GPII Omelie 1996-2005 181

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VISITA ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN LIBORIO



Domenica, 17 gennaio 1999




1. "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!"! (Jn 1,29).

La testimonianza di Giovanni Battista continua a risuonare ancora oggi, a distanza di quasi 2000 anni dagli avvenimenti raccontati nel Vangelo: il Precursore indica in Gesù di Nazaret il Messia atteso e ci invita tutti a rinnovare e ad approfondire la nostra fede in lui.

E' Gesù il nostro Redentore! La sua missione salvifica, solennemente proclamata al momento del Battesimo al Giordano, culmina nel mistero pasquale, quando sulla croce egli, il vero Agnello immolato per noi, libera e redime l'uomo, ogni uomo, dal male e dalla morte.

Nella Liturgia eucaristica viene riproposto il grande annuncio del Battista. Prima della Comunione, il Celebrante presenta all'adorazione dei fedeli l'Ostia consacrata, dicendo: "Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo". Tra poco anche noi, partecipando al Banchetto eucaristico, riceveremo il vero Agnello pasquale sacrificato per la salvezza dell'intera umanità.

2. "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Jn 1,29).

Carissimi parrocchiani di san Liborio, mi rivolgo a voi con le parole del Battista poc'anzi risuonate nella nostra assemblea. Sono parole che ben esprimono il significato delle mie Visite pastorali e dei Viaggi apostolici, che mi portano ad incontrare fratelli e sorelle nella fede a Roma ed in ogni parte del mondo. Come il Battista, sento di dover indicare a tutti l'Agnello di Dio, Gesù, l'unico Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre. Nel mistero della sua Incarnazione, egli si è fatto "Dio-con-noi", rendendosi a noi vicino e dando significato al tempo ed alle nostre quotidiane vicende. E' lui il nostro costante punto di riferimento, la luce che illumina i nostri passi, la sorgente della nostra speranza.

Carissimi Fratelli e Sorelle! Saluto tutti con affetto, insieme col Cardinale Vicario e col Vescovo Ausiliare del Settore. Saluto il vostro zelante Parroco, Don Paolo Cardona, dell'Istituto secolare degli "Apostolici sodales", i Sacerdoti suoi cooperatori, le Suore Francescane del Signore e tutti coloro che, a vario titolo, prestano la loro generosa collaborazione all'interno della Comunità parrocchiale.

Un particolare pensiero va a Mons. Bruno Theodor Kresing, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Paderborn, in Germania, che oggi è qui presente per sottolineare i legami di spirituale comunione che uniscono la vostra Parrocchia all'Arcidiocesi tedesca, da me visitata nel 1996. Da allora la Comunità ecclesiale di Paderborn ha partecipato con generosità alla realizzazione di questo nuovo complesso parrocchiale. Desidero qui esprimere la mia più viva gratitudine ed invoco su entrambe le comunità la costante protezione del comune Patrono, San Liborio.

I vincoli di comunione e di solidarietà, che collegano fra loro diverse Comunità cristiane, costituiscono esperienze spirituali e pastorali di grande valore ed invitano a sviluppare sempre più l'apertura, la reciproca comprensione e l'accoglienza. Il pensiero va naturalmente al prossimo Giubileo, quando Roma ospiterà numerosi pellegrini provenienti da ogni continente. Sono certo che le Parrocchie, gli Istituti religiosi e le famiglie romane apriranno loro generosamente le porte di casa con calore e semplicità evangelica. Sarà l'occasione per un proficuo scambio di doni spirituali, oltre che una magnifica esperienza ecclesiale, che aiuterà a sentirsi tutti membri dell'unica Chiesa diffusa in ogni angolo della terra.

3. Parrocchiani di San Liborio, la vostra Comunità ha ricevuto molto e per questo siete ora chiamati ad essere, a vostra volta, generosi con gli altri. Voi vivete in un quartiere dove la chiesa parrocchiale costituisce l'unico centro significativo di aggregazione. Avendo a disposizione nuove e appropriate strutture, siete stimolati ad aprirvi con maggiore slancio alle necessità del territorio.

In quest'ambito, sono lieto di inaugurare lo "Sportello di fraternità" che, con l'aiuto della Caritas diocesana, prende proprio oggi il via, unendo insieme e ponendo a servizio dei più bisognosi preziose forze professionali presenti nella comunità. Continuate a progettare e realizzare altri interventi caritativi, annunciando con coraggio il Vangelo. Tutti, pure coloro che non sono pressati da precarie condizioni materiali, hanno bisogno di qualcuno che, come il Battista, indichi loro Cristo, Via, Verità e Vita.

Dedicatevi con ogni energia alla Missione cittadina che quest'anno, proseguendo e consolidandosi nell'impegno verso le famiglie, si rivolge agli ambienti di lavoro e di attività. Dopo aver innalzato un tempio di mattoni, dovete ora far sì che, grazie alla vostra convinta opera, sia sempre più attraente la Chiesa fatta di pietre vive, cioè di voi battezzati. Aperti al dialogo, siate pronti a valorizzare ogni occasione per crescere nella fraternità con i cristiani e i non cristiani, con credenti di altre fedi e non credenti.

