GPII 1989 Insegnamenti - L'omelia della Messa - Ai fedeli riuniti, Blantyre (Malawi)

L'omelia della Messa - Ai fedeli riuniti, Blantyre (Malawi)

Nel solco dei primi missionari, dopo un secolo di crescita voi testimoniate oggi la gioia dello Spirito Santo


"Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?" (cfr Lc 24,26).

Cari fratelli e sorelle.


1. Nel nome di Gesù Cristo, crocifisso e risorto, il Vescovo di Roma saluta la Chiesa del Malawi. La celebrazione di oggi è un segno dell'universalità della Chiesa di Cristo, fondata sugli apostoli con Pietro alla testa quale fonte e fondamento visibile e duraturo di unità (cfr LG 18).

Allo stesso tempo desidero salutare tutto il popolo di questo Paese africano. La Chiesa proclama e professa la verità su Cristo, il redentore del mondo, a tutti i figli e le figlie di questo Paese, a cui si sente particolarmente vicina. So che il popolo del Malawi è religioso e ha sempre cercato l'aiuto e la protezione di Dio per il suo Paese. Prego che egli vi conceda molte benedizioni spirituali e materiali, affinché possiate crescere nel suo amore per lui e nell'amore reciproco, nell'amore per ogni razza e nazione.


2. Oggi celebriamo la liturgia dell'Ascensione del Signore. Le Scritture ci dicono che quaranta giorni dopo la Risurrezione dalla morte Cristo "ascese" al cielo.

Leggiamo negli Atti degli Apostoli che essi furono testimoni del ritorno del Signore al Padre: "Egli fu elevato e una nuvola accogliendolo lo tolse dinanzi ai loro occhi" (Ac 1,9).

Ma prima che ciò avvenisse, durante i quaranta giorni che seguirono la sua Risurrezione, Cristo "si presento" agli apostoli e parlo loro del Regno di Dio (cfr Ac 1,3). Sappiamo che egli "ordino loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre" (Ac 1,4).

Prima della sua Passione, Cristo aveva già promesso agli apostoli che il Padre avrebbe mandato il paraclito - il consolatore - lo Spirito Santo. E dopo la Risurrezione egli disse: "Voi invece sarete battezzati in Spirito Santo" (Ac 1,5).

E' proprio lo Spirito che opera il Battesimo di conversione, immergendo l'uomo nella grazia della vita divina. Grazie a questa promessa Gesù preparo i suoi discepoli al giorno in cui avrebbe lasciato questo mondo per tornare al Padre.


3. In Cristo si rivela la potenza di Dio: "la straordinaria grandezza della sua potenza", come leggiamo nella lettera agli Efesini (Ep 1,19). Questa lettera di san Paolo ci dice: "l'efficacia della forza (di Dio)" si compi in Cristo "quando lo resuscito dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli... sopra ogni altro nome che si possa nominare" (Ep 1,20-21). Si, sopra ogni altro nome sotto il cielo, "non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro" (Ep 1,21). Dio ha esaltato Cristo crocifisso e risorto come Signore di tutto.

Cristo è il Figlio che è una cosa sola con il Padre. E in lui - nel Figlio - Dio si è rivelato come Padre. Cristo è la pienezza dell'autorivelazione di Dio nella storia umana. Egli è "la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose" (Ep 1,23). Il Padre "tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi" (Ep 1,22). Quale redentore e signore, Cristo è "a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo" (cfr Ep 1,22-23). Questa è la verità proclamata nella liturgia di oggi dalla lettera agli Efesini. Questa è la verità sull'Ascensione di Cristo.


4. Nell'Ascensione il Cristo risorto parla agli apostoli l'ultima volta sulla venuta dello Spirito Santo. Egli dice: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (Ac 1,8). Leggiamo queste parole negli Atti degli Apostoli. Leggiamo le stesse cose nel Vangelo di oggi. Entrambi i testi sono stati scritti dall'evangelista Luca.

La venuta dello Spirito Santo a Pentecoste segna l'inizio della missione della Chiesa. Gli apostoli hanno ricevuto questa missione da Cristo. Lo Spirito Santo ha dato loro il potere di compierla con la parola e le azioni giungendo perfino a versare il loro sangue. Il martirio è la testimonianza ultima della verità su Cristo crocifisso e risorto. Seguendo le orme degli apostoli la Chiesa ha ereditato la medesima missione, e la compie in tutte le nazioni.

