GPII 1990 Insegnamenti - Ai giovani nel Palazzo della cultura - Bamako (Mali)

Ai giovani nel Palazzo della cultura - Bamako (Mali)

Titolo: Abbiate l'audacia di resistere ai mercanti di ideologie

Cari giovani,


1. Sia benedetto Dio che mi dà la gioia di essere con voi questa sera! Sono sensibile alla vostra calorosa accoglienza e ringrazio il vostro portavoce per le sue amabili espressioni di benvenuto.

Vi saluto tutti cordialmente: giovani cattolici, giovani musulmani e giovani di altre confessioni religiose che siete venuti a questo incontro.

Voi rappresentate, sul piano umano, una parte importante della popolazione del vostro Paese. Siete le valide braccia del Mali, siete il suo ricambio assicurato. E' importante, per il futuro della nazione, che è il vostro futuro, che siate motivati da un ideale generoso.

Noi tutti siamo membra dell'unica famiglia umana. Viviamo nello stesso mondo. Amiamo la vita, e voi giovani soprattutto. Amare la vita, vuol dire già presentire che la riceviamo da Dio e che non possiamo essere felici senza di Lui.

E quello che diceva Sant'Agostino, il grande Vescovo dell'Africa del Nord: "Tu sei grande, Signore, e infinitamente degno di lode... Ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te".

Sono venuto per invitarvi ad aprire gli occhi sulle ricchezze della vita che Dio ci dona. Se ascoltiamo la sua parola, se la seguiamo, se scopriamo la grandezza del suo amore, con cui egli ama tutti gli uomini e tutte le donne di tutte le età, allora sapremo che la vita vale la pena di essere vissuta ed anche di essere donata!


2. Quando la Bibbia narra la creazione del mondo e dell'uomo, ci mostra che l'essere umano possiede una dignità unica e un valore sovrano: "Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza"... Dio creo l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creo; maschio e femmina li creo" (Gn 1,26,27).

Dobbiamo dunque rispettare, amare e aiutare ogni essere umano perché è una creatura di Dio, ed ha una relazione privilegiata con Colui che gli ha dato tutto. Che egli ne sia, in un certo senso, l'immagine fedele o il rappresentante legittimo, è sempre un "segno" che porta a Dio. I suoi diritti sono espressione della volontà di Dio e l'esigenza della natura umana come Dio l'ha creata.

Creatura di Dio, l'uomo è dunque radicalmente segnato da una dipendenza.

Questa dipendenza mortifica, forse, il suo orgoglio, ma se egli la riconosce e l'accetta liberamente, questo lo radica in una esistenza piena di significato, lo dirige verso un orizzonte in cui saranno aboliti tutti i limiti, senza altra angoscia quaggiù che quella di non amare abbastanza.

Musulmani e cristiani hanno certamente motivi e modi diversi per realizzare questo ideale. Per gli uni, l'uomo è chiamato ad essere un perfetto rappresentante di Dio, sulla terra, testimoniando, per il servizio di tutti, cosa significhino queste bellissime parole: misericordia e comprensione, perdono e riconciliazione. Per gli altri, l'espressione "creato a immagine di Dio" svela un mistero ancora più profondo perché, per loro, esiste tra l'uomo e Dio un rapporto di comunione che essi osano chiamare una relazione filiale. L'uomo è anche invitato a diventare veramente figlio di Dio in una condivisione di vita e di amore. Questo mistero ci viene pienamente rivelato da Gesù Cristo, Lui che sa "quello che c'è in ogni uomo" (Jn 2,25).

Se questa è la dignità dell'uomo, cari amici, è importante che voi, giovani, non vi lasciate aggredire ed ingannare dai mercanti di ideologie e di felicità illusorie. Abbiate l'audacia di resistere loro: voi meritate quello che di meglio c'è per la vostra vita! Aprite i vostri cuori al Dio di saggezza e di misericordia, che vi offre la pienezza della vita, già qui sulla terra, e più tardi, nell'aldilà.


3. La popolazione del Mali è, per la maggior parte, credente. Questa è una grande risorsa che dovrebbe andare di pari passo con un elevato senso morale ed una concezione di vita che non ricerchi solamente il benessere materiale.

Per quanto importanti siano, infatti, i problemi economici, l'uomo non vive di solo pane: egli ha bisogno di una vita spirituale. E' questa che dà significato allo sviluppo, orienta verso il bene dell'uomo, di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. Voi siete gli eredi di una lunga tradizione culturale. Nella scia dei vostri predecessori, occorre che vi formiate non soltanto per trovare un lavoro e servire il vostro Paese, ma anche per imparare a conoscere il mondo che Dio ci ha dato, per capirlo, per scoprirne il senso, nell'amore e nel rispetto della verità, come delle vostre rispettive tradizioni religiose.

