che sei la prima fra tutti i credenti - guida il Popolo di Dio su questa terra polacca nel pellegrinaggio della fede e della speranza.

Si! E della speranza! L'uomo di oggi ha così grande bisogno della speranza. L'uomo, in questa terra polacca ha così grande bisogno di speranza.

Che cosa è la speranza? Che cosa essa significa? Significa: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male"! (Rm 12,21). Si può vincere il male. Questa è la forza della speranza.

Maria, Regina della Polonia, nell'ora dell'Appello di Jasna Gora, sul cammino del Congresso Eucaristico in Polonia, ti chiedo per tutti i miei connazionali questa "vittoriosa speranza".

Forse in questo momento, in questo momento storico, la speranza è più che mai minacciata. E contemporaneamente è più indispensabile che mai. La speranza che è la forza dell'uomo, che lo rende forte anche in mezzo alle sofferenze ed alle provc. In mezzo ai contrasti.

Signora di Jasna Gora, fà che l'uomo in terra polacca riporti vittoria con la forza della speranza, che nasce da Cristo, dall'Eucaristia.

Infatti, Egli "ci ha amati sino alla fine" (cfr. Jn 13,1).

Desidero qui, insieme con l'Episcopato Polacco presente sotto la presidenza del Cardinale Primate insieme con i Padri Paolini custodi di Jasna Gora, salutare i nostri ospiti di Roma, che mi accompagnano sempre: il Cardinale Segretario di Stato e gli altri collaboratori della Curia Romana. Questa sera, pero, desidero salutare in modo particolare il Cardinale Ugo Poletti, che è il mio più stretto collaboratore nel servizio pastorale alla diocesi di Roma. Siamo tutti felici perché è voluto venire da noi e si e voluto incontrare con noi a Jasna Gora e in quest'ultima tappa del cammino del Congresso Eucaristico e anche del mio pellegrinaggio in Patria. Dio lo ricompensi.

1987-06-12 Data estesa: Venerdi 12 Giugno 1987




La messa nella cappella dell'iimagine miracolosa di Czestochowa - Polonia

Titolo: In questa generazione minacciata dalla perdita della speranza perduri sempre la formazione eucaristica della libertà

Testo:

1. "Fate quello che vi diro" (Jn 2,5).

Quanto ho desiderato essere qui durante questo mio pellegrinaggio in Patria. Essere a Jasna Gora, inginocchiarmi in questa cappella, celebrare qui il Santissimo Sacrificio.

Ecco, dalla Pentecoste è iniziato l'Anno Mariano. Questa circostanza ha ancor più animato il mio desiderio. L'Anno Mariano viene celebrato nel periodo di preparazione della Chiesa e dell'umanità all'Anno Duemila dalla nascita di Cristo.

Se la prima venuta è stata preceduta dall'Avvento anche ora sentiamo il bisogno di un nuovo avvento. Se in quel primo avvento brillo sull'orizzonte della storia della salvezza la Stella mattutina, che precede il sorgere del Sole di Giustizia e di Grazia Maria prima della venuta di Cristo anche ora bisogna che brilli nuovamente...


2. La Madre di Gesù a Cana di Galilea indica il figlio e dice ai servi del banchetto nuziale: "fate quello che vi dirà". Con Maria di Jasna Gora abbiamo vissuto in terra polacca il Millennio del Battesimo. Dopo è giunto anche il giubileo della sua beata presenza tra noi da seicento anni, significata da questa effigie di Jasna Gora. E attualmente la terra patria viene attraversata dal cammino del Congresso Eucaristico.

Non si è ripetuto in questo modo ancora una volta l'evento di Cana di Galilea? Non è stata la Madre a indicare il figlio quell'amore con cui Egli ci ha amati sino alla fine e che è costantemente presente in modo sacramentale nell'Eucaristia? Non è Lei a guidarci - da qui, da Jasna Gora -lungo questo percorso eucaristico attraverso le città e le campagne polacche? Attraverso i cuori polacchi e le anime immortali? "Fate quello che vi dirà".

Ed Egli, il Cristo, ci disse proprio questo il giorno prima della sua passione e morte, prima che fosse rivelato l'ultimo segno: la sua risurrezione - ci disse proprio questo: "Questo è il mio corpo che verrà dato per voi... questo è il sangue... che verrà versato per voi... fate questo..." (cfr. Lc 22,19-20, 1Co 11,24-25).

