GPII Omelie 1996-2005 342

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CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI 6 SERVI DI DIO

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Domenica, 14 aprile 2002




1. "Gesù in persona si accostò e camminava con loro" (Lc 24,15). Gesù, come abbiamo appena ascoltato nell'odierna pagina evangelica, si fa viandante affiancandosi a due discepoli diretti al villaggio di Emmaus. Spiega loro il senso delle Scritture e poi, giunto a destinazione, spezza il pane con loro, proprio come aveva fatto con gli Apostoli la sera prima della sua morte in croce. In quel momento gli occhi dei discepoli si aprono e lo riconoscono (cfr v. 31).

L'esperienza pasquale di Emmaus si rinnova continuamente nella Chiesa. Ne possiamo ammirare un mirabile esempio anche nell'esistenza di coloro che oggi ho la gioia di elevare alla gloria degli altari: Gaetano Errico, Lodovico Pavoni e Luigi Variara, presbiteri; María del Tránsito de Iesús Sacramentado, vergine; Artemide Zatti, religioso; María Romero Meneses, vergine.

Come i discepoli di Emmaus, questi nuovi Beati hanno saputo riconoscere la presenza viva del Signore nella Chiesa e, vincendo difficoltà e paure, ne sono divenuti testimoni entusiasti e coraggiosi davanti al mondo.

2. "Non a prezzo di cose corruttibili ... foste liberati..., ma con il sangue prezioso di Cristo" (1P 1,18-19). Queste parole, tratte dalla seconda Lettura, ci fanno pensare al beato Gaetano Errico, presbitero e fondatore della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

In un'epoca segnata da profondi cambiamenti politici e sociali, di fronte al rigorismo spirituale dei giansenisti, Gaetano Errico annuncia la grandezza della misericordia di Dio, che sempre chiama alla conversione coloro che vivono sotto il dominio del male e del peccato. Vero martire del confessionale, il nuovo Beato vi trascorreva intere giornate spendendo il meglio delle proprie energie nell'accoglienza e nell'ascolto dei penitenti. Col suo esempio egli ci stimola a riscoprire il valore e l'importanza del sacramento della penitenza, dove Iddio distribuisce a piene mani il suo perdono e mostra la sua tenerezza di Padre verso i propri figli più deboli.

"Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni" (Ac 2,31). Questa intima consapevolezza, diventata fede infuocata e indomita, ha guidato l'esperienza spirituale e sacerdotale di Lodovico Pavoni, presbitero, Fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata.

Dotato di animo particolarmente sensibile, si impegnò con tutto se stesso nell'assistenza ai giovani poveri e abbandonati, e specialmente ai sordo-muti. La sua attività spaziava in molti campi, da quello dell'educazione al settore dell'editoria, con originali intuizioni apostoliche e coraggiose azioni innovatrici. A fondamento di tutto c'era una solida spiritualità. Egli ci esorta con la sua testimonianza a confidare in Gesù e a immergerci sempre più nel mistero del suo amore.

3. "Y comenzando por Moisés y siguiendo por los profetas les explicó lo que se refería a él en toda la Escritura" (Lc 24,28). En estas palabras del Evangelio de hoy, Jesús se manifiesta como compañero en el camino de la vida del hombre y Maestro paciente, que sabe modelar el corazón e iluminar la mente para que comprenda el designio de Dios. Tras su encuentro con Él, los discípulos de Emaús, superado el abatimiento y la confusión, volvieron por su pie a la naciente comunidad cristiana para anunciarles la alegre noticia de haber visto al Señor resucitado.

Esta espiritualidad acomuna a tres de los nuevos beatos que buscaron la santidad a la sombra de Don Bosco y de la tradición salesiana. La elevación a los altares de Don Luigi Variara, del Señor Artemide Zatti y de Sor María Romero son un gran gozo para esa Familia religiosa.

4. De Italia, y precisamente de la diócesis de Asti, llegó a Colombia el salesiano Padre Luis Variara, seguidor fiel de Jesús misericordioso y cercano de los abatidos. Desde el primer momento dedicó su energía juvenil y la riqueza de sus dones, al servicio de los leprosos. Primer salesiano ordenado sacerdote en Colombia, logró reunir en torno de sí un grupo de muchachas consagradas, algunas de ellas incluso leprosas o hijas de leprosos y por ello no aceptadas en los Institutos religiosos. Con el tiempo este grupo se ha convertido en la Congregación de las Hijas de los Sagrados Corazones de Jesús y María, floreciente Instituto hoy presente en diversos países.

Artemide Zatti, Coadjutor salesiano, salió con su familia de la diócesis de Reggio Emilia en busca de una vida mejor a la Argentina, la tierra soñada por Don Bosco. Allí descubrió su vocación salesiana, que se concretó en un servicio apasionado, competente y lleno de amor a los enfermos. Sus casi cincuenta años en Viedma representan la historia de un religioso ejemplar, puntual en el cumplimiento de sus deberes comunitarios y dedicado totalmente a servicio de los necesitados. Que su ejemplo nos ayude siempre ser consciente de la presencia del Señor y nos lleve a acogerlo en todos los hermanos necesitados.

