GPII Omelie 1996-2005 411

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SANTA MESSA CON LE COMUNITÀ DELLE PARROCCHIE ROMANE DI:

Santa Brigida di Svezia


Sant’Ilario di Poitiers


San Massimo Vescovo




Aula Paolo VI

Sabato, 6 marzo 2004

1. "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo" (Lc 9,35). L’odierna pagina evangelica ci rende protagonisti della toccante scena della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Alla presenza di Pietro, Giacomo e Giovanni, il Cristo rivela la sua gloria di Figlio di Dio.

L'evangelista Luca sottolinea questo fatto straordinario facendoci contemplare il volto del Signore che, "mentre pregava", cambiò d’aspetto (cfr Lc 9,29). In Lui, sfolgorante di gloria, riconosciamo l’eletto, il Messia, "la luce del mondo" (Jn 8,12), che dà senso alla nostra vita. La misteriosa voce dall’alto invita anche noi a seguirlo docilmente: "E’ il Figlio mio, ascoltatelo!".

2. Ascoltare e seguire Cristo! Venticinque anni or sono, proprio all’inizio della Quaresima, ho sentito il bisogno di esortare l’intero popolo cristiano a fare questa fondamentale esperienza. "Gesù Cristo è la via principale della Chiesa" (n. 13), scrivevo nella mia prima Enciclica Redemptor hominis, che questa sera vorrei simbolicamente riconsegnare a voi, carissimi Fratelli e Sorelle delle Parrocchie di santa Brigida di Svezia, sant’Ilario di Poitiers e san Massimo Vescovo.

Vi accolgo ed abbraccio tutti con affetto. Saluto anzitutto il Cardinale Vicario e lo ringrazio per avermi illustrato le vostre realtà parrocchiali. Saluto il Vescovo Ausiliare del Settore Ovest e i vostri Parroci: Padre Jean-Jacques Boeglin, Don Romano Matrone e Don Romano Maria Deb, insieme ai Sacerdoti loro collaboratori. Un saluto pieno di riconoscenza va alle religiose e ai laici che, a vario titolo, cooperano all'azione pastorale delle vostre comunità.

3. La zona di Palmarola, relativamente meno estesa di altri settori della Diocesi, vede la presenza di ben tre parrocchie. Auspico di cuore che, grazie anche a questo nostro incontro, si rafforzi in tutti i parrocchiani il desiderio della comunione, perché più efficace risulti l’annuncio del Vangelo agli abitanti del quartiere. Anche nella zona in cui vivete è diffuso, purtroppo, il fenomeno delle moderne "sette". Esse tentano di far presa specialmente su coloro che si trovano in situazioni di difficoltà e di solitudine. E' necessario, in questo contesto, porre mano a un’opera di nuova evangelizzazione forte e coraggiosa. Occorre che Gesù, centro del cosmo e della storia, incontri ogni essere umano, perché nel mistero della Redenzione "il problema dell’uomo è iscritto con una speciale forza di verità e di amore" (Redemptor hominis RH 18).

Annunciare Cristo è far sperimentare a chiunque, ma specialmente a chi soffre di povertà spirituali e materiali, la tenerezza e la misericordia divine.

4. Ogni vostra comunità, sotto la guida generosa e illuminata dei rispettivi pastori, diventi luogo di accoglienza e di solidarietà. Le parrocchie siano scuole di educazione alla fede autentica, consapevoli di essere custodi di un grande tesoro, che non è lecito sciupare, ma che va accresciuto continuamente (cfr ibid., 18).

Al centro di ogni progetto pastorale ci sia l’Eucaristia, che costruisce la Chiesa come autentica comunità del Popolo di Dio e sempre la rigenera sulla base del sacrificio di Cristo stesso (cfr ibid., 20). All’Eucaristia invito a far riferimento soprattutto voi, care famiglie, chiamate ad accompagnare i vostri figli negli itinerari di preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana e a seguirli nell’adolescenza come pure in seguito, perché, crescendo, essi portino fedelmente a compimento la missione che Dio ha loro riservata.

5. Carissimi Fratelli e Sorelle! So che le vostre parrocchie non posseggono ancora, per le loro attività pastorali e sociali, adeguate strutture. Ciò tuttavia non vi impedisca di far risuonare con vigore in ogni angolo di Palmarola l'annuncio che "Gesù Cristo va incontro all’uomo, anche della nostra epoca, con le stesse parole: «Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi»" (Redemptor hominis RH 12).