Così disse. E da quel momento l'Eucaristia è divenuta il Santissimo Sacramento della Chiesa. E' divenuta il segno infallibile del Redentore del mondo.

E' divenuta il quotidiano annuncio "del secolo futuro" nel regno di Dio.


3. "Quello che vi dirà".

Si. Cristo dice. Dice a Cana di Galilea ai servi: "Riempite d'acqua le giare e portatele al maestro di tavola" (cfr. Jn 2,8). Parla servendosi di quel primo segno, che genero la fede dei suoi discepoli.

E parla tramite tutto il Vangelo: buona novella di atti e di parole.

Parla infinè con la parola della Croce e con quella della Risurrezione.

Si. Parla con potenza di atti e potenza di parole.

Parla mediante se stesso! Lui stesso è la pienezza della rivelazione del Dio vivo. Lui stesso è "la pienezza dei tempi" (Ga 4,4) della salvezza umana.

Dio che cosa parla? A che cosa rende testimonianza? Vi risponde S. Paolo con le parole della Lettera ai Galati. Cristo rende testimonianza al Padre, a quel Dio, a cui Lui solo poteva rivolgersi esclamando "Abbà" - perché solo Lui è il figlio; eternamente generato e unigenito.

E solamente per opera sua, per opera del mistero pasquale del figlio suo il Padre "manda lo Spirito Santo nei nostri cuori" (cfr. Ga 4,6). E la Discesa dello Spirito che è lo Spirito del figlio, nei cuori degli uomini fa si, che anche noi siamo figli. Abbiamo infatti ricevuto "l'adozione a figli" (Ga 4,5). Il figlio di Dio ci ha resi figli di Dio. Questo è il frutto - il frutto maturo - di quell'amore, con cui Egli ci amo: di un amore "sino alla fine" (cfr. Jn 13,1).


4. "... non sei più schiavo, ma figlio" esclama l'Apostolo (Ga 4,7).

L'essere figlio vuol dire essere libero.

Al tempo di Mosè il sangue dell'agnello pasquale sugli stipiti delle case degli Israeliti in Egitto fu il segno della liberazione: della chiamata alla libertà.

Segno di questa chiamata è ancor più il Sangue di Cristo sulla Croce - e l'Eucaristia sugli altari di tutto il mondo.

Il dono della libertà. Il difficile dono della libertà. Solamente colui che è libero può diventare anche schiavo.

Il dono della libertà. Il difficile dono della libertà dell'uomo che fa si che continuamente noi esistiamo tra il bene e il male. Tra la salvezza e il rifiuto.

La libertà tuttavia può degenerare in caducità. E questa come sappiamo anche dalla nostra propria storia può stordire l'uomo con l'apparenza di una "libertà dorata".

Ad ogni passo siamo testimoni di come la libertà diventa l'avvio verso varie "schiavitù" dell'uomo, degli uomini delle società. La schiavitù della superbia e la schiavitù dell'avarizia, la schiavitù della sensualità, e la schiavitù dell'invidia, la schiavitù della pigrizia... e la schiavitù dell'egoismo, dell'odio...

L'uomo non può essere autenticamente libero, se non per mezzo dell'amore. L'amore di Dio soprattutto e l'amore degli uomini: i fratelli, le persone prossime, i connazionali... Proprio questo ci insegna Cristo il quale ci amo sino alla fine. Di questo parla l'Eucaristia - il più sacro patrimonio dei figli adottivi di Dio.


5. Signora di Jasna Gora! Non cessare di essere con noi! Non cessare di ripeterci quelle parole di Cana di Galilea: "fate quello che vi dirà".

Non cessare di indicarci tuo figlio. Non cessare di avvicinarci al Sacramento del suo Corpo e Sangue.

E' da te, che Egli prese questo Corpo e questo Sangue offerti per noi nel Sacrificio del Golgota.

Che perduri, di generazione in generazione in terra polacca, quella formazione eucaristica della libertà umana.

Specialmente in questa generazione, nuovamente minacciata dalla perdita della speranza.