4. Per realizzare l'impegnativa azione missionaria che il Signore vi chiede, occorre essere consapevoli della personale vocazione alla santità di ogni battezzato. L'Apostolo all'inizio della Lettera ai Corinzi ricorda che, santificati in Cristo Gesù, siamo "chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore" (1Co 1,2). Siamo chiamati a vivere il Vangelo con totale fedeltà. Solo così condividiamo veramente con le altre Comunità sparse nel mondo la medesima fede in Cristo, gli stessi sacramenti e l'universale vocazione all'Amore.

San Paolo saluta i cristiani di Corinto con queste parole: "Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo" (1Co 1,3). "Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro", ripeto quest'oggi a voi, Fratelli e Sorelle di questa Parrocchia, ed a voi della Comunità ecclesiale di Paderborn, uniti dalla comune devozione a san Liborio. Il Padre celeste vi protegga; vi assista con la sua grazia e vi conceda giorni di pace.

Per ciascuno invoco la protezione di Maria, la Vergine dell'ascolto e del cammino. Camminate uniti nell'itinerario spirituale ed ecclesiale verso il terzo millennio cristiano. Camminate pieni di fiducia e d'ardore missionario, seguendo san Liborio ed i vostri santi Protettori. Accogliendo l'invito di Giovanni, camminate con coraggio e fedeltà dietro a Cristo. Egli è "l'Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo"! Egli è "la luce delle Nazioni che porta la salvezza fino all'estremità della terra".

Amen!


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VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA E

PROMULGAZIONE DELL'ESORTAZIONE APOSTOLICA


POST-SINODALE «ECCLESIA IN AMERICA»




Basilica di Nuestra Señora de Guadalupe (Città del Messico)

Sabato, 23 gennaio 1999



Amati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Cari fratelli e care sorelle nel Signore;

1. «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna . . .» (Ga 4,4). Cosa è la pienezza del tempo? Dalla prospettiva della storia umana, la pienezza del tempo è una data concreta. È la notte in cui il Figlio di Dio venne al mondo a Betlemme, secondo quanto annunciato dai profeti, come abbiamo ascoltato nella prima lettura: «il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Queste parole pronunciate molti secoli prima, si sono compiute nella notte in cui venne al mondo il Figlio concepito ad opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria.

La nascita di Cristo fu preceduta dall'annuncio dell'arcangelo Gabriele. Poi Maria si recò a casa di sua cugina Elisabetta per mettersi al suo servizio. Ce lo ha ricordato il Vangelo di Luca, ponendo dinanzi ai nostri occhi l'insolito e profetico saluto di Elisabetta e la splendida risposta di Maria: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (1, 46-47). Questi sono gli eventi a cui fa riferimento la liturgia odierna.

2. La lettura della Lettera ai Galati, da parte sua, ci rivela la dimensione divina di questa pienezza del tempo. Le parole dell'apostolo Paolo riassumono tutta la teologia della nascita di Gesù, con la quale al contempo si chiarisce il significato di tale pienezza. Si tratta di qualcosa di straordinario: Dio è entrato nella storia dell'uomo. Dio, che è in se stesso il mistero insondabile della vita, Dio, che è Padre e si riflette dall'eternità nel Figlio, consustanziale a Lui e per mezzo del quale furono fatte tutte le cose (cfr Jn 1,1-3), Dio, che è unità del Padre e del Figlio in quel flusso di amore eterno che è lo Spirito Santo.

Nonostante la povertà delle nostre parole per esprimere il mistero inenarrabile della Trinità, la verità è che l'uomo, a partire dalla sua condizione terrena, è stato chiamato a partecipare a questa vita divina. Il Figlio di Dio nacque dalla Vergine Maria per concederci la filiazione divina. Il Padre ha infuso nei nostri cuori lo Spirito del Figlio, grazie al quale possiamo dire: «Abbá, Padre» (cfr Ga 4,4). È questa, dunque, la pienezza del tempo, che soddisfa qualsiasi aspirazione della storia e dell'umanità: la rivelazione del mistero di Dio, offerto all'essere umano mediante il dono dell'adozione divina.

3. La pienezza del tempo a cui fa riferimento l'Apostolo è relazionata alla storia umana. In un certo senso, facendosi uomo, Dio è entrato nel nostro tempo e ha trasformato la nostra storia in storia della salvezza. Una storia che abbraccia tutte le vicissitudini del mondo e dell'umanità, dalla creazione fino al suo termine, ma che si svolge attraverso momenti e date importanti. Una di esse è l'ormai vicino anno 2000 dalla nascita di Gesù, l'anno del Grande Giubileo, al quale la Chiesa si è preparata anche con la celebrazione dei Sinodi straordinari dedicati a ogni Continente, come è avvenuto con quello celebrato alla fine del 1997 in Vaticano.

4. Oggi in questa Basilica di Guadalupe, cuore mariano d'America, rendiamo grazie a Dio per l'Assemblea speciale per l'America del Sinodo dei Vescovi - autentico cenacolo di comunione ecclesiale e di affetto collegiale fra i Pastori del Nord, del Centro e del Sud del Continente - vissuta con il Vescovo di Roma come esperienza fraterna d'incontro con il Signore risorto, cammino per la conversione, la comunione e la solidarietà in America.

