GPII 1991 Insegnamenti



Giovanni Paolo II

1991 Insegnamenti







L'omelia in san Pietro durante la Santa Messa nel giorno di Capodanno - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: Un'enciclica nell'anno della dottrina sociale della Chiesa

"Gli fu messo nome Gesù".


1. Il fatto ebbe luogo, secondo la legge di Mosè, l'8 giorno dopo la nascita, ed avvenne contestualmente al rito della circoncisione. L'evangelista aggiunge che quel nome era stato dato dall'angelo al Figlio di Maria "prima che fosse concepito nel grembo della madre". Quindi nell'annunciazione. Secondo il tempo liturgico, oggi è l'8 giorno (cioè l'ottava) della solennità della nascita di Gesù nella notte di Betlemme. Questo è pure il primo giorno dell'Anno Nuovo: nel computo tradizionale, questo è l'anno 1991 a partire dalla nascita di Cristo. Ci avviciniamo alla fine del secondo millennio, nella scansione del tempo che è propria del calendario cristiano. Oggi si celebra la Giornata della Pace nel mondo. E' una ricorrenza che manifesta un bisogno fondamentale dell'umanità della nostra epoca e raccoglie, al tempo stesso, le suppliche rivolte a Dio mediante Colui che il profeta Isaia chiamo "il Principe della pace". "Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci conceda pace".


2. E' vero che gli anni del calendario scorrono e mutano, ma dura la "pienezza del tempo", di cui parla l'Apostolo nella Lettera ai Galati. Questa "pienezza" è collegata col mistero dell'Incarnazione redentrice. La "pienezza" manifesta la misura divina del tempo che s'è inserita nell'ambito delle misure umane. Questa pienezza è determinata dalla venuta del Figlio con la potenza dello Spirito Santo: "Dio mando il suo Figlio, nato da donna, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito che grida: Abbà, Padre!". Proprio questo decide della misura divina - cioè della pienezza - del tempo umano. La "pienezza" indica l'opera di Dio nelle anime umane e nella storia terrena dell'uomo. Essa è la realizzazione degli intenti eterni di Dio, nei quali consiste il piano della salvezza. Dio vuole "che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità". Il nome di Gesù, dato al Neonato da Maria e Giuseppe l'8 giorno dopo la nascita, ha proprio quest'eterno contenuto divino. Manifesta la divina volontà di salvare il mondo.

Gesù significa letteralmente: "Dio che salva".


3. Questo nome tocca profondamente il mistero dell'uomo, come ha sottolineato il Concilio Vaticano II: "In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo Amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione". Questa vocazione dell'uomo, vocazione suprema, è appunto la figliolanza divina: l'adozione a figli in Cristo, Figlio Eterno, consustanziale al Padre; in Cristo, che è "Dio da Dio e Luce da Luce". Proprio in questa vocazione "il mistero dell'uomo si svela pienamente". In esso troviamo la risposta alla domanda-chiave: che cosa vuol dire essere uomo? E a che scopo essere uomo? La figliolanza divina si manifesta in modo più semplice e, nello stesso tempo, più profondo nel grido: "Abbà, Padre", nel quale Cristo ha rivelato il mistero della Paternità di Dio. Egli nella potenza dello Spirito Santo, che è "lo Spirito del Figlio", ha portato questo mistero nei nostri cuori, l'ha innestato in noi come vita nuova. L'Apostolo aggiunge: "Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio". Tutto questo è contenuto nel Nome "Gesù".


4. Nel primo giorno dell'anno nuovo ci fermiamo davanti a questo Nome insieme a Maria, Madre di Cristo. Il Natale, questo tempo che dalla notte di Betlemme si estende fino all'odierna ottava, è pure la festa più grande della Vergine Madre.