Continua ad essere la nostra Madre ed Educatrice.

"Maria, Regina della Polonia, sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio".

1987-06-13 Data estesa: Sabato 13 Giugno 1987




La messa di Lodz, con la Prima Comunione di molti bambini - Polonia

Evangelizzano il mondo in modo credibile ed efficace soltanto coloro che prima evangelizzano se stessi


1. "Chi mangia questo pane vivrà in eterno" (Jn 6,51 Jn 6,58).

Oggi mi è dato di trovarmi in mezzo alla Chiesa che si trova in questa grande città di Lodz. Nel nome dell'Eucaristia, che è il pane di vita, saluto questa Chiesa, la città e la diocesi. Vi saluto tutti, cari fratelli e sorelle, che accanto a tanti banchi di lavoro industriale, guadagnate il pane quotidiano.

Saluto anche coloro che svolgono un lavoro scientifico e i docenti di tutti gli atenei e di tutte le scuole, insieme alla schiera della gioventù universitaria e studentesca. Voi, figli e figlie della Chiesa che ricevete Cristo: Pane di vita eterna.

Ecco, Lui, Cristo "come Sommo Sacerdote dei beni futuri... entro una volta per sempre nel santuario con il proprio sangue, dopo averci ottenuto una redenzione eterna" (cfr. He 9,11-12). L'Eucaristia è il Sacramento della nostra redenzione. Vi saluto nel nome dell'Eucaristia, dalla quale si edifica la Chiesa come Corpo di Cristo: la comunità dei credenti in Cristo.

Saluto il pastore della vostra Chiesa insieme ai Vescovi Ausiliari, saluto il Vescovo emerito, il Capitolo della Cattedrale, il Clero diocesano e religioso, tutte le comunità religiose femminili, i chierici del Seminario diocesano e quello dei Padri francescani conventuali. Saluto anche il Clero ed i fedeli giunti dall'arcidiocesi di Wroclaw, dalle diocesi di Kielce, di Plock, di Sandomierz-Radom e di Wloclawek. Uno speciale saluto rivolgo al gruppo, costituito di duecento persone, di cattolici dall'Ungheria.


2. In modo particolarmente cordiale saluto le famiglie di Lodz: della città e di tutta la diocesi.

Il nostro incontro odierno, unito alla Prima Santa Comunione dei vostri figli, è una grande festa per le famiglie cristiane. così è stato sempre nella nostra tradizione polacca, che da mille anni si è formata in questa terra come tradizione cristiana. La famiglia è sempre stata - e continua a rimanere - quell'ambiente umano, primo e fondamentale, nel quale Dio viene mediante i grandi Sacramenti della vostra fede, iniziando dal Santo Battesimo. Gli sposi, che donano la vita umana ai loro figli qui sulla terra, invitano nei loro cuori, in tutta la loro comunità, il Datore della vita eterna.

In questo modo sempre nuove generazioni camminano attraverso questa terra verso la Casa del Padre, così come una volta peregrinava il Popolo dell'Antica alleanza attraverso il deserto verso la terra promessa. E Dio li nutriva con la manna del cielo, perché il deserto non poteva nutrirli.

In questo cammino delle generazioni - nel cammino di ogni famiglia - alla Casa del Padre, la Prima Santa Comunione è un giorno particolare.

Esprimo la cordiale gioia che sull'itinerario del Congresso Eucaristico in Polonia posso vivere una giornata così insieme a voi, a Lodz.


3. Ora, mi rivolgo a voi, cari bambini, ragazze e ragazzi, che oggi ricevete per la prima volta nei vostri cuori il Signore Gesù come cibo di eterna salvezza.

Oggi, quando le vostre piccole labbra si schiuderanno per ricevere la bianca specie del pane, il sacerdote pronuncerà le parole: "il Corpo di Cristo", e ciascuno e ciascuna di voi risponderà: "Amen", "Amen" - vuol dire: "credo", "accolgo con la fede".

Celebrando l'Eucaristia noi celebriamo un grande mistero di fede.

Ed ecco, voi - piccoli cristiani - siete già maturi per partecipare pienamente a questo mistero. La S. Comunione è proprio la piena partecipazione all'Eucaristia, al Sacrificio di Cristo e della Chiesa.