Ritrovate anche i valori fondamentali che caratterizzano la vostra società: l'onestà, il senso umanitario, il senso della giustizia, la solidarietà, il rispetto dell'altro, il senso dell'onore. Sforzatevi di ispirarvi a questi principi, giorno per giorno.


4. L'anno del centenario dell'evangelizzazione del Mali ha permesso ai cristiani di rifondarsi per meglio seguire Cristo. Cari giovani cattolici, continuate ad approfondire la vostra fede. Voi disponete di un tesoro, di una perla di grandissimo valore: Cristo, che si scopre attraverso il Vangelo nella comunità ecclesiale, ci ha detto: "Io sono la Via, la Verità e la Vita" (Jn 14,6)...

Attaccatevi alla sua persona. Lasciatevi guidare dal suo Spirito, che dona luce e forza. Cercate il tempo di riflettere al suo messaggio e di meditare la Bibbia, con i vostri pastori, nei gruppi parrocchiali, attraverso la preghiera e la celebrazione dei sacramenti. Il Vangelo è una grande forza spirituale. E' un lievito e quando esso è mescolato alla pasta, la fa lievitare tutta quanta.

Sappiate che avete il vostro posto nella Chiesa, accanto ai vostri antenati. Cercate di portare il contributo che ci si aspetta da voi nella costruzione di comunità parrocchiali vive. Io vi esorto a partecipare attivamente alle celebrazioni liturgiche. Ben formati nella fede, possiate guidare i piccoli e divenire voi stessi apostoli tra i vostri compagni, perché tocca a voi, anche a voi, portare la buona novella ai vostri fratelli! Gesù ha posato il suo sguardo su di voi e vi ama. Egli rivolge anche un invito ad alcuni di voi a seguirlo più da vicino, sia nella vita sacerdotale sia in quella religiosa. Tra voi, infatti, vi sono alcuni che sono chiamati ad unirsi ai sacerdoti - non ancora in numero sufficiente in questo Paese immenso - per continuare l'annuncio del Vangelo.

Altri, ragazzi e ragazze, sono chiamati a vivere il loro battesimo nella vita religiosa, e a rispondere in questo modo radicale all'invito di Cristo alla santità.


5. Infine, cari giovani, siete tutti invitati alla solidarietà nel lavoro. La collaborazione fraterna raddoppia l'efficacia nel lavoro. Un'opera realizzata in comune fa nascere anche un clima di fiducia che permette a ciascuno di realizzarsi. Non lasciatevi trascinare dalle tendenze troppo diffuse del facile egoismo e del "ciascuno per sé". Ciò è d'altronde l'opposto delle migliori tradizioni dei vostri popoli. Sappiate dare al lavoro professionale al quale vi preparate o che già avete cominciato tutta la dimensione di un servizio utile alla comunità.

Si parla molto di sviluppo della comunicazione sociale. Vi contribuirete positivamente se, per cominciare, sarete pronti a dialogare, a capire l'altro, a non ricevere passivamente le informazioni o le immagini che vi arrivano.

Attraverso lo scambio di vedute tra voi, vi coinvolgerete nell'edificazione di una civiltà fondata sull'amore, senza alcuna frontiera di nazione, di etnia, o di religione.