La Vergine Maria, sublime modello di fede e di amore verso Dio, vi aiuti a riconoscere in Gesù il Figlio di Dio ed il Signore della nostra vita. A Lei affido voi qui presenti e i vostri programmi apostolici, come pure l’itinerario quaresimale che da poco abbiamo intrapreso. Ci aiuti Lei ad essere familiari "con la profondità della redenzione, che avviene in Cristo Gesù" (ibid., 10). Amen!

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SANTA MESSA DEL CRISMA NELLA BASILICA VATICANA - 8 aprile 2004

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Giovedì Santo, 8 aprile 2004

1. "Pontefice della nuova ed eterna alleanza". Così Gesù ci appare, in modo singolare, nell’odierna Santa Messa del Crisma, che mostra il profondo legame esistente tra l'Eucaristia e il Sacerdozio ministeriale. Cristo è il Sommo Sacerdote di quella Nuova Alleanza, già preannunciata dal Profeta dell'esilio babilonese (cfr Is 61,1-3). L’antica profezia si compie in Lui, come Egli stesso proclama nella sinagoga di Nazareth, proprio all’inizio della vita pubblica (cfr Lc 4,21). Il Messia promesso, l'"Unto del Signore", porterà a compimento sulla Croce la liberazione definitiva degli uomini dall'antica schiavitù del Maligno. E, risuscitando il terzo giorno, inaugurerà la vita che non conosce più la morte.

2. "Oggi si è adempiuta questa Scrittura" (Lc 4,21). L'"oggi" evangelico si rinnova, in maniera singolare, in questa Messa del Crisma, che rappresenta un vero e proprio preludio al Triduo Pasquale. Se la Messa in Cena Domini sottolinea il mistero dell’Eucaristia e la consegna del comandamento nuovo dell’amore, questa che stiamo celebrando, detta Messa del Crisma, sottolinea il dono del sacerdozio ministeriale.

Ho voluto ribadire questa stretta unità esistente fra Eucaristia e Sacerdozio nella Lettera ai Sacerdoti che, proprio in occasione del Giovedì Santo, ho loro indirizzato. L’Eucaristia e il Sacerdozio sono "due Sacramenti nati insieme, le cui sorti sono indissolubilmente legate fino alla fine del mondo" (n. 3).

3. Cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, vi saluto tutti con affetto e vi ringrazio per la vostra numerosa presenza e devota partecipazione. Tra poco rinnoveremo le promesse sacerdotali, rendendo grazie a Dio per il dono del nostro Sacerdozio. Ribadiremo, al tempo stesso, il fermo proposito di essere immagine sempre più fedele di Cristo, Sommo Sacerdote. Egli, Buon Pastore, ci chiama a seguire il suo esempio, e ad offrire giorno dopo giorno la vita per la salvezza del gregge che ha affidato alle nostre cure.

Come non ritornare, con il pensiero carico di commozione, all'entusiasmo del primo ‘sì’, pronunciato il giorno dell’Ordinazione presbiterale? "Eccomi!". Abbiamo risposto a Colui che ci chiamava a lavorare per il suo Regno. "Eccomi!". Dobbiamo ripetere ogni giorno, consapevoli di essere stati inviati a servire, a speciale titolo, la comunità dei salvati in persona Christi.

Veramente straordinario è il "dono e mistero" che abbiamo ricevuto. L’esperienza quotidiana ci insegna che esso va conservato, grazie a una indefettibile adesione a Cristo, alimentata da costante preghiera. Il popolo cristiano vuole vederci anzitutto come "uomini di preghiera". Chi ci incontra deve poter sperimentare dalle nostre parole e dai nostri comportamenti l’amore fedele e misericordioso di Dio.

4. Cari Fratelli e Sorelle! L’odierna Messa crismale vede, in ogni Diocesi, il popolo cristiano riunito attorno al proprio Vescovo e all’intero presbiterio. Si tratta di una solenne e significativa celebrazione, durante la quale sono benedetti il sacro Crisma e gli olii degli infermi e dei catecumeni. Questo rito invita a contemplare Cristo, che ha assunto l’umana nostra fragilità e l’ha resa strumento di salvezza universale. A sua immagine ogni credente, ricolmo dell’unzione dello Spirito Santo, è "consacrato" per diventare offerta gradita a Dio.

La Vergine Maria, Madre di Cristo Sommo Sacerdote, che ha cooperato intimamente all'opera della redenzione, aiuti noi sacerdoti a riprodurre sempre più fedelmente, nella nostra esistenza e nel nostro servizio ecclesiale, l'immagine del suo figlio Gesù. Renda tutti i cristiani sempre più consapevoli della vocazione a cui ciascuno è chiamato, perché la Chiesa, nutrita dalla Parola e santificata dai sacramenti, continui a compiere appieno la sua missione nel mondo

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VEGLIA PASQUALE - 10 aprile 2004

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II


Sabato Santo, 10 aprile 2004


1. "Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore … di generazione in generazione" (Ex 12,42).