Questo Sacrificio è stato istituito dal Signore Gesù anche per essere il nostro cibo spirituale.

Ricordate, come il Signore Gesù disse agli Apostoli durante l'ultima cena. Disse - prima sopra il pane: "Questo è il mio corpo che è dato per voi" (Lc 22,19). E dopo, sopra il calice colmo di vino disse: "Questo è il mio sangue... che viene versato per voi" (e per molti) (cfr. Lc 22,20).

Mentre lo diceva, aveva davanti agli occhi la sua morte sulla croce.

Proprio sulla croce si sono adempiute queste parole - una volta e per tutta l'umanità: il corpo è stato dato in sacrificio, e questo era il sacrificio cruento: il sangue è stato versato... per noi e per la nostra eterna salvezza.


4.Questo avvenne un'unica volta sul Calvario, il Venerdi Santo.

Nel Cenacolo tuttavia, ciò che doveva compiersi il Venerdi Santo, il Signore Gesù istitui come Santissimo Sacramento della Chiesa sotto le specie del pane e del vino.

Mentre dunque il sacrificio cruento sulla croce si è compiuto una volta per sempre. Il Sacramento di questo Sacrificio, sotto le specie del pane e del vino, deve compiersi nella Chiesa continuamente, di giorno in giorno, e di generazione in generazione.

Il Signore Gesù disse agli Apostoli nel Cenacolo: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19). "Fate questo" - vuol dire: ripetete e rinnovate il sacrificio del mio Corpo e Sangue sotto le specie del pane e del vino.

E perché il pane ed il vino? Perché il Corpo e il Sangue di Cristo potessero essere il nostro cibo. Il pane serve all'uomo come alimento, e il vino è bevanda (specialmente nei paesi del sud - là, dove il Signore Gesù visse ed istitui il Sacramento del suo Sacrificio).

Che cosa dunque è il nostro cibo? Sotto le specie del pane e del vino - il Corpo e il Sangue di Cristo.

Sotto le specie del pane e del vino - il suo Sacrificio è il nostro Cibo. Il sacrificio salvifico, mediante il quale Egli ci ha redento dai peccati.

Il sacrificio salvifico, che dà la vita eterna, rivelata nella risurrezione del Signore Gesù.


5. L'uomo ha bisogno di cibo o di bevanda, per poter vivere. Il corpo umano, l'organismo ha bisogno di cibo e di bevanda per poter vivere, crescere, svilupparsi e lavorare. Questo è il cibo della vita temporale transeunte, che termina con la morte.

Ha bisogno di cibo e di bevanda anche l'anima umana, per poter perseverare nel cammino verso la vita eterna L'uomo ha bisogno dell'Eucaristia per poter vivere in eterno quella vita, che viene da Dio.

Ecco "il Pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno" (Jn 6,51).

Così dice il Signore Gesù, e dice queste parole dopo la miracolosa moltiplicazione dei pani, ricordataci dallo odierno Vangelo: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete" (Jn 6,35).

Ecco oggi voi, cari bambini, ragazzi e ragazze, "venite" per la prima volta dal Signore Gesù nell'Eucaristia. Che gioia per i vostri genitori e per le famiglie, per le vostre parrocchie, per la Chiesa di Lodz. Quale gioia questa è per me di poter peregrinando lungo il cammino del Congresso Eucaristico attraverso la terra polacca, darvi oggi la prima Santa Comunione.


6. "La sapienza si è costruita la casa... e ha imbandito la tavola" (Pr 9,1-2).

Da duemila anni il Cristo, Sapienza di Dio, imbandisce una tavola davanti a noi: una duplice tavola: la tavola dell'Eucaristia e la tavola della Parola di Dio L'ultimo Concilio ha ricordato questa verità "su due tavole", espressa negli scritti dei Padri della Chiesa. Essa rende e mette in rilievo quel legame organico, che esiste tra l'Eucaristia, la vita sacramentale della Chiesa e la Parola di Dio, in particolare tra la catechesi e la catechizzazione.