Sor María Romero Meneses, Hija de María Auxiliadora, supo reflejar el rostro de Cristo que se hace reconocer el repartir el pan. Nacida en Nicaragua, realizó su formación para la vida religiosa en El Salvador y pasó la mayor parte de su vida en Costa Rica. Estos queridos pueblos centroamericanos, unidos ahora en el júbilo de su beatificación, podrán encontrar en la nueva Beata, que tanto los amò, abundantes ejemplos y enseñanzas para renovar y fortalecer su vida cristiana, tan arraigada en esas tierras.

Con un amor apasionado a Dios y una confianza ilimitada en el auxilio de la Virgen María, Sor María Romero fue religiosa ejemplar, apóstol y madre de los pobres, que, sin excluir a nadie, eran sus preferidos. ¡Que su recuerdo sea bendición para todos y que las obras fundadas por ella, entre las que destaca la "Casa de la Virgen" en San José, sigan siendo fieles a los ideales que les dieron origen!

5. "¿No esta ardiendo nuestro corazón dentro de nosotros cuando nos hablaba en el camino y nos explicaba las escrituras?" (Lc 24,32). Esta sorprendente confesión de aquellos discípulos primero encaminados a Emaús es lo que ocurrió también con la vocación de la Madre María del Tránsito de Jesús Sacramentado Villegas, fundadora de las Hermanas Terciarias Misioneras Franciscanas y la primera mujer argentina que alcanza el honor de los altares.

La llama que ardía en su corazón llevó a María del Tránsito a buscar la intimidad con Cristo en la vida contemplativa. No se apagó cuando por enfermedad tuvo que abandonar los Monasterios en que estuvo, sino que continuó en forma de confianza y abandono en la voluntad de Dios, que siguió buscando incesantemente. El ideal franciscano se manifestó entonces como el verdadero camino que Dios quería para ella y, con la ayuda de sabios directores, emprendió una vida de pobreza, humildad, paciencia y caridad, dando vida a una nueva Familia religiosa.

Traduzione italiana delle parti in lingua spagnola:

3. "E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui" (Lc 24,27). In queste parole del Vangelo di oggi, Gesù si manifesta come compagno sul cammino della vita dell'uomo e come Maestro paziente, che sa modellare il cuore e illuminare la mente affinché comprenda il disegno di Dio. Dopo l'incontro con Lui, i discepoli di Emmaus, superato l'abbattimento e la confusione, diressero i loro passi verso la nascente comunità cristiana per annunciarle la notizia che avevano visto il Signore risorto.

Questa spiritualità accomuna tre dei nuovi beati, che hanno cercato la santità sulle orme di Don Bosco e della tradizione salesiana. L'elevazione agli altari di Don Luigi Variara, del Signor Artemide Zatti e di Suor Maria Romero sono una grande gioia per questa Famiglia religiosa.

4. Dall'Italia, è più precisamente dalla Diocesi di Asti, il salesiano Padre Luis Variara, seguace fedele di Gesù misericordioso e vicino agli afflitti, giunse in Colombia. Sin dal primo istante dedicò la sua energia giovanile e la ricchezza dei suoi doni al servizio dei malati di lebbra. Primo salesiano ordinato sacerdote in Colombia, riuscì a riunire attorno a sé un gruppo di ragazze consacrate, tra cui alcune lebbrose o figlie di lebbrosi, che per questo non venivano accettate negli Istituti religiosi. Col tempo questo gruppo si trasformò nella Congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fiorente Istituto che oggi è presente in diversi Paesi.

Artemide Zatti, coadiutore salesiano, partì con la sua famiglia dalla Diocesi di Reggio Emilia alla ricerca di una vita migliore in Argentina, la terra sognata da Don Bosco. Lì scoprì la sua vocazione salesiana, che si concretizzò in un servizio agli infermi appassionato, competente e pieno di amore. I quasi cinquant'anni trascorsi a Viedema rappresentano la storia di un religioso esemplare, puntuale nel compiere i suoi doveri comunitari e completamente dedito al servizio dei bisognosi. Che il suo esempio ci aiuti ad essere sempre consapevoli della presenza del Signore e ci porti ad accoglierlo in tutti i fratelli bisognosi!

Suor Maria Romero Meneses, Figlia di Maria Ausiliatrice, seppe riflettere il volto di Cristo che si fa riconoscere nella divisione del pane. Nata in Nicaragua, svolse la sua formazione alla vita religiosa a El Salvador e trascorse la maggior parte della sua vita in Costa Rica. Questi amati popoli del Centro America, uniti ora nel giubilo della sua beatificazione, potranno trovare nella nuova beata, che tanto li amò, abbondanti esempi e insegnamenti per rinnovare e rafforzare la loro vita cristiana, tanto radicata in queste terre.