Cari fratelli e sorelle: sono trascorsi cento anni da quando la Chiesa è stata fondata in questo Paese. I primi missionari cattolici giunsero a Mponda nel 1889. Come gli apostoli, anche loro avevano ascoltato il comandamento del Signore di "predicare a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati" (Lc 24,47) nel suo Nome. Essi si sono sacrificati generosamente affinché la buona Novella della salvezza potesse dimorare nel cuore di tutti. Essi hanno gettato il seme. Il Signore lo ha fatto crescere.

Da quell'umile inizio la Chiesa ha messo radici in Malawi e ha prodotto una ricca messe per il Vangelo. Lo dimostra il gran numero di cattolici, la loro fede viva, le molte vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, e l'impegno di zelanti uomini e donne a servire la comunità della Chiesa e a portare la fede agli altri.

Dopo un secolo di crescita, adesso avete sette diocesi: Blantyre, Chikwawa, Dedza, Lilongwe, Mangochi, Mzuzu e Zomba. In ogni parte di questo Paese i figli e le figlie della Chiesa diffondono la gioia e l'entusiasmo dello Spirito Santo. Essi testimoniano Cristo in obbedienza al suo comando. Essi benedicono Dio per tutte le sue opere grandiose.


5. Allo stesso tempo, come i primi apostoli, come i primi missionari del Malawi e come i cristiani di tutti i tempi, dobbiamo riconoscere che il Signore chiama sempre la Chiesa a rinnovarsi. Se dobbiamo predicare "il pentimento e il perdono dei peccati" agli altri, noi per primi dobbiamo "convertirci e vivere".

E' questo il tema della mia visita pastorale in mezzo a voi ed io mi unisco volentieri ai vostri Vescovi nell'invitarvi a meditare più profondamente sul significato della vostra vita in Cristo: E' un bene che vi sfidiate l'un l'altro a crescere nella fede, nella speranza e nell'amore; che vi chiediate fino a che punto la giustizia, la pace e la riconciliazione hanno trasformato il vostro modo di vivere; che vi sforziate di conformare le vostre vite meglio che potete ai misteri di fede che celebrate ogni domenica (cfr. Episc. Malaviae, "Epistula ad Catholocis", die 6 ian. 1989): "Convertitevi e vivete": queste parole costituiscono una sfida permanente per tutti noi a crescere in santità quali figli e figlie di Dio.

Spero che la mia visita vi aiuti, individualmente e come comunità di fede, ad essere sempre più simili a Cristo ogni giorno, e vi aiuti a perseverare nel vivere secondo il Vangelo. La nostra missione quali membri della Chiesa è di permettere allo Spirito Santo di trasformare noi stessi e tutta l'umanità con la sua potenza, ora che il Figlio è seduto "alla destra di Dio".

Anche se non possiamo più vedere Cristo, egli ci assicura che lo vedremo con gli occhi della fede nei bisognosi. Ci è stato detto che nel giudizio finale sia i giusti che i peccatori chiederanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere?". Ed egli risponderà che ciò che abbiamo fatto o non abbiamo fatto al più piccolo dei fratelli e delle sorelle lo avremo fatto a lui (cfr Mt 25,31-46). perciò è Cristo che voi accogliete in Malawi tutte le volte che manifestate amore e gentilezza ai rifugiati che vengono nel vostro Paese dal Mozambico in cerca di salvezza, di cibo e di alloggio. Alcuni di voi hanno accolto Cristo in questo modo nei villaggi e nelle case. Potete vederlo anche negli handicappati. Tutte le volte che aiutate queste persone ad occupare il posto che loro spetta nella società, voi aiutate Cristo. Ciò si applica anche all'amore e alla sollecitudine che manifestate per gli ammalati e i moribondi. Oggi un numero sempre maggiore di persone è affetto dall'AIDS. Dobbiamo trattarli come tratteremmo Cristo stesso. Dobbiamo "convertirci e vivere" attraverso la carità attiva, attraverso il potere dell'amore.