E' la rivelazione della verità divina sulla Figlia eletta di Israele. La verità su di Lei si rivela pienamente mediante la Maternità divina, che è diventata la sua parte nella storia della salvezza. Tutto ciò che è contenuto nel Nome di Gesù si riferisce a Lei in modo particolare. Per nove mesi "Dio che salva" si è celato nel seno della Vergine. Per nove mesi, come normalmente avviene per ogni bambino umano. La Maternità di Maria era tuttavia, pienamente ed esclusivamente, il frutto dell'azione dello Spirito Santo. Proveniva totalmente dallo Spirito. Nella potenza dello Spirito Maria ha conservato - insieme alla Maternità - anche la Verginità, scelta liberamente come segno dell'indivisibile dedizione a Dio. Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Anche la Maternità di Maria fa parte del mistero divino che, prima di tutti, Ella stessa serbava e meditava nel suo cuore (come leggiamo nell'odierno Vangelo di Luca.


5. Secondo la tradizione cristiana, ogni nuovo anno che inizia col 1° gennaio, partecipando alla pienezza divina del tempo, è chiamato Anno del Signore. L'Anno del Signore 1991. Il Vescovo di Roma può forse augurare all'inizio di quest'Anno - a tutti gli uomini, a tutti i suoi fratelli e sorelle in tutto il mondo - altra cosa se non appunto ciò che è stato ricordato dal Concilio? Che cosa è più necessario all'uomo di tutti i tempi - e in particolare a quello dei tempi nostri - se non la rivelazione della pienezza dell'uomo che è collegata col Nome di Gesù? Che cos'altro c'è da augurare se non che tutti gli uomini partecipino alla forza di questo Nome, che arrivino alla conoscenza della verità e trovino la salvezza nel Figlio, nel quale soltanto essa può dall'uomo esser trovata?


6. Partecipare alla forza del nome di Gesù per arrivare alla conoscenza della verità e trovare la salvezza nel Figlio, coinvolge certamente tutte le dimensioni della vita umana individuale e sociale. In quest'Anno del Signore 1991, la Chiesa commemora un grande evento, di portata mondiale, rivelatosi col passare del tempo non privo di valore profetico: la promulgazione dell'Enciclica "Rerum Novarum" ad opera di Papa Leone XIII, il 15 maggio 1891, la prima Enciclica "sociale" dei tempi moderni, avente come tema: "La condizione degli operai". Questo storico avvenimento ci invita a rivolgere la nostra attenzione, durante quest'Anno 1991, alla dottrina sociale della Chiesa; cioè, a quell'insegnamento dottrinale per il quale il Magistero della Chiesa, assistito dallo Spirito, e sorretto al tempo stesso dai pareri dei teologi e degli specialisti delle scienze sociali, intende illuminare con la luce del Vangelo le vicende quotidiane degli uomini e delle donne nelle varie comunità di cui sono parte, dalla famiglia alla società internazionale. Voglio quindi proclamare quello che oggi s'avvia Anno della Dottrina Sociale della Chiesa, invitando con ciò i fedeli, nel contesto della commemorazione dell'Enciclica "Rerum Novarum", a meglio conoscere, approfondire e diffondere l'insegnamento della Chiesa in materia sociale. Sono lieto di annunciare, a questo proposito, la promulgazione di un'Enciclica, commemorativa del centenario di quella del mio predecessore, la quale si proporrà di assumerne l'eredità, aggiornandola alla luce delle nuove problematiche dei nostri tempi.

Oh Anno Nuovo, incominciato oggi da tutti i cristiani nella potenza del Nome di Gesù, sii l'anno della salvezza! Oh Anno Nuovo incominciato da tutta l'umanità nella potenza del Nome di Gesù, sii l'anno della pace! "Il Signore rivolga su di noi il suo volto e ci conceda pace".

Data: 1991-01-01
Martedi 1 Gennaio 1991

L'"Angelus" di Capodanno - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: 1991: un anno di pace e non di guerra

"Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù".

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Queste parole di Elisabetta ben si addicono all'odierna solennità liturgica della divina Maternità della Madonna. Celebriamo, infatti, Maria come "Madre di Dio", Madre sempre Vergine del Verbo Incarnato, secondo la parola della Rivelazione e l'insegnamento del Magistero della Chiesa. Dalla sua Maternità derivano a Lei i singolari privilegi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione corporea al Cielo. Al saluto angelico fa eco la preghiera del popolo cristiano: "Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi, peccatori!". Madre di Dio e Madre dell'umanità, Madre della Chiesa e Madre di ognuno di noi: nessuno a Te ricorre invano; nessuno è da Te deluso, dimenticato, abbandonato! Noi Ti invochiamo, perciò, con filiale e confidente trasporto. Resta accanto a noi! Tu sei nostra Madre!