Celebriamo in questa santa notte la Veglia Pasquale, la prima, anzi la "madre" di tutte le veglie dell'anno liturgico. In essa, come canta a più riprese il Preconio, si ripercorre il cammino dell'umanità, a partire dalla creazione sino all'evento culminante della salvezza, che è la morte e la risurrezione di Cristo.

La luce di Colui che è "risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti" (1Co 15,20) rende "chiara come il giorno" (cfr Ps 138,12) questa notte memorabile, considerata giustamente il "cuore" dell'anno liturgico. In questa notte la Chiesa intera veglia e ripercorre meditando le tappe salienti dell'intervento salvifico di Dio nell'universo.

2. "Una notte di veglia in onore del Signore". Duplice è il significato della solenne Veglia Pasquale, così ricca di simboli accompagnati da una straordinaria abbondanza di testi biblici. Da un lato essa è memoria orante dei mirabilia Dei, nella rievocazione di pagine capitali della Sacra Scrittura, dalla creazione al sacrificio di Isacco, al passaggio del Mar Rosso, alla promessa della nuova Alleanza.

Dall'altro canto, questa suggestiva veglia è attesa fiduciosa del pieno compimento delle antiche promesse. La memoria dell'opera di Dio culmina nella risurrezione di Cristo e si proietta sull'evento escatologico della parusìa.Intravediamo così, in questa notte pasquale, l'alba del giorno che non tramonta più, il giorno di Cristo risorto, che inaugura la vita nuova, "i cieli nuovi e la terra nuova" (2P 3,13 cfr Is 65,17 Is 66,22 Ap 21,1).

3. Fin dai suoi inizi, la comunità cristiana ha posto la celebrazione del Battesimo nel contesto della Veglia di Pasqua. Anche qui, in questa notte, alcuni catecumeni, immersi con Gesù nella sua morte, con Lui risorgeranno alla vita immortale. Si rinnova in tal modo il prodigio della misteriosa rinascita spirituale, operata dallo Spirito Santo, che incorpora i neo battezzati al popolo della nuova e definitiva Alleanza sancita dalla morte e risurrezione di Cristo.

A ciascuno di voi, cari Fratelli e Sorelle che vi apprestate a ricevere i sacramenti dell'iniziazione cristiana rivolgo con affetto un particolare saluto. Voi provenite dall'Italia, dal Togo e dal Giappone: la vostra origine rende manifesta l'universalità della chiamata alla salvezza e la gratuità del dono della fede. Insieme con voi, saluto i vostri parenti, amici e quanti hanno curato la vostra preparazione.

Grazie al Battesimo entrerete a far parte della Chiesa, che è un grande popolo in cammino, senza confini di razza, di lingua, di cultura; un popolo chiamato alla fede a partire da Abramo e destinato a diventare benedizione in mezzo a tutte le nazioni della terra (cfr Gn 12,1-3). Siate fedeli a Colui che vi ha scelto e a Lui affidate con generoso impegno la vostra intera esistenza.

4. Insieme a coloro che saranno tra poco battezzati, la liturgia invita tutti noi qui presenti a rinnovare le promesse del nostro Battesimo. A noi il Signore chiede di rinnovargli l'espressione della nostra piena docilità e della totale dedizione al servizio del suo Vangelo.

Carissimi Fratelli e Sorelle! Se talora questa missione può apparirvi difficile, richiamate alla mente le parole del Risorto: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Certi della sua presenza, non temerete allora nessuna difficoltà e nessun ostacolo. La sua Parola vi illuminerà; il suo Corpo e il suo Sangue saranno nutrimento e sostegno nel cammino quotidiano verso l'eternità.

Al fianco di ciascuno di voi resterà sempre Maria, come fu presente tra gli Apostoli impauriti e sbandati nell'ora della prova. E con la sua fede Ella vi indicherà, al di là della notte del mondo, l'aurora gloriosa della risurrezione. Amen

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CAPPELLA PAPALE - BEATIFICAZIONE DI SEI SERVI DI DIO - 3e domenica di Pasqua, 25 aprile 2004


Terza Domenica di Pasqua, 25 aprile 2004


1. "Sapevano bene che era il Signore" (Jn 21,12): così l’evangelista Giovanni esprime la reazione di gioia dei discepoli nel riconoscere il Signore risorto. Gesù si manifesta loro dopo una notte di duro e infruttuoso lavoro nel lago di Tiberiade. Fidandosi della sua parola, essi gettano le reti in acqua e portano a riva una "gran quantità di pesci" (Jn 21,6).