Siate degni della vostra vocazione di uomini e di donne per meglio corrispondere a ciò che Dio si attende da voi, Lui che vi ha creati e vuole condurvi alla vostra perfezione! Con tutte le vostre forze preparate l'avvento di un mondo in cui Dio abbia il primo posto e in cui gli uomini che egli ama si aiutino scambievolmente come fratelli! Che Dio, autore della giustizia e della pace, vi conceda la vera gioia, l'amore autentico e la fraternità durevole! Che Egli vi colmi dei suoi doni per sempre! presenti con queste parole:) Voglio esprimervi il mio apprezzamento, direi anzi la mia ammirazione, per il programma che avete preparato. Ho seguito con grande interesse questo programma, sintetico, ma che dice molto. Incontro spesso i giovani, quasi ogni domenica a Roma e poi anche durante le mie visite nei vari Paesi. E' interessante che nei giovani di tutto il mondo vi sia una sensibilità comune, vedendo i giochi scenici con i quali i giovani vogliono parlare al Papa, vogliono fare delle domande al Papa. Questi giochi sono molto simili tra di loro, non nei dettagli, ma nell'atteggiamento generale, nella sensibilità che esprimono. Vi è una grande umanità, una grande famiglia di giovani nel mondo. Sono privilegiato nel poterli incontrare in luoghi diversi. Ma io stesso, non sono più tanto giovane. Entrando in questa casa, ho chiesto fino a che anno si può ancora considerarsi giovani. Mi è stato risposto fino ai 40 anni; ho risposto: allora sono perduto! Ma, malgrado tutto ciò, io ricomincio sempre, e fino ad oggi non sono stato respinto dai giovani. Vi ringrazio per la vostra comprensione, per la vostra buona volontà e per la vostra attenzione durante questo incontro e vi offro la preghiera, la benedizione di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, la benedizione della Chiesa, e con questa benedizione concludo questo incontro augurandovi tutto il bene che proviene da Dio. Che cosa significa una benedizione? Una benedizione, se la si interpreta o la si traduce in parole semplici, significa: ti auguro tutto il bene che proviene da Dio, tutto il bene che può venire da Dio. E ciò che voglio augurare ad ognuno e ad ognuna di voi alla fine di questo incontro. Ascoltiamo dunque la benedizione.

(Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-28

Domenica 28 Gennaio 1990

Discorso di congedo all'aeroporto - Bamako (Mali)

Titolo: Un progresso nella lotta contro siccità e desertificazione

Signor Presidente,


1. Nel momento in cui mi appresto a lasciare il Mali per visitare altri paesi africani, esprimo i miei più vivi ringraziamenti a Sua Eccellenza come anche alle altre Autorità del paese per l'accoglienza calorosa che mi è stata riservata.

Saluto con rispetto e di cuore le personalità che partecipano a questa cerimonia di saluto.

La giornata di ieri è stata ricca di avvenimenti e vi sono grato per aver fatto si che tutto si svolgesse nel migliore dei modi.


2. Sono venuto nel Mali per esercitare il mio ministero di successore di Pietro presso i miei Fratelli e Sorelle della Chiesa cattolica di questo paese. Ringrazio in particolare Monsignor Luc Sangaré e gli altri vescovi per la loro ospitalità e l'organizzazione della mia visita. Le comunità cristiane si sono preparate attivamente a questo incontro. Sono stato testimone del lavoro apostolico compiuto qui e di tutto l'impegno attuale dei battezzati. E' con gioia che riconosco di essere stato catturato dal clima di dialogo e di sana convivialità che regna tra i membri delle differenti religioni, la cui eco mi era già pervenuta a Roma, in occasione della visita dei miei Fratelli nell'episcopato.

Permettetemi di incoraggiarvi sulla via del dialogo tra credenti affinché gli abitanti del Mali di ogni confessione possano conoscersi ed apprezzarsi sempre più, che possano rispettarsi ed amarsi come figli e figlie di Dio che ama tutta la famiglia umana.


3. In questo momento in cui si festeggia il primo centenario dell'evangelizzazione del Mali, esorto di nuovo i cattolici ad approfondire il messaggio che essi hanno ricevuto perché il Cristo venga a trasfigurare progressivamente i preziosi valori naturali dell'anima maliana. Che la comunità cristiana si rafforzi e guardi verso l'avvenire con la fede e il dinamismo che hanno caratterizzato i primi apostoli e i primi cristiani del paese! In nome della fede in Gesù Cristo, che ognuno si impegni in tutti i luoghi in cui si gioca il futuro del paese, per raccogliere le sfide della giustizia, della pace, della verità e dell'amore, parole d'ordine del Vangelo!


4. A tutto il popolo maliano, offro i miei fervidi auguri per il suo cammino deciso verso il progresso, nella lotta contro gli effetti devastanti della siccità sulla popolazione, sul bestiame e sull'agricoltura. Che esso possa assicurare la propria autosufficienza alimentare, ottenere il controllo dell'acqua e combattere efficacemente la desertificazione! Il Mali dispone di un'eredità storica prestigiosa. Su una terra ammirabile, la sua popolazione unita è la carta vincente per la stabilità sociale ed il cemento per l'unità nazionale. Esso dispone anche di una classe dirigente competente, alla quale auguro di proseguire con tenacia nel loro impegno personale al servizio di tutti.


5. Infine, formulo l'augurio che gli abitanti del Mali abbiano veramente fiducia in loro stessi e che possano prendere risolutamente in mano il loro avvenire.

Che essi abbiano fiducia gli uni negli altri, e che non perdano mai di vista che l'uomo deve essere l'inizio e la fine di qualsiasi crescita economica e sociale!