Ora, un anno dopo la celebrazione di quella Assemblea sinodale, e in coincidenza con il centenario del Concilio Plenario dell'America Latina che ebbe luogo a Roma, sono venuto qui per porre ai piedi della Vergine meticcia del Tepeyac, Stella del Nuovo Mondo, l'Esortazione Apostolica Ecclesia in America, che raccoglie i contributi e i suggerimenti pastorali di quel Sinodo, affidando alla Madre e Regina di questo Continente il futuro della sua evangelizzazione.

5. Desidero esprimere la mia gratitudine a quanti, con il loro lavoro e la loro preghiera, hanno fatto sì che quella Assemblea sinodale riflettesse la vitalità della fede cattolica in America. Parimenti, ringrazio questa Arcidiocesi Primaziale del Messico e il suo Arcivescovo, il Cardinale Norberto Rivera Carrera, per la sua cordiale accoglienza e la sua generosa disponibilità. Saluto con affetto il nutrito gruppo di Cardinali e Vescovi che sono venuti da tutte le parti del Continente e i numerosissimi sacerdoti e seminaristi qui presenti, che colmano di gioia e di speranza il cuore del Papa. Il mio saluto va al di là delle mura di questa Basilica per abbracciare quanti, dall'esterno, seguono la celebrazione, così come tutti gli uomini e le donne di diverse culture, etnie e nazioni che integrano la ricca e multiforme realtà americana.

(In portoghese)

6. «Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45). Queste parole che Elisabetta rivolge a Maria, che porta Cristo nel suo grembo, si possono applicare anche alla Chiesa in questo Continente. Beata sei tu, Chiesa in America, che, accogliendo la Buona Novella del Vangelo, generasti numerosi popoli alla fede! Beata perché credi, beata perché speri, beata perché ami, poiché la promessa del Signore si compirà! Gli eroici sforzi missionari e l'ammirevole impresa evangelizzatrice di questi cinque secoli non sono stati vani. Oggi possiamo dire che, grazie ad essi, la Chiesa in America è la Chiesa della Speranza. Basta vedere il vigore dei suoi numerosi giovani, l'eccezionale valore che si dà alla famiglia, la fioritura di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata e, soprattutto, la profonda religiosità dei suoi popoli. Non dimentichiamo che nel prossimo millennio, ormai imminente, l'America sarà il continente con il maggior numero di cattolici.

(In francese)

7. Tuttavia, come i Padri sinodali hanno sottolineato, se la Chiesa in America ha molti motivi per rallegrarsi, essa deve anche far fronte a serie difficoltà e a importanti sfide. Dovremmo quindi perderci d'animo? In nessun caso, poiché «Gesù Cristo è il Signore!» (Ph 2,11). Egli ha vinto il mondo e ha inviato il suo Spirito Santo per rendere nuove tutte le cose. Sarebbe troppo ambizioso sperare che, dopo questa Assemblea sinodale - il primo Sinodo americano della storia - si sviluppasse in questo continente a maggioranza cristiana un modo più evangelico di vivere e di condividere? Esistono molti ambiti in cui le comunità cristiane del Nord, del Centro e del Sud dell'America possono manifestare i loro vincoli fraterni, esercitare una solidarietà reale e collaborare a progetti pastorali comuni, ognuna apportando le ricchezze spirituali e materiali di cui dispone.

(In inglese)

8. L'Apostolo Paolo ci insegna che nella pienezza del tempo Dio mandò suo Figlio, nato da donna, a redimerci dal peccato e fare di noi suoi figli e sue figlie. Di conseguenza, non siamo più servi ma figli ed eredi di Dio (cfr Ga 4,4-7). La Chiesa deve pertanto proclamare il Vangelo della vita e denunciare con forza profetica la cultura della morte. Possa il Continente della Speranza essere anche il Continente della Vita! È questo il nostro grido: una vita degna per tutti! Per coloro che sono stati concepiti nel grembo della propria madre, per i bambini di strada, per i popoli indigeni e per gli afro-americani, per gli immigrati e i rifugiati, per i giovani privati di qualsiasi opportunità, per gli anziani, per quanti sperimentano ogni sorta di povertà o di emarginazione.

Cari fratelli e care sorelle, è giunta l'ora di bandire una volta per tutte dal Continente qualsiasi attacco alla vita. Mai più violenza, terrorismo e narcotraffico! Mai più tortura o altre forme di abuso! Bisogna porre fine all'inutile ricorso alla pena di morte! Mai più sfruttamento dei deboli, discriminazione razziale o ghetti di povertà! Mai più! Questi sono mali intollerabili che gridano al cielo e invitano i cristiani a un diverso stile di vita, a un impegno sociale più in sintonia con la loro fede. Dobbiamo risvegliare le coscienze degli uomini e delle donne con il Vangelo, al fine di dare risalto alla loro sublime vocazione di figli di Dio. Ciò li ispirerà a edificare un'America migliore. È urgente suscitare una nuova primavera di santità nel continente cosicché l'azione e la contemplazione procedano di pari passo.