Nella primitiva tradizione della Chiesa quel legame acquistava una particolare intensità in occasione del Sacramento del Battesimo dei catecumeni adulti ed anche della loro confermazione. Oggi, mentre da tante generazioni si è stabilita la tradizione del battesimo poco dopo la nascita del bambino in una famiglia cristiana, questo legame acquista una particolare intensità proprio in rapporto all'Eucaristia la Prima S. Comunione dei bambini, quando essi sono già in grado di comprendere questo "grande mistero di fede".


7. La catechesi infatti - sia quella che prepara direttamente alla Prima S. Comunione, sia quella che segue - ha come scopo non solo di far conoscere Gesù Cristo, ma soprattutto di condurre al suo amore e ad una profondissima unione con Lui.

E la Comunione è un segno ed una viva testimonianza di questo amore e di questa unione. Nella Comunione Cristo ci conduce all'amore del Padre nello Spirito Santo e ci dà la partecipazione alla vita della Santissima Trinità, così che diventiamo "partecipi della natura divina" (2P 1,4).

La catechesi è anche un obbligo comunitario di tutta la Chiesa; della Chiesa che riceve la catechesi e che catechizza. Nella comunione di fede e di amore siamo allo stesso tempo catechisti e catechizzati (cfr. Catechesi Tradendae, CTR 45). perciò la catechesi dovrebbe abbracciare sia i fanciulli e la gioventù, sia i pastori, gli insegnanti di religione, i seminaristi e le persone che si preparano alla vita consacrata, sia i genitori che trasmettono la fede ai propri figli, come persone che svolgono l'apostolato nel proprio ambiente. I più piccoli come i più anziani - in una parola: tutti, perché tutti nella Chiesa di Cristo sono chiamati all'"autoevangelizzazione", naturalmente in unione con il servizio docente del pastore. Evangelizzano il mondo in modo credibile ed efficace solamente coloro che prima evangelizzano se stessi mediante un costante approfondimento delle verità della fede e la vita nell'amore di Dio e del prossimo (cfr. EN 15).


8. Abbiamo anche bravissime Guide nel campo dell'evangelizzazione inteso proprio come dovere personale e collettivo.

Qui, a Lodz e nella vicina Pabianice, cresceva in una famiglia operaia - tra i genitori ed i fratelli profondamente credenti - il piccolo Rajmund Kolbe - più tardi testimone di un grande amore, il santo martire Padre Massimiliano Maria.

Ancora ragazzo scopri in sè la vocazione a vivere nell'Ordine francescano e, fedele alla chiamata di Dio come sacerdote e missionario, sviluppo una molteplice attività apostolica. Con straordinaria energia impegnava nell'opera di evangelizzazione i mezzi di comunicazione sociale a lui accessibili, per parlare agli uomini di Cristo e della sua Madre Immacolata, in Italia, nel Giappone ed in Polonia. Il mondo non aspetta forse anche oggi tali catechisti? Con Lodz è anche legata fortemente l'attività della beata Orsola Ledocliowska, Fondatrice della Congregazione delle Orsoline Grigie. In quell'enorme agglomerato di operai delle fabbriche, quale è stata questa città durante i vent'anni tra le due guerre, qui facevano catechismo le prime Orsoline, giunte a Lodz su richiesta del primo Vescovo di questa diocesi, Wincenty Tymieniecki. In una modesta casa in Via Czerwona 6, svolgevano, organizzavano e coordinavano il lavoro catechistico che si stava sviluppando nelle scuole elementari statali a Lodz e in alcune cittadine circostanti. Madre Orsola spesso veniva a trovare la sua comunità di Lodz ed essendo lei stessa un'eccellente educatrice e catechista, dimostrava vivo interesse per i problemi riguardanti l'insegnamento della religione. Si adoperava con ardore per lo sviluppo della "Crociata Eucaristica" dei fanciulli. Una volta scrisse alle sue Suore: "Quest'opera si ingrandisce di più a Lodz - da dove è anche arrivato il più grande numero di lettere". Lettere dai piccoli "cavalieri della Crociata" per il Papa Pio XI, per il suo cinquantesimo di sacerdozio. I bambini di Lodz scrivevano allora di voler così bene al Santo Padre come ai propri genitori. Alcuni dicevano di aver già fatto la prima Santa Comunione, di adorare il Signore Gesù nel Santissimo Sacramento, di desiderare di essere i suoi apostoli e missionari. Un bambino scrisse così: "Sarei molto felice di poter vedere il Santo Padre! Come sarebbe bello se il Santo Padre venisse in Polonia" (Vedi: Wybor pism blogoslawionej Urszuli Ledochowskiej in.. Polscy Swieci, Vol. 4, Warszawa 1984, pp. 337-349).