6. Quando Cristo ritorno al Padre, gli apostoli "stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava" (Ac 1,10) e "una nube lo sottrasse al loro sguardo" (Ac 1,9), essendo essa il segno della presenza di Dio, come spesso si legge nel vecchio testamento. Gli apostoli udirono anche queste parole: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato tra di voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo" (Ac 1,11). Ciò significa che la Chiesa deve assolvere la sua missione sulla terra nella speranza della seconda venuta di Cristo.

Quando avverrà questo? Possiamo rispondere con le stesse parole del Maestro: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta" (Ac 1,7). Il tempo della seconda venuta di Cristo alla fine del mondo spetta quindi al Padre. Nel frattempo noi, membri della Chiesa, dobbiamo vegliare ed essere pronti. Dobbiamo anche fare tutto il possibile per preparare il mondo alla venuta finale di Cristo - per il giudizio.


7. Cari fratelli e sorelle che siete la Chiesa di Gesù Cristo in questo Paese: in occasione di questo nostro incontro di oggi io prego "perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui". Illumini veramente "gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti" (Ep 1,17-19).

Preghiamo per questo, mentre attendiamo la Pentecoste. Preghiamo insieme agli apostoli, e soprattutto con san Paolo, l'apostolo delle nazioni, che ha portato il nome di Cristo a tutto il mondo del suo tempo.

Padre di gloria, ascolta la nostra preghiera, e fa si che "gli occhi della mente possano essere illuminati" per tutte le persone qui prenti oggi, i tuoi amati figli e figlie in Cristo. Amen.

[Al termine della celebrazione, il Santo Padre ha affidato a Maria, "nostra Signore d'Africa" il Malawi con queste parole:] I primi missionari cattolici rivendicarono il Malawi per la Madre di Dio. Quelli che ripresero la loro opera posero una medaglia in suo onore ai piedi di un baobab per consacrarle questo Paese. Seguendo il loro esempio, anche io, Giovanni Paolo II, desidero affidare la Chiesa e tutto il Paese del Malawi a Maria, nostra Signora d'Africa: Beata Signora, tu sei veramente la Regina dei nostri cuori, perché ti sono rivelati i nostri pensieri più intimi. Guarda con benevolenza a questa terra del Malawi, a questo popolo e ai loro leaders. Guarda la bontà dei loro cuori e il loro desiderio di Dio, e conducili lungo il caminino della pace, dell'armonia e della prosperità. Riempili di amore l'uno per l'altro e per tutta l'umanità.

Tu che sei Vergine e Madre, intercedi per tutte le famiglie, soprattutto per quelle che sono inquiete. Aiuta i mariti e le mogli a vivere nella fedeltà reciproca e duratura e a crescere i propri figli nell'amore di Dio e del prossimo.

Che le donne del Malawi possano trovare in te il modello perfetto della loro femminilità.

Conforta le numerose famiglie di rifugiati che sono fuggiti dai loro paesi natii alla ricerca di sicurezza e di pace. Sii Madre di compassione per coloro che soffrono per malattia, povertà, sventura o disperazione.

Ti affido le Chiese locali del Malawi: tutti i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i laici. Madre della Chiesa, intercedi per loro. Rafforza e incoraggia il clero nel ministero della parola e nella celebrazione dei sacramenti. Ispira la loro predicazione e il loro insegnamento col potere dello Spirito Santo. Riempi i religiosi e le religiose di gioia e zelo nella loro speciale consacrazione a Dio per il servizio della Chiesa. Aiuta un numero sempre maggiore di giovani a prestare attenzione alla chiamata di Dio al sacerdozio e alla vita religiosa.

I laici del Malawi guardano a te come alla loro Guida e Protettrice.

Attraverso la tua intercessione possano essi crescere nella fede. Con le parole e l'esempio possano rendere testimonianza dell'amore di Dio nelle loro comunità locali e nella vita pubblica del loro Paese. Signora del Magnificat, ispirali ad operare per una maggiore giustizia del mondo attraverso la conversione dei cuori, lontani dal peccato e tesi verso tuo Figlio.

Sede della Sapienza: ottieni a tutti gli studenti e gli insegnanti una comprensione sempre maggiore dei misteri della fede e della loro applicazione alla vita di tutti i giorni. Che i giovani del Malawi perseguano la volontà di Dio nelle loro vite e costruiscano un futuro splendente di speranza per tutto il popolo di questo Paese e per tutta l'umanità.

