GPII 1989 Insegnamenti - Discorso durante l'incontro con le autorità locali - Saint Denis (La Réunion)


1. Sono felice di esprimere in sua presenza la gioia che provo nel compiere una visita pastorale per la prima volta in un dipartimento francese d'oltremare. Sono sensibile all'onore che mi ha fatto venendo da Parigi a Saint Denis di La Réunion per darmi il benvenuto nel momento in cui intraprendo un viaggio pastorale in una zona della "galassia francofona".

La prego di presentare il mio deferente saluto a sua eccellenza François Mitterrand, Presidente della Repubblica Francese, che lei rappresenta. Mi è parimenti gradito rinnovare, tramite la sua persona, tramite i ministri che l'accompagnano, i cordiali auguri che formulo all'indirizzo di tutti i suoi compatrioti della metropoli.


2. E ora, ho il piacere di salutare i miei fratelli nell'Episcopato: sua Eccellenza Gilbert Aubry, il Vescovo locale, che mi ha invitato, con il gradimento delle autorità civili; sua eminenza il Cardinale Albert Decourtray, Presidente della Conferenza Episcopale Francese; sua eminenza il Cardinale Jean Margéot, Presidente della Conferenza Episcopale dell'oceano Indiano, ed i Vescovi della regione. Desidero ringraziare particolarmente il suo governo, signor ministro, ed i suoi collaboratori di La Réunion raccolti intorno al prefetto, per aver contribuito con tanta sollecita cortesia all'organizzazione di questo viaggio.

Saluto con rispetto e con molta cordialità i parlamentari, i presidenti del Consiglio generale, le personalità militari, il sindaco di Saint Denis ed i sindaci dei comuni dell'isola, tutte le autorità civili dipartimentali.

Al di là di questo incontro alla prefettura, vorrei esprimere i sensi della mia stima a tutti i membri del Consiglio regionale e del Consiglio generale ed a quelli delle camere consolari. Rivolgo loro i miei fervidi auguri per le funzioni che svolgono al servizio della società riunionese, quali che siano le loro convinzioni religiose o le loro opinioni politiche, nella ricerca del bene comune di tutti coloro che vivono in quest'isola.

Saluto infine con gioia i rappresentanti delle diverse confessioni religiose. Nel nostro rapporto con il Dio unico che è all'origine e alla fine di ogni vita, il dialogo interreligioso contribuisce alla promozione della dignità delle persone e dei gruppi.


3. All'inizio di questa visita, il mio pensiero va immediatamente a tutto il popolo di la Réunion con il quale Dio mi concede di prendere un contatto diretto come Pastore. Porto più particolarmente nella mia preghiera le famiglie e le aziende così duramente provate dal ciclone Firinga, che non si sono riprese dalla prova. Ai cattolici della diocesi vorrei dire quanto sono felice di venire a condividere e celebrare in queste circostanze privilegiate la fede che ci accomuna. Questa fede ha portato qui frutti degni di lode, perché domani avro la gioia di proclamare beato un apostolo la cui santità è fiorita in questi luoghi: fratel Scubilion.


4. Formulo l'ardente augurio che la mia visita sia per tutti i cattolici di questo paese l'occasione di una presa di coscienza rinnovata delle loro responsabilità personali di cristiani, nella Chiesa e nella società riunionese. Tutti, infatti, sono chiamati a costruire insieme la Chiesa del terzo millennio a La Réunion, dando prova di un'audacia evangelica ispirata dall'azione missionaria del celebre fratello educatore. Come dichiara l'esortazione "Christifideles Laici", "è del tutto necessario che ciascun fedele laico abbia sempre viva coscienza di essere un "membro della Chiesa", al quale è affidato un compito originale, insostituibile, indelegabile, da svolgere per il bene di tutti" (CL 28).

Uno sguardo al passato della Chiesa a La Réunion rivela che questo Paese è stato un trampolino missionario per la propagazione del Vangelo verso altri paesi: il Madagascar, l'Africa orientale, la stessa Nuova Caledonia. I tempi cambiano, la missione della Chiesa rimane un fatto urgente. Approfondendo la loro fede e vivendola nei loro rapporti quotidiani, i riunionesi cattolici sono chiamati ad essere testimoni autentici del Vangelo e ad irradiare l'amor di Cristo nella loro isola e oltre.


5. Per la sua stessa storia e per le sue scelte, il popolo di La Réunion è legato alla Francia, all'Europa e all'oceano Indiano. L'esercizio della solidarietà a tutti questi livelli dovrebbe dar modo ai Riunionesi, con il loro ricco potenziale umano, di proseguire il loro sviluppo allo scopo di svolgere il ruolo originale che spetta loro nel dialogo Nord-Sud, nel dialogo tra le isole dell'oceano Indiano per un futuro di solidarietà di questa parte del mondo. La cosa sarà possibile se gli uomini e le donne avranno fiducia in se stessi, al punto di aver coraggio di ripensare, se necessario, certe forme di vita, avendo in vista una esistenza più conforme alla loro dignità.

I Riunionesi hanno imparato a vivere insieme con le loro molteplici sensibilità etnico-culturali. Possano continuare a dare al mondo l'esempio di un corpo sociale la cui unità dinamica è mantenuta e sviluppata grazie agli adattamenti consentiti reciprocamente dagli uni e dagli altri! Fratelli e sorelle carissimi, vi si apre un immenso cantiere sul quale, come messaggero di pace, vi incoraggio a lavorare ora e nei prossimi anni.