2. Ricorre oggi la Giornata Mondiale della Pace, che quest'anno ha come tema: "Se vuoi la pace, rispetta la coscienza di ogni uomo". La solennità della divina Maternità di Maria ci ricorda anche che Cristo, incarnandosi, s'è fatto luce delle menti e delle coscienze degli uomini. Grazie a Lui, la persona può guardare al futuro con speranza; grazie a Lui essa diventa capace di perdono e di amore. In Cristo, solo in Lui, il credente trova la strada che conduce all'autentica riconciliazione col Padre e con i fratelli; ed è qui la sorgente della pace.


3. "Cristo è la nostra pace!". In questo giorno così singolare auguro a ciascuno quella pace, che Cristo è venuto a portare. Regni la pace nel cuore degli uomini e nelle famiglie; nei luoghi di lavoro e di riposo; nelle comunità e nelle nazioni.

Pace auguro alla cara città e diocesi di Roma. Pace sia a tutti i popoli. Grazie all'impegno di tutti coloro sui quali pesa la responsabilità delle sorti delle nazioni, gli sforzi a favore della pace abbiano successo. Con accorato sentimento il mio augurio si volge al Medio Oriente, auspicando che il 1991 sia per tutti un anno di pace e non di guerra.

Il mio augurio si fa preghiera, che affido all'intercessione della Vergine, dalla quale invoco per tutti serena prosperità in questo nuovo anno che la Provvidenza ci dona.

Data: 1991-01-01
Martedi 1 Gennaio 1991


Alle comunità neocatecumenali - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Siate messaggeri della riconciliazione e apostoli della fraternità e del servizio"

Carissimi fratelli e sorelle!


1. Nella luce del Natale abbiamo incontrato il Salvatore; abbiamo contemplato le meraviglie che Dio ha operato; siamo stati invitati ad accogliere il dono della Salvezza e a diffonderlo fra i nostri fratelli. Nasce da questo mistico abbraccio con il Verbo incarnato il nostro impegno ad evangelizzare. Impegno oggi tanto più urgente perché viviamo momenti di profondi mutamenti sociali. Ci troviamo, infatti, come ad un tornante della storia, proiettati verso un futuro carico di aspettative e di speranza, ma minacciato da inquietudini e timori, che investono l'essere umano nella sua struttura più profonda. L'uomo invoca la pace, la serenità, chiede aiuto e solidarietà: ha bisogno di Amore. Ha bisogno di Cristo.

Meravigliosa è, pertanto, l'opera di chi, come voi, consacra tutta la sua esistenza ed ogni risorsa sia fisica che spirituale all'evangelizzazione. Voi siete persuasi che solamente Gesù può colmare le attese della persona, e per questo non esitate ad abbandonare tutto e a mettervi in viaggio per le vie del mondo, testimoniando così la viva presenza del Redentore fra noi e il potere della sua Parola che salva. Siate riconoscenti alla Provvidenza che vi ha scelti e mantenetevi costantemente in ascolto dello Spirito; perseverate nella preghiera e nella pratica delle virtù. Siate messaggeri della riconciliazione e apostoli della fraternità e del servizio. Il Signore, che vi chiede totale disponibilità, vi associa in tal modo al mistero della Redenzione del mondo.


2. Non posso non sottolineare, con intima gioia, che la vostra ansia evangelizzatrice vi sospinge soprattutto alle famiglie. Non ha forse bisogno la famiglia di essere in questo tempo nuovamente evangelizzata perché riscopra il suo ruolo di cellula primaria della comunità cristiana, chiesa domestica, all'interno della quale sia possibile vivere la primordiale esperienza dell'incontro con Dio? Quanto risente l'attuale situazione sociale della crisi delle famiglie! Non è facile pensare ad un avvenire migliore se il focolare domestico non torna ad essere il luogo privilegiato dell'accoglienza della vita e della crescita della persona: scuola di sapienza umana e di formazione spirituale. Con animo lieto saluto fra voi i numerosi nuclei familiari che si trovano già in missione nelle zone più scristianizzate del pianeta; saluto, inoltre, le coppie che si preparano a partire. Si, le famiglie evangelizzino le famiglie!Possa il Signore rendervi dappertutto suoi strumenti di misericordia; vi accompagni sempre la sua grazia.