6. Prima di lasciarvi, chiedo a Dio di proteggervi nella sua gioia e nella sua pace. Rivolgo un pensiero affettuoso ed invio una benedizione particolare a coloro che soffrono nelle vostre famiglie, e in tutte le altre famiglie della zona del Sahel. Vi affido tutti alla tenerezza di Nostra Signora del Mali.

Che l'Altissimo permetta al Mali di poter realizzare una crescita felice! Che egli assista i suoi dirigenti! Che egli possa ispirare ogni Maliano ed ogni Maliana, nel loro intimo affinché il bene, la giustizia, la fraternità e la pace li accompagnino sempre! Arrivederci. Dio sia lodato! (Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-29

Lunedi 29 Gennaio 1990

Omelia nel santuario mariano nazionale - Yagma (Burkina Faso)

Titolo: Garantire la stabilità della famiglia e il diritto alla vita

Fratelli e sorelle, saluto voi tutti, popolo del Burkina!


1. Saluto tutti voi, membri del popolo di Dio del Burkina, chiunque voi siate, e in qualunque parte di questa terra di ospitalità e di pace voi abitiate. Grazie per la vostra gioiosa accoglienza al Papa, il successore di Pietro che ha ricevuto dal Signore la missione di rafforzare la fede dei suoi fratelli. E' questo lo scopo del mio nuovo pellegrinaggio tra di voi, a 10 anni dalla mia prima visita a Ouagadougou.

Saluto di cuore il fratello Cardinale Paul Zoungrana, e lo ringrazio per le sue parole di benvenuto. Porgo a lui i miei più fervidi auguri per i suoi 25 anni di cardinalato che celebrerà il 22 febbraio.

I miei cordiali saluti vanno a tutti voi, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, animatori di movimenti. Grazie a tutti per il vostro fervore e per la vostra gioia! Porgo il mio saluto anche alle autorità civili e le ringrazio per avere facilitato la nostra riunione.


2. Eccoci riuniti per celebrare la santa Eucaristia, per prendervi parte. Come dicevano gli antichi padri della Chiesa, noi prepariamo due tavole: su di una vi è il pane della Parola di Dio, sull'altra poniamo il cibo eucaristico del Corpo e del Sangue del Signore.

Che cosa ci dice oggi la Parola di Dio? Ci dice che "quando venne la pienezza del tempo, Dio mando suo Figlio, nato da donna... perché ricevessimo l'adozione a figli" (Ga 4,4-5).

Secondo l'insegnamento di San Paolo, che ha scritto queste parole ai Galati, la "pienezza dei tempi" arriva con la nascita terrena del Figlio di Dio, Gesù, nato dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. In questo nuovo tempo, i figli e le figlie del genere umano vengono adottati, elevati alla dignità di figli di Dio, fratelli dell'Eterno Figlio di Dio.

Ecco l'essenziale del messaggio della Parola di Dio oggi.


3. Questa verità, San Matteo la conferma nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Egli ci dice che un giorno Gesù stava insegnando: compiva la sua missione di Messia.

Qualcuno gli disse che sua Madre e i suoi fratelli, cioè i membri della sua famiglia, si trovavano tra la folla e volevano parlargli.

Gesù non interruppe il suo insegnamento, ma approfitto della presenza di Maria, sua Madre, e dei membri della sua famiglia per mostrare i veri legami che uniscono gli uomini in Dio, legami più forti di quelli di sangue! "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" (Mt 12,48). domando Gesù.

E, tendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli" (Mt 12,49).

Si, grazie al Figlio di Dio fattosi uomo, si sono stabiliti nuovi legami spirituali. Essi derivano dall'"adozione filiale" che il Padre Eterno ci ha accordato mandando nel mondo il suo unico Figlio, nato da donna.


4. Questi nuovi legami tra l'uomo e Dio, e tra gli uomini uniti dall'"adozione filiale" sono i frutti dello Spirito Santo che opera nei nostri cuori.

E San Paolo dice ai Galati: "E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!" (Ga 4,6).

Il Figlio dice al Padre: "Abbà, Padre". Il Figlio di Dio ci ha insegnato a dire a suo Padre che è nei cieli: "Padre Nostro". La preghiera che Gesù ci ha insegnato, la preghiera del Signore, è la preghiera dei figli e delle figlie dell'adozione divina, di tutti coloro che hanno ricevuto in Cristo "l'adozione filiale".