6. Come il Vescovo di La Réunion chiedeva ai cattolici nella sua lettera pastorale di Pasqua del 1979 (Episcopi S. Dionysii Reunionis, "Tuote la foi dans toute la vie", die 15 apr. 1979), curate i vincoli della pace tra le isole dell'oceano Indiano, particolarmente nei vostri rapporti con l'isola di Maurizio, le Seychelles, Madagascar e le Comore. Questi paesi sono i vostri prossimi vicini, e a questo titolo dovrebbero essere i primi a beneficiare del vostro fraterno aiuto.

I recenti lavori della Commissione dell'oceano Indiano sono orientati in questo senso e sono promessa di una maggior fraternità tra i vostri popoli.

Infine, ciò che la Chiesa intende compiere attraverso la sua missione è favorire ed esaltare tutto ciò che c'è di vero, di buono, di bello nella comunità umana, e contribuire così alla pace tra gli uomini, a maggior gloria di Dio.

Signor primo ministro, voglio rinnovarle la mia gratitudine. A tutte le personalità qui presenti rivolgo il mio ringraziamento per la loro calorosa accoglienza. Dio benedica La Réunion e la conservi nella pace. Dio benedica tutte le isole dell'oceano Indiano!

1989-05-01

Lunedi 1 Maggio 1989




L'incontro con sacerdoti, religiosi e responsabili di consigli pastorali - Saint Denis (La Réunion)

La parrocchia: casa di famiglia fraterna e accogliente dove si prende coscienza di essere Popolo di Dio


Fratelli e sorelle carissimi.


1. Lasciate che esprima la mia gioia per l'incontro di questa sera e per questo mio primo contatto, attraverso di voi, con il Popolo di Dio a La Réunion. Mi vengono immediatamente in mente le parole che san Paolo rivolgeva ai fedeli di Roma, ancora prima di trovarsi tra loro: "Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io" (Rm 1,11-12).

Vi saluto tutti cordialmente, sacerdoti, religiosi e religiose, rappresentanti dei consigli pastorali, dei movimenti, delle organizzazioni, dei gruppi di giovani. Rivolgo un particolare saluto alla delegazione della diocesi di Sens e Auxerre, diocesi di origine di fratel Scubilion che domani sarà proclamato beato.

Ringrazio monsignor Aubry per la presentazione che mi ha fatto della diocesi di Saint-Denis di La Réunion. Ringrazio anche i portavoce della vostra assemblea, i quali hanno saputo illustrare il modo in cui partecipano alla pastorale diocesana, contribuendo così allo sviluppo della fede e all'avvento del Regno di Dio.


2. So bene che le diocesi della Conferenza Episcopale dell'oceano Indiano (CEDOI), e in particolare la vostra, hanno espresso la volontà di rispondere ai grandi appelli del Vaticano II per il rinnovamento della Chiesa. Lo Spirito Santo ci interpella, perché il volto della Chiesa oggi sia realmente quello che Cristo ama, perché la Chiesa è il suo proprio Corpo. Non si tratta soltanto di riformare questo o quel particolare punto, ma piuttosto di entrare profondamente nel mistero di comunione che la Chiesa vorrebbe vivere al servizio del mondo.

Ho appreso con soddisfazione che sviluppate l'attività dei consigli di animazione pastorale nelle vostre parrocchie. Tra tanti altri progetti, state cercando di organizzare un "Consiglio diocesano di pastorale". Si tratta di una istituzione incoraggiata dal Diritto Canonico (CIC 511), il cui funzionamento si avvale dell'esperienza di ognuno nella propria comunità locale, e che è il luogo appropriato per far maturare gli orientamenti pastorali intorno al vostro Vescovo.

Per aiutarvi nel vostro progetto, vorrei fare alcune riflessioni sulla pastorale della Chiesa diocesana.


3. E' un concetto centrale che la Chiesa ha rimesso in luce in occasione del Concilio Vaticano II per definire se stessa: quello della "comunione". Si tratta innanzitutto dell'unione con Dio, attraverso nostro Signore Gesù Cristo, nello Spirito Santo. Questa unione è suggellata dalla Parola di Dio e dai sacramenti.

Per mezzo del Battesimo ciascuno di noi è incorporato in Cristo e vive della sua vita: è l'aspetto personale della comunione cristiana. Questa stessa vita circola tra tutti i fedeli e ci lega gli uni agli altri: è l'aspetto comunitario della comunione cristiana.

La Chiesa costituisce un corpo vivo: le funzioni dei suoi membri sono nello stesso tempo differenti e complementari. Ciascun fedele porta il suo contributo personale all'intero corpo. Vive una condivisione fraterna con gli altri, nella gioia di una uguale dignità. Sotto la saggia guida dei pastori, le ricchezze complementari sono utilizzate per il bene di tutti.


4. Nella Chiesa esistono, prima di tutto, ministeri che scaturiscono dal sacramento dell'Ordine. Il Signore Gesù, infatti, scelse degli apostoli e diede loro l'incarico di dirigere tutto il popolo: si tratta di un autentico servizio. I Vescovi, successori degli apostoli, ed i sacerdoti, collaboratori immediati dei Vescovi, hanno come funzione essenziale quella di servire la Chiesa: hanno per missione di raccogliere gli uomini nello Spirito Santo, per mezzo del Vangelo e dei sacramenti. In nome di Cristo, la Chiesa conferisce loro dei poteri ed un'autorità che esercitano per il bene dell'intero Popolo di Dio.