Con amore appassionato per Dio e fiducia illimitata nell'ausilio della Vergine Maria, Suor Maria Romero è stata una religiosa esemplare, apostola e madre dei poveri per i quali, nessuno escluso, mostrava la sua preferenza. Che il suo ricordo sia una benedizione per tutti, e che le opere da lei fondate, tra cui la "Casa de la Virgen" a San José, continuino ad essere fedeli agli ideali che le hanno originate!

5. "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?" (Lc 24,32). Questa sorprendente confessione dei discepoli, che all'inizio erano in cammino per Emmaus, è ciò che è accaduto anche per quanto riguarda la vocazione di Madre Maria del Transito di Gesù Sacramentato Cabanillas, fondatrice delle Suore Terziarie Missionarie Francescane e prima donna argentina a salire agli onori degli altari.

La chiamata che ardeva nel suo cuore portò Maria del Transito a cercare l'intimità con Cristo nella vita contemplativa. Non si sentì spenta quando la malattia la costrinse ad abbandonare i monasteri nei quali stava, ma proseguì con fiducia e abbandono alla volontà di Dio, che essa continuò a cercare incessantemente. L'ideale francescano si manifestò quindi come il vero cammino che Dio voleva per lei e, con l'aiuto di guide sapienti, intraprese un cammino di povertà, umiltà, pazienza e carità, dando vita a una nuova Famiglia religiosa.



6. "Mostraci, Signore, il sentiero della vita" (Ritor. al Salmo Resp.). Facciamo nostra questa invocazione del Salmo responsoriale, che poc'anzi abbiamo cantato. Abbiamo bisogno che il Redentore risorto ci mostri la strada, ci accompagni nel cammino e ci guidi sino alla piena comunione con il Padre celeste.

Mostraci il sentiero della vita! Solo Tu, Signore, puoi indicarci il vero sentiero della vita, l'unico che ci conduce alla meta, come è avvenuto per i Beati quest'oggi risplendenti nella gloria del Cielo
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SANTA MESSA CON ORDINAZIONI PRESBITERALI



Domenica, 21 aprile 2002




1. "Vivi il mistero che è posto nelle tue mani" (Rito dell'Ordinazione dei presbiteri).

Carissimi Diaconi, consegnandovi la patena e il calice per il sacrificio eucaristico, rivolgerò tra poco queste parole a ciascuno di voi. A voi, che state per ricevere l'Ordinazione sacerdotale, guarda con affetto l'assemblea, che vi si stringe attorno, nella Basilica di San Pietro. Con voi e per voi prega l'intera diocesi di Roma insieme con le Comunità alle quali appartenete.

Vi saluto cordialmente anch'io, mentre rendo grazie a Dio per il dono del vostro sacerdozio. Viva riconoscenza esprimo, al tempo stesso, a quanti hanno curato la vostra formazione, come pure ai vostri familiari e a tutti coloro che vi hanno aiutato a corrispondere generosamente alla chiamata del Signore. Sono certo che essi continueranno a starvi vicini, perché perseveriate nel ministero sacerdotale e possiate portare a compimento la missione che il Signore oggi vi affida.

2. "Vivi il mistero che è posto nelle tue mani". Che cos'è questo mistero se non la santissima Eucaristia? In essa "è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa" (Presbyterorum Ordinis PO 5). Questo mistero è Cristo, Pane della vita, che ha dato se stesso "per la vita del mondo" (Jn 6,51). Questo mistero è Cristo, pastore e porta delle pecore, "venuto perché [gli uomini] abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Jn 10,10).

"Bone Pastor, Panis vere"!, "Buon Pastore, vero Pane"! Così canta il popolo cristiano dinanzi al Sacramento dell'altare, riconoscendo e adorando la presenza reale di Gesù, sua guida e nutrimento nel cammino verso il Regno dei cieli.

Carissimi! Di questo mistero, che è Cristo, Pane della vita e Buon Pastore, voi siete già ministri ordinati in quanto Diaconi della santa Chiesa di Dio. Ma da oggi, per la grazia del Sacramento che state per ricevere, lo sarete in modo nuovo e singolare. Lo speciale carattere, che tra poco lo Spirito Santo imprimerà in voi, vi configurerà a Cristo Sacerdote, così che, negli atti principali del vostro ministero, agirete in nome e nella persona di Cristo Capo: "in persona Christi Capitis" (Presbyterorum Ordinis PO 2). Grande è il dono che ricevete, e grande è il mistero posto nelle vostre mani!