Oggi, cara Madre, siamo spiritualmente uniti ai missionari di un secolo fa, i cui cuori sussultarono di gioia quando udirono per la prima volta "Jambo Maria" (Ave Maria) sulle labbra dei figli e delle figlie di questo Paese. Come loro, noi non abbiamo paura del futuro perché sappiamo che il Malawi è veramente tuo, nei cuori e nelle anime di tutti coloro che appartengono a Cristo.

"Jambo Maria": Figlia e Madre del tuo Figlio. A lui la gloria per sempre. Amen.

1989-05-05

Venerdi 5 Maggio 1989




Il discorso ai Vescovi - Blantyre (Malawi)

L'assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi consentirà di esaminare le diverse sfide alla Chiesa nel continente


Cari fratelli nell'Episcopato.


1. Rendo grazie a Dio per la grazia che ha reso possibile questa visita in Malawi.

Prego per voi, i Vescovi, con le parole di san Paolo: "Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l'opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui" (2Th 1,11-12).

E' una grande gioia per me trovarmi qui quest'anno, in cui celebrate il centesimo anniversario dell'arrivo dei primi missionari cattolici a Mponda.

Possiamo contemplare un secolo di grande crescita dal momento della fondazione della Chiesa del Malawi, grazie allo zelo e alla generosità di molti missionari. E in verità "il nome di nostro Signore Gesù Cristo" è stato "glorificato" nella gente del Malawi, ed essi in lui.

Oggi la presenza di missionari giunti dall'estero resta una parte importante della vita della Chiesa qui e in tutta l'Africa. Ciò che essi hanno fatto e continuano a fare rappresenta un segno che la fede in Cristo trascende le divisioni delle razze, delle nazioni e delle culture. Allo stesso tempo nel Malawi la fase dell'intensa attività missionaria dall'estero sta gradualmente cedendo il passo a un'altra fase. I cattolici del Malawi si stanno assumendo una responsabilità sempre maggiore nei confronti delle loro Chiese locali e stanno cercando un più profondo apprezzamento di ciò che significa essere allo stesso tempo cattolici e Africani. Spero che la speciale assemblea per l'Africa, del Sinodo dei Vescovi, attualmente in fase ante-preparatoria, offra l'opportunità di esaminare in profondità le diverse sfide che deve affrontare la Chiesa di questo vasto continente e, grazie all'ispirazione dello Spirito Santo, di trovare le giuste risposte.


2. Mentre ringraziamo Dio per la libertà con cui la Chiesa del Malawi può assolvere alla sua missione, riconosciamo anche che, come accade in tutti i paesi, essa talvolta deve affrontare difficoltà e problemi sia all'interno che all'esterno nell'evangelizzare se stessa e gli altri. Ciò è particolarmente vero poiché essa predica un Vangelo di pentimento. San Paolo scrive: "Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è mai all'altezza di questi compiti?" (2Co 2,15-16). E la risposta di Paolo a questo interrogativo si applica anche a noi: "La nostra capacità viene da Dio" (2Co 3,5).

L'Arcivescovo Chiona, nel suo cordiale benvenuto, ha accennato ad alcune difficoltà e problemi che state affrontando. Le preoccupazioni che condividiamo erano state già menzionate durante la vostra visita "ad limina" a Roma lo scorso anno. In quell'occasione vi ho parlato di alcuni aspetti della Chiesa per confermarvi nella vostra missione di Pastori e con ciò dare nuovo vigore all'evangelizzazione nel Malawi (cfr. "Allocutio ad Malaviae episcopos in visitatione sacrorum limirum", die 23 aug. 1988: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XI, 3 [1988] 436).


3. Fra questi aspetti, cari fratelli, deve essere data un'attenta considerazione alla situazione religiosa in cui ha luogo l'evangelizzazione. Notiamo innanzitutto che voi predicate il Vangelo in una società che comprende cristiani di altre Chiese e comunità ecclesiali. Come vi ho detto durante la visita "ad limina" i vincoli comuni che uniscono i cristiani devono essere valutati più pienamente.

Tali vincoli possono essere rafforzati per mezzo della preghiera comune, dell'azione sociale congiunta e della colta discussione teologica.