I battezzati hanno bisogno del sacerdozio ministeriale attraverso il quale viene comunicato loro il dono della vita divina. Quanto più un popolo vive il suo cristianesimo, tanto più sente il bisogno dei sacerdoti. Fratelli e sorelle di La Réunion, le vocazioni sacerdotali per la vostra diocesi sono una questione di Dio e sono una questione vostra: spetta a voi volere dei sacerdoti, chiederli a Dio, incoraggiare le vocazioni, aiutare con i vostri mezzi materiali e spirituali coloro che s'impegnano sulla via del sacerdozio, circondarli con il vostro appoggio comprensivo e affettuoso. So che, a livello di quartieri, si sta portando avanti un lavoro che comincia a dare i suoi frutti. Vi esorto a proseguire nei vostri sforzi volti a dar vita a una pastorale delle vocazioni che sia dinamica, e particolarmente a sostenere i seminaristi, così da assicurare alla Chiesa di La Réunion i sacerdoti del terzo millennio. Non solo risponderete così alla domanda dell'isola, ma continuerete l'impresa missionaria di coloro che vi hanno preceduti, che da questa terra sono andati a lavorare per l'avvento del Regno di Dio nel Madagascar, in Africa orientale, e ancora più lontano.


5. La missione della Chiesa nel mondo è compiuta non solo dai ministri che hanno ricevuto il sacramento dell'Ordine, ma anche da tutti i fedeli laici. Per la loro condizione di battezzati, i fedeli laici partecipano alla funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo.

Ponendosi in ascolto dell'uomo di La Réunion, i pastori avranno a cuore di riconoscere e promuovere le funzioni di quei battezzati che sono chiamati a collaborare all'opera apostolica per i loro carismi, per le loro attività in favore dell'evangelizzazione delle realtà temporali. La missione dei laici ha anch'essa un fondamento di ordine sacramentale, nel senso che scaturisce dal sacramento del Battesimo, dal sacramento della Cresima e, per molti, dal sacramento del Matrimonio.

"Il campo proprio dell'attività evangelizzatrice dei laici, diceva Papa Paolo VI, è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell'economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale; ed anche di altre realtà particolarmente aperte all'evangelizzazione, quali l'amore, la famiglia, l'educazione dei bambini e degli adolescenti, il lavoro professionale, la sofferenza" (EN 70). A voi spetta formare gruppi apostolici meglio rispondenti alla situazione dell'isola, collegati con i movimenti nazionali e internazionali, oppure dar vita a iniziative specifiche quali la Missione Rurale diocesana, che cerca di dare una formazione partendo dal vissuto riunionese nella Chiesa diocesana.


6. In questo immenso cantiere offerto all'apostolato dei fedeli laici, vorrei indicare un campo prioritario: quello della famiglia. Il Matrimonio cristiano è una vera e propria vocazione ad evangelizzare l'amore tra l'uomo e la donna, rendendolo dunque ancora più umano. Il sacramento del Matrimonio garantisce alla coppia la stabilità di scambio di cui ciascuno dei due partner ha bisogno per raggiungere la sua pienezza. Garantisce ai figli l'ambiente d'amore solido al quale hanno diritto per svilupparsi armoniosamente e prepararsi ad affrontare la vita.

La salute della persona e della società è strettamente legata alla prosperità della comunità coniugale e familiare. Lasciate che, insieme ai vostri pastori, io incoraggi ogni coppia cristiana a "fondare la sua famiglia sulla roccia - di fronte agli shock della modernità", per riprendere alcune espressioni del Cardinale Margéot.


7. Avendovi esortati a dare un nuovo impulso alla pastorale familiare, vorrei incoraggiarvi anche a riscoprire il volto vero della parrocchia, ossia il mistero stesso della Chiesa che è presente ed agisce in essa. Prima ancora di essere una struttura, la parrocchia è "una casa di famiglia, fraterna ed accogliente, dove i battezzati ed i cresimati prendono coscienza di essere Popolo di Dio. Là il pane della buona dottrina e il pane dell'Eucaristia sono ad essi spezzati in abbondanza... di li essi sono rinviati quotidianamente alla loro missione apostolica, in tutti i cantieri della vita del mondo" (CTR 67).

All'ultimo Sinodo dei Vescovi, i partecipanti hanno espresso l'augurio che le parrocchie si rinnovino più risolutamente favorendo la partecipazione dei laici alle responsabilità pastorali. Nelle parrocchie, infatti, l'azione degli uomini e delle donne è talmente necessaria che, senza di essa, l'apostolato dei pastori non potrebbe realizzare il suo pieno effetto. Finiamo sempre per tornare a quello che è il motivo ricorrente di questo incontro: l'ecclesiologia di comunione. Perché sono così diversi e complementari, i ministeri ed i carismi hanno il proprio ruolo da svolgere per la crescita della Chiesa.

La parrocchia, che si presenta come la Chiesa costruita in mezzo alle case degli uomini, offre la possibilità di sperimentare e di coltivare, giorno dopo giorno, rapporti più fraterni tra fedeli aventi origini e provenienti da situazioni più diverse. E il primo luogo della celebrazione comunitaria della presenza del Signore riconosciuta nella fede. E' il polo di apostolato e risveglia lo slancio missionario verso coloro che non credono e coloro che sono nell'errore.

E' aperta a tutto, è al servizio di tutti, o, per riprendere le parole di Giovanni XXIII, è la "fontana del villaggio" alla quale tutti vengono a dissetarsi.

Il Concilio Vaticano II ha incoraggiato l'esame e la ricerca di soluzioni ai problemi pastorali con il concorso di tutti i parrocchiani: è la ragion d'essere dei "Consigli pastorali parrocchiali" sui quali i padri, nell'ultimo Sinodo, hanno giustamente insistito e che bisogna valorizzare. Vi incoraggio a continuare con la creazione dei "Consigli parrocchiali di animazione pastorale", per rafforzare la coesione tra gli operatori pastorali e mettere la parrocchia in stato di missione.