L'apostolo aggiunge che nessuno d'essi è più uno schiavo, ma figlio ed erede grazie alla volontà di Dio (cfr. Ga 4,7). Tutti prendono parte all'eredità del Figlio unico. Tutti, in ogni età, grandi o piccoli, ricchi o poveri! Tutti possono ricevere il dono della fede. Tutti possono essere battezzati in Cristo.


5. Qui nel Burkina, la fede vi è stata annunciata 90 anni fa quando i Padri Bianchi e le Suore Bianche vennero a portare il seme della Parola nella vostra terra. Essi meritano la vostra gratitudine. Io so con quale zelo essi hanno formato tra di voi dei cristiani convinti e hanno fondato delle comunità attive, e fatto nascere nelle famiglie il frutto prezioso delle vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Adesso, essi sono lieti di collaborare con i vescovi e i sacerdoti locali.

I missionari sono stati affiancati nell'immensa opera di evangelizzazione dal valente esercito di catechisti che hanno saputo preparare al ruolo di apostoli zelanti. Questi uomini di fede, talvolta fondatori di comunità, spesso soli ad animarle, sono rimasti modesti. Dio sa quale sia stata la loro fatica e quale indigenza abbiano accettato. Essi hanno diritto alla nostra riconoscenza. Rallegriamoci con loro, perché la Chiesa del Burkina è anche la loro corona! Si, eccola, questa Chiesa, in tutta la sua bellezza! Sacerdoti religiosi e religiose, catechisti, laici, tutti riuniti in questa famiglia di Dio che insieme ai vostri pastori, miei fratelli nell'Episcopato, voi volete far crescere! "Chiesa-famiglia di Dio", è uno scopo che avete scelto celebrando i 75 anni di evangelizzazione, è un orientamento che risponde alle vostre aspirazioni profonde; essa vi aiuterà a radicare la fede nella vostra terra africana. Continuate a riflettere sui valori della Chiesa-famiglia, e continuate a progredire nella sua costruzione!


6. Vorrei salutare tutti coloro che formano questa Famiglia di Dio, l'insieme dei laici che prendono parte con fedeltà alla missione di evangelizzazione, nelle parrocchie, nell'animazione di piccole comunità, nella catechesi. Penso a quelli che militano nei vostri vari movimenti, i gruppi di preghiera, i servizi ecclesiali. In particolare, vorrei salutare i più poveri. So con quale generosità essi sanno aiutare quelli che sono più poveri di loro, ricostruire la casa crollata di una famiglia povera, come mi avete scritto.

Anche senza appartenere a un gruppo, ognuno riceve una missione nella Chiesa, e cioè di servire Dio, di servire i propri fratelli e la società. E' per voi che ho scritto l'esortazione Christifideles laici, dopo il Sinodo dei Vescovi.


7. Nel periodo di rinnovamento che vive il vostro Paese, la Chiesa e i laici in particolare sono chiamati ad operare affinché questo rinnovamento si attui sulla base del rispetto della persona umana e della famiglia. La vita umana è inviolabile. Il diritto alla vita deve essere difeso senza sosta "come diritto primo, origine e condizione per tutti gli altri diritti della persona" (CL 38).

E' la famiglia che costituisce "il primo spazio per l'impegno sociale dei fedeli laici". Essi devono convincersi del "valore unico e insostituibile della famiglia per lo sviluppo della società e della stessa Chiesa" (n. 40). Ed è normale rispettarlo e far rispettare la vita umana "in ogni fase del suo sviluppo, dal concepimento sino alla morte naturale" (n. 38). Bisogna garantire la stabilità delle famiglie e permettere alle coppie di vivere una paternità e una maternità responsabili, resistendo all'invasione di quei metodi che vanno contro la dignità della donna, e con ciò non rendono onore all'uomo. Esorto tutti i laici a lottare per il risanamento e la santificazione della famiglia. Mi rivolgo in particolare alle donne che, nel vostro Paese, hanno sempre saputo adoperarsi per una società sana e vigorosa.


8. Vorrei anche incoraggiare la vostra gioventù, così numerosa e dinamica. Essa deve fare fronte ai flagelli moderni, alle seduzioni della droga e di una sessualità male intesa, alla difficoltà di formarsi bene e di provvedere a se stessi. Esprimo ai giovani la mia stima e il mio affetto, e anche la mia fiducia: li credo capaci di costruire la loro vita nel segno della verità, della libertà e del servizio.

Cari giovani, siate i degni eredi delle ricchezze umane del vostro popolo. Conservate il coraggio nel lavoro e la volontà di vincere che caratterizzano i Burkinabé. Mantenete questo sentimento di dignità che costituisce la vostra fierezza. Rimanete nell'unità e nella concordia che sono i frutti della riconciliazione tra i figli di questo Paese!