3. Gesù non solo vi fa partecipi dei misteri del Regno dei Cieli, ma s'attende da voi una fedeltà più alta e consona al ministero apostolico che vi è affidato. Egli vi chiama perché restiate con lui (cfr Mc 3,14) in un'intimità privilegiata. Esige da voi una povertà più rigorosa (cfr Mt 19,22-23) e l'umiltà del servo che si fa l'ultimo di tutti (cfr Mt 20,25-27). Vi domanda d'essere perfetti "come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,48). In una parola, il Signore vuole che siate santi. La santità è la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pastorale della Chiesa (cfr Novo millennio ineunte, NM 30).

Proprio "la vocazione alla santità" è il tema della Giornata di Preghiera per le Vocazioni, che oggi si celebra in tutto il mondo. "Se ogni vocazione nella Chiesa è al servizio della santità, - ho scritto nel Messaggio per l'odierna ricorrenza - alcune tuttavia, come la vocazione al ministero ordinato e alla vita consacrata, lo sono in modo del tutto singolare" (n. 2: L'Osservatore Romano, 25.11.2001, p. 7).

4. "Vivi il mistero posto nelle tue mani". Un altro aspetto essenziale del mistero, di cui, carissimi, state per diventare ministri, è il sacramento della Riconciliazione, intimamente connesso a quello dell'Eucaristia. Su questo Sacramento mi sono soffermato nella Lettera che ho indirizzato ai Sacerdoti lo scorso Giovedì Santo, e che oggi consegno spiritualmente a ciascuno di voi.

Cari candidati al Sacerdozio, siate ministri santi della divina misericordia. Vivete anzitutto per voi stessi la stupenda grazia della riconciliazione, come un'esigenza profonda e un dono sempre atteso. Ridarete così vigore e slancio al vostro cammino di santità e al vostro ministero. Dio conta sulla fedele disponibilità di ciascuno di voi per operare straordinari prodigi d'amore nel cuore dei credenti. Alla fonte della riconciliazione, di cui dovete essere generosi e fedeli dispensatori, i battezzati potranno fare viva e consolante esperienza di Cristo Buon Pastore, pieno di gioia per ogni pecorella perduta e ritrovata.

Preparatevi con cura a questo ministero! Esso richiede un'adeguata e costante formazione spirituale, teologica, liturgica e pastorale. Anche a tal fine vi saranno di aiuto la sapienza e l'esempio dei Santi.

5. "Figlio, ecco la tua Madre!" (Jn 19,27). In questo momento decisivo per la vostra vita, vorrei affidare ognuno di voi a Maria Santissima, Madre del Buon Pastore, Madre dei Sacerdoti.Prima di morire, Cristo l'ha consegnata come l'eredità più preziosa a tutti i suoi discepoli, nella persona dell'apostolo Giovanni. E l'Apostolo la prese nella sua casa.

Carissimi candidati al Sacerdozio, accoglietela anche voi quale pegno sicuro e consolante dell'amore di Cristo. A Lei costantemente guardate quale immagine e modello della Chiesa, che servirete con tutte le vostre forze.

Il vostro Sacerdozio, offerto quotidianamente a Maria, diventerà un autentico cammino di santità. E la vostra esistenza sarà tutta gioiosamente consacrata alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime.

Così sia per ciascuno di voi, con l'aiuto di Dio! Amen!
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VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI ISCHIA

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Domenica, 5 maggio 2002



1. "Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1P 3,15).

Con queste parole dell'apostolo Pietro, desidero salutare tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle di Ischia. Grazie per la vostra calorosa accoglienza!

Saluto in primo luogo il vostro amato Pastore, Mons. Filippo Strofaldi, e lo ringrazio per le parole di benvenuto che ha voluto rivolgermi a nome vostro. Estendo il mio cordiale saluto ai Vescovi della Campania e agli altri Presuli presenti, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e alle varie componenti della famiglia diocesana.

Rivolgo un deferente pensiero al Rappresentante del Governo italiano, come pure ai Rappresentanti del Comune, della Provincia di Napoli e della Regione Campania. Saluto anche le altre Autorità politiche e militari, che con la loro presenza hanno voluto onorare questo nostro incontro. Ringrazio poi quanti hanno offerto la loro generosa collaborazione per preparare questa mia visita.

Stringo infine a me in un grande abbraccio tutti voi, abitanti dell'isola, con una speciale parola per gli anziani, gli ammalati, i bambini, le famiglie, senza dimenticare coloro che, per vari motivi, non hanno potuto essere con noi quest'oggi.

2. Permettete, carissimi Fratelli e Sorelle, che nel contesto di questa solenne e festosa celebrazione eucaristica, indirizzi alla vostra amata comunità tre parole importanti, prendendole dalle letture bibliche poc'anzi proclamate.

La prima è: "ascolta!". La troviamo nel vivace racconto del libro degli Atti degli Apostoli, dove si narra che "le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva" (Ac 8,6). L'ascolto del testimone di Gesù, che parla di Lui con amore ed entusiasmo, produce, come frutto immediato, la gioia. Nota san Luca: "E vi fu grande gioia in quella città" (Ac 8,8).