8. Avete la fortuna di essere al servizio di un popolo che ha delle radici spirituali e che dà importanza ai grandi momenti della vita religiosa, sia personale che sociale. Mostrandovi accoglienti verso le persone e attenti alle loro abituali preoccupazioni, cercate di promuovere celebrazioni parrocchiali sempre più vive e più piene di senso. Aprite le menti al significato profondo dei riti sacri. Suscitate in ognuno il senso della propria responsabilità, affinché i sacramenti siano visti come atti che impegnano la persona umana.


9. Al termine di queste riflessioni sulla pastorale diocesana e sul ruolo che ciascun battezzato è chiamato a svolgere, chiedo al Signore di aiutarvi a trovare il vostro posto in questa casa di Dio e degli uomini, che è la Chiesa: "Nella Casa di Dio, fatti avanti e prendi il tuo posto. Nella Casa di Dio, insieme rendiamo grazie".

Domani venereremo un uomo che seppe rispondere alla sua vocazione e servire nella Chiesa: fratel Scubilion, che si distinse nel vostro Paese come educatore, riconciliatore, promotore della dignità dell'uomo, e come missionario.

Possiate essere anche voi, con il suo esempio, luce del mondo e sale della terra! Vi esorto a proseguire la vostra formazione cristiana affinché, in unione con il vostro Vescovo, siate autentici responsabili nella vostra Chiesa, e portiate sempre il vostro contributo alle comunità delle isole vicine alle quali siete legati, e alle comunità di Francia e d'Europa alle quali altri legami vi uniscono per la vostra storia e per le vostre scelte. Infine, nell'universo religioso pluralista in cui vivete, affermate la vitalità della vostra Chiesa e la vostra identità cristiana: sarete meglio in grado di dialogare con coloro che non condividono la vostra fede.

Possa la Vergine Maria aiutarvi a costruire intorno a voi, in questa zona dell'oceano Indiano, la civiltà della verità e dell'amore, a maggior gloria di Dio!

1989-05-01

Lunedi 1 Maggio 1989




Messaggio ai giovani - Saint-Denis (La Réunion)

"Si alza un vento di speranza tra di voi: è l'inizio di una nuova evangelizzazione"


Carissimi giovani di La Réunion.


1. Voi sapete quanto desidero prendere contatto con i giovani dei paesi nei quali mi reco in visita per intrattenermi con loro sugli argomenti che stanno loro a cuore. Con voi lo faro per iscritto perché non è stato possibile organizzare un incontro abbastanza lungo per dialogare. Mi auguro che questo messaggio vi possa portare il conforto e l'incoraggiamento che avrei voluto darvi a viva voce.

Prima di tutto, voglio ringraziarvi delle vostre lettere, così numerose.

Ho particolarmente apprezzato il fatto che mi esprimiate la vostra unione nella preghiera, e sono sensibile al benvenuto che mi date in tutti i vostri scritti.

Come è mia abitudine quando arrivo in un paese che visito, ho baciato la terra della vostra isola, come segno di rispetto per questa terra dove vive un popolo. Vengo come pellegrino in mezzo al Popolo di Dio, che ha le sue radici profonde in questa terra. Il mio semplice gesto vuole congiungersi al vostro amore per la vostra terra, che le vostre lettere mi presentano con tanto entusiasmo.

Mi avete posto molte domande: non mi sarà possibile darvi una risposta esauriente per iscritto. Scoprirete progressivamente elementi di risposta con i vostri amici, con quelli che sono più vecchi di voi, con i vostri sacerdoti che hanno la missione di accompagnarvi nella vostra crescita spirituale. Con questo mio messaggio spirituale, vorrei darvi il gusto di cercare le cose che permettono di riuscire bene nella vita.

Per essere felici nella vita, si tende a credere che debba essere cambiato prima di tutto l'ambiente. Poi, a poco a poco, si ammette che per cambiare il mondo conviene cominciare con il cambiare se stessi. E' questo il momento in cui ci si trova nelle disposizioni necessarie per accogliere il messaggio di qualcuno che vuole cambiare il mondo cambiando l'uomo dal di dentro: Cristo.

A La Réunion, respirate la religione un po' come l'isola respira la "brezza del mare" durante il giorno e la "brezza di terra" durante la notte.

Alcuni ritengono forse che vi sia troppa religione da voi; tenderebbero a trascurarla, non fosse che perché è talvolta imposta dai genitori.

Ma conoscete veramente questo Dio che rivela la religione cristiana e che occupa un posto così grande nella vita? Cristo Gesù, Figlio unico di Dio, è venuto a parlarcene. Una delle sue parole più importanti è questa: "Io sono la Via, la Verità e la Vita" (Jn 14,6). Si, Cristo è una persona da conoscere, e offre un messaggio che è un cammino di vita nella verità: il Vangelo.


2. Voi dite che è difficile essere cristiani. E' in realtà un cammino lungo. E tuttavia, Cristo si appella alla vostra libertà; vi invita a credere, a maturare ed a portare frutti. Aspetta da voi una risposta che impegni tutta la vostra persona.

Voi costituite una vera forza per la Chiesa di oggi e di domani: del resto, i vostri pastori vi dedicano un'attenzione speciale, e vorrebbero aiutarvi a sbocciare nella vostra personalità di battezzati. Insieme ad essi, vi incoraggio a seguire Cristo sulla via rigorosa della Croce e nella certezza della Risurrezione.