(In spagnolo)

9. Desidero affidare e offrire il futuro del Continente a Maria Santissima, Madre di Cristo e della Chiesa. Sono quindi lieto di annunciare che ho stabilito che il giorno 12 dicembre in tutta l'America si celebri la Vergine Maria di Guadalupe con il rango liturgico di festa.

O Madre! Tu conosci le vie che seguirono i primi evangelizzatori del Nuovo Mondo, dalle isole Guanahani e La Española alle foreste dell'Amazzonia e alle vette andine, giungendo fino alla terra del Fuoco nel Sud e ai grandi laghi e alle montagne del Nord. Accompagna la Chiesa che svolge la sua opera nelle nazioni americane affinché sia sempre evangelizzatrice e rinnovi il suo spirito missionario. Incoraggia tutti coloro che dedicano la propria vita alla causa di Gesù e alla diffusione del suo Regno.

O dolce Signora del Tepeyac, Madre di Guadalupe! Ti presentiamo questa moltitudine incalcolabile di fedeli che pregano Dio in America. Tu che sei entrata nel loro cuore, visita e conforta i focolari domestici, le parrocchie e le Diocesi di tutto il Continente. Fa' sì che le famiglie cristiane educhino in modo esemplare i propri figli nella fede della Chiesa e nell'amore del Vangelo, affinché siano un vivaio di vocazioni apostoliche. Volgi oggi il tuo sguardo verso i giovani e incoraggiali a camminare con Gesù Cristo.

O Signora e Madre d'America! Conferma la fede dei nostri fratelli e sorelle laici, affinché in tutti i campi della vita sociale, professionale, culturale e politica agiscano conformemente alla verità e alla legge nuova che Gesù ha portato all'umanità. Guarda propizia all'angustia di quanti soffrono per la fame, la solitudine, l'emarginazione o l'ignoranza. Facci riconoscere in essi i tuoi figli prediletti e infondici l'impeto della carità per aiutarli nei loro bisogni.

Vergine Santa di Guadalupe, Regina della Pace! Salva le nazioni e i popoli del Continente. Fa' sì che tutti, governanti e cittadini, imparino a vivere nell'autentica libertà agendo secondo le esigenze della giustizia e il rispetto dei diritti umani, affinché la pace si consolidi definitivamente.

A te, Signora di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, tutto l'affetto, l'onore, la gloria e la lode costante dei tuoi figli e delle tue figlie d'America!
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VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA



Autodromo «Hermanos Rodríguez» (Città del Messico)

Domenica, 24 gennaio 1999



Cari fratelli e care sorelle,

1. «Siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti» (1Co 1,10). Questa mattina le parole dell'apostolo San Paolo ci incoraggiano a vivere intensamente questo incontro di fede, che è la celebrazione eucaristica, nella «santa domenica, onorata dalla risurrezione del Signore, primizia di tutti gli altri giorni» (Dies Domini, n. 19). L'essere qui a presiedere la Santa Messa mi riempie d'immensa gioia.

Nel piano di Dio la domenica è il giorno in cui la comunità cristiana si riunisce intorno alla mensa della Parola di Dio e alla mensa dell'Eucaristia. In questo importante incontro siamo chiamati dal Signore a rinnovare e ad approfondire il dono della fede. Sì, fratelli, la domenica è il giorno della fede e della speranza; il giorno della gioia e della risposta gioiosa a Cristo Salvatore, il giorno della santità! In questa assemblea fraterna viviamo e celebriamo la presenza del Maestro, che ha promesso: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

2. Desidero ringraziare ora il Signor Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo Primate di México, per le cordiali parole che mi ha rivolto nel presentare la realtà di questa amata comunità ecclesiale. Saluto anche con affetto il Cardinale Ernesto Corripio Ahumada, Arcivescovo emerito di México, così come gli altri Cardinali e Vescovi messicani e quanti sono venuti da altre parti del Continente americano e da Roma. Il Papa vi incoraggia nell'esercizio del vostro ministero e vi esorta a non risparmiare energie nel predicare con coraggio il Vangelo di Cristo.

Saluto anche con grande stima i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, incoraggiandoli a santificarsi con il loro irrinunciabile dono di sé a Dio mediante il loro servizio alla Chiesa e alla nuova evangelizzazione, seguendo sempre le direttive dei loro Pastori. Ciò costituirà una grande forza per annunciare meglio Cristo agli altri, soprattutto a coloro che sono più lontani. Parimenti ricordo le tante religiose di clausura che pregano per la Chiesa, per il Papa, per i Vescovi e i sacerdoti, per i missionari e per tutti i fedeli.

Saluto anche in modo molto affettuoso i numerosi indigeni di diverse regioni del Messico presenti a questa celebrazione. Il Papa si sente molto vicino a tutti voi, ammirando i valori delle vostre culture, e incoraggiandovi a superare con speranza le difficili situazioni che attraversate. Vi invito a sforzarvi per conseguire il vostro sviluppo e ad adoperarvi per la vostra promozione. Costruite con responsabilità il vostro futuro e quello dei vostri figli! Chiedo perciò a tutti i fedeli di questa Nazione di impegnarsi ad aiutare e a promuovere i più bisognosi in mezzo a voi. È necessario che tutti e ciascuno dei figli di questa Patria dispongano del necessario per condurre una vita degna. Tutti i membri della società messicana hanno pari dignità, poiché sono figli di Dio e quindi meritano tutti il rispetto e hanno diritto a realizzarsi pienamente nella giustizia e nella pace.