Consegno volentieri il crocifisso a quanti sono chiamati a recarsi, itineranti al servizio del Vangelo, in altri Paesi. Fidatevi di Dio e, resistendo ad ogni difficoltà, fatevi "ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro". Vivete in cordiale obbedienza e filiale comunione con i Pastori, essendo voi membra di un corpo vivo: la Chiesa. Sono essi che vi invitano e vi accolgono.

E' a loro che dovete manifestare docilità e fiducia; è dalle loro direttive che vi viene partecipata la volontà del Signore in ordine alla vostra particolare missione. Il compito che vi attende - la nuova evangelizzazione - vi domanda di presentare con nuovo entusiasmo e metodi rinnovati l'eterno e immutabile contenuto del patrimonio della nostra fede cristiana. Non si tratta, voi lo sapete bene, soltanto di trasmettere una dottrina, ma di incontrare in modo personale e profondo il Salvatore.

Invoco Maria, Madre del Redentore, perché vi assista in questo cammino; a Lei, Stella della nuova evangelizzazione, affido ciascuno di voi, le vostre comunità e quanti incontrerete. Mentre, nel nome del Signore, vi esorto a partire con coraggio e ad essere dovunque testimoni ardimentosi del Vangelo, di cuore vi benedico.

Data: 1991-01-03
Giovedi 3 Gennaio 1991

Per l'ordinazione di 60 nuovi sacerdoti della Congregazione dei Legionari di Cristo - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Rimanete nel mio amore"




1. "Ti ho stabilito profeta delle nazioni..., annuncia ciò che io ti ordinero" (Jr 1,5-7).

Con queste parole del profeta Geremia, che abbiamo finito di ascoltare nel giorno della vostra ordinazione sacerdotale, la Chiesa vuole far comprendere le speranze che ripone nel ministero che vi sarà affidato.

Il Signore vi ha chiamato ad essere profeti, vi invia a proclamare la sua parola. Vi manda ad annunciare la Buona Novella di salvezza a tutti gli uomini di buona volontà, così come abbiamo ascoltato nelle recenti celebrazioni del Natale. Vi manda a testimoniare davanti agli uomini che il Verbo eterno, luce che illumina tutti gli uomini che vengono al mondo, ha posto la sua dimora tra noi, ha svelato i segreti divini, ha parlato con le parole di Dio.

Voi farete risuonare la sua voce nel nostro tempo, in modo che chi la ascolti possa credere, si renda conto di essere stato chiamato alla salvezza per l'obbedienza della fede, abbracci la rivelazione e decida di consegnare liberamente la sua vita nelle mani di Dio.

Per questo dovete essere profeti fedeli, capaci di rendere ragione compiuta della verità che predicate con la parola e con la vita, premurosi nel servire tutti senza eccezioni, sia quelli che già credono, che quelli che ancora ricercano la verità.

"Ecco ti metto le mie parole sulla bocca" (Jr 1,9); sono le parole del Dio vivo, che tutti gli uomini hanno diritto di cercare ed ascoltare dalle labbra dei sacerdoti (cfr. PO 4).


2. La vostra ordinazione sacerdotale coincide con il cinquantesimo anniversario della fondazione dell'Istituto dei Legionari di Cristo, ragione per la quale mi rallegro di poter salutare voi, che in questo giorno vi sentite gioiosi per il dono del sacerdozio, al Fondatore della vostra Comunità, tutti i suoi membri, i vostri familiari e gli amici che vi circondano.

Legionari di Cristo vuol dire che avete accettato con decisione e generosità l'invito a diffondere ed attuare il Regno di Dio, che siete disposti a dedicarvi alla conquista delle anime. Ad esse, effettivamente, senza nessuna distinzione o particolarismo, vi dedicherete come apostoli, impegnati in un servizio consacrato, per la loro salvezza: la salvezza dell'uomo, di tutti gli uomini, in cooperazione con la Chiesa intera per rispondere alle speranze della nostra epoca, tanto affamata di Spirito, perché sente a sua volta fame di giustizia, di pace, di amore, di bontà, di fortezza, di responsabilità, di dignità umana (cfr. RH 18). Legionari di Cristo, perché sapete perfettamente che la via del bene dell'umanità passa necessariamente per Cristo.