Come gli apostoli, anche noi restiamo stupiti dinanzi alla ricchezza delle meraviglie che Iddio compie nel cuore di quanti in lui confidano. Nel corso dell’odierna Celebrazione eucaristica contempliamo quanto Egli ha realizzato in sei nuovi Beati: nel presbitero Augusto Czartoryski; in quattro religiose: Laura Montoya, María Guadalupe García Zavala, Nemesia Valle, Eusebia Palomino Yenes; in una laica, Alexandrina Maria da Costa. Sono esempi eloquenti di come il Signore trasformi l’esistenza dei credenti, quando ci si fida di Lui.

2. "Jak mile sa przybytki Twoje, Panie Zastepów... dzien jeden w przybytkach Twoich lepszy jest niz innych tysiace" (Ps 84/83/, 2.11). Te slowa Psalmu zapisal jako motto zycia na prymicyjnym obrazku blogoslawiony August Czartoryski. Zawiera sie w nich zachwyt czlowieka, który idac za glosem powolania odkrywa piekno kaplanskiej poslugi. Brzmi w nich równiez echo róznorakich wyborów, jakich musi dokonywac kazdy, kto odkrywa wole Boza i pragnie ja pelnic. August Czartoryski, mlody ksiaze, wypracowal skuteczna metode rozeznawania zamyslów Bozych. Wszystkie pytania i rozterki przedstawial najpierw Bogu w modlitwie, a potem w duchu posluszenstwa szedl za rada swoich duchowych przewodników. Tak odczytal swoje powolanie, aby podjac zycie ubogie i sluzyc najmniejszym.Ta sama metoda pozwolila mu przez cale zycie dokonywac takich wyborów, ze mozemy dzis powiedziec, ze realizowal zamysly Bozej Opatrznosci w sposób heroiczny.

Przyklad jego swietosci pragne pozostawic szczególnie ludziom mlodym, którzy dzis szukaja sposobu na odkrywanie woli Bozej odnosnie do ich zycia i pragna wiernie podazac kazdego dnia za glosem Bozym. Moi drodzy mlodzi przyjaciele, uczcie sie od blogoslawionego Augusta goraco prosic na modlitwie o swiatlo Ducha Swietego i o madrych przewodników, abyscie mogli poznawac Bozy plan waszego zycia i byscie zdolali zawsze kroczyc droga swietosci.

["Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia languisce e brama gli atri del Signore… Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove" (Sal 84/83/, 2.11). Queste parole del Salmo ha scritto come motto di vita sull’immaginetta della prima Messa il beato Augusto Czartoryski. In esse è contenuto il rapimento di un uomo che, seguendo la voce della chiamata, scopre la bellezza del ministero sacerdotale. Risuona in esse l’eco delle diverse scelte che deve fare chiunque scorge la volontà di Dio e desidera compierla. Augusto Czartoryski, giovane principe, ha elaborato un efficace metodo di discernimento dei disegni divini. Presentava a Dio nella preghiera tutte le domande e le perplessità di fondo e poi nello spirito di obbedienza seguiva i consigli delle sue guide spirituali. Così ha compreso la sua vocazione di intraprendere la vita povera per servire i più piccoli. Lo stesso metodo gli ha permesso, nel corso di tutta la vita, di compiere scelte tali, che oggi possiamo dire che egli ha realizzato i disegni della Provvidenza Divina in modo eroico.

Voglio lasciare l’esempio della sua santità soprattutto ai giovani, che oggi cercano il modo di decifrare la volontà di Dio nei riguardi della loro vita e desiderano ogni giorno procedere fedelmente secondo la parola divina. Miei cari giovani amici, imparate dal beato Augusto a chiedere ardentemente nella preghiera la luce dello Spirito Santo e guide sagge, affinché possiate conoscere il piano divino nella vostra vita e siate capaci di camminare sempre sulla via della santità.]

3. "Estaba ya amaneciendo cuando Jesús se presentó en la orilla; pero los discípulos no sabían que era Jesús" (Jn 21,4). Es una posibilidad para el hombre no conocer al Señor, a pesar de múltiples manifestaciones a lo largo de la historia. La Madre Laura Montoya, viendo cómo tantos indígenas, lejos de los centros urbanos, vivían desconociendo a Dios, se decidió a fundar la Congregación de las Misioneras de María Inmaculada y Santa Catalina de Siena, para llevar la luz del Evangelio a los habitantes de las selvas.

Esta Beata colombiana se sintió madre espiritual de los indígenas, a los que quiso mostrar el amor de Dios. Sus tiempos no fueron fáciles, pues las tensiones sociales ensangrentaban también entonces su noble patria. Inspirándonos en su mensaje pacificador, le pedimos hoy que la amada Colombia goce pronto de paz, de justicia y de progreso integral.

["Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù" (Jn 21,4).
È possibile per l'uomo non conoscere il Signore, nonostante le sue molteplici manifestazioni nel corso della storia. Madre Laura Montoya vedendo come tanti indigeni, lontani dai centri urbani, vivevano senza conoscere Dio, decise di fondare la Congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena, al fine di portare la luce del Vangelo agli abitanti delle selve.
Questa Beata colombiana si sentì madre spirituale degli indigeni, ai quali ha voluto mostrare l'amore di Dio. I suoi tempi non furono facili, poiché le tensioni sociali insanguinavano anche allora la sua nobile patria. Ispirandoci al suo messaggio pacificatore, le chiediamo oggi che l'amata Colombia possa presto godere della pace, della giustizia e del progresso integrale.]

4. En el Evangelio hemos escuchado la triple pregunta de Jesús a Pedro: "¿Me amas?". Esta misma pregunta Cristo dirige a los hombres y mujeres de todas las épocas. Los cristianos deben responder con firmeza y prontitud a los proyectos que Él tiene sobre cada uno. Así sucedió en la vida de la Beata Guadalupe García Zavala, mexicana, que renunciando al matrimonio, se dedicó al servicio de los más pobres, necesitados y enfermos, y fundó por eso la Congregación de las Siervas de Santa Margarita María y de los Pobres.

Con una fe profunda, una esperanza sin límites y un gran amor a Cristo, Madre Lupita buscó la propia santificación desde el amor al Corazón de Jesús y la fidelidad a la Iglesia. De este modo vivió el lema que dejó a sus hijas: "Caridad hasta el sacrificio y constancia hasta la muerte".

[Nel Vangelo abbiamo ascoltato la triplice domanda di Gesù a Pietro: "Mi ami?". Questa stessa domanda Cristo la rivolge agli uomini e alle donne di tutte le epoche. I cristiani devono rispondere con fermezza e prontezza ai progetti che Egli ha su ciascuno di noi. Così accadde nella vita della Beata Guadalupe García Zavala, messicana, che rinunciando al matrimonio, si dedicò al servizio dei più poveri, dei bisognosi e degli infermi, fondando a tal fine la Congregazione delle Ancelle di Santa Margherita Maria e dei più Poveri.
Con fede profonda, speranza sconfinata e grande amore per Cristo, Madre Lupita cercò la propria santificazione a partire dall'amore per il Cuore di Gesù e dalla fedeltà alla Chiesa. In questo modo visse il motto che lasciò alle sue Figlie: "Carità fino al sacrificio e costanza fino alla morte".]

5. "Manifestare l’amore di Dio ai piccoli, ai poveri, ad ogni uomo, in ogni parte della terra": questo è stato l’impegno della beata Nemesia Valle nel corso di tutta la sua esistenza. Questo insegnamento essa lascia particolarmente alle sue consorelle, le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, come pure ai fedeli dell’Arcidiocesi di Torino. E’ l’esempio di una santità luminosa, protesa alle alte vette della perfezione evangelica, e che si traduce nei semplici gesti della vita quotidiana interamente spesa per Dio.

La nuova Beata continua a ripetere a noi tutti: "La santità non consiste nel fare molte cose o nel farne di grandi … Santo è chi si consuma al proprio posto ogni giorno, per il Signore".

6. El Señor dice a Pedro de manera decidida y tajante: "Sígueme". También Sor Eusebia Palomino, de las Hijas de María Auxiliadora, oyó un día la llamada de Dios y respondió a través de una intensa espiritualidad y una profunda humildad en su vida diaria. Como buena salesiana, estuvo animada por el amor a la Eucaristía y a la Virgen. Lo importante para ella era amar y servir; el resto no contaba, fiel a la máxima salesiana del "da mihi animas, caetera tolle".

Con la radicalidad y la coherencia de sus opciones, Sor Eusebia Palomino Yenes traza un camino fascinador y exigente de santidad para todos nosotros y muy especialmente para los jóvenes de nuestro tiempo.

[Il Signore dice a Pietro in modo deciso e incisivo: "Seguimi". Anche Suor Eusebia Palomino, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sentì un giorno la chiamata di Dio e rispose attraverso un'intensa spiritualità e una profonda umiltà nella vita quotidiana. Da buona salesiana, fu animata dall'amore per l'Eucaristia e per la Vergine. L'importante per lei era amare e servire; il resto non contava, fedele alla massima salesiana del "da mihi animas, caetera tolle".
Con la radicalità e la coerenza delle sue scelte, Suor Eusebia Palomino Yenes tracciò un cammino attraente ed esigente di santità per tutti noi e soprattutto per i giovani del nostro tempo.]