Esiste anche un considerevole numero di persone nel Malawi che sono seguaci dell'Islam. Ciò che si esige è il mutuo rispetto, come pure il mutuo riconoscimento di quanto ci accomuna. Come ho detto ai giovani musulmani che ho incontrato in Marocco nel 1985: "I cristiani e i musulmani in generale, non si sono ben compresi, e talvolta, in passato, si sono fronteggiati e addirittura osteggiati in polemiche e guerre. Ritengo che oggi Dio ci inviti a cambiare i nostri vecchi atteggiamenti. Dobbiamo rispettarci l'un l'altro e dobbiamo stimolarci l'un l'altro nelle buone opere sul cammino verso Dio" ("Allocutio Albae domi, in Marochio, ad iuvenes muslimos", die 19 aug. 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 2 [1985] 497ss).

Sia fra i cristiani che lavorano per l'unità in obbedienza a Cristo, sia fra i credenti di altre religioni, non vi è spazio per il proselitismo aggressivo che disturba e colpisce, e ancor meno per l'uso di metodi indegni. Da parte nostra sosteniamo i nostri principi e convincimenti: rispetto per la persona umana, rispetto per la libertà religiosa, e fede nell'opera dello Spirito Santo che agisce in modo imperscrutabile per realizzare l'amorevole piano di Dio per l'umanità. Come ci ricorda l'"Evangelii Nuntiandi": "La Chiesa evangelizza... in virtù della sola potenza divina del messaggio che essa proclama" (Pauli VI, EN 18). Con la pienezza della rivelazione affidatale da Dio, essa la testimonia fedelmente in Malawi dinanzi agli altri cristiani, i membri di altre religioni del mondo e coloro che seguono le tradizionali pratiche religiose ereditate dai propri antenati.


4. La varietà di religioni presenti in Malawi fa si che sia assai importante che i cattolici siano ben informati sugli insegnamenti della loro fede e ben formati per metterli in pratica. Con l'adesione alle piccole comunità cristiane e ai movimenti e alle associazioni laicali, come pure attraverso l'apostolato di catechisti, insegnanti e leaders laici, la gente può sviluppare un maggior senso di appartenenza e di partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa. In tutti questi modi i laici verranno confermati nella loro fede cattolica. Essi sono stimolati a crescere in santità. Essi sono motivati ed effettivamente preparati all'opera di evangelizzazione. Vi incoraggio a proseguire i vostri sforzi per garantire un'adeguata formazione religiosa e morale a tutti i fedeli, soprattutto ai giovani. Crescendo nella nuova vita di grazia, essi saranno in grado di offrire un importante contributo alla vostra società con il loro buon esempio e la loro guida.

Il benessere del gregge di Cristo dipende in larga misura dalla cura che riceve dai suoi pastori; per questo motivo la formazione del clero è sempre di cruciale importanza. Durante la vostra visita "ad limina" vi ho incoraggiati a preparare i sacerdoti affinché siano formatori e modelli di comportamento per il crescente numero di seminaristi.

Dopo l'ordinazione ogni sacerdote deve continuare la propria formazione spirituale e intellettuale se vuole crescere nel servizio al Popolo di Dio in unione col suo Vescovo. Il mio predecessore Paolo VI ne ha fatto menzione parlando del celibato sacerdotale. "Il sacerdote", egli scriveva, "si applichi innanzitutto a coltivare con tutto l'amore che la grazia gli ispira la sua intimità con Cristo, esplorandone l'inesauribile e beatificante mistero; acquisti un senso sempre più profondo del mistero della Chiesa, al di fuori del quale il suo stato di vita rischierebbe di apparirgli inconsistente ed incongruo" ("Sacerdotalis Coelibatus", 75). I Vescovi hanno una responsabilità particolare nell'offrire quelle opportunità che consentano ai propri sacerdoti di rinnovarsi e di crescere (cfr OT 22).

La necessità della formazione permanente si applica anche ai religiosi e alle religiose. Anche la loro speciale consacrazione ha bisogno di essere approfondita, affinché essi rimangano profondamente radicati in Cristo e affinché gli alti ideali della loro vocazione continuino a risplendere nei loro cuori e dinanzi alle persone per le quali essi rappresentano un segno speciale del Regno di Dio. Quali Vescovi il vostro ruolo è quello di guidare, spronare e unire tutti coloro che lavorano nella vigna del Signore, in autentico spirito di amore e di servizio ecclesiale. Affidatevi sempre al potere di Dio, che vi sostiene in tutti questi compiti (cfr 2Th 1,11).