9. Fratelli e sorelle, venite tutti alla tavola della Parola di Dio, vi riceverete la Parola di vita, la Buona Novella che Dio è fedele nel suo amore, che guarisce e perdona, che vi rafforza nella speranza.

Venite alla mensa del cibo eucaristico dove si riuniscono giovani e vecchi, tutte le membra del Corpo di Cristo, uniti per mezzo della comunione a Gesù risorto, rafforzati nella fede e incoraggiati ad operare insieme per compiere la volontà del Padre.

Gesù vi dice: "Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è mio fratello sorella e madre" (Mt 12,50). Con la sua presenza e con il dono del suo Spirito nei vostri cuori, Egli fa dei suoi fratelli gli eredi del regno del Padre.

10. In questo luogo di preghiera che è Yagma, cari figli e figlie del Burkina Faso, ci rivolgiamo alla Madre di Gesù, Nostra Signora di Yagma, come vi piace chiamarla. E' per mezzo di Lei che il Figlio di Dio "è nato da una donna" (Ga 4,4), perché ha accettato di diventare sua Madre, nella fede e nell'obbedienza alla Parola che le fu annunciata. Nel suo corpo verginale, Maria, che Dio aveva prescelto, ha meritato di concepire questo Figlio, serbando nel cuore la Buona Novella racchiusa in questo nome: Gesù, Dio salva. Beata la Vergine che ascolta la parola di Dio e che la custodisce (cfr. Lc 11,27)! Io so che voi venite spesso qui a pregare, e mi auguro che possiate edificare un santuario degno della Vergine Maria; ciò sarà il segno visibile della vostra fiducia in Lei. Pregate con fedeltà la Madre del Redentore. Uno di voi mi ha scritto che il rosario è "come la borraccia del mendicante". Guidati dalle parole dell'Angelo, potete sempre rivolgervi a Lei come suoi figli. Insieme a voi le chiedo di vegliare, nella sua tenerezza sulla Chiesa-famiglia del Burkina Faso.

Fratelli e sorelle, che Dio vi aiuti tutti! Che Dio vi benedica tutti e che esaudisca la nostra preghiera! (Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-29

Lunedi 29 Gennaio 1990

Al presidente della Repubblica - Ouagadougou (Burkina Faso)

Titolo: Affrontare con coraggio le sfide presenti restando uniti

Signor Presidente, Eccellenze, Signore e Signori,


1. Sono moIto commosso dall'accoglienza che il Burkina Faso mi ha riservato e la ringrazio, Signor Presidente, per le cortesi parole che mi ha rivolto. Saluto con deferenza i membri del Governo che la circondano, i membri del Corpo Diplomatico, così come le altre personalità che hanno voluto partecipare a questa cerimonia.

Dal 1980, anno in cui non ho potuto trascorrere che poche ore su questa terra, desideravo ritornare e prendere nuovamente contatto con una nazione verso la quale nutro una grande stima, compiendo una visita pastorale alla Chiesa cattolica, molto viva in questo vostro paese.

E' con vera gioia che ho potuto incontrarmi con la numerosa comunità riunita stamattina nel pellegrinaggio nazionale di Yagma; e mi è gradito esprimere la mia gratitudine fraterna al Signor Cardinale Zoungrana e agli altri vescovi del Burkina per la loro accoglienza.


2. Il suo popolo, Signor Presidente, ha saputo attirarsi la simpatia e il rispetto di numerose nazioni in tutto il mondo, ne sono testimone. Erede di una grande storia, con alti valori morali, ha saputo conservare il meglio delle sue tradizioni, in uno spirito fraterno.

In questi ultimi anni la sua nazione ha conosciuto gravi prove. Saluto il coraggio e la dignità dei suoi compatrioti che non si sono scoraggiati. Hanno ripreso senza sosta, in uno spirito di riconciliazione delle menti e dei cuori, i compiti necessari a migliorare le loro condizioni di vita, in campo economico come nei vari settori della vita sociale.


3. Lei sa quale attenzione la Chiesa dedichi alle necessità dello sviluppo. Dieci anni fa, avevo lanciato un appello alla solidarietà della comunità internazionale con le popolazioni del Sahel duramente provate dalla siccità. Avro occasione in serata di parlare di nuovo di queste preoccupazioni. Ma, fin d'ora, desidero esprimere gli auguri più fervidi affinché il popolo Burkinabé sia in grado di continuare i suoi sforzi.