Comunità cristiana di Ischia, se vuoi sperimentare anche tu questa gioia, resta in ascolto della Parola di Dio! Porterai così a compimento la tua missione, camminando sotto l'azione dello Spirito Santo. Diffonderai il Vangelo della gioia e della pace, rimanendo unita al tuo Vescovo e ai sacerdoti, suoi primi collaboratori.

Come è avvenuto per le comunità di Samaria, di cui parla la prima lettura, scenderà anche su di te l'effusione abbondante del Consolatore, il quale - lo ricorda il Concilio Vaticano II - "muove il cuore e lo rivolge a Dio, apre gli occhi della mente, e dà a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla Verità" (Cost. Dei Verbum DV 5).

3. Fratelli e Sorelle carissimi, c'è una seconda parola che vorrei rivolgervi, ed è: "accogli!". La vostra splendida isola, meta di un gran numero di visitatori e turisti, conosce bene il valore dell'accoglienza. Ischia, pertanto, può diventare un laboratorio privilegiato anche di quella tipica accoglienza, che i discepoli di Cristo sono chiamati ad offrire a tutti, da qualunque paese provengano e a qualsiasi cultura appartengano. Solo chi ha aperto l'animo a Cristo è in grado di offrire un'accoglienza mai formale e superficiale, ma contrassegnata da "dolcezza" e da "rispetto" (cfr 1P 3,15).

La fede accompagnata da opere buone è contagiosa e irradiante, perché rende visibile e comunica l'amore di Dio. Tendete a far vostro questo stile di vita, ascoltando le parole dell'apostolo Pietro, poco fa proclamate nella seconda lettura (cfr 1P 3,15). Egli esorta i credenti a rispondere sempre con pronta disponibilità "a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi". E aggiunge che è "meglio, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male" (1P 3,17).

4. Quanta saggezza umana e quanta ricchezza spirituale in questi semplici, ma fondamentali consigli ascetici e pastorali! Essi conducono alla terza parola che vorrei affidarvi: "ama!". L'ascolto e l'accoglienza aprono l'animo all'amore. Il brano del Vangelo di Giovanni, appena letto, ci aiuta a meglio comprendere questa misteriosa realtà. Esso ci mostra come l'amore sia il pieno compimento della vocazione della persona secondo il disegno di Dio. Questo amore è il grande dono di Gesù, che ci rende veramente e pienamente uomini. "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, - dice il Signore - questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Jn 14,21).

Quando ci si sente amati, si è più facilmente spinti ad amare. Quando si sperimenta l'amore di Dio, si è più pronti a seguire Colui che ha amato i suoi discepoli "sino alla fine" (Jn 13,1), cioè fino al dono totale di sé.

È di questo amore che l'umanità, oggi forse più che mai, ha bisogno, perché solo l'amore è credibile. È la fede incrollabile in questo amore che ispira ai discepoli di Gesù di ogni epoca pensieri di pace, spalancando orizzonti di perdono e di concordia. Certo, ciò è impossibile secondo la logica del mondo, ma tutto si rende possibile a chi si lascia trasformare dalla grazia dello Spirito di Cristo, effusa con il Battesimo nei nostri cuori (cfr Rm 5,5).

5. Chiesa che vivi in Ischia: sii docile e obbediente alla Parola di Dio e sarai laboratorio di pace e di autentico amore. Diventerai Chiesa sempre più accogliente, dove tutti si sentono a casa. Coloro che vengono a visitarti ripartiranno rinfrancati nel corpo, ma ancor più rinvigoriti nello spirito.

Sotto la guida illuminata e prudente del tuo Pastore, sii una comunità che sa "ascoltare", una terra pronta ad "accogliere", una famiglia che si sforza di "amare" tutti in Cristo.

Ti affido alla Vergine Maria, Madre del Bell'Amore, perché ti aiuti a far risplendere la tua identità di Chiesa di Cristo, di Chiesa dell'Amore.

Ti siano di esempio e di aiuto i santi Patroni, nei quali si è resa concreta in modo visibile e credibile la divina carità.

Chiesa che vivi in Ischia! Il soffio dello Spirito di Cristo ti spinge verso gli orizzonti sconfinati della santità. Non temere, ma con fiducia prendi il largo! Avanza fiduciosa. Sempre! Amen.


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CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DI 5 BEATI



Solennità di Pentecoste

Domenica, 19 maggio 2002




1. "Li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio" (Ac 2,11)!

Così esclama, nel giorno di Pentecoste, la folla di pellegrini "di ogni nazione che è sotto il cielo" (v. 5), ascoltando la predicazione degli Apostoli.