La parola del Papa vuole giungere anche agli infermi che non sono potuti stare qui con noi. Mi sento molto vicino ad essi, per trasmettere loro la consolazione e la pace di Cristo. Mentre cercano di recuperare la salute, chiedo loro di offrire la propria malattia per la Chiesa, conoscendo il valore salvifico e la forza evangelizzatrice che possiede la sofferenza umana associata a quella del Signore Gesù.

Ringrazio in modo particolare le Autorità civili per la loro presenza a questa celebrazione. Il Papa vi incoraggia a continuare a lavorare diligentemente per il bene di tutti, con un profondo senso della giustizia, secondo le responsabilità che vi sono state affidate.

3. Nella prima lettura, nel fare riferimento all'aspettativa messianica di Israele, il Profeta dice: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9,1). Questa luce è Cristo, portata qui quasi cinquecento anni fa dai dodici primi evangelizzatori francescani provenienti dalla Spagna. Oggi siamo testimoni di una fede radicata e degli abbondanti frutti che il sacrificio e l'abnegazione di tanti missionari hanno prodotto.

Come ci ricorda il Concilio Vaticano II, «Cristo è la luce delle genti» (Lumen gentium LG 1). Che questa luce illumini la società messicana, le sue famiglie, le scuole e le università, i suoi campi e le sue città! Che i valori del Vangelo ispirino i governanti a servire i loro concittadini, tenendo conto in modo particolare dei più bisognosi.

La fede in Cristo è parte integrante della nazione messicana, essendo impressa in modo indelebile nella sua storia. Non lasciate che questa luce della fede si spenga! Il Messico continua ad averne bisogno per poter costruire una società più giusta e fraterna, solidale con quanti non possiedono nulla e attendono un futuro migliore.

Il mondo attuale a volte dimentica i valori trascendenti della persona umana: la sua dignità e libertà, il suo diritto inviolabile alla vita e il dono inestimabile della famiglia, in un clima di solidarietà nella convivenza sociale. I rapporti fra gli uomini non sempre si fondano sui principi della carità e dell'aiuto reciproco. Al contrario, i criteri dominanti sono altri, il che mette in pericolo lo sviluppo armonioso e il progresso integrale delle persone e dei popoli. Per questo i cristiani devono essere «l'anima» di questo mondo: che lo colmi di spirito, che gli infonda vita e cooperi all'edificazione di una società nuova, retta dall'amore e dalla verità.

Voi, cari figli e care figlie, anche nei momenti più difficili della vostra storia, avete saputo riconoscere sempre il Maestro «che ha parole di vita eterna» (cfr Jn 6,68). Fate sì che la Parola di Cristo giunga a quanti ancora la ignorano! Abbiate il coraggio di testimoniare il Vangelo nelle strade e nelle piazze, nelle valli e nelle montagne di questa Nazione! Promuovete la nuova evangelizzazione, seguendo gli orientamenti della Chiesa.

4. Nel salmo responsoriale abbiamo cantato: «Il Signore è mia luce e mia salvezza» (Ps 26,1). Di chi avremo timore se Egli è con noi? Siate quindi coraggiosi. Cercate il Signore e in Lui troverete la pace. I cristiani sono chiamati ad essere «la luce del mondo» (Mt 5,14), illuminando con la testimonianza delle loro opere l'intera società.

Quando si intraprende fermamente il cammino della fede, si lasciano da parte le seduzioni che affliggono la Chiesa, Corpo mistico di Cristo, e non si presta attenzione a quanti, dando le spalle alla verità, predicano la divisione e l'odio (cfr 2P 2,1-2). Figli e figlie del Messico e dell'intera America, non cercate in ideologie fallaci e apparentemente innovatrici la verità della vita: «Gesù è la vera novità che supera ogni attesa dell'umanità e tale rimarrà per sempre» (Incarnationis mysterium, n. 1).

5. In questo Autodromo, trasformato oggi in un grande tempio, risuonano con forza le parole con cui Gesù iniziò la sua predicazione: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). Fin dalla sua origine la Chiesa ha fedelmente trasmesso questo messaggio di conversione, affinché tutti potessimo condurre una vita più pura, secondo lo spirito del Vangelo. La chiamata alla conversione diventi più pressante in questo momento di preparazione al Grande Giubileo, nel quale commemoreremo il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio avvenuta duemila anni fa.

All'inizio di questo anno liturgico, con la Bolla Incarnationis mysterium, ho indicato come «il tempo giubilare ci introduce a quel robusto linguaggio che la divina pedagogia della salvezza impiega per sospingere l'uomo alla conversione e alla penitenza, principio e via della sua riabilitazione» (n. 2). Il Papa vi esorta pertanto a convertire il vostro cuore a Cristo. È necessario che l'intera Chiesa cominci il nuovo millennio aiutando i propri figli a purificarsi dal peccato e dal male, che ampli i propri orizzonti di santità e di fedeltà per partecipare alla grazia di Cristo, che ci ha chiamati a essere figli della luce e a prendere parte alla gloria eterna (cfr Col 1,13).