3. "Rimanete nel mio amore" (Jn 15,10). Questo è quello che vi chiede il Signore oggi nel costituirvi sacerdoti.

La missione sacerdotale ha radice in Cristo e non può esercitarsi se non si è in unione con Lui, unico ed eterno sacerdote, costituito "rappresentante degli uomini in tutto ciò che riguarda il culto di Dio" (He 5,1).

Gesù vi dice di rimanere nel suo amore - "nel mio amore" -, lo stesso amore con cui lui ama il Padre e ama tutti gli uomini; che trova nell'amore del Padre la sua intensità, la sua fonte eterna e che si dirama sui suoi amici, sui suoi discepoli, su tutti gli uomini: "Come il Padre ha amato me, così anche io ho amato voi" (Jn 15,9).

In questo amore dovete rimanere voi, sacerdoti di Cristo e continuatori del suo ministero. Siate fedeli all'amore che Gesù vi dà e che, allo stesso tempo, vi chiede; siate coscienti che si tratta di un amore eterno e infinito.

Rimanete nell'intimità della grazia affinché venga nelle vostre vite l'inseparabile presenza di Cristo. Rimanete in Lui con la preghiera, cardine profondo e insostituibile della nostra esistenza sacerdotale. Tenete presente questo comandamento perentorio, precetto morale ed insieme spirituale, che interpella la coscienza di tutti i sacerdoti del Nuovo Testamento. L'amicizia che in questo giorno vi offre Cristo scaturisce dal suo amore e solo nel suo amore si può consolidare, sviluppare e crescere. Lui, Gesù, è il modello del vero amore verso il Padre: "Ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore" (Jn 15,11).


4. Gesù vi ama come amici, ha donato la vita per voi, vi ha dimostrato il suo amore, il suo affetto che non conosce limiti perché "nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Jn 15,13).

Il sacerdozio che diventa da oggi vostra eredità è iniziativa dell'amore di Cristo che vi ha scelto e costituito nel ministero: "Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto" (Jn 15,16). Questa elezione vi ha introdotto nel mistero di Dio, è stata una chiamata a conoscere e partecipare della realtà divino-umana, salvifica e redentrice, della missione di Cristo.

Mediante l'imposizione delle mani, Gesù vi costituisce oggi nel sacerdozio e vi mette in condizione di essere quello che lui desidera che siate per sempre: cooperatori della missione e dell'autorità con la quale lui stesso cura la crescita, la santificazione e il governo del suo corpo, che è la Chiesa (cfr. PO 2). Cristo parlerà attraverso voi, avendo posto in voi il sigillo della sua figura sacerdotale, l'impronta della sua identità, in quanto pastore di anime.

Vi ha chiamato amici e vi ha fatto conoscere il suo "mistero", il suo segreto, tutto ciò che lui ha conosciuto dal Padre (Jn 15,15), cioè tutte le parole che lui mette sulla vostra bocca (cfr. Jr 1,9).


5. "Il Signore è mio pastore: non manco di nulla" (Ps 22,1). così abbiamo cantato con il salmista, professando la nostra incondizionata fiducia in Dio.

Gesù, Buon Pastore, vi chiede oggi che vi mettiate in cammino e che diate frutti; a sua volta, vi assicura che tutto quello che chiederete al Padre in suo nome, ve lo concederà (cfr. Jn 15,16).

Giorno dopo giorno, non smettete di dare testimonianza della fiducia che avete professato. Tenete sempre presente che Dio ha cura di voi e vi guida per retti sentieri; quindi continuano ad essere verità le parole di Gesù: "Come il Padre ha amato me, così anche io ho amato voi" e perciò "vi ho fatto conoscere tutto".