7. "Tu amas-Me?" - pergunta Jesus a Simão Pedro. Este responde: «Tu sabes tudo, Senhor, bem sabes que Te amo». A vida da Beata Alexandrina Maria da Costa pode resumir-se neste diálogo de amor. Investida e abrasada por estas ânsias de amor, não quer negar nada ao seu Salvador: de vontade forte, tudo aceita para mostrar que O ama. Esposa de sangue, revive misticamente a paixão de Cristo e oferece-se como vítima pelos pecadores, recebendo a força da Eucaristia que se torna o único alimento dos seus últimos treze anos de vida.

Pela esteira da Beata Alexandrina, expressa na trilogia "sofrer, amar, reparar", os cristãos podem encontrar estímulo e motivação para nobilitar tudo o que a vida tenha de doloroso e triste com a prova maior de amor: sacrificar a vida por quem se ama.

["Mi ami tu? " domanda Gesù a Simon Pietro. Egli risponde: "Certo, Signore, tu lo sai che ti amo". La vita della Beata Alexandrina Maria da Costa può riassumersi in questo dialogo d'amore. Permeata e ardente di queste ansie d'amore, non vuole negare nulla al suo Salvatore: dalla forte volontà, accetta tutto per dimostrargli che lo ama. Sposa di sangue, rivive misticamente la passione di Cristo e si offre come vittima per i peccatori, ricevendo la forza dall'Eucaristia che diventa l'unico alimento dei suoi ultimi tredici anni di vita.
Nell'esempio della Beata Alexandrina, espresso nella trilogia "soffrire, amare, riparare", i cristiani possono trovare lo stimolo e la motivazione per nobilitare tutto ciò che la vita ha di doloroso e triste attraverso la prova d'amore più grande: sacrificare la vita per chi si ama.]

8. "Certo Signore, tu lo sai che ti amo" (Jn 21,15). Come Pietro, come gli Apostoli sulle rive del lago di Tiberiade, anche questi nuovi Beati hanno fatto propria, portandola alle estreme conseguenze, questa semplice ma incisiva professione di fede e di amore. L’amore verso Cristo è il segreto della santità!

Carissimi Fratelli e Sorelle, seguiamo l’esempio di questi Beati! Offriamo, come loro, una testimonianza coerente di fede e di amore nella presenza viva e operante del Risorto!
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SANTA MESSA CON ORDINAZIONI PRESBITERALI



IV Domenica di Pasqua, 2 maggio 2004




1. "E’ risorto il Buon Pastore, che ha dato la vita per le sue pecorelleAlleluia" (Antifona di com.).

La liturgia ci invita quest’oggi a fissare lo sguardo su Cristo Buon Pastore. Agnus redemit oves, canta la Sequenza di Pasqua: "L’Agnello ha redento il suo gregge". Il Figlio unigenito del Padre, il Buon Pastore dell’umanità, morto in Croce è risorto il terzo giorno.

Questa è la Buona Notizia che gli Apostoli hanno recato a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme, animati dalla potenza dello Spirito Santo (cfr Lc 24,47-49). Questo è il lieto annuncio che continua a risuonare, all’inizio del terzo millennio. Dallo sguardo ricolmo di compassione di Cristo, Buon Pastore risorto, ha origine nella Chiesa il dono e il mistero della vocazione al ministero pastorale.

2. Carissimi Diaconi, che tra poco sarete ordinati presbiteri, da questo medesimo sguardo di amore è nata la vostra chiamata al Sacerdozio. Vi accolgo con affetto e vi saluto ad uno ad uno. Saluto il Cardinale Vicario, Mons. Vicegerente, i Membri del Consiglio Episcopale diocesano. Saluto i Rettori e Superiori del Pontificio Seminario Romano Maggiore, del Seminario Diocesano Redemptoris Mater, dell'Almo Collegio Capranica e degli Oblati Figli della Madonna del Divino Amore, che hanno curato la vostra formazione. Saluto il Cardinale Andrzej Maria Deskur e i formatori della "Fraternità sacerdotale dei Figli della Croce", così come saluto e ringrazio i Superiori e formatori del Pontificio Istituto Missioni Estere.

Desidero esprimere viva riconoscenza alle vostre famiglie, ai sacerdoti che hanno curato la formazione e la crescita della vostra fede e a quanti, insieme alle vostre comunità parrocchiali e realtà ecclesiali di appartenenza vi hanno aiutato a scoprire il "dono e mistero" della vostra vocazione, e a dire sì alla chiamata del Signore.