So che, con l'aiuto dei poteri pubblici, i suoi compatrioti si impegnano a far progredire un'agricoltura che è loro più familiare, malgrado i problemi climatici presenti. E, poiché lo sviluppo riguarda tutti gli aspetti della vita dell'uomo, saluto il progresso compiuto per assicurare ai vostri giovani una formazione che consenta loro di esplicare tutte le loro qualità e di affrontare la vita attiva in condizioni favorevoli. Spero anche che le famiglie avranno sempre più la possibilità di crescere nel rispetto della vita di coppia e della responsabilità dei genitori, e che il paese sarà in grado di assicurare le cure necessarie a tutti coloro che ne hanno bisogno e di assistere degnamente gli handicappati e le persone più sfavorite.

Auguro ai suoi collaboratori in questi compiti così gravosi, Signor Presidente, di condurre la loro azione in modo efficace, grazie a una concertazione aperta a tutte le parti e con l'abnegazione che fa onore ai pubblici funzionari al servizio del bene comune.


4. Quanto ai cattolici, la loro fede e il loro amore per la patria si fondono per incoraggiarli a prendere parte attiva alla vita della loro nazione, nel desiderio di lavorare in buona intesa con i loro compatrioti appartenenti ad altre comunità religiose. Essi si augurano di stabilire dei rapporti di fiducia con lo Stato, nel riconoscimento della dimensione spirituale della vita delle persone e della sua espressione nelle istituzioni religiose. Allo stesso tempo, il dialogo è utile per rendere efficaci le opere di educazione e di formazione professionale, la partecipazione ai servizi sanitari o alle azioni in favore dello sviluppo, attraverso le quali i membri della Chiesa desiderano mettersi a disposizione di tutti.


5. Signor Presidente, la ringrazio, e ringrazio anche i suoi collaboratori per le misure adottate per facilitare la mia visita pastorale che ho appena iniziato nel Burkina Faso. Sono riconoscente per la calorosa ospitalità che mi viene tributata.

Mentre formulo voti affinché la sua nazione conosca un benessere e una prosperità sempre maggiori, nella pace e nella dignità riconosciuta di tutti i suoi membri, sono consapevole del cammino che le resta da percorrere. Ma sono sicuro che le qualità profonde dei Burkinabé permetteranno loro di affrontare con coraggio le sfide di questo momento, rimanendo fraternamente uniti.

(Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-29

Lunedi 29 Gennaio 1990

Al clero nella cattedrale - Ouagadougou (Burkina Faso)

Titolo: Portare con gioia il peso della giornata per far crescere la Chiesa

Cari amici,


1. Il Vescovo di Roma vi rivolge un saluto molto cordiale. Ringrazio Mons. Marius Ouédraogo per le sue parole di benvenuto e per la presentazione dei partecipanti a questo incontro. Egli ha ricordato gli orientamenti che mostrano che voi formate la Chiesa-famiglia del Burkina Faso, con il desiderio di compiere al meglio la vostra missione, seguendo le vostre diverse vocazioni.

Noi ci troviamo in un periodo importante per la Chiesa in questo continente, poiché sarete presto invitati a partecipare alla preparazione dell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Africa, convocata per dare all'evangelizzazione un nuovo impulso.

Felice di vivere un momento di comunione ecclesiale con voi, vorrei, da parte mia, fare una meditazione partendo dal Vangelo che abbiamo appena ascoltato.


2. Tornati in Galilea, ecco gli Apostoli alla presenza di Gesù: il Crocifisso è risuscitato dai morti. Il Figlio di Dio fatto uomo ha risollevato l'uomo con la sua risurrezione. Per i discepoli, l'incontro è impressionante: erano stati testimoni della missione messianica, ma la passione li aveva poi dispersi, distruggendo la loro speranza; l'immagine del Golgota era ancora viva nel loro spirito.

"Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni pero dubitavano" (Mt 28,17). Alcuni esitano davanti all'atto di fede, probabilmente perché scoprono ora che esso esige la presenza del Risorto: un'adesione radicale di tutto l'essere.

In un certo modo, ogni vocazione cristiana viene da un incontro con il Risorto e da un atto di fede che gli risponde. E sapete bene che bisognerà lasciarsi catturare sempre di più, affinché maturi una vocazione al ministero, alla vita consacrata, all'apostolato e semplicemente alla vita di battezzati.