3. Da sempre, Dio ha pensato a noi e ci ha amati come persone uniche. Conosce ciascuno di noi per nome, come il Buon Pastore del Vangelo. Ma il progetto di Dio per ciascuno di noi si rivela gradualmente, giorno per giorno, nell'arco della vita. Per scoprire la volontà concreta del Signore riguardo alla nostra vita, occorre ascoltare la Parola di Dio, pregare, condividere con gli altri i nostri interrogativi e le nostre scoperte, per poter discernere i doni ricevuti e farli fruttare, come viene detto nella parabola evangelica dei talenti (Mt 25,14-30).

Il messaggio di Cristo, vi invito a meditarlo, da soli e in gruppi: nella vostra parrocchia, nel vostro gruppo di quartiere, nel vostro gruppo di riflessione, nel movimento di Azione Cattolica al quale appartenete. La Parola di Dio è un lievito. Mescolato ad una grande quantità di pasta, finisce per farla lievitare tutta. Il Vangelo è una grande forza spirituale: bisogna che lo conosciate e lo accogliate per vivere di esso e irradiarlo.

Del resto, e siete voi stessi a dirlo, provate una gioia immensa nel condurre una vita cristiana. Voi stessi riconoscete che tra di voi si alza un vento di speranza: è incominciata una nuova evangelizzazione anche a La Réunion.

Ho notato nelle vostre lettere che trovate spesso inadatto il linguaggio della Chiesa, di difficile comprensione. Certamente i pastori devono sempre fare uno sforzo per rendere accessibile il messaggio di Cristo: è lo scopo, tra l'altro, dell'omelia durante la Messa. Nel quadro della celebrazione eucaristica, quando la comunità ecclesiale è riunita nello Spirito Santo, la Parola di Dio ci giunge con tutta la sua forza. E' resa ancora più accessibile e più comprensibile attraverso i riti, i gesti e i canti. Vi esorto a dare il vostro concorso di giovani alle celebrazioni parrocchiali. Convincetevi che, per trarre profitto dalla Messa, un buon metodo è quello di andarci chiedendosi: cosa posso portare alla comunità? Infine, nel dialogo con Dio che è tutta la nostra vita, bisogna ricordare che non ci si può appropiare di Dio. Volersi impadronire di Dio, è una tentazione: è la via della magia, una via senza speranze. Cristo è venuto a insegnarci un modo di agire che è il contrario della magia; ci insegna non a possedere Dio, ma a lasciarci amare da lui ed a rispondere con atti al suo amore.

La cosa vi sarà tanto più facile quanto più intensamente vivrete la vita di comunità della Chiesa, camminando insieme nella sequela del Signore.


4. Riconoscete che avete bisogno di essere sollecitati, motivati, per mettervi in cammino. Siete desiderosi di superare l'instabilità che vi tenta, e volete essere trattati da esseri responsabili. Si: ma attenzione alle contraddizioni, agli atteggiamenti di bambini viziati che vogliono avere tutto subito. I rapporti con Cristo, come ogni rapporto tra persona e persona, esigono tempo per costruirsi; ma ne vale veramente la pena.

Quello che Cristo propone a coloro che vogliono mettersi alla sua sequela, lo trovate riassunto in una carta nel cuore stesso del Vangelo: le beatitudini (cfr. Mt 5,1-12).

Le beatitudini sono un invito ad avere un cuore di povero: "Beati i poveri di cuore!". Nel materialismo in cui siete immersi, non sapete talvolta che pensare dei modi di vivere che vi sommergono e vi stordiscono offrendovi sempre di più, spingendovi ad ottenere quanto il vicino. Più che il livello di vita, è la possibilità di uno sviluppo armonioso che va cercata; ogni uomo sia equilibrato, realizzato, con ciò che vi è di meglio in lui e con gli altri. La vera ricchezza è l'uomo e non ciò che possiede.

Le beatitudini sono anche un invito a costruire la pace. "Beati gli operatori di pace!", ci dice Gesù. Pace che deve essere fatta regnare nel quartiere, tra i giovani, nell'isola e nella regione dell'oceano Indiano.

Invito a rifiutare la violenza: "Beati i miti!". In mezzo alle dispute, alle gelosie, alle rivalità, i miti rispondono con amore costruttivo, non violento, tollerante.

Invito alla giustizia: "Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia!". Bisogna aspirare a far si che ogni uomo e ogni donna siano trattati con giustizia, conformemente alla loro dignità. E' cosa degna volere ad ogni costo andare a lavorare in città e disprezzare l'agricoltura? E' cosa degna voler vivere come assistiti, ricevendo continuamente denaro dall'esterno? Non è forse più giusto e più degno diventare responsabili e prendere risolutamente in mano la propria vita?


5. "Beati i puri di cuore!". Nella società odierna viene assegnato un posto smisurato al sesso, con il dilagare dei film, delle riviste della pubblicità pornografica. Quando si tratta del corpo, si vuol conoscere il godimento subito.

Il piacere nel rapporto con l'altro, nel rapporto sessuale, è stato voluto da Dio, ma non in qualunque modo. Dio non vuole queste contraffazioni dell'amore che troppo spesso sono presentate come normali nell'esistenza. No, Dio vuole che l'uomo e la donna formino una coppia fedele, legata da un amore ad immagine dell'amore in Dio, dove le tre Persone che costituiscono la famiglia trinitaria sono incessantemente volte l'una verso l'altra in un dono reciproco e in una unità perfetta. Il sacramento del Matrimonio dà ai coniugi la grazia necessaria per vivere un dono reciproco simile in un'alleanza che nessun tribunale umano può sciogliere.

Molti giovani di oggi decidono di vivere insieme e mettono in discussione la necessità del matrimonio. Ma questo non è un residuo del passato.