5. Nel contesto dell'evangelizzazione e della formazione, la Chiesa è profondamente impegnata nella promozione della dignità della persona umana e del benessere della società attraverso l'autentico sviluppo umano. Nell'ambito della pluralità delle confessioni religiose del Malawi, ciò significa impegno alla giustizia e alla pace, in collaborazione con tutti coloro che hanno a cuore gli autentici valori umani. Come ho affermato nella mia enciclica "Sollicitudo Rei Socialis": "All'esercizio del ministero dell'evangelizzazione in campo sociale, che è un aspetto della funzione profetica della Chiesa, appartiene pure la denuncia dei mali e delle ingiustizie. Ma conviene chiarire che l'annuncio è sempre più importante della denuncia e questa non può prescindere da quello, che le offre vera solidità e la forza della motivazione più alta" (SRS 41). Come avete giustamente sottolineato nella vostra lettera ai cattolici in preparazione alla mia visita, il Regno di Dio significa operare per la giustizia, la pace e la riconciliazione in questo mondo e proclamare la loro piena realizzazione nell'altro.


6. Fratelli miei: nell'amministrare il gregge affidato alla vostra cura, voi avete cercato di imitare Cristo, il buon Pastore, che "offre la vita per le pecore" (Jn 10,11). Vi lodo perché siete maestri che hanno offerto una ferma testimonianza alle verità della fede cattolica. E ricambio di cuore l'amore e l'affetto che manifestate al successore di Pietro nel contesto della comunione universale della Chiesa.

Possa la mia visita in Malawi rafforzare la vostra fede e accrescere la vostra fiducia nel Signore. Le parole di Cristo ai primi discepoli sono rivolte anche a voi: "Non temete, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno" (Lc 12,32). E ancora: "Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!" (Jn 16,33).

Per cent'anni la beata Vergine Maria ha interceduto per la Chiesa di questo Paese in risposta alle preghiere dei primi missionari di Mponda e di coloro che li hanno seguiti. Essa veglia su ciascuno di voi, suoi amati figli, e su tutto il vostro popolo. Oggi desidero affidarvi nuovamente a lei, affinché, in mezzo alle gioie e ai dolori, essa possa essere per voi "segno di sicura speranza e di consolazione... finché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, nella pace e nella concordia siano felicemente riunite in in solo popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità" (LG 68-69). A tutti voi imparto di cuore la mia benedizione apostolica.

1989-05-05

Venerdi 5 Maggio 1989




Il discorso alle nuove generazioni - Blantyre (Malawi)

L'amore è una forza potente: può cambiare il mondo


Cari giovani amici.


1. Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza! Sono grato al Vescovo Mkhori e al rappresentante dei giovani per le loro parole cordiali e sincere che parlano della grazia di Dio all'opera in questo Paese e della bontà che continua a sgorgare dai loro giovani cuori.

Sono molto felice di essere con voi a Blantyre in questo secondo giorno della mia visita pastorale nel Malawi. Ho già percepito il vigore della vostra gioventù. E' contagiosa! I vostri canti, le vostre danze sono un tributo di lode a Dio Padre e vi ringrazio per la bellezza di questa viva preghiera.

Si, siamo felici di essere insieme, uniti insieme in Cristo. Questo è il tema del nostro incontro. E' molto adatto, perché sappiamo già che è solo in Cristo che troviamo l'unità. E' solo in lui che possiamo provare la gioia della nostra giovinezza. E' Cristo che mantiene giovane la Chiesa riversando il suo amore su ognuno di noi. Oggi, giovani amici, vorrei parlarvi dell'amore di Cristo che ci mantiene giovani e che ci unisce tutti in lui.