"Non manco di nulla" perché il Signore mi ha chiesto di rimanere nel suo amore. Né "temerei alcun male", perché il Signore è con me; per questo Egli "protegge le mie forze, mi guida per retti cammini, mi dà sicurezza, prepara per me la tavola e il mio bicchiere trabocca". Non avro paura, perché tu, Signore, sei con me; mi hai scelto, mi hai chiesto di rimanere nel tuo amore e mi hai amato come il Padre ha amato te.


6. In Dio, cari nuovi sacerdoti, riponete sempre la vostra speranza. Pensate che siete stati chiamati da Dio in un momento particolarmente importante. La Chiesa, infatti, si prepara ad iniziare il terzo millennio cristiano; l'America Latina si prepara a commemorare il V Centenario dell'Evangelizzazione del nuovo mondo. Siete stati chiamati, dunque, ad essere gli evangelizzatori di una nuova tappa di speranza per la Chiesa e per il mondo.

Ricordando l'indimenticabile celebrazione a Durango, lo scorso mese di maggio, durante la mia visita pastorale in Messico, desidero ripetervi le mie parole che rivolsi a quei nuovi sacerdoti: "Una società come la nostra, che tende al materialismo della vita, mentre sente l'ansia di Dio, ha bisogno di testimoni del mistero.

Una società che è divisa, mentre sente ansia di unità e solidarietà, ha bisogno di servitori dell'unità. Una società che dimentica frequentemente gli autentici valori, mentre domanda autenticità e coerenza, ha bisogno di segni vivi del Vangelo".

Da Roma, centro della cattolicità, il mio pensiero si dirige ora agli amatissimi figli che sono spiritualmente uniti a noi in questa celebrazione, attraverso la radio e la televisione, specialmente nel Messico, e chiedo loro che non cessino di pregare il Signore affinché benedica la sua Chiesa con nuove vocazioni sacerdotali e religiose. Che Nostra Signora di Guadalupe, Madre di Cristo sommo ed eterno Sacerdote, mostri il cammino della santità e della missione a coloro che si sentono chiamati a dedicare la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli.

(Traduzione dallo spagnolo) Estendo anche un cordiale saluto ai Legionari di Cristo e alle loro famiglie, così come ai membri del movimento "Regnum Christi" venuti dall'Irlanda, Stati Uniti e Canada.

La gioia della cerimonia dell'ordinazione è accresciuta dalla continuazione della celebrazione del Natale, durante il quale la Chiesa intera adora il mistero del Verbo Incarnato, che chiama questi giovani uomini a partecipare al suo sacerdozio. E' Cristo che dà ad ognuno di voi una parte nella grande missione di predicare il suo Vangelo, attraverso la testimonianza delle vostre vite. Che questo momento di grazia vi ispiri un sempre più profondo impegno nel diffondere il suo Regno di salvezza, pace e amore.

Che Maria, Madre del Redentore vi abbia sempre nel suo cuore.

(Traduzione dall'inglese) Carissimi Sacerdoti novelli, Vi esprimo di cuore auguri e congratulazioni per il nobile traguardo da voi oggi raggiunto. Abbiate sempre chiara coscienza della nuova realtà che oggi si è operata in voi con la ordinazione sacerdotale. Siate sempre consapevoli della dignità e della potestà spirituale che portate con voi per sempre: per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

La grazia del Signore sia sui vostri rispettivi Paesi e sulle missioni che vi attendono.

Data: 1991-01-03
Giovedi 3 Gennaio 1991

A un coro italiano e ad uno polacco "gemellati" tra loro - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: "Siate dappertutto gli artefici della fraternità e della speranza"

Carissimi cantori dell'"Associazione Corale Polifonica Pierluigi da Palestrina" di Messina e del Coro dell'Università di Lublino!


1. Sono particolarmente lieto di accogliervi nel clima gioioso delle feste natalizie e di porgere ai Vostri Direttori e a voi tutti il mio saluto cordiale.

Vi esprimo anche il mio apprezzamento per le vostre qualificate esecuzioni artistiche e la mia sentita riconoscenza per la vostra venuta in Vaticano. Con questo incontro desidero pure manifestare la grande stima che la Chiesa ha sempre avuto ed ha per la musica classica e religiosa e per i grandi musicisti che hanno esaltato la fede cristiana con le loro mirabili composizioni. Anche per questa occasione che mi offrite, vi ringrazio vivamente.