E' una struttura che si ritrova in tutte le culture, e che ha sempre avuto un posto d'onore nelle grandi civiltà. Il matrimonio esiste per dare all'amore umano tutta la sua dimensione, dando la possibilità di vivere l'incontro dei sessi, di far fiorire i rapporti interpersonali tra marito e moglie, e di assicurare l'educazione dei figli nella stabilità e nella sicurezza.

Bisogna prendere le proprie responsabilità nell'amore. Se si rifiuta la responsabilità nel campo del matrimonio, anche in tutti gli altri campi si arriverà poco a poco ad un lassismo generale. Esprimo l'augurio che i giovani riunionesi si preparino a formare, davanti a Dio, famiglie la cui unione sia suggellata dal sacramento del Matrimonio e aperta alla vita. Qui sta la vera felicità. Qui si trova anche, per molti di voi, il primo spazio per un impegno di cristiani. Avete chiesto nelle vostre lettere: cosa fare nella Chiesa? Ecco una prima risposta: la Chiesa attende da voi che fondiate famiglie secondo il progetto di Dio, perché mediante esse l'intero tessuto sociale sia impregnato del Vangelo.

Prego perché costruiate famiglie unite. So bene che molti di voi soffrono per la situazione di famiglie disunite, e mi hanno raccomandato questa intenzione di preghiera.


6. Oltre alla vocazione al matrimonio, vi sono alcuni tra di voi che saranno capaci di seguire Cristo dando tutta la loro vita nel ministero sacerdotale o nella vita consacrata. Il Padrone della messe chiama sempre operai per la sua messe. Dopo il magnifico lavoro compiuto dai sacerdoti, religiosi e religiose venuti da fuori per seminare la fede qui, come fratel Scubilion, tocca a voi dare il cambio e costruire la Chiesa del terzo millennio! Tocca a voi essere "luce" del mondo e "sale" della terra, perché il vostro Paese e l'intera regione indianooceanica accolga il messaggio trasformatore del Signore Gesù!


7. Poiché vi rivolgo questo messaggio durante il tempo pasquale, l'epoca più importante per la Chiesa, vorrei sottolineare, per terminare, il "senso pasquale" della vita cristiana.

Come sapete, la parola "pasqua" significa "passaggio" e ricorda l'avvenimento storico dell'uscita dall'Egitto del popolo ebraico, passato da una vita di schiavitù ad una vita di libertà. Designa anche il passaggio di Gesù dalla morte ad una vita nuova.

Il cristiano ha il "senso pasquale" della vita quando ha innanzitutto la convinzione incrollabile che Cristo è realmente il Figlio di Dio risuscitato, verità e luce del mondo, e quando decide di passare alla "vita nuova" e camminare con lui verso il Padre.

Ma il cristiano ha anche il "senso pasquale" della vita quando comprende bene la realtà dell'atto redentore di Cristo: con la sua morte in Croce, Cristo riscatta il peccato degli uomini, si è fatto prossimo di coloro che soffrono.

Cristo apre la dimensione della speranza anche a coloro che devono affrontare la prova, il fallimento, l'handicap; essi possono scoprire così in verità l'amore di Dio e le vie del servizio degli altri.

Infine, il cristiano ha il "senso pasquale" quando ha capito che la sua vita è "eucaristica": Gesù ha voluto che il suo sacrificio, atto supremo d'amore, restasse presente dovunque e nei tempi attraverso la Messa che ci permette oggi, là dove viviamo, di partecipare all'offerta che Cristo fece di sè sul Calvario. Ed essendo partecipi, insieme, del corpo eucaristico di Cristo, comprendiamo meglio che, assumendo lo stesso nutrimento, siamo realmente fratelli e sorelle di questa grande famiglia, la Chiesa, corpo mistico di Cristo, che si costruisce attraverso l'Eucaristia.

La Madonna vi aiuti ad essere veramente pietre viventi di questo edificio spirituale! Di gran cuore vi benedico, carissimi giovani, voi e le vostre famiglie, i vostri accompagnatori ed i vostri amici.

A Saint-Denis-de-La Réunion, 2 maggio 1989.

1989-05-02

Martedi 2 Maggio 1989




L'omelia della santa Messa per la beatificazione di fratel Scubilion - Ai fedeli riuniti, Saint Denis (La Réunion)

Fratel Scubilion: in ogni persona ha saputo vedere la somiglianza con Dio



1. "Voi siete il sale della terra!" / "Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13 Mt 5,14).

Nel Vangelo di san Matteo, queste parole sorprendenti vengono rivolte agli ascoltatori del discorso della montagna, ossia a tutti coloro che hanno udito il messaggio delle beatitudini, la legge del Regno di Dio.

E' dunque alla folla dei poveri, degli afflitti, degli affamati di giustizia, degli offesi, dei calunniati, dei perseguitati che Gesù viene a dire "Voi siete il sale della terra! Voi siete la luce del mondo".

Questo è, infatti, l'ideale che Gesù propone ai suoi discepoli e l'appello che lancia al Popolo di Dio nel suo insieme. Questa è la vocazione della Chiesa. Queste sono anche le esigenze del Vangelo per i membri di questa Chiesa.

"Voi siete il sale della terra! Voi siete la luce del mondo!" E' forse per noi una specie di brevetto di autocompiacimento? No, è la verità, se pensiamo a ciò che siamo: "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente" (1Jn 3,1). E san Pietro afferma: "Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce" (1P 2,9). Il grande Papa san Leone così si rivolgeva ai fedeli la notte di Natale: "Riconosci, o cristiano, la tua dignità".