3. Voi diventate sacerdoti in un'epoca in cui, anche qui a Roma, forti tendenze culturali sembrano voler far dimenticare Dio, soprattutto ai giovani e alle famiglie. Ma non abbiate paura: Dio sarà sempre con voi! Con il suo aiuto potrete percorrere le strade che conducono al cuore di ogni uomo ed annunciargli che il Buon Pastore ha dato la vita per lui e lo vuole partecipe del suo mistero di amore e salvezza. Per portare a compimento quest'opera tanto necessaria occorre, però, che Gesù sia sempre il centro della vostra vita e con Lui restiate in intima unione con la preghiera, la meditazione personale quotidiana, la fedeltà alla Liturgia delle Ore e soprattutto la devota quotidiana celebrazione dell'Eucaristia. Se sarete pieni di Dio, sarete veri apostoli della nuova evangelizzazione, perché nessuno dà ciò che non porta nel suo cuore.

Maria, la dolce Madre del Buon Pastore, verso la quale vi invito a nutrire sempre filiale devozione, vi accompagni e vegli costantemente su di voi. Amen
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CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DI 6 BEATI



Sesta Domenica di Pasqua, 16 maggio 2004




1. "Vi do la mia pace" (Jn 14,27). Nel tempo pasquale ascoltiamo spesso questa promessa di Gesù ai suoi discepoli. La pace vera è frutto della vittoria di Cristo sul potere del male, del peccato e della morte. Quanti lo seguono fedelmente diventano testimoni e costruttori della sua pace.

In questa luce mi piace contemplare i sei nuovi Santi, che la Chiesa addita oggi all’universale venerazione: Luigi Orione, Annibale Maria di Francia, Josep Manyanet y Vives, Nimatullah Kassab Al-Hardini, Paola Elisabetta Cerioli, Gianna Beretta Molla.

2. "Uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo" (Ac 15,26). Queste parole degli Atti degli Apostoli ben possono applicarsi a san Luigi Orione, uomo totalmente donato alla causa di Cristo e del suo Regno. Sofferenze fisiche e morali, fatiche, difficoltà, incomprensioni e ostacoli di ogni tipo hanno segnato il suo ministero apostolico. "Cristo, la Chiesa, le anime - egli diceva - si amano e si servono in croce e crocifissi o non si amano e non si servono affatto" (Scritti, 68,81).

Il cuore di questo stratega della carità fu "senza confini perché dilatato dalla carità di Cristo" (ivi, 102,32). La passione per Cristo fu l'anima della sua vita ardimentosa, la spinta interiore di un altruismo senza riserve, la sorgente sempre fresca di una indistruttibile speranza.

Quest’umile figlio di un selciatore proclama che "solo la carità salverà il mondo" (ivi, 62,13) e a tutti ripete che "la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini" (ivi).

3. "Se uno mi ama, osserverà la mia parola" (Jn 14,23). In queste parole evangeliche vediamo delineato il profilo spirituale di Annibale Maria di Francia, che l’amore per il Signore spinse a dedicare l’intera esistenza al bene spirituale del prossimo. In questa prospettiva, egli avvertì soprattutto l’urgenza di realizzare il comando evangelico: "Rogate ergo… - Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!" (Mt 9,38).

Ai Padri Rogazionisti e alle Suore Figlie del Divino Zelo lasciò il compito di adoperarsi con tutte le forze perché la preghiera per le vocazioni fosse "incessante e universale". Questo stesso invito Padre Annibale Maria Di Francia rivolge ai giovani del nostro tempo, sintetizzandolo nella sua abituale esortazione: "Innamoratevi di Gesù Cristo".

Da questa provvidenziale intuizione è sorto nella Chiesa un grande movimento di preghiera per le vocazioni. Auspico di cuore che l’esempio di Padre Annibale Maria Di Francia guidi e sostenga anche in questo nostro tempo tale azione pastorale.

4. "El Espíritu Santo, que enviará el Padre en mi nombre, será quien os lo enseñe todo y os vaya recordando todo lo que os he dicho" (Jn 14,26). Desde el principio el Paráclito ha suscitado hombres y mujeres que han recordado y difundido la verdad revelada por Jesús. Uno de éstos fue San José Manyanet, verdadero apóstol de la familia. Inspirándose en la escuela de Nazaret, realizó su proyecto de santidad personal y se dedicó, con entrega heroica, a la misión que el Espíritu le confiaba. Para ello fundó dos Congregaciones Religiosas. Un símbolo visible de su anhelo apostólico es también el templo de la Sagrada Familia de Barcelona.

[in lingua catalana]

Que sant Josep Manyanet beneeixi totes les famílies i us ajudi a portar els exemples de la Sagrada Família a les vostres llars".