6. «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19).

Queste parole di Gesù, che abbiamo appena ascoltato, si ripetono nel corso della storia e in ogni angolo della terra. Come il Maestro, rivolgo lo stesso invito a tutti, soprattutto ai giovani, a seguire Cristo. Cari giovani, Gesù chiamò un giorno Simon Pietro e Andrea. Erano pescatori e abbandonarono le loro reti per seguirlo. Certamente Cristo invita alcuni di voi a seguirlo e a dedicarsi totalmente alla causa del Vangelo. Non abbiate paura di ricevere questo invito del Signore! Non permettete alle reti di impedirvi di seguire il cammino di Gesù! Siate generosi, non smettete di rispondere al Maestro che vi chiama. Seguitelo per essere, come gli Apostoli, pescatori di uomini.

Parimenti, incoraggio i padri e le madri di famiglia a essere i primi ad alimentare il seme della vocazione nei figli, dando loro l'esempio dell'amore di Cristo nel proprio focolare domestico, con sforzo e sacrificio, con dedizione e responsabilità. Cari genitori: formate i vostri figli secondo i principi del Vangelo affinché possano essere gli evangelizzatori del terzo millennio. La Chiesa ha bisogno di più evangelizzatori. L'intera America, della quale voi fate parte, e in modo particolare questa amata Nazione, ha una grande responsabilità in vista del futuro.

Per molto tempo il Messico è stato oggetto dell'abnegata e generosa azione evangelizzatrice di tanti testimoni di Cristo. Pensiamo soltanto ad alcune di queste esimie figure, come Juan de Zumárraga e Vasco de Quiroga. Altri hanno evangelizzato con la loro testimonianza fino alla morte, come i Beati bambini martiri di Tlaxcala, Cristóbal, Antonio e Juan, o il Beato Miguel Pro e tanti altri sacerdoti, religiosi e laici martiri. Altri ancora, infine, sono stati confessori come il Vescovo Beato Rafael Guizar.

7. Per concludere, desidero rivolgere il mio pensiero verso il Tepeyac, a Nostra Signora di Guadalupe, Stella della prima e della nuova Evangelizzazione d'America. A lei affido la Chiesa che peregrina in Messico e nel Continente americano, e le chiedo ardentemente di aiutare i suoi figli ad entrare con fede e speranza nel terzo millennio.

Sotto la sua sollecitudine materna pongo i giovani di questa Patria, così come la vita e l'innocenza dei bambini, soprattutto di quelli che corrono il pericolo di non nascere. Affido alla sua amorevole protezione la causa della vita: che nessun messicano osi ferire il dono prezioso e sacro della vita nel ventre materno!

Alla sua intercessione affido i poveri con i loro bisogni e i loro aneliti. Dinanzi a Lei, con il suo volto meticcio, depongo i desideri e le speranze dei popoli indigeni con la loro cultura, popoli che sperano di soddisfare le loro legittime aspirazioni e di conseguire lo sviluppo al quale hanno diritto. Le affido anche gli afro-americani. Nelle sue mani metto anche i lavoratori, gli imprenditori e tutti coloro che con la propria attività collaborano al progresso della società attuale.

Vergine Santissima! Che, come il Beato Juan Diego, possiamo portare impressa, nel cammino della nostra vita, la tua immagine e annunciare la Buona Novella di Cristo a tutti gli uomini.


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VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO

E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA



Stadio «Trans World Dome» (Saint Louis)

Mercoledì, 27 gennaio 1999

Cari Fratelli e care Sorelle,


1. Nell'Incarnazione, Dio rivela pienamente se stesso nel Figlio che è venuto nel mondo (cfr Tertio Millennio adveniente, n. 9). La nostra fede non è semplicemente il risultato della nostra ricerca di Dio. In Gesù Cristo è Dio che, personalmente, viene da noi per parlarci e indicarci il cammino verso di Lui.

L'Incarnazione rivela anche la verità sull'uomo. In Gesù Cristo, il Padre ha pronunciato la parola definitiva sul nostro vero destino e sul significato della storia umana (cfr ibidem, n. 5). «In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Jn 4,10). L'Apostolo parla dell'amore che ha ispirato il Figlio a farsi uomo e a dimorare in mezzo a noi. Attraverso Gesù Cristo sappiamo quanto il Padre ci ama. In Gesù Cristo, per dono dello Spirito Santo, ognuno di noi può partecipare all'amore che è la vita della Santissima Trinità.

San Giovanni prosegue: «Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio» (1Jn 4,15). Attraverso la fede nel Figlio di Dio fattosi uomo dimoriamo nel cuore di Dio: «Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1Jn 4,16). Queste parole ci rivelano il mistero del Sacro Cuore di Gesù: l'amore e la compassione di Gesù sono la porta attraverso la quale l'amore eterno del Padre viene riversato sul mondo. Nel celebrare questa Messa del Sacro Cuore, spalanchiamo i nostri cuori alla misericordia salvifica di Dio!