Lo stesso stupore pervade anche noi, mentre contempliamo i grandi prodigi operati da Dio nell'esistenza dei cinque nuovi Santi, elevati alla gloria degli altari proprio nel giorno della Pentecoste: Alonso de Orozco, presbitero, dell'Ordine di Sant'Agostino; Ignazio da Santhià, presbitero, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini; Umile da Bisignano, religioso, dell'Ordine dei Frati Minori; Paulina do Coração Agonizante de Jesus, vergine, fondatrice della Congregazione delle Irmãzinhas da Imaculada Conceisão; Benedetta Cambiagio Frassinello, religiosa, fondatrice dell'Istituto delle Suore Benedettine della Provvidenza.

Essi hanno percorso le strade del mondo annunciando e testimoniando Cristo con la parola e con la vita. Per questo sono diventati segno eloquente della perenne Pentecoste della Chiesa.

2. "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi" (Jn 20,22-23). Con queste parole il Risorto trasmette agli Apostoli il dono dello Spirito e con esso il divino potere di rimettere i peccati. La missione di perdonare le colpe e di accompagnare gli uomini sulle vie della perfezione evangelica è stata vissuta, in modo singolare, dal sacerdote cappuccino Ignazio da Santhià, che per amore di Cristo e per progredire più speditamente nella perfezione evangelica si incamminò sulle orme del Poverello d'Assisi.

Ignazio da Santhià è stato padre, confessore, consigliere e maestro di molti - sacerdoti, religiosi e laici - che nel Piemonte del suo tempo ricorrevano alla sua guida saggia e illuminata. Egli continua ancora oggi a richiamare a tutti i valori della povertà, della semplicità e della autenticità di vita.

3. "Pace a voi!" (Jn 20,19 Jn 20,21), disse Gesù comparendo agli Apostoli nel Cenacolo. La pace è il primo dono del Risorto agli Apostoli. Della pace di Cristo, principio ispiratore anche della pace sociale, si è fatto costante portatore Umile da Bisignano, degno figlio della nobile terra di Calabria. Con Ignazio da Santhià ha condiviso lo stesso impegno di santità nella scia spirituale di san Francesco d'Assisi, offrendo a sua volta una singolare testimonianza di carità verso i fratelli.

Nella nostra società, nella quale troppo spesso sembrano disperdersi le tracce di Dio, fra' Umile rappresenta un lieto e incoraggiante invito alla mitezza, alla benignità, alla semplicità e ad un sano distacco dai beni effimeri del mondo.

4. "En cada uno se manifiesta el Espíritu para el bien común" (1Co 12,12). Así sucedió en la vida de San Alonso de Orozco, de la Orden de San Agustín. Nacido en la toledana villa de Oropesa, la obediencia religiosa le llevó a recorrer muchos lugares de la geografía española, terminando sus días en Madrid. Su dedicación pastoral al servicio de los más pobres en los hospitales y cárceles hace de él un modelo para quienes, impulsados por el Espíritu, fundan toda su existencia en el amor a Dios y al prójimo, según el supremo mandato de Jesús.

[4. "A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune" (1Co 12,7). Così avvenne nella vita di san Alonso de Orozco dell'Ordine di sant'Agostino. Nato a Oropesa, nei pressi di Toledo, l'obbedienza religiosa lo portò a visitare molti luoghi della geografia spagnola, concludendo i suoi giorni a Madrid. La sua dedizione pastorale al servizio dei più poveri negli ospedali e nelle prigioni fa di lui un modello per quanti, spinti dallo Spirito, fondano tutta la loro esistenza sull'amore a Dio e al prossimo, secondo il mandato supremo di Gesù.]

5. A ação do Espírito Santo se manifesta de modo especial também na vida e missão de Madre Paulina, inspirando-a a constituir, juntamente com um grupo de jovens amigas, uma casa de acolhida, pouco depois batizada pelo povo de "Hospitalzinho São Virgílio", destinada a atenção material e espiritual de doentes e desamparados. Nasce assim, para atender os planos da Providência, a primeira Comunidade religiosa do sul do Brasil, denominada Congregação das Irmãzinhas da Imaculada Conceição. Foi neste Hospital, que o ser-para-os-outros constituiu o pano de fundo da vida de Madre Paulina. No serviço aos pobres e aos doentes, ela tornara-se manifestação do Espírito Santo, "consolador perfeito; doce hóspede da alma; suavíssimo refrigério" (Sequência).

[5. L'azione dello Spirito Santo si manifesta in modo particolare anche nella vita e nella missione di Madre Paulina, ispirandola a costituire, insieme a un gruppo di giovani amiche, una casa di accoglienza, battezzata poco dopo dal popolo come "Piccolo Ospedale San Virgilio" e destinata all'assistenza materiale e spirituale delle persone malate e abbandonate. Nacque così, in risposta ai piani della Provvidenza, la prima Comunità religiosa del Sud del Brasile, chiamata Congregazione delle Piccole Suore dell'Immacolata Concezione. Fu in questo ospedale che l'essere-per-gli-altri rappresentò il motivo principale della vita di Madre Paulina. Nel servizio ai poveri e ai malati divenne la manifestazione dello Spirito Santo, "consolatore perfetto; dolce ospite dell'anima; soavissimo refrigerio" (Sequenza).]