"Voi siete il sale della terra...". Cosa vuol dire? Il sale dà sapore ai cibi e li conserva. Il sale è prezioso. Quando Gesù afferma: "Voi siete il sale della terra: se il sale diventa insipido, con che cosa potremo salarlo?", vuole dire: ciò che avete ricevuto vi rende preziosi per il mondo; niente può sostituire ciò che portate. Spetta a voi essere qui coloro che impediscono alla vita di perdere il suo sapore.

Fratelli e sorelle di La Réunion, che date gusto al mondo attraverso la vostra fede, vi saluto di tutto cuore e vi esprimo tutta la gioia di trovarmi con voi per onorare il vostro primo beato: fratello Scubilion.

Saluto monsignor Gilbert Aubry, il vostro Vescovo, e gli porgo i miei cordiali auguri in questo giorno anniversario della sua ordinazione episcopale.

Saluto anche il Cardinale Albert Decourtray, Presidente della Conferenza Episcopale Francese, e il Cardinale Jean Margéot, Presidente della Conferenza Episcopale dell'oceano Indiano, così come i miei fratelli Vescovi.

Rivolgo il mio saluto cordiale ai sacerdoti, ai religiosi e religiose.

Saluto, in particolare, fratello John Johnston, superiore generale dei fratelli delle Scuole cristiane, e i membri dell'istituto qui presenti: condivido la loro gioia e mi associo al loro ringraziamento in questo giorno in cui la grande famiglia di san Giovanni Battista de la Salle viene nuovamente onorata.

Presento i miei rispettosi saluti alle autorità civili intervenute a questa celebrazione liturgica e le ringrazio della loro presenza.

E, ancora una volta, saluto voi, fratelli e sorelle reunionesi!


2. Giacché il Vescovo di Roma viene a trovarvi, vorrei, innanzitutto, rendere grazie al Signore con voi per il dono della fede accordato a questo Paese. Alla buona Novella che vi è stata proposta voi avete aderito con cuore libero.

L'evangelizzazione ha già prodotto qui numerosi frutti, e fratello Scubilion è un testimone importante del cammino verso la santità inaugurato in quest'isola dai primi missionari.


3. Questa fede ricevuta dagli avi, ognuno deve farla crescere in sé, radicandosi volontariamente dentro una parrocchia, dentro una comunità, un gruppo di quartiere, un gruppo di riflessione, un movimento. Innanzitutto, è necessario che la fede cristiana penetri in quella comunità di base che è la famiglia. Fratelli carissimi, che la famiglia sia il campo primario del vostro impegno di battezzati, nella ferma convinzione del valore unico ed insostituibile della cellula familiare per lo sviluppo della società e della Chiesa. Partecipate alle attività ecclesiali li dove vi trovate, e considerate l'approfondimento della vostra formazione cristiana come una priorità alla quale bisogna saper dedicare del tempo. Infine, senza restringere il vostro impegno ai servizi propriamente ecclesiali, date il vostro contributo qualificato alla costruzione di una società sempre più rispettosa della dignità umana, senza aver paura di dire no alla schiavitù dei materialismi che potrebbero sedurvi. Siate autentici elementi di progresso civile e morale per questa che è la vostra isola.

Senza imporre la vostra fede, nel rispetto degli altri, vivete "la differenza cristiana" e che il marchio cattolico appaia non solo nei comportamenti individuali, ma nella trama della vita comunitaria e collettiva: in famiglia, negli affari, nei divertimenti, nella politica. C'è un modo di essere e di agire che deve influire sulle strutture della società. Non rifugiatevi dentro una falsa umiltà che consisterebbe nel tacere sul contenuto della fede o nel farne scomparire l'espressione pubblica. Vivete in conformità con le esigenze cristiane e diventerete testimoni dell'amore. Cercate, con tutti gli altri, le vie di un progresso umano per tutti, affinché ogni persona venga riconosciuta nella sua dignità.


4. Di questa preoccupazione per la dignità dell'essere umano, fratello Scubilion ha dato testimonianza nei suoi anni di vita missionaria. Era nato verso la fine del XVIII secolo, nella Francia metropolitana, nell'attuale diocesi di Sens-Auxerre, che ha voluto inviare qui una delegazione. Entrato nella vita religiosa, presso i fratelli delle Scuole cristiane, si è fatto volontario per l'apostolato in terre lontane, nel suo desiderio di un dono più totale di se stesso. Nel 1833 arrivo a La Réunion per servirvi fino alla morte.

L'amore per Dio e per il prossimo sono stati in lui inseparabili. Ha brillato, agli occhi di tutti, di una potenza d'amore che ha saputo rivelare il Dio dell'amore. E' stato luce, come voleva Cristo: "Voi siete la luce del mondo".

Si è lasciato illuminare da Gesù Cristo e ha illuminato gli altri della luce di Gesù Cristo, con il suo esempio e, in particolare, con la sua catechesi fra gli schiavi.

Da buon educatore, fratello Scubilion amava catechizzare. Con slancio, riusciva a concepire gustose lezioni di catechismo. Il suo amore per i giovani e la sua giovialità lo spingevano a portare i suoi allievi di santa Maria ad esplorare le alture del "Fosso delle Capre" o le grotte dei "Tre Buchi"; oppure tentava insieme a loro la scalata del Pitone del Charpentier. Queste escursioni erano anche pellegrinaggi: si visitava la chiesa del "Fiume delle piogge" o di Notre-Dame de Bel-Air o di Notre-Dame du Bon-Secours. Nella luce del mondo, il fratello faceva scoprire anche la luce dell'anima, la luce di Cristo.