2. San Paolo una volta esorto i Colossesi a "rivestirsi di misericordia" (Col 3,12). Oggi io ripeto queste parole a voi, giovani: rivestitevi di misericordia! Io dico questo a tutti i giovani del Malawi. Questo è il messaggio fondamentale della mia visita pastorale. Lo dico poiché l'amore è una forza molto potente; l'amore può cambiare il mondo. Dico questo anche perché l'amore è una parte molto importante nella vita di un giovane. Domina gran parte dei vostri pensieri e delle vostre azioni. L'amore può essere paragonato a un fiume che scorre nella vostra vita, un fiume che arricchisce qualsiasi cosa lambisca e che ci dà la forza per affrontare le difficoltà. Che peccato se il fiume si seccasse o venisse inquinato! Anche se vediamo tanto odio, peccato e violenza intorno a noi, possiamo ancora mantenere puro il fiume d'amore che scorre attraverso la vita. E' possibile oggi vivere una vita di amorevole servizio verso Cristo e verso i nostri fratelli e sorelle. "Il fiume di Dio è gonfio di acque" (Ps 65,10) - scorre nelle nostre vite ed è esso stesso fonte di vita.


3. Cosa permette al fiume dell'amore di scorrere nella vita? Cosa può conservare lo spirito di giovinezza e l'amore di Dio vivo dentro di noi? Per rispondere a queste domande dobbiamo tornare a leggere la lettera di san Paolo.

Innanzitutto san Paolo dice: "Voi siete eletti di Dio, santi e amati" (Col 3,12). Si, miei cari giovani amici del Malawi, siete chiamati alla santità.

Questa è una vera vocazione e non soltanto un pio desiderio. Dio ha scelto proprio voi nell'amore per essere i suoi santi. Vi sta chiamando ora come studenti, giovani lavoratori, o seminaristi. Anche se siete disoccupati e avete scarse possibilità di trovare un lavoro, voi siete tuttavia stati scelti nell'amore per essere santi. Anche se avete conosciuto le tenebre del grande peccato e avete vagato attraverso un deserto senza speranze, Dio vi sta chiamando. Egli, meglio di chiunque altro, sa che c'è una grande riserva di bontà in ognuno di voi, poiché egli vi ha creato a sua immagine e somiglianza. Ma solo voi potete dire "Si" a Dio, "Si" al suo amore, "Si" alla santità.


4. Sento già la domanda che volete rivolgermi: come possiamo diventare santi se troviamo tanti ostacoli sul nostro cammino? Come possiamo essere onesti se intorno a noi c'è tanta immoralità e tanta corruzione? Come possiamo diventare santi se il modo più sicuro per guadagnare da vivere è essere meschini e sfruttare gli altri? Come possiamo diventare santi se viviamo in un mondo che sottovaluta il vero amore o non apprezza la bellezza dell'amore casto? Sento queste domande e molte altre.

Dio Padre conosce le vostre difficoltà, ma sa anche quanto profondamente desiderate essere giusti; quanto desiderate seguire Cristo perché sapete che egli è "la via, la verità e la vita" (Jn 14,6).

Naturalmente, il cammino verso la santità non è facile, ma questo non dovrebbe impedirci di affrontare le difficoltà con coraggio. Il cammino verso la santità è un viaggio, qualche volta un viaggio difficile che comporta una lotta interiore contro l'egoismo e il peccato. Dobbiamo essere ben preparati per fare questo viaggio. San Paolo ci dà un elenco degli "abiti" - delle qualità - necessarie; egli dice: "Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza" (Col 3,12).


5. Cari giovani amici del Malawi: vi chiedo di tenere a mente queste parole di san Paolo e di rifletterci sopra spesso. So che volete essere ispirati dalla bontà, dalla mansuetudine e dalla misericordia. Voi desiderate vedere la giustizia e la tolleranza estendersi a tutti e per questo vi dico questa sera: coltivate voi stessi queste qualità! Permettete ai semi della bontà e della misericordia di crescere innanzitutto nelle vostre stesse vite. Permettete alla vostra bontà e alla vostra pazienza di svilupparsi al massimo. Prendete Cristo come vostro modello. A tutti i giovani io dico: "imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29).

So che i giovani del Malawi amano le sfide e oggi io metto davanti a voi la sfida che la vita vi offre nel Malawi in quest'epoca. Non guardate ai problemi del presente come la fine della speranza e la morte dell'entusiasmo. Piuttosto, guardate alla vita tutta come ad un'opportunità di conversione, un'opportunità attraverso cui Dio vi parla e chiede il vostro contributo al benessere della vostra Nazione e del suo popolo in maniera duratura.