6. "O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli". Le parole della Sequenza costituiscono una bella sintesi dell'intera esistenza di Benedetta Cambiagio Frassinello e ne spiegano la straordinaria ricchezza spirituale.

Guidata dalla grazia divina, la nuova Santa si preoccupò di adempiere con fedeltà e coerenza la volontà di Dio. Con fiducia illimitata nella bontà del Signore, si abbandonava alla sua "Provvidenza amorosa", profondamente convinta, come amava ripetere, che bisogna "fare tutto per amore di Dio e per piacere a lui". E' questa la preziosa eredità che santa Benedetta Cambiagio Frassinello lascia alle proprie figlie spirituali, e che oggi viene proposta all'intera Comunità cristiana.

7. "Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore" (Canto al Vangelo). Facciamo nostra questa invocazione dell'odierna liturgia. Lo Spirito Santo ha radicalmente trasformato gli Apostoli, prima chiusi per paura nel Cenacolo, in ardenti Araldi del Vangelo. Lo Spirito continua a sostenere la Chiesa nella sua missione evangelizzatrice lungo i secoli, suscitando in ogni epoca testimoni coraggiosi della fede.

Con gli Apostoli ricevette il dono dello Spirito la Vergine Maria (cfr Ac 1,14). Insieme a Lei, in comunione con i nuovi Santi, imploriamo a nostra volta il prodigio di una rinnovata Pentecoste per la Chiesa. Domandiamo che scenda sull'umanità del nostro tempo l'abbondanza dei doni dello Spirito Santo.

Vieni, Santo Spirito, infiamma i cuori dei tuoi fedeli! Aiuta anche noi a diffondere nel mondo il fuoco del tuo amore. Amen!
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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II

IN AZERBAIJAN E BULGARIA

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

OMELIA DEL SANTO PADRE

Palazzo dello Sport di Baku

Giovedì, 23 maggio 2002




1. "Onore a voi che credete!" (1P 2,7).

Sì, amati Fratelli e Sorelle della comunità cattolica di Baku, e voi tutti che provenite dalle comunità cattoliche dei Paesi vicini, "onore a voi che credete!". Saluto pure i cristiani della Chiesa ortodossa, che si sono uniti a noi in questo momento solenne di preghiera, insieme con il loro Vescovo Alexander. Anche a loro rivolgo il saluto dell'apostolo Pietro ai primi cristiani: "Onore a voi che credete!"

Onore tributa la Chiesa universale a quanti hanno saputo mantenersi fedeli agli impegni derivanti dal loro Battesimo. Mi rivolgo in particolare a coloro che dimorano stabilmente in questo Paese, ed hanno conosciuto il dramma della persecuzione marxista, portando le conseguenze della loro fedele adesione a Cristo. Voi, cari Fratelli e Sorelle, avete visto la vostra religione irrisa come facile superstizione, come tentativo di sfuggire alle responsabilità dell'impegno nella storia. Per questo siete stati considerati cittadini di seconda classe e siete stati in molti modi umiliati ed emarginati.

2. "Onore a voi che credete!". Onore ai vostri nonni e alle vostre nonne, ai padri e alle madri, che hanno coltivato in voi il germoglio della fede, e l'hanno irrorato di preghiera consentendogli di crescere e di portare frutto. Onore anche a te, lo voglio ripetere ancora una volta, santa Chiesa ortodossa, che hai aperto le tue porte ai fedeli cattolici, rimasti senza ovile e senza pastore. Il Signore ricompensi la tua generosità.

Un saluto particolare rivolgo al Superiore della "missio sui iuris" e alla comunità salesiana, che con lui opera per la cura dei cattolici. Cari Fratelli e Sorelle, voi siete la prova vivente che la fede in Dio opera prodigi. Pochi, appartenenti a vari gruppi etnici, dispersi in un vasto territorio, voi siete stati tenuti uniti insieme dal Buon Pastore.

3. "Io sono il Buon Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me", dice il Signore nel brano evangelico che abbiamo sentito proclamare. Davvero, Signore Gesù, Tu conoscevi le tue pecore, anche quando erano perseguitate e costrette a nascondersi. Tu le conoscevi ed eri accanto a loro per sostenerle quando, scoraggiate dal duro isolamento fisico e morale, erano tentate di disperdersi.