2. Sono al corrente degli applauditi concerti eseguiti dal Coro "Pierluigi da Palestrina" in Italia e in molte altre Nazioni e dei vari Premi conquistati, come pure mi sono note le suggestive esecuzioni del Coro universitario di Lublino. Mi compiaccio pure della vostra solidale amicizia e del "gemellaggio" che avete stabilito tra voi. La vostra attività artistica è certamente un'opera altamente meritoria e gratificante; infatti, le melodie che esprimete con tanta passione commuovono gli animi, elevano gli spiriti a pensieri alti e a desideri nobili, richiamando il senso dell'Eterno e dell'Assoluto.


3. Il gaudio interiore, che Gesù Bambino, il Verbo Incarnato, ha portato all'umanità rivelando che Dio è Amore e che l'eterna felicità dà significato alla vita, sia sempre presente in voi, in modo da testimoniare dovunque abbiate a trovarvi il senso della letizia e della pace. Con i vostri cori siate dappertutto gli artefici della fraternità e della speranza. Vi dico con l'Apostolo Paolo: "Tutto quello che è vero, giusto, nobile, puro, amabile, onorato... tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri".

Con l'augurio di un felice Anno Nuovo, ricco di splendide affermazioni e di consolanti soddisfazioni, imparto di cuore a voi tutti la mia Benedizione, che estendo volentieri alle persone care!

Data: 1991-01-04
Venerdi 4 Gennaio 1991

Ordinazione di 13 vescovi nella solennità dell'Epifania del Signore - Città del Vaticano (Roma)

Titolo: La vostra fede diventi via per gli altri

"E tu Betlemme, terra di Giuda,non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele".


1. Nel palazzo di Erode a Gerusalemme i tre Magi ascoltano queste parole. Secondo l'interpretazione degli scribi del popolo, il profeta Michea parla qui del luogo della nascita del Messia. I Magi chiedono informazioni circa il neonato Re dei Giudei. Il testo del profeta parla di un sovrano, parla di un pastore di Israele.

Ci troviamo qui ai limiti della storia di un popolo e del mistero di Dio. La fede d'Israele attendeva il Messia come Re. Quale forma assumerà il suo regno? Forse la forma temporale collegata con il potere politico detenuto allora, a Gerusalemme, da Erode?I Magi di Oriente rimangono fedeli al mistero di Dio. Seguono la luce della stella che li ha guidati lungo tutta la strada. Sono sicuri di trovare li, dove essa si è fermata, Colui che cercavano. La certezza della fede non li ha delusi.


2. L'Epifania è la festa della fede. La fede che apre l'uomo al mistero di Dio.

L'uomo si ferma alla sua soglia, cercando di penetrare con costanza e umiltà dentro di essa, così come i Magi sono entrati nella casa in cui si trovava il Bambino. Nella Lettera agli Efesini l'Apostolo parla del "mistero della grazia di Dio". In virtù di essa, viene conosciuto il mistero, rivelato "per mezzo dello Spirito" agli apostoli e ai profeti. Prima degli Apostoli, fu rivelato ai Magi di Oriente, i quali compresero in modo giusto le parole del profeta sul Messia. La fede è un dono dello Spirito Santo che l'uomo riceve nella comunità del Popolo di Dio, e lo riceve anche per gli altri, per condividerlo con loro. Tutti, infatti sono "partecipi della promessa per mezzo del Vangelo". Tutti devono diventare partecipi della stessa eredità e formare lo stesso corpo: il Corpo nel quale lo Spirito Santo completa sempre il mistero dell'Incarnazione. L'Epifania è la festa della fede viva: accogliendo il mistero di Dio come dono, l'uomo deve condividerlo con gli altri. Deve donarlo agli altri. Deve diventare dispensatore dei misteri di Dio.