3. Sulla montagna, Gesù pronuncia queste parole sconvolgenti: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra" (Mt 28,18). Colui che era stato rifiutato, è diventato ormai il Signore. In Lui si uniscono la potenza del Creatore che fa vivere il mondo, e la potenza della Redenzione che salva il mondo. Ed è Lui che "si avvicina" ai suoi discepoli, a voi! "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni" (Mt 28,19). La vostra Chiesa è nata dalla risposta delle Istituzioni missionarie a questa chiamata di Cristo. Essa vive oggi perché, a loro volta, dei Burkinabé hanno pienamente ascoltato questo appello. Alla stessa opera fratelli venuti da altri Paesi collaborano con i fratelli di questa terra. E i Burkinabé cominciano a partire verso altre nazioni per portare il Vangelo. Noi rendiamo grazie per la generosità di tanti uomini e donne che danno il meglio della loro vita per "fare dei discepoli".


4. Mandando gli Apostoli in missione, Gesù dà loro un primo incarico: "Battezzateli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19).

Egli fa di voi i depositari dei misteri di Dio, vi investe del potere di trasmettere la grazia della salvezza. Attraverso il vostro ministero, Cristo si avvicina ad ogni uomo, fa entrare gli uomini in comunione con la vita trinitaria, li chiama a dimorare nell'amore che unisce le persone divine.

Fratelli e sorelle, Cristo affida alla Chiesa la mirabile missione di riunire e riconciliare l'umanità, di essere suo strumento per costituire il suo Corpo unico con le persone alle quali dà la sua vita attraverso la Sua presenza di grazia. In questa terra d'Africa, voi siete i servitori di questa presenza dell'Amore salvifico. I sacramenti che la Chiesa celebra ne sono i segni veri e visibili.


5. La seconda consegna di Gesù è il seguito della prima, perché bisogna mostrare ai discepoli i cammini della fedeltà agli impegni che il loro battesimo comporta: "Insegnando Ioro a osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,20). In molti modi, sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti o laici impegnati, siete chiamati a mettere in pratica questa consegna del Signore. Osservare i comandamenti significa farli conoscere, significa familiarizzare con la Parola di Colui che ci rivela la volontà del Padre. Vi incoraggio in tutti i vostri compiti di formazione cristiana, di preparazione al battesimo e agli altri sacramenti, di predicazione e insegnamento, di animazione delle comunità, sempre allo scopo di realizzare l'amicizia con il Signore armonizzando in modo concreto il vostro modo di vivere con il messaggio evangelico.

Non basta, lo sapete, insegnare con le parole, perché si "custodiscano i comandamenti" del Signore. L'evangelizzazione impegna i discepoli a mettere in pratica l'amore di Dio e insieme del prossimo. Seguendo i vostri carismi, voi vi dedicate così non solo ad assicurare i servizi necessari all'edificazione della Chiesa, ma anche a curare gli ammalati, a soccorrere i poveri, ad educare i giovani, a promuovere la formazione professionale, a sostenere lo sviluppo, ad aiutare le famiglie nella loro sana crescita, a difendere il diritto dell'essere umano alla dignità, a favorire l'intesa fraterna di tutti. Che il Signore vi conceda di proseguire generosamente nelle azioni di solidarietà alle quali vi chiama l'autentica carità!


6. Cari amici, la mia gioia di essere in mezzo a voi deriva dal fatto che, l'un l'altro, accettate liberamente di seguire Cristo e di assumervi il vostro ruolo nella missione di evangelizzazione. Per questo, sacerdoti, religiosi e religiose, avete scelto di rinunciare a fondare una famiglia e avete promesso una disponibilità totale ai servizi che la Chiesa vi domanda. I catechisti e i laici impegnati offrono anche molta della loro libertà per consacrarsi all'apostolato in modo disinteressato. I giovani battezzati che mi ascoltano dovranno, anche loro, rinunciare a facili piaceri, al timore di affermare la loro fede, per venire ad occupare il loro posto attivo e dinamico nella comunità dei discepoli di Cristo.

Tutti, ogni giorno, dite a Gesù, dal profondo del cuore, le parole di Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Jn 6,68). Tutti, seguendo Cristo, dite al Padre: "Ecco, io vengo, per fare, o Dio, la tua volontà" (He 10,7 cfr. Ps 40,8-9). Ogni giorno il Signore vi dice: "Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,30). ll Successore di Pietro vi dice oggi: coraggio, portate con gioia il peso della giornata, per far crescere insieme la Chiesa-famiglia di Dio nel Burkina Faso! "Andate dunque"! Queste parole di Gesù sono certe: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).

(Traduzione dal francese)

Data: 1990-01-29

Lunedi 29 Gennaio 1990


GPII 1990 Insegnamenti - Ai giovani nel Palazzo della cultura - Bamako (Mali)