2. Nella lettura del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, san Luca usa la figura del Buon Pastore per parlare di questo amore divino. Il Buon Pastore è un'immagine cara a Gesù nei Vangeli. Rispondendo ai Farisei che si lamentavano perché riceveva i peccatori mangiando con loro, il Signore pone loro una domanda: Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? «Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta» (Lc 15,5-6).

Questa parabola sottolinea la gioia di Cristo e del nostro Padre celeste per ogni peccatore che si pente. L'amore di Dio è un amore che ci cerca. È un amore salvifico. Questo è l'amore che troviamo nel Cuore di Gesù.

3. Quando conosciamo l'amore che è nel Cuore di Cristo, sappiamo che ogni persona, ogni famiglia, ogni popolo sulla faccia della terra può riporre la propria fiducia in tale Cuore. Abbiamo sentito dire a Mosè: «Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio [. . .] Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti [...] perché il Signore vi ama» (Dt 7,6-8). Sin dai tempi dell'Antico Testamento, il fulcro della storia della salvezza è rappresentato dall'amore inesauribile, dalla predilezione di Dio e dalla nostra risposta umana a tale amore. La nostra fede è la risposta all'amore e alla predilezione di Dio.

Sono trascorsi ormai trecento anni da quell'8 dicembre 1698, in cui il Santo Sacrificio della Messa fu offerto per la prima volta in quella che è ora la città di St. Louis. Era la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine; e Padre Montigny, Padre Davion e Padre St. Cosme eressero un altare in pietra sulle rive del Mississippi e celebrarono la Messa. Questi tre secoli sono stati la storia dell'amore di Dio riversato su questa parte degli Stati Uniti e una storia di generosa risposta a tale amore.

In questa Arcidiocesi, il comandamento dell'amore ha suscitato una serie infinita di attività per le quali oggi rendiamo grazie al nostro Padre celeste. St. Louis è stata l'Accesso all'Occidente, ma è stata anche l'accesso della grande testimonianza cristiana e del servizio evangelico. Fedele al mandato di Cristo di evangelizzare, il primo Pastore di questa Chiesa locale, il Vescovo Joseph Rosati - originario della cittadina di Sora, molto vicino a Roma - sin dall'inizio ha promosso un'eccezionale attività missionaria. Oggi, infatti, possiamo contare quarantasei diverse Diocesi nel territorio servito dal Vescovo Rosati.

In quest'area, numerose congregazioni religiose, maschili e femminili, hanno operato per il Vangelo con dedizione esemplare, una generazione dopo l'altra. Qui è possibile trovare le radici americane dell'impegno evangelizzatore della Legione di Maria o di altre associazioni di apostolato laicale. L'attività della Società per la Propagazione della Fede, resa possibile dal generoso sostegno della gente di questa Arcidiocesi, è un'autentica partecipazione alla risposta della Chiesa al mandato di Cristo di evangelizzare. Da St. Louis il Cardinale Ritter ha mandato i primi sacerdoti Fidei Donum in America Latina, nel 1956, dando così espressione concreta allo scambio di doni che dovrebbe sempre far parte della comunione tra le Chiese. Questa solidarietà in seno alla Chiesa è stata il tema centrale dell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'America dello scorso anno, ed è il pensiero centrale dell'Esortazione Apostolica Ecclesia in America - la Chiesa in America - che ho appena firmato e emanato presso il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico.

4. Qui, per grazia di Dio, le attività caritative di ogni genere sono state una parte viva della vita cattolica. La Società di san Vincenzo de' Paoli sin dall'inizio ha occupato un posto privilegiato nell'Arcidiocesi. Gli Istituti di carità cattolici per molti anni hanno svolto un lavoro eccezionale nel nome di Gesù Cristo. Gli eccellenti servizi di assistenza sanitaria cattolici hanno mostrato il volto umano del Cristo amorevole e compassionevole.

Le scuole cattoliche hanno dimostrato di possedere un valore inestimabile per generazioni di bambini, insegnando loro a conoscere, amare e servire Dio e preparandoli ad assumere responsabilmente il loro ruolo nella comunità. Genitori, insegnanti, Pastori, amministratori e intere parrocchie hanno compiuto grandi sacrifici per conservare il carattere fondamentale dell'educazione cattolica come autentico ministero della Chiesa e servizio evangelico ai giovani. Gli obiettivi del Piano Pastorale Strategico dell'Arcidiocesi - evangelizzazione, conversione, servizio, educazione cattolica, assistenza ai bisognosi - hanno qui una lunga tradizione.

Oggi i cattolici americani devono affrontare la grave sfida di conoscere e custodire questa immensa eredità di santità e servizio. Da questa eredità dovete trarre ispirazione e forza per la nuova evangelizzazione, tanto necessaria all'approssimarsi del Terzo Millennio Cristiano. Attraverso la santità e il servizio della Santa di St. Louis, Philippine Duchesne, e di innumerevoli sacerdoti, religiosi e laici sin dai primordi della Chiesa in questo territorio, la vita cattolica si è manifestata in tutto il suo ricco e variegato splendore. Oggi non vi si chiede di meno.