Le tue pecore, per parte loro, non hanno cessato di conoscerTi e di riconoscerTi, di sentire il conforto della tua presenza, di seguirTi nonostante le asperità del cammino. Quale mirabile scambio! Tu avevi offerto la tua vita per loro, ed esse offrivano la loro vita per Te, supplicando che la loro fede non venisse meno. E come Tu ti sei ripreso di nuovo la tua vita, così la comunità dei sopravvissuti, tornata alla libertà, ha riscoperto la gioia di raccogliersi a celebrare la sua fede nella tua casa, donde adesso sale nuovamente verso il Cielo, come profumo d'incenso, la preghiera di lode e di ringraziamento.

4. Cari Fratelli e Sorelle, figli amatissimi della Chiesa cattolica, oggi il Papa è con voi. Anch'egli conosce le vostre sofferenze, e vi ha portato tutti nel cuore durante gli anni del pellegrinaggio nel deserto della persecuzione. Oggi è qui per partecipare alla vostra gioia per la ritrovata libertà e per sostenervi nel cammino che ha come meta ultima la terra promessa del Cielo, ove il Signore della vita tergerà ogni lacrima: "Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate" (Ap 21,4).

Sostenuti da questa certezza, voi sentite che questo è tempo di gioia, tempo di speranza. Ne è segno e manifestazione la prima pietra della futura chiesa parrocchiale, che benedirò alla fine della Messa. Il Papa vi porta il saluto e l'apprezzamento dell'intera Chiesa cattolica. Oggi gli occhi di tutti sono puntati su di te, "piccolo gregge" (Lc 12,33). Non temere! Apri il tuo cuore, e spera nel Signore. Già stai sperimentando la risurrezione, quasi anticipando l'incontro definitivo col Cristo glorioso.

5. Chiesa che vivi in Azerbaijan, vorrei oggi lasciarti come consegna quanto abbiamo invocato nella Colletta dell'odierna Eucaristia. Sentiti "popolo radunato da tutte le nazioni della terra nell'unità di un solo spirito".

La vostra comunità, cari Fratelli e Sorelle, esprime simbolicamente questa universalità, costituita com'è da persone di varia provenienza, alcune con un passato e una prospettiva di stabilità, altre di passaggio verso altre terre. Tutti formiamo un solo popolo, animato da un solo Spirito. Dove si celebra l'Eucaristia, lì é presente la Chiesa "una, santa, cattolica e apostolica".

Mi pare in questo momento che il colonnato del Bernini, quelle braccia che dalla Basilica di San Pietro si slanciano ad abbracciare il mondo, giungano idealmente fino a noi per stringere al petto di Cristo e della sua Chiesa anche te, piccola comunità cattolica dell'Azerbaijan. In questo abbraccio il cuore di tutta la Chiesa batte di commozione e di amore per te. Con essa e in essa batte il cuore del Papa, che è venuto fin qui per dirti che ti ama e non ti ha mai dimenticato.

6. Sii fedele alla tua missione! Lo sei stata nella prova, quando portavi nel pianto la semente da gettare. Siilo ora nella gioia, mentre ti accingi a raccogliere i covoni (cfr Ps 125,6). La tua missione é quella di conservare la fede e di testimoniarla con una vita che sia profezia, perché il mondo creda. Guardando te, i tuoi fratelli e le tue sorelle di questo Paese possano vedere quanto credi, quanto speri, quanto ami. Sarà questo il tuo modo di mostrare la presenza del Risorto. La tua testimonianza, che non può contare sulla dovizia dei mezzi, s'imponga per la forza della grazia di Cristo, lievito invisibile, ma capace di fermentare tutta la pasta.

Condividi le gioie e le speranze dell'umanità che vive accanto a te e con te: tu ne sei parte, e con essa devi sperare e lavorare per un domani che sia migliore per tutti. Pur nella prudenza, abbi il coraggio della novità. C'è bisogno di novità anche qui, in questa terra! Non la novità che porta solo incertezza e precarietà, no! Una novità che ridia a tutti, in particolare ai giovani, la voglia di vivere e di lottare per un mondo più giusto e solidale.

7. Guardali, questi giovani! Sono esposti a cadere nel miraggio dell'ozio demotivato, della ricchezza facile e disonesta. Ma sono in grado anche di vibrare per un ideale e di rischiare l'eroismo del sacrificio per far trionfare la giustizia e favorire l'affermarsi della libertà e della pace. Occorre insegnar loro a non aver paura di osare. Occorre dischiudere loro la luminosa prospettiva della fede, dell'amicizia di Cristo. Non c'è ardimento nel bene che non trovi comprensione nel Cristo, l'eternamente giovane!

Chiesa che preghi, speri ed ami in questa terra dell'Azerbaijan, il Papa invoca su di te la benedizione del Signore. Portala ai tuoi poveri, ai tuoi malati, ai tuoi sofferenti. Portala a tutti, come un contagio di grazia e di amore. Non dimenticare mai che sei chiamata ad essere lievito e anima, perché il Signore è con te e ti precede nel cammino.

Amen!
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GPII Omelie 1996-2005 342