Sono lieto che, quasi compiendo il desiderio di quel ragazzo, posso essere oggi, come Papa, tra i bambini di Lodz.

La beata Orsola stimava altamente nella vita della famiglia il ruolo della madre-educatrice del bambino che si accostava alla Prima S. Comunione. "Se comprenderemo il nostro compito, il compito di madri, il compito di educatrici, che ci ordina di vegliare sulle anime dei bambini affidatici da Dio, che ci ordina di dar loro Dio - insegna Madre Orsola - prima di tutto cerchiamo di esercitare in noi una forte, profonda fede... Per amore dei nostri figli diamoci da fare per acquistare una fede profonda, viva, raggiante nella nostra vita e in quella dei nostri figli, e dal cuore della madre questa fede passerà nell'anima del figlio" (ibid. pp. 299-300).

Non posso fare a meno di ricordare anche un'altra ben nota cristiana, quale era la Serva di Dio Wanda Malczewska, morta in concetto di santità verso la fine del secolo scorso. La sua tomba si trova nel territorio della diocesi di Lodz, nella chiesa parrocchiale di Parzno, presso Belchatow. Sono in corso le pratiche per la sua beatificazione. Wanda nacque a Radom e li trascorse la sua infanzia. Si accosto alla Prima S. Comunione all'età di otto anni, molto presto - per quei tempi. Il motivo della Comunione fatta così in anticipo fu l'ardente desiderio di ricevere il Signore Gesù e una corretta comprensione dei misteri della fede. In tutta la sua vita si distinse per una profonda devozione verso il Santissimo Sacramento. Contemporaneamente, in spirito d'amore evangelico, andava in aiuto ai bambini poveri della campagna, alla gente bisognosa di assistenza, agli ammalati. Metteva molto sforzo e molto cuore nella diffusione dell'istruzione tra i contadini, insegnava loro a leggere e scrivere e diffondeva tra loro i libri. Per propria iniziativa insegnava la religione. In quest'attività socio-caritativa, Wanda, essendo una laica, collaborava con zelo con il clero e coinvolgeva nell'apostolato anche gli anziani e la gioventù. Svolgeva il suo apostolato in tempi particolarmente difficili, quando la Nazione e la Chiesa, oppressa da spartitori, erano ancora in cammino per riconquistare l'indipendenza (cfr. Slowo Biskupow z diecezji lodzkiej do duchowienstwa i wiernyc. o Wandzie Lesczynskiej, 28 maggio 1986).


9. Dice la Sapienza: "Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato" (Pr 95).

E il Cristo Signore, il sommo sacerdote della nuova ed eterna alleanza compie l'annuncio profetico di queste parole, quando dice nel cenacolo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo... Bevetene tutti: questo è il mio sangue" (cfr. Mt 26,26 Mt 26,28).

Il mio corpo: il Pane Eucaristico - "chi mangia di questo pane vivrà in eterno" (Jn 6,51).

Ecco oggi è il giorno del grande "banchetto" del pane di vita. Il giorno della Prima Santa Comunione.

La Chiesa esclama dunque esultante: "Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda Sion, il tuo Dio!" (Ps 147,12).

- Sion - Gerusalemme - Cenacolo - sono ovunque dove si ripete il sacramentale miracolo dell'Eucaristia. Dove Cristo diventa il nutrimento delle anime. Oggi Egli è tra voi, in questa grande città industriale, in questa Chiesa di Lodz.

E' in tutti voi che lo ricevete nella Santa Comunione. In voi: nei vostri cuori, cari bambini, ragazze e ragazzi che oggi lo ricevete per la prima volta...

- per riceverlo sempre d'ora in avanti, per tutta la vita.

- perché non vi manchino le forze lungo il cammino su questa terra verso la Casa del Padre.

1987-06-13 Data estesa: Sabato 13 Giugno 1987





GPII 1987 Insegnamenti - All'inizio dell'incontro di preghiera di Czestochowa (Polonia)