Voi avete una parola, "chitukuko" che significa "aiutarsi da sé". Il Signore vi ha benedetto con le possibilità e i mezzi per raggiungere più elevati livelli di vita e di cultura che non erano alla portata dei vostri genitori e dei vostri nonni. Adoperate questi talenti per sviluppare il vostro carattere e le cose migliori della vita. Il Malawi ora ha bisogno di gente dal carattere forte, che conosca il proprio valore, ma che abbia anche l'umiltà di rivolgersi a Cristo per le grazie di cui ha bisogno.

Il Malawi è un Paese in via di sviluppo e voi giovani in particolare avrete un ruolo fondamentale in questo processo. In questa fase della vostra vita anche il vostro carattere si sta sviluppando ed è soggetto a varie influenze sociali, politiche e religiose. Nel "vestire" voi stessi delle virtù necessarie alla santità dovete imparare a discernere il vero dal falso; e nello sviluppare un carattere forte dovete essere pronti ad anteporre le cose di Dio alle attrattive del mondo. Potete mostrare il vostro amore per il Malawi rispettando i molti valori positivi culturali e tradizionali che vi sono stati tramandati - i valori dell'ospitalità, del rispetto per gli anziani e della cura per i malati. Cristo è la luce delle nazioni; egli è anche la luce del Malawi. Voi siete stati scelti per essere i portatori di quella luce.


6. Sono particolarmente felice di sapere che siete coinvolti nella vita della Chiesa attraverso i gruppi di giovani delle parrocchie e i gruppi che si dedicano all'aiuto dei poveri. Io vi incoraggio a continuare ad essere coinvolti nella vita della Chiesa. La Chiesa ha un posto speciale per ciascuno di voi! La vitalità della Chiesa dipende in gran parte dalla risposta che date a Cristo ora, da quanto siete impegnati nel messaggio evangelico. So che i vostri Vescovi, i cappellani, le suore e i catechisti vi hanno dato ogni incoraggiamento possibile per offrire voi stessi liberamente e completamente a Cristo. Oggi, io stesso vi rivolgo questo appello. Il Regno di Dio sarà realizzato attraverso i vostri sforzi, nelle università, nelle scuole, nelle parrocchie, nei villaggi o nelle stazioni rurali. Esso dev'essere realizzato innanzitutto nelle vostre vite e poi nel mondo che vi circonda. Il mondo sta cercando i segni del Regno di Dio nelle vostre vite; vuole vedere se siete rivestiti del suo amore. Dio soltanto è la base fondamentale di tutti i valori, di tutto ciò che è buono, nobile e vero.

Egli è all'inizio e alla fine di tutte le vostre domande. Egli è la risposta alla vita, ai suoi interrogativi, alle sue problematiche. Senza riferimento a Dio, il mondo dei valori resta vuoto. Senza riferimento a lui, il mondo stesso resta una domanda senza risposta (cfr. "Epistula apostolica ad iuvenes internationali vertente anno iuventiti dicoto", 4, die 31 mar. 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, 8, 1 [1985] 763s).

Per questa ragione vi esorto tutti a cercare "prima il regno di Dio e la sua giustizia" (Mt 6,33). Dio è amore, vero amore; il suo amore è vivo in voi.

Siate riflesso di quell'amore e di quei valori in modo che la gente dica: "ho visto il suo regno" perché vi hanno conosciuti.


7. Miei cari giovani: Cristo è vostro amico e vi ama moltissimo. E' il vostro migliore amico. Per scoprire questo, dovete trascorrere del tempo dialogando con lui nella preghiera. La vostra amicizia con lui crescerà solo attraverso il dialogo con lui. E da questa conversazione nella preghiera, lo sentirete dire: "Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando" (Jn 15,14). Seguite il sentiero segnato dal vostro amico, Gesù. Egli vuole aiutarvi a risolvere i difficili problemi che la vita presenta e vuole anche farvi sapere che, nonostante le domande senza risposta e i problemi insoluti, egli vi ama sempre. Giovani del Malawi: possiate vivere nella consapevolezza di questa verità. Lasciate che Cristo vi guidi verso la verità. Possiate vivere nella pace e nell'amore di Cristo e fate conoscere questo amore agli altri. "La pace di Cristo regni nei vostri cuori... e siate riconoscenti!" (Col 3,15).

Dio benedica i giovani del Malawi!

1989-05-05

Venerdi 5 Maggio 1989





GPII 1989 Insegnamenti - L'omelia della Messa - Ai fedeli riuniti, Blantyre (Malawi)