[ ¡Que San José Manyanet bendiga a todas las familias y os ayude a llevar los ejemplos de la Sagrada Familia a vuestros hogares!]

Traduzione italiana delle parti pronunciate in spagnolo ed in catalano:

[4. "Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" (Jn 14,26).
Sin dall'inizio il Paraclito ha ispirato uomini e donne che hanno ricordato e diffuso la verità rivelata da Gesù. Uno di questi è stato san José Manyanet, vero Apostolo della famiglia. Ispirandosi alla scuola di Nazareth, ha realizzato il suo progetto di santità personale e si è dedicato, con sollecitudine eroica, alla missione che lo Spirito gli ha affidato. A tal fine ha fondato due Congregazioni Religiose. Un simbolo visibile del suo anelito apostolico è anche il tempio della Sacra Famiglia di Barcellona.]
Que sant Josep Manyanet beneeixi totes les famílies i us ajudi a portar els exemples de la Sagrada Família a les vostres llars".
[¡Que San José Manyanet bendiga a todas las familias y os ayude a llevar los ejemplos de la Sagrada Familia a vuestros hogares!]
[Che San Giuseppe Manyanet benedica tutte le famiglie e vi aiuti a portare gli esempi della Sacra Famiglia alle vostre case!]

5. Homme de prière, amoureux de l’Eucharistie qu’il aimait adorer longuement, saint Nimatullah Kassab Al-Hardini est un exemple pour les moines de l’Ordre libanais maronite comme pour ses frères libanais et pour tous les chrétiens du monde. Il s’est donné totalement au Seigneur dans une vie de grand renoncement, montrant que l’amour de Dieu est la seule véritable source de joie et de bonheur pour l’homme. Il s’est attaché à chercher et à suivre le Christ, son Maître et Seigneur.

Accueillant à ses frères, il a soulagé et guéri beaucoup de blessures dans les coeurs de ses contemporains, leur témoignant la miséricorde de Dieu. Puisse son exemple éclairer notre route, susciter chez les jeunes en particulier un vrai désir de Dieu et de la sainteté, pour annoncer à notre monde la lumière de l’Évangile !

Traduzione italiana della parte pronunciata in francese:

[5. Uomo di preghiera, innamorato dell'Eucaristia, che gli piaceva adorare a lungo, Nimatullah Kassab Al-Hardini è un esempio per i monaci dell'Ordine libanese maronita, come pure per i suoi fratelli libanesi e per tutti i cristiani del mondo. Egli si è donato totalmente al Signore in una vita di grande rinuncia, mostrando che l'amore di Dio è l'unica fonte autentica di gioia e di felicità per l'uomo. Egli si è dedicato a cercare e a seguire Cristo, suo Maestro e Signore.
Accogliendo i suoi fratelli, egli ha dato sollievo e ha curato molte ferite nel cuore dei suoi contemporanei, testimoniando loro la misericordia di Dio. Possa il suo esempio illuminare il nostro cammino, suscitare, in particolare tra i giovani, un desiderio autentico di Dio e di santità, per annunciare al mondo presente la luce del Vangelo!]

6. "L’angelo… mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo" (Ap 21,10). La splendida immagine proposta dall’Apocalisse di Giovanni esalta la bellezza e la fecondità spirituale della Chiesa, la nuova Gerusalemme. Di questa fecondità spirituale è singolare testimone Paola Elisabetta Cerioli, la cui esistenza fu copiosa di frutti di bene.

Contemplando la Santa Famiglia, Paola Elisabetta intuì che le comunità familiari restano solide quando i legami di parentela sono sostenuti e cementati dalla condivisione dei valori della fede e della cultura cristiana. Per diffondere questi valori la nuova Santa fondò l’Istituto della Sacra Famiglia. Era infatti convinta che i figli, per crescere sicuri e forti, hanno bisogno di una famiglia sana e unita, generosa e stabile. Aiuti Iddio le famiglie cristiane ad accogliere e a testimoniare in ogni circostanza l’amore di Dio misericordioso.

7. Dell’amore divino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio, in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: "L’amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli uomini".

Sull’esempio di Cristo, che "avendo amato i suoi… li amò sino alla fine" (Jn 13,1), questa santa madre di famiglia si mantenne eroicamente fedele all’impegno assunto il giorno del matrimonio. Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso.

Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata divina!

8. "Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore" (Jn 14,28). Le vicende terrene di questi sei nuovi Santi ci spronano a perseverare sulla propria strada, confidando nell’aiuto di Dio e nella materna protezione di Maria. Dal cielo ora veglino su di noi e ci sostengano con la loro potente intercessione.
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GPII Omelie 1996-2005 411