3. Questo si riferisce in modo particolare a Voi, Venerati fratelli che oggi ricevete l'ordinazione episcopale. Come Vescovo di Roma, insieme con gli altri Vescovi qui riuniti, desidero introdurvi nella comunità di questo Collegio episcopale, nel quale permane e si rinnova costantemente la grazia del ministero apostolico. Cari fratelli, che tra pochi istanti riceverete la pienezza del sacerdozio, vi saluto con particolare intensità di sentimento, prima di imporre su di voi le mani, come Pietro e gli altri Apostoli le imponevano sui loro successori. Alcuni di voi sono destinati al diretto servizio della Santa Sede: Monsignor Jean-Louis Tauran, Monsignor Francisco Javier Errazuriz, Monsignor Julian Herranz Casado, Monsignor Osvaldo Padilla, Monsignor Bruno Bertagna e Monsignor Marcello Costalunga. Altri sono stati chiamati a reggere Comunità diocesane nei vari continenti: Monsignor Vinko Puljic, Arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo (Bosnia), Monsignor Bruno Ngonyani, Vescovo di Lindi (Tanzania), Monsignor Francis Okobo, Vescovo di Nsukka (Nigeria), Monsignor Andrea Gemma, Vescovo di Isernia-Venafro (Italia), Monsignor Giuseppe Hitti, Vescovo di Saint Maron of Sydney dei Maroniti (Australia), Monsignor Jacinto Guerrero Torres, Vescovo Coadiutore di Tlaxcala (Messico) e Monsignor Alvaro del Portillo, Prelato dell'Opus Dei, il quale viene nominato Vescovo di una sede titolare tradizionale.

Su tutti voi invoco la forza dello Spirito Santo perché possiate adempiere con generoso impegno la missione affidata a ciascuno di voi. Venendo da diverse nazioni, come figli e presbiteri delle Chiese che sono radicate in quelle Comunità nazionali, voi portate alla Chiesa universale i doni delle ricchezze spirituali e culturali che sono proprie delle vostre tradizioni locali. Come gli Apostoli, che si sparsero nel mondo, anche voi portate a tutte le genti i tesori della fede e della verità del Vangelo.


4. Desidero salutare ora i cardinali, i vescovi, il clero e i fedeli venuti dall'America Latina e dalla Spagna per assistere all'ordinazione episcopale di questi nuovi vescovi. Invochiamo tutti insieme lo Spirito Santo perché li illumini e li assista sempre nel loro ministero pastorale al servizio della Chiesa.

(Traduzione dallo spagnolo) Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti alla liturgia di questa mattina. Mentre rendiamo grazie per i doni che lo Spirito Santo ha riversato su coloro che sono chiamati ad essere successori degli Apostoli, preghiamo affinché la Chiesa venga confermata nella sua missione di portare il Vangelo di Cristo a tutte le nazioni e ai popoli.

(Traduzione dall'inglese) Invio un cordiale saluto a tutti i francesi che partecipano a questa celebrazione e in particolare a tutti coloro che provengono da Bordeaux. Insieme affidiamo a Cristo Salvatore i nuovi vescovi affinché possano vivere nella Chiesa come intendenti fedeli dei misteri di Dio e che al tempo stesso siano operatori di pace per tutta l'umana famiglia.

(Traduzione dal francese)


5. Si rinnovi in questo giorno, in cui la Chiesa in Oriente e Occidente vive profondamente il mistero dell'Epifania, la vostra fede. Fermatevi alla soglia del mistero di Cristo, di cui dovete essere fedeli amministratori. Entrate in esso.

Amatelo con tutta la vostra mente e con tutto il vostro cuore. Compenetrate l'ineffabile ricchezza di Cristo. La vostra fede diventi via per gli altri. Non cessate di pregare per quelli che Dio metterà sulla vostra strada.

La Chiesa domanda oggi la fede che è l'inizio di un cammino che ci conduce a vedere Dio "faccia a faccia" (cfr. 1Co 13,12), "usque ad contemplandam Speciem Eius celsitudinis".

Ponendo i vostri doni ai piedi del Neonato, alzate gli occhi della vostra anima verso il compimento del mistero il quale - sotto il velo della fede - vi è stato affidato per il bene di tutti. Per il bene del Popolo di Dio che è la Chiesa e il Corpo di Cristo.

Strada facendo, non venite mai meno, ma avanzate sempre con passo intrepido sulle vie della evangelizzazione dei popoli.

Data: 1991-01-06
Domenica 6 Gennaio 1991


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