5. Fratello Scubilion ha capito e vissuto l'amore del prossimo nella sua dimensione evangelica. In ogni persona ha saputo vedere l'immagine e la somiglianza con Dio. Ha amato secondo il modo di Dio. Nel solco di san Giovanni Battista de la Salle, fondatore dei fratelli delle Scuole cristiane, ha manifestato una grande tenerezza per coloro che gli venivano affidati. Li ha aiutati ad acquistare fiducia, a perdonarsi a vicenda, a dare un senso alla propria vita, a camminare verso la speranza, e si è distinto nell'assistenza agli ammalati, dimostrando grande compassione per i suoi fratelli bisognosi. Ha praticato la carità di cui l'apostolo Paolo si è fatto mirabile cantore nella sua lettera ai Corinzi. "La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (1Co 13,4-7).


6. Il più grande comandamento della legge è di amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi. Di questa legge d'amore, Cristo ha fatto il suo comandamento personale. E' la novità del Vangelo che porta a compimento e conclude la legge antica: "Non son venuto per abolire, ma per dare compimento" (Mt 5,17). E Gesù continua, facendo in anticipo l'elogio di tutti gli educatori della stoffa di fratello Scubilion: "Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel Regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel Regno dei cieli" (Mt 5,19).


7. Cari fratelli e sorelle, la beatificazione di fratello Scubilion è come un avvenimento fondamentale nella storia della vostra Chiesa diocesana. Sottolinea, nello stesso tempo, che questa parte del mondo, questa regione dell'oceano Indiano, la vostra isola, hanno la vocazione di suscitare esempi di santità per tutta la Chiesa. Padre Laval nell'isola Mauritius, Vittoria nel Madagascar, fratello Scubilion a La Réunion, si danno la mano per avvicinare i vostri popoli nella fratellanza dei figli di Dio; come fanno altre grandi figure del vostro Paese: padre Monet, "apostolo dei negri", padre Levasseur, compagno di Libermann, Aimée Pignolet de Fresne, fondatrice delle Figlie di Maria. Possedete già un patrimonio spirituale che dovete non solo conservare, ma conoscere bene per viverne e perché nascano sempre nuovi apostoli dal cuore ardente. Assumete su di voi la vostra storia e diventatene i protagonisti! Vivendo il Vangelo come hanno fatto questi grandi servi di Dio, vivificate sempre meglio la vostra cultura.

Farete venire il desiderio di essere più umani secondo la misura dell'amore di Gesù Cristo agli uomini e alle donne di La Réunion.


8. Sulla vostra isola, conoscete una relativa abbondanza. Tuttavia, la corsa al consumismo può sviare dal vero cammino evangelico della riuscita umana. Da voi, come nella metropoli, ci sono senza dubbio dei modi di vita da rivedere per conoscere la felicità dei semplici e preservare la qualità dei rapporti umani.

Inoltre, insieme a tanti altri paesi, fate purtroppo esperienza della disoccupazione e dovete cercare di eliminarla sul posto. così come avete saputo ricominciare a vivere dopo la dura prova del ciclone Firinga (28-29 gennaio 1989), spero che la vostra fraterna solidarietà vada a tutti coloro che sono senza lavoro e vi suggerisca le iniziative locali necessarie affinché tutti partecipino ad uno sviluppo degno e responsabile.


9. Quanto a voi, cari giovani che mi ascoltate, so quanto siate sensibili alla riuscita della vita nella pace. Il vostro cuore non conosce frontiere e volete amare. Volete dare tutto di voi stessi per amare e essere amati. Avete proprio ragione, poiché senza amore la vita non raggiunge il suo fine. Ma state attenti alle deformazioni dell'amore! San Paolo ci ha dato oggi i segni distintivi del vero amore. Edificate la vostra vita su questo genere di amore. Lasciate che Gesù Cristo vi prenda per mano. Non vi lascerà perché vuol venire con voi fino in fondo a questo amore. Cercate la vostra vocazione: vocazione al matrimonio cristiano, vocazione religiosa o vocazione sacerdotale. Imparate a rispettarvi, a sostenervi per costruire un mondo dove farete trionfare i valori di lode a Dio e di servizio agli uomini, valori di tenerezza e di condivisione, di giustizia e di pace, di solidarietà e di responsabilità. Non abbiate paura dei sacrifici per perfezionarvi ogni giorno e far fruttificare i vostri talenti. Il cammino della perfezione, il cammino dello sforzo, è anche il cammino della gioia. Buona fortuna per il presente e per il futuro! La Chiesa e il mondo contano su di voi: diventate i campioni del vostro avvenire di solidarietà.

10. A tutti voi che siete qui, a voi che mi ascoltate alla radio e alla televisione, Gesù dice: "Voi siete la luce del mondo!". Lasciate che vi dica in creolo: Non restate nelle tenebre, venite alla luce. Lasciate da parte ciò che non è buono e proseguite dritto con la vostra coscienza diritta. Il sole si alza e poi tramonta; la luna si alza e poi tramonta; ma voi siete la luce che non si spegne.

Con il vostro Vescovo e tutti i vostri pastori continuate ad edificare la vostra Chiesa e a sviluppare il vostro Paese, cercando di far retrocedere le schiavitù che disumanizzano l'esistenza.

Nel solco di fratello Scubilion, imparate a diventare santi. Come lui, fondate la vostra vita sul mistero della Croce, sulla potenza vivificatrice dell'Eucaristia, sulla devozione a Maria, regina degli apostoli.

Che questa Madre tanto amorosa vi protegga e vi conduca nella pace verso suo Figlio Gesù! A lui onore e gloria nei secoli dei secoli!

1989-05-02

Martedi 2 Maggio 1989





GPII 1989 Insegnamenti - Discorso durante l'incontro con le autorità locali - Saint Denis (La Réunion)