5. Nella nuova evangelizzazione che si sta compiendo occorre porre una particolare enfasi sulla famiglia e sul rinnovamento del matrimonio cristiano. Nella loro missione principale di comunicarsi amore, di essere insieme a Dio co-creatori della vita umana e di trasmettere l'amore di Dio ai loro figli, i genitori devono sapere di beneficiare del pieno sostegno della Chiesa e della società. La nuova evangelizzazione deve fare apprezzare in modo più pieno la famiglia come primo e più vitale fondamento della società, come prima scuola di virtù sociale e di solidarietà (cfr Familiaris consortio FC 42). Come va la famiglia, così va la nazione!

La nuova evangelizzazione deve anche fare emergere la verità secondo la quale «il Vangelo dell'amore di Dio per l'uomo, il Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un unico e indivisibile Vangelo» (Evangelium vitae EV 2). Quali credenti, come possiamo non capire che l'aborto, l'eutanasia e il suicidio assistito rappresentano un terribile rifiuto del dono di Dio della vita e dell'amore? E, quali credenti, come possiamo non sentire il dovere di offrire ai malati e ai sofferenti il calore del nostro affetto e il sostegno che li aiuterà sempre ad abbracciare la vita?

La nuova evangelizzazione ha bisogno di seguaci di Cristo che siano incondizionatamente a favore della vita: che proclamino, celebrino e servano il Vangelo della vita in ogni situazione. Un segno di speranza è costituito dal crescente riconoscimento che la dignità della vita umana non deve mai essere negata, nemmeno a chi ha fatto del male. La società moderna possiede gli strumenti per proteggersi senza negare in modo definitivo ai criminali la possibilità di ravvedersi (cfr Evangelium vitae EV 27). Rinnovo l'appello lanciato a Natale, affinché si decida di abolire la pena di morte, che è crudele e inutile.

All'approssimarsi del nuovo millennio, si pone un'altra sfida a questa comunità di St. Louis, a est e a ovest del Mississippi, e non solo a St. Louis, ma all'intero Paese: quella di porre fine a ogni forma di razzismo, piaga che i vostri Vescovi hanno definito uno dei mali più persistenti e distruttivi della nazione.

6. Cari Fratelli e care Sorelle, il Vangelo dell'amore di Dio, che oggi celebriamo, trova la sua massima espressione nell'Eucaristia. Nella Messa e nell'Adorazione Eucaristica incontriamo l'amore misericordioso di Dio, che passa per il Cuore di Gesù Cristo. Nel nome di Gesù, il Buon Pastore, desidero lanciare un appello ai cattolici in tutti gli Stati Uniti e ovunque giungano la mia voce o le mie parole, soprattutto a coloro che per un qualsiasi motivo sono lontani dalla pratica della fede. Alla vigilia del Grande Giubileo del bimillenario dell'Incarnazione, Cristo vi cerca e vi invita a ritornare alla comunità di fede. Non è forse questo il momento di sperimentare la gioia di ritornare alla casa del Padre? In alcuni casi vi potranno ancora essere ostacoli alla partecipazione eucaristica; in altri vi potranno essere dei ricordi da guarire; in tutti i casi vi è sempre la certezza dell'amore e della misericordia di Dio.

Il Grande Giubileo dell'Anno 2000 inizierà con l'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma: è un potente simbolo della Chiesa - aperta a chiunque senta il bisogno dell'amore e della misericordia del Cuore di Cristo.Nel Vangelo Gesù dice: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Jn 10,9).

La nostra vita cristiana può essere considerata un grande pellegrinaggio verso la casa del Padre, che passa attraverso la porta che è Gesù Cristo. La chiave di tale porta è il pentimento e la conversione. La forza per varcare la soglia di questa porta proviene dalla nostra fede, dalla speranza e dall'amore. Per molti cattolici, una parte importante del viaggio consiste nella necessità di riscoprire la gioia di appartenere alla Chiesa, di custodire la Chiesa poiché ci è stata data dal Signore, come Madre e Maestra.

Vivendo nello Spirito Santo, la Chiesa attende il Millennio come tempo di profondo rinnovamento spirituale. Lo Spirito susciterà veramente una nuova primavera di fede se i cuori di cristiani saranno colmi di nuovi atteggiamenti di umiltà, generosità e apertura alla sua grazia purificatrice. Nelle parrocchie e nelle comunità di questa terra fioriranno la santità e il servizio cristiano se «avrete riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per voi» (cfr 1Jn 4,16).

Maria, Madre di Misericordia, insegna alla abitanti di St. Louis e degli Stati Uniti a dire si a tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo!

Madre della Chiesa, lungo il cammino verso il Grande Giubileo del Terzo Millennio, sii la Stella che guida con sicurezza i nostri passi verso il Signore!

Vergine di Nazaret, duemila anni fa hai portato nel mondo il Verbo Incarnato: conduci gli uomini e le donne del nuovo Millennio a Colui che è la vera luce del mondo! Amen.



GPII Omelie 